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lunedì 1 gennaio 2018

Conserva un valore immenso

A.D.2018 - Terzo Millennio dopo C.
L'INNO AKATHISTOS
 


È uno tra i più famosi inni che la Chiesa Ortodossa dedica alla Theotokos (Genitrice di Dio).  
Akathistos
 si chiama per antonomasia quest'inno liturgico del secolo V
, che fu e resta il modello di molte composizioni innografiche e litaniche, antiche e recenti."Akathistos" non è il titolo originario, ma una rubrica:"a-kathistos" in greco significa "non-seduti", perché la Chiesa ingiunge di cantarlo o recitarlo "stando in piedi", come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio alla Madre di Dio. 
La struttura metrica e sillabica dell'Akathistos si ispira alla celeste Gerusalemme descritta dal cap. 21 dell'Apocalisse, da cui desume immagini e numeri: Maria è cantata come identificazione della Chiesa, quale "Sposa" senza sposo terreno, Sposa vergine dell'Agnello, in tutto il suo splendore e la sua perfezione.L'inno consta di 24 stanze (in greco: oikoi), quante sono le lettere dell'alfabeto greco con le quali progressivamente ogni stanza comincia. Ma fu sapientemente progettato in due parti distinte, su due piani congiunti e sovrapposti - quello della storia e quello della fede -, e con due prospettive intrecciate e complementari - una cristologica, l'altra ecclesiale -, nelle quali è calato e s'illumina il mistero della Madre di Dio. Le due parti dell'inno a loro volta sono impercettibilmente suddivise ciascuna in due sezioni di 6 stanze: tale suddivisione è presente in modo manifesto nell'attuale celebrazione liturgica. L'inno tuttavia procede in maniera binaria, in modo che ogni stanza dispari trova il suo complemento - metrico e concettuale - in quella pari che segue. Le stanze dispari si ampliano con 12 salutazioni mariane, raccolte attorno a un loro fulcro narrativo o dommatico, e terminano con l'efimnio o ritornello di chiusa: "Gioisci, sposa senza nozze!". Le stanze pari invece, dopol'enunciazione del tema quasi sempre a sfondo cristologico, terminano con l'acclamazione a Cristo: "Alleluia!". Così l'inno si presenta cristologico insieme e mariano, subordinando la Madre al Figlio, la missione materna di Maria all'opera universale di salvezza dell'unico Salvatore.
La prima parte dell'Akathistos (stanze 1-12) segue il ciclo del Natale, ispirato ai Vangeli dell'Infanzia (Lc 1-2; Mt 1-2).

Essa propone e canta il mistero dell'incarnazione (stanze 1-4), l'effusione della grazia su Elisabetta e Giovanni (stanza 5),la rivelazione a Giuseppe (stanza 6), l'adorazione dei pastori(stanza 7), l'arrivo e l'adorazione dei magi (stanze 8-10), la fuga in Egitto (stanza 11), l'incontro con Simeone (stanza 12): eventi che superano il dato storico e diventano lettura simbolica della grazia che si effonde, della creatura che l'accoglie, dei pastori che annunciano il Vangelo, dei lontani che giungono alla fede, del popolo di Dio che uscendo dal fonte battesimale percorre il suo luminoso cammino verso la Terra promessa e giunge alla conoscenza profonda del Cristo.
La seconda parte (stanze 13-24) propone e canta ciò che la Chiesa al tempo di Efeso e di Calcedonia professava di Maria, nel mistero del Figlio Salvatore e della Chiesa dei salvati. Maria è la Nuova Eva, vergine di corpo e di spirito, che col Frutto del suo grembo riconduce i mortali al paradiso perduto (stanza 13); è la Madre di Dio, che diventando sede e trono dell'Infinito, apre le porte del cielo e vi introduce gli uomini (stanza 15); è la Vergine partoriente, che richiama la mente umana a chinarsi davanti al mistero di un parto divino e ad illuminarsi di fede (stanza 17); è la Sempre-vergine, inizio della verginità della Chiesa consacrata a Cristo, sua perenne custode e amorosa tutela (stanza 19); è la Madre dei Sacramenti pasquali, che purificano e divinizzano l'uomo e lo nutrono del Cibo celeste (stanza 21); è l'Arca Santa e il Tempio vivente di Dio, che precede e protegge il peregrinare della Chiesa e dei fedeli verso l'ultima Pasqua (stanza 23); è l'Avvocata di misericordia nell'ultimo giorno (stanza 24).L'Akathistos è una composizione davvero ispirata. Conserva un valore immenso:
  a motivo del suo respiro storico-salvifico, che abbraccia tutto il progetto di Dio coinvolgendo la creazione e le creature, dalle origini all'ultimo termine, in vista della loro pienezza in Cristo;
  a motivo delle fonti, le più pure: la Parola di Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento, sempre presente in modo esplicito o implicito; la dottrina definita dai Concili di Nicea (325), di Efeso (431) e di Calcedonia (451), dai quali direttamente dipende; le esposizioni dottrinali dei più grandi Padri orientali del IV e del V secolo, dai quali desume concetti e lapidarie asserzioni;
  a motivo di una sapiente metodologia mistagogica, con la quale  assumendo le immagini più eloquenti dalla creazione e dalle Scritture  eleva passo passo la mente e la porta alle soglie del mistero contemplato e celebrato: quel mistero del Verbo incarnato e salvatore che  come afferma il Vaticano II  fa di Maria il luogo d'incontro e di riverbero dei massimi dati della fede (cf Lumen Gentium 65).

Circa l'Autore, quasi tutta la tradizione manoscritta trasmette anonimo l'inno Akathistos. La versione latina redatta dal Vescovo Cristoforo di Venezia intorno all'anno 800, che tanto influsso esercitò sulla pietà del medioevo occidentale, porta il nome di Germano di Costantinopoli ( 733). Oggi però la critica scientifica propende ad attribuirne la composizione ad uno dei Padri di Calcedonia: in tal modo, questo testo venerando sarebbe il frutto maturo della tradizione più antica della Chiesa ancora indivisa delle origini, degno di essere assunto e cantato da tutte le Chiese e comunità ecclesiali.

INNO



PARTE NARRATIVA
1. Il più eccelso degli Angeli fu mandato dal Cielo
per dir "Ave" alla Madre di Dio.
Al suo incorporeo saluto
vedendoti in Lei fatto uomo,
Signore,
in estasi stette,
acclamando la Madre così:
Ave, per Te la gioia risplende;
Ave, per Te il dolore s'estingue.
Ave, salvezza di Adamo caduto;
Ave, riscatto del pianto di Eva.
Ave, Tu vetta sublime a umano intelletto;
Ave, Tu abisso profondo agli occhi degli Angeli.
Ave, in Te fu elevato il trono del Re;
Ave, Tu porti Colui che il tutto sostiene.
Ave, o stella che il Sole precorri;
Ave, o grembo del Dio che s'incarna.
Ave, per Te si rinnova il creato;
Ave, per Te il Creatore è bambino.
Ave, Sposa non sposata!
 
 
2. Ben sapeva Maria
d'esser Vergine sacra e così a Gabriele diceva:
«Il tuo singolare messaggio
all'anima mia incomprensibile appare:
da grembo di vergine
un parto predici, esclamando:
Alleluia!» 
3. Desiderava la Vergine
di capire il mistero
e al nunzio divino chiedeva:
«Potrà il verginale mio seno
mai dare alla luce un bambino?
Dimmelo!»
E Quegli riverente
acclamandola disse così:
Ave, Tu guida al superno consiglio;
Ave, Tu prova d'arcano mistero.
Ave, Tu il primo prodigio di Cristo;
Ave, compendio di sue verità.
Ave, o scala celeste
che scese l'Eterno;
Ave, o ponte che porti gli uomini al cielo.
Ave, dai cori degli Angeli cantato portento;
Ave, dall'orde dei dèmoni esecrato flagello.
Ave, la Luce ineffabile hai dato;
Ave, Tu il «modo» a nessuno hai svelato.
Ave, la scienza dei dotti trascendi;
Ave, al cuor dei credenti risplendi.
Ave, Sposa non sposata!
 
4. La Virtù dell'Altissimo
adombrò e rese Madre
la Vergine ignara di nozze:
quel seno, fecondo dall'alto,
divenne qual campo ubertoso per tutti,
che vogliono coglier salvezza 

cantando così:
Alleluia!

5.
 Con in grembo il Signore
premurosa Maria
ascese e parlò a Elisabetta.
Il piccolo in seno alla madre
sentì il verginale saluto,
esultò,
e balzando di gioia
cantava alla Madre di Dio:
Ave, o tralcio di santo Germoglio;
Ave, o ramo di Frutto illibato.
Ave, coltivi il divino Cultore;
Ave, dai vita all'Autor della vita.
Ave, Tu campo che frutti ricchissime grazie;
Ave, Tu mensa che porti pienezza di doni.
Ave, un pascolo ameno Tu fai germogliare;
Ave, un pronto rifugio prepari ai fedeli.
Ave, di suppliche incenso gradito;
Ave, perdono soave del mondo.
Ave, clemenza di Dio verso l'uomo;
Ave, fiducia dell'uomo con Dio.
Ave, Sposa non sposata!
 
6. Con il cuore in tumulto
fra pensieri contrari
il savio Giuseppe ondeggiava:
tutt'ora mirandoti intatta
sospetta segreti sponsali, o illibata!
Quando Madre ti seppe
da Spirito Santo, esclamò:
Alleluia! 
7. I pastori sentirono
i concerti degli Angeli
al Cristo disceso tra noi.
Correndo a vedere il Pastore,
lo mirano come agnellino innocente
nutrirsi alla Vergine in seno,
cui innalzano il canto:
 

Ave, o Madre all'Agnello Pastore,
Ave, o recinto di gregge fedele.
Ave, difendi da fiere maligne,
Ave, Tu apri le porte del cielo.
Ave, per Te con la terra esultano i cieli,
Ave, per Te con i cieli tripudia la terra.
Ave, Tu sei degli Apostoli la voce perenne,
Ave, dei Martiri sei l'indomito ardire.
Ave, sostegno possente di fede,
Ave, vessillo splendente di grazia.
Ave, per Te fu spogliato l'inferno,
Ave, per Te ci vestimmo di gloria.

Ave, Vergine e Sposa!

 
8. Osservando la stella
che guidava all'Eterno,
ne seguirono i Magi il fulgore.
Fu loro sicura lucerna
andando a cercare il Possente,
il Signore.
Al Dio irraggiungibile giunti,
l'acclaman beati: 
Alleluia! 

9. Contemplarono i Magi
sulle braccia materne
l'Artefice sommo dell'uomo.
Sapendo ch'Egli era il Signore
pur sotto l'aspetto di servo,
premurosi gli porsero i doni,
dicendo alla Madre beata:

Ave, o Madre dell'Astro perenne,
Ave, o aurora di mistico giorno.
Ave, fucine d'errori Tu spegni,
Ave, splendendo conduci al Dio vero.
Ave, l'odioso tiranno sbalzasti dal trono,
Ave, Tu il Cristo ci doni clemente Signore.
Ave, sei Tu che riscatti dai riti crudeli,
Ave, sei Tu che ci salvi dall'opre di fuoco.
Ave, Tu il culto distruggi del fuoco,
Ave, Tu estingui la fiamma dei vizi.
Ave, Tu guida di scienza ai credenti,
Ave, Tu gioia di tutte le genti.

Ave, Vergine e Sposa!
 

10. Banditori di Dio
diventarono i Magi
sulla via del ritorno.
Compirono il tuo vaticinio
e Te predicavano, o Cristo,
a tutti, noncuranti d'Erode,
lo stolto, incapace a cantare:

A
lleluia!
 
11. Irradiando all'Egitto
lo splendore del vero,
dell'errore scacciasti la tenebra:
ché gli idoli allora, o Signore,
fiaccati da forza divina caddero;
e gli uomini, salvi,
acclamavan la Madre di Dio:
Ave, riscossa del genere umano,
Ave, disfatta del regno d'inferno.
Ave, Tu inganno ed errore calpesti,
Ave, degl'idoli sveli la frode.
Ave, Tu mare che inghiotti il gran Faraone,
Ave, Tu roccia che effondi le Acque di Vita.
Ave, colonna di fuoco che guidi nel buio,
Ave, riparo del mondo più ampio che nube.
Ave, datrice di manna celeste,
Ave, ministra di sante delizie.
Ave, Tu mistica terra promessa,
Ave, sorgente di latte e di miele.

Ave, Vergine e Sposa!
 
12. Stava già per lasciare
questo mondo fallace
Simeone, ispirato vegliardo.
Qual pargolo a lui fosti dato,
ma in Te riconobbe il Signore perfetto,
e ammirando stupito
l'eterna sapienza esclamò:

A
lleluia!
PARTE TEMATICA
13. Di natura le leggi
innovò il Creatore,
apparendo tra noi, suoi figlioli:
fiorito da grembo di Vergine,
lo serba qual era da sempre, inviolato:
e noi che ammiriamo il prodigio
cantiamo alla Santa:
Ave, o fiore di vita illibata,
Ave, corona di casto contegno.
Ave, Tu mostri la sorte futura,
Ave, Tu sveli la vita degli Angeli.
Ave, magnifica pianta che nutri i fedeli,
Ave, bell'albero ombroso che tutti ripari.
Ave, Tu in grembo portasti la Guida agli erranti,
Ave, Tu desti alla luce Chi affranca gli schiavi.
Ave, Tu supplica al Giudice giusto,
Ave, perdono per tutti i traviati.
Ave, Tu veste ai nudati di grazia,
Ave, Amore che vinci ogni brama.

Ave, Vergine e Sposa!

 
14. Tale parto ammirando,
ci stacchiamo dal mondo
e al cielo volgiamo la mente.
Apparve per questo fra noi,
in umili umane sembianze l'Altissimo,
per condurre alla vetta
coloro che lieti lo acclamano: 

A
lleluia! 
15. Era tutto qui in terra,
e di sé tutti i cieli
riempiva il Dio Verbo infinito:
non già uno scambio di luoghi,
ma un dolce abbassarsi di Dio verso l'uomo
fu nascer da Vergine,
Madre che tutti acclamiamo:
Ave, Tu sede di Dio, l'Infinito,
Ave, Tu porta di sacro mistero.
Ave, dottrina insicura per gli empi,
Ave, dei pii certissimo vanto.
Ave, o trono più santo del trono cherubico,
Ave, o seggio più bello del seggio serafico.
Ave, o tu che congiungi opposte grandezze,
Ave, Tu che sei in una e Vergine e Madre.
Ave, per Te fu rimessa la colpa,
Ave, per Te il paradiso fu aperto.
Ave, o chiave del regno di Cristo,
Ave, speranza di eterni tesori.

Ave, Vergine e Sposa!
 
16. Si stupirono gli Angeli
per l'evento sublime
della tua Incarnazione divina:
ché il Dio inaccessibile a tutti
vedevano fatto accessibile, uomo,
dimorare fra noi
e da ognuno sentirsi acclamare:
Alleluia! 
17. Gli oratori brillanti
come pesci son muti
per Te, Genitrice di Dio:
del tutto incapaci di dire
il modo in cui Vergine e Madre Tu sei.
Ma noi che ammiriamo il mistero
cantiamo con fede:

Ave, sacrario d'eterna Sapienza,
Ave, tesoro di sua Provvidenza.
Ave, Tu i dotti riveli ignoranti,
Ave, Tu ai retori imponi il silenzio.
Ave, per Te sono stolti sottili dottori,
Ave, per Te vengon meno autori di miti.
Ave, di tutti i sofisti disgreghi le trame,
Ave, Tu dei Pescatori riempi le reti.
Ave, ci innalzi da fonda ignoranza,
Ave, per tutti sei faro di scienza.
Ave, Tu barca di chi ama salvarsi,
Ave, Tu porto a chi salpa alla Vita.

Ave, Vergine e Sposa!
 
18. Per salvare il creato,
il Signore del mondo,
volentieri discese quaggiù.
Qual Dio era nostro Pastore,
ma volle apparire tra noi come Agnello:
con l'umano attraeva gli umani,
qual Dio l'acclamiamo: 

A
lleluia! 
19. Tu difesa di vergini,
Madre Vergine sei,
e di quanti ricorrono a Te:
che tale ti fece il Signore
di tutta la terra e del cielo, o illibata,
abitando il tuo grembo
e invitando noi tutti a cantare:

Ave, colonna di sacra purezza,
Ave, Tu porta d'eterna salvezza.
Ave, inizio di nuova progenie,
Ave, datrice di beni divini.
Ave, Tu vita hai ridato ai nati nell'onta,
Ave, hai reso saggezza ai privi di senno.
Ave, o Tu che annientasti il gran seduttore,
Ave, o Tu che dei casti ci doni l'autore.
Ave, Tu grembo di nozze divine,
Ave, che unisci i fedeli al Signore.
Ave, di vergini alma nutrice,
Ave, che l'anime porti allo Sposo.

Ave, Vergine e Sposa!
 
 
20. Cede invero ogni canto
che presuma eguagliare
le tue innumerevoli grazie.
Se pure ti offrissimo inni
per quanti granelli di sabbia, Signore,
mai pari saremmo ai tuoi doni
che desti a chi canta: 

A
lleluia! 
21. Come fiaccola ardente
per che giace nell'ombre
contempliamo la Vergine santa,
che accese la luce divina
e guida alla scienza di Dio tutti,
splendendo alle menti
e da ognuno è lodata col canto:
Ave, o raggio di Sole divino,
Ave, o fascio di Luce perenne.
Ave, rischiari qual lampo le menti,
Ave, qual tuono i nemici spaventi.
Ave, per noi sei la fonte dei sacri Misteri,
Ave, Tu sei la sorgente dell'Acque abbondanti.
Ave, in Te raffiguri l'antica piscina,
Ave, le macchie detergi dei nostri peccati.
Ave, o fonte che l'anime mondi,
Ave, o coppa che versi letizia.
Ave, o fragranza del crisma di Cristo,
Ave, Tu vita del sacro banchetto.

Ave, Vergine e Sposa!
 
22. Condonare volendo
ogni debito antico,
fra noi, il Redentore dell'uomo
discese e abitò di persona:
fra noi che avevamo perduto la grazia.
Distrusse lo scritto del debito,
e tutti l'acclamano:

A
lleluia! 
23. Inneggiando al tuo parto
l'universo ti canta
qual tempio vivente, o Regina!
Ponendo in tuo grembo dimora
Chi tutto in sua mano contiene, il Signore,
tutta santa ti fece e gloriosa
e ci insegna a lodarti:

Ave, o «tenda» del Verbo di Dio,
Ave, più grande del «Santo dei Santi».
Ave, Tu «Arca» da Spirito aurata,
Ave, «tesoro» inesausto di vita.
Ave, diadema prezioso dei santi sovrani,
Ave, dei pii sacerdoti Tu nobile vanto.
Ave, Tu sei per la Chiesa qual torre possente,
Ave, Tu sei per l'Impero qual forte muraglia.
Ave, per Te innalziamo trofei,
Ave, per Te cadon vinti i nemici.
Ave, Tu farmaco delle mie membra,
Ave, salvezza dell'anima mia.

Ave, Vergine e Sposa!
 
24. Grande ed inclita Madre,
Genitrice del sommo fra i Santi,
Santissimo Verbo,
or degnati accogliere il canto!
Preservaci da ogni sventura, tutti!
Dal castigo che incombe
Tu libera noi che gridiamo:

A
lleluia!

*************
Con il Decreto Mater Christi...:
http://www.paginecattoliche.it/Indulgenza-plenaria-a-chi-recita-linno-Acathistos/

venerdì 8 dicembre 2017

Mentre agli altri si dona con misura...

in Maria invece discese tutta insieme 
la pienezza della grazia 


Ave Gratia plena: Dominus Tecum:
Benedicta Tu in mulieribus!

Lettura Patristica dalla Liturgia della Solennità dell'Immacolata
Sermone di san Girolamo Prete
Sull'Assunz. della D. V. M.

<< Chi e quanto grande sia la beata e gloriosa sempre Vergine Maria ci è dichiarato dall'Angelo da parte di Dio quando dice: «Salve, piena di grazia; il Signore è con te: la benedetta tu sei fra le donne» Luc. 1,28


E conveniva che tali doni fossero assicurati alla Vergine, sì da essere piena di grazia lei, che ha dato la gloria ai cieli, il Signore alla terra, che ha fatto risplendere la pace, ha portato la fede alle Genti, una fine ai vizi, una regola di vita, una disciplina per i costumi. 

E veramente piena, perché mentre agli altri si dona con misura, in Maria invece discese tutta insieme la pienezza della grazia. 

Veramente piena, perché sebbene la grazia si trovò nei santi Padri e Profeti, non ci fu però nella sua pienezza; in Maria invece discese tutta la pienezza della grazia ch'è in Cristo, sebbene in maniera differente. E perciò dice: «La benedetta tu sei fra le donne»; cioè benedetta più di tutte le altre donne. Ond'è che tutta la maledizione attirata da Eva fu tutta tolta dalla benedizione di Maria. 

Di lei Salomone nella Cantica, quasi in sua lode dice: «Vieni, colomba mia, immacolata mia. Poiché l'inverno è già passato, la pioggia è cessata e sparita» Cant. 2,10. E poi soggiunge; «Vieni dal Libano, vieni, sarai incoronata» Eccli. 24,5.

Non immeritatamente dunque si invita a venire dal Libano, significandosi per il Libano il candore. Ella infatti era risplendente per i molti meriti e virtù, e più candida della neve, più bianca per i doni dello Spirito Santo, e presentava in tutto la semplicità della colomba; poiché quanto è avvenuto in lei, è tutto purezza e semplicità, tutto verità e grazia; tutto misericordia e giustizia che venne dal cielo; e perciò immacolata, perché al tutto senza macchia. 

Ella infatti divenne madre, come attesta san Geremia, ma rimanendo vergine. «Il Signore, dice, farà una novità sulla terra una donna chiuderà in sé un uomo» Jerem. 31,22. Novità veramente inaudita, novità delle virtù eccedente ogni altra novità, che un Dio (che il mondo non può contenere, e nessuno vedere senza morire) sia entrato nel seno d'una vergine come in un asilo, senza essere prigioniero di questa corpo; e tuttavia Dio vi sia contenuto tutto intero: e che ne sia uscito lasciando, come dice Ezechiele, la porta del tutto chiusa (Ezech. 44,2)

Onde si canta di lei nella stessa Cantica «Orto chiuso, fonte sigillata, le tue emanazioni sono un paradiso» Cat. 4,12. Vero giardino di delizie, che aduna tutte le specie di fiori, e i profumi di virtù; e chiuso siffattamente, che né la violenza né l'astuzia possono forzarne l'entrata. Quindi fonte sigillata col sigillo di tutta la Trinità.>>
*
R. Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo, generata prima di ogni altra creatura: son io che ho fatto spuntare nei cieli la luce inesauribile.
* Non c'erano ancora gli abissi, ed io ero già concepita.
V. Poiché Dio mi ha creata nella giustizia, mi ha presa per mano e mi ha conservata.
R. Non c'erano ancora gli abissi, ed io ero già concepita.

R. Nulla di impuro cade in lei:
* Ella è splendore della luce eterna e specchio senza macchia.
V. Poiché ella è più brillante del sole, e, paragonata alla luce, è ancora più pura.
R. Ella è splendore della luce eterna e specchio senza macchia.

R. Un gran prodigio apparve nel cielo: Una donna che aveva per manto il sole, e la luna sotto i suoi piedi, 
* E sul suo capo una corona di dodici stelle.
V. Il Signore l'ha rivestita colla vesta della salvezza, col manto della giustizia, e come sposa l'ha adorna de' suoi gioielli.
R. E sul suo capo una corona di dodici stelle.
V. Gloria al Padre, e al Figlio, * e allo Spirito Santo.
R. E sul suo capo una corona di dodici stelle.

*
Inno  
Illustre custode delle Vergini, 
immacolata madre di Dio, 
porta della reggia celeste, 
speranza nostra e gioia del cielo;

Giglio fra le spine, 
colomba bellissima, 
verga dalla cui radice germoglia 
il rimedio alle nostre ferite;

Torre al dragone inaccessibile, 
stella propizia ai naufraghi, 
difendici dalle insidie 
e guidaci colla tua luce.

Dissipa le ombre dell'errore, 
rimuovi gli scogli pericolosi, 
gli erranti fra tanti flutti 
riconduci sulla via sicura.

O Gesù, sia gloria a te, 
che sei nato dalla Vergine, 
insieme col Padre e collo Spirito Santo, 
per i secoli eterni.
Amen.


Lettura del santo Vangelo secondo Luca
Luc 1:26-28
In quell' occasione: Fu mandato l'Angelo Gabriele da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, ad una vergine sposata ad un uomo di nome Giuseppe della casa di David, e la Vergine si chiamava Maria. Eccetera.

Omelia di san Germano Vescovo
Nella Presentazione della Madre di Dio

<< Salve, o Maria, piena di grazia, più santa dei Santi, e più eccelsa dei celi, e più gloriosa dei Cherubini, e più onorevole dei Serafini, e venerabile più d'ogni altra creatura. 

Salve, o colomba, la quale e ci porti il frutto dell'olivo, e ci annunzi colui per cui siamo preservati dal diluvio spirituale ed è il porto della salvezza; le ali della quale risplendono come l’argento e il cui dorso come il fulgore dell'oro e dei raggi dello Spirito santissimo e illuminatore. 

Salve, amenissima e razionale paradiso di Dio, dalla sua benignissima ed onnipotente destra piantato quest' oggi ad Oriente, esalante per lui il soave odore del giglio, e germogliante la rosa immarcescibile per la guarigione di quelli che avevano bevuto ad Occidente l'amarezza d'una morte disastrosa e funesta all'anima; paradiso, in cui fiorisce l'albero della vita per la conoscenza della verità, che dona l'immortalità a chi ne avrà gustato. 

Salve, edificio sacrosanto, immacolato, palazzo purissimo di Dio sommo Re, ornato d'ogni parte dalla magnificenza del medesimo Re Divino, palazzo che offre a tutti ospitalità e ristora con misteriose delizie; in cui si trova il talamo non manufatto dello Sposo spirituale e risplendente di svariato ornato; in cui il Verbo, volendo chiamare la umanità errante, si disposò alla carne, per riconciliare col Padre quelli che se ne erano allontanati di propria volontà.


Salve, monte di Dio fertilissimo e ombreggiato, nel quale fu nutrito l'Agnello ragionevole che portò i nostri peccati e infermità; monte, dai quale si rotolò, senza che nessuna mano la staccasse, quella pietra che frantumò gli altari degli idoli, ed è diventata testata dell'angolo «meravigliosa agli occhi nostri » Ps. 117,22

Salve, trono santo di Dio, altare divino, casa di gloria, ornamento incomparabile, tesoro eletto, propiziatorio di tutto l'universo, e cielo che narra la gloria di Dio. 

Salve, urna formata d'oro puro, contenente la dolcezza più soave delle anime nostre, cioè Cristo, la vera manna. 

O Vergine purissima e degnissima di ogni lode ed ossequio, tempio consacrato a Dio eccedente in eccellenza ogni creatura, terra intatta, campo fecondo senza coltura, vigna tutta fiorita, fontana che spande acque abbondanti, vergine feconda, e madre senza conoscere uomo, tesoro asceso d'innocenza e bellezza tutta santa: colle tue accettissime e valide preghiere, grazie alla tua autorità materna, presso il Signore Dio e Creatore di tutto, il tuo Figlio generato da te senza padre terreno, degnati di prendere in mano il governo dell'ordine ecclesiastico e di condurci al porto tranquillo.


Rivesti splendidissimamente i sacerdoti di giustizia e dei sentimenti d'una fede provata, pura e sincera

I principi ortodossi, che ti hanno scelta, a preferenza d'ogni splendore di porpora o di oro e di margarite e pietre preziose, per diadema e manto e ornamento solidissimo del loro regno, dirigili nel loro governo tranquillamente e prosperamente. 

Abbatti e soggioga le nazioni infedeli che bestemmiano contro di te e contro il Dio nato da te; e conferma nella fede il popolo loro soggetto, affinché perseveri, secondo il precetto di Dio, nell'obbedienza e in una dolce dipendenza. 

Corona dell'onore della vittoria questa tua stessa città, la quale ti considera come torre e fondamento ... dall'inizio delle sue imprese, da principio, prima ancora che facesse cosa alcuna.  Fin dall'eternità io sono stata costituita, ab antico, prima ancora che fosse fatta la terra. Non c'erano ancor gli abissi, ed io ero già concepita sua torre e fondamento; custodisci, circondandola di fortezza, l'abitazione di Dio; conserva sempre il decoro del tempio; libera i tuoi lodatori da ogni pericolo e angoscia di spirito; dona la libertà agli schiavi, sii il sollievo dei viandanti privi di tetto e di ogni altro aiuto. 

Porgi la tua mano soccorritrice al mondo universo, affinché passiamo le tue feste nella gioia e nell'esultanza, e si terminino tutte, come questa che ora celebriamo, lasciandoci splendidi frutti in Gesù Cristo Re dell'universo e nostro vero Dio, a cui sia gloria e potenza insieme col Padre, il santo principio della vita, e collo Spirito coeterno, consustanziale e conregnante, ora e sempre e per i secoli dei secoli. Così sia.>>

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.




Inno
O gloriosa tra le Vergini,
assisa al di sopra degli astri,
Colui che t'ha creata
tu nutrì col latte del tuo seno.

Ciò che a noi tolse la triste Eva,
tu rendi colla tua augusta prole;
ainché i miseri trovino adito nell'empireo,
tu del cielo schiudi le porte.

Tu del gran Re sei la porta,
Tu sei la corte fulgente di luce.
O genti redente, applaudite
alla vita dataci dalla Vergine.

Sia gloria a te, o Gesù,
che sei nato dalla Vergine,
insieme col Padre e con lo Spirito Santo,
per tutti i secoli. Amen.

*
AVE MARIA PURISSIMA!

giovedì 7 dicembre 2017

Miei figli prediletti, lasciatevi attrarre dalla luce immacolata della vostra Mamma Celeste e correte dietro l'onda soave del mio profumo di cielo.

LA CITTA' SANTA

<<Figli miei prediletti, quanto vi amo!
A voi, cui tanto ho dato, domando di amarmi di più
>>
NOVENA 
DELL'IMMACOLATA
7.XII.2017 (IX) Vigilia

Sant'Omero (Teramo), 8 dicembre 1992. 
Festa della Immacolata Concezione.

La Città Santa.

«Oggi mi contemplate con gioia nello splendore della mia Immacolata Concezione.

Miei figli prediletti, lasciatevi attrarre dalla luce immacolata della vostra Mamma Celeste e correte dietro l'onda soave del mio profumo di cielo.

Perché senza peccato, il Padre ha rivolto su di me il suo sguardo di predilezione, il Verbo mi ha scelto per diventare sua Madre e lo Spirito Santo mi si è unito con vincolo di amore sponsale.

Sono così entrata nel cuore stesso della Santissima Trinità.

Perché senza peccato, la divina Trinità mi ha scelta come Condottiera e Vincitrice, nella terribile lotta contro Satana e tutti gli Spiriti del male.

Perché senza peccato, Gesù mi ha intimamente associata, come Madre, al suo disegno di salvezza e mi ha fatta la prima collaboratrice alla sua Opera della Redenzione, affidandomi,
come figlia, tutta l'umanità da Lui redenta e salvata.
Sono dunque Madre della umanità.

Appartiene al mio disegno di nuova Eva ed al mio compito di Madre riportare tutta la umanità alla piena comunione di vita con Dio, aiutandola a nascere ed a crescere nella grazia e nella
santità. 
Per questo è sopra tutto mio il compito di allontanare da voi, dalla Chiesa e dalla umanità l'ombra tenebrosa del peccato e del male, per condurvi tutti alla Città Santa della purezza e dell'amore.

La luce di questa Città Santa è lo stesso splendore del Padre; il sole che riscalda è l'Agnello Immolato, dal cui Cuore escono raggi ardenti di fuoco e di amore; il respiro è l'alito dello Spirito Santo, che dà la vita e muove tutte le creature al loro canto di gloria e di celestiali armonie.
Questo è il compito affidato alla vostra Mamma Celeste.

- La Città Santa deve anzitutto stabilirsi nei cuori e nelle anime, cioè nella vita, di tutti i miei figli.

Questo avviene quando vi sottraete a tutte le seduzioni del male e delle passioni e date spazio all'amore di Dio, che vi conduce a vivere in perenne comunione di vita con Lui.

Venite così liberati dalla schiavitù del peccato e riportati a quella esperienza di grazia, di purezza e di gioia, che era l'abituale condizione di vita di Adamo, prima che soccombesse all'insidia del serpente ed alla sua prima caduta.

Allora berrete alla sorgente, che scaturisce dal Paradiso; sarete vincitori del male e del Maligno; entrerete in possesso dei beni che il Signore vi ha preparato; diventerete voi stessi figli dell'Altissimo.

"Dio dal suo trono disse: - Ora faccio nuove tutte le cose. Ciò che dico è vero e degno di essere creduto. Io sono il Principio e la Fine, il Primo e l'Ultimo. A chi ha sete Io darò gratuitamente l'acqua della vita. Ai vincitori toccherà questa parte dei beni. Io sarò loro Dio ed essi saranno miei figli".

- La Città Santa deve anche risplendere nella Chiesa, purificata da tutte le sue umane debolezze, liberata dalle macchie della infedeltà e dell'apostasia, santificata dalla sua passione dolorosa e dalla sua cruenta immolazione.

Allora la Chiesa tornerà ad essere tutta bella, senza macchie e senza rughe, ad imitazione della vostra Madre Immacolata.
Nella Chiesa, purificata e completamente rinnovata, risplenderà, nella sua grande potenza, la sola Luce di Cristo, che sarà da Lei diffusa in ogni parte della terra e così tutte le nazioni
accorreranno ad essa, per la perfetta glorificazione della Santissima Trinità.

"Lo Spirito mi trasportò su una grande montagna, molto alta, e l'angelo mi mostrò Gerusalemme, la Città Santa, che appartiene al Signore. Essa scendeva dal cielo, da parte di Dio. Aveva lo splendore di Dio, brillava come una pietra preziosa, come una gemma cristallina.
La città non ha bisogno di sole, né di luna per rischiararla, perché la illumina lo splendore di Dio e l'Agnello è la sua luce. 
Le nazioni cammineranno alla sua luce ed i re della terra 
porteranno in essa la loro ricchezza. 
Di giorno le porte non saranno mai chiuse e non ci sarà più  notte. 
In essa saranno portate le ricchezze e l'onore dei popoli.
Nulla di impuro vi potrà entrare, nessuno che pratichi la corruzione o commetta peccato. Entreranno solo quelli che sono scritti nel libro della vita, che appartiene all'Agnello".

- La Città Santa deve infine raccogliere l'umanità redenta e salvata, dopo che, per mezzo della purificazione, della grande tribolazione e del terribile castigo, sarà stata liberata
completamente dalla schiavitù di Satana, del peccato e del male.

In questi ultimi tempi, la lotta contro Satana ed il suo potente esercito di tutti gli spiriti cattivi si farà più aspra e sanguinosa, perché vivete sotto il pesante giogo del suo universale dominio.

Allora comprendete come appartenga al mio compito di Donna vestita di sole, di Vincitrice di Satana, quello di legare il grande Drago, di precipitarlo nel suo stagno di fuoco, da cui non potrà più uscire per nuocere nel mondo.

In esso regnerà Cristo.

Gesù ritornerà nella gloria, per riportare tutta la creazione al pieno splendore del suo nuovo Paradiso terrestre.

La città peccatrice sarà ormai scomparsa e così tutto il creato si aprirà con gioia ad accogliere la Città Santa, la nuova Gerusalemme discesa dal cielo, la dimora abituale di Dio con gli uomini.

"Io vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano spariti ed il mare non c'era più. 
Vidi venire dal cielo, da parte di Dio, la Città Santa, la nuova Gerusalemme, ornata come una sposa per andare incontro allo sposo. 
Una voce forte, che veniva dal trono, esclamò: ecco l'abitazione di Dio fra gli uomini; essi saranno suo popolo ed egli sarà Dio con
loro. 
Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi. 
Non vi sarà più lutto, né pianto, né dolore, perché le cose di prima sono passate". [cfr Apocalisse cap. XXI]

Figli prediletti, oggi mi contemplate nello splendore della mia Immacolata Concezione; lasciatevi attrarre dall'incanto della vostra Mamma Celeste e seguitemi, sull'onda del mio profumo soave, per andare con Me incontro alla Città Santa, che scenderà dal cielo, al termine della dolorosa purificazione e della grande tribolazione che voi state vivendo in questi ultimi tempi».



“Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria,
tua Sposa amatissima”

venerdì 1 dicembre 2017

Ave Maria, Graziosa e pia


Orazione per implorare la divina grazia

Ave Maria, 
Graziosa e pia, 

Vergine eletta, 
Fosti Concetta 

Senza peccato, 
Orto serrato, 

Vergine santa, 
Felice pianta, 

Portasti al mondo 
Frutto giocondo 

Deh ! per pietade, 
Per caritade, 

Candido giglio 
Prega il tuo Figlio,  

Ch’io sempre l’ami, 
Ch’io sempre brami 

Ogni momento 
Dargli contento: 

E Te Maria, 
Speranza mia, 

Possa servire 
Sino al morire;

E dopo morte 
Sia la mia sorte 

Poter cantare 
Poter lodare 

Con mente pia, 
Gesù e Maria 
Gesù e Maria 
Gesù e Maria!


AMDG et BVM