giovedì 4 maggio 2017

La santa Messa spiegata

15. – La 15ma opera che il nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo fece in questo mondo fu che dopo l’orazione nell’orto arrivò una gran moltitudine di gente con spade e bastoni, e il benigno Signore volle esser preso e legato. 
Così stretto con funi Lo condussero con grande obbrobrio  e gravi insulti davanti a Pilato. 
Dove finalmente gli fu annunziata la sentenza di condanna ad esser crocifisso, (sentenza) alla quale il benignissimo Signore non volle appellare, ma anzi abbracciando la stessa croce sulla quale sarebbe stato crocifisso, la caricò sulle spalle e la portò fino al luogo dove doveva essere appeso.
      E questo si ripresenta nella Messa quando il Sacerdote tiene l’ostia nelle mani per consacrarla e traccia il segno di croce sull’ostia. E questa croce fatta sull’ostia significa la sentenza di morte data da Pilato su Gesù Cristo.

16. – La 16ma opera di Gesù Cristo in questo mondo dopo la lettura della sentenza di morte fu l’esser condotto al monte Calvario e lì fu appeso in mezzo a due ladroni. 
E fu elevato in alto fino a tener sospeso tutto il suo corpo fissato con i chiodi delle sue due mani.
      
E questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote innalza l’Ostia tra la mano destra e la sinistra, che sono i due ladroni, che stavano uno a destra e l’altro alla sinistra. E l’Ostia nel mezzo significa Gesù che stava in  mezzo ad entrambi. E la bianchezza dell’Ostia indica come Gesù in croce impallidì e perse il colorito e il sangue. 

Poi il sacerdote elevando il calice ripresenta quando Gesù Cristo in croce offrì il suo sangue, dicendo: “Padre mio, benedici e accetta il mio sangue, che Ti offro per la remissione dei peccati di tutto il genere umano”. E perciò il sacerdote eleva il calice come dicendo:”Padre, Ti offriamo il prezzo della nostra redenzione”.

JHS
MARIA!

mercoledì 3 maggio 2017

SIGNUM MAGNUM, 3


3. Meraviglie del Cuore spirituale di Maria

Per Cuore spirituale di Maria s'intende, la sua memoria, il suo intelletto, la sua volontà. Se il suo Cuore corporale, parte più eccellente del suo essere fisico, è di per sé mirabile, quali non saranno le meraviglie nascoste nel suo Cuore spirituale, che è la parte più nobile della sua anima?

Esse sono indicibili, anzi inconcepibili. Ecco un saggio.

1) Dio ha preservato miracolosamente il Cuore di Maria dalla sozzura del peccato, che mai vi poté entrare. Poi l'ha riempito di grazia dal momento della creazione e l'ha rivestito di una purezza così grande che non se ne può immaginare una maggiore, dopo quella di Dio. Egli ne è stato il possessore così perfettamente da tale momento, che mai ci fu istante in cui la Vergine SS. non fosse unita a Lui, per amarlo puramente più di tutti i Santi del Cielo e della terra insieme.

2) Dio ha riempito questo bel sole di tutte le luci più brillanti della natura e della grazia. poiché, se si tratta dei lumi naturali, Dio ha donato a colei ch'Egli scelse per sposa dello Spirito uno spirito naturale più chiaro, più vivo, più forte, più solido, più profondo e più perfetto, che non tutti gli altri spiriti; uno spirito degno d'una madre di Dio, e delle altissime funzioni alle quali Ella doveva venire applicata.

S. Alberto Magno, con parecchi dottori santi, insegna che ebbe tutte le scienze per infusione ed in un grado molto più eminente di tutti i sapienti insieme. Ella ne faceva santissimo uso per portare le anime ad amare Dio, a odiare il peccato, a umiliarsi, a disprezzare tutto quello che il mondo apprezza, ed a stimare, abbracciare con più amore quello che esso abborre, ossia la povertà, l'abbiezione e la sofferenza.

Infine Ella non si compiacque mai dei lumi che Dio le aveva dato, mai si preferì ad alcuno per tali doni; mai nutrì attacco per essi, ma sempre li riferì a Dio stesso, puri così come erano usciti dalla loro sorgente...
Che diremo noi dell'amore ardentissimo di cui era infiammato questo Cuore ammirabile verso Dio, e della sua incomparabile carità verso gli uomini?

Il Cuore di Maria SSè un vivo e perfetto ritratto dei divini attributi; un'immagine viva della SS. Trinità; un cielo di delizie per la divinità; il trono più elevato dell'Eterno Amore; un libro viventescritto dalla mano dello Spirito Santo, contenente la vita di N. S. Gesù Cristo e il nome di tutti i predestinati; un tesoro infinito racchiudente in sé tutti i segreti di Dio, tutti i misteri del cielo, tutte le ricchezze dell'universo.

è il cuore della madre diletta che attirò in sé, con la forza della sua umiltà e del suo amore, il cuore del divin Padre, ossia il suo Figlio Divino amatissimo, perché fosse il cuore del suo cuore, come vedremo. Questo cuore benedetto è una sorgente inesauribile di doni, di favori e di benedizioni per tutti quelli che lo amano davvero, che l'onorano con affetto, secondo le parole che lo Spirito Santo gli fa dire: «Ego diligentes Me diligo»: «Io amo quelli che amano Me».

Questo cuore infine, è quello che amò e glorificò Dio più di tutti i cuori degli uomini e degli Angeli insieme; noi non l'onoreremo mai abbastanza.

Quando cielo e terra impiegassero totalmente tutte le loro forze per celebrare le lodi del cuore ammirabile di Maria, per rendere grazie a Dio di averlo colmato di tante meraviglie, non ci riuscirebbero mai degnamente!
JHS
MARIA!

Santa Messa spiegata...

Dal Sermone sulla santa Messa 
di san Vincenzo Ferrer
14. – La 14ma opera fatta dal nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo dopo aver tenuto quel gran sermone a cena con gli Apostoli fu l’incamminarsi verso l’orto degli ulivi per fare orazione e pregò tre volte Dio Padre dicendo: Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! … Lo spirito è  pronto, ma la carne è debole (Mt. 26, 39.41). 
Gesù in quanto Dio non temeva la morte, però sì come uomo. E pertanto, consapevole delle sofferenze che avrebbe patito, diceva: Padre mio, se è possibile, che passi, ecc. Quest’amarezza della passione si basa nella sensualità che è inferma, però lo spirito sta pronto.  
Pregando per la terza volta, sperimentò un tremore e un sudore di sangue, fu allora che gli apparve l’angelo a confortarlo (Lc. 22, 43-44). Non come se Gesù avesse bisogno di coraggio, ma come lo scudiero che conforta il suo signore forse  dicendogli: “Signore sforzatevi, perché adesso otterrete vittoria sui vostri nemici” [nel manoscritto:Senyor sforçau-vos, que ara haurem victória de vostres enemichs]; così l’angelo diceva al nostro Salvatore: “Guardate mio Signore alle anime sante che v’aspettano nel Limbo dell’inferno e che già bramano la gloria, e così conforterete l’umanità vostra”. 
E il clementissimo Signore pregò per sé e per noi. Per sé medesimo pregando Dio Padre per la sua risurrezione; non perché stesse dubbioso della sua risurrezione, o impotente per risuscitare, ma perché così conveniva che fosse. E questo lo faceva come uomo. 
E pregò anche per noi: perché non mancasse a Lui la costanza e la volontarietà di morire per noi, e a noi il costante ardore e la fermezza nel sostenere anche la morte per Lui medesimo e così risuscitare gloriosi.
      Si ripresenta nella Messa quando il sacerdote traccia tre croci sul calice dicendo: “Benedetta (bene+dictam), gradita (adscrì+ptam) e approvata (ra+tam)”, significando quelle tre orazioni che il Salvatore elevò nell’orto. 
Fa poi altre due croci sull’ostia mostrando così che [Gesù] pregava per due, ossia, per sé medesimo [in quanto uomo] e per noi.