sabato 14 maggio 2022

Giovanni duns scoto


Morte a Colonia

 

Scoto ha così trascorso l'ultimo periodo della vita nel convento francescano di Colonia, sede di uno Studium generale dell'Ordine, come è attestato da tutti gli storici, oltre che dall'iscrizione posta sulla sua tomba e dall'antico necrologio del convento.

Anche sull'ultima infermità, che avrebbe colpito Duns Scoto nell'esercizio del suo magistero a Colonia, o sulle circostanze prossime che lo condussero precocemente alla tomba, non ci sono pervenute notizie coeve e autentiche. Sono state fatte soltanto congetture più o meno fondate. Di certo e indiscutibile si sa solo questo: Scoto morì a Colonia nel convento francescano, ove insegnava teologia, in giorno di venerdì, l'8 novembre del 1308, ottava di tutti i santi; alle sue spoglie fu data sepoltura nell'annessa chiesa conventuale, la Minoritenkirche.

La prima attestazione della morte di Giovanni Duns Scoto proviene dalla fonte più diretta e autentica: il Necrologium dell'antico convento. Il documento, che era custodito nell'Archivio conventuale, è purtroppo andato perduto a seguito delle spogliazioni e manomissioni del convento, ma il padre Matteo Ferchio, che lo ebbe tra le mani quando fu a Colonia in occasione della traslazione delle ossa di Scoto nel gennaio 1619, ne trascrisse l'esatta dicitura, che riportò testualmente nella Apologia Prima da lui pubblicata nel 1620.

Si tratta di una memoria semplice e lapidaria, che sembra richiamare quelle degli antichi martirologi: indicazione del nome e sua condizione, ufficio nell'insegnamento e titolo dottorale, giorno mese e anno (e luogo) della morte; essa così recita: “Rever. P.F. Ioannes Scotus Sacrae Theologiae Professor, Doctor Subtilis nominatus, quondam Lector Coloniae, qui obiit anno Domini 1308, sexto Idus Novembris”.

Dopo la morte la memoria di Scoto si è sempre conservata tra i Frati e diffusa tra la gente. Il culto per l'esemplarità della sua vita è così naturalmente fiorito e si è conservato fino ai nostri giorni. A causa della confusa situazione dei suoi scritti, però, non si potè giungere subito ad un riconoscimento ufficiale della santità da parte della Chiesa. Solo dopo un lungo e paziente lavoro di ricostruzione dell’opera del Dottor Sottile, san Giovanni Paolo II potè promulgare il 6 luglio 1991 il Decreto di conferma del culto del beato Giovanni Duns Scoto e, nella solenne e pubblica celebrazione in San Pietro del 20 marzo 1993, stabilì l’8 novembre giorno della memoria liturgica.

[Per una bibliografia essenziale: C.K. Brampton, Duns Scotus at Oxford, 1288-1301, Franciscan Studies 24 (1964) 5-20 - R. Zavalloni, Giovanni Duns Scoto. Maestro di vita e pensiero, Ed. Francescane Bologna, Bologna 1992 - W.J. Courtnay, Scotus at Paris, in Via Scoti. Methodologia ad mentem Joannis Duns Scoti, Atti del Congresso Scotistico Internazionale, Roma 9-11 marzo 1993, a cura di L. Sileo, vol. I, PAA-Edizioni Antonianum, Roma 1995, 149-163 - A.B. Wolter, Duns Scotus at Oxford, in Via Scoti. Methodologia ad mentem Joannis Duns Scoti, Atti del Congresso Scotistico Internazionale, Roma 9-11 marzo 1993, a cura di L. Sileo, vol. I, PAA-Edizioni Antonianum, Roma 1995, 183-192 - O. Boulnois, La rigoeur de la charité, Cerf, Paris 1998 - A. Vos, The philosophy of John Duns Scotus, Edinburgh University Press,



 Edinburgh 20072]

venerdì 13 maggio 2022

CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA, OGGI 13 MAGGIO 2022

 Madonna di Fatima



CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO della B.V. MARIA di FATIMA


Vergine Santa, Madre di Gesù e Madre nostra, che sei apparsa a Fatima ai tre pastorelli per recare al mondo un messaggio di pace e di salvezza, io mi impegno ad accogliere questo tuo messaggio.

Mi consacro oggi al tuo Cuore Immacolato, per appartenere così più perfettamente a Gesù. Aiutami a vivere fedelmente la mia consacrazione con una vita tutta spesa nell'amore di Dio e dei fratelli, sull'esempio della tua vita.

In particolare Ti offro le preghiere, le azioni, i sacrifici della giornata, in riparazione dei peccati miei e degli altri, con l'impegno di compiere il mio dovere quotidiano secondo la volontà del Signore.

Ti prometto di recitare ogni giorno il Santo Rosario, contemplando i misteri della vita di Gesù, intrecciati ai misteri della tua vita.

Voglio vivere sempre da vero figlio tuo e cooperare perchè tutti Ti conoscano e amino come Madre di Gesù, vero Dio e unico nostro Salvatore. Così sia. Ave Maria Cuore Immacolato di Maria, prega per noi.


SUPPLICA ALLA MADONNA DI FATIMA


per il 13 Maggio e il 13 Ottobre ore 12


Madonna di Fatima


O Vergine Immacolata, in questo giorno solennissimo, e in quest'ora memoranda, in cui apparendo per l'ultima volta nelle vicinanze di Fatima a tre innocenti pastorelli, vi dichiaraste per la Madonna del Rosario e diceste d'essere venuta appositamente dal cielo per esortare i cristiani a cambiar vita, a far penitenza dei peccati e a recitare ogni giorno il S. Rosario, noi animati dalla vostra bontà veniamo a rinnovarVi le nostre promesse, a protestarVi la nostra fedeltà e ad umiliarVi le nostre suppliche. Volgete, o Madre amatissima, su di noi il vostro sguardo materno ed esauditeci. Ave Maria

1 O Madre nostra, nel vostro Messaggio ci avete prevenuti: «Una propaganda empia diffonderà nel mondo i suoi errori, suscitando guerre e persecuzione alla Chiesa. Molti buoni saranno martirizzati. Il S. Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno annientate». Tutto purtroppo si va tristamente verificando. La S. Chiesa, nonostante le immense effusioni di carità sulle miserie accumulate dalle guerre e dall'odio, viene combattuta, oltraggiata, coperta di scherno, impedita nella sua divina missione. I fedeli con parole mendaci, ingannati e travolti nell'errore dai senza Dio. O Madre tenerissima, pietà di tanti mali, date forza alla S. Sposa del vostro Divin Figliolo, che prega, combatte e spera. Confortate il S. Padre; sostenete i perseguitati per la giustizia, date coraggio ai tribolati, aiutate i Sacerdoti nel loro ministero, suscitate anime d'Apostoli; rendete fedeli e costanti tutti i battezzati; richiamate gli erranti; umiliate i nemici della Chiesa; conservate i fervorosi, rianimate i tiepidi, convertite gli infedeli. Salve Regina

2 O Madre benigna, se l'umanità si è allontanata da Dio, se errori colpevoli e perversioni morali col disprezzo dei divini diritti e l'empia lotta contro il S. Nome, hanno provocato la Divina Giustizia, noi non siamo senza colpa. La nostra vita cristiana non è ordinata secondo gli insegnamenti della Fede del Vangelo. Troppa vanità, troppa ricerca del piacere, troppa dimenticanza dei nostri eterni destini, troppo attaccamento a ciò che passa, troppi peccati, hanno giustamente fatto gravare su di noi il pesante flagello di Dio. Diradate, o Madre, le tenebre del nostro intelletto, corroborate le nostre fiacche volontà, illuminateci, convertiteci e salvateci.

E pietà vi prenda anche delle nostre miserie, dei nostri dolori e dei nostri disagi per la vita quotidiana. O Madre buona, non guardate i nostri demeriti, ma la materna vostra bontà e venite in nostro soccorso. Otteneteci il perdono dei nostri peccati e dateci il pane per noi e le nostre famiglie: pane e lavoro, pane e tranquillità per i nostri focolari, pane e pace imploriamo dal vostro Cuore materno. Salve Regina

3 Si ripercuote nell'anima nostra il gemito del Vostro Cuore Materno: «Bisogna che si emendino, che domandino perdono dei peccati, che non offendano più Nostro Signore, che è già tanto offeso. Sì, è il peccato, causa di tante rovine. è il peccato che rende infelici i popoli e le famiglie, che semina di spine e di lacrime il sentiero della vita. O Madre buona, noi qui ai vostri piedi ne facciamo una promessa solenne e fervorosa. Ci pentiamo delle nostre colpe e siamo confusi nel terrore dei mali meritati in vita e nell'eternità. E invochiamo la grazia della S. Perseveranza nel buon proposito. Custoditeci nel vostro Cuore Immacolato per non cadere in tentazione. è questo il rimedio di salvezza che ci avete indicato. «Il Signore per salvare i peccatori, vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato».

Dunque al Vostro Cuore Immacolato Dio ha affidato la salvezza del nostro secolo. E noi in questo Cuore Immacolato ci rifugiamo; e vogliamo che tutti i nostri fratelli erranti e tutti gli uomini vi trovino asilo e salvezza. Sì, o Vergine Santa, trionfate nei nostri cuori e fateci degni di cooperare ai trionfi del vostro Cuore Immacolato nel mondo. Salve Regina

4 Permetteteci, o Vergine Madre di Dio, che noi rinnoviamo in questo momento la nostra Consacrazione e quella delle nostre famiglie. Sebbene tanto deboli noi promettiamo che lavoreremo, con l'aiuto Vostro, affinché tutti si consacrino al vostro Cuore Immacolato, che specialmente... (Trani) nostra diventi tutta un trionfo con la Comunione riparatrice nei primi sabati, con la consacrazione delle famiglie dei cittadini, con il Santuario, che dovrà sempre ricordarci le materne tenerezze della vostra Apparizione a Fatima.

E rinnovate su di noi e su questi nostri desideri e voti, quella materna Benedizione che ascendendo verso il Cielo, donaste al mondo.



mercoledì 11 maggio 2022

Le eresie di Giuda Iscariota e le rinunce di Giovanni

 


CCCLVI. Verso Gadara. Le eresie di Giuda Iscariota e le rinunce di Giovanni che vuole solo amare.

   10 dicembre 1945.

   356.1Gesù è già nell’Oltre-Giordano. E da quello che comprendo è, questa che si vede in alto di una collina tutta verde, la città di Gadara, e anche è la prima città che toccano dopo essere sbarcati sulla sponda sud-orientale del lago di Galilea, perché lì sono sbarcati, lasciando di scendere a Ippo dove erano stati preceduti dalle barche portanti gli ostili a Gesù. Penso siano sbarcati perciò proprio di fronte a Tarichea, allo sbocco del Giordano dal lago.
   «Tu la sai la via più breve per andare a Gadara, non è vero?
   Te la ricordi?», chiede Gesù.
   «E come! Quando saremo alle sorgenti calde sul Yarmoc non avremo che seguire la via», risponde Pietro.
   «E le sorgenti dove le trovi?», chiede Tommaso.
   «Oh! basta avere naso per trovarle. Puzzano qualche miglio avanti di esserci!», esclama Pietro arricciando con disgusto il naso.
   «Non sapevo che tu soffrivi di dolori…», osserva Giuda Iscariota.
   «Dolori io? E quando mai?».
   «Eh! sei così pratico delle sorgenti calde sul Yarmoc che ci devi essere stato».
   «Mai avuto bisogno di sorgenti, io, per stare bene! I veleni dalle ossa mi sono usciti colle sudate dell’onesto lavoro… e del resto, avendo più lavorato che goduto, dei veleni ne sono entrati pochi, sempre pochi in me…» «Questa è per me, non è vero? Già! Io sono colpevole di tutte le cose!…», dice inquieto Giuda.
   «Ma chi ti ha morso? Tu chiedi, io rispondo, a te come avrei risposto al Maestro o a un compagno. E credo che nessuno di loro, neppure Matteo che… è stato un gaudente, se ne sarebbe avuto a male».
   «Ebbene, io me ne ho a male!».
   «Non ti sapevo così delicato. Ma della supposta insinuazione te ne chiedo scusa. Per amore del Maestro, sai? Del Maestro che ha già tante afflizioni dagli estranei senza avere bisogno di averne altre da noi. Guardalo, invece di correre dietro alle tue sensibilità, e vedrai che ha bisogno di pace e di amore».
   Gesù non parla. Guarda soltanto Pietro e gli sorride riconoscente.

   356.2Giuda non risponde in merito all’osservazione giusta di Pietro. È chiuso e inquieto. Vuole mostrarsi cortese, ma la stizza, il malumore, la delusione che ha in cuore gli trapelano dallo sguardo, dalla voce, dall’espressione e persino dall’andatura prepotente, che fa un grande sbatacchio di suole come per sfogarsi, percuotendo con ira il suolo per dare uno sfogo a tutto quello che gli bolle dentro.
   Ma si sforza a parere calmo e a voler fare il cortese, non ci riesce, ma tenta… Chiede a Pietro: «E allora come conosci questi luoghi? Forse ci sei stato per tua moglie?».
   «No, ci sono passato quando nell’etamin siamo venuti in Auranite col Maestro. Io ho accompagnato la Madre e le discepole sino alle terre di Cusa. E perciò, venendo da Bozra, sono passato di qui», risponde sinceramente e prudentemente Pietro.
   «Tu solo eri?», chiede ironico Giuda.
   «Perché? Credi che io non valga da solo molti, quando è il caso di valere e c’è un lavoro di fiducia da fare e lo si fa con amore, per di più?».
   «Oh! quanta superbia! Vorrei averti visto!».
   «Avresti visto un uomo serio che accompagnava delle donne sante».
   «Ma eri proprio solo?», chiede con vero atto da inquisitore Giuda.
   «Ero coi fratelli del Signore».
   «Ah! ecco! Cominciano le ammissioni!».
   «E cominciano a tirarmi i nervi! Si può sapere che hai?».
   «È vero. È una vergogna», dice il Taddeo.
   «Ed è ora di finirla», rincara Giacomo di Zebedeo.
   «Non ti è lecito schernire Simone», rimprovera Bartolomeo.
   «Che, te lo dovresti ricordare, è il capo di noi tutti», termina lo Zelote.
   Gesù non parla.
   «Oh! io non schernisco nessuno, non ho proprio nulla. Solo mi piace stuzzicarlo un po’…».
   «Non è vero! Tu menti! Tu fai domande astute perché vuoi arrivare a stabilire qualcosa. Il subdolo crede tutti subdoli. Qui non ci sono segreti. C’eravamo tutti, abbiamo fatto tutti la stessa cosa: quella ordinata dal Maestro. E non c’è altro. Lo capisci?», grida proprio irato l’altro Giuda.
   «Silenzio. Siete pari a femmine litigiose. Avete tutti torto. E mi vergogno di voi», dice severo Gesù.

   356.3Si fa un silenzio fondo mentre vanno verso la città sulla collina.
   Rompe il silenzio Tommaso dicendo: «Che cattivo odore!».
   «Sono le sorgenti. Quello è lo Yarmoc e quelle costruzioni le terme dei romani. Oltre quelle è una bella via tutta lastricata che va a Gadara. I romani vogliono viaggiare bene. Bella è Gadara!», dice Pietro.
   «Sarà anche più bella perché qui non ci troveremo certi…
   esseri, in abbondanza almeno», brontola fra i denti Matteo.
   Passano il ponte sul fiume fra acri odori di acque solforose. Rasentano le terme, passano fra i veicoli romani, prendono una bella via, pavimentata a larghi lastroni, che conduce alla città in cima alla collina, bella fra la sua cinta di mura.
   Giovanni si fa presso al Maestro: «È vero che dove sono quelle acque lì è stato in antico precipitato nelle viscere del suolo un dannato? Mia madre ce lo diceva da piccini, per farci capire che non si deve peccare, se no l’inferno si apre sotto i piedi del maledetto da Dio e lo inghiotte. E poi, per ricordo e ammonizione, restano delle fessure dalle quali esce odore, calore e acque d’inferno. Io avrei paura a bagnarmi in esse…».
   «Di che, fanciullo? Non ne saresti corrotto. Più facile è essere corrotti da quegli uomini che hanno dentro l’inferno e ne emanano fetore e veleni. Ma si corrompono solo quelli che hanno già tendenza a farlo da loro».
   «Ne potrei essere corrotto io?».
   «No. Anche tu fossi in una turba di demoni, no».
   «Perché? Cosa ha di diverso dagli altri, lui?», chiede subito Giuda di Keriot.
   «Ha che è puro in tutti i modi, e perciò vede Dio», risponde Gesù. E Giuda ride malignamente.
   Giovanni torna a chiedere: «Allora non sono bocche dell’inferno quelle sorgenti?».
   «No. Sono all’opposto cose buone messe dal Creatore per i suoi figli. L’inferno non è chiuso nella Terra. È sulla Terra, Giovanni. Nel cuore degli uomini. E oltre si completa».

   356.4«Ma c’è proprio l’inferno?», chiede l’Iscariota.
   «Ma che dici?», gli chiedono i compagni scandalizzati.
   «Dico: c’è proprio? Io, e non sono solo, non ci credo».
   «Pagano!», urlano con orrore.
   «No. Israelita. Siamo in molti a non credere certe fole, in Israele».
   «Ma allora come fai a credere al Paradiso?», «E alla giustizia di Dio?», «Dove metti i peccatori?», «Come spieghi Satana?», urlano in tanti.
   «Dico quello che penso. Mi è stato rimproverato di essere un mentitore poco fa. Io dimostro che sono sincero anche se questo vi scandalizza di me e mi rende odioso agli occhi vostri. Del resto non sono solo in Israele, da quando Israele si è progredito nel sapere col contatto degli ellenisti e dei romani, che crede così. Né il Maestro, l’unico del quale rispetto il giudizio, può rimproverare né me né Israele, Lui che protegge ed è palesemente amico di greci e romani… Io parto da questo concetto filosofico. Se tutto è controllato da Dio, tutto ciò che facciamo è per sua volontà, e perciò ci deve premiare tutti a un modo perché non siamo che automi mossi da Lui. Noi siamo esseri privi di volontà. Lo dice anche il Maestro: “La volontà dell’Altissimo. La volontà del Padre”. Ecco l’unica Volontà. Ed è tanto infinita che schiaccia e annulla la volontà limitata delle creature. Perciò tanto il bene che il male, che sembra che noi facciamo, lo fa Dio, perché ce lo impone. Perciò non ci punirà del male e sarà così esercitata la sua giustizia, perché le nostre colpe non sono volontarie ma imposte da chi vuole che le facciamo perché bene e male siano sulla Terra. Chi è cattivo è il mezzo espiativo dei meno cattivi. E per sé soffre di non poter essere considerato buono, e così espia la sua parte di colpa. Gesù l’ha detto. L’inferno è sulla Terra e nel cuore degli uomini. Satana io non lo sento. Non c’è. Lo credevo un tempo. Ma da qualche tempo sono sicuro che tutto è fola. E credere così è giungere alla pace».
   Giuda sciorina queste… teorie con una sicumera talmente formidabile che gli altri restano senza fiato…

   356.5Gesù tace. E Giuda lo stuzzica: «Non ho ragione, Maestro?».
   «No». Il “no” è così secco che pare uno scoppio.
   «Eppure io… Satana non lo sento e non ammetto il libero arbitrio, il Male. E tutti i sadducei sono con me, e con me sono molti altri, d’Israele o meno. No. Satana non c’è».
   Gesù lo guarda. Uno sguardo che è così complesso che non si può analizzare. È da giudice e da medico, da addolorato, da sbalordito… c’è tutto…
   Giuda, ormai lanciato, termina: «Sarà perché sono meglio degli altri, più perfetto, che ho superato il terrore degli uomini per Satana».
   E Gesù zitto. E lui stuzzica: «Ma parla! Perché io non ne ho terrore?». Gesù tace. «Non rispondi, Maestro? Perché? Hai paura?».
   «No. Sono la Carità. E la Carità trattiene il suo giudizio fino a che non è obbligata a darlo… Lasciami e ritirati», dice in ultimo, perché Giuda cerca di abbracciarlo, e termina in un soffio, stretto per forza fra le braccia del bestemmiatore: «Mi fai ribrezzo! Satana non lo vedi e senti perché è tutt’uno con te. Va’ via, demonio!».
   Giuda, sfrontato, lo bacia e ride, come se il Maestro gli avesse detto in segreto qualche lode.
   Torna dagli altri, che si sono fermati esterrefatti, e dice:
   «Vedete? Io so aprire il cuore al Maestro. E lo faccio felice perché gli mostro la mia confidenza e ne ho lezione. Voi invece!… Mai osate parlare. Perché siete dei superbi. Oh! io sarò quello che saprà più di tutti di Lui. E potrò parlare…».

   356.6Sono raggiunte le porte della città. Vi entrano tutti insieme perché Gesù li ha attesi. Ma mentre passano l’androne Gesù ordina: «I miei fratelli e Simone vadano avanti ad adunare la gente».
   «Perché non io, Maestro? Non mi dài più delle missioni? Non sono più necessarie ora? Me ne hai date due di seguito, e lunghe dei mesi…».
   «E te ne sei lamentato dicendo che volevo allontanarti. Ora ti lamenti perché ti tengo vicino?».
   Giuda non sa che rispondere e tace. Va avanti con Tommaso, lo Zelote, Giacomo di Zebedeo e Andrea. Gesù si ferma per lasciare passare Filippo, Bartolomeo, Matteo e Giovanni, come volesse stare solo. Lo lasciano fare.
   Ma l’amoroso cuore di Giovanni, che ha avuto più volte un luccicare di lacrime negli occhi durante le dispute e le bestemmie di Giuda, fa voltare dopo poco l’apostolo, in tempo per vedere che Gesù, credendosi inosservato nella vietta solitaria e cupa per i continui archivolti che la coprono, si porta le mani alla fronte con un gesto di dolore, curvandosi come chi soffre tanto. Lascia in asso i compagni, il biondo Giovanni, e torna dal Maestro suo: «Che hai, Signor mio? Soffri di nuovo tanto, come quando ti ritrovammo ad Aczib? Oh! mio Signore!».
   «Nulla, Giovanni, nulla! Aiutami tu, col tuo amore. E taci con gli altri. Prega per Giuda».
   «Sì, Maestro. È molto infelice, non è vero? È nelle tenebre e non sa di esserci. Crede di avere raggiunto la pace… È pace la sua?».
   «È molto infelice», dice Gesù accasciato.
   «Non ti accasciare così, Maestro. Pensa a quanti peccatori, induriti nel peccato, sono tornati buoni. Così farà Giuda. Oh! Tu lo salverai certo! Questa notte la passerò in orazione per questo. Dirò al Padre di fare di me uno che sa solo amare, non voglio più che questo. Sognavo di dare la vita per Te o di fare brillare la tua potenza attraverso alle mie opere. Ora non più di questo. Rinuncio a tutto, scelgo la vita più umile e comune e chiedo al Padre di dare tutto il mio a Giuda… per farlo contento… e perché così si volga alla santità… Signore… io dovrei dirti delle cose… Io credo sapere perché Giuda è così».
   «Vieni questa notte. Pregheremo insieme e parleremo».
   «E il Padre mi ascolterà? Accetterà il mio sacrificio?».
   «Il Padre ti benedirà. Ma ne soffrirai…».
   «Oh! no! Basta che veda Te contento… e che Giuda… e che Giuda…».
   «Sì, Giovanni.

   356.7Guarda, ci chiamano. Corriamo».
   La vietta diviene una bella via. La via diviene arteria ornata di portici e fontane. E si orna di piazze l’una più bella dell’altra. Si incrocia con un’altra arteria uguale, e certo nel fondo è un anfiteatro. E malati diversi sono già radunati in un angolo dei portici in attesa del Salvatore.
   Pietro viene incontro a Gesù: «Hanno conservato la fede in ciò che dicemmo di Te in etamin. Sono venuti subito».
   «Ed Io subito premierò la loro fede. Andiamo».
   E va, nel tramonto avanzato che tinge di rosso i marmi, a sanare coloro che lo attendono con fede.







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LA CORONA ANGELICA DI DIO E DI MARIA, ROSA MISTICA.

 

LA CORONA ANGELICA DI DIO E DI MARIA, ROSA MISTICA.


LA CORONA ANGELICA 

DI DIO E DI MARIA, ROSA MISTICA

- Questa corona è composta da 49 grani, suddivisi in 7 gruppi separati (Si può usare anche un rosario dell'Addolorata o dello Spirito Santo) -

FARE IL SEGNO DI CROCE +

"O Dio vieni a salvarmi con i tuoi angeli,

Signore vieni presto in mio aiuto".

(Sulla Croce, che è all'inizio della Corona)

  1. Io Credo in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra
  2. e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio e nostro Signore,
  3. il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine,
  4. patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto
  5. discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò da morte;
  6. salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre Onnipotente
  7. di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
  8. Credo nello Spirito Santo,
  9. la Santa Chiesa cattolica, la comunione dei Santi,
  10. la remissione dei peccati,
  11. la resurrezione della carne,
  12. la vita eterna. Amen

Padre Nostro...

Ave Maria - per ottenere più Fede.

Ave Maria - per ottenere più Speranza.

Ave Maria - per ottenere più Carità.

Sul grano del Pater noster:

Primo mistero

<< O Santo Arcangelo MICHELE"Chi è come Dio?"

guidaci nell'umiltà per combattere il demone della superbia,

affinché noi diventiamo a somiglianza di Gesù eucaristico, 

umile e mite di cuore, per appartenere alla sua dinastia regale.  Amen.>>

* Sui 7 grani ripetere:

<< O MARIARegina degli Angeli, intercedi per noi presso il Signore, 

per preparare la Sua Venuta Maestosa con i Suoi figli devoti, 

segnati dal sigillo regale dello Spirito Santo, tuo Sposo divino. Amen.>>

Secondo mistero (Sul grano del Pater noster):

<<O Santo Arcangelo GABRIELE, "Potenza di Dio"

insegnaci a dare con generosità per combattere il demone

dell'avidità, affinché noi diventiamo a somiglianza di

Gesù, donatore di vita eterna, per appartenere 

alla sua dinastia regale. Amen.>>

<< O MARIA, Regina degli Angeli, intercedi per noi presso il Signore, 

per preparare la Sua Venuta Maestosa con i Suoi figli devoti, 

segnati dal sigillo regale dello Spirito Santo, tuo Sposo divino. Amen.>>

Terzo mistero:

<<O Santo Arcangelo RAFFAELE, "Medicina di Dio",

guariscici da tutte le malattie e da tutti i peccati di impurità 

per combattere il demone della lussuria, affinché noi

diventiamo a somiglianza di Gesù, santo e puro di cuore,

per appartenere alla sua dinastia regale. Amen.>>

Sui sette grani bianchi (ripetere 7 volte):

<< O MARIA, Regina degli Angeli, intercedi per noi presso il Signore, 

per preparare la Sua Venuta Maestosa con i Suoi figli devoti, 

segnati dal sigillo regale dello Spirito Santo, tuo Sposo divino. Amen.>>


Quarto mistero:

<<O Santo Arcangelo URIELE, "Fuoco di Dio", insegnaci

ad essere pazienti per combattere il demone dell'ira, 

affinché noi diventiamo a somiglianza di Gesù, agnello paziente, 

per appartenere alla sua dinastia regale. Amen.>>

<< MARIA, Regina degli Angeli, intercedi per noi presso il Signore, 

per preparare la Sua Venuta Maestosa con i Suoi figli devoti, 

segnati dal sigillo regale dello Spirito Santo, tuo Sposo divino. Amen.>>

Quinto mistero:

Quinto mistero

<< O Santo Arcangelo GEUDIELE, "Lode a Dio", guidaci

nell' accettare i decreti divini per combattere il démone

dell'invidia, affinché noi diventiamo a somiglianza di

Gesù, esecutore perfetto dei decreti del Padre,

per appartenere alla sua dinastia regale. Amen. > >

<< O MARIA, Regina degli Angeli, intercedi per noi presso il Signore, 

per preparare la Sua Venuta Maestosa con i Suoi figli devoti, 

segnati dal sigillo regale dello Spirito Santo, tuo Sposo divino. Amen.>>

Sesto mistero:

<< O Santo Arcangelo SEALTIELE, "Preghiera a Dio"

insegnaci ad essere temperanti per combattere il demone

della gola, affinché noi diventiamo a somiglianza di Gesù, 

perfetto in ogni azione, per appartenere alla sua dinastia regale.  Amen. >>

<< O MARIA, Regina degli Angeli, intercedi per noi presso il Signore, 

per preparare la Sua Venuta Maestosa con i Suoi figli devoti, 

segnati dal sigillo regale dello Spirito Santo, tuo Sposo divino. Amen.>>

Settimo mistero:

<< O Santo Arcangelo BARACHIELE, "Benedizione di Dio",

guidaci nello zelo per il Signore, per combattere il

demone dell' accidia, affinché noi diventiamo a somiglianza di Gesù, 

impegnato nel fare la volontà del Padre,

per appartenere alla sua dinastia regale. Amen. >>

<< O MARIA, Regina degli Angeli, intercedi per noi presso il Signore, 

per preparare la Sua Venuta Maestosa con i Suoi figli devoti, 

segnati dal sigillo regale dello Spirito Santo, tuo Sposo divino. Amen.>>

 OREMUS:

<< O SIGNORE ONNIPOTENTE

che Ti manifesti umilmente nella Santa Eucaristia

per intercessione di Maria Santissima

Rosa Mistica e dei Tuoi sette Arcangeli che giorno e notte

Ti lodano presso il Tuo Trono Santo - Ti preghiamo concedici le 

Tue sette sante virtù cristiane per essere fortificati

nell' anima con l'unzione regale, di modo che possiamo

sconfiggere tutte le cause dei nostri mali e garantirci

sempre la Tua Divina Provvidenza ora e sempre.  Amen. >>

FARE IL SEGNO DI CROCE +

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https://devozioni.altervista.org/testi/rosari/maria_ss/2_foglietti_ritagliabili_-_corona_dei_sette_arcangeli_tascabile_.pdf

AVE MARIA!

SANTI APOSTOLI FILIPPO e GIACOMO

 Ss. Philippi et Jacobi Apostolorum ~ II. classis

Tempora: Feria Quarta infra Hebdomadam III post Octavam Paschæ

Filippo nato a Betsaida, è uno dei dodici Apostoli, che primi furono chiamati da. Cristo Signore: da lui Natanaele apprese ch'era venuto il Messia promesso nella legge, e fu condotto al Signore. Con quanta famigliarità Cristo trattasse con lui, lo dimostra chiaramente il fatto, che i Gentili desiderando di vedere il Salvatore, si rivolsero a Filippo; e il Signore volendo nutrire nella solitudine una moltitudine di persone, parlò così a Filippo: « Dove compreremo il pane, perché questi mangino?» Joann.6,5. Egli, ricevuto lo Spirito Santo, andò nella Scizia, che gli era toccata, per predicarvi il Vangelo, e convertì alla fede cristiana quasi tutta quella gente. Infine, giunto a Gerapoli nella Frigia, vi fu legato alla croce per il nome di Cristo e lapidato il 1° Maggio. Il suo corpo sepolto prima ivi stesso dai Cristiani, fu poi trasportato a Roma e deposto nella basilica dei dodici Apostoli insieme col corpo di san Giacomo Apostolo.


Giacomo, fratello del Signore, soprannominato il Giusto, fin dai primi anni non bevve mai vino, si astenne dalla carne, non si tagliò mai i capelli, né fece uso di profumi né di bagni. A lui solo era permesso di entrare nel Santo dei santi. Egli portava vesti di lino: e l'assiduità nel pregare gli aveva fatto divenire i ginocchi duri come la pelle d'un cammello. Dopo l'ascensione di Cristo, gli Apostoli lo crearono vescovo di Gerusalemme; ed a lui il Principe degli Apostoli mandò un messo per annunziargli che un Angelo l'aveva liberato dal carcere. Essendo sorta nel concilio di Gerusalemme controversia sulla legge e la circoncisione, Giacomo, seguendo l'opinione di Pietro, fece un discorso ai fratelli per provare la vocazione dei Gentili, e disse doversi scrivere ai fratelli assenti, di non imporre ai Gentili il giogo della legge Mosaica. Di lui parla pure l'Apostolo ai Galati: «Non vidi nessun altro degli Apostoli, all'infuori di Giacomo fratello del Signore» Gal. 1,19.

Era tanta poi la santità della vita di Giacomo, che gli uomini gareggiavano nel toccare il lembo della sua veste. Giunto all'età di 96 anni, dopo aver governato santissimamente quella Chiesa per 30 anni, predicando intrepidamente il Cristo Figlio di Dio, prima fu assalito con pietre, poi condotto sulla parte più alta del Tempio, donde venne precipitato. Rimasto mezzo morto e colle gambe spezzate, alzava le mani al cielo e pregava Dio per la loro salute con queste parole: «Signore,. perdonali, perché non sanno quel che si fanno». Luc. 23,34. Mentre faceva questa preghiera, gli fu spaccata la testa con un colpo di bastone, e rese l'anima a Dio l'anno settimo di Nerone, e fu sepolto presso il Tempio stesso dov'era stato precipitato, Egli ha scritto una lettera, ch'è una delle sette (Lettere) cattoliche.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

V. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga fino a Te.
Preghiamo
O Dio, che ci rallegri coll'annuale solennità dei tuoi Apostoli Filippo e Giacomo: concedi, che, come godiamo dei loro meriti, così ne seguiamo gli esempi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

AMDG et DVM