giovedì 28 novembre 2019

Così Papa Benedetto ... aveva parlato di san Francesco


Amore per la creazione in Francesco d’Assisi

da Cercate le cose di lassù, di Joseph Ratzinger 

(Edizioni Paoline, Milano, 2005, pagg.143-146)


Tra i nomi presenti nel calendario dei santi della Chiesa cattolica, Francesco d’Assisi ha un posto di primo piano. Cristiani e non cristiani, credenti e non credenti amano quest’uomo. 

Da lui emana una gioia, una pace che lo pongono al di là di molti contrasti altrimenti insanabili. Naturalmente le varie generazioni hanno anche voluto vedere in lui, in modi diversi, il sogno dell’uomo buono. 
In un tempo che cominciava a non poterne più delle dispute confessionali, apparve come il portavoce di un cristianesimo sovraconfessionale, che si lasciava alle spalle il peso opprimente di una storia dolorosa e ricominciava semplicemente dal Gesù biblico. 

In seguito se ne impadronì il Romanticismo, facendone una sorta di sognatore fanatico della natura. Il fatto che oggi Francesco sia visto ancora sotto un’altra forma dipende da due situazioni che condizionano largamente la coscienza degli uomini nelle nazioni industrializzate: da una parte la paura delle conseguenze incontrollabili del progresso tecnico, e dall’altra la nostra cattiva coscienza nei confronti della fame nel mondo a causa del nostro benessere. 

Perciò ci affascina in Francesco il deciso rifiuto del mondo del possesso e l’amore semplice per la creazione, per gli uccelli, i pesci, il fuoco, l’acqua, la terra. Egli ci appare come il patrono dei protettori dell’ambiente, il capo della protesta contro un’ideologia che mira solo alla produzione e alla crescita, come propugnatore della vita semplice.
In tutte queste immagini di Francesco c’è qualcosa di vero; in tutte si affrontano dei problemi che toccano punti nevralgici delle creature umane. 

Ma se si considera Francesco attentamente, dovremmo anche correggere in ogni caso i nostri atteggiamenti. 

Egli non ci dà semplicemente ragione; pretende molto più di quello che vorremmo riconoscere, e con le sue esigenze ci porta alla pretesa della verità stessa. Per esempio, non possiamo risolvere il problema della separazione dei cristiani cercando semplicemente di sfuggire alla storia e creandoci un nostro Gesù personale. Lo stesso vale per le altre questioni. 

Prendiamo il problema dell’ambiente. Desidero raccontarvi innanzitutto una storiella. Francesco una volta pregò il frate che si occupava del giardino di “non coltivare tutto il terreno a orto, ma di lasciare una parte del giardino per i fiori perché in ogni periodo dell’anno produca i nostri fratelli fiori per amore di colui che viene chiamato “fiore dei campi e giglio della valle” (Ct 2,1)”. Analogamente voleva che fosse coltivata sempre un’aiuola particolarmente bella, di modo che in tutte le stagioni le persone, guardando i fiori, levassero lodi entusiaste a Dio, “perché ogni creatura ci grida: Dio mi ha creato per te, o uomo” (Specchio della Perfezione 11,118). 

In questa storia non si può lasciare da parte l’aspetto religioso come anticaglia, per riprendere solo il rifiuto del meschino utilitarismo e la conservazione della ricchezza della specie. Se è questo che si vuole, si fa qualcosa di completamente diverso da ciò che ha fatto e voluto Francesco. 
Ma soprattutto in questo racconto non si avverte affatto quel risentimento contro l’uomo come presunto disturbatore della natura presente oggi in così tante arringhe a favore della natura. 
Se l’uomo si perde e non si piace più, ciò non può giovare alla natura. Anzi: egli deve essere in accordo con se stesso; solo così può essere in accordo con la creazione ed essa con lui. E questo, di nuovo, gli è possibile solo se è in accordo con il Creatore che ha voluto la natura e noi. 
Il rispetto per l’essere umano e il rispetto per la natura sono un tutto unico, ma entrambi possono prosperare e trovare la propria misura solo se rispettiamo nella creatura umana e nella natura il Creatore e la sua creazione. Solo lui può unirli. Non potremo ritrovare l’equilibrio perduto se ci rifiutiamo di arrivare a questo punto. Abbiamo perciò tutte le ragioni perché Francesco d’Assisi ci renda pensierosi e ci conduca con sé sulla via giusta.

La vita di San Francesco d'Assisi il più Santo de' Santi

La vita di San Francesco d'Assisi


Nel 1202, tra le fila degli homines populi, prese parte allo scontro di Collestrada con i perugini e i boni homines fuoriusciti assisani: Francesco fu catturato con molti suoi concittadini e condotto prigioniero a Perugia…Dopo un anno, tra Perugia e Assisi fu conclusa la pace, e Francesco rimpatriò insieme ai compagni di prigionia (FF 1398).
Francesco nacque ad Assisi nel 1182, da Pietro di Bernardone, ricco mercante di stoffe preziose, e da Madonna Pica; la madre gli mise nome Giovanni; ma, tornato il padre dal suo viaggio in Francia, cominciò a chiamare il figlio Francesco (FF1395). Prima della conversione il giovane Francesco fu partecipe della cultura "cortese-cavalleresca" del proprio secolo e delle ambizioni del proprio ceto sociale (la nascente borghesia).
Decide allora di realizzare la sua aspirazione a diventare miles (cavaliere) e nel 1205 si unisce al conte Gentile, che partiva per la Puglia, onde essere da lui creato cavaliere (FF 1491). È a questo punto della vita di Francesco che iniziano i segni premonitori di un destino diverso da quello che lui aveva sognato. In viaggio verso la Puglia, giunto a Spoleto, a notte fatta si stese per dormire. E nel dormiveglia udì una voce interrogarlo: «Chi può meglio trattarti: il Signore o il servo?». Rispose: «Il Signore». Replicò la voce: «E allora perché abbandoni il Signore per il servo?» (FF 1492). L’indomani Francesco torna ad Assisi aspettando che Dio, del quale aveva udito la voce, gli rivelasse la sua volontà (FF 1401).
Trascorre circa un anno nella solitudine, nella preghiera, nel servizio ai lebbrosi, fino a rinunciare pubblicamente, nel 1206, all’eredità paterna nelle mani del vescovo Guido e assumendo, di conseguenza, la condizione canonica di penitente volontario. Francesco veste l’abito da eremita continuando a dedicarsi all’assistenza dei lebbrosi e al restauro materiale di alcune chiese in rovina del contado assisano dopo che a San Damiano aveva udito nuovamente la voce del Signore dirgli attraverso l’icona del Crocifisso: «Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina» (FF 593).
Francesco dal papaNel 1208, attirati dal suo modo di vita, si associano a Francesco i primi compagni e con essi nel 1209 si reca a Roma per chiedere a Innocenzo III l’approvazione della loro forma di vita religiosa. Il Papa concede loro l’autorizzazione a predicare rimandando però a un secondo tempo l’approvazione della Regola: Andate con Dio, fratelli, e come Egli si degnerà ispirarvi, predicate a tutti la penitenza. Quando il Signore onnipotente vi farà crescere in numero e grazia, ritornerete lieti a dirmelo, ed io vi concederò con più sicurezza altri favori e uffici più importanti (FF 375).




Spinto dal desiderio di testimoniare Cristo nei paesi musulmani, Francesco tenta più volte di recarvisi. Finalmente nel 1219 raggiunge Damietta, in Egitto, dove, durante una tregua nei combattimenti della quinta crociata, viene ricevuto e protetto in persona dal Sultano al-Malik al-Kamil.
dalsultano
Rientrato ad Assisi nel 1220 Francesco rinuncia al governo dei frati a favore di uno dei suoi primi seguaci: Pietro Cattani. Non rinuncia però ad esserne la guida spirituale come testimoniano i suoi scritti.
Il 30 maggio 1221 si radunò in Assisi il capitolo detto "delle stuoie" al quale partecipò un numero davvero rilevante di frati (dai 3000 ai 5000), si discusse il testo di una Regola da sottoporre all’approvazione della Curia romana e fu nominato frate Elia vicario generale al posto di Pietro Cattani, morto il 10 marzo di quell'anno.
La Regola (conosciuta come "Regola non bollata") discussa e approvata dal capitolo del 1221 fu respinta dalla Curia romana perché troppo lunga e di carattere scarsamente giuridico. Dopo un processo di revisione del testo, al quale collaborò il cardinale Ugolino d'Ostia (il futuro papa Gregorio IX), il 29 novembre 1223 finalmente Onorio III approva con la bolla Solet annuere la Regola dell’Ordine dei Frati Minori (detta "Regola bollata").
greccioDurante la notte di Natale del 1223, a Greccio, Francesco volle rievocare la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di quell'evento per vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato [il Bambino nato a Betlemmeper la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello (FF468). È da questo episodio che ebbe poi origine la tradizione del presepe.


Dopo il capitolo di Pentecoste del 1224 Francesco si ritirò con frate Leone sul monte della Verna per celebrarvi una quaresima in onore di san Michele Arcangelo. Lì, la tradizione dice il 17 settembre, Francesco ebbe la visione del serafino, al termine della quale nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quel misterioso uomo crocifisso (FF 485). L’episodio è confermato dall’annotazione di frate Leone sulla chartula autografa di Francesco (attualmente conservata in un reliquiario presso il Sacro Convento di Assisi): Il beato Francesco, due anni prima della sua morte, fece una quaresima sul monte della Verna…e la mano di Dio fu su di lui mediante la visione del serafino e l’impressione delle stimmate di Cristo nel suo corpo (FF p. 176 nota).
San Francesco
Nell’ultimo biennio di vita di Francesco si colloca anche la composizione del Cantico di frate sole (o Cantico delle creature). Sono anni questi in cui Francesco è sempre più tribolato dalla malattia (soffriva di gravi disturbi al fegato e di un tracoma agli occhi). Quando le sue condizioni si aggravarono in maniera definitiva Francesco fu riportato alla Porziuncola, dove morì nella notte fra il 3 e il 4 ottobre 1226. Il giorno seguente il suo corpo, dopo una sosta presso San Damiano, fu portato in Assisi e venne sepolto nella chiesa di San Giorgio.
Frate Francesco d’Assisi fu canonizzato il 19 luglio 1228 da Papa Gregorio IX. Il 25 maggio 1230 la sua salma fu infine trasferita dalla chiesa di San Giorgio e tumulata nell'attuale Basilica di San Francesco fatta costruire celermente da frate Elia su incarico di Gregorio IX tra il 1228 e il 1230.
Omaggio al Serafico Padre san Francesco 
nella festa (29 nov.) di Tutti i Santi e le Sante
dei Tre Ordini da Lui fondati

Qui è la casa del Padre ..... L'Abominio della Desolazione è nato da una forza organizzata che vi sembra benigna ma che, come il verme nella mela, contamina tutto.


Qui è la casa del Padre

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3 Luglio 2006
GESÙ:   Il vostro Tempo sta per morire per entrare nel Nuovo Tempo che è quello di Dio. Simile ad una nascita, questo Tempo Nuovo non ha altra misura se non l'Amore Eterno che vi invita a penetrarvi.

Se, il Venerdì Santo, la Mia Croce fu elevata affinché Io vi donassi la Mia Vita morendo, la Croce Gloriosa deve essere elevata oggi affinché si compia il Progetto di Dio, Progetto di Vita: «Quando la Mia Croce sarà elevata da terra, Io attirerò tutto a Me ! »

Il Corpo di Resurrezione appartiene a tutti, grazie all'Offerta di Dio Figlio a Dio Padre per la Salvezza del Mondo. È per questo Corpo che voi siete stati tutti creati a Mia Somiglianza. Fratelli della. Terra, voi siete uniti tra voi come la barra orizzontale unisce la barra verticale alla Mia Croce che, quale freccia divina, vi proietta verso il Padre di ogni Bontà.

L'Abominio della Desolazione è nato da una forza organizzata che vi sembra benigna ma che, come il verme nella mela, contamina tutto. Siate vigilanti, smascheratela. Come un viticcio, s'intrufola dappertutto nelle istituzioni cattoliche e nella Chiesa. Il suo scopo è quello di indebolire la vera Religione cattolica sottraendole le sue basi, Scrittura e Tradizione, le sue regole, la sua Legge, i suoi Comandamenti e i sette Sacramenti riconosciuti dalla Chiesa cattolica come dalle Chiese orientali, il Battesimo, la Cresima, 1"Eucaristia, la Penitenza, il Sacramento degli infermi, l'Ordine e il Matrimonio. Alcuni di questi Sacramenti sono già contestati.

La Santa Bibbia è vagliata, alcuni passaggi sono trasformati. Il Rispetto é sparito. È il Municipio più che la Casa del Buon Dio. Vi si sente parlare di tutto, ma non il mormorio di una Preghiera a Dio. L'Umiltà, il Rispetto come l'Adorazione, hanno disertato certe chiese. Manca solo la Mia frusta per scacciare i detrattori della Mia Santa Parola: «Fuori i mercanti di false testimonianze, di parole superficiali e demolitrici ! Qui é la Casa del Padre Mio ! »

È attorno al suo Cristo GESÙ che la Chiesa deve riunirsi e ricevere ammaestramento. Io vi parlo nella Preghiera e nell'Adorazione. Chiedete ed otterrete.

GESÙ Cristo
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Apostoli degli ultimi tempi.




Santiago (Repubblica Domenicana), 8 dicembre 1994. 
Festa della Immacolata Concezione.
Apostoli degli ultimi tempi.


«Ti trovi qui, mio piccolo figlio, a fare il Cenacolo con il vescovo, i sacerdoti ed i fedeli del mio
Movimento, in questo giorno in cui la Chiesa celebra la solennità della mia Immacolata
Concezione.

La Santissima Trinità mi ha ricolmata di questo singolare privilegio, perché destinata ad
essere la Madre del Verbo, fatto uomo nel mio purissimo seno.

In vista della mia divina maternità, sono stata preservata dal peccato originale e da ogni
ombra di peccato personale, e sono stata ripiena di grazia e di santità.

Perché Madre di Gesù sono stata intimamente associata al mistero della sua Redenzione, come
Corredentrice e sono diventata così vera mediatrice di grazia fra voi e mio figlio Gesù.

Sotto la Croce, per volontà di mio Figlio, sono diventata Madre di tutti voi e nel Cenacolo con
gli Apostoli ho partecipato come Madre alla nascita della Chiesa.

Mio compito materno è stato quello di condurre la Chiesa sul cammino della sua
evangelizzazione.

Per questo sono stata sempre accanto ad ogni mio figlio che, in duemila anni, ha portato in ogni
parte del mondo l'annuncio del Vangelo. Proprio oggi celebrate qui i cinquecento anni della
prima evangelizzazione di tutto questo grande continente di America.

Dopo quasi duemila anni dal primo annuncio del Vangelo, l'umanità è ritornata pagana.
Io sono la Madre della seconda evangelizzazione. Mio è il compito di formare gli Apostoli della
seconda evangelizzazione.

In questi anni vi ho formato, con particolare cura ed attraverso il dono delle mie parole, per
essere gli Apostoli di questi ultimi tempi.

Apostoli degli ultimi tempi, perché dovete annunciare a tutti, fino agli estremi confini della
terra, il Vangelo di Gesù in questi giorni di grande apostasia.

Diffondete, nella grande tenebra che è scesa sul mondo, la Luce di Cristo e della sua divina
Verità.

Apostoli degli ultimi tempi, perché dovete donare a tutti la stessa vita di Dio, per mezzo della
Grazia che voi comunicate con i Sacramenti di cui siete i ministri. E così diffondete il profumo
della purezza e della santità, in questo tempo di grande perversione.

Apostoli degli ultimi tempi, perché siete chiamati a portare la rugiada dell'amore
misericordioso di Gesù in un mondo inaridito dalla incapacità di amare e minacciato sempre più
dall'odio, dalla violenza e dalla guerra.

Apostoli degli ultimi tempi, perché dovete annunciare il vicino ritorno di Gesù nella gloria, che
introdurrà l'umanità nei tempi nuovi, in cui finalmente si vedranno cieli e terra nuova.
Proclamate a tutti il suo vicino ritorno: maranathà: vieni Signore Gesù!».

CHI È COME DIO ?

CHI  È COME  DIO ?
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16-17 luglio 2009

Oggi il male domina in tutte le grandi città, specie nei quartieri più  poveri, dove si arriva a bruciare le auto in sosta, si danneggia l’ambiente e, a volte si uccide; mentre, al contrario, tante anime buone fanno il possibile per abbellire e migliorare la vita degli abitanti che vivono in quei luoghi. Altri, presi dall’odio e dalla collera, in una notte, distruggono ciò che in quello stesso luogo è stato fatto da altri con dei lavori di settimane, allo scopo di valorizzare la propria città.

Questi individui hanno scelto ognuno il proprio campo, gli uni come gli altri. Si dice (dei danneggiatori notturni): “Non hanno alcuna inibizione, nessun controllo...!” Diventa così un inferno la vita degli abitanti che vivono in quei quartieri, nella paura.

 Ma i buoni, i generosi, tenteranno senza sosta di riportare i loro fratelli sulla buona strada. Ci riusciranno, prima dello sterminio totale?

Guardando più lontano, (nei Paesi fuori Europa), si possono identificare i veri, i grandi assassini, nelle loro azioni criminali, che non smettono di uccidere, organizzando lotte, attentati, guerre...

Migliaia di esseri umani muoiono ogni giorno nei loro paesi, uccisi dai loro fratelli. Perché?

La Terra si nutre del sangue dei suoi figli ! La miseria regna dovunque. E DIO piange, mentre questi figli si uccidono tra loro selvaggiamente... senza nemmeno chiedersi perché sono arrivati a compiere tali massacri in serie, di uomini, di donne e di bambini...! Non hanno che uno scopo: uccidere i nemici, il più possibile ! Nemici di chi? Alcuni uccidono perché è stato loro ordinato di farlo... senza interrogarsi, senza riflettere, essi uccidono. Sì, il Male domina su tutta la Terra.

Inconsapevolmente, la parola d’ordine di Satana si ripete dappertutto: “La Terra non può più far fronte ai bisogni delle popolazioni di tutto il Pianeta. L’acqua scarseggia dovunque, l’aria è inquinata, e presto i mari si innalzeranno.” E più veloce del fulmine, circola la parola d’ordine del Maligno, colma di cattiveria: “Lo sterminio s’impone, se volete avere ancora un posto per vivere !”

La carestia, la sete, le guerre gettano sulla strada quelle popolazioni, in cerca di una terra d’esilio. Sono deboli, senza cibo, e muoiono camminando. La malattia impedisce loro di avanzare, e le porte si chiudono al loro arrivo. La carità ha disertato la Terra.

Satana in questi ultimi tempi trionfa, e si permette di sterminare la metà delle popolazioni, contaminando i paesi ricchi come i paesi poveri. Poi, fa credere ad una pandemia che sta nascendo, e alla necessità di vaccini non ancora messi a punto.

Satana ha scelto la sua orda di attaccanti, ed è ben servito. Ma le ore del suo tempo che gli sono state concesse, stanno per esaurirsi.

La Santa Madre della Chiesa, con lo Spirito Santo di DIO, comincia a riunire tutti i Suoi figli. I Santi Angeli si oppongono al Padrone del Male; e presto, GESÙ discenderà dal Cielo con San Michele Arcangelo. La lotta contro lo spirito del Male sarà feroce, e la Santa Chiesa di DIO sarà liberata per prima. Sarà questo “Il Trionfo della Santa Madre di DIO”, tanto atteso.

Il Mondialismo, questa “Bestia” che cerca costantemente di ingrandirsi, morirà da sé, trascinando l’altra “Bestia” in una battaglia persa già in anticipo.
Quel "piccolo Numero” che Gesù ama, grazie alla sua fedeltà a DIO e al suo Amore per Gesù e Maria e per tutti i figli di DIO, questo piccolo Numero, "Gregge Prediletto”, lo Spirito Santo lo condurrà fuori da quel terreno dove si realizzerà l'ultima conquista del Signore per la Pace nel Mondo.

Il Giorno di DIO è vicinissimo ! È la nascita dei Santi della Terra.

 Mediante la Santa CROCE di Luce,
mediante lo Spirito Santo che è PACE
e la Sua bella Colomba,
che portò il Sacro Crisma al Battesimo di Re Clodoveo,
Io vi porterò, vi guiderò sotto lo Mie Ali !

E come San MICHELE, noi grideremo: Chi è come DIO?

Parole di DIO
GESÙ Cristo.