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giovedì 1 marzo 2018

Antonino Zichichi

Zichichi: “Sono un genio, con immensa immodestia”


Fisico, 83 anni, Cavaliere di Gran Croce, Grand’Ufficiale, ora anche assessore alla Cultura della giunta siciliana di Rosario Crocetta. E' in tema di rivelazioni: "Ho detto no alla proposta di entrare nel governo Monti, ma quando ha chiamato la mia terra non potevo rinunciare"



Alcuni uomini vorrebbero essere dio. Per altri è difficile ammetterne l’impossibilità. Antonino Zichichi da Trapani, ......Cavaliere di Gran Croce, Grand’Ufficiale, curriculum non sintetizzabile, ha letto Russell e per non sbagliare “con immensa immodestia”, si posiziona comunque nell’alto dei cieli: “Vivo tra le nuvole, ma so cosa fare”. Quando Zichichi aziona il pensiero, diceva Saviane, si ode un ronzio. A 83 anni, il motore gira a pieno regime: “Ma non usi questa parola, le dittature sono state cosa troppo seria per volgarizzarne i vocaboli”.
Professore, inizia l’avventura.E’ amore ai confini dell’incoscienza. Al richiamo della mia terra, a cui con immensa immodestia penso di aver lasciato qualcosa di tangibile, non potevo restar sordo.
Dicono che lei sia troppo vecchio per l’incarico.
Hanno la lingua e quindi parlano. Ma che fai? Gliela tagli? Sappia, questa gente, che la politica mi ha cercato per anni. Recentemente. Insistentemente.
Addirittura?
Un incarico di altissimo profilo nel governo tecnico. Ma sono uomo del fare, più che coordinare gli altri, preferisco agire. Vestirmi da ministro non mi interessava. I bravi politici ci sono già. Io sono uno scienziato.
Ha rifiutato la proposta di Mario Monti?Non di Monti in persona, ho detto no all’ipotesi di entrare nel Governo.
Non vediamo la differenza.Non ho pregiudizi, non ho nemici e sono per il trionfo della cultura della collaborazione. Con immensa immodestia devo dirle che non ho vincoli che non siano rigorosamente scientifici. Si vede che rinunciare era destino. Crocetta non lo conoscevo. Mi ha chiamato. Sapeva tutto di me. Parlava di me come se fossi io. Non potevo dirgli no.
Si capisce.
E infatti, gli ho detto sì. Un sì pieno di entusiasmo. Spero di poter dare una mano. Fin da ragazzo, quando surclassavo per sapienza i colleghi in carriera, avevo una direzione. Se non fosse stato per me non si sarebbe mai saputo che la propulsione nucleare non vive di vita propria, ma è un effetto secondario che dipende e deriva dalla forza sub-nucleare. Mi deridevano. Ironizzavano.
Ora non più.
Mi sembra che sul valore delle mie scoperte e invenzioni ‘formidabilmente’ giunte fino a noi, non sia più lecito dubitare. Ne ho messe in fila più di chiunque altro. Si ricorda Majorana?
Certo, lo conosciamo.
Pensi che a Erice, nel centro di cultura scientifica a lui dedicato e da me fondato nel ’63, persuasi Sciascia a smettere con quella sciocca deduzione.
Quale deduzione professore?
Sciascia seguiva le lezioni in inglese. Non capiva una parola ed era sicuro che Fermi detestasse Majorana. Non aveva senso. Glielo spiegai. Capì.
Cosa avrebbe detto Sciascia dell’abbraccio tra un comunista e un fisico stregato da Berlusconi.Sono liberale e moderato, ma questo non ha impedito a Crocetta di rivolgersi a me. Non tremo. Io sono quello, solo per darle un dato, che a Erice fece crollare il Muro di Berlino due anni prima del previsto.
Davvero, professore?
Scherza? Vennero in avanscoperta tre fisici straordinari, i consulenti delle comunità scientifiche di tre grandi Nazioni, gli ambasciatori di Reagan, Gorbaciov e Deng Xiaoping.
Lei ha fatto la storia.
Può dirlo. La guerra fredda finì a Erice. Eravamo seduti su diecimila chili di tritolo, su 60 bombe atomiche già pronte a esplodere. Lo urlammo al mondo.
Episodio rivoluzionario.
L’impegno mio fu denunciare il caso. Nelle guerra moderne nessuno può dire: “Ho vinto”. Quando hai provocato 50 milioni di morti che hai vinto? Non so se ricorda quando gridai chiaro e tondo che se al capo della superpotenza arriva l’ordine: “Premi il bottone”, quello esegue senza fiatare. Cose che ho già detto. Già scritto.
Ci perdoni professore, non rammentiamo.
Non fa niente. Un uomo di scienza vive del solo conforto della comunità scientifica. Archimede, una mente più illuminata di Fermi ed Einstein messi insieme, viene ignorato dalla memoria della sua stessa terra.
Alcuni lo collocano a Crotone.Si-ra-cu-sa. Lei, come altri che lo confondono con Pitagora, è di un’ignoranza spaventosa. Ma non è colpa sua. e’ colpa del sistema scolastico, dell’oblìo e dei messaggi veicolati ad arte. Ricorda cosa dissero ai tempi del tunnel costruito sotto il Gran Sasso?
No, professore.
Che l’avevo fatto erigere come sede segreta per il Governo Dc.
Villani.
Preferisco ricordare altro, per esempio che Pertini, mio grande estimatore, fu il primo Presidente della Repubblica che venne a trovarmi e mi ascoltò con rispetto e attenzione.
Professore stiamo divagando.
Ha ragione, torniamo alla mia amata Sicilia. O a questa Italia disgraziatissima, un modello che andrà studiato a scuola.
Progetti per rallegrare l’eterno dramma siciliano?
A decine. Bisognerà vedere cosa si potrà fare. Il modello matematico non mente, la democrazia è impossibile e le cariche, abiti virtuali che restituiscono solo un ruolo, non un vero potere decisionale. E’ un’imperfezione conclamata la democrazia. Ma questa abbiamo e questa ci teniamo.
Ha perdonato Odifreddi? Si occupò di lei in due volumi intitolati Zichicche non esattamente apologetici.
Da una persona che raddoppia l’odio nel cognome e ha a che fare con il freddo, non mi aspetto nulla di buono.
Quindi non lo ha perdonato.
Ha ironizzato sul mio cognome. Gli rendo la pariglia.
I suoi detrattori sembrano una mandria.
Dice? E’ mal informato. Mi interessa solo il giudizio della comunità scientifica e lì non c’è n’è uno solo che mi sia nemico.
Ma non le hanno dato il Nobel.
Cosa vuole, l’hanno preso così tante persone immeritevoli, lasciamo perdere.
No professore, dica.
Il guaio sono le pressioni a cui vengono sottoposti i giurati. Sono stato candidato tre volte, poi, stranamente, niente. E’ altro a contare.
Cosa professore?
Quando io parlo, gli altri stanno zitti.
Che ci importa del Nobel?
Niente. Assolutamente niente.
Poi a Stoccolma fa freddo.
Esattamente.
da Il Fatto Quotidiano del 30 novembre 2012
MOLTO MOLTO INTERESSANTE

martedì 16 gennaio 2018

Nel libro della Natura, mai una virgola è stata trovata fuori posto

Antonino Zichichi a Umberto Veronesi: “Dio esiste e la prova è l’universo”

Antonino Zichichi a Umberto Veronesi: “Dio esiste e la prova è l’universo”

Il fisico, da le pagine de Il Giornale, risponde all'oncologo che nel suo libro "Il mestiere di uomo" ha scritto: "Dopo Auschwitz, il cancro è la prova che Dio non esiste"



“Dopo Auschwitz, il cancro è la prova che Dio non esiste”. Umberto Veronesi, luminare dell’oncologia, lo scrive nel suo libro “Il mestiere di uomo”. Allo scienziato e fondatore dello Ieo oggi risponde dalle pagine del Il Giornale un altro scienziato Antonino Zichichi, fisico e presidente del World federation of scientists.
L’oncologo del dolore dice che “diventa molto difficile identificarlo come una manifestazione del volere di Dio. Ho pensato spesso che il chirurgo, e soprattutto il chirurgo oncologo, abbia in effetti un rapporto speciale con il male. Il bisturi che affonda nel corpo di un uomo o di una donna lo ritiene lontano dalla metafisica del dolore. In sala operatoria, quando il paziente si addormenta, è a te che affida la sua vita. L’ultimo sguardo di paura o di fiducia è per te. E tu, chirurgo, non puoi pensare che un angelo custode guidi la tua mano quando incidi e inizi l’operazione, quando in pochi istanti devo decidere cosa fare, quando asportare, come fermare un’emorragia”.
A questo Zichichi risponde che “la scienza non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l’esistenza di Dio. L’ateismo, quindi, non è un atto di rigore logico teorico, ma un atto di fede nel nulla…. Ci sei solo tu in quei momenti, solo con la tua capacità, la tua concentrazione, la tua lucidità, la tua esperienza, i tuoi studi, il tuo amore (o anche la tua carità come la chiamava don Giovanni) per la persona malata. Allo stesso modo di Auschwitz, per me il cancro è diventato la prova della non esistenza di Dio. Come puoi credere nella Provvidenza o nell’amore divino quando vedi un bambino invaso da cellule maligne che lo consumano giorno dopo giorno davanti ai tuoi occhi? Ci sono parole in qualche libro sacro del mondo, ci sono verità rivelate, che possano lenire il dolore dei suoi genitori? Io credo di no, e preferisco il silenzio, o il sussurro del “non so”.
L’oncologo Veronesi: “Dopo Auschwitz, il cancro è la prova che Dio non esiste”
Secondo il fisico invece “la speranza all’uomo del terzo millennio, solo la scienza e la fede possono darla. Questa speranza ha due colonne. Nella sfera trascendentale della nostra esistenza la colonna portante è la fede. Nella sfera immanentistica della nostra esistenza la colonna portante è la scienza. Noi siamo l’unica forma di materia vivente dotata della straordinaria proprietà detta ragione. La scienza ci dice che non è possibile derivare dal caos la logica che regge il mondo, dall’universo sub-nucleare all’universo fatto con stelle e galassie. Se c’è una logica deve esserci un Autore”.
Il fisico Zichichi: “La scienza non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l’esistenza di Dio”
Secondo Zichichi “la follia politica ha causato milioni di vittime innocenti. Auschwitz e cancro sono due esempi di tragiche realtà. Una dovuta alla follia politica del nazismo, l’altra alla natura. Perché Dio non interviene per evitare il ripetersi di tante tragiche realtà? Se la nostra esistenza si esaurisse nell’immanente, il discorso sarebbe chiuso qui. Immanente vuol dire tutto ciò che i nostri cinque sensi riescono a percepire. Questi nostri cinque sensi sono il risultato dell’evoluzione biologica. C’è però un’altra forma di evoluzione che batte quella biologica: l’evoluzione culturale. L’evoluzione biologica della specie umana non avrebbe mai portato l’uomo a scoprire se esiste o no il supermondo, come facciamo al Cern. Né a viaggiare con velocità supersoniche. Né a vincere su tante forme di malattia che affliggevano i nostri antenati. La nostra vita media ha superato gli 80 anni e le previsioni vanno oltre i cento anni, grazie alla scoperta che il mondo in cui viviamo è retto da leggi universali e immutabili. Nel “libro della natura”, aperto poco meno di quattro secoli fa da Galileo Galilei, mai una virgola è stata trovata fuori posto”.
Per me Veronesi invece è proprio l’opposto: “La scelta di fare il medico è profondamente legata in me alla ricerca dell’origine di quel male che il concetto di Dio non poteva spiegare. Da principio volevo fare lo psichiatra per capire in quale punto della mente nascesse la follia gratuita che poteva causare gli orrori di cui ero stato testimone. Avvicinandomi alla medicina, però, incappai in un male ancora più inspiegabile della guerra, il cancro”.

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Dixit insipiens in corde suo: non est Deus
AMDG et DVM