lunedì 2 dicembre 2019

MARIA!


Maria, Immacolata, Piena di Grazia, Figlia, Sposa, Madre di Dio, Colei che al volere divino corrispose con la sua volontà che, libera come quella di Gesù, volle usare questa sua libera volontà per camminare sempre alla presenza di Dio ed essere perfetta. (…) “non peccò perché non volle peccare”.
---- Seconda Eva, non imitò la prima e calpestò il Serpente perché, tutta persa in Dio regnante nel suo spirito e abbracciante Lei, suo amore, fu cieca, sorda, dimentica di tutto ciò che non fosse Dio e l’amore per Lui.
Maria non morì. Trapassò in un rapimento da questa all’altra vita e nel trapasso il suo spirito purissimo fu più che mai trono di Dio. Così doveva essere anche di ogni uomo se, in Adamo, non avessero tutti peccato.
Maria non fu giudicata. Era l’Innocente, non soggetta a giudizio né a morte qual voi l’avete. Maria non tornò polvere nella sua carne immacolata quanto l’anima e fatta incorruttibile per aver portato il Figlio di Dio e dell’Uomo. In corpo e anima fu assunta in Cielo dagli Angeli. E neppure nell’ora del trapasso l’anima si separò totalmente, ma intellettualmente completamente assurse, non al terzo ma al Cielo supremo ed empireo e adorò, mentre ugualmente lo Spirito Uno e Trino non lasciò il suo dolce verginale tabernacolo dove aveva riposo. Rm. 2.2.48





AVE MARIA PURISSIMA

Chiesa e post concilio: Testo integrale documento di Benedetto XVI - La Ch...

Chiesa e post concilio: Testo integrale documento di Benedetto XVI - La Ch...: Non ho ancora letto, dunque pubblico senza commenti, nell

domenica 1 dicembre 2019

Altra cosa è la sincerità, altra cosa è la verità (da Divo Barsotti)

Altra cosa è la sincerità, altra cosa è la verità
da Gesù e la Samaritana
di Divo Barsotti

Risultato immagini per Gesù e la Samaritana"

Nostro Signore risponde alla donna che gli dice «dammi da bere» trasportando la donna su un altro piano, non sul piano del bisogno che ha l'anima sua, non sul piano del dialogo che finora si era svolto, non sul pia­no di un rapporto fra loro: «Va', chiama tuo marito».

Perché tutto questo? Mie care figliuole, mi sembra che sia evidente il perché. Noi non vogliamo eludere i problemi quando ci avviciniamo a Dio, quando in pura sincerità ci abbandoniamo al suo cuore. Eppure il nostro abbandono non è che non sia sincero, ma è ancora troppo ingenuo e per­ciò, non sul piano della sincerità ma sul piano della verità, non si può dire ancora perfetto. C'è differenza fra sincerità e verità? Certo. La sincerità riguarda la coscienza di chi parla, la verità riguarda l'essere in sé.

Io posso non vivere un vero abbandono anche se nel mio abbandono sono sincero, quando ci sono delle riserve che io non conosco ancora, di cui non sono consapevole, di cui non sono cosciente. La donna credeva di essersi abbandonata al Cristo, ma non aveva pensato ancora che questo abbandono a Gesù voleva dire per lei un rinnovamento della sua vita nel suo rapporto con gli altri, voleva dire per lei un abbandona­re certe cose che in quel momento ella non ricordava ma c'e­rano nella sua vita e impedivano il vero abbandono. L'ab­bandono era sincero, ma non era vero. Poteva non ricordar­si di quell'uomo che l'aspettava a casa, ma c'era. E il Signo­re lo sapeva. Così fa il Signore anche con noi. Tu ti abban­doni tranquillamente a Lui e Lui sembra rifiutarti. Quante volte nella nostra vita spirituale ci sembra che il Signore non ci ascolti! Noi siamo sinceri, gli apriamo - almeno a noi sem­bra - tutto il cuore. Eppure Egli rimane in silenzio, Egli non si dona, non ci dona quest'acqua che gli chiediamo. Quante volte tu hai fatto questo atto di abbandono a Dio, aspettan­doti da un momento all'altro, non so, l'estasi, la contempla­zione infusa... macché, come prima, vuoto, silenzio, aridità. Dio non risponde, ma non mi ha portato qui per donarmi questa contemplazione? per mettermi in questa intimità con Lui? per stabilire fra me e Lui questa unità dell'amore? Ebbene, io sono sincera nel donarmi a Dio! Nostro Signore non mette in dubbio la tua sincerità, ma dice: «Guarda bene; c'è ancora nel fondo della tua anima dell'amor proprio, c'è ancora una suscettibilità, c'è ancora un attaccamento a te stessa. Certo quando tu nella preghiera ti doni a me, non sei cosciente di tutte le riserve che ci sono a questo abbandono e credi di abbandonarti sinceramente al mio amore. Ma il tuo abbandono è vero? Altra cosa è la sincerità, altra cosa è la verità. È vero questo abbandono? Tu metti tra parentesi tan­te cose che io non posso mettere tra parentesi - dice il Signo­re -, io ti vedo nel profondo. Guardati anche tu nel profon­do prima di dirmi: "Dammi da bere". Te la darò, io non ti nego l'acqua che tu mi chiedi, ma voglio che l'anima tua si apra a questa sorgente, a questa fonte che è il mio cuore si sottoponga, aprendosi totalmente per ricevere tutto».

Noi potremmo amare di più e per stanchezza, per svogliatezza, per attaccamento ai nostri modi rifiutiamo di guardare attentamente, rifiutiamo anche di essere coscienti di quella che è l’imperfezione del nostro amore, per non essere sollecitati ad agire. Perché quando a me appare chiaramente che una cosa va male, bisogna che vi ripari; cercherò di non vedere per non essere costretto. Certo che questa vita ascetica, tutta purificazione, viene a noia! Meglio piuttosto dormire un pochino così allora non commettiamo peccato – chi dorme non fa mica peccato. Si cerca di vivere non proprio nel sonno ma nel dormiveglia riguardo alle nostre disposizioni, riguardo ai nostri pensieri, riguardo ai nostri sentimenti, per non essere colpevoli. Ma questo dormiveglia nel quale viviamo, se ci impedisce di fare dei veri peccati, ci impedisce anche di rispondere generosamente alla grazia, ci mette anche nella condizione di non aprirci totalmente a Dio che viene.
AMDG et DVM

Cosa ha causato il big-bang?

Perché esiste qualcosa e non il nulla: considerazioni di un matematico

Terra spazio 
 
di Paolo Di Sia*
*docente di Matematica presso l’Università di Verona

Le argomentazioni relative al “perché esiste qualcosa e non il nulla” sono, assieme al concetto di “infinito”, al “senso” della vita e della realtà, al “destino” del futuro, all’”essenza ultima” dello spazio e del tempo e altre ad esse correlate, tematiche che hanno coinvolto, nel corso della storia dell’uomo, pensatori, uomini di scienza, filosofi, teologi, religiosi. La questione su perché esiste qualcosa e non il nulla viene spesso considerata come la “madre di tutte le questioni” (P. Di Sia, Looking at the Dimension of Time among Science, Psychology and Everyday Reality, International Letters of Social and Humanistic Sciences (ILSHS), 1(2), 146-153, 2015).
Alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, l’universo accessibile alle osservazioni dell’uomo sembra essere il risultato di una concatenazione di cause, scientificamente spiegabili, che iniziò circa 14 miliardi di anni fa con un primo evento conosciuto con il nome di “big-bang”. Ma cosa ha causato il big-bang?
a) Una corrente di pensiero afferma che non ha senso porsi questa domanda, poiché se assumiamo che il tempo è nato con il big-bang, nulla era in essere prima di tale evento; viene in questo modo evitata la questione relativa ad una “causa precedente” ad esso. Già S. Agostino si era reso conto di questa difficoltà e ne aveva parlato nella sua opera “Le confessioni”, scritta tra il 397 e il 400 d.C. e considerata uno dei massimi capolavori della letteratura cristiana (Agostino, Le confessioni, Ed. Crescere, 2011). La questione è stata affrontata seguentemente da molte persone, legate e non ad una cultura religiosa, tra cui in particolare S. Severino Boezio, scrittore di opere matematiche e logiche, che elaborò intorno al 500 d.C. un concetto di creazione decisamente più sofisticato. Egli pensò un Dio al di fuori del tempo, non dentro il tempo, quindi non “prima”, ma “sopra” il tempo (S. Boezio, C. Mohrmann, La consolazione della filosofia, BUR, 2012).
b) Un’altra corrente di pensiero ritiene il big-bang come un evento accaduto all’interno di un universo più grande, contenente il nostro, che potrebbe essere addirittura infinito ed eterno. In questo contesto più ampio, ci sarebbe l’opportunità di spiegare il big-bang mediante una “causa anteriore”, ma ciò non spiega l’esistenza di tale universo-contenitore, né tutta la concatenazione di cause che ha condotto a questo particolare big-bang, da cui è iniziato il nostro universo. Si tratta di un tentativo di risoluzione del problema che “sposta” il problema indietro, non lo risolve completamente. La fisica riesce a spiegare i possibili meccanismi di esplosione e implosione che possono creare e distruggere un universo, ma il problema relativo all’inizio del tutto rimane.
c) Perchè le leggi della fisica sono quelle che sono e non altre? Molti riflettono sul fatto che sono proprio queste difficoltà concettuali a rimandare a qualcosa di superiore, ad una creazione divina. Questa domanda è ancora più stringente di quella iniziale, perché riguarda gli strumenti con cui si descrive la dinamica del tutto. Occorre sottolineare che la scienza non ha il compito di dimostrare l’esistenza o meno di Dio. Nel passato questa “pretesa” ha portato ad una frattura nel rapporto tra scienza e fede; molti ritengono che la scienza abbia il compito di “dimostrare” o “negare” l’esistenza di una mente superiore creatrice, non valutando che siamo in presenza di un “salto ontologico”. Le ragioni che possono aver portato all’esistenza una realtà non vanno infatti confuse con le regole/leggi che disciplinano le dinamiche di tale realtà.
La scienza e la fede (razionale) sono due strade che hanno possibili interazioni, ma non interferenze distruttive o pretese di sovrapposizione. Le proprietà di un sistema non sempre possono venire spiegate solamente attraverso le sue componenti; lo stesso organismo biologico è un lampante esempio. Ciò si collega al rapporto (non conflitto) tra olismo e riduzionismo.
 
Gli altri articoli dello stesso autore:
Dio e il multiverso: considerazioni di un matematico (febbraio 2015)

Stella del Mare, Stella Mattutina

1 dicembre 2019
AVE MARIA!


Maria, l’Angelo nostro, Colei che pur avendo carne, fu Serafino, Colei  in cui abbiamo fatto dimora, né più dolce e più degna potevamo averla, l’Arca dilettissima di puro oro che ancor ci contiene così come da Noi è contenuta, e che trasvolerà i  cieli, raggiando il suo amore per preparare al Re dei re la strada profumata e regale e per preparare – per generare e partorire, in un’ultima maternità – quanti più germi di viventi sono e vorranno essere partoriti al Signore. 
   (…) si delinea un albore che più dolce non v’è. Esso è il tempo di Maria che sorge. L’estrema misericordia che il nostro Amore ha pensato per voi. Grande sarà la lunghezza del suo cammino. Contrastata dal suo eterno nemico che, per essere vinto, non è meno ostinato a crucciarla e combatterla. Egli ottunde gli intelletti degli uomini per non far loro conoscere Maria. Spegne la fede in Lei, crea nebbie, getta fango, ma la Stella del Mare è troppo alta sulle onde inquinate.


Scenderà solo, ratta come un arcangelo, a scrivere, presso il segno del Tau, la sua sigla sulla fronte dei fedeli, dei salvati al Regno eterno. E fortezza e pace entrerà nei loro spiriti sotto il tocco della mano di Lei, Madre della Vita, Sorgente della Salute.

Benedite Iddio che ha concesso alla Stella purissima di iniziare il suo cammino per attrarvi a Dio con la dolcezza del suo amore, Salvatrice pietosa, estrema, compensante gli spiriti buoni  del sempre più profondo allontanarsi da Dio, disgustato dalla colpe degli uomini. Rm. 6.1.48

http://www.mariavaltorta.it/Maria.html

AMDG et DVM