domenica 31 marzo 2019

La Gerusalemme terrena non è divisa dalla Gerusalemme celeste

LIBRO DI AZARIA - CAPITOLO 6



Quarta domenica di Quaresima


31 marzo 1946

   Introito: Isaia 66, 10-11; Salmo 122 (121), 1.
   Orazione: Fa', te ne preghiamo o Signore, che, giustamente afflitti a causa delle nostre azioni, possiamo respirare per la consolazione della tua grazia.
   Epistola: Galati 4, 22-31.
   Graduale: Salmo 122 (121), 1.7.
   Tratto: Salmo 125 (124), 1-2.
   Vangelo: Giovanni 6, 1-15.
   Offertorio: Salmo 135 (134), 3.6.
   Segreta: Riguarda placato, te ne preghiamo Signore, il presente sacrifizio, affinché giovi alla nostra devozione e salute.
   Comunione: Salmo 122 (121), 3-4.
   Dopocomunione: Dàcci, te ne preghiamo o Dio misericordioso, di trattare con sincero rispetto i tuoi santi misteri, dei quali siamo continuamente ripieni, e di riceverli con animo fedele.
  

   Dice Azaria:
   «Perché, di che si deve rallegrare Gerusalemme? Forseché della sua lunga vita? Non già. Ma di essere vitale per la sua unione con il Cristo che la nutre coi suoi doni e la ingemma coi suoi santi. Se di natura soprannaturale non fosse, non avrebbe questi doni e questi santi, e perirebbe come tutto quanto è nato per opera d'uomo, tutto quanto dura un tempo relativo e poi, per lotte di nemici, si indebolisce e muore.
   Ma la Gerusalemme terrena non è divisa dalla Gerusalemme celeste, e i cittadini di quella celeste sono con la Gerusalemme terrestre per confortarla, aiutarla, difenderla dal livore del Male che contro lei si lancia per abbatterla, senza riuscirvi peraltro.
   Ma non sono solo gli aiuti celesti quelli che le mantengono vita. Il Ss. Signore Gesù ha promesso che nulla prevarrà su di Essa. Basterebbe questa promessa a difenderla. Perché le promesse di Dio sono sempre attive. Ma Dio, pur bastando da Sé stesso a compiere qualunque prodigio, non spoglia i suoi figli del diritto di cooperare agli interessi del Padre, del diritto di contribuire alla prosperità della Casa del Padre.

   E la Chiesa è la grande dimora del Padre, di Dio, sulla Terra. Non è più il vasto Tempio sul monte di Gerusalemme, vasto, ma un nulla rispetto alla Terra, un super nulla rispetto al Creato. Non è più ciò la Casa attuale del Padre. Essa ha allargato i suoi padiglioni dall'uno all'altro Polo, ad oriente e ad occidente; ed essi ormai sono sparsi su tutta la Terra, e dovunque è, con amore o con odio, conosciuto il nome di Dio e di Gesù Salvatore. E dovunque è un altare a santificare i continenti, a riunirli nel segno santo. E dovunque si celebra un Sacrificio non di arieti o di agnelli, ma delle Carni Ss. dell'Agnello divino, immolato per lavare col suo Sangue gli stipiti e i limitari della Terra, luogo di esilio, e farne già un piccolo Cielo, perché gli uomini esuli siano meno esuli dal luogo eterno per cui Dio li aveva creati, e possano avere aiuto e sprone dalle gioie che gustano ai piedi di un altare, alla Mensa del Pane soprasostanziale. Così si è dilatata la dimora del Padre! La Gerusalemme terrestre ha allargato le sue mura, sparso i suoi eserciti pacifici e i suoi maestri perché dovunque fosse noto il Nome che è sopra di ogni altro e davanti al cui suono si curvano in ginocchio i figli di Dio, quale che sia la loro razza, lingua, latitudine e costume.

   Orbene, non sono dunque anche questi cittadini di una così vasta città, quelli che coi loro sacrifici e le loro orazioni cooperano col Padre per il trionfo della stessa contro l'Inferno e i suoi seguaci? Sono anche questi cittadini.
   Come le mistiche acque che Ezechiele vide sgorgare da sotto la porta del Tempio, e che all'inizio sono alte quanto dal suolo ad una caviglia, e poi crescono fino ad arrivare ai ginocchi, e poi tanto sono alte che sommergerebbero una statura d'uomo, così sono i meriti dei santi sulla Terra. All'inizio della Chiesa erano pochi, perché pochi erano i cittadini della Chiesa militante e poco potevano spingersi a fecondare le aride sabbie e le amare paludi. Ma poi, nei secoli e secoli, e per martiri, e per vergini, e per confessori, noti ed ignoti sulla Terra, ma tutti noti a noi dei Cieli, le acque sono cresciute. Si sono riversate nell'alveo iniziale, nato sul Golgota, dall'acqua gemuta da un Cuore squarciato oltre la morte, e hanno aumentato la Ss. onda con le loro onde di meriti. E il piccolo torrente si è fatto gran fiume, sempre più grande, capace di spingersi e penetrare, con la massa imponente delle sue acque, anche nei deserti più lontani, nelle più pestifere paludi, e purificarle, e fare fertili le sabbie, permettendo il sorgere di alberi fruttiferi, che non conoscono perdita di foglie o sterilità di frutti, alberi buoni, atti a nutrire, a guarire, a legittimare i figli bastardi, dando loro il Nome benedetto che viene dal Fondatore della Chiesa: "cristiani di Roma, sede del Papato fondato da Gesù Ss. sulla sua Pietra".
   Ecco, o figli benedetti della Gerusalemme terrena, di che avete a rallegrarvi con Essa che vi è Madre e con Dio che vi è Padre! Di essere coloro che con la loro fedeltà ed eroismo contribuiscono a mantenere potente il fiume della sua espansione bonificatrice e a farlo attivo. Onde l'invito dell'introito non è solo parola, ma è parola di verità, ma è già premio, e promessa di un premio più grande.
   L'Eterno vede le vostre opere ed i vostri cuori. Numera gli affetti e sentimenti santi. Vi vede ansiosi del materno trionfo, tristi del disamore e della misconoscenza colpevole dei figli che, dopo essere stati della Casa, escono dalla Casa paterna, o della ignoranza dolorosa, ma non colpevole come la misconoscenza, di quelli che ancora ignorano il Dio vero, e vi fa dire: "Voi che amate la Chiesa, rallegratevi con Lei, godete con letizia, voi che foste in tristezza, esultate e saziatevi alle fonti della sua consolazione, perché voi, che per Essa avete amore attivo, avete diritto a succhiare al suo seno mentre già qui, in Cielo, è pronto, nella Gerusalemme celeste, il vostro posto al banchetto dell'Agnello, al banchetto dei trionfatori eterni, che vi siete meritato per il vostro lavoro spirituale e materiale a pro della Madre Chiesa che è la Sposa del Verbo".

   E se ciò è per tutti i fedeli che versano il contributo delle loro opere sante nel fiume della Comunione dei santi, con speciale misura sarà per voi, dilette "voci", che alle opere comuni aggiungete il martirio di essere "voci". Il multiforme martirio della vigilanza soprasensibile per essere sempre pronti ad intendere, distinguere e combattere. Intendere le voci che vi vengono dall'Oltre Terra. Distinguerle per non confondere il mendace e così seduttore parlare di Satana, dal più reciso ma veritiero parlare delle voci buone. Combattere la superbia che potrebbe insinuarsi dietro alla umiltà che dice: "Dio parla alla sua serva". Insinuarsi serpentina come Lucifero dal quale è nata per zufolare in sordina "... perché io ho meritato questo".
   Oh! che martirio di vigilanza continua, di ubbidienza continua, di sforzo continuo, dovete mai fare, care "voci" che Dio ha beneficato e crocifisso in questa missione! E martirio di contraddizioni dolorose da parte degli uomini ciechi e superbi che non vogliono vedere Dio ed ammettere che Dio possa compiere questo miracolo d'amore. E martirio di derisioni, di curiosità, di immeritati castighi. E martirio di vedere l'inerzia delle anime che non si scuotono neppure davanti a queste parole che vengono da Dio. E martirio di non potere andare dai veri "poveri", dai veri "affamati", dai veri "ignoranti", dicendo: "Ecco, non siate più poveri, affamati, ignoranti. Qui c'è tesoro, c'è cibo, c'è sapienza. Viene da Dio. Egli ve la dà per i vostri dolori, per i vostri dubbi, per le vostre solitudini. Perché vi ama. Perché ha pietà di tutti gli uomini. Perché è Padre. Prendete e santificatevi col dono di Dio".

   Siete gli apostoli incarcerati, o "portavoce", che non potete far nota agli uomini la parola santa. Il tesoro che avete fra le braccia vi porta al Cielo. Ma per voi stessi. Quando, dopo avere goduto l'estasi del riceverlo - fino ad averne compartecipe la carne, tanto è violento l'uragano dolcissimo e fiammeggiante che si è abbattuto su voi, per spogliarvi di tutto ciò che è umanità e farvi comprendere che l'umanità è miseria fugace, mentre solo valore ha ciò che è eterno e spirituale, e così, consci, rapirvi sempre più in alto, nelle sfere caritative e contemplative - quando, dopo avere goduto l'estasi, abbassate lo sguardo dal Fuoco, dalla Sapienza, dalla Potenza alla povera umanità che brancola misera, ignorante, assiderata, per le vie della Terra e degli Errori - e sapete ciò che la salverebbe, questa umanità, e le darebbe sapienza, ricchezza, vita, calore, e non potete dare il tesoro in cui molti troverebbero la Via, la Verità, la Vita, invano, invano cercati altrove - allora subite il martirio della carità verso Dio, non conosciuto e amato, e verso il prossimo che vedete morire senza pace e che vi è impossibile soccorrere, incarcerati come siete da una categoria di uomini che la carità mi impone di non classificare, e [subìte?] l'indifferenza ignara od ostile dell'altra più vasta categoria: quella stessa dei bisognosi della Parola e della Conoscenza, che stendono le mani a tutti i "pomi di Sodoma" del lorodeserto e si trovano il nulla nelle mani. Perché quei pomi, come quelli del deserto di Giudea, sono vuoti sotto la bugiarda apparenza. Ma non stendono le mani agli alberi della Vita che crescono in mezzo alla piazza della Città Celeste e sui lati del fiume d'acqua viva che scaturisce dal trono di Dio e dell'Agnello, come lo vide l'angelo Giovanni, apostolo del Signore, e che portano i dodici frutti, e dànno, mese per mese, questi frutti eterni ai beati cittadini della Città della Santità e della Gioia sublime.
   E allora piangete come il Cristo e con Cristo, dicendo le parole sue sulla città ostile: "Oh! se anche voi conosceste quello che giova alla vostra pace! Ma è celato agli occhi vostri dalla crosta dei vostri peccati e voi non ve la volete levare, questa crosta che vi fa ciechi, e guardare la Luce!".

   Ma consolatevi, o voci. Voi potete rallegrarvi. Perché a voi è detto: "Andrete nella casa del Signore". Sì. Vi andrete se persevererete nelle virtù come vi viene insegnato. Allora per "le vostre azioni" purificate e divenute, da umane: sante, potrete "respirare per la consolazione della Sua Grazia" ed essere beati perché la Sua Grazia è beatitudine.
   Ed ora leggiamo S. Paolo.
   Anche l'eterno Abramo ha due specie di figli. Quelli della schiava e quelli della libera.
   Chi è l'eterno Abramo? Molti potrebbero dirti questo o quello. Io ti dico di dare qui il nome di Abramo eterno all'Eterno, Padre di una moltitudine straordinaria e duratura, di progenie in progenie, fino alla fine dei secoli. L'eterno Abramo si è congiunto all'Umanità,metaforicamente parlando, per generare figli che del Padre hanno l'immagine e somiglianza soprannaturale e della madre avrebbero dovuto avere la somiglianza naturale, perfetta come il Padre e Creatore dell'Umanità aveva data ai primi semi dell'Umanità.

   Nella prolificazione usuale delle razze, sia umane che animali, si vede che i caratteri somatici familiari si fanno più marcati quando due stretti parenti si uniscono generando figli che fissano, dirò così, fortemente le caratteristiche dei genitori, fra loro consanguinei.
   Or dunque che sempre aumentabile perfezione di somiglianza divina sarebbe venuta nei figli nati dal Padre Creatore e dall'Umanità da Lui creata! Meravigliosa somiglianza! Ma per averla doveva l'Umanità conservare intatta la sua somiglianza del Padre. Invece la forma perfetta fu deturpata da Lucifero, e nell'esterno e nel profondo, e la somiglianza non crebbe, non si perfezionò, ma anzi ebbe lacune, regressi, ebbe aspetti diversi nei figli di Dio e dell'Umanità, di modo che dal seno che generò l'angelico Abele, in cui era palese la somiglianza divina, già era uscito il satanico Caino, nel quale era palese la prostituzione dell'Umanità al Seduttore. E sempre, sempre così, nei secoli. Anche dopo che l'innesto di Cristo fu sulla pianta imbastardita dell'Umanità.

   Or dunque l'eterno Abramo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno dalla libera. I due rami dell'Umanità. E il figlio della schiava - attenta bene - nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa, ossia secondo lo spirito.
   Credi che l'allegoria sia stata solo per quel tempo? No. È realtà che si perpetua. Tuttora nei figli del Creatore, dell'eterno Abramo - perché figli del Creatore sono tutti gli uomini, essendo Egli il Datore della vita - vi sono i due grandi rami. Quello dei nati dallo spirito e quello dei nati dalla carne.
   E questi ultimi sono nemici ai primi e nemici di Dio e delle due Gerusalemmi, perché non della Religione santa e del Regno santo sono, ma dell'Arabia, ossia del popolo pagano, e più ancora: satanico, che adora Satana, la carne, il mondo, le concupiscenze in luogo di Dio, che segue le male dottrine in luogo della Religione di Dio, che si perverte e scende, scende, scende sempre più in basso, e dal suo basso esala fetori e lancia strali ai figli dello spirito, per traviarli, ferirli, torturarli, per nuocere, nuocere, dare dolore, dare morte, spogliare il Padre dei suoi figli più cari...

   Oh! profanazione che penetri per ogni dove, e come strumento di guerra - e guerra è, satanica guerra alla quale degli uomini si prestano a far da strumento e milizia - sgretoli, abbatti, sommergi, spegni!.... Ma chi spegni? Quelli che hanno lasciato posti vuoti nel loro spirito, nel loro intelletto, coloro che credono di essere completi perché sono stipati di formule, di preconcetti, di superbie, e non sanno che ciò è fumo ed ènuvola che cedono subito ad un turbine che li disperde, occupando quei posti, lasciati vuoti dalle disperse formule, preconcetti, superbie, razionalismi, egoismi, settarismi e così via, dalle dottrine umane insomma, con formule, assiomi, superbie, dottrine ancor più letali: con cose sataniche. Perché è Satana che lavora dove vi sono posti vuoti di Dio.

   Pregate per questi figli della novella Agar: dell'Umanità schiava di Satana.
   E per voi, per voi, figli della libera, nati dallo spirito, perseguitati per questo, ma non vinti in eterno, perché ogni persecuzione cade ai piedi delle barriere di Dio - ed esse barriere sono il possesso assoluto da parte di Dio del vostro cuore, che riconosce Dio per suo solo Signore e Lui solo serve, e le soglie dell'Al di là - io dico: non temete.

   Non temete! L'uomo e Satana potranno ferire la carne. Ma voi lo sapete! Essa è transitoria. Lo spirito dei liberi è tetragono ai veleni e agli strali satanici e umani. Solo se vi voleste, di vostra libera volontà, fare schiavi, potrebbero nuocervi. Non mai finché siete i "liberi" di Dio.
   È Dio stesso che ve li allontana i nemici, ne circoscrive le opere malvage. Dio: il Padre vostro. Dio che, come dice la Scrittura, da eterno Abramo, caccia lungi dai suoi padiglioni i figli dell'Umanità, schiava di tutto ciò che non è Dio e che andrà errando, di punizione in punizione, per deserti sempre più aridi perché, peggiore di Agar, sotto il castigo meritato non si converte, ma imbestia sempre più, e non piange, pentendosi, ma bestemmia allontanandosi sempre più dai pozzi dell'acqua di Vita.

   Siete figli della libera. Ricordatevelo, o cristiani. Siete sommamente "figli della libera", ricordatevelo voi, o "voci" che Gesù Ss. ha affrancato anche dalla schiavitù della relatività e materialità umane, dandovi vista e udito soprannaturali per farvi conoscere le verità più segrete, le dottrine più perfette, e vedere il Signore, conoscerlo come di più non lo può la creatura sulla Terra, e trasalire della gioia che sarà vostra - e nostra già è - della gioia che sarà vostra quando, cessato il Tempo per voi, sarete ammessi alla beata Eternità.
   Grida, grida tu pure, tu che da ieri sera sei fuori di te per la gioia che ti viene dal Cielo, grida: "Mi sono rallegrato per ciò che mi è stato detto!". E come gioiosamente te l'ho detto, piccolo Giovanni del mio Signore! Piccolo, piccolo Giovanni che il mio Signore ha cinto di monti a custodirti, e ti ha fatta colma di pace e di abbondanza! Loda il tuo Signore! Lodiamolo insieme perché "è buono"; cantiamo inni al suo Nome perché è "soave". Benediciamolo perché tutto quello "che ha voluto fare lo ha fatto, in Cielo, in Terra" e nel cuore dei suoi figli fedeli. Benediciamo il Signore!»
   "A Dio le grazie!".
   «Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo!».
AMDG et DVM

Siamo a metà Quaresima: la IV Domenica


Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Gio. 6:1-15
In quell'occasione: Gesù andò al di là del mare di Galilea, cioè di Tiberiade: e lo seguiva gran folla, perché vedeva i miracoli ch'egli faceva sugli infermi. Eccetera.
Omelia di sant'Agostino Vescovo
Tratt. 24 su Giovanni
I miracoli che ha fatto nostro Signore Gesù Cristo sono certo opere divine, ed eccitano la mente umana ad elevarsi da questi avvenimenti visibili fino a Dio. Egli infatti è di tal natura da non potersi vedere cogli occhi; d'altra parte i miracoli che non cessa di fare governano il mondo intero, e prendendosi cura di tutte le creature colpiscono meno a motivo della loro continuità, così che quasi nessuno si degna fare attenzione alle stupende meraviglie che Dio opera in ciascun grano di semenza: ond'è ch'egli si riservò, nel la sua misericordia, di operare a tempo opportuno certe meraviglie fuori del corso abituale e delle leggi ordinarie della natura ; affinché (gli uomini avvezzi a contemplare i miracoli) quotidiani senza annettervi valore, stupissero nel vederne dei non più grandi, ma meno ordinari.


Infatti è maggior miracolo governare tutto il mondo che satollare cinquemila uomini con cinque pani. Eppure quello nessuno l'ammira: e questo gli uomini lo ammirano, non perché sia più grande, ma perché avviene raramente. Perché chi anche adesso nutre l'intero universo, se non colui che da pochi grani fa uscire le messi? (Cristo) dunque agì da Dio. Per questa stessa potenza onde trasforma in ricche messi pochi chicchi di grano, egli moltiplicò nelle sue mani i cinque pani: perché ogni potere si trovava nelle mani di Cristo. E quei cinque pani erano come dei semi, che non furono, è vero, affidati alla terra, ma furono moltiplicati da colui che ha fatto la terra.


Questo miracolo è dunque offerto ai nostri sensi, per elevare i nostri pensieri: ed è posto sotto i nostri occhi, per esercitare la nostra intelligenza: affinché ammiriamo Dio invisibile attraverso le sue opere visibili, e, incoraggiati dalla fede, purificati dalla fede, desideriamo ancora di vederlo questo Dio invisibile, di cui le cose visibili ci fanno conoscere l'invisibile realtà. Ma non soltanto questo dobbiamo considerare nei miracoli di Cristo. Interroghiamo gli stessi miracoli, essi ci parleranno di Cristo: perché essi hanno il loro linguaggio, se si sanno comprendere. Difatti Cristo essendo il Verbo di Dio, ciò che fa il Verbo, anch'esso è una parola per noi.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

AMDG et DVM

venerdì 29 marzo 2019

MARIA ROSA MISTICA - MATER ECCLESIAE

13 Luglio 1947 – Prima grande apparizione di Maria, Rosa Mistica
Dal diario di Pierina:
«Io sono la Madre di Gesù e la Madre di tutti voi». Così dicendo la Madonna aprì le braccia mostrando sul suo petto tre bellissime rose: bianca, rossa e l’altra gialla con riflessi oro.
Le tre spade erano ai piedi della Madonna, in mezzo a tante rose del medesimo colore di quelle che aveva sul petto. La Vergine così si esprime:
«Nostro Signore mi manda per portare una nuova Devozione Mariana in tutti gli Istituti e Congregazioni religiose, maschili e femminili, e anche ai sacerdoti secolari. Prometto a quegli Istituti religiosi o Congregazioni che più mi onoreranno: che saranno da me protetti, e avranno maggior fioritura di vocazioni e meno vocazioni tradite, meno anime che offendono il Signore col peccato grave, e grande santità nei Ministri di Dio».


[Le tre spade che causano dolore al Cuore Sacratissimo di Maria simboleggiano tre categorie di anime consacrate a Dio che non corrispondono in modo adeguato alla grazia della loro vocazione, che la tradiscono mantenendosi in una situazione di peccato grave e per i sacerdoti che si rendono indegni del loro sacro ministero.
Il messaggio particolare per Pierina diventerà la proposta stessa di “Rosa Mistica” per tutte le comunità religiose e gruppi sparsi nel mondo: preghiera, penitenza, sofferenza per riparare ed eliminare le infedeltà delle persone consacrate e di ogni cristiano.

Il significato delle tre rose è trasparente:
Rosa Bianca: spirito di preghiera per riparare le offese recano al  Signore le persone consacrate che non vivono con coerenza la loro vocazione.
Rosa Rossa: spirito di sacrificio per riparare le offese recate al Signore dai consacrati che vivono in peccato mortale.
Rosa Giallo-oro: spirito di immolazione per riparare le offese recate al Signore dai sacerdoti che tradiscono la loro vocazione e, in particolare per ottenere la loro santificazione.

Queste tre rose offerte per amore, con lo spirito di riparazione richiesto  da Rosa Mistica, fanno cadere le tre spade dal Cuore della Madonna.  Nel corso delle successive apparizioni di Rosa Mistica, la richiesta della preghiera, della riparazione e dello spirito di penitenza si estende a tutte le categorie di persone presenti in ogni latitudine della terra.]

Lo sguardo della Madonna – scrive Pierina – non era diretto solo verso di me, ma era come parlasse a tante persone, e disse: «Desidero che il giorno 13 di ogni mese sia la Giornata Mariana, alla quale siano premesse preghiere speciali di preparazione per 12 giorni». Qui cambiò la sua espressione, diventò triste: «Tale giornata deve essere di riparazione per le offese commesse contro nostro Signore dalle anime consacrate che con le loro colpe fanno penetrare nel mio cuore e nel cuore del mio Divin Figlio tre pungenti spade».
La Madonna suggerisce anche come santificare questo giorno per ottenere grazie e vocazioni: «con preghiere, quali la S. Messa, la S. Comunione, il Rosario, l’Ora di Adorazione».

Ed esprime anche il desiderio che il giorno 13 luglio di ogni anno sia festeggiato da ogni Istituto  religioso e ci siano anime che vivono con grande spirito di preghiera, con generosità ed amore al sacrificio, alle prove, alle umiliazioni, consacrati che immolino la loro vita per riparare i tradimenti che riceve Gesù.
La Madonna vuole che questa nuova devozione sia estesa a tutti gli Istituti religiosi, in particolare a quello  di  Santa  Maria Crocifissa, dicendo:
 «Ho scelto questo Istituto per primo, perché la Fondatrice di esso è la “Di Rosa”, la quale ha infuso nelle sue Figlie lo spirito di carità, così che queste sono come tante roselline, simbolo di carità».

Rosa Mistica non accondiscende alle richieste di un miracolo per rendere  credibile la sua presenza, poiché soggiunse: «quello più evidente avverrà quando le anime consacrate si convertiranno e torneranno a rivivere il primitivo spirito dei santi Fondatori».


22 ottobre 1947 – Segno miracoloso: il Crocifisso si anima e dal suo costato scendono gocce di sangue.
       «Per l’ultima volta vengo a chiedere la devozione già raccomandata altre volte. Il mio divin Figlio ha voluto lasciare le tracce del suo preziosissimo Sangue per testimoniare quanto grande è il suo amore per gli uomini, dai quali è ricambiato con gravi offese. Prendi il purificatoio e mostralo ai presenti. Ecco le gocce del Sangue del Signore!»
In quest’apparizione la Madonna afferma la sua Mediazione tra gli uomini e in particolare per le anime consacrate e le sollecita alla conversione. Si presenta quale protettrice di tutti gli Istituti religiosi e assicura la sua protezione «per un vivo risveglio nelle fede e perché le anime elette ritornino al primitivo spirito dei loro Fondatori».


17 APRILE 1966: DOMENICA IN ALBIS
Dal diario di Pierina:“Il mio Divino Figlio Gesù è tutto amore. Mi ha inviata a rendere miracolosa questa sorgente”.
“In segno di penitenza e di purificazione dai un bacio sul gradino (lo diedi subito) poi, “Scendi qualche gradino, fermati, dai ancora un bacio e scendi” (lo diedi e scesi ancora).
“Per la terza volta dai ancora un bacio al gradino e qui sia messo un Crocifisso” (con la mano sinistra mi indicò il posto).
“Gli ammalati e tutti i miei figli, prima di prendere o bere l’acqua, chiedano perdono al mio Divino Figlio con un bel bacio di amore”.
“Con le mani prendi del fango “Lavati con l’acqua. Questo è per insegnare che il peccato nell’anima dei figli diventa fango, ma lavàti con l’acqua della grazia, diventano purificati e degni delle grazie”.
Qui la Madonna si chinò e toccò l’acqua della fonte in due punti, poi salì in alto con un grande splendore. Io pure la segui e inginocchiatami la vidi aprire le braccia e con esse il manto che (si era allargato e) teneva uno spazio grande che si vedeva sotto alla sua destra la Chiesa di Montichiari e la Rocca di Maria; alla sua sinistra invece si vedeva come un enorme casamento.
Molto splendente e maestosa mi disse:

“Sia manifestato a tutti i miei figli ciò che il mio Figlio Gesù volle nel 1947: in Chiesa espressi i Suoi desideri ed i miei Messaggi “Desidero e ripeto che qui vengano gli ammalati e tutti i miei figli, (sospesa) vengano alla fonte miracolosa”.
“Ora qui è la tua missione in mezzo agli ammalati e bisognosi”.

13 MAGGIO 1966 – LA SECONDA APPARIZIONE ALLE FONTANELLE
Dal diario di Pierina:“Il mio Divino Figlio è tutto amore; il mondo va in rovina (sospesa). Ho ottenuto ancora misericordia e per questo mi ha inviata nuovamente a Montichiari a portare le grazie del suo amore”.
“Per salvare l’umanità occorre: fare preghiera, sacrificio, penitenza”.
“Desidero che qui sia fatta una vasca comoda per immergere gli ammalati; quest’altra fonte deve essere riservata per bere”. Con le mani accennò il posto
“Come desiderate sia chiamata la Fonte?”.
Rispose: “La Fonte della Grazia”. “E il vostro Nome?”.
Rispose
: “Rosa Mistica”.
Qui aprì le braccia e con esse il manto enormemente grande. Subito chiesi la sua benedizione. Sorrise e disse:“Io sono venuta per portare amore, misericordia, pace nelle anime dei miei figli, e raccomando di non gettare fango sulla carità”.
“Mi spiegate il significato del Vostro manto che distendete?”.
Rispose con tanta maestà:

“È per significare l’amore mio che abbraccia tutta l’umanità”.
Io le dissi ancora:
“Cosa desiderate sia fatto alle Fontanelle?”.
Rispose:
“Opere di bene per gli ammalati che qui converranno

9 GIUGNO 1966 – LA TERZA APPARIZIONE ALLE FONTANELLE, FESTA DEL “CORPUS DOMINI”
Dal diario di Pierina:“Oggi è festa del Corpo del Signore. Festa dell’unione! Festa dell’amore!” “Quanto desidererei che questo grano diventasse Pane Eucaristico… in tante Comunioni riparatrici”. (Accennava al frumento maturo nel campo adiacente). “Desidererei che questo grano trasformato in tante particole arrivasse a Roma e per il 13 ottobre raggiungesse Fatima”.
Le dissi:
“Ma tutto lo debbono dare?”. Mi rispose:
“Sia riferito ai Signori Proprietari del campo che siano generosi nell’offrire questo grano. E si trovino altri cuori generosi, affinché si adempia ciò che desidero”.
“Desidero che qui sia fatta una pensilina con una statua con lo sguardo sulla Fonte”.
“Per il 13 ottobre la statua sia portata qui processionalmente; però prima desidero che il popolo di Montichiari si consacri al mio Cuore”. (sospesa). “Raccomando ai figli di Montichiari che si rendano degni delle grazie che il mio Divino Figlio Gesù concede loro, perciò si emendino dai loro peccati e ritornino ad essere degli esemplari cristiani (sospesa), di esempio al mondo. Montichiari è il paese che il mio Divino Figlio vuole prediligere con l’inviarmi a portare le sue grazie”.
“A te chiedo nuovamente tanta generosità; avrai tanto da soffrire, ma nulla andrà perduto. Io sarò sempre con te”
6 AGOSTO 1966 – QUARTA E ULTIMA APPARIZIONE ALLE FONTANELLE, FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE

Dal diario di Pierina:“Il mio Divino Figlio Gesù mi ha inviata nuovamente per chiedere l’unione mondiale della Comunione riparatrice, e questo sia il giorno 13 ottobre”.
Dopo la mia affermazione, continuò:“Sia diffusa a tutto il mondo la notizia di questa santa iniziativa che deve incominciare quest’anno per la prima volta e sia sempre ripetuta ogni anno”.

A quei 
Rev.di sacerdoti e fedeli che faranno questa pratica eucaristica è assicurata l’abbondanza delle mie grazie”.

“Si cerchi di far arrivare del grano al diletto figlio Papa Paolo e si dica che è stato benedetto dalla nostra visita.
 (Spiccò qui maggiormente il suo sorriso). È grano della sua terra bresciana – Montichiari – e si dica ciò che il mio Divino Figlio Gesù Cristo desidera, e anche per Fatima”.
Col grano che rimane siano fatti panini e in un giorno fisso vengano distribuiti qui alla Fonte in ricordo della nostra venuta. E questo sia di ringraziamento da parte dei figli che lavorano la terra”.

“Dopo che io fui assunta in Cielo, mi sono sempre interposta come Mediatrice tra il mio Divino Figlio Gesù Cristo e tutta l’umanità!… Quanti favori!… Quanti castighi ho fermato!… Quanti colloqui ho avuto con le anime!… Quante visite feci ancora sulla terra a portare messaggi!”.

“Ma gli uomini continuano ancora ad offendere il Signore! Ecco il perché del mio desiderio dell’unione mondiale della Santa Comunione Riparatrice”.

“È un atto di amore e riconoscenza da parte dei figli verso il Signore”.

“Ho scelto questo luogo di Montichiari perché nei figli che lavorano la terra c’è ancora umiltà come in una povera Betlemme. Poi questo luogo ove ci sarà sempre preghiera, si trasformerà in tante grazie”.

[Il desiderio della Madonna riguardo al grano da mandare a Roma e a Fatima fu perfettamente soddisfatto, certamente per l’intervento del Parroco Abate Mons. Francesco Rossi. Paolo VI benedisse personalmente quel frumento che fu usato per la Santa Comunione, ed una parte fu portato a Fatima dal vescovo Mons. José Pereira Venancio.]


SINTESI DELLE DEVOZIONI RICHIESTE DA ROSA MISTICA NEI SUOI MESSAGGI

1. Ogni 13 del mese sia dedicato a speciali atti di devozione a Maria, con una preparazione di preghiera nei 12 giorni precedenti.
2. Il 13 luglio di ogni anno sia festeggiato in onore di Maria “Rosa Mistica”.

3. Il 13 ottobre di ogni anno (II° domenica del mese) sia santificato con la Santa Comunione Riparatrice preceduta dalla confessione. Il messaggio parla di “Unione Mondiale della santa Comunione Riparatrice”.
Sotto questa denominazione si possono costituire Gruppi di Preghiera o Congregazioni.

4. Ogni anno l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, a mezzogiorno si pratichi l’Ora di Grazia, attendendo le grazie particolari di conversione e di santificazione promesse per quell’Ora. La si pratichi nella propria Chiesa adorando il Santissimo Sacramento, se è possibile, altrimenti anche privatamente o in gruppi di preghiera.

5. Recarsi alla Fonte benedetta in processione, con preghiere penitenziali. Vi si portino gli ammalati e vi si rechino come pellegrini i bisognosi di aiuti spirituali per sé e per i propri cari.

6. Rimangano fondamentali e caratteristiche della Devozione a Maria Rosa Mistica le parole significate dalle tre rose: Preghiera, Sacrificio, Penitenza, cioè pregare con perseveranza e non sottrarsi alle sofferenze, e questo in favore delle anime consacrate.
In particolare: per la conversione delle anime consacrate infedeli alla propria vocazione e per la loro santificazione; per l’aumento delle vocazioni religiose e sacerdotali. Questo scopo della devozione, proposto da Maria prima di tutto agli Istituti Religiosi, diventa in seguito un invito rivolto a ogni cristiano.

7. Caratteristica di tutti i messaggi di Rosa Mistica: accrescere lo spirito di  riparazione delle offese contro il sacramento dell’Eucaristia, contro il nome di Dio e di Gesù, contro i privilegi di Maria, contro la Chiesa e il Papa, contro l’innocenza dei piccoli e delle anime semplici, contro la sacralità della vita umana e la santità della famiglia.

Naturalmente presupposto di queste pratiche devozionali è l’osservanza dei Comandamenti, la pratica delle virtù cristiane e in primo luogo della carità verso il prossimo




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Un dono per i consacrati al mio Cuore Immacolato


Un dono per i consacrati al mio Cuore Immacolato
“Era vestita tutta di bianco, coperta con un velo, anch'esso, bianco che scendeva fino ai piedi, tutto ornato d’oro.
Ai fianchi aveva, come cintura, un nastro azzurro. Teneva la mano sinistra all’altezza del nastro, o meglio, poco sopra, ed in essa il cuore. Attorno ad esso, simile a un cerchio, c’era una corona di grosse spine, tre delle quali lo penetravano. Una spada trapassava il cuore dalla parte sinistra”.
“Piccola mia, sono venuta per affidarti una missione!”
La protagonista di questa vicenda è una monaca clarissa, Suor Chiara Scarabelli nata il 29 marzo 1912, a Genepreto, minuscolo paesino della valle del Tidone, nel piacentino, e deceduta il 29 gennaio 1994 nel nuovo Monastero, inaugurato solo pochi mesi prima della sua morte, in località S. Silvestro di Curtatone, (Mn). Visse per quasi 63 anni nel Monastero di Santa Chiara in Piazzale Roma di Venezia.
“Si avvicinò a me con un dolce sorriso.
Aveva il medesimo aspetto, era vestita allo stesso modo, portava il cuore nella mano sinistra, nella destra la corona del rosario con dei grani d’oro ed una croce che scendeva giù, fino a circa dieci centimetri dai piedini bianchi, candidi. Tutto attorno alla sua persona, come in cerchio, c'era scritto a caratteri d’oro: “Madre mia, fiducia e speranza, in te mi affido e abbandono”. Mi guardava con una tenerezza ed un sorriso che non trovo parole per esprimere”.
Ho bisogno di te per dare un dono a quei miei cari figli che sono la gioia del mio cuore, perché mi amano e vivono in pratica la consacrazione fatta al mio Cuore Immacolato che avevo chiesto, a Fatima, per volontà di Gesù. (La pratica dei 5 primi sabati del mese)
Desidero dare loro un segno, un dono, per mostrare loro la riconoscenza del mio cuore di Mamma. Esso sarà anche un richiamo per tanti, miei figli che amo con tenerezza, ma che non corrispondono al mio amore.
Io dico loro:
“Figliolini miei, venite, venite al mio cuore, vi aspetto per portarvi a Gesù che vi ama! Solo in lui troverete la pace, la gioia e la felicità che tanto cercate!”
E vi dico ancora:
“Pregate, amatevi come figli di Dio, da veri fratelli, amatevi come vi ama la vostra mamma e come vi ama Gesù!”
Egli ha affidato al mio Cuore Immacolato la missione di chiamare tutti i miei figli alla conversione, alla preghiera, alla penitenza: pregate, pregate! Se non pregate non potete convertirvi. Amatevi tra di voi come vi amo io. Lo dico con dolore. Tanti, tanti non pregano, non amano”.
Piccola mia, ti affido la missione di far coniare una meda­glia che mi ritrae come mi vedi: è un dono d’amore del mio Cuore Immacolato. Ecco, guarda il rovescio della medaglia.
Allora vidi comparire, di fianco a Lei, il suo Cuore e quello di Gesù strettamente uniti, direi quasi legati, da una corona di spine; il Cuore di Gesù era sormontato da una piccola croce e quello della Mamma trapassato da una spada. Sotto i due Cuori c’erano una A ed una M intrecciate, a significare: Ave Maria. Entrambi i Cuori erano circondati da fiamme, simbolo dell’amore di cui ardono per la salvezza di tutte le anime.
Tutto intorno c’era scritto a caratteri d’oro: “Gesù, Maria vi amo, salvate tutte le anime”. Dopo avermi mostrato il rovescio della medaglia, la Mamma disse:
<< dono2Cari figli miei, vi esorto a recitare spesso e col cuore l’in­vocazione: "Gesù, Maria vi amo, salvate tutte le anime". Sarà come una carezza che consola il Cuore di Gesù e il mio Cuore Immacolato. L’invocazione, se recitata con fede e col cuore, riparerà ogni volta tante bestemmie. Ogni atto d’amore salverà un’anima. L’amore vi aiuti a valorizzare al mas­simo ogni istante della vostra vita terrena. Più forte sarà l’amore, più la vostra vita sarà feconda.
Amatevi, amatevi, cercate le cose di lassù!
Quaggiù tutto passa: solo l’amore resta in eter­no!
Sarete giudicati sull’amore. Anzi, per chi veramente ama, non ci sarà giudizio: solo un abbraccio del Padre buono col figlio che è vissuto solo per amore e nell’amore! Ascoltate la vostra Mamma! Vi parlo, vi esorto perché vi amo e vi voglio felici in eterno lassù, lassù in Paradiso! Voglio portarvi a Gesù ed al Padre che vi attende tutti!
PROMETTO A TUTTI COLORO CHE PORTE­RANNO CON SÉ QUESTO DONO DEL MIO CUORE IMMACOLATO, TESTIMONIANDO LA LORO CONSACRAZIONE, DI BENEDIRLI, DI CONDURLI PER MANO, DI PORTARLI NEL MIO CUORE COME FIGLI PREDILETTI PER PRESEN­TARLI A GESÙ. LI ASSISTERO’ NEL MOMENTO DELLA MORTE AFFINCHÉ IL NEMICO, SATA­NA, NON POSSA LORO NUOCERE E SARAN­NO LASSÙ, CON ME, IN PARADISO, DOVE GESÙ DARÀ LORO IL PREMIO ETERNO”.
Quando Suor Chiara consegnò la richiesta della Vergine al Padre confessore, egli si mostrava perplesso per via che c'era già un'altra medaglia richiesta e coniata per volere dalla Madonna, la Medaglia Miracolosa.

La Vergine SS. stessa darà la spiegazione a suor Chiara:
“(…) Questo è un dono che il mio Cuore di Mamma vuole dare a tutti i miei figli; è anche un richiamo. Un dono d’amore per tanti miei figli che mi amano veramente e vivono in pratica la consacrazione al mio Cuore Immacolato che la Chiesa ha fatto di tutta l’umanità per volontà del Signore, a questi sono riconoscente, li tengo al riparo sotto la mia protezione, li assisto, li conduco per mano, sono la Mia consolazione.
È poi un richiamo amoroso per tan­ti, tanti miei figli e dico loro:- Figli miei carissimi, non basta fare a parole l’atto di consacrazione al mio Cuore, ma occorre viverla nella vita pratica di ogni giorno, che significa imitare la vostra Mamma nel suo amore verso Dio, con fede e carità verso tutti i fratelli. Tante creature hanno dimenticato il comandamento di Gesù: «amatevi come io ho amato voi». E io vi supplico: amatevi come vi ama la vostra Mamma che vuole portarvi tutti al Cuore di Gesù. Siete miei cari figli, desidero condurvi tutti alla salvezza, alla gloria eterna. Il Figlio mio ha affidato al mio Cuore la missione di richiamare tutte le creature alla conversione, all’amore, alla preghiera e penitenza allo scopo di prepararle al trionfo del mio Cuore come avevo promesso a Fatima, per l’avvento del Regno di Gesù. Miei cari figli, non offendete più il Signore che è già tanto offeso, ma amatelo, riparate. Siete tutti fratelli, figli del Padre celeste, amatevi, amatevi a vicenda, state in pace con tutti.

Pace, pace, amore. Vi invito alla preghiera, pregate, pregate. Si prega troppo poco da tanti, pregate col cuore. Solo la preghiera con l’amore può vincere satana. Il mio nemico lavora per perdere le anime e trova tanti collaboratori; non permettete che vi seduca. Ha un esercito molto forte, vuole portarvi alla perdizione. Preghiera, fiducia, abbandono in Dio e nel mio Cuore. Figlioli miei, vi amo e per questo vengo a indicarvi la via dell’amore, della pace e della salvezza. Ascoltate la vostra Mamma, lasciatevi condurre per mano. Vi chiedo di offrire la vostra preghiera per coloro che sono sotto il dominio di satana perché si salvino. Dio ha creato tutte le creature per il Paradiso. Testimo­niate la fede con la vostra vita da veri figli di Dio, sacrifica­tevi per la salvezza dei peccatori. Vi ringrazio di tutto quello che farete per i fratelli lon­tani da Dio che rifiutano il suo amore: io sono con voi. In Cielo riceverete dal Padre il premio che vi è promesso. Miei cari figlioli, non abbiate paura di professare la vostra fede. Se pregate, satana non può nuocervi perché siete figli di Dio, che vi guarda con amore. Pregate, pregate, amatevi! Se il Rosario sarà sempre nelle vostre mani, sarà un segno per il demonio che apparte­nete a me. Non stancatevi di pregare col Rosario; sarà un’ar­ma potente per salvare l’umanità. Ascoltate la vostra Mamma che vi supplica: convertitevi, non offendete più il Signore. Tanti miei figli hanno perduto il senso del peccato, fe­riscono il mio Cuore. Ora è il tempo di convertirsi. Aiutatevi, vivete in pace da buoni fratelli in attesa del Signore che viene. Ascoltate il mio figlio prediletto, il beniamino del mio Cuore, il S. Padre, io stessa l’ho preparato per la sua missione, in questo momento. Amatelo, non amareggiate il suo cuore di Pastore, di Padre. A voi della Comunità cristiana affido il compito di farvi testimoni di fronte al mondo annunciando questa attesa del Signore. Vivete insieme con la vostra Mamma questo tempo, lasciatevi condurre, io guiderò i vostri passi incontro al Si­gnore, rifugiatevi nel mio Cuore Immacolato. Figlioli miei, lasciatevi amare dal Signore, non rifiutate il suo amore. Vivete la vostra consacrazione, siate pronti per il trionfo del suo Regno”.

***
Solo quarant'anni dopo si riesce a coniare la prima medaglia, appena Suor Chiara la riceve, Maria stessa le si manifesta e le da un ultimo messaggio rivolto a tutti i suoi figli:
dono3Benedico questa medaglia, dono del mio Cuore, benedico tutti coloro che la porteranno addosso, sarò loro giuda, sostegno, conforto in vita, e nel momento della loro morte io stessa verrò a prenderli per presentarli a Gesù come fiori olezzanti, cresciuti nel mio Cuore Immacolato. Il Signore vuole che il mio Cuore sia più conosciuto, amato, invocato. (…) Figliolini miei, venite al Cuore della vostra Mamma che vi ama, vi aspetta per donarvi a Gesù. Il mio Cuore è la via più breve e più sicura per andare a Lui, e Lui, Gesù, è la via per andare al Padre. Siete tutti prediletti e amati dal Padre celeste che vi aspetta con le brac­cia aperte per donarvi il suo Regno e farvi felici in eterno. Siate strumenti docili nelle mani della vostra Mamma per salvare tutti i poveri peccatori che offendono il Cuore di Cristo e il mio Cuore Immacolato, però li voglio salvare. Gesù ha affidato al mio Cuore la missione di richiamare tutta l’umanità alla conversione, preghiera, amore, pace, pe­nitenza… È tanto tempo che vengo in mezzo a voi e vi parlo, vi esorto in nome di Cristo… ma quanti sono ancora quelli che non mi ascoltano?… Figliolini miei, pregate, pregate per i poveri peccatori! Quanti negano Dio!… Pretendono di fare un mondo migliore senza Dio! Voi, miei prediletti, formate un forte esercito, così uniti pregate… Pregate, solo la preghiera può salvare le anime. Dite spesso: Sacro Cuore di Gesù, venga il tuo Re­gno, venga per mezzo del Cuore Immacolato di Maria. Vedete come il Cuore di Gesù e il mio sono intimamente uniti da fare un Cuore solo.
Sì, io e Gesù siamo una cosa sola, i peccati che feriscono il suo Cuore, feriscono anche il mio. Quante spine per i pec­cati di tanti miei figli… ne sento tutto il dolore, ma
voglio salvarli a qualunque costo. Miei cari figliolini, aiutate la vostra Mamma a salvare i vostri fratelli, sono tutti figli cari al mio Cuore anche se non mi amano. Pregate, fate violenza al Cuore della Trinità perché nessuno vada perduto. Cristo è morto per tutti! Amate il S. Padre, il dolce Cristo in terra, il beniamino del mio Cuore. Ascoltatelo, state uniti a lui, sostenetelo con la preghiera, siate pronti a difenderlo, ha dei nemici che osta­colano l’opera sua, mentre avrebbero il dovere di collaborare con lui affinché venga il Regno di Cristo…
Pregate, pregate in modo particolare con la preghiera del cuore, nell’intimità con Dio, con Cristo, lasciate posto allo Spirito Santo che prega in voi e per voi. Pregate con il rosario, tenetelo stretto perché ha la forza per disarmare satana che lavora senza tregua per perdere le anime e trova tanti collaboratori. Solo la preghiera è potente, non stancatevi di pregare il mio Cuore Immacolato. Gesù ha affidato alla sua Mamma il potere di vincere il nemico che è satana e i suoi seguaci. Lui, il nemico, lavora per perdere le anime, io lavoro per salvarle e portarle tutte in cielo dove Gesù ha preparato un posto per tutti. Figliolini miei, chiedo la vostra collaborazione, aiutate la vostra Mamma, siate miei testimoni, testimoniate Cristo con la vostra vita. Amatevi, amatevi, state in pace con tutti, non abbiate paura, io sono con voi, confidate nel mio aiuto e vedrete che, nonostante la rabbia e gli sforzi del demonio, infine il mio Cuore trionferà, è volontà di Gesù! Figliolini miei, non temete, venite al mio Cuore, io vi accolgo tutti: solo qui, nel mio Cuore, siete al sicuro, vi di­fenderò come ho difeso il mio Gesù dalla perfidia di Erode che lo voleva uccidere… Vi ripeto, state uniti nell’amore vicen­devole e sarete vittoriosi. Vi assicuro che la vittoria sarà di Cristo e della vostra Mamma… La misericordia di Dio è infinita, è sempre pronto ad accogliere il peccatore pentito; anzi, la sua gioia è nel perdo­nare, e fa grande festa quando un peccatore torna pentito al Suo Cuore. Però, guai a coloro che rifiutano e insultano la sua misericordia!… Solo l’amore vincerà l’odio!… Desidero che questo mio invito sia manifestato ai miei figli, affinché vengano tutti a rifugiarsi nel mio Cuore per superare la prova…”
Innamorati di Maria
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