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venerdì 21 aprile 2017

Bozza pescata nel gran mare del web



AVE MARIA!                              Bozza di una possibile lettera aperta ai Ministri Generali e Definitori e agli altri frati di buona volontà.
Cari fratelli nel Serafico Padre San Francesco, cari Sacerdoti,

pace a voi e una benedizione speciale materna di Maria Santissima  a chi leggerà da figlio di benedizione questa lettera.
La scrivo doverosamente e con molta amarezza d’animo avendo costatato la deriva in cui si trova il mio caro Ordine Serafico nel quale sono stato chiamato dal Signore sin dalla più tenera età. Non ho grandi esperienze, però ho conosciuto e  vissuto anche gli anni immediatamente post-conciliari. Poi per grazia di Dio ad un certo punto ho capito  che l’essenziale è l’interiore conversione, e il distacco da ogni umano attaccamento a noi stessi e  ai facili compromessi col mondo, per essere solo disponibili a fare sempre la Volontà del Signore, tutta espressa nella Santa Regola e nelle Sante Costituzioni.


 <<..facciano attenzione che ciò che devono desiderare sopra ogni cosa è: 


di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione, di pregarlo sempre con cuore puro e di avere umiltà, pazienza nella persecuzione e nella infermità, e di amare quelli che ci perseguitano e ci riprendono e ci calunniano, poiché dice il Signore: «Amate i vostri nemici e

pregate per quelli che vi perseguitano e vi calunniano ;

beati quelli che sopportano persecuzione a causa della

giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli. E chi
persevererà fino alla fine, questi sarà salvo»>>. (Reg. c.X)

Sintetizzando a me pare che il Serafico Padre mi invita particolarmente a vivere un rinnovato spirito di preghiera e di penitenza, la celebrazione fervorosa della Sacra Eucaristia e della Liturgia della Ore, la recita quotidiana dei misteri del Santo Rosario e l’offerta della Santa Messa all’Immacolata nel primo sabato d’ogni mese, e –dulcis in fundo- mi invita a un religioso e austero modo di vita che sia a tutti di buon esempio.

Ora “il mondo”, per la seduzione di Satana, cammina per la sua strada adorando idoli falsi: denaro, superbia con le tante false ideologie che distruggono la verità, e poi l’idolo dell’impurità che seduce tutte le nazioni della terra.  NON SOLO. Ancor più  Satana ha messo mano anche nella santa Chiesa per distruggere la fede. Lo fa col razionalismo e il relativismo, e con la contestazione al Papa. Nessuno potrà negare questa crisi: essa  esiste ed è, a mio parere, più profonda di quanto si possa immaginare, perché provocata dai figli stessi della Chiesa.

Davvero – dice san Pietro -  falsi maestri hanno insegnato eresie disastrose e si son messi contro Dio che li ha salvati. Molti li hanno seguiti e vivono -come loro- una vita immorale, e così la vita cristiana (e religiosa) è disprezzata. Allora è facile  a tutti imbattersi in chi deride anche la stessa parola “eresia”  affermando che non ne esistono più da un bel po’ . E’ facile incontrare chi ti ride in faccia perché gli state offrendo un articolo d’una rivista  “apologetica” ben fatta  e te la rifiuta con sussiego se non con sdegno. E’ facile sentir dire –anche da professori- che si deve amare il prossimo per se stesso e non per amor di Dio. E’ facile sentire consigliare e decidere lavori servili sia pure nei giorni di festa contro l’insegnamento ufficiale della santa Chiesa. C’è pure chi , pur vescovo, dice e afferma che nessuno pecca perché vuol peccare (come dire che nessuno si danna perché vuole dannarsi). 
Altri arrivano a proibire la confessione dei peccati veniali, e altri ancora non sanno neppure che i peccati mortali vanno confessati per numero; altri poi riducono arbitrariamente la normale ora di digiuno eucaristico  per fare la Comunione. Altri non si preoccupano affatto dell’assenza dei confessionali nella loro chiesa, o li hanno dislocati a distanza in altre stanze obbligando anche praticamente il fedele a confessarsi faccia a faccia senza misericordia (!) e senza prudenza (!). Potete immaginare con quali frutti.  Ma perché continuare? 
C’è pure chi al fraterno saluto mattutino  “Sia lodato Gesù Cristo!” si rifiuta di rispondere come i nostri santi Padri ci hanno insegnato. Ricordo anche che ci fu chi voleva proibire di predicare ai fedeli che si deve ubbidire al Papa e ai Vescovi e Sacerdoti uniti a Lui. Voi che leggete conoscerete certamente mille altre trovate  o invenzioni.

Stando così le cose diventa importante  saper discernere i buoni dai falsi maestri.  SE diffondono le verità della fede cattolica e ubbidiscono al Magistero allora sono buoni. MA, se superbi, amanti dell’errore e disobbedienti al Magistero, allora sono falsi falsi falsi.  Gesù benedetto ci vuole semplici ma astuti, colombe e serpenti. Bambini sì, però intelligenti, non stupidi.

Allora mi son deciso a scrivere. Non tanto per un desiderio di difesa personale per la situazione che vivo da un po’ d’anni, quanto per chiarire e precisare meglio  a me stesso prima di tutto e poi a qualche altro che cerca la verità il nocciolo della questione che come sempre è più profondo.

Nella mia vita una volta ho ricevuto nel giro di 23 giorni ben tre lettere:  per lo stile e il contenuto mi parvero  puro fumo derivante da un fuoco sotterraneo che prima o poi doveva per forza esplodere. Ecco. Proprio così, noi oggi nella Chiesa viviamo sotto continue esplosioni e/o divisioni causate dalla contestazione al Papa. Dolorosamente pure nell’Ordine Serafico.  Ho sempre creduto che in genere le contestazioni o opposizioni al Santo Padre sono una pietra che si getta in faccia a Gesù benedetto.

Nel 1989 quando la Chiesa in Italia permise la Comunione in mano io ero già in Venezuela dove lo stesso permesso purtroppo giunse nel 1993. Molto sfacelo, molta divisione si diffuse da allora nelle comunità ecclesiali e francescane. Si moltiplicarono i così detti ministri straordinari che ormai la fanno da padrone anche per uno sparuto numero di fedeli (quando il mio vescovo Mons. Alessandro F. Medina q.e.p.d. li permetteva solo quando i comunicanti fossero più di 350 c.)

Ma la cosa più triste avvenne e succede ancora quando anche dopo la pubblicazione dell’  <Istruzione “Redemptionis sacramentum” su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia>  della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si continua come prima e più di prima, come se il l’Istruzione non fosse stata redatta per disposizione del Sommo Pontefice B. Giovanni Paolo II e approvata dal medesimo il 19.3.2004 disponendone la pubblicazione e l’immediata osservanza da parte di coloro a cui spetta.
Con amarezza mi hanno riferito di un Vescovo che non si è degnato di rispondere a una missiva di un sacerdote della diocesi, e come alcuni frati pur Superiori Maggiori trattano questi argomenti con sufficienza … oserei dire beffarda.
Ultimamente poi non è bastato neppure l’esempio offerto dal Santo Padre Benedetto XVI che offre Gesù Eucaristico nella forma cattolica di tradizione, per smuovere e convincere  i cuori dei sacerdoti almeno francescani.  Ché dirà il Serafico Padre, dalla sua gloriosa Tomba, a tutti quelli che sono infedeli e disobbedienti a molteplici norme prescritte nella celebrazione della santa Messa e nell’amministrazione degli altri sacramenti? 
Sono convinto personalmente che san Francesco previde i nostri tempi, che sono i più decisivi di tutta la storia, e volle metterci in guardia scrivendo perciò ai laici e ai chierici e ai ministri Custodi dei gioielli di lettere, dove da Serafino ci è maestro insigne:

16 <<Ecco, ogni giorno Egli si umilia, come quan­do dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; 17 ogni giorno Egli stesso viene a noi in apparenza umile; 18 ogni giorno discende dal seno del Padre sul­l’altare nelle mani del sacerdote. 19 E come ai santi Apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mo­stra a noi nel pane consacrato. 20 E come essi con gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di Lui, ma, contemplandolo con gli occhi dello spirito, credeva­no che Egli era lo stesso Dio, 21 così anche noi, veden­do pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che questo è il suo santissimo Cor­po e Sangue vivo e vero. (Ammonizioni)

34 <<E siamo tutti fermamente convinti che nes­suno può essere salvato se non per mezzo delle sante pa­role e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che i chierici pronunciano, annunciano e amministrano. 35 Ed essi soli debbono amministrarli e non altri.  [Quanta sorpresa in queste parole! Il nostro Serafico Padre è davvero un profeta che mirabilmente difende il Sacerdozio e l’Eucaristia Santissima].
            36 Specialmente poi i religiosi, i quali hanno ri­nunciato al mondo, sono tenuti a fare molte altre cose e più grandi, senza però tralasciare queste. (Lettera ai fedeli).

3 <<Niente infatti possediamo e vediamo corporalmen­te in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il cor­po e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali sia­mo stati creati e redenti «da morte a vita».
[208]         4 Tutti coloro, poi, che amministrano così santi ministeri, considerino tra sé, soprattutto quelli che li amministrano senza discrezione, [e osano deridere e vessare quanti con ogni attenzione e discrezione intendono trattare questi misteri] quanto siano miserandi i calici, i corporali e le tovaglie sulle quali si compie il sacrificio del corpo e del sangue del Signore nostro. [Ché direbbe il Serafico Padre di quei frati che non usano come si deve il corporale, e non sanno/o non vogliono   aprire e usare nemmeno il purificatoio come si deve? CHE direbbe altresì a quanti  con forza  impediscono la fedeltà a molte altre norme comandate nel messale medesimo? Perché uno  non dovrebbe usare il velo sul calice e la borsa per custodire il corporale, e il piattino alla Comunione dei fedeli, e anche un degno inginocchiatoio o genuflessorio facoltativo che promuove e facilita la devozione eucaristica, ecc.?]
            5 E da molti viene lasciato in luoghi indecorosi, vie­ne trasportato senza nessun onore [e aggiungerei ‘conservato’ senza la doverosa attenzione a sostituire o cambiare almeno ogni mese le sacre specie, per evitare che le particole diventino preda di vermetti bianchi, da me scoperti in un tabernacolo] e ricevuto senza le do­vute disposizioni e amministrato agli altri senza discrezione. [La lingua batte dove il dente….]

[209]         6 Anche i nomi e le parole di lui scritte talvolta vengono calpestate, 7 perché «l’uomo carnale non com­prende le cose di Dio».
8 Non dovremmo sentirci mossi a pietà per tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore si conse­gna nelle nostre mani e noi l’abbiamo a nostra disposi­zione e ce ne comunichiamo ogni giorno? 9 Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani?
            10 Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito e con fermezza emendiamoci; …  ( LETTERA A TUTTI I CHIERICI  SULLA RIVERENZA DEL CORPO DEL SIGNORE).



Se riporto le parole del Serafico Padre lo faccio semplicemente per ricordare a me e anche a voi le indicazioni del più umile Santo che fu detto “homo catholicus et totus apostolicus” per eccellenza.  IMPARIAMO QUINDI DA SAN FRANCESCO. Specialmente noi che siamo i figli d’un così  tanto illustre e umilissimo Fondatore  la cui attività –insieme a quella di San Domenico - ha fatto meravigliosamente rifiorire la Chiesa di Dio.


Con gran sorpresa e soddisfazione ho sentito che il Papa Benedetto XVI, in Assisi, parlando ai Vescovi nel nov. 2010, è entrato direttamente nel tema liturgico. E ha dettato lui i criteri di una "vera" riforma della liturgia. (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1345540)


"Ogni vero riformatore – ha scritto è un obbediente della fede: non si muove in maniera arbitraria, né si arroga alcuna discrezionalità sul rito; non è il padrone, ma il custode del tesoro istituito dal Signore e a noi affidato. La Chiesa intera è presente in ogni liturgia: aderire alla sua forma è condizione di autenticità di ciò che si celebra".  


Il Santo Padre ha speso buona parte del suo messaggio a illustrare ai vescovi italiani [e quindi anche ai rev. Custodi dei nostri santuari]  lo spirito con cui quel grande Santo obbedì a quella riforma liturgica, e fece obbedire i suoi frati.


Oggi molti cattolici , laici o religiosi, propugnano una Chiesa più spirituale e "profetica", invece che istituzionale e rituale. Soprattutto in campo liturgico vogliono creatività e libertà. Oh! quanta! Basta vedere come si trattano i sacri paramenti con tutto ciò che serve al decoro della liturgia, e osservare quanta licenza si prendono nel cambiare le formule in uso nel Breviario e nella santa Messa; per esempio alla benedizione finale: invece di dire “Vi benedica Dio onnipotente …”  si sente dire  semplicemente “Benedica Dio onnipotente …”


Ma Benedetto XVI ha mostrato, nel messaggio, che il vero san Francesco era di tutt'altro orientamento, perché profondamente convinto che il culto cristiano debba corrispondere alla "regola della fede" ricevuta, e in questo modo dar forma alla Chiesa. I sacerdoti, per primi, dobbiamo fondare sulle "cose sante" della liturgia la nostra santità di vita. Tra le cose più importanti: il Breviario e la santa Messa.

Il Serafico Padre e i suoi frati adottarono  -dice il Papa- il “Breviario” che fu un frutto del Lateranense IV. Così fecero propria la preghiera liturgica del Sommo Pontefice. [[ORA io mi sto chiedendo da un po’ di tempo  perché mai il santo breviario presso i nuovi frati  sfornati da certi seminari non ha più quel posto principe che ebbe nella vita del Serafico Padre.  (Forse perché in PC trovano anche lo stesso breviario??? Sarà!).  Con estrema facilità si passano giornate intere senza Breviario, ci si sposta da un punto all’altro del globo, o delle provincie o delle custodie , e non si ha con sé il Breviario!!! Già! Ora  che scrivo capisco perché. Forse viaggiando un po’ tutti da camaleonti, se uno si mettesse a pregare il Breviario in treno o in aereo o in bus o in ristorante verrebbe scoperto o identificato, ecc. ecc. e allora lo si lascia. E’ diventato troppo pesante e ingombrante. Sbaglio forse se affermo che  una cosa /il breviario/ è legata all’altra /l’abito religioso/?

    L’IMPORTANZA DELL’ABITO!  Ma serve parlarne?  E’ tutto scritto già nella Santa Regola professata con tutte le sante Costituzioni!  E’ scritto nel Codice di Diritto Canonico di santa Romana Chiesa. Ci gloriamo dei nostri Santi che hanno avuto un amore e una venerazione particolare per l’abito di san Francesco (da noi custodito) che indossavano giorno e notte, arrivando a considerarsi indegni di indossarlo; e poi non vogliamo imitarli? Non è proprio  il modo normale di vivere da frati. Si dice: “Carità, carità, carità!” e va bene. Ma la carità si lasci condurre dalla prudenza e dall’obbedienza, se no forse non è genuina. Si  farebbero meno chiacchiere e più osservanza. Certo non dimenticheremo che con l’abito esterno ci vuole pure quell’interiore dell’anima.  Vivendola così la nostra vita sarebbe una continua predica di povertà di obbedienza e di castità, e l’Ordine chissà diverrebbe più fecondo di frutti realizzando la missione affidataci da Gesù benedetto!]].

Sinceramente ho l’impressione che ci troviamo in uno stato di liquefazione.  Non sono il solo ad aver fatto l’esperienza che richiamandomi o appellandomi ai documenti sempre chiari del Sommo Pontefice sulla confessione o al Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri  o ai vari motu proprio del Beato Giovanni Paolo II  e dell’attuale Santo Padre Benedetto XVI sulla Liturgia e sulla Messa di sempre  e  altro, la risposta ricevuta  sia stata più o meno di questo tenore:  << “Sai? Se ascoltassimo Roma, qui tutti perderebbero la fede (!), “Basta con Roma, un altro cristianesimo è possibile, la fede in linguaggio moderno (!), “Questi documenti dicono cose giuste, ma … non sono adatte alla nostra situazione ecclesiale” >>. E così via. E sei bell’e spacciato. Questi non sono casi tanto rari, credetemi. Allora, io, l’ultimo dell’Ordine vorrei gridare sia pure umilmente e in ginocchio  quanto diceva Don Divo Barsotti :”Guai se rompiamo il legame con la Chiesa di sempre” . Ed anche: “Non si tagliano le radici dalle quali si è cresciuti”.  (Beato Giovanni Paolo II).

*



Andiamo al sodo.  Quanto ho scritto fin qui è sacrosanto, ma  il resto che sto per scrivere lo è ancora di più.  Da anni ho sempre agognato celebrare la Messa di sempre. In verità fui ordinato quando ancora non era iniziata la ‘rivoluzione vera e propria’. Era l’anno 1965.  Poi poco a poco tutto ‘precipitò’. Vivendo in Latino America alcuni amici vollero conoscere la santa Messa tridentina. Col permesso del Vescovo la celebrai alcune volte nella loro cappella. Nel 2001 tornando in Italia ho percepito e visto un lento ma continuo ritorno all’antica santa Messa. Ho pregato fiducioso per la soluzione delle difficoltà, e alla fine  col Papa Benedetto XVI è arrivata   la … GRAZIA. E che Grazia!  
Debbo confessar però che mi addolorò  assai vedere, in quel 7 luglio 2007, sul viso di persone che stimavo responsabili una qualche smorfia sgraziata e sgradevole, oppure, in riunioni di Clero e di frati, un assordante silenzio su un argomento di tale importanza. Ripeto che un tale comportamento mi disgustò. Ingenuamente ne attribuivo la causa a semplice ignoranza. Ora mi chiedo: era solo ignoranza? Ma lasciamo perdere. Ciò che conta è rendere grazie a Dio, perché la santa Messa di sempre  ha preso il volo e ora, con l’aiuto della stampa, internet e convegni e Istruzioni che rafforzano il fondamentale motu proprio Summorum Pontificum, essa viene sempre più conosciuta e cercata e amata:  non si tratta di nostalgici, ma soprattutto di famiglie e giovani desiderosi d’una più profonda  ricchezza. 
Con quanta gioia, credetemi, dopo tanti anni dall’ordinazione ho potuto cantarla di nuovo questa Santa Messa di sempre, io  che ne avevo cantata solo una! E’ stata una grande benedizione di Gesù benedetto sulla mia vita. Come si fa a non gioire per questa benedizione insieme agli altri fratelli? Gaudere cum gaudentibus, direbbe san Paolo.  Purtroppo non è stato sempre così. 
In verità, in certi luoghi, prima con minacce, poi con sotterfugi  si è passato ai fatti e per ostacolare la celebrazione del Divino Sacrificio nel rito romano antico o di sempre /esattamente quella santa Messa familiare al nostro Serafico Padre san Francesco/ hanno meschinamente sottratto ai confratelli sacerdoti le carte-gloria e i sacri paramenti (–pur in buone se non ottime condizioni, come lo erano i manipoli , il velo per il calice e la borsa per il corporale nuovi di zecca-) per portarli a … ristrutturare o restaurare. Non si sa dove, e né quando saranno ‘pronti’. Un autentico  escamotage  indegno d’una fraternità solo conclamata  ipocritamente, perché va contro i diritti e la dignità che ha ogni Sacerdote giovane o anziano, simpatico o antipatico che sia.  
Si ha la pretesa e l’arroganza dispotica di voler comandare in campi dove già c’è chi comanda da duemila anni! Nella santa Messa ordinaria si deve usare  sempre, oltre alla stola, pure la casula o pianeta e non la sola stola. Nella santa Messa straordinaria poi  ci vuole il manipolo oltre al velo sul calice, mentre nella Messa Ordinaria si auspica ugualmente che "Il calice sia lodevolmente ricoperto da un velo" (Ordinamento generale del Messale romano n 118), ed ecc.

 Sembrerebbe che i giovani, certi giovani sfornati dai seminari da una quindicina d’anni, forse non possano capire certe cose, “siano come incapaci di atti liturgici. Per i quali non basta l’istruzione , occorre l’educazione, anzi l’iniziazione, che al fondo non è altro che l’esercizio di quest’atto” (R. Guardini, in Humanitas 20, 1965).

Eppure basterebbe così poco. Solo un po’ di amore. Solo un po’ di santa curiosità. Solo qualche piccolissimo sforzo, e grandi sarebbero i frutti nella loro vita attraverso un rito che di certo è più articolato, ma con gesti tutti molto belli che aiutano a vedere la realtà. Capirebbero perfettamente l’azione della Messa. Non è mai tardi darsi da fare  per riaffermare la nostra romanitas e  latinitas,  ricordando // senza offesa per nessuno// che il Venerabile Pio XII scriveva che il sacerdote che misconoscesse il latino era afflitto da una “deplorevole miseria intellettuale”[!]. 

Oggi più che mai si parla di libertà. Ed è bello, se si intende nel suo giusto valore di appartenenza a qualcuno. Oggi si fa ecumenismo con  … diciamo tutti, ma poi ti accorgi che non è veramente genuino, difatti succede a volte che la sola parola pianeta (oltretutto casula è il suo sinonimo) o manipolo fa ad alcuni saltare il sangue alla testa. Perché mai? Un amico sacerdote mi diceva  che la Pastorale all’insegna del Conc.Vat. II  e le pianete non sono un binomio impossibile!  

Per secoli i missionari francescani, gesuiti, barnabiti ecc. hanno evangelizzato terre di missioni nelle Nuove Terre usando le pianete durante la celebrazione dei Sacri Riti. Non ci sembra la pianeta abbia impedito, ostacolato o ridotto l’opera missionaria dei buoni frati.  San Giovanni Bosco e molti preti “operai” conducevano la loro opera pastorale tra i giovani, i carcerati, le fabbriche, i poveri e gli ammalati indossando pianeta e manipolo durante la S. Messa. E anche nel loro caso la loro attività pastorale non ha subito lesioni o impedimenti. Allora si può benissimo portare avanti una pastorale secondo il CVII - (che poi cosa avrà di tanto diverso da quella che la Chiesa ha sempre professato “prima” del CVII, lo dobbiamo ancora capire) - pur usando o magari tollerando, la pianeta.  Ricordando anche che le casule “moderne” o gli stoloni sopra il camice, non sono mica “materia” (né prossima né remota)  del sacramento eh!!! Non è nemmeno forma!  La “pastorale all’insegna del CVII” non funzionerebbe forse lo stesso se indossassimo una bella, decorosa e degna pianeta? - 
Ma riprendiamo il filo maestro.

 Se il Santo Padre, meglio e con tutta verità, se i Sommi Pontefici, per salvare la Liturgia hanno voluto offrire questa possibilità di celebrare quella santa Messa di sempre che non fu mai abolita o proibita, Santa Messa che venne celebrata cotidie nello stesso ultimo Concilio, chi sono mai quelli che vogliono opporsi – costi quel che costi! - a questo diritto sacrosanto? E perché non si decidono in tempo a cancellare tutti gli abusi che fin'ora si sono permessi?  Di questi abusi parlò il Beato Giovanni Paolo II nella dimenticata Istruzione "Redemptionis Sacramentum" 2004: 
<<[11.] Troppo grande è il Mistero dell’Eucaristia «perché qualcuno possa permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non ne rispetterebbe il carattere sacro e la dimensione universale».
[27] Chi al contrario, anche se Sacerdote, agisce così, assecondando proprie inclinazioni, lede la sostanziale unità del rito romano, che va tenacemente salvaguardata,[28] e compie azioni in nessun modo consone con la fame e sete del Dio vivente provate oggi dal popolo, né svolge autentica attività pastorale o corretto rinnovamento liturgico, ma priva piuttosto i fedeli del loro patrimonio e della loro eredità. // Atti arbitrari, infatti, non giovano a un effettivo rinnovamento,[29] ma ledono il giusto diritto dei fedeli all’azione liturgica che è espressione della vita della Chiesa secondo la sua tradizione e la sua disciplina. // Inoltre, introducono elementi di deformazione e discordia nella stessa celebrazione eucaristica che, in modo eminente e per sua natura, mira a significare e realizzare mirabilmente la comunione della vita divina e l’unità del popolo di Dio.[30] // Da essi derivano insicurezza dottrinale, perplessità e scandalo del popolo di Dio e, quasi inevitabilmente, reazioni aspre: tutti elementi che nel nostro tempo, in cui la vita cristiana risulta spesso particolarmente difficile in ragione del clima di «secolarizzazione», confondono e rattristano notevolmente molti fedeli.[31]  >> 

(E' commovente la chiarezza con cui parlano i Sommi Pontefici!)  Quei tali che si industriano a moltiplicare gli abusi liturgici  mi fanno ricordare un certo Cardinale che  - l'ho saputo da fonte sicura - una volta in Vaticano sbottò dicendo “Dio o non Dio, qui comando io!!!”. Bella roba. Affari suoi.

// Altri poi hanno il pallino della concelebrazione obbligatoria, quando il Codice di Santa Madre Chiesa favorisce piena libertà, ossia non obbliga nessuno a concelebrare (canone 902). / Ora io mi chiedo: Chi tra i frati assumesse  sostanzialmente questi atteggiamenti non sarà forse per una… non-leggera ignoranza o forte imprudenza o alta disobbedienza alla nostra Santa Regola?  In essa – ben sappiamo- come  il Serafico Padre per due volte – all’inizio, nel primo capitolo e alla fine dell’ultimo – ha voluto lasciare scritto: *<<2 Frate Francesco promette obbedienza e reverenza al signor papa Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana. 3 E gli altri frati siano tenuti a obbedire a frate Francesco e ai suoi successori.       *sempre sudditi e soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa, stabili nella fede cattolica, osser­viamo la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso.>>

 Ci confortino le luminosissime parole del Papa Benedetto XVI che fanno seguito alle precedenti più su riferite:
“L’autentico credente, in ogni tempo, sperimenta nella liturgia la presenza, il primato e l’opera di Dio. Essa è “veritatis splendor” (Sacramentum caritatis, 35), avvenimento nuziale, pregustazione della città nuova e definitiva e partecipazione ad essa; è legame di creazione e di redenzione, cielo aperto sulla terra degli uomini, passaggio dal mondo a Dio; è Pasqua, nella croce e nella risurrezione di Gesù Cristo; è l’anima della vita cristiana, chiamata alla sequela, riconciliazione che muove a carità fraterna.”

A questo punto sia ben chiaro che non voglio minimamente esasperare il clima, ma solo affermare che gli interessi nostri dovrebbero convergere, e certi comportamenti evitarli con impegno forte.  Dobbiamo avere il coraggio della verità per non perdere la vera carità che è amore a Gesù Cristo benedetto e alle anime. Tirare avanti con ambiguità sarebbe un cerchio nefasto che soffocherebbe molti cuori. Insomma: Se A è bianco non è in certo modo anche nero. E qui, per favorire il riflettere e pensare che si nutrono di silenzio, faccio punto.

***

La Mamma Celeste con l’aiuto di tutti i suoi figli, non ultimi noi Francescani, - che come ogni cristiano viviamo nel mondo ma non siamo del mondo -  vincerà tutti gli idoli che contrastano il nostro cammino e la scala al cielo, e porterà tutti all’adorazione e all’amore dell’unico vero Dio, Gesù Cristo benedetto, nostro Redentore. Col salmista voglio pregare per me e per tutti i fratelli, così:

“Mio Dio, Ti supplico: volgiti a noi e abbi misericordia, dona ai tuoi  servi la tua forza, salva i figli della tua ancella.
“Dacci  un segno di benevolenza, mio Dio, Tu che sei il mio soccorso e la mia consolazione. / “Domine, vim patior. Responde pro me”. Amen.

Ora, fratelli, perché io viva nella  sua genuina purezza lo spirito serafico trasmessoci dai santi Padri dell’Ordine abbiate la bontà di cordialmente benedirmi. Ringraziondovene immensamente come posso, di cuore anch’io “Vi benedico insieme a tutti i vostri cari con la speciale materna benedizione di Maria Santissima, nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Amen.  Vi ricorderò sempre nella santa Messa e nel santo Rosario. Ave Maria Purissima!
Vostro in  JMJFr  pgmm

 
"O Sacro Cuore di Gesù...
O Sacro Cuore di Maria
Unitevi con noi in questa preghiera d'amore
affinché ogni figlio di questo Mondo
dimostri amore per Voi Due
che Uniti e Assieme avete Redento il Mondo. ..."

AMDG et BVM

mercoledì 18 gennaio 2017

NON BEVETE LA VOSTRA CONDANNA. MA MANGIATE E BEVETE DEGNAMENTE IL CORPO O IL SANGUE DI CRISTO

Essere degni di ricevere la santa comunione. Principi generali 

di Joseph Ratzinger, giugno 2004 


1. Presentarsi a ricevere la santa comunione dovrebbe essere una decisione consapevole, fondata su un giudizio ragionato riguardante il proprio essere degni a farla, secondo i criteri oggettivi della Chiesa, ponendo domande del tipo: "Sono in piena comunione con la Chiesa cattolica? Sono colpevole di peccato grave? Sono incorso in pene (ad esempio scomunica, interdetto) che mi proibiscono di ricevere la santa comunione? Mi sono preparato digiunando almeno da un ora?". La pratica di presentarsi indiscriminatamente a ricevere la santa comunione, semplicemente come conseguenza dell'essere presente alla messa, è un abuso che deve essere corretto (cf. l'istruzione "Redemptionis Sacramentum", nn. 81, 83). 

2. La Chiesa insegna che l'aborto o l'eutanasia è un peccato grave. La lettera enciclica "Evangelium Vitae", con riferimento a decisioni giudiziarie o a leggi civili che autorizzano o promuovono l'aborto o l'eutanasia, stabilisce che c'è un "grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza. [...] Nel caso di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette l'aborto o l'eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, 'né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto'" (n. 73). I cristiani "sono chiamati, per un grave dovere di coscienza, a non prestare la loro collaborazione formale a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la legge di Dio. Infatti, dal punto di vista morale, non è mai lecito cooperare formalmente al male. [...] Questa cooperazione non può mai essere giustificata né invocando il rispetto della libertà altrui, né facendo leva sul fatto che la legge civile la prevede e la richiede" (n. 74). 

3. Non tutte le questioni morali hanno lo stesso peso morale dell'aborto e dell'eutanasia. Per esempio, se un cattolico fosse in disaccordo col Santo Padre sull'applicazione della pena capitale o sulla decisione di fare una guerra, egli non sarebbe da considerarsi per questa ragione indegno di presentarsi a ricevere la santa comunione. Mentre la Chiesa esorta le autorità civili a perseguire la pace, non la guerra, e ad esercitare discrezione e misericordia nell'applicare una pena a criminali, può tuttavia essere consentito prendere le armi per respingere un aggressore, o fare ricorso alla pena capitale. Ci può essere una legittima diversità di opinione anche tra i cattolici sul fare la guerra e sull'applicare la pena di morte, non però in alcun modo riguardo all'aborto e all'eutanasia. 

4. A parte il giudizio di ciascuno sulla propria dignità a presentarsi a ricevere la santa eucaristia, il ministro della santa comunione può trovarsi nella situazione in cui deve rifiutare di distribuire la santa comunione a qualcuno, come nei casi di scomunica dichiarata, di interdetto dichiarato, o di persistenza ostinata in un peccato grave manifesto (cf. can. 915). 

5. Riguardo al peccato grave dell'aborto o dell'eutanasia, quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull'aborto e l'eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull'insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all'oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l'eucaristia. 

6. Qualora "queste misure preventive non avessero avuto il loro effetto o non fossero state possibili", e la persona in questione, con persistenza ostinata, si presentasse comunque a ricevere la santa eucaristia, "il ministro della santa comunione deve rifiutare di distribuirla" (cf. la dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, "Santa comunione e cattolici divorziati e risposati civilmente", 2000, nn. 3-4). Questa decisione, propriamente parlando, non è una sanzione o una pena. Né il ministro della santa comunione formula un giudizio sulla colpa soggettiva della persona; piuttosto egli reagisce alla pubblica indegnità di quella persona a ricevere la santa comunione, dovuta a un'oggettiva situazione di peccato. 

[N.B. Un cattolico sarebbe colpevole di formale cooperazione al male, e quindi indegno di presentarsi per la santa comunione, se egli deliberatamente votasse per un candidato precisamente a motivo delle posizioni permissive del candidato sull'aborto e/o sull'eutanasia. Quando un cattolico non condivide la posizione di un candidato a favore dell'aborto e/o dell'eutanasia, ma vota per quel candidato per altre ragioni, questa è considerata una cooperazione materiale remota, che può essere permessa in presenza di ragioni proporzionate.


domenica 8 gennaio 2017

ANGELI NERI .... E ANGELI BIANCHI






Santissimi Cuori 
Uniti e Trionfanti 
di Gesù e Maria,
Vi lodiamo e Vi benediciamo.
Fate bruciare la fiamma 

del Vostro Amore 
nel nostro cuore» 




La Rivelazione terminò con l’ultimo Apostolo San Giovanni. E’ chiaro.
Però nei secoli il Signore Gesù avrà pur sempre tutta la libertà di intervenire sulla stessa Rivelazione servendosi dei mezzi che vuole. E le rivelazioni private – accolte con sacrosanta  prudenza – assolvono il loro compito, per la Gloria di Dio e la salvezza delle anime.

 Gesù dice:

«Ecco l’atto solenne di tutta la Santa Messa, il più grande Sacrificio di Riconciliazione! Chi di voi riuscirebbe a spiegare quale immenso prodigio sia questo? L’Eucaristia, è il Sole, il Cuore Santo, la Grazia. Essa è la Mia testimonianza. Costituisce la fedeltà delle Mie parole: “Sarò con voi per sempre”. Io sono in questa Dimora, tutta di dolcezza e di amore impastata, formata dalla Carità divina. Non v’è miracolo sulla terra che la possa superare! Nella sua piccolezza tutta la Mia grandezza! 

I Miei sacerdoti, per i quali si effonde su voi il Mio Spirito, presentano, unito al Calice Santo, il “Tutto” e così voi partecipate alla Mia Passione e ne diventate, momento per momento, piccole “Ostie-figlie”. 

Gli angeli neri dell’aria vorrebbero distrutto questo ammirabile Atto di Amore e di Salvezza, vorrebbero ne sia cenere perché coscienti di tale grandezza. Ma questo i Miei sacerdoti lo comprendono? Sì, alcuni lo comprendono, ma sono troppo pochi! L’Eucaristia è il fuoco dentro il quale vive eterna tutta la Mia Sostanza e arde senza fine il Mio Santo Spirito santificatore... Per voi che credete e vi nutrite del Mio Corpo non tramonterà la speranza».

[Il pericolo attuale è voler dividere il Gesù storico dal Gesù Eucaristico. La Madonna con le sue apparizioni desidera aiutarci nel resistere alle dottrine del falso essenzialismo, segno terribile dell’eresia dei nostri tempi, che ha ridotto in cenci la Dottrina Eucaristica]. 

Ci illuminano  
Le parole di Gesù Santissimo:
«Il Padre Mio, che è nei cieli, ha aperto la Sua bocca per far udire agli abitanti della terra il Suo “basta” sull’abominio che è intorno al Santissimo Sacramento dell’Altare, ma nessuno nota il furore santo che giunge, perché vi state auto giudicando? L’uomo non vuole capire, figlia Mia, e ogni giorno sfida la Mia bontà, celandosi falsamente dietro leggi bugiarde che non sono state date da Me… Spesso catechesi vuote e piene di farisaico contenuto Mi hanno fatto alzare dal Mio trono in grande sdegno!...

Vi dissi che quando tali cose sarebbero accadute, il Padre sarebbe stato inclemente e si è continuato a proferire bestemmie rendendoMi Re di burla, uomo fra gli uomini di comune natura, come un potente spodestato e ora umiliato, imprigionato, abbandonato e sottoposto a immense torture. Potrei essere più misericordioso?

O uomini, che rendete bugiardi i Miei santi che hanno versato il loro sangue in difesa del Santissimo, siete imprudenti quanto stolti, privi di senno e di conoscenza! Se Mi sentiste in voi, come potreste trattarMi così senza provare il più piccolo risentimento? Io sono forse cambiato? Non sono forse lo Stesso di ieri?»  

«Per mezzo dell’Eucaristia potreste ottenere tutto il bene, ma so... un gran numero di coloro che ho redento, non Mi darà ascolto, rifiuterà i Miei preziosi consigli!»

«Quanto grande è l’amarezza per la perdita di fede e di fiducia verso il SS. Sacramento dell’Altare, ove sono operante e vigilante, ascoltatore silenzioso e Maestro!»

«Ovunque Io, il Santo, Mi volti, non vedo che profanazioni… Il deserto è la ricompensa che l’uomo si è guadagnato col moltiplicarsi degli oltraggi e degli scandalosi modernismi diffusi nel Mio Santuario. L’uomo ha perso la sua dignità disprezzando il Mio Amore... si è volutamente liberato dalle Mie sante Leggi e ha conseguito la sua retribuzione: lo smarrimento di se stesso. Mentre il mondo si dibatte nel cercare la causa dell’inizio dei mali, ignora che una “palese” si consuma sotto gli occhi di tutti ogni giorno (la mancata riverenza all’Eucaristia). 

O terra, terra! Non vuoi proprio venire alla Mia Mensa, pura come un agnello, e gioiosa, come una gazzella? Ma tu ti adoperi al contrario, solo per sdegnarMi dicendo: “Tutto è buono, se ci è permesso!” Sorgi, ti dico, Mia creazione, come una radiosa fanciulla… sei arrivata all’apice della ribellione e della confusione! LasciaMi vincerti e non impedirMi di liberarti dalla apostasia che ti sei costruita, trincerandoti dietro l’inganno di offrire al tuo Re incenso e mirra. Fiele, ti dico, Mi stai donando con la tua infedeltà. Lasciami dirti: “Talithà kum”»! 

«Ben più penosa è la prigionia che Mi è riservata in Tabernacoli abbandonati, di quella che subii nel tempo della Mia condanna. Le anime Mi condannano oggi a un martirio ben più grande: l’indifferenza!» 

«Ogni giorno il Sacrificio dell’amore viene consumato e mentre rapisco con la Mia Luce e i Miei favori le anime, esse Mi rimangono fredde e ostili. In verità non esiste peggiore castigo di una immutabile cattiva disposizione! Gli uomini si riposano al solo pensiero che basta avere un’apparenza di religiosità e colmare i Miei santuari di presenze tali da garantire i materiali bisogni» 
a. La S. Comunione ricevuta nelle mani

«Figliola, quando Io, il Santissimo, entro in voi, tutti di voi consacro, ma non discuto su quale è di voi la parte più santa per riceverMi... Pur se un tempo i Miei solevano ricevere le Sacre Carni attraverso lo spezzare del pane, oggi non lo desidero. Quante volte Paolo, l’apostolo, ha dovuto modificare le regole a causa dei continui sacrilegi! Egli stesso si sforzava di compiere ogni cosa con riverenza e Adorazione, cosciente della grandezza del SS. Sacramento. 

Oggi l’uomo è più cagionevole e il maligno attenta contro il SS. Sacramento… Quante profanazioni sono costretto a subire, poiché i Miei hanno permesso che Mi rubassero attraverso la Comunione sulle mani!… 


Satana vaglia gli uomini ed ha ben scrutato i cuori per lavorarli a suo piacimento al fine ultimo di eliminare l’Amore Sacramentato. Bisogna disattivare questa catena di morte! Mi si riceva degnamente dalle mani del Mio Ministro, direttamente nella bocca con tutti gli onori che si devono e poi dateMi il giusto benvenuto nel vostro cuore. Voglio essere tra voi, ma non dimenticate che non sono uno di voi. Io sono il Dio incarnato e non un uomo che si è divinizzato. Ma… vi diranno: “...tutto questo non è importante!” E dovrò subire ancora profanazione…» 

b. La dovuta devozione

Gesù dice:
«Prima desidero che il vostro cuore sia pulito dalle sozzure del peccato e solo col Sacramento della Confessione questo è possibile. Deve essere una vera contrizione di tutti i peccati fatti e che si faranno: intenzione col cuore di non rifarlo ancora e finalmente sentirsi perdonati dalla Mia Misericordia.


Poi un’intima preghiera prima di comunicarsi offrendo tale amoroso Sacrificio per la guarigione delle anime.

RiceverMi in ginocchio, assolutamente in ginocchio!... Io ti dico che nessuno di voi deve ricevere la Maestà Divina in piedi, almeno genuflettersi come segno che Mi adorate come Re e Salvatore... voi non ricevete il Tesoro nelle mani! 

Io dissi: “Sono il Pane disceso dal cielo”. Non dissi: “Sono il frutto della naturale mietitura”. Io sono il Pane Spirituale e voglio essere ricevuto così come la Madre Mia si è mostrata attraverso le immagini sacre: con le mani in atteggiamento di intima preghiera! Non v’è Angelo che rimarrebbe in piedi nell’atto di riceverMi e voi dunque vi ritenete più grandi degli Angeli? No, la preghiera più sublime che potete offrire, è proprio l’atteggiamento di umiltà e di prostrazione ai piedi del Mio Santo Altare» 

c. La Vergine, sulla irriverenza dice:

«È molto importante che capiate il significato che ha l’Eucaristia, oggi da molti purtroppo creduta solo un pezzo di semplice pane»
«Amate la Santa Eucaristia, difendendola da ogni attacco».«Figlia Mia, le anime sono ammalate, ma il vero farmaco è l’Eucaristia… Io desidero ardentemente che il Sacramento della Comunione si sviluppi così come Mio Figlio precedentemente vi ha domandato. Rispettate ciò che vi dico e molte calamità saranno allontanate».
Gli Angeli:

«Vedi, la cattiva riverenza al Santissimo Sacramento attirerà sull’intera nazione un tale castigo mai visto sino ad oggi. Gli uomini devono cambiare e valorizzare di più la Presenza di Nostro Signore Gesù nella Santissima Eucaristia... Le anime non possono continuare proseguendo per questo cammino di perdizione! Troppe comunioni in peccato grave! Non si contano quelle sacrileghe!»


«Figlia Mia, l’Eucaristia è il grande farmaco dell’immortalità dell’uomo. Per questo Io, preparandovi al grande Trionfo, qui giungo come la Signora della Divina Eucaristia. Che tutti sappiano che “Essa” sarà, all’ultimo giorno, l’ago della bilancia e tante Comunioni mal fatte daranno grandi dolori all’uomo!...».
«Il centro, le fondamenta delle vostre orazioni devono essere il Santissimo Corpo di Mio Figlio. Riscoprite i gesti esterni nella liturgia così che tutti gli uomini possano riconoscere Gesù realmente presente nell’Eucaristia».


«Torni l’Eucaristia a essere adorata, amata e riparata. La Mia materna benedizione vada a quei sacerdoti che, ponendosi sotto il Mio manto, vivono per consumarsi in Gesù Eucaristico Amore non amato».


«Figli Miei, Io vorrei che voi vi accostaste a Gesù con maggior rispetto, prendendo coscienza di Chi andate a ricevere in voi. Io desidero guidarvi alla Verità e mai come in questa generazione l’uomo si è opposto a Dio, sfidandoLo attraverso l’offesa e il rigetto del Figlio vivo nel Sacramento Santissimo... Giovani Miei, voi che sarete l’alba della ricostruzione, imparate ad avvicinarvi con semplicità, ma con grande cura a Gesù Sacramentato. Venite a riceverLo più frequentemente, perché Egli accenderà nel vostro piccolo cuore una fiamma che dovrà incendiare d’amore il mondo intero!» 

«Figlioli, il mondo non può vivere senza il Signore e per questo dal Mio Getsemani ..., per privilegio speciale, esorto tutte le parrocchie e le comunità a restituire onore, amore e Adorazione a Gesù Eucaristico, Amore abbandonato. L’Eucaristia deve trovare la sua centralità» 

«... è Messaggio di Riparazione Eucaristica e, attraverso il Mio Olio, desidero farvi avvertire la necessità di ricominciare con Gesù Eucaristico Amore una nuova Vita. Fiumi di benedizioni vengono riversati su quelle creature che obbediscono al Mio richiamo di Madre trafitta... Parlate ai Miei sacerdoti di come la Madre brama ardentemente che ovunque si accendano “Focolari di Riparazione Eucaristica”».

«Vi rinnovo il desiderio che riceviate Gesù direttamente in bocca, così sarete causa di conversione e Riparazione, annullando ogni tentativo di Satana di abbattere la Chiesa».
*
Auguri di Santo 
BUON NATALE!

"Gesù Bambino vi metta sul capo la sua manina
                                                           e vi infonda nell'anima luce conforto e gioia.
                                                            La prima culla 
                                                            che Gesù trovò sulla terra
                                                             fu il Cuore Immacolato di Maria:
                                                              quello è stato il primo presepio:
                                                               cuore puro, cuore pio,cuore umile, cuore religioso.
                                                               Sia così il vostro cuore
                                                                e sarà un bel presepio a Gesù"
                                                                                         Beato Giacomo Alberione
AVE MARIA!
AMDG