lunedì 20 luglio 2020

Perchè...



PERCHE' NON VI FERMATE A LEGGERE ...LA MIA PAROLA?





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Io non muto un iota della Legge. E chi l'ha data fra i fulmini del Sinai? L'Altissimo.
   Chi è l'Altissimo? Il Dio uno e trino.
   Da dove l'ha tratta? Dal suo Pensiero.
   Come l'ha data? Con la sua Parola.
   Perché l'ha data? Per il suo Amore.
   Vedete dunque che la Trinità era presente. Ed il Verbo, ubbidiente come sempre al Pensiero e all'Amore, parlò per il Pensiero e per l'Amore.
   Potrei smentire Me stesso? Non potrei. Ma posso, poiché tutto Io posso, completare la Legge, farla divinamente completa, non quale la fecero gli uomini che durante i secoli non la fecero completa ma soltanto indecifrabile, inadempibile, sovrapponendo leggi e precetti, e precetti e leggi, tratti dal loro pensiero, secondo il loro utile, e gettando tutta questa macia a lapidare e soffocare, a sotterrare e sterilire la Legge santissima data da Dio. Può una pianta sopravvivere se la sommergono per sempre valanghe, macerie e innondazioni? No. La pianta muore. La Legge è morta in molti cuori, soffocata sotto le valanghe di troppe soprastrutture. Io sono venuto a levarle tutte e, disseppellita la Legge, risuscitata la Legge, ecco che Io la faccio non più legge ma regina.

2 Le regine promulgano le leggi. Le leggi sono opera delle regine, ma non sono da più delle regine. Io invece faccio della Legge la regina: la completo, l'incorono, mettendo sul suo sommo il serto dei consigli evangelici.  .......
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http://www.valtortamaria.com/operamaggiore/volume/3/clxxi-terzo-discorso-della-montagna-i-consigli-evangelici-che-perfezionano-la-legge
AMDG et DVM

domenica 19 luglio 2020

SANTA MARIA BERTILLA Boscardin

SANTA MARIA BERTILLA BOSCARDIN
Gioia di Brendola (VI), 6 ottobre 1888 - Treviso, 20 ottobre 1922
Nata nel 1888 in provincia di Vicenza, in una famiglia contadina, con l'aiuto del parroco, entrò nel 1905 nelle suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Santissimi Cuori a Vicenza. Divenuta infermiera, lavorò nell'ospedale di Treviso, dove si dedicò a servire i malati nel corpo e nello spirito, infaticabile nell'aiutare le consorelle. Nonostante fosse stata colpita da un tumore a soli 22 anni, continuò con impegno il proprio lavoro, reso più faticoso dalle difficoltà e dalle tensioni della prima guerra mondiale. Mandata a Como, soffrì molto per l'incomprensione di qualche medico e della propria superiore senza mai lamentarsi o protestare. Tornata a Treviso, riprese il suo lavoro in ospedale nonostante l'aggravarsi della malattia. Morì a 34 anni, nel 1922. La sua grandezza spirituale sta nell'aver cercato nella fatica, nell'umiltà, nel silenzio, un'unione con Dio sempre più profonda. Le sue spoglie si trovano ora a Vicenza, nella Casa madre della sua comunità. (Avvenire)

PREGHIERA A SANTA MARIA BERTILLA

O umilissima Santa Maria Bertilla, 
casto fiore cresciuto tra le ombre del Calvario, 
che esalasti il profumo delle tue virtù al cospetto di Dio solo, 
a conforto dei sofferenti, noi t'invochiamo. 

Deh, ottienici dal Signore la tua umiltà e carità per cui tanto Gli piacesti 
e quella fiamma di amore purissimo che tutta ti consumò. 

Insegnaci a cogliere frutti di pace dalla perfetta dedizione ai nostri doveri,
a meritare, per tua intercessione, la grazia di cui abbiamo bisogno 
e il premio eterno nei Cielo. 

PENSIERI SPIRITUALI
 (Dal suo Diario)

 • A Dio tutta la gloria, al prossimo tutta la gioia, a me tutto il sacrificio. 

• Gesù mio, fatemi prima morire mille volte piuttosto che io abbia a fare una sola azione per essere veduta. 

• lo ho niente di mio proprio, tranne la mia volontà... ed io, con la grazia di Gesù, sono pronta e risoluta ad ogni costo a non voler mai fare la mia volontà e tutto questo per puro amore di Gesù, come se l'inferno non esistesse e neppure il paradiso, e neppure il conforto della buona coscienza. 

• Debbo fare in tutto la volontà santa di Gesù; dunque non cercare niente, non domandare niente, essere indifferente a tutto, innamorarmi proprio in tutto a fare la santa volontà di Gesù, ma perfettamente, senza cercare me stessa in nessuna cosa, con allegrezza. Il mio scopo sia solo la gloria di Gesù. 

• Col Crocefisso in mano tutto diventa leggero... Non occorre fare grandi mortificazioni, basta cercare in tutto quello che meno aggrada, quando sta in mano mia la scelta; altrimenti sempre l'obbedienza, la condiscendenza. ma senza far capire nulla all'esterno, tutto per puro amore di Gesù. 

• Debbo tenermi l'ultima di tutte, dunque contenta di essere posposta, indifferente a tutto, tanto ai biasimi che alle lodi, anzi preferire i primi: sempre condiscendente alle altrui opinioni; mai scusarmi, sebbene mi sembri di avere ragione; mai parlare di me stessa: gli uffici più bassi siano sempre i miei, perché così merito. 

• Madonna cara, io non ti chiedo visioni, nè rivelazioni, nè gusti, nè piaceri, neanche spirituali... per mia porzione quaggiù io non voglio altro se non quello che tu volesti nel mondo: credere puramente senza nulla vedere o gustare: soffrire con gioia senza consolazione di creature; morire continuamente senza posa a me stessa: lavorare assai per te fino alla morte, senza nessun interesse, come il più vile dei tuoi schiavi. 

• Quando si è fatto il possibile, anche se riceviamo umiliazioni e rimproveri, non importa: noi dobbiamo fare tutto per amore di Dio. 

• La mia strada è la via dei carri, la più comune. 

• Voglio ad ogni costo vivere unita a Gesù, coll'essere sempre uguale a me stessa, per quanto io debba soffrire sia internamente che esternamente. 

• Bisogna proprio per necessità che io soffra, che sia contraddetta e che, sempre unita a Gesù, sia uguale a me stessa. 

• Gesù, io vi voglio amare tanto col sacrificio, con la croce, col patire.

 • Gesù, voglio patire... fatemi patire, umiliatemi e fate che da tutti io sia contraddetta nelle mie opinioni... Per essere sempre con Voi, o Gesù, in Cielo, voglio quaggiù dividere con Voi la Croce... le amarezze tutte di questa valle di pianto. 

• Voglio farmi santa, e l'unica via è quella del patire, della mortificazione: ed io voglio farmi santa con l' esattezza alle mie sante Regole e nella vita comune, ma operando in modo fuori del comune. 

• Io non temo una vita tribolata, caro Gesù, purchè la mia tribolazione sia per Voi: non temo neppure la morte, purchè io muoia in Voi e per Voi. Il vivere o il morire mi è guadagno, purché vivendo o morendo, dia gloria a Voi e perseveri nella Vostra santa grazia. 

• Lavoriamo solo per Iddio; anche se non riusciamo ad accontentare le creature, non importa: basta che noi ci mettiamo tutta la buona volontà. 

• Facciamo presto, facciamo tutto per il Signore: già tutto passa a questo mondo, tutto è niente. 

• Facciamo che Gesù solo sia testimonio delle nostre azioni e non le creature. 

• Corretta anche a torto ringraziare: incolpata innocente tacere e soffrire con pazienza, per amore di Gesù; tenermi l'ultima di tutte con persuasione; distinta nella carità compatendo, scusando e sacrificandomi, ma sempre con cuore largo, per puro amore, desiderando di essere ripagata freddamente o anche mortificata, biasimata. 

• Il vero modo di sapere se manco di carità è studiar bene se tratto gli altri come vorrei essere trattata io stessa. 

• Per essere veramente vittima d'amore è necessario abbandonarsi interamente. perchè non saremo consumati dall'amore se non in proporzione di quanto ci abbandoniamo ad esso. 

• Mi terrò come ammessa nella casa religiosa per grazia speciale, e tutto quello che mi sarà dato lo riceverò come se non lo meritassi... Sono proprio niente, anzi peggio di niente; dunque debbo tenermi l'ultima dì tutte, contenta di essere posposta.

 • Signore, non temo di essere tribolata, purché la mia tribolazione sia per Voi. 

• Non voglio scusarmi mai, invece ringraziare, domandare perdono, persuasa che sono in colpa, e che il mio amor proprio mi fa vedere tutto l'opposto; voglio tenermi sempre l'ultima, convinta che questo è il mio posto. 

• La felicità vera la trovo solo in Dio. Dio mi ha dato tanti mezzi perché mi aiutino a conseguire la felicità vera. Dunque di tutto mi debbo servire per ottenere il mio scopo, altrimenti lo debbo subito lasciare: non debbo cercare mai quello che mi piace ovvero quello che non mi piace, basta sapere di dare gusto a Gesù. 

• Voglio essere la serva di tutti, convinta che è giusto così; voglio lavorare, patire, e tutta la soddisfazione lasciarla agli altri. 

• Per ottenere le grazie di Gesù basta avere fede e confidenza, senza tante preoccupazioni. 

• Voglio tenermi sempre unita a Gesù, e anche le occupazioni esterne, per quanto grossolane, voglio farle con Gesù, e allora riusciranno anche di gran merito e di vantaggio alla umanità. 

Sono contenta perchè faccio la volontà di Dio.

 • Oh se sapeste quanta gloria si può dare a Dio in un solo istante!

 • Mi faccio santa io e conduco a Gesù tante anime. 

• La morte non mi deve far paura, anzi debbo aspettarla con pace e tranquillità. perché per mezzo di essa posso unirmi per sempre al mio Gesù. 

• Lavorino solo per Gesù, per Gesù... che tutto è niente... tutto è niente... tutto è niente. 

ABISSO NERO E ABISSO LUMINOSO


I CONSIGLI EVANGELICI  PERFEZIONANO LA LEGGE





CLXXI. Terzo discorso della Montagna: i consigli evangelici che perfezionano la Legge.

  25 maggio 1945
 1 Continua il discorso del Monte.
   Il luogo e l'ora sono sempre gli stessi. La gente è ancora più aumentata. In un angolo, presso un sentiero, come volesse udire ma non eccitare ripugnanze fra la folla, è un romano. Lo distinguo per la veste corta e il mantello diverso. Ancora vi sono Stefano ed Erma.
   E Gesù va lentamente al suo posto e riprende a parlare.
   «Con quanto vi ho detto ieri non dovete giungere al pensiero che Io sia venuto per abolire la Legge. No. Solo, poiché sono l'Uomo e comprendo le debolezze dell'uomo, Io ho voluto rincuorarvi a seguirla col dirigere il vostro occhio spirituale non all'abisso nero, ma all'Abisso luminoso. Perché, se la paura di un castigo può trattenere tre volte su dieci, la certezza di un premio slancia sette volte su dieci. Perciò più che la paura fa la fiducia. Ed Io voglio che voi l'abbiate piena, sicura, per potere fare non sette parti di bene su dieci, ma dieci parti su dieci e conquistare questo premio santissimo del Cielo.
   Io non muto un iota della Legge. E chi l'ha data fra i fulmini del Sinai? L'Altissimo.
   Chi è l'Altissimo? Il Dio uno e trino.
   Da dove l'ha tratta? Dal suo Pensiero.
   Come l'ha data? Con la sua Parola.
   Perché l'ha data? Per il suo Amore.
   Vedete dunque che la Trinità era presente. Ed il Verbo, ubbidiente come sempre al Pensiero e all'Amore, parlò per il Pensiero e per l'Amore.
   Potrei smentire Me stesso? Non potrei. Ma posso, poiché tutto Io posso, completare la Legge, farla divinamente completa, non quale la fecero gli uomini che durante i secoli non la fecero completa ma soltanto indecifrabile, inadempibile, sovrapponendo leggi e precetti, e precetti e leggi, tratti dal loro pensiero, secondo il loro utile, e gettando tutta questa macia a lapidare e soffocare, a sotterrare e sterilire la Legge santissima data da Dio. Può una pianta sopravvivere se la sommergono per sempre valanghe, macerie e innondazioni? No. La pianta muore. La Legge è morta in molti cuori, soffocata sotto le valanghe di troppe soprastrutture. Io sono venuto a levarle tutte e, disseppellita la Legge, risuscitata la Legge, ecco che Io la faccio non più legge ma regina.
 2 Le regine promulgano le leggi. Le leggi sono opera delle regine, ma non sono da più delle regine. Io invece faccio della Legge la regina: la completo, l'incorono, mettendo sul suo sommo il serto dei consigli evangelici. Prima era l'ordine. Ora è più dell'ordine. Prima era il necessario. Ora è più del necessario. Ora è la perfezione. Chi la disposa, così come Io ve la dono, all'istante è re perché ha raggiunto il "perfetto", perché non è stato soltanto ubbidiente ma eroico, ossia santo, essendo la santità la somma delle virtù portate al vertice più alto che possa esser raggiunto da creatura, eroicamente amate e servite col distacco completo da tutto quanto è appetito e riflessione umana verso qual che sia cosa. Potrei dire che il santo è colui al quale l'amore e il desiderio fanno da ostacolo ad ogni altra vista che Dio non sia. Non distratto da viste inferiori, egli ha le pupille del cuore ferme nello Splendore Ss. che è Dio e nel quale vede, poiché tutto è in Dio, agitarsi i fratelli e tendere le mani supplici. E senza staccare gli occhi da Dio, il santo si effonde ai fratelli supplicanti. Contro la carne, contro le ricchezze, contro le comodità, egli drizza il suo ideale: servire. Povero il santo? Menomato? No. E’ giunto a possedere la sapienza e la ricchezza vere. Possiede perciò tutto. Né sente fatica perché, se è vero che è un produttore continuo, è pur anche vero che è un nutrito di continuo. Perché, se è vero che comprende il dolore del mondo, è anche vero che si pasce della letizia del Cielo. Di Dio si nutre, in Dio si allieta. È la creatura che ha compreso il senso della vita.
   Come vedete, Io non muto e non mutilo la Legge, come non la corrompo con le sovrapposizioni di fermentanti teorie umane. Ma la completo. Essa è quello che è, e tale sarà fino all'estremo giorno, senza che se ne muti una parola o se ne levi un precetto. Ma è incoronata del perfetto. Per avere salute basta accettarla così come fu data. Per avere immediata unità con Dio occorre viverla come Io la consiglio. Ma poiché gli eroi sono l'eccezione, Io parlerò per le anime comuni, per la massa delle anime, acciò non si dica che per volere il perfetto rendo ignoto il necessario. Però di quanto dico ritenete bene questo: colui che si permette di violare uno fra i minimi di questi comandamenti sarà tenuto minimo nel Regno dei Cieli. E colui che indurrà altri a violarli sarà ritenuto minimo per lui e per colui che egli indusse alla violazione. Mentre colui che con la vita e le opere, più ancora che con la parola, avrà persuaso altri all'ubbidienza, costui grande sarà nel Regno dei Cieli, e la sua grandezza si aumenterà per ognuno di quelli che egli avrà portato ad ubbidire e a santificarsi così. 
 3 Io so che ciò che sto per dire sarà agro alla lingua di molti. Ma Io non posso mentire anche se la verità che sto per dire mi farà dei nemici.
   In verità vi dico che se la vostra giustizia non si ricreerà, distaccandosi completamente dalla povera e ingiustamente definita giustizia che vi hanno insegnata scribi e farisei; che se non sarete molto più, e veramente, giusti dei farisei e scribi, che credono esserlo con l'aumentare delle formule ma senza mutazione sostanziale degli spiriti, voi non entrerete nel Regno dei Cieli.

   Guardatevi dai falsi profeti e dai dottori d'errore. Essi vengono a voi in veste d'agnelli e lupi rapaci sono, vengono in veste di santità e sono derisori di Dio, dicono di amare la verità e si pascono di menzogne. Studiateli prima di seguirli.
   L'uomo ha la lingua e con questa parla, ha gli occhi e con questi guarda, ha le mani e con esse accenna. Ma ha un'altra cosa che testimonia con più verità del suo vero essere: ha i suoi atti. E che volete che sia un paio di mani congiunte in preghiera se poi l'uomo è ladro e fornicatore? E che due occhi che volendo fare gli ispirati si stravolgono in ogni senso, se poi, cessata l'ora della commedia, si sanno fissare ben avidi sulla femmina, o sul nemico, per lussuria o per omicidio? E che volete che sia la lingua che sa zufolare la bugiarda canzone delle lodi e sedurvi con i suoi detti melati, mentre poi alle vostre spalle vi calunnia ed è capace di spergiurare pur di farvi passare per gente spregevole? Che è la lingua che fa lunghe orazioni ipocrite e poi veloce uccide la stima del prossimo o seduce la sua buona fede? Schifo è! Schifo sono gli occhi e le mani menzognere.

   Ma gli atti dell'uomo, i veri atti, ossia il suo modo di comportarsi in famiglia, nel commercio, verso il prossimo ed i servi, ecco quello che testimoniano: "Costui è un servo del Signore". Perché le azioni sante sono frutto di una vera religione. Un albero buono non dà frutti malvagi e un albero malvagio non dà frutti buoni. Questi pungenti roveti potranno mai darvi uva saporita? E quegli ancora più tribolanti cardi potranno mai maturarvi morbidi fichi? No, che in verità poche e aspre more coglierete dai primi e immangiabili frutti verranno da quei fiori, spinosi già pur essendo ancora fiori. L'uomo che non è giusto potrà incutere rispetto con l'aspetto, ma con quello solo. Anche quel piumoso cardo sembra un fiocco di sottili fili argentei che la rugiada ha decorato di diamanti. Ma se inavvertitamente lo toccate, vedete che fiocco non è, ma mazzo di aculei, penosi all'uomo, nocivi alle pecore, per cui i pastori lo sterpano dai loro pascoli e lo gettano a perire nel fuoco acceso nella notte perché neppure il seme si salvi. Giusta e previdente misura. Io non vi dico: "Uccidete i falsi profeti e gli ipocriti fedeli". Anzi vi dico: "Lasciatene a Dio il compito". Ma vi dico: "Fate attenzione, scostatevene per non intossicarvi dei loro succhi".

 4 Come debba essere amato Dio, ieri l'ho detto. Insisto a come debba essere amato il prossimo.
   Un tempo era detto: "Amerai il tuo amico e odierai il tuo nemico" No. Non così. Questo è buono per i tempi in cui l'uomo non aveva il conforto del sorriso di Dio. Ma ora vengono i tempi nuovi, quelli in cui Dio tanto ama l'uomo da mandargli il suo Verbo per redimerlo. Ora il Verbo parla. Ed è già Grazia che si effonde. Poi il Verbo consumerà il sacrificio di pace e di redenzione e la Grazia non solo sarà effusa, ma sarà data ad ogni spirito credente nel Cristo. Perciò occorre innalzare l'amore di prossimo a perfezione che unifica l'amico al nemico.

   Siete calunniati? Amate e perdonate. Siete percossi? Amate e porgete l'altra guancia a chi vi schiaffeggia pensando che è meglio che l'ira si sfoghi su voi, che la sapete sopportare, anziché su un altro che si vendicherebbe dell'affronto. Siete derubati? Non pensate: "Questo mio prossimo è un avido", ma pensate caritativamente: "Questo mio povero fratello è bisognoso" e dategli anche la tunica se già vi ha levato il mantello. Lo metterete nella impossibilità di fare un doppio furto perché non avrà più bisogno di derubare un altro della tunica.

   Voi dite: "Ma potrebbe essere vizio e non bisogno". Ebbene, date ugualmente. Dio ve ne compenserà e l'iniquo ne sconterà. Ma molte volte, e ciò richiama quanto ho detto ieri sulla mansuetudine, vedendosi così trattato, cade dal cuore del peccatore il suo vizio, ed egli si redime giungendo a riparare il furto col rendere la preda.
   Siate generosi con coloro che, più onesti, vi chiedono, anziché derubarvi, ciò di cui abbisognano. Se i ricchi fossero realmente poveri di spirito come ho insegnato ieri, non vi sarebbero le penose disuguaglianze sociali, cause di tante sventure umane e sovrumane. Pensate sempre: "Ma se io fossi nel bisogno, che effetto mi farebbe la ripulsa di un aiuto?", e in base alla risposta del vostro io agite. Fate agli altri ciò che vorreste vi fosse fatto e non fate agli altri ciò che non vorreste fatto a voi.

   L'antica parola: "Occhio per occhio, dente per dente", che non è nei dieci comandi ma che è stata messa perché l'uomo privo della Grazia è tal belva che non può che comprendere la vendetta, è annullata, questa sì che è annullata, dalla nuova parola: "Ama chi ti odia, prega per chi ti perseguita, giustifica chi ti calunnia, benedici chi ti maledice, benefica chi ti fa danno, sii pacifico col rissoso, condiscendente con chi ti è molesto, soccorri di buon grado chi a te ricorre e non fare usura, non criticare, non giudicare". Voi non sapete gli estremi delle azioni degli uomini. In tutti i generi di soccorso siate generosi, misericordiosi siate. Più darete più vi sarà dato, e una misura colma e premuta sarà versata da Dio in grembo a chi fu generoso. Dio non solo vi darà per quanto avete dato, ma più e più ancora. Cercate di amare e di farvi amare. Le liti costano più di un accomodamento amichevole e la buona grazia è come un miele che a lungo resta col suo sapore sulla lingua.

 5 Amate, amate! Amate amici e nemici per essere simili al Padre vostro che fa piovere sui buoni e sui cattivi e fa scendere il sole sui giusti e sugli ingiusti riservandosi di dare sole e rugiade eterne, e fuoco e grandine infernali, quando i buoni saranno scelti, come elette spighe, fra i covoni del raccolto. Non basta amare coloro che vi amano e dai quali sperate un contraccambio. Questo non è un merito, è una gioia, e anche gli uomini naturalmente onesti lo sanno fare. Anche i pubblicani lo fanno e anche i gentili. Ma voi amate a somiglianza di Dio e amate per rispetto a Dio, che è Creatore anche di quelli che vi sono nemici o poco amabili. Io voglio in voi la perfezione dell'amore e perciò vi dico: "Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro che è nei Cieli.

   Tanto è grande il precetto d'amore verso il prossimo, il perfezionamento del precetto d'amore verso il prossimo, che Io più non vi dico come era detto: "Non uccidete", perché colui che uccide sarà condannato dagli uomini. Ma vi dico: "Non vi adirate" perché un più alto giudizio è su voi e calcola anche le azioni immateriali. Chi avrà insultato il fratello sarà condannato dal Sinedrio. Ma chi lo avrà trattato da pazzo, e perciò danneggiato, sarà condannato da Dio. Inutile fare offerte all'altare se prima non si è sacrificato nell'interno del cuore i propri rancori per amore di Dio e non si è compito il rito santissimo del saper perdonare. Perciò se quando stai per offrire a Dio tu ti sovvieni di avere mancato verso il tuo fratello o di avere in te rancore per una sua colpa, lascia la tua offerta davanti all'altare, fa' prima l'immolazione del tuo amor proprio, riconciliandoti col tuo fratello, e poi vieni all'altare, e santo sarà allora, solo allora, il tuo sacrificio. Il buon accordo è sempre il migliore degli affari. Precario è il giudizio dell'uomo, e chi ostinato lo sfida potrebbe perdere la causa e dovere pagare all'avversario fino all'ultima moneta o languire in prigione. Alzate in tutte le cose lo sguardo a Dio. Interrogatevi dicendo: "Ho io il diritto di fare ciò che Dio non fa con me?". Perché Dio non è così inesorabile e ostinato come voi siete. Guai a voi se lo fosse! Non uno si salverebbe. Questa riflessione vi induca a sentimenti miti, umili, pietosi. E allora non vi mancherà da parte di Dio, qui e oltre, la ricompensa.

 6 Qui, a Me davanti, è anche uno che mi odia e che non osa dirmi: "Guariscimi", perché sa che Io so i suoi pensieri. Ma Io dico: "Sia fatto ciò che tu vuoi. E come ti cadono le scaglie dagli occhi così ti cadano dal cuore il rancore e le tenebre".
   Andate tutti con la mia pace. Domani ancora vi parlerò».
   La gente sfolla lentamente, forse in attesa di un grido di miracolo che non viene. Anche gli apostoli e i discepoli più antichi, che restano sul monte, chiedono: «Ma chi era? Non è guarito forse?» e insistono presso il Maestro che è rimasto in piedi, a braccia conserte, a veder scendere la gente.
Ma Gesù sulle prime non risponde; poi dice: «Gli occhi sono guariti. L'anima no. Non può perché è carica di odio».
   «Ma chi è? Quel romano forse?».
   «No. Un disgraziato».
   «Ma perché lo hai guarito, allora? » chiede Pietro.
   «Dovrei fulminare tutti i suoi simili?».
   «Signore... io so che Tu non vuoi che dica: "sì ", e perciò non lo dico.. - ma lo penso.. - ed è lo stesso...»  
   «E’ lo stesso, Simone di Giona. Ma sappi che allora... Oh! quanti cuori pieni di scaglie d'odio intorno a Me! Vieni. Andiamo proprio là in cima, a guardare dall'alto il nostro bel mare di Galilea. Io e te soli».
AMDG et DVM

FILII ET FILIAE

Alleluia, alleluia, alleluia.
O filii et filiae,
Rex caelestis, rex gloriae,
Morte surrexit hodie, alleluia.
Et mane prima sabbati,
Ad ostium monumenti
Accesserunt discipuli, alleluia.
Et Maria Magdalene,
Et Iacobi, et Salome,
Venerunt corpus ungere, alleluia
In albis sedens Angelus
Praedixit mulieribus:
In Galilaea est Dominus, alleluia.
Et Ioannes Apostolus
Cucurrit Petro citius,
Monumento venit prius, alleluia.
Discipulis adstantibus,
In medio stetit Christus,
Dicens: Pax vobis omnibus, alleluia.
Ut intellexit Didymus,
Quia surrexerat Iesus
Remansit fere dubius, alleluia.
Vide, Thoma, vide latus,
Vide pedes, vide manus,
Noli esse incredulus, alleluia.
Quando Thomas Christi latus,
Pedes vidit atque manus,
Dixit: Tu es Deus meus, alleluia.
Beati qui non viderunt,
Et firmiter crediderunt,
Vitam aeternam habebunt, alleluia.
In hoc festo sanctissimo
Sit laus et iubilatio,
Benedicamus Domino, alleluia.
Ex quibus nos humillimas
Devotas atque debitas
Deo dicamus gratias, alleluia.

Traduzione:
O figli e figlie,
il re celeste, il re della gloria
oggi è risorto da morte, alleluia.
La mattina prima del sabato
i discepoli entrarono
nel sepolcro, alleluia.
Maria Maddalena,
Giacomo e Salome
andarono per ungere il corpo, alleluia.
All´alba l´Angelo sedendo
preannunciò alle donne:
il Signore è in Galilea, alleluia.
Giovanni l´apostolo
accorse subito con Pietro
e alla tomba giunse per primo, alleluia.
Fra i discepoli riuniti
stette Cristo
e disse: Pace a voi tutti, alleluia.
Come Didimo seppe
che Gesù era risorto
rimase molto dubbioso, alleluia.
Guarda, Tommaso, guarda il fianco,
guarda i piedi, guarda le mani,
e non essere incredulo, alleluia.
Quando Tommaso vide il fianco di Cristo
i suoi piedi e le sue mani
disse: tu sei il mio Dio, alleluia.
Beati quelli che non vedranno
e certamente crederanno,
essi avranno la vita eterna, alleluia.
In questa festa santissima,
sia la lode e il giubilo,
benediciamo il Signore, alleluia.
Da noi sorgano umilissime
devote e dovute
grazie a Dio, alleluia.


AMDG et DVM

venerdì 17 luglio 2020

PROMETTO LA MIA SPECIALE PROTEZIONE E GRANDISSIME GRAZIE, A CHI RECITERA' DEVOTAMENTE IL MIO ROSARIO.

Chi prega il S. Rosario e lo diffonde si salva

(la Madonna a S.Domenico e al Beato Alano della Rupe)




LE 15 PROMESSE DELLA MADONNA DEL ROSARIO
A SAN DOMENICO DI GUZMAN O.P. (1212 d.C.)
E AL BEATO ALANO DELLA RUPE O.P. (1464 d.C.)
  1. IO (MARIA), PROMETTO LA MIA SPECIALE PROTEZIONE E GRANDISSIME GRAZIE, A CHI RECITERA' DEVOTAMENTE IL MIO ROSARIO.
  2. IO (MARIA), PROMETTO GRAZIE SPECIALI, A CHI PERSEVERERA' NEL MIO ROSARIO.
  3. IL ROSARIO SARA' UN'ARMA POTENTISSIMA CONTRO L'INFERNO: DISTRUGGERA' I VIZI, LIBERERA' DAI PECCATI, DISSIPERA' LE ERESIE.
  4. IL ROSARIO FARA' FIORIRE LE VIRTU' E LE OPERE BUONE, E OTTERRA' ALLE ANIME, LE PIU' ABBONDANTI MISERICORDIE DIVINE.
    IL ROSARIO SOSTITUIRA' NEI CUORI, L'AMORE DI DIO ALL'AMORE DEL MONDO;
    IL ROSARIO ELEVA AL DESIDERIO DEI BENI CELESTI ED ETERNI.
    OH, QUANTE ANIME SI SANTIFICHERANNO CON QUESTO MEZZO!
  5. CHI SI AFFIDA A ME, (MARIA), CON IL ROSARIO, NON ANDRA' IN PERDIZIONE.
  6. CHI RECITA DEVOTAMENTE IL MIO ROSARIO, MEDITANDONE I MISTERI, NON CADRA' IN DISGRAZIA: SE PECCATORE, SI CONVERTIRA'; SE GIUSTO, CRESCERA' IN GRAZIA, E DIVERRA' DEGNO DELLA VITA ETERNA.
  7. I VERI DEVOTI DEL MIO ROSARIO NON MORRANNO, SENZA PRIMA RICEVERE I SACRAMENTI DELLA CHIESA.
  8. CHI RECITERA' IL MIO ROSARIO, IN VITA E ALL'ORA DELLA MORTE SARA' ILLUMINATO DA DIO E RICEVERA' GRAZIE SENZA NUMERO, E IN CIELO PARTECIPERA' DEI MERITI DEI SANTI.
  9. IO (MARIA), LIBERERO' ALL'ISTANTE DAL PURGATORIO LE ANIME DEVOTE DEL MIO ROSARIO.
  10. I FIGLI DEL MIO ROSARIO GODRANNO DI UNA GRANDE GLORIA IN CIELO.
  11. QUELLO CHE TU CHIEDERAI CON IL MIO ROSARIO, OTTERRAI.
  12. CHI DIFFONDE IL MIO ROSARIO, SARA' SOCCORSO DA ME IN OGNI SUA NECESSITA'.
  13. IO HO OTTENUTO DA MIO FIGLIO, CHE TUTTI I MEMBRI DELLA CONFRATERNITA DEL ROSARIO ABBIANO, PER FRATELLI, I SANTI DEL CIELO, SIA IN VITA CHE ALL'ORA DELLA MORTE.
  14. CHI RECITERA' FEDELMENTE IL MIO ROSARIO, E' FIGLIO MIO AMATISSIMO, FRATELLO E SORELLA DI GESU' CRISTO.
  15. LA DEVOZIONE AL MIO ROSARIO E' UN GRANDE SEGNO DI PREDESTINAZIONE PER LA SALVEZZA.