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mercoledì 6 novembre 2024

COMUNIONE SPIRITUALE...

 

<< Spiritualis Communio >>

"Mi Iésu,/ crédo Te in Sanctìssimo Sacraménto adésse,/

Te ànte òmnia àmo,/ Tùi desidério tòto còrde flàgro./

Quìa nunc per sacraméntum Te accìpere néqueo,/

sàltem, spìritu tàntum, quæso,/ in cor méum véni... 

Quàsi iàm præséntem Te ampléctor,/

Totùmque me Técum iùngo;/

ne ùmquam sìnas ut a Te discédam".

*

<< O Jesu vivens in Maria, veni et vive in famulis tuis, in spiritu sanctitatis tuae, in plenitudine virtutis tuae, in perfectione viarum tuarum, in veritate virtutum tuarum, in communione mysteriorum tuorum, dominare omni adversae potestati in Spiritu tuo ad gloriam Patris. Amen. >>

Eccone la traduzione:
  “O Gesù, che vivi in Maria, vieni e vivi nei tuoi servi, nello spirito della tua santità, nella pienezza della tua forza, nella perfezione delle tue vie, nella verità delle tue virtù, nella comunione dei tuoi misteri, esercita il tuo dominio su ogni potenza nemica nel tuo Spirito a gloria del Padre. Amen”.



AMDG et D.V. MARIAE

sabato 4 maggio 2024

Comunione Spirituale

 


SpiritualisCommunio

 

"Mi Iésu,/ crédo Te in Sanctìssimo Sacraménto adésse,/

Te ànte òmnia àmo,/ Tùi desidério tòto còrde flàgro./

Quìa nunc per sacraméntum Te accìpere néqueo,/

sàltem, spìritu tàntum, quæso,/ in cor méum véni...

 

Quàsi iàm præséntem Te ampléctor,/ Totùmque me Técum iùngo;/

ne ùmquam sìnas ut a Te discédam".

 

<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>

giovedì 26 novembre 2020

La comunione spirituale, raccomandata dal santo Concilio di Trento, è un’estensione vantaggiosssima del Sacramento adorabile della Eucaristia, la quale produce ed aumenta la grazia secondo i gradi di amore e l’ardore dei desideri l’accompagnano.

 

«La Comunione spirituale»

del R.P. Huguet, marista


Allorquando un’anima ama davvero il divin Salvatore, trova che non le basta di riceverlo nel suo cuore una volta sola al giorno; le ore che la separano dal momento della comunione le sembrano lunghe e malinconiche, e sospirando continuamente dietro al suo diletto cerca nella comunione spirituale un ingegnoso compenso al suo amore.
«Se il mio Confessore non mi avesse insegnata questa maniera di comunione, io non avrei potuto vivere», diceva la beata Angela della Croce.

La comunione spirituale, raccomandata dal santo Concilio di Trento, è un’estensione vantaggiosssima del Sacramento adorabile della Eucaristia, la quale produce ed aumenta la grazia secondo i gradi di amore e l’ardore dei desideri l’accompagnano. Anche accade alcuna volta che il frutto della comunione spirituale eguaglia quello della comunione sacramentale, questo ha luogo quando la fede è più viva e il desiderio più ardente. Nostro Signore può, anche senza venire corporalmente nei nostri cuori, comunicarci tutta l’abbondanza delle sue grazie. Non rese forse la sanità al servo dell’umile Centurione che gli diceva: Signore, io non son degno che entriate nella mia casa, ma dite solamente una parola, ed il mio servo sarà guarito? Altrettanto avvenne alla figliuola del principe della Sinagoga ed alla figliuola della Cananea. Gesù Cristo le guarì senza né vederle toccarle, come soleva fare riguardo ai malati. Or quello che ha fatto allora per i mali del corpo, come dubitare che lo possa fare per le malattie dell’anima? Teniamo pure per fermo, che l’umile desiderio di un’anima che prega, può anche adesso altrettanto presso del nostro Salvatore; e se noi lo desidereremo con ardore e lo pregheremo con umiltà, egli verrà spiritualmente in noi, guarirà le nostre infermità, fortificherà la nostra debolezza è ci ricolmerà delle sue grazie.

Sta scritto nella bolla di canonizzazione di S. Bonaventura, che un giorno egli aveva un desiderio ardentissimo di fare la Comunione, ma che per umiltà non osava accostarsi all’altare: Gesù, il quale è venuto sulla terra per recarvi il fuoco del cielo, gradì questa disposizione del suo servo, e quando il sacerdote diceva l’Agnus Dei, si spiccò una parte dell’ostia e volò miracolosamente nella bocca del Santo. L’ardore dell’amor suo trasse nel suo cuore il divin fuoco che arde sui nostri per infiammarci. Or quello che succedette visibilmente a S. Bonaventura, succederà invisibilmente per noi se, come lui, avremo un grandissimo desiderio di ricevere il nostro Dio.

Santa Maria Maddalena de’ Pazzi fin dalla sua più tenera età aveva un desiderio estremo di comunicarsi, ma non potendo farlo a cagione dell’età,s’avvicinava alla sua buona madre nel giorno in cui questa faceva la comunione, gustando così, la sue delizie vicino a quelli che avevano avuto la bella sorte di ricevere Gesù Cristo.

Per un’anima che ama Gesù non vi è cosa più facile, che il fare spesso la comunione spirituale; e comunicare spiritualmente vuol dire compiacersi delle perfezioni infinite di Gesù Cristo ed invitarlo a venire a fermare nel nostro cuore il suo regno.

Comunicare spiritualmente vuol dire desiderare notte e giorno di parlare, da cuore a cuore con Gesù, invidiare, per così dire, la sorte della piccola lampada che arde e si consuma alla sua presenza ed affrettare col desiderio il felice momento, in cui sciolti dai vicoli del corpo potremo amarlo senza mutamento e senza misura.

Siate dunque costante, o anima devota, a far soventi la comunione spirituale; fate allora un atto di fede, credendo fermamente nella presenza reale di Gesù Cristo nell’Eucaristia; un atto di, amore pentendovi dei vostri peccati, dandogli il vostro cuore, e finalmente un atto di desiderio, invitando Gesù Cristo a discendere nella vostra anima. Innalzate il vostro cuore verso Dio dicendogli:

«Signore, io non son degno di ricevervi, ma la mia stessa miseria e la mia indegnità mi fanno desiderare anche più ardentemente questo cibo celeste. La mia languidezza è estrema, perché, come dice lo Spirito Santo, una speranza differita affligge sempre l’animo. Oh! quanto è lunga una settimana, o mio Dio, quando altri vi desidera e vi ama. Ma poiché io non posso oggi partecipare d’ un bene così grande, datemi almeno le briciole preziose che cadono dalla vostra mensa. Basta che voi, o divino Gesù, mi volgiate uno sguardo; e per arricchirmi dei tesori della vostra grazia basta che lo vogliate: comandate, o Signore, ed io sarò giustificato. Se una volta bastava mirare il serpente di bronzo per guarire dalla morsicatura dei serpenti, mi basterà pure guardarvi con pura e viva fede, e con una brama ardente di ricevervi per guarire da tutte le piaghe dell’anima mia Venite, mio Gesù, venite a prendere possesso del mio cuore, ed a renderlo degno d’unirsi al vostro; venite, perché senza di voi tutte le ore passano nella mestizia, voi solo siete la mia, gioia nel tempo e nella eternità«.

Testo tratto da: R. P. Huguet, L’anima levata nella considerazione dell’Eucaristia, Torino: Speirani, 1988/2, pp. 203-208.

AMDG et DVM

domenica 11 novembre 2018

Gesù vorrebbe venire ogni giorno nel vostro cuore con la comunione sacramentale, ma non gli basta ancora: vorrebbe venire in voi continuamente. Questo desiderio divino si compie con la comunione spirituale.

PREGHIERA PER LA
COMUNIONE SPIRITUALE




  
Gesù mio, 
io credo che sei realmente presente 
nel Santissimo Sacramento.

Ti amo sopra ogni cosa 
e ti desidero nell' anima mia. 

Poiché ora non posso riceverti 
sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente 
nel mio cuore.

Come già venuto, 
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai 
a separare da te.

Eterno Padre, io ti offro
il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo
 in sconto dei miei peccati, 
in suffragio delle anime del purgatorio 
e per i bisogni della Santa Chiesa.




Ascoltiamo Don Bosco:
....
                      "Se non potete comunicarvi sacramentalmente
                       fate almeno la comunione spirituale, che consiste
                       in un ardente desiderio di ricevere Gesù nel vostro cuore"  
                                                                            (San Giovanni Bosco MB III,p.13)
            


La comunione spirituale è poco conosciuta e poco praticata, eppure è una sorgente speciale e incomparabile di grazie: 
«Essa è per se stessa, dice il P. Faber, una delle più grandi potenze della terra». 
«Per mezzo di essa, scrive S. Leonardo da Portomaurizio, molte anime arrivarono a gran perfezione».

In che consiste la comunione spirituale?
(..).Questa comunione non si fa esteriormente, come la comunione sacramentale, ma spiritualmente, cioè internamente e mentalmente, senz'alcun atto materiale e corporale: spiritualmente, cioè soprannaturalmente e divinamente.
Si chiama pure comunione interiore, comunione del cuore, comunione invisibile e mistica; perchè ci unisce a Gesù in modo misterioso e nascosto, senz'alcun segno visibile come nella comunione sacramentale. Si chiama finalmente comunione virtuale, perchè ha la virtù di farci partecipare ai frutti dell'Eucaristia.



Che cosa si deve fare per comunicarsi spiritualmente? 
Basterà fare degli atti di fede e di amore verso Gesù presente nell'Eucaristia? No. Bisogna formulare espressamente il desiderio di comunicarsi: e perchè questo desiderio sia sincero, bisogna, essere disposto a comunicarsi sacramentalmente, se fosse possibile. Del resto un semplice desiderio, se è vero e profondo, per quanto breve e rapido, basta a costituire la comunione spirituale. Evidentemente quanto più il desiderio sarà prolungato, tanto più la comunione sarà fruttuosa; ma con un semplice slancio del cuore verso Gesù nell'Eucaristia si fa la comunione spirituale, si partecipa alle grazie della comunione sacramentale.

Ecco come questo avviene: Nostro Signore è nell'Eucaristia per noi; il suo desiderio di venire in noi, di essere tutto nostro, di possederci, di vivere in noi, è vivissimo ed Egli non domanda che di poterlo soddisfare.
«Io ardo di desiderio di darmi a te, diceva Gesù alla Ven. Giovanna Maria della Croce, e quanto più mi do, tanto più desidero di darmi nuovamente. Io sono, dopo ciascuna delle tue comunioni, come il pellegrino divorato dalla sete, al quale si dà una goccia d'acqua e dopo è più assetato ancora. Così io desidero continuamente di darmi a te». Gesù rivolge queste medesime parole a ciascuno di voi. Gesù vorrebbe venire ogni giorno nel vostro cuore con la comunione sacramentale, ma non gli basta ancora: vorrebbe venire in voi continuamente. Questo desiderio divino si compie con la comunione spirituale. «Tutte le volte che tu mi desideri, diceva Gesù a Santa Metilde, tu mi attiri in te. Un desiderio, un sospiro, basta per mettermi in tuo possesso.»
Nostro Signore spesso rivelò ad anime sante e in maniere diverse, il desiderio ardente che ha di unirsi a noi.
A S. Margherita Maria diceva: «Il tuo desiderio di ricevermi ha toccato così dolcemente il mio cuore, che se non avessi istituito questo Sacramento, lo avrei fatto in questo momento, per unirmi a te».

Nostro Signore incaricava Santa Margherita da Cortona di ricordare ad uri religioso le parole di Sant'Agostino: «Credi, e tu avrai mangiato»; cioè, farà un atto di fede e di desiderio verso l'Eucaristia, e tu sarai nutrito da questo alimento divino.
Alla B. Ida da Lovanio, durante una messa in cui essa non aveva potuto comunicarsi, Gesù diceva: «Chiamami, e io verrò! , - «Venite, o Gesù!» esclamò tosto la santa, e si sentì riempire di felicità come se realmente si fosse comunicata.
E, dopo una comunione spirituale di cui gustava tutte le delizie, Santa Caterina da Siena si sentiva dire da Gesù: «In qualunque luogo, in qualunque maniera mi piaccia, io posso, voglio e so soddisfare meravigliosamente i santi ardori di un'anima che mi desideri». Questo desiderio di Gesù, di unirsi a noi, è infinito e onnipotente: non conosce altro ostacolo che la nostra libertà . Gesù ha moltiplicato i miracoli per venirsi a chiudere nell'ostia, per potersi dare a noi. Che cosa gli costa il fare un miracolo di più e il darsi direttamente a noi senza l'intermediario dei Sacramento? Non è forse padrone di se stesso, di tutte le sue grazie, della sua divinità ? E se, chiamato da poche parole, discende dal cielo nell'ostia, fra le mani del sacerdote, non scenderà direttamente nel nostro cuore, se vi è chiamato dall'ardore dei nostri desideri?

O meraviglioso potere dell'anima umana! O potenza di un desiderio sincero, inspirato dall'amore! Potere che permette a ciascuno di voi di fare per sè, in qualche maniera, ciò che il sacerdote fa per tutti i fedeli!
Agar fuggendo nel deserto e vedendo che il suo bambino sarebbe morto di sete, alzò al cielo un grido straziante e tosto scaturì una sorgente d'acqua fresca per salvare la madre e il figlio. Gridate dunque verso Dio il vostro desiderio e Dio vi risponderà facendo scaturire dal suo seno, per santificarvi, una sorgente di vita eterna!

Un povero selvaggio non ha un sacerdote che lo battezzi, ma fa salire a Dio il grido dei suo desiderio, ed eccolo battezzato!
Un povero peccatore si volge a Dio; dalla sua confusione volge i suoi sguardi alla Bontà infinita; esso ha sete di amore e di perdono, ed eccolo perdonato! Voi non potete accostarvi alla santa mensa, sia che già vi siate comunicati il mattino, sia che qualche ostacolo ve l'impedisca. Gettate su l'ostia del Tabernacolo degli sguardi di desiderio, manifestate la vostra fame e la vostra sete a Gesù. Ditegli: o Gesù, venite, io muoio senza di voi! - Gesù verrà e voi vi sarete comunicati.

Durante la messa, il sacerdote prende l'ostia fra le mani; si raccoglie, s'inchina e pronunzia poche parole. Tosto il cielo si apre, Gesù discende alla voce del suo amico che lo chiama: eccolo fra le mani del sacerdote!

O anime pie, raccoglietevi profondamente, concepite nel vostro cuore un desiderio ardente. Tocco e spinto da questo desiderio, Gesù discende alla sua sposa diletta: eccolo nel vostro cuore!
O bontà ineffabile, o larghezza infinita, o munificenza senza limiti, o amore incomprensibile! Dio non è più il sovrano Padrone e la creatura non è più serva: la creatura diventa il padrone sovrano di Dio e Dio si fa Il servo più docile e più premuroso della creatura! «Non sono venuto tra voi, diceva Gesù, per essere servito, ma per servire.» la comunione spirituale è una vera onnipotenza data alla creatura sul Creatore, all'anima pia, su Gesù! Il P. Faber ha ragione: «La comunione spirituale è una delle più grandi potenze della terra! (1)»



Come si potranno dunque esprimere i frutti innumerevoli che la comunione spirituale ci reca?
Si può riassumere tutto dicendo che è una comunione, cioè una partecipazione all'Eucaristia e alle grazie della comunione sacramentale. Il Concilio di Trento, parlando dell'uso del sacramento ammirabile dell'Eucaristia, dice espressamente che «molti la ricevono spiritualmente e sono quelli che mangiando con il desiderio questo pane celeste che a loro è offerto, gustano il frutto e l'utilità di questo sacramento.» Dunque, secondo il Concilio di Trento e secondo tutta la teologia, la comunione spirituale è un mangiare spiritualmente del corpo di Nostro Signor Gesù Cristo. Per conseguenza, tutto ciò che abbiamo detto degli effetti della comunione sacramentale, si ripete qui, benchè in modo diverso e in un grado inferiore (2).
Il primo effetto della comunione spirituale è dunque di accrescere la nostra unione con l'umanità e con la divinità dei Verbo incarnato. Questo è il suo effetto principale, il suo frutto essenziale: tutte le altre grazie che vi si ricevono, derivano da queste. Eccole in riassunto: Il fervore è rianimato. «La comunione spirituale, dice il b. Curato d'Ars, fa su l'anima come un colpo di soffietto sul fuoco coperto di cenere e prossimo a spegnersi. Quando sentiamo che l'amor di Dio si raffredda, corriamo presto alla comunione spirituale» Povero cuore! perde così facilmente il suo calore e si ricopre di ceneri così presto! La comunione spirituale rianima il focolare e fa sprigionare la fiamma del fervore.
In mezzo alle prove del nostro pellegrinaggio quaggiù, continuamente c'invade la tristezza, e il nostro cuore si riempie di fitte nebbie. La comunione spirituale dissipa la caligine, come il sole del mattino; esso riconduce la gioia nel cuore, rende all'anima la pace. Essa conserva pure il raccoglimento: è il mezzo più efficace per premunirsi contro la dissipazione, la leggerezza e tutte le divagazioni della mente e della fantasia. Essa ci abitua a tenere i nostri sguardi fissi su Gesù, a conservare con lui una dolce e costante intimità, a vivere con lui in una continua unione di cuore.
Essa ci distacca da tutto ciò che è puramente sensibile e terrestre; ci fa sdegnare le vanità che passano, i piaceri del mondo che durano poco. «Essa è il pane del cuore, dice S. Agostino, essa è la guarigione del cuore» Essa separa il nostro cuore da tutto ciò che è impuro e imperfetto; lo trasforma e lo unisce strettamente al cuore di Gesù.
Essa rende le nostre relazioni con Gesù più tenere e più familiari. Essa ci dà per lui una devozione più ardente e più profonda; essa ci fa meglio gustare la soavità e la dolcezza della sua presenza. «Quando faccio il segno di croce, scrive sant'Angela di Foligno, portando la mano al cuore e dicendo ... e del Figlio, provo un vivo amore e una gran dolcezza, perchè sento che Gesù è là.» La comunione spirituale mette Gesù là, nell'interno del nostro cuore, in una residenza permanente e incantevole.
La comunione spirituale ha pure un'efficacia meravigliosa per cancellare i peccati veniali e per rimettere le pene dovute al peccato. Le anime pie che la praticano sovente e bene, saranno esenti dalle fiamme del purgatorio. Gesù le trasporterà direttamente dalla terra al cielo, come l'anima di Giovanna d'Arco, che fu vista, al momento delle sua morte, salire direttamente in Paradiso, sotto forma di bianca colomba. La comunione spirituale darà in cielo alle anime che l'avranno fatta bene, una gloria sorprendente. Nostro Signore diceva a Santa Geltrude che ogni qualvolta uno guardasse con devozione l'ostia Santa, aumenterebbe la sua felicità eterna e si preparerebbe per il cielo tante delizie diverse a misura che avrebbe moltiplicato quaggiù quegli sguardi d'amore e di desiderio verso l'Eucaristia. Le anime che si saranno comunicate spesso spiritualmente, splenderanno in cielo di una luce particolare e gusteranno delle gioie speciali, più dolci e più deliziose, che gli altri non conosceranno.
La comunione spirituale, aumentando ogni giorno i nostri desideri di ricevere Gesù, ci spinge alla Comunione sacramentale, c'impedisce di tralasciarla per colpa nostra, la rende più frequente, ci dispone a riceverla meglio e a trarne più frutti. La comunione spirituale è, al dire di tutti i Santi, la migliore preparazione alla comunione sacramentale.
Aggiungete inoltre che la comunione spirituale si può offrire secondo l'intenzione del prossimo, sia in favore dei vivi, sia in favore dei defunti. La beata Margherita Maria raccomandava la comunione spirituale in suffragio delle anime del Purgatorio, «Voi solleverete assai quelle povere anime afflitte, essa diceva, offrendo per esse delle comunioni spirituali, per riparare al cattivo uso da esse fatto delle comunioni sacramentali.»
Finalmente dovete sapere che tutti questi benefici e tutte queste grazie che derivano dalla comunione spirituale, si ricevono ogni volta nella misura delle vostre disposizioni, cioè secondo il valore del vostro desiderio. Più è intenso il vostro desiderio di comunicarvi, più è puro e prolungato, e più voi parteciperete dei frutti dell'Eucaristia e di tutti i favori che abbiamo enumerato; tutto questo con nessun altro limite che l'ardore, l'estensione e la vivezza dei vostri desideri.
I santi sono unanimi nell'esaltare le meraviglie della comunione spirituale. Arrivano a dire come la Ven. Giovanna Maria della Croce, «che Dio, con questo mezzo, ci colma spesso delle medesime grazie della comunione sacramentale»; e, con santa Geltrude e col P. Rodriguez, «qualche volta di grazie ancora più grandi» ; poichè, nota quest'ultimo, «benchè la comunione sacramentale sia, per se stessa, di una maggiore efficacia, tuttavia il fervore del desiderio può compensare la differenza».



Quale altro incoraggiamento più prezioso si può dare alla comunione spirituale? 
E come spingervi di più a praticarla frequentemente?
Quando dunque la farete? - La farete sempre durante la Messa, quando vi assistete senza potervi comunicare sacramentalmente. «Bisogna, dice il Rodriguez, divorare con gli occhi dell'anima quel divino alimento. Bisogna aprire la bocca dell'anima con un ardente desiderio di ricevere questa manna celeste, e di gustarne lungamente la dolcezza entro il cuore».
Voi farete la comunione spirituale, secondo il consiglio di S. Alfonso, al principio e alla fine delle vostre visite al SS. Sacramento. Che bella maniera d'impiegare quel tempo prezioso! Gesù è realmente là , a pochi passi da voi, ardente di desiderio di venire in voi. Ardete dello stesso desiderio per lui, e verrà ad unirsi a voi in una dolce intimità . Voi uscirete dalla chiesa infiammati di amore! Voi farete la comunione spirituale il mattino appena svegliati. «Svegliandoti, diceva Gesù a santa Metildedevi sospirare a me con tutto il cuore! Desiderami con un sospiro di amore e io verrò in te, opererò in te e soffrirò in te tutti i tuoi patimenti».

Voi vi comunicherete spiritualmente, dopo la preghiera, dopo la meditazione, dopo la lettura spirituale, prima e dopo la recita del rosario e la sera prima di addormentarvi.
Potete fare la comunione spirituale dieci volte, venti volte al giorno, quante volte volete, poichè bastano pochi istanti, brevi giaculatorie rivolte a Gesù nell'Eucaristia, per scongiurarlo di venire in voi. Qui non importa il tempo; importa l'ardore e la veemenza del desiderio, la fame e la sete dell'anima, lo slancio del cuore!



NOTE
1. Non bisognerà tuttavia eguagliare la comunione spirituale alla comunione sacramentale, nè molto meno privarsi di questa sotto pretesto che ci si supplisce con quella.
2. Nostro Signore mostrava ogni giorno alla pia Paola Maresca un ciborio d'oro contenente le sue comunioni sacramentali e un ciborio d'argento contenente le sue comunioni spirituali, indicandole cosà il valore delle une e delle altre.


Testo tratto da: Mons. De Guiberges, La Santa Comunione, Faenza: Libreria Editrice Salesiana, 1914, pp. 171-182.

 https://www.preghiereperlafamiglia.it/comunione-spirituale.htm

AMDG et DVM

lunedì 1 luglio 2013

La comunione spirituale

 

La comunione spirituale - L'esempio dei Santi


«O Sposo mio diletto - esclama
 S. Caterina da Genova - io desidero talmente la gioia di stare con te, che, mi pare, se fossi morta risusciterei per riceverti nella Comunione». E la B. Agata della Croce provava così acuto il desiderio di vivere sempre unita a Gesù Eucaristico, che ebbe a dire: «Se il confessore non mi avesse insegnato a fare la Comunione spirituale, non avrei potuto vivere».Quanto sia stata amata dai Santi la Comunione spirituale non ci vuole molto a intuirlo. Essa soddisfa almeno in parte quell’ansia ardente di essere sempre "un solo spirito" con chi si ama. Gesù stesso ha detto: "Rimanete in Me e io rimarrò in voi" (Gv 15, 4).
La Comunione spirituale aiuta a restare uniti a Gesù, sebbene lontani dalla sua dimora. Altro mezzo non c’è per placare gli aneliti di amore che consumano i cuori santi. "Come una cerva anela ai corsi delle acque, così la mia anima anela a Te, o Dio" (Salmo 41, 2).
Quanto sia preziosa la Comunione spirituale lo disse Gesù stesso a S. Caterina da Siena in una visione. La Santa temeva che la Comunione spirituale non avesse nessun valore rispetto alla Comunione sacramentale. Gesù in visione le apparve con due calici in mano, e le disse: «In questo calice d’oro metto le tue Comunioni sacramentali; in questo calice d’argento metto le tue Comunioni spirituali. Questi due calici mi sono tanto graditi».
Per S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe, ugualmente, la Comunione spirituale era l’unico sollievo al dolore acuto che provava nello stare chiusa in casa, lontana dal suo Amore, specialmente quando non le era concesso di fare la Comunione sacramentale. Allora saliva sul terrazzo della casa e guardando la Chiesa sospirava: «Beati coloro che oggi ti hanno ricevuto nel Sacramento, mio Gesù. Fortunate le mura della Chiesa che custodiscono il mio Gesù. Beati i Sacerdoti che sono sempre vicini a Gesù amabilissimo». Solo nella Comunione spirituale si placava il suo desiderio.
San Pio da Pietrelcina dava a una sua figlia spirituale questo consiglio: «Nel corso del giorno, quando non ti è permesso di fare altro, anche in mezzo a tutte le tue occupazioni, chiama Gesù, con gemito rassegnato dell’anima, ed egli verrà e resterà sempre unito con la tua anima mediante la sua grazia e il suo santo amore. Vola con lo spirito dinanzi al Tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente».
S. Angela Merici aveva la passione amorosa della Comunione Spirituale. Non soltanto la faceva spesso ed esortava a farla, ma arrivò a lasciarla come "eredità" alle sue figlie perché la praticassero perpetuamente.
La vita di S. Francesco di Sales fu tutta una catena di Comunioni spirituali. Era suo proposito fare una Comunione spirituale almeno ogni quarto d’ora. Lo stesso proposito l’aveva fatto San Massimiliano M. Kolbe fin da giovane. E il Servo di Dio Andrea Beltrami ci ha lasciato una breve pagina del suo diario intimo che è un piccolo programma di vita vissuta in Comunione spirituale ininterrotta con Gesù Eucaristico. Ecco le sue parole: «Ovunque mi trovi, penserò sovente a Gesù in Sacramento. Fisserò il mio pensiero al S. Tabernacolo anche quando mi svegliassi di notte, adorandolo da dove mi trovo, chiamando Gesù in Sacramento, offrendogli l’azione che sto facendo. Stabilirò un filo telegrafico dallo studio alla Chiesa, un altro dalla camera, un terzo dal refettorio; e manderò più sovente che mi sarà possibile dei dispacci d’amore a Gesù in Sacramento».
Di queste e simili sante attenzioni i Santi  si sono  serviti per dare sfogo alla piena del loro cuore che non si saziava mai d’amare Gesù.  

S. Rocco da Montpellier passò cinque anni carcerato perché ritenuto un pericoloso vagabondo. Nel carcere stava sempre con gli occhi fissi al finestrino, pregando. Il carceriere gli chiese: «Che guardi?». Il Santo gli rispose: «Guardo il campanile della Parrocchia». Era il richiamo di una Chiesa, di un Tabernacolo, di Gesù Eucaristico suo indivisibile amore.
Anche il S. Curato d’Ars diceva ai fedeli: «Alla vista di un campanile voi potete dire: là è Gesù, perché là un Sacerdote ha celebrato la Messa». E San Luigi Guanella, quando accompagnava in treno i pellegrinaggi ai Santuari, raccomandava sempre ai pellegrini di rivolgere il pensiero e il cuore a Gesù ogni volta che vedevano un campanile dal finestrino del treno. «Ogni campanile - diceva - ci richiama a una Chiesa, nella quale è un Tabernacolo, si celebra la Messa, sta Gesù».

Impariamo dai Santi, ma mettiamoci anche noi all’opera, facendo molte Comunioni spirituali, specialmente nei momenti più impegnativi della giornata. Allora anche in noi avverrà presto l’incendio d’amore, perché è consolantissimo quel che ci assicura S. Leonardo da Porto Maurizio: «Se voi praticate parecchie volte al giorno il santo esercizio della Comunione spirituale, vi do un mese di tempo per vedere il vostro cuore tutto cambiato». Appena un mese: inteso?

S. Margherita Maria Gesù disse: «Il tuo desiderio di ricevermi ha toccato così dolcemente il mio cuore, che se non avessi istituito questo Sacramento, lo avrei fatto in questo momento, per unirmi a te».
Nostro Signore incaricava S. Margherita da Cortona di ricordare ad un religioso le parole di Sant' Agostino: «Credi, e tu avrai mangiato»; cioè, fai un atto di fede e di desiderio verso l'Eucaristia, e tu sarai nutrito da questo alimento divino.

Alla B. Ida da Lovanio, durante una messa in cui essa non aveva potuto comunicarsi, Gesù diceva: «Chiamami, e io verrò!»; «Venite, o Gesù!» esclamò la santa, e si sentì riempire di felicità come se realmente si fosse comunicata.
Questo desiderio di Gesù, di unirsi a noi, è infinito e onnipotente: non conosce altro ostacolo che la nostra libertà.
Approfittiamo anche noi di questo grande dono. Specialmente nei momenti di prova o di abbandono, che cosa ci può essere di più prezioso dell’unione con Gesù Crocifisso e Risorto, realmente presente nel Santissimo Sacramento, mediante la Comunione Spirituale? Questo santo esercizio può riempirci le giornate di amore, può farci vivere con Gesù in un abbraccio d’amore che dipende solo da noi rinnovare spesso fino a non interromperlo più.
O meraviglioso potere dell'anima umana! O potenza di un desiderio sincero,  sostenuto dalla fede e ispirato dall'amore! Potere che permette a ciascuno di noi di fare per sé, in qualche maniera, ciò che il sacerdote fa per tutti i fedeli!

Un esempio di comunione spirituale 
Gesù mio, 
io credo che sei realmente presente 
nel Santissimo Sacramento. 
Ti amo sopra ogni cosa 
e ti desidero nell'anima mia. 
Ora non posso riceverti sacramentalmente, 
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già unito a me, 
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; 
non permettere che mi separi mai da te, 
mio Signore e mio Dio.


AMDG et B.V.M.

mercoledì 29 maggio 2013

Comunione spirituale


Caro Amico,

la comunione spirituale è la possibilità sempre disponibile per chi ha il desiderio di essere unito a Gesù.
S. Alfonso de’ Liguori ha lasciato questa formula, insegnata a generazioni di cristiani: “Gesù mio, credo che Voi siete nel SS. Sacramento. Vi amo sopra ogni cosa. Vi desidero nell’anima mia. Giacché ora non posso riceverVi sacramentalmente, venite almeno spiritualmente nel mio cuore… Come già venuto, Vi abbraccio e tutto mi unisco a Voi. Non permettete che io mi abbia mai a separare da Voi”.
E’ un’unione di spirito, ma VERA, come è reale una lettera o una telefonata tra innamorati che non possono vedersi. Penso a famiglie separate dal muro di Berlino, a sacerdoti incarcerati una vita dai regimi, a gente così povera da non potersi pagare un viaggio e che alimenta legami sentitissimi con chi non può essere lì, “perché la anima vive più dove ama che dove vive” (S. Giovanni della Croce).
Il merito che si guadagna facendo la Comunione spirituale  può eguagliare ed anche superare  alle volte quello che deriva normalmente dalla sola Comunione sacramentale: dipende dalle personalissime disposizioni del cristiano. Così è avvenuto nella vita di alcuni santi e sante.  Vale.