IL LIBRO
La Madre del Salvatore, spiegata da Garrigou-Lagrange
La dimensione dogmatica della mariologia collegata alla dimensione contemplativa sul ruolo di Maria nella storia della salvezza. Fresco di ripubblicazione un testo del neotomista Garrigou-Lagrange: La Madre del Salvatore.
È stato uno dei più autorevoli e penetranti interpreti di san Tommaso d’Aquino. Parliamo di padre Réginald Garrigou-Lagrange (1877-1964), di cui è stato da poco ripubblicato il libro La Madre del Salvatore. E la nostra vita interiore (Fede & Cultura, giugno 2023, pp. 418). Si tratta del suo settimo testo ripubblicato da Fede & Cultura, sette libri fondamentali, ampiamente sufficienti per mettersi alla scuola di questo domenicano e teologo francese. Rileggere e studiare oggi - come dovrebbero fare i seminaristi e i laici che desiderano una formazione integrale - testi come La sintesi tomistica (2015), La vita eterna e la profondità dell’anima (2018) o Le tre età della vita spirituale (2020), è utilissimo e benefico.
Padre Garrigou spese la vita per la ricerca teologica, la diffusione della verità che salva e la difesa della dottrina evangelica, ad mentem Thomae. In tal senso, insegnò per mezzo secolo a Roma (dal 1909 al 1959), presso l’Angelicum, dove si formarono generazioni di teologi e intellettuali cattolici, tra i quali san Giovanni Paolo II. Morì nella capitale del cattolicesimo, sua seconda patria, nel 1964, e san Paolo VI lo citò più volte nelle udienze generali (27 novembre 1968, 11 dicembre 1968, 22 luglio 1970).
Ma anche la mariologia del domenicano francese è profonda, architettonica, intensa e al contempo personale ed esistenziale, come nota il curatore dell’opera, Marco Bracchi. Secondo Bracchi, al di là delle facili e vane critiche di “astrattismo” o “intellettualismo” che i neoterici usano verso gli scolastici, «la Vergine è per lui il modello concreto – né angelicato né distante – dell’operare della grazia divina» (p. 13).
In pratica, padre Reginaldo sintetizza e non contrappone la mariologia cristotipica e la mariologia ecclesiotipica (cf. p. 12) come si farà invece in anni più recenti, periodo definito da taluno come «l’era glaciale della mariologia». Padre Garrigou, del resto, non si ferma a san Tommaso e al Medioevo. Ma al Dottore Comune della Chiesa associa, senza commistioni indebite o alterazioni di sorta, la teologia spirituale di figure come san Giovanni della Croce, santa Teresa d’Avila, sant’Alfonso Maria de’ Liguori, e ciò fa sempre sotto la direzione del più recente magistero dei pontefici. Bracchi spiega che il teologo francese collega la dimensione dogmatica della mariologia, senza cui si farebbe una mariologia a geometria variabile, alla dimensione contemplativa sul ruolo – spirituale, esistenziale, psicologico – di Maria «nella storia della salvezza» (p. 15).
I quattro dogmi mariani (Maternità divina, Verginità perpetua, Immacolata Concezione e Assunzione al Cielo) sono le basi e le fondamenta vive della nostra vita spirituale ordinaria di credenti. Anche perché, come ricordava Paolo VI: «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani» (24 aprile 1970).
Secondo Marco Bracchi, in questo accessibile trattato di mariologia cattolica, «il pensatore d’Oltralpe non si ferma mai al primo livello speculativo (…), ma conclude sempre alla forma applicativa della riflessione» (p. 15). Ovvero a cosa è, a cosa deve essere, Maria per noi, alla luce della sua piena partecipazione alla natura umana e alla sua, unica e inimitabile, collaborazione all’opera redentrice del Figlio.
Padre Reginaldo, oltre alla trattazione scientifica sul mistero di Maria, si diffonde sui principali temi annessi e connessi, che oggi, purtroppo, trovano meno spazio nelle facoltà teologiche e presso i mariologi à la page. Tra questi temi, ci piace citare la «predestinazione di Maria» (pp. 50-60), il progresso spirituale di Maria, senza cui non ci sarebbe il merito della conquista (pp. 121-142), la maternità universale di Maria rispetto a tutti gli uomini e non solo gli eletti (pp. 216-224), la mediazione della Vergine (pp. 225-233 e 281-290), la Corredenzione mariana (pp. 243-256, con una preghiera che la definisce «Corredentrice del genere umano» approvata da san Pio X, p. 381), la misericordia di Maria (pp. 291-300), la sua regalità universale (pp. 301-319) e la consacrazione a Lei (pp. 334-345).
«Dio ci parla attraverso le buone letture», diceva padre Pio da Pietrelcina. E questa lo è.
Fabbrizio Cannone
Nessun commento:
Posta un commento