domenica 27 ottobre 2024

Solennità di nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo.

 

27  Novembre 2024  Categories:Chiamata all'impegno

Solennità di nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo.

Oggi la Chiesa, celebrando la festa di Cristo Re dell’Universo vuole sottolineare che Gesù è il vero e unico Signore della storia e del tempo.

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo  Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
 
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.
 
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
 
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
 
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.
 
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
 
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.
 
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
 
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
 
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

ATTO DI CONSACRAZIONE DEL GENERE UMANO A CRISTO RE

« O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguarda a noi umilmente prostrati innanzi a Te. Noi siamo Tuoi, e Tuoi vogliamo essere; e per vivere a Te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi, oggi spontaneamente si consacra al Tuo Sacratissimo Cuore ».

« Molti, purtroppo, non Ti conobbero mai; molti, disprezzando i Tuoi comandamenti, Ti ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia e degli uni e degli altri e tutti quanti attira al Tuo Sacratissimo Cuore ».

« O Signore, sii il Re non solo dei fedeli, che non si allontanarono mai da Te, ma anche di quei figli prodighi che Ti abbandonarono; fa’ che questi, quanto prima, ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. Sii il Re di coloro, che vivono nell’inganno e nell’errore, o per discordia da Te separati: richiamali al porto della verità, all’unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore ».

« Largisci, o Signore, incolumità e libertà sicura alla Tua Chiesa, concedi a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine: fa’ che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce: Sia lode a quel Cuore Divino, da cui venne la nostra Salute; a Lui si canti Gloria e Onore nei secoli dei secoli. Amen!

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Indulgenza plenaria, se si recita pubblicamente nella solennità di Cristo Re; parziale, invece, se si recita privatamente)

Si chiama indu(lgenza plenaria quella che, secondo la dottrina cattolica , libera per intero dalla pena temporale dovuta per i peccati; indulgenza parziale quella che ne libera solo in parte).

Papa Leone XIII, l’11 giugno 1899, consacrò la Chiesa, il mondo e tutto il genere umano a Cristo

giovedì 17 ottobre 2024

mercoledì 16 ottobre 2024

Quello che accadde... fu l'impossibile

 

Storia del busto in bronzo di San Gerardo Maiella

NON POTEVAMO AVERE FIGLI, MA QUANDO AVEVO 50 ANNI, QUELLO CHE ACCADDE FU L’IMPOSSIBILE

Novembre 2021

busto san gerardo 00

Cari Signori,

questo è un busto in bronzo antico di Gerardo Majella, che ho acquistato in Belgio, più di 40 anni fa.

L’ho acquistata nel 1979 da un mio amico d’affari, che gestiva un piccolo negozio di antiquariato in Rue Emile Zola, numero 6, ad Anversa, in Belgio.
Il venditore era una persona leggermente alcolizzata, non in buone condizioni. Quindi faceva degli affari e poi beveva via i soldi. Una persona molto strana, ma per me onesta. Aveva circa 50 anni allora e penso che adesso non viva più.
Fece amicizia con un prete in pensione e la domenica servivano insieme la santa mensa nei campeggi turistici in Belgio, nel campo con un piccolo altare portatile. Stavano sempre insieme. Grazie a questo contatto, aveva in vendita nel suo negozio anche oggetti di chiesa molto antichi, come vecchie lampade e vecchi candelabri, e anche questa statua gli apparteneva. Ma io non volevo acquistare queste cose, solo questa statua perché era davvero bella.
Questa è la storia che c'è dietro e come la statua è entrata in mio possesso.
Il negozio di antiquariato è chiuso da tempo.

Forse lo troverete interessante, a volte c’è una storia dietro gli oggetti antichi, ed eccone una.

Non sapevo al momento dell’acquisto quale fosse la storia di Gerardo Majella, ma ho potuto vedere che era un vero oggetto molto antico, e mi sono piaciuti i dettagli raffinati e la sua arte.
Ora posso dire che l’artista che l’ha realizzato è stato un genio, perché ha dovuto modellare il viso da vecchi dipinti, e penso che l’abbia fatto in modo eccezionale.

Questa statua ora torna nella sua città natale dopo tanti anni.
Sono contento che sia in buone mani, cosa che trovo importante.
L’ho comprata intorno al 1980 e da allora è stata conservata solo qui e non è stata utilizzata.

Quando l’ho acquistato nel 1979, ho pensato che fosse il busto di un “Santo” universale, per via della targhetta separata attaccata su di esso.
Solo sei mesi fa, via internet, ho scoperto che aveva il volto autentico di Gerardo, nel senso che è un pezzo fatto a mano, e quindi ben fatto.

Potresti trovarlo interessante.
Ho appreso solo di recente che è il Santo delle madri in gravidanza.
Non potevamo avere figli, ma quando avevo 50 anni, quello che accadde fu l’impossibile.
Mia moglie diede alla luce un bambino sano, per il quale aveva pregato intensamente in chiesa per 10 anni.
Non aveva mai smesso di pregare.
Allora sì, forse è stato bello avere la statua di Gerardo Majella in casa nostra, in tutti quegli anni, chissà.
Per questo, sono felice che sia tornata in un buon posto nella sua città natale.

busto san gerardo 01a

Sì, ho letto la storia del fazzoletto!
La morte giovanile dei bambini era un grosso problema, ai tempi della vita di Gerardo.
Anche 100 anni fa, era ancora un grosso problema in Europa. Mia madre mi ha detto che la sua famiglia ne soffriva. Alcune famiglie avevano solo un figlio su due che cresceva fino a diventare adulto. Anche le madri potevano morire dopo il parto, di febbre. Presumo che in Italia non fosse diverso. Così Gerardo Majella si dedicò a quello che per molti era un grosso problema.

Il nostro piccolo “miracolo” è avvenuto 15 anni fa. Ignaro di Gerardo, devo dire.
Ma avevo la sua statua a casa mia dal 1979, quindi a quel tempo già da 27 anni.

Abbiamo prove genetiche che il bambino è nostro. Quindi posso dire che è stato un po' un miracolo alla nostra età, quando i medici dicevano già da quando eravamo più piccoli che avremmo dovuto prepararci ad una vita senza figli.

Io stesso come persona non religiosa trovo difficile da capire. Perché quella statua è venuta da me, tanto tempo fa. Non la stavo cercando. L’ho tenuta con buon onore per il periodo in cui ne avevamo “bisogno” per così dire, ma francamente del tutto ignaro di chi fosse veramente Gerardo Majella.

Mia moglie è rimasta profondamente colpita dalla storia di Gerardo Majella e pensa che il miracolo del fazzoletto le suoni fedele.

***

https://www.sangerardomaiella.it/curiosita/storie-su-san-gerardo/501-storia-del-busto-in-bronzo-di-san-gerardo-maiellla

SAN GERARDO MAIELLA

 

LA STORIA DI SAN GERARDO MAIELLA
Il patrono delle gestanti si festeggia a Sant’Agata domenica prossima insieme a San Leonardo

di Samantha Berardino


La devozione nei confronti di San Gerardo è molto diffusa a Sant’Agata di Puglia e nelle zone limitrofe.
San Gerardo, infatti, è un santo del Sud. Nato a Muro Lucano nel 1726 da una famiglia molto povera, è stato missionario in giro per il Meridione prima di raggiungere l’Alta Valle del Sele (in Campania) dove ha concluso la sua brevissima esistenza terrena.

Discepolo di Sant’Alfonso Maria De’ Liguori che già vi aveva dimorato, dal 1749 ha trascorso ben cinque anni nel Convento dei Missionari Redentoristi di Deliceto, quello che noi comunemente conosciamo come Santuario della Consolazione.
Probabilmente, durante la sua permanenza a Deliceto e i cinque anni di missione religiosa svolta in terra dauna, San Gerardo Maiella è stato di passaggio anche a Sant’Agata come ricordato in occasione dello speciale ‘Anno gerardino’.
Durante l’anno gerardino (16 ottobre 2004-16 ottobre 2005) si sono celebrati i festeggiamenti per il centenario della Canonizzazione e il 250° anniversario della morte del santo.

Il Convento della Consolazione è ancora ricco della sua memoria e spiritualità: la cella di San Gerardo, la grotta dove si flagellava, la sua nicchia dietro l’altare, i luoghi descritti nelle agiografie e quelli dove avvennero i miracoli sono ancora intatti. E pare che anche l’Ecce Homo di cartapesta modellato dalle mani del Santo sia rimasto a Deliceto, luogo in cui si dice che fu creato.

Protettore di mamme e bambini, San Gerardo ha sempre nutrito attenzioni per la vita che nasce e per le madri in attesa, specialmente se in difficoltà fisiche e spirituali. E anche se la sua vita è costellata di miracoli e apparizioni (tanto da essere nota come ‘La vita meravigliosa di San Gerardo Maiella’), è pervasa soprattutto dell’aiuto che Gerardo offriva ai più bisognosi.

Quando a 12 anni rimase orfano di padre, per portare a casa pochi spiccioli cominciò a lavorare come sarto nella bottega di Pannuto. A 16 anni entrò al servizio del vescovo di Lacedonia.
Nel 1749 conobbe una compagnia di Missionari Redentoristi che era di passaggio a Muro ed espresse il suo sì alla chiamata di Dio rimanendo costante nella preghiera e attento alla carità e alle necessità materiali e spirituali del prossimo.

Dopo molte insistenze a causa della salute cagionevole, Gerardo venne accettato in prova presso la comunità di Deliceto, dove si rivelò infaticabile al lavoro. Si dedicava alle faccende più umili, seguiva i sacerdoti nelle missioni o andava in cerca di elemosine. Non aveva compiuto studi particolari ma aveva a cuore la conversione dei peccatori e portava il bene ovunque seminando grazie.

Nel 1752 San Gerardo prese i voti religiosi ma qualche anno dopo rimase vittima di una brutta calunnia. Fu accusato di aver avuto una relazione disonesta con una donna, accettò le dure punizioni ma presto la sua innocenza fu riconosciuta perché la donna rivelò di aver detto il falso.
Nel 1754 giunse sulla collina di Materdomini, in provincia di Avellino e l’anno successivo fu nominato sovrintendente ai lavori di costruzione del convento. Girò instancabilmente tutta la zona in cerca dei fondi necessari.
Durante il gelido inverno di quell’anno Gerardo soccorse gli affamati e i disoccupati che bussavano alle porte del Convento e per questo è chiamato ‘padre dei poveri’.

Ma a soli 29 anni la sua vita terrena finì, consumata dalla tisi. Era il 1755. Beatificato nel 1893, fu canonizzato nel 1904 da Papa Pio X.
Durante il mese di ottobre è tradizione dei santagatesi recarsi a Materdomini. L’itinerario per giungervi è suggestivo. Si passa attraverso i boschi e i fiumi al confine con la Campania e si attraversano tutti le zone più colpite dal terremoto dell’Irpinia del 1980.
Poi si giunge al Santuario che probabilmente deve il suo nome a un’antica statua della Madonna in preghiera trovata da alcuni pastori nel bosco. Le prime notizie che parlano di una chiesa denominata ‘Sancta Maria de Silere’ risalgono al 1200. Fino all’arrivo di San Gerardo Materdomini non era che una piccola frazione di poche anime che si sviluppava intorno alla Chiesa.

Distrutto dal sisma dell’80, il nuovo Santuario è stato inaugurato nel 2000 e contiene gli antichi altari restaurati. Ai piedi del presbiterio si trovano una scultura che raffigura San Gerardo e l’urna con le sue reliquie.
Presso il Santuario di Materdomini la festa liturgica di San Gerardo Maiella comincia la sera del 15 ottobre con la celebrazione del ‘Transito di San Gerardo’, momento in cui tutti i devoti accendono alle finestre delle loro case una candela per invocare la protezione del Santo. Il 16 ottobre invece avviene la popolare ‘Benedizione delle sementi’.
Anche a Sant’Agata domenica prossima si svolgeranno i festeggiamenti in onore di San Gerardo e San Leonardo (la cui festività ricorre invece il 6 novembre). Dopo la Processione e la Messa Solenne celebrata nella Chiesa di Sant’Antonio (dove si trovano le statue dei due Santi), il Concerto Bandistico ‘Città di Sant’Agata di Puglia’ allieterà i presenti in Piazza XX Settembre. In serata, stand gastronomici e un divertente spettacolo musicale animeranno la cittadinanza in Piazzale Sant’Antonio.
In foto, da sinistra, la tomba di San Gerardo a Materdomini e la statua che si venera nella Chiesa di Sant’Antonio a S.Agata e viene portata in processione ogni anno
« Ci vuole orazione... La prego a non cessar di pregare. Questo è il primo, il secondo, il terzo, il quarto, il centesimo, l'ultimo mezzo per vincere» 

AMDG et D.V.MARIAE

sabato 12 ottobre 2024

Segreto di Fatima

 


 

IL TERZO SEGRETO di Fatima
– una testimonianza –

Del Dott. Franco Adessa

Pubblicato su Chiesa viva - Anno XLIII - n° 462 - luglio-agosto 2013



Nell’autunno 1996, poco prima di presentare il mio libro “ONU gioco al massacro?”, a Brescia, chiesi a Don Luigi Villa come avrei dovuto comportarmi se, in relazione al testo del libro da presentare, qualcuno mi avesse posto delle domande sul “Terzo Segreto” di Fatima.
Il Padre, allora, mi sottopose il testo: “Il Segreto di Fatima” che era stato pubblicato, nel 1963, dalla rivista tedesca “Neues Europa” di Stoccarda, e mi disse: «Se lei prendesse il testo del “Terzo Segreto” di Fatima, scritto da Lucia, e togliesse, oppure aggiungesse, una sola virgola, lei avrebbe creato un “falso”. Ora, questo testo, pubblicato dalla “Neues Europa”, essendo quasi tre volte più lungo del testo originale del “Terzo Segreto”, lo si può decisamente chiamare un “falso”. Ma un testo anche palesemente “falso” può contenere delle singole frasi che appartengono al testo originale».
A quel punto, aprì davanti ai miei occhi le pagine del documento e mi indicò, ad una ad una, le frasi che erano contenute nel testo originale del “Terzo Segreto”, scritto da Lucia.

Dopo alcuni anni, ritornai su questo argomento, chiedendo a Padre Villa: «Come ha fatto il “Neues Europa” ad avere questo testo sul “Terzo Segreto” di Fatima?».
Il Padre non rispose direttamente alla mia domanda, ma mi disse: «Il card. Ottaviani scrisse quel documento diplomatico. Egli, in seguito, fu contattato da quelli del “Neues Europa” per sapere se potevano pubblicare il testo. Il
card. Ottaviani rispose affermativamente».

Il 13 maggio 2000, Giovanni Paolo II, a Fatima per la beatificazione dei due pastorelli, Francesco e Giacinta Marto, annunciò l’imminente pubblicazione
del “Terzo Segreto” di Fatima.

Il 26 giugno 2000, il Vaticano pubblicò un testo di quattro fogli, scritti da Lucia sul “Terzo Segreto” di Fatima, accompagnato da una presentazione a firma del Mons. Tarcisio Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, e da una interpretazione del “Segreto”.
Questa interpretazione comprendeva una lettera di Giovanni Paolo II a Suor Lucia, la relazione del colloquio che aveva avuto Suor Lucia col card. Bertone, il 27 aprile 2000, il discorso pronunciato a Fatima dal card. Angelo Sodano ed un commento teologico del card. Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Due giorni dopo, mons. Bertone, in una conferenza stampa sul Terzo Segreto fece una stupefacente dichiarazione che terminava con queste parole: «... il segreto non ha niente a che vedere con l’apostasia legata al Concilio, al Novus Ordo (della Messa) ed ai Papi conciliari, così come da decenni sostengono gli integralisti. Per questo solo fatto valeva la pena rivelare il Segreto».
Il “Terzo Segreto” rivelato consisteva nella “Visione” dei tre pastorelli, incentrata sul “Vescovo vestito di Bianco che, giunto alla cima del monte e prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce fu ucciso da un gruppo di soldati...”.

///*/// I penosi tentativi di Giovanni Paolo II, del Segretario di Stato, card. Angelo Sodano e del card. Tarcisio Bertone, di mettere in relazione il “Terzo Segreto” col tentativo si assassinio di Giovanni Paolo II, in San Pietro, il 13 maggio 1981, furono avallati anche dal card. Ratzinger, il quale, in un’intervista del 19 maggio 2000, a Orazio la Rocca de “La Repubblica”, alla fine affermò: «Il legame tra l’attentato e il “Terzo Segreto” è evidente, esiste nei fatti!».
Di fronte a questa frode manifesta, la stampa esplose: il “Messaggero”, “La Repubblica”, “La Stampa”... e, sin dal 17 maggio 2000, “Il Figaro” pubblicava l’indignazione di una certa Elichar Alesne che esprimeva bene anche quella
generale: «Bisogna veramente essere nell’ignoranza assoluta della storia di Fatima per credere alla versione del “Terzo Segreto” che Sua Santità, il Papa Giovanni Paolo II, ci ha dato il 13 maggio...».///***///


Lo stesso Giovanni Paolo II, però, a Fulda in Germania, nel novembre del 1980, a chi gli chiese notizie sul “Terzo Segreto” di Fatima parlò diversamente. Disse: «... come già altre volte, la Chiesa rinacque nel sangue, non sarà diverso questa volta (...)».
Poi, sul contenuto del “Terzo Segreto”, il Papa aggiunse: «Ad ogni cristiano dovrebbe bastare di sapere quanto segue: “quando si legge che oceani inonderanno interi continenti, che gli uomini verranno tolti dalla vita repentinamente, da un minuto all’altro, e cioè a milioni...”, se si sa questo, non è davvero necessario pretendere la pubblicazione di questo “segreto”...».
E dove si trovano queste parole, nel documento presentato dal Vaticano, il 26 giugno 2000?
Le parole di Giovanni Paolo II, a Fulda, furono registrate dalla Rivista “Vox Fidei”!
***
Nel 2006, scoppiò il caso del “Quarto Segreto di Fatima”, culminato con la pubblicazione del libro: “Il Terzo Segreto di Fatima pubblicato dal Vaticano è un falso, eccone le prove...”, di Laurent Morlier, e del libro di Antonio Socci, “Il Quarto Segreto di Fatima”, stimolato anche dalle dichiarazioni fatte da Mons. Capovilla sull’esistenza di questo “Quarto Segreto” e cioè dalla
conferma dell’esistenza di un piccolo foglio sul quale Lucia scrisse il “Terzo Segreto” di Fatima.

In quel periodo, domandai a Don Villa se non si poteva fare chiarezza su questa questione, ma egli si limitò a dirmi che si trattava solo di apparizioni private e, quindi, non erano materia di Fede.
Io non insistetti.

Nel 2009, stavo collaborando alla preparazione dell’edizione inglese del libro: “Paolo VI beato?” (“Paul VI beatified?”) dove, in Appendice 4, stavamo elaborando i testi da riportare sulle Apparizioni della Madonna del Buon
Successo di Quito, della Madonna de La Salette e della Madonna di Fatima.
L’ultimo testo da definire era quello relativo al “Terzo Segreto” di Fatima. Allora, preso il documento pubblicato dalla “Neues Europa”, trascritte le frasi che Padre Villa mi aveva indicato come frasi presenti nel documento originale di Lucia, le stampai su un foglio e le consegnai al Padre, per la sua approvazione. Alcuni giorni dopo, il Padre mi riconsegnò il foglio, dicendo: «Va bene così!».
L’edizione inglese del libro “Paolo VI beato?” fu data alle stampe e, alle pagine 352 e 353, compare la successione di frasi che Don Villa mi aveva indicato come presenti nel testo del “Terzo Segreto” di Fatima, scritto da Lucia, su un unico foglio.

L’11 maggio 2010, in viaggio aereo verso Fatima, Benedetto XVI, rispondendo ad una domanda sul “Terzo Segreto” di Fatima, clamorosamente contraddiceva la versione ufficiale del Vaticano del 2000, per la quale la consacrazione della Russia era già stata effettuata e che la profezia del Terzo segreto si era conclusa con l’attentato d’assassinio di Giovanni Paolo II, nel 1981.
Le parole chiave di Benedetto XVI furono: «Noi sbaglieremmo a pensare che il messaggio profetico di Fatima sia completamente attuato».
Inoltre, Egli espresse la speranza che, per il centenario delle Apparizioni del 2017, si realizzasse “la profezia del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, per la Gloria della SS. Trinità”. Questa frase fu una chiara indicazione che la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria non era stata ancora fatta, poiché il “trionfo del Cuore Immacolato, la “conversione della Russia” e il “periodo di pace” non erano ancora avvenuti, malgrado la dichiarazione vaticana del 2000 affermasse che tale Consacrazione era già stata fatta da Giovanni Paolo II, il 25 marzo 1984.
Questa dichiarazione di Benedetto XVI confermò la convinzione generale dei cattolici tradizionalisti sulla frode perpetrata al mondo dal Vaticano, nel 2000.
Benedetto XVI, in questa occasione, parlò inoltre della “necessità della passione della Chiesa che naturalmente si riflette sulla persona del Papa” e, quindi, annunciava sofferenze per la Chiesa, specificando che tali sofferenze sarebbero provenute non dai nemici esterni, ma interni alla Chiesa stessa.
Benedetto XVI, con le sue parole del 2010, riportava alla ribalta il discorso sul “Terzo Segreto” di Fatima, stravolgendo le precedenti posizioni ufficiali del Vaticano.
Perché questa improvvisa inversione a “U” di Benedetto XVI sul “Terzo Segreto” di Fatima?

Nel 2011, in presenza di un amico testimone, mi trovavo di fronte a Don Villa, al quale, scandendo le parole, posi questa domanda:
«Padre, si ricorda quando, sul documento della Rivista “Neues Europa”, Lei mi indicò le frasi che compaiono nel “Terzo Segreto” di Fatima? Si ricorda che queste frasi le abbiamo già pubblicate nell’edizione inglese del libro “Paolo VI beato?”, in appendice?».
Egli rispose: «Sì, me lo ricordo!».
Ed io: «Lei mi conferma che nel testo: “Il Terzo Segreto di Fatima”, pubblicato dal “Neues Europa” nel 1963, le frasi che Lei mi ha indicato sono realmente contenute nel testo originale del “Terzo Segreto” di Fatima, scritto da Lucia?».
Senza esitazione e con enfasi, egli rispose: «Sì, glielo confermo!».

Poco tempo prima che Padre Villa morisse, tornai nuovamente sull’argomento, e gli chiesi: «Padre, cosa mi dice se io, un giorno, facessi una testimonianza su quanto Lei mi ha detto e fatto già pubblicare sul contenuto del “Terzo Segreto” di Fatima?».
Serenamente, mi rispose: «La faccia, la faccia pure!».


***

FATTI RIGUARDANTI LA PUBBLICAZIONE
DELL’ARTICOLO: “IL SEGRETO DI FATIMA”
DA PARTE DELLA RIVISTA “NEUES EUROPA”.

Il 15 ottobre 1963, circa tre anni dopo la data indicata al Vaticano da Lucia dos Santos per la divulgazione del “Terzo Segreto” di Fatima, sul giornale tedesco di Stoccarda: “Neues Europa”, a firma del giornalista Louis Emrich, apparve il testo: “Il Segreto di Fatima”, presentato col titolo: “L’avvenire dell’umanità alla luce dell’accordo di Mosca e delle rivelazioni della Madre di Dio a La Salette e a Fatima”.
Il testo, trapelato per una indiscrezione diplomatica, sarebbe stato inviato a titolo informativo dalle Autorità Vaticane a quelle di Washington, Londra e Mosca, ritenendolo indispensabile alla convenzione sulla cessazione degli esperimenti
nucleari.
Lo stesso identico documento fu pubblicato su “L’Araldo di Sant’Antonio” N. 15 del 15 maggio 1975, a cura di un gruppo di figli spirituali del Servo di Dio, San Padre Pio da Pietrelcina.

«Nel 1963, la Rivista tedesca “Neues Europa” rivelò quello che poteva essere parte del contenuto del “Terzo Segreto”: “Cardinale contro Cardinale e Vescovo contro Vescovo”. Sappiamo quel che disse il Cardinale Ottaviani,
il quale anche lui ha letto il “Terzo Segreto”, quando gli venne chiesto se fosse il caso di ripubblicare l’articolo del “Neues Europa”, egli disse con grande enfasi:
Pubblicatene 10.000, 20.000, 30.000 copie!”; l’affermazione è ancor più sorprendente proprio perché proviene dal Cardinale Ottaviani, un uomo dalla personalità fredda e sorvegliata e che fu sempre piuttosto scettico sulla maggior parte delle apparizioni» (Cfr. P. Paul Kramer, “La battaglia finale del Diavolo”, The Missionary Association, Buffalo, New York - USA, p. 213).

«Marco Tosatti scrive: “Padre Mastrocola, direttore di un foglio religioso “Santa Rita”, chiese al Cardinale Ottaviani il permesso di riprendere l’anticipazione fatta da “Neues Europa”. La risposta fu incoraggiante: “Fatelo, fatelo pure – rispose il porporato custode del “Terzo Segreto” – pubblicatene quante copie vi pare, perché la Madonna voleva che fosse reso noto già nel 1960”.
E di quel testo parlò anche la Radio Vaticana nel 1977, nel decennale del viaggio di Paolo VI a Fatima. Il testo di “Neues Europa” conobbe grande fortuna, e venne ripreso persino, il 15 ottobre 1978, dall’Osservatore Romano» (Cfr. P. Paul Kramer, “La battaglia finale del Diavolo”, The Missionary Association, Buffalo, New York - USA, p. 213, nota 18).

Nella presentazione dell’articolo: “Il Segreto di Fatima”, pubblicato della “Neues Europa”, sta scritto: «L’autenticità di tale documento non è mai stata smentita dal Vaticano».
Non vi era nulla da smentire da parte del Vaticano, perché era lo stesso documento che si smentiva da solo per la sua prolissità: era troppo esteso e pertanto, necessariamente, era un falso!
La “chiave di lettura” di quel documento, scritto dal card. Ottaviani, invece, era un altra: conoscere, di tale documento, le frasi che costituivano il “Terzo Segreto” di Fatima!

***

A questo punto, è bene ricordare che Don Luigi Villa, nel 1956, ricevette direttamente da Padre Pio l’incarico di dedicare la sua vita per difendere la Chiesa di Cristo dall’opera della Massoneria ecclesiastica, e che questo incarico fu confermato, poi, da un mandato papale di Papa Pio XII. Fu per questa ragione che, per molti anni, Don Luigi Villa svolse il ruolo di “agente segreto” del Card. Ottaviani, che aveva ricevuto da Pio XII l’incarico di addestrare il Sacerdote e informarlo sui segreti della Chiesa che riguardavano il suo mandato papale.
Tra gli incarichi delicati assegnatigli, in quel periodo, vi fu anche quello di recarsi da Suor Lucia di Fatima, con una “lettera personale” del Prefetto del Sant’Uffizio, card. Ottaviani, che lo autorizzava ad avere un colloquio con la veggente.
Il 3 marzo 1973, entrato nell’ufficio del Vescovo di Leiria, Don Luigi Villa subì «la solita tattica usata da Paolo VI nei confronti di tutti quelli che si opponevano al suo progressismo e che non la pensavano come Lui su Fatima. (...) Dopo aver contattato Mons. Benelli della Segreteria di Stato, che si recò da Paolo VI per consultarsi, e dopo averne ricevuto risposta, il Vescovo di Leiria, rivolto a me, crudo crudo, mi disse che per me non vi era alcuna possibilità di avvicinare Suor Lucia e tantomeno parlarle».
Il card. Ottaviani, messo poi al corrente dell’accaduto, «sussultò e disse: “Questo a me!.. al Prefetto del Sant’Uffizio, e senza neppure farmene parola!.. Scriverò subito “in alto”!.. Appena avrò risposta, La richiamerò e La metterò al corrente del contenuto”». (Chiesa viva n. 356, dic. 2003, p. 14).
Perché il card. Ottaviani, che già aveva letto il “Terzo Segreto” nel 1960, inviò Don Luigi Villa da Lucia, nel 1973, per un incontro personale? Il Padre, il giorno in cui mi stava raccontando questa sua “avventura”, pronunciò questa frase: «Il card. Ottaviani, prima che io partissi, mi disse: “Sono sicuro che con
te, Lucia parlerà”».
Evidentemente, il card. Ottaviani non alludeva al contenuto del “Terzo Segreto” che lui già conosceva, e neppure poteva pensare di raccogliere “certe  informazioni” da Lucia, inviandole un Sacerdote che non fosse già a conoscenza del contenuto del “Terzo Segreto” di Fatima!

***

Ecco il testo pubblicato dalla rivista “Neues Europa”, il 15 ottobre 1963, in cui, in rosso, ho evidenziato le frasi che Padre Luigi Villa mi indicò come frasi contenute nel “Terzo Segreto” di Fatima, scritto da Lucia dos Santos su un foglio di carta, il 3 gennaio 1944, e visto, toccato con le proprie mani e letto dal
Cardinale Ottaviani, a mezzogiorno del 13 maggio 1960.


IL SEGRETO DI FATIMA
(Pubblicato dalla Rivista tedesca di Stoccarda, “Neues Europa” il 15 ottobre 1963)


TESTO DEL SEGRETO

«Non aver timore, cara piccola. Sono la Madre di Dio, che ti parla e ti domanda di rendere pubblico il presente Messaggio per il mondo intero. Ciò facendo, incontrerai forti resistenze. Ascolta bene e fa attenzione a quello che ti dico:
Gli uomini devono correggersi. Con umili suppliche, devono chiedere perdono dei peccati commessi e che potessero commettere. Tu desideri che io ti dia un segno, affinché ognuno accetti le Mie Parole che dico per mezzo tuo, al genere umano. Hai visto il Prodigio del Sole, e tutti, credenti, miscredenti, contadini, cittadini, sapienti, giornalisti, laici, sacerdoti, tutti lo hanno veduto. Ed ora proclama a Mio Nome:
Un grande castigo cadrà sull’intero genere umano, non oggi, né domani, ma nella seconda metà del Secolo XX. Lo avevo già rivelato ai bambini Melania e Massimino, a “La Salette” ed oggi lo ripeto a te, perché il genere umano ha peccato e calpestato il Dono che avevo fatto. In nessuna parte del mondo vi è ordine, e satana regnerà sui più alti posti, determinando l’andamento delle cose. Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa; egli riuscirà a sedurre gli spiriti dei grandi scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibile distruggere in pochi minuti gran parte dell’umanità. Avrà in potere i potenti che governano i popoli, e li aizzerà a fabbricare enormi quantità di quelle armi. E, se l’umanità non dovesse opporvisi, sarò obbligata a lasciar libero il braccio di Mio Figlio. Allora vedrai che Iddio castigherà gli uomini con maggior severità che non abbia fatto con il diluvio.
Verrà il tempo dei tempi e la fine di tutte le fini, se l’umanità non si convertirà; e se tutto dovesse restare come ora, o peggio, dovesse maggiormente aggravarsi, i grandi e i potenti periranno insieme ai piccoli e ai deboli. Anche per la Chiesa, verrà il tempo delle Sue più grandi prove. Cardinali si opporranno a Cardinali; Vescovi a Vescovi. Satana marcerà in mezzo alle Loro file, e a Roma vi saranno cambiamenti. Ciò che è putrido cadrà, e ciò che cadrà, più non si alzerà. La Chiesa sarà offuscata, e il mondo sconvolto dal terrore. Tempo verrà che nessun Re, Imperatore, Cardinale o Vescovo, aspetterà Colui che tuttavia verrà, ma per punire secondo i disegni del Padre mio.
Una grande guerra si scatenerà nella seconda metà del XX secolo. Fuoco e fumo cadranno dal Cielo, le acque degli oceani diverranno vapori, e la schiuma s’innalzerà sconvolgendo e tutto, affondando. Milioni e Milioni di uomini periranno di ora in ora, coloro che resteranno in vita, invidieranno i morti. Da qualunque parte si volgerà lo sguardo, sarà angoscia, miseria, rovine in tutti i paesi. Vedi? Il tempo si avvicina sempre più, e l’abisso si allarga senza speranza. I buoni periranno assieme ai cattivi, i grandi con i piccoli, i Principi della Chiesa con i loro fedeli, e i regnanti con i loro popoli. Vi sarà morte ovunque a causa degli errori commessi dagli insensati e dai partigiani di Satana il quale allora, e solamente allora, regnerà sul mondo. In ultimo, allorquando quelli che sopravviveranno ad ogni evento, saranno ancora in vita, proclameranno nuovamente Iddio e la Sua Gloria, e Lo serviranno come un tempo, quando il mondo non era così pervertito.
Va, mia piccola, e proclamalo. Io a tal fine, sarò sempre al tuo fianco per aiutarti».


IL TERZO SEGRETO DI FATIMA

Un grande castigo cadrà sull’intero genere umano, non oggi, né domani, ma nella seconda metà del Secolo XX.
In nessuna parte del mondo vi è ordine, e Satana regnerà sui più alti posti, determinando l’andamento delle cose. Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa.
Anche per la Chiesa, verrà il tempo delle Sue più grandi prove. Cardinali si opporranno a Cardinali; Vescovi a Vescovi. Satana marcerà in mezzo alle loro file e a Roma vi saranno cambiamenti. Ciò che è putrido cadrà, e ciò che cadrà più non si alzerà. La Chiesa sarà offuscata, e il mondo sconvolto dal terrore.
Una grande guerra si scatenerà nella seconda metà del XX secolo. Fuoco e fumo cadranno dal Cielo, le acque degli oceani diverranno vapori, e la schiuma s’innalzerà sconvolgendo e tutto, affondando. Milioni e milioni di uomini periranno di ora in ora, coloro che resteranno in vita invidieranno i morti.
Vi sarà morte ovunque a causa degli errori commessi dagli insensati e dai partigiani di Satana il quale allora, e solamente allora, regnerà sul mondo. In ultimo, allorquando quelli che sopravviveranno ad ogni evento, saranno ancora in vita, proclameranno nuovamente Iddio e la Sua Gloria, e Lo serviranno come un tempo, quando il mondo non era così pervertito.


Ora, per risalire alle dimensioni del foglietto, sul quale Suor Lucia scrisse il “Terzo Segreto” di Fatima, riportiamo due citazioni tratte da documenti manoscritti di Mons. João Pereira Venancio.

«Il 1° marzo 1957, Mons. João Pereira Venancio consegna il documento alla nunziatura portoghese. Prima di lasciare il prezioso documento alla nunziatura, Mons. Venancio guarda il misterioso documento controluce e discerne un semplice foglio con alcune linee di scrittura. Egli ha identificato, in trasparenza, la misura della busta e la macchia che copre le parole scritte da Suor Lucia, ma non è riuscito a leggere il contenuto, racconta p. Luciano Cristino, direttore del Servizio degli studi e della diffusione del Santuario di Fatima. Il Servizio degli studi (SESDI), dal luglio 1982, possiede nei suoi archivi un documento manoscritto di Mons. João Pereira Venancio nel quale egli racconta esattamente ciò che ha veduto in trasparenza, prima di rimettere la busta alla nunziatura. (...)
«Ecco la trascrizione del testo:
«“Ho rimesso la lettera alla nunziatura alle ore 12 del 1° marzo 1957. (La carta più grande corrisponde alla misura della busta esterna, con la data dell’8.12.1945 [14,5 x 22 cm]. La seconda carta corrisponde a ciò che è stato visto all’interno in trasparenza [12 x 18 cm]. La lettera – che poteva essere vista anche in trasparenza – è di un formato un po’ più piccolo, a 75 mm dalla parte superiore e dal lato destro. Sugli altri lati, essa si adatta alla misura della busta interna. La busta esterna aveva sul retro il sigillo di Mons. José in cera rossa. In trasparenza, non si vedeva niente all’interno, ma si indovinava che c’era della cera sui quattro angoli)”» (Laurent Morlier, “Il Terzo Segreto di Fatima pubblicato dal Vaticano è un falso - Eccone le prove...” Salpan Editore, 2005, p. 217).

«Secondo Frére Michel (p. 321) mons. Venancio avrebbe annotato pure che la scrittura sul foglio aveva 3/4 di centimetro di margine e il Kramer segnala la discrepanza col manoscritto del 2000 che non ha margini. Ma il documento di mons. Venancio che è stato pubblicato di recente, dice una cosa diversa. Il prelato ha annotato le dimensioni della busta di Lucia (12 x 18 cm) e osserva che “la lettera”, vista anch’essa in trasparenza, è un poco più piccola del formato, 3-4 cm di meno sopra e a destra, mentre sugli altri lati coincideva con la busta interna». (Aura Miguel, “Totu tuus” p. 141).

Le due citazioni potrebbero coincidere tra loro se si correggessero due imprecisioni: 75 mm, dovrebbe invece essere 7,5 mm; e 3-4 cm, dovrebbe essere 3/4 cm.
Questo sarebbe confermato dalle due frasi: “la lettera” vista in trasparenza, “è di un formato un po’ più piccolo...”, e “è un poco più piccola del formato (della busta di Lucia)”...
A questo punto, le dimensioni della lettera sono finalmente chiare e definitive: il formato della busta di Lucia meno 3/4 cm (o 7,5 mm) sopra e a destra, mentre sugli altri lati coincide con la busta interna.
La lettera, quindi, ha il formato: 11,25 cm x 17,25 cm.

Inserendo le frasi del “Terzo Segreto” su un foglio di 11,25 x 17,25 cm con un margine dello scritto di 7,5 mm, tenendo presente che il testo portoghese e quello italiano hanno circa lo stesso numero di caratteri, otteniamo il seguente risultato:

Un grande castigo cadrà sull’intero genere umano; non oggi, né domani, ma nella seconda metà del secolo XX. In nessuna parte del mondo vi è ordine e Satana regnerà sui più alti posti determinando l’andamento delle cose.
Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa. Anche per la Chiesa verrà il tempo delle sue più grandi prove: Cardinali si opporranno a Cardinali; Vescovi a Vescovi. Satana marcerà in mezzo alle loro file e a Roma vi saranno cambiamenti.
Ciò che è putrido cadrà e ciò che cadrà più non si alzerà.
La Chiesa sarà offuscata, e il mondo sconvolto dal terrore.
Una grande guerra si scatenerà nella seconda metà del secolo XX.
Fuoco e fumo cadranno dal cielo, le acque degli oceani diverranno vapori, e la schiuma s’innalzerà sconvolgendo e tutto affondando. Milioni e milioni di uomini periranno di ora in ora, coloro che resteranno in vita invidieranno i morti.
Vi sarà morte ovunque a causa degli errori commessi dagli insensati e dai partigiani di Satana il quale allora, e solamente allora, regnerà sul mondo. In ultimo, allorquando quelli che sopravviveranno ad ogni evento, saranno ancora in vita, proclameranno nuovamente Iddio e la Sua Gloria, e Lo serviranno come un tempo, quando il mondo non era così pervertito.


Il terzo segreto di Fatima


Per salvarsi occorre seguire attentamente le indicazioni di Cristo, del suo Vicario in terra [si intende i “veri” Papi legittimamente eletti da veri Cardinali in “liberi” Conclavi] e della Vergine Maria nelle sue apparizioni approvate [evitare nel contempo le apparizioni “patacche”, con i falsi messaggini … tipo whats App]. E queste indicazioni sono essenzialmente: –la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana è infallibile, immutabile, navicella inaffondabile, vera arca di Noè, sulla quale alcun diluvio, né le porte del male prevarranno giammai! –  Il Vicario di Cristo, assistito dallo Spirito Santo, è infallibile in materia di fede e di morale, custode del deposito apostolico immutabile della fede, Pietra inalterabile, Roccia sulla quale Gesù-Cristo ha fondato la sua UNICA Chiesa e che resterà tutti i giorni con noi fino alla fine dei tempi, in una sequenza ininterrotta di rappresentanti … sia materiali che formali, come recita la sana Teologia tomistica; – Cercare ed ottenere solo i “veri” autentici Sacramenti da “veri” prelati e sacerdoti con Giurisdizione e Missione canonica, evitando più che la peste quelli fasulli, sacrileghi, invalidi ed illeciti, “flatus” e sterco di satana, corsia preferenziale per l’inferno; nell’attesa: esame di coscienza con profonda contrizione e Comunione spirituale – La Chiesa “vera” c’è, è eclissataoffuscata, sotterranea, nelle catacombe, in grave pericolo, … ma c’è! MAI morirà né si trasformerà nella sinagoga di satana!… bisogna assolutamente cercarla e con l’aiuto del Signore farne parte (… extra Ecclesia nulla salus!) scrollandosi, con la rimozione di chi ne ha la potestà, le innumerevoli censure contratte. Osservare tutte le devozioni approvate e con indulgenza, praticare le opere di misericordia, pentirsi delle proprie colpe e farne oggettiva penitenza.  Pregare sempre, in particolare con il Santo Rosario e con la Salmodia in latino. - Perseverare fino alla fine della “corsa”, conservando la fede Cattolica di sempre, per conseguire il premio eterno. Che Dio ci aiuti e .. exsurgat Deus et dissipentur inimici ejus! … et:

et Ipsa conteret caput tuum!

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

giovedì 3 ottobre 2024

Il Pio Transito del Serafico Padre San Francesco d'Assisi


LA REGOLA è questa: 

Nel Nome del Signore incomincia la vita dei frati minori
La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare
il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Frate Francesco promette obbedienza e reverenza al signor papa Onorio III e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana. E gli altri frati siano tenuti a obbedire a frate Francesco e ai suoi successori.

 https://traditiocatholica.blogspot.com/2015/10/il-pio-transito-del-serafico-padre-san.html


AMDG et DVMARIAE

Storie di colpe sempre nuove... e... pronta guarigione / perdono




L’immagine cristiana dell’uomo

di Joseph Ratzinger / Benedetto XVI

L’atmosfera che dopo il Vaticano II si diffuse ampiamente nella cristianità cattolica fu inizialmente concepita in modo unilaterale come demolizione dei muri, come “abbattimento dei bastioni”, cosicché in alcuni ambienti si temette addirittura la fine del cattolicesimo, ovvero la si attese con gioia.

La ferma determinazione di Paolo VI e l’altrettanto chiara, ma gioiosamente aperta, determinazione di Giovanni Paolo II poterono nuovamente assicurare alla Chiesa – umanamente parlando – il suo proprio spazio nella storia successiva. Quando Giovanni Paolo II, che proveniva da un Paese dominato dal marxismo, venne eletto papa, vi furono certamente ambienti che credettero che un papa che proveniva da un Paese socialista dovesse necessariamente essere un papa socialista e perciò che avrebbe portato la conciliazione nel mondo come “reductio ad unum” di cristianesimo e marxismo. Tutta la stoltezza di questa posizione divenne peraltro ben presto evidente non appena si vide che proprio un papa che proveniva da un mondo socialista conosceva perfettamente l’ingiustizia di esso e potè così contribuire alla svolta sorprendente che si ebbe nel 1989 con la fine del governo marxista in Russia.

Tuttavia diviene sempre più evidente che il tramonto dei regimi marxisti è lungi dall’aver significato la vittoria spirituale del cristianesimo. La mondanità radicale si rivela invece sempre più essere l’autentica visione dominante che sottrae vieppiù al cristianesimo lo spazio per vivere.

Sin dall’inizio la modernità comincia con l’appello alla libertà dell’uomo: sin dall’accentuazione da parte di Lutero della libertà del cristiano e sin dall’umanesimo di Erasmo da Rotterdam. Ma solo nel momento storico sconvolto da due guerre mondiali, con il marxismo e il liberalismo che andavano drammaticamente estremizzandosi, si misero in moto due nuovi movimenti che condussero l’idea di libertà a un radicalismo prima di allora inimmaginabile.

Infatti, ormai si nega che l’uomo, quale essere libero, sia in qualche modo legato ad una natura che determini lo spazio della sua libertà. L’uomo ormai non ha più una natura ma “fa” sé stesso. Non esiste più una natura dell’uomo: è egli stesso a decidere cosa egli sia, maschio o femmina. È l’uomo stesso a produrre l’uomo e a decidere così sul destino di un essere che non proviene più dalle mani di un Dio creatore, ma dal laboratorio delle invenzioni umane. L’abolizione del Creatore come abolizione dell’uomo diviene dunque l’autentica minaccia per la fede. Questo è il grande compito che oggi si presenta alla teologia. Essa lo potrà assolvere solo se l’esempio di vita dei cristiani sarà più forte della potenza delle negazioni che ci circondano e che promettono una falsa libertà.

La consapevolezza dell’impossibilità di risolvere a livello puramente teorico un problema di quest’ordine di grandezza non ci dispensa certo dal cercare di prospettarne una soluzione anche a livello di pensiero.

Natura e libertà sembrano in un primo momento contrapporsi in modo inconciliabile: e tuttavia la natura dell’uomo è pensata, cioè è creazione, e come tale non è semplicemente realtà priva di spirito, ma porta essa stessa il “Logos” in sé. I Padri – in particolare Atanasio di Alessandria – hanno concepito la creazione come coesistenza di “sapientia” increata e “sapientia” creata. Qui tocchiamo il mistero di Gesù Cristo, che unisce in sé sapienza creata e increata e, come sapienza incarnata, ci chiama a essere insieme con lui.

In questo modo, però, la natura – che è data all’uomo – diviene una cosa sola con la storia di libertà dell’uomo e porta in sé due momenti fondamentali.

Da un lato ci viene detto che l’essere umano, l’uomo Adamo, ha cominciato male la storia fin dall’inizio, cosicché all’essere uomo, all’umanità di ognuno la storia dà ora in dote un dato originario sbagliato. Il “peccato originale” significa che ogni singola azione è immessa in anticipo su una traccia sbagliata.

A ciò si aggiunge però la figura di Gesù Cristo, del nuovo Adamo, che ha pagato in anticipo il riscatto per tutti noi, ponendo così un nuovo inizio nella storia. Questo significa che la “natura” dell’uomo per un verso è malata, bisognosa di correzione (“spoliata et vulnerata”). Questo la pone in contrasto con lo spirito, con la libertà, come di continuo sperimentiamo. Ma in termini generali essa é anche già redenta. E questo in un duplice senso: perché in generale già é stato fatto abbastanza per tutti i peccati e perché al contempo questa correzione può sempre essere ridonata a ognuno nel sacramento del perdono. 

*Da un lato, la storia dell’uomo è storia di colpe sempre nuove,  *dall’altro è sempre di nuovo pronta la guarigione. L’uomo è un essere che ha bisogno di guarigione, di perdono. *Fa parte del nocciolo dell’immagine cristiana dell’uomo che questo perdono ci sia come realtà e non solamente come un bel sogno. *Qui trova la sua giusta collocazione la dottrina dei sacramenti. Diviene chiara la necessità del Battesimo e della Penitenza, dell’Eucaristia e del Sacerdozio, come anche del sacramento del Matrimonio.

A partire da qui può essere allora affrontata concretamente la questione dell’immagine cristiana dell’uomo. È importante innanzitutto la constatazione espressa da san Francesco di Sales: non esiste “la” immagine cristiana dell’uomo, ma molte possibilità e strade nelle quali si presenta l’immagine dell’uomo: da Pietro a Paolo, da Francesco a Tommaso d’Aquino, da fratel Corrado al cardinale Newman, e così via. Dove è innegabilmente presente un certo accento che parla in favore di una predilezione per i “piccoli”.

Naturalmente sarebbe da considerare in questo contesto anche l’interazione fra “Torah” e Discorso della Montagna, sulla quale ho detto qualcosa nel mio libro su Gesù.

*

(s.m.) Il libro al quale Ratzinger rimanda in queste ultime due righe è il primo volume della sua trilogia suGesù di Nazaret”, pubblicato nella primavera del 2007.

Nel capitolo quarto del libro, dedicato al Discorso della Montagna, Gesù appare come il « nuovo Mosè » che porta a compimento la “Torah”, la legge. Le Beatitudini sono i punti cardine della nuova legge e, al tempo stesso, un autoritratto di Gesù. La legge è lui stesso: « È questo il punto che esige una decisione e perciò è il punto che conduce alla croce e alla risurrezione ».

In questo stesso capitolo, ben quindici pagine sono dedicate a un confronto col rabbino americano Jacob Neusner, il quale in un suo precedente libro del 1993 immaginava di essere stato anche lui tra gli uditori del Discorso della Montagna, ma di non aver creduto in Gesù, restando fedele a quello che egli chiamava “l’Israele eterno”.

Neusner commentò il libro di Benedetto XVI sul “Jerusalem Post” del 29 maggio 2007. In un “ragionare col papa” che resta tuttora uno dei momenti più alti del dialogo tra ebrei e cristiani.

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Sandro Magister è stato firma storica del settimanale L’Espresso.
Questo è l’attuale indirizzo del suo blog Settimo Cielo, con gli ultimi articoli in lingua italiana: settimocielo.be
Ma di Settimo Cielo è consultabile anche l’intero archivio, anno per anno e in più lingue:
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Come pure l’indice completo del blog www.chiesa che l’ha preceduto: