lunedì 3 ottobre 2016

SAN FRANCESCO... Aiutaci a risolvere tutto in chiave evangelica

San Francesco... 
si è fatto piccolo. Ma davvero piccolo.





EN ES FR IT PT ]

PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
A SAN FRANCESCO D'ASSISI

Tu, che hai tanto avvicinato
il Cristo alla tua epoca, 
aiutaci ad avvicinare 
Cristo alla nostra epoca, 
ai nostri difficili e critici tempi. 
Aiutaci! 
Questi tempi attendono Cristo 
con grandissima ansia, 
benché molti uomini della nostra epoca 
non se ne rendano conto. 
Ci avviciniamo all’anno duemila dopo Cristo. 
Non saranno tempi che ci prepareranno ad una rinascita del Cristo, 
ad un nuovo Avvento? 
Noi, ogni giorno, 
nella preghiera eucaristica 
esprimiamo la nostra attesa
rivolta a lui solo,
nostro Redentore e Salvatore, 
a lui che è compimento della storia dell’uomo e del mondo.
Aiutaci, San Francesco d’Assisi,
ad avvicinare alla Chiesa e al mondo di oggi il Cristo.
Tu, che hai portato nel tuo cuore
le vicissitudini dei tuoi contemporanei,
aiutaci, col cuore vicino al cuore del Redentore,
ad abbracciare le vicende
degli uomini della nostra epoca.
I difficili problemi sociali, economici, politici,
i problemi della cultura e della civiltà contemporanea,
tutte le sofferenze dell’uomo di oggi,
i suoi dubbi, le sue negazioni,
i suoi sbandamenti, le sue tensioni,
i suoi complessi, le sue inquietudini...
Aiutaci a tradurre tutto ciò
in semplice e fruttifero linguaggio del Vangelo.
Aiutaci a risolvere tutto
in chiave evangelica
affinché Cristo stesso possa essere
“Via, Verità, Vita”
per l’uomo del nostro tempo.
Questo chiede a Te,
figlio santo della Chiesa,
figlio della terra italiana,
il papa Giovanni Paolo II,
figlio della terra polacca.
E spera che non glielo rifiuterai,
che lo aiuterai. Sei sempre stato buono
e sempre ti sei affrettato
a portare aiuto a tutti coloro che si sono rivolti a Te.

(Visita alla Basilica di San Francesco in Assisi, 5 novembre 1978)




La Profezia di S.Francesco ritrae la Chiesa d'oggi



Giotto - San Francesco sostiene la Chiesa che sta crollando - Basilica superiore - Assisi

Sebirblu, 4 ottobre 2016

Qualche giorno fa, riflettendo sulla ricorrenza del nostro grande Santo, ho valutato quanto fosse abissale la differenza tra Francesco d'Assisi e l'attuale Papa che ne ha assunto il nome.

Mentre il primo fu immortalato da Giotto, raffigurato in un sogno fatto da Innocenzo III, che lo vide nell'atto di sorreggere la Chiesa di San Giovanni in Laterano sull'orlo del crollo (per importanza, la Basilica di San Pietro di allora), il secondo, a quanto pare, fa di tutto per distruggerla.

Ma, andiamo per ordine... forse non tutti sanno che un crocifisso improvvisamente si animò, aprendo la bocca e muovendo gli occhi, ed iniziando a parlare all'umile Fraticello...



Giotto - Il Crocifisso di San Damiano parla a San Francesco - Assisi - Basilica Superiore

Riporta Tommaso da Celano:

«Francesco era già del tutto mutato nel cuore e prossimo a divenirlo anche nel corpo quando un giorno passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti.

Condotto dallo Spirito, entrò a pregare, si prostrò supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla Grazia divina, si ritrovò totalmente cambiato.

Mentre egli era così profondamente commosso, all'improvviso – cosa da sempre inaudita – l'immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parlò, movendo le labbra,"Francesco, – gli disse chiamandolo per nome – va', ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina".

Francesco era tremante e pieno di stupore, e quasi perdette i sensi a queste parole. Ma subito si dispose ad obbedire e si concentrò tutto su questo invito.

Ma, a dire il vero, poiché neppure lui riuscì mai ad esprimere la trasformazione ineffabile che percepì in se stesso, conviene anche a noi di coprirla con un velo di silenzio».

Tratto da «Vita Seconda di San Francesco d'Assisi» di Tommaso da Celano; QUI.



Tommaso da Celano (1200-1265) - Compagno e primo biografo di S. Francesco

Ed ecco la profezia del Poverello assisano che era già nota almeno a partire dal XVII secolo, come attesta un tomo che raccoglie le opere del Santo d'Assisi e di Sant'Antonio da Padova, pubblicato nell'anno 1641.

Il vaticinio è poi riapparso in un libro pubblicato nel 1880 dall'Imprimerìe de la Bibliothèque Ecclésiastìque de Paris – Avenue D'Orleans 32 – intitolato:

«S. Francisci Assisiatis – serafici minorum patriarchae – Opera Omnia Juxta editionem R:P. De la Haye in Gallia Minorum Procuratoris Generalis».

Il testo che segue è a sua volta contenuto nella Medi Aevi Bibliotheca Patristica,edita dalla suddetta Imprimerìe, di cui costituisce il Tomus Sextus. La profezia in latino con relativa traduzione italiana si trova a pag. 430, da visionare QUI.

Come si potrà constatare, ciò che vi è scritto trova riscontro in modo impressionante con i tempi odierni; e pensare che proviene dal lontanissimo 1226, anno in cui San Francesco trapassò.



Giotto - Morte di San Francesco - Basilica superiore - Assisi

«Poco  innanzi  la  morte  convocati  i  frati,  li ammonì delle future ambasce, dicendo:
– Diportatevi virilmente, o fratelli, fatevi animo, e aspettate pazientemente il Signore.

S'affrettano a venire i tempi di una grande tribolazione ed afflizione, ne' quali le perplessità e i pericoli temporalmente e spiritualmente inonderanno, si raffredderà la pietà di molti, e sovrabbonderà l'iniquità de' malvagi.

Il potere dei demònii sarà disciolto più dell'usuale, e la purezza immacolata della Religione nostra e delle altre sarà deformata in tal guisa, che pochissimi de' cristiani con cuor sincero e carità perfetta obbediranno al vero Sommo Pontefice e alla Chiesa Romana.

Un taluno non eletto canonicamente, assurto al Papato nel momento di quella tribolazione, coll'astuzia del suo errore macchinerà di porger la morte (spirituale; ndr) a molti.

Allora si moltiplicheranno gli scandali; la nostra Religione verrà divisa e parecchie delle altre saranno del tutto abbattute, perché non si opporranno all'errore, ma gli presteranno l'assenso.

Vi saranno tante e sì gravi opinioni e scismi nel popolo, nei Religiosi e nel Clero, che se non fossero accorciati quei giorni, secondo la parola evangelica, (se fosse possibile) sarebbero ingannati gli stessi eletti, se non fossero sostenuti, in sì grande tempesta, dall'immensa misericordia di Dio.

Allora la nostra Regola e vita sarà da certuni fierissimamente combattuta (Cfr. QUI; ndr). Sopravverranno istigazioni immense: quelli che allora saranno stati privati, riceveranno la corona di vita: ma guai a coloro che affidandosi alla sola speranza della Religione s'intiepidiranno, e non resisteranno costantemente alle tentazioni permesse (da Dio; ndr) a prova degli eletti.

Coloro poi che fervorosi di spirito per la carità e per lo zelo della verità coltiveranno la compassione, soffriranno persecuzioni ed ingiurie, come (fossero; ndr)disobbedienti e scismatici.

Perocché i loro persecutori, agitati dagli spiriti maligni, diranno che si rende un grande onore a Dio coll'uccidere (spiritualmente; ndr) e cancellar dalla terra uomini così pestilenti.

Il Signore però sarà allora il rifugio degli afflitti, e li salverà, perché posero la speranza in Lui. E per rendersi conformi al loro Capo agiranno con fiducia, e colla morte comprandosi la vita eterna, eleggeranno di ubbidire piuttosto a Dio che agli uomini; e ricusando acconsentire alla falsità e alla perfidia, non paventeranno punto il morire.

Allora, la verità da alcuni predicatori verrà taciuta, da altri sarà conculcata e negata(Cfr. QUI; ndr). La santità della vita sarà posta in derisione verso quelli che la professano: per questo il Signore Gesù Cristo manderà loro un degno, non pastore, ma sterminatore.»

********

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it



PAX et BONUM

SAN FRANCESCO...<< Aiutaci a risolvere tutto in chiave evangelica affinché Cristo stesso possa essere “Via, Verità, Vita” per l’uomo del nostro tempo. Questo chiede a Te, figlio santo della Chiesa, figlio della terra italiana, il papa Giovanni Paolo II, figlio della terra polacca.>> - Si può rileggere la Profezia del Serafico.-

Io Francesco... sono venuto sulla Terra per riparare
la Chiesa di Gesù... ...
Io Francesco...
 non ho voluto alcun potere tra le mani
neanche il più piccolo.
Io... mi sono fatto piccolo. Ma piccolo davvero.





EN ES FR IT PT ]

PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
A SAN FRANCESCO D'ASSISI

Tu, che hai tanto avvicinato
il Cristo alla tua epoca, 
aiutaci ad avvicinare 
Cristo alla nostra epoca, 
ai nostri difficili e critici tempi. 
Aiutaci! 
Questi tempi attendono Cristo 
con grandissima ansia, 
benché molti uomini della nostra epoca 
non se ne rendano conto. 
Ci avviciniamo all’anno duemila dopo Cristo. 
Non saranno tempi che ci prepareranno ad una rinascita del Cristo, 
ad un nuovo Avvento? 
Noi, ogni giorno, 
nella preghiera eucaristica 
esprimiamo la nostra attesa, 
rivolta a lui solo,
nostro Redentore e Salvatore, 
a lui che è compimento della storia dell’uomo e del mondo.
Aiutaci, San Francesco d’Assisi,
ad avvicinare alla Chiesa e al mondo di oggi il Cristo.
Tu, che hai portato nel tuo cuore
le vicissitudini dei tuoi contemporanei,
aiutaci, col cuore vicino al cuore del Redentore,
ad abbracciare le vicende
degli uomini della nostra epoca.
I difficili problemi sociali, economici, politici,
i problemi della cultura e della civiltà contemporanea,
tutte le sofferenze dell’uomo di oggi,
i suoi dubbi, le sue negazioni,
i suoi sbandamenti, le sue tensioni,
i suoi complessi, le sue inquietudini...
Aiutaci a tradurre tutto ciò
in semplice e fruttifero linguaggio del Vangelo.
Aiutaci a risolvere tutto
in chiave evangelica
affinché Cristo stesso possa essere
“Via, Verità, Vita”
per l’uomo del nostro tempo.
Questo chiede a Te,
figlio santo della Chiesa,
figlio della terra italiana,
il papa Giovanni Paolo II,
figlio della terra polacca.
E spera che non glielo rifiuterai,
che lo aiuterai. Sei sempre stato buono
e sempre ti sei affrettato
a portare aiuto a tutti coloro che si sono rivolti a Te.

(Visita alla Basilica di San Francesco in Assisi, 5 novembre 1978)

La Profezia di S.Francesco ritrae la Chiesa d'oggi



Giotto - San Francesco sostiene la Chiesa che sta crollando - Basilica superiore - Assisi

Sebirblu, 4 ottobre 2016

Qualche giorno fa, riflettendo sulla ricorrenza del nostro grande Santo, ho valutato quanto fosse abissale la differenza tra Francesco d'Assisi e l'attuale Papa che ne ha assunto il nome.

Mentre il primo fu immortalato da Giotto, raffigurato in un sogno fatto da Innocenzo III, che lo vide nell'atto di sorreggere la Chiesa di San Giovanni in Laterano sull'orlo del crollo (per importanza, la Basilica di San Pietro di allora), il secondo, a quanto pare, fa di tutto per distruggerla.

Ma, andiamo per ordine... forse non tutti sanno che un crocifisso improvvisamente si animò, aprendo la bocca e muovendo gli occhi, ed iniziando a parlare all'umile Fraticello...



Giotto - Il Crocifisso di San Damiano parla a San Francesco - Assisi - Basilica Superiore

Riporta Tommaso da Celano:

«Francesco era già del tutto mutato nel cuore e prossimo a divenirlo anche nel corpo quando un giorno passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti.

Condotto dallo Spirito, entrò a pregare, si prostrò supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla Grazia divina, si ritrovò totalmente cambiato.

Mentre egli era così profondamente commosso, all'improvviso – cosa da sempre inaudita – l'immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parlò, movendo le labbra,"Francesco, – gli disse chiamandolo per nome – va', ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina".

Francesco era tremante e pieno di stupore, e quasi perdette i sensi a queste parole. Ma subito si dispose ad obbedire e si concentrò tutto su questo invito.

Ma, a dire il vero, poiché neppure lui riuscì mai ad esprimere la trasformazione ineffabile che percepì in se stesso, conviene anche a noi di coprirla con un velo di silenzio».

Tratto da «Vita Seconda di San Francesco d'Assisi» di Tommaso da Celano; QUI.



Tommaso da Celano (1200-1265) - Compagno e primo biografo di S. Francesco

Ed ecco la profezia del Poverello assisano che era già nota almeno a partire dal XVII secolo, come attesta un tomo che raccoglie le opere del Santo d'Assisi e di Sant'Antonio da Padova, pubblicato nell'anno 1641.

Il vaticinio è poi riapparso in un libro pubblicato nel 1880 dall'Imprimerìe de la Bibliothèque Ecclésiastìque de Paris – Avenue D'Orleans 32 – intitolato:

«S. Francisci Assisiatis – serafici minorum patriarchae – Opera Omnia Juxta editionem R:P. De la Haye in Gallia Minorum Procuratoris Generalis».

Il testo che segue è a sua volta contenuto nella Medi Aevi Bibliotheca Patristica,edita dalla suddetta Imprimerìe, di cui costituisce il Tomus Sextus. La profezia in latino con relativa traduzione italiana si trova a pag. 430, da visionare QUI.

Come si potrà constatare, ciò che vi è scritto trova riscontro in modo impressionante con i tempi odierni; e pensare che proviene dal lontanissimo 1226, anno in cui San Francesco trapassò.


Giotto - Morte di San Francesco - Basilica superiore - Assisi

«Poco  innanzi  la  morte  convocati  i  frati,  li ammonì delle future ambasce, dicendo:
– Diportatevi virilmente, o fratelli, fatevi animo, e aspettate pazientemente il Signore.

S'affrettano a venire i tempi di una grande tribolazione ed afflizione, ne' quali le perplessità e i pericoli temporalmente e spiritualmente inonderanno, si raffredderà la pietà di molti, e sovrabbonderà l'iniquità de' malvagi.

Il potere dei demònii sarà disciolto più dell'usuale, e la purezza immacolata della Religione nostra e delle altre sarà deformata in tal guisa, che pochissimi de' cristiani con cuor sincero e carità perfetta obbediranno al vero Sommo Pontefice e alla Chiesa Romana.

Un taluno non eletto canonicamente, assurto al Papato nel momento di quella tribolazione, coll'astuzia del suo errore macchinerà di porger la morte (spirituale; ndr) a molti.

Allora si moltiplicheranno gli scandali; la nostra Religione verrà divisa e parecchie delle altre saranno del tutto abbattute, perché non si opporranno all'errore, ma gli presteranno l'assenso.

Vi saranno tante e sì gravi opinioni e scismi nel popolo, nei Religiosi e nel Clero, che se non fossero accorciati quei giorni, secondo la parola evangelica, (se fosse possibile) sarebbero ingannati gli stessi eletti, se non fossero sostenuti, in sì grande tempesta, dall'immensa misericordia di Dio.

Allora la nostra Regola e vita sarà da certuni fierissimamente combattuta (Cfr. QUI; ndr). Sopravverranno istigazioni immense: quelli che allora saranno stati privati, riceveranno la corona di vita: ma guai a coloro che affidandosi alla sola speranza della Religione s'intiepidiranno, e non resisteranno costantemente alle tentazioni permesse (da Dio; ndr) a prova degli eletti.

Coloro poi che fervorosi di spirito per la carità e per lo zelo della verità coltiveranno la compassione, soffriranno persecuzioni ed ingiurie, come (fossero; ndr)disobbedienti e scismatici.

Perocché i loro persecutori, agitati dagli spiriti maligni, diranno che si rende un grande onore a Dio coll'uccidere (spiritualmente; ndr) e cancellar dalla terra uomini così pestilenti.

Il Signore però sarà allora il rifugio degli afflitti, e li salverà, perché posero la speranza in Lui. E per rendersi conformi al loro Capo agiranno con fiducia, e colla morte comprandosi la vita eterna, eleggeranno di ubbidire piuttosto a Dio che agli uomini; e ricusando acconsentire alla falsità e alla perfidia, non paventeranno punto il morire.

Allora, la verità da alcuni predicatori verrà taciuta, da altri sarà conculcata e negata(Cfr. QUI; ndr). La santità della vita sarà posta in derisione verso quelli che la professano: per questo il Signore Gesù Cristo manderà loro un degno, non pastore, ma sterminatore.»



Ed infine, come corollario a quanto avete appena letto, cari Lettori, aggiungo questo accorato messaggio ricevuto da Conchiglia (QUI), direttamente dal Santo di Assisi,otto giorni dopo l'elezione di FP vdr al soglio pontificio.

San Francesco a Conchiglia, il 21 marzo 2013

"Pregate... digiunate e vestitevi di sacco...
ma che si dia Onore e Gloria a Dio e alla Sua Chiesa
Una... Santa... Cattolica e Apostolica Romana.

Il mio nome è stato oltraggiato e offeso.
La Regola che da me avete voluto è stata oltraggiata e offesa.

Il Vangelo tutto Santo è stato offeso.
Il Corpo di Gesù il Cristo è stato offeso.
Il Sangue di Gesù il Cristo è stato offeso.

La casa dove mi avete posto è stata offesa.
La mia memoria è stata offesa.
Le stimmate che Dio ha voluto donarmi sono state offese.
Lo scopo della mia incarnazione sulla Terra è stata offesa.

Io Francesco...
sono venuto sulla Terra per riparare la Chiesa di Gesù... non per distruggerLa
come si appresta a fare il Falsario.

Io Francesco...
non ho voluto alcun potere tra le mani... neanche il più piccolo.

Io... mi sono fatto piccolo!
Ma piccolo davvero."

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it

     "   : conchiglia.us/RIVELAZIONE e QUI.

PAX et BONUM

Die 3 Octobris: S. TERESIAE A JESU INFANTE // Die 4 Octobris S. FRANCISCI

Die 3 Octobris

S. TERESIAE A JESU INFANTE

Virginis
Duplex


Teresa di Gesù bambino nacque ad Alençon, in Francia da nobili e pii genitori. 
All'età di cinque anni, perduta la madre, si affidò interamente alla provvidenza di Dio sotto la vigilante custodia dell'affettuosissimo padre e delle sorelle maggiori, alla cui scuola Teresa fece grandi progressi nel percorrere la via della perfezione. 
A nove anni venne affidata per l'educazione alle monache benedettine di Lisieux. 
A dieci anni, tormentata lungamente da una misteriosa e grave malattia, fu miracolosamente liberata con l'aiuto di nostra Signora della Vittoria. 

Ripiena di angelico fervore, accostandosi alla prima Comunione, parve attingere un desiderio insaziabile di questo cibo celeste. 

Volle entrare nell'Ordine delle Carmelitane Scalze; per mancanza di età incontrò molte difficoltà nell'abbracciare la vita religiosa ma, superatele con fortezza d'animo, all'età di 15 anni, entrò finalmente nel convento di Lisieux. 

Lì fu ardente di amore verso Dio e verso il prossimo. 

Seguì, secondo la dottrina del Vangelo, la via dell'infanzia spirituale e la insegnò anche ad altri, specialmente alle novizie. 

Accesa della stessa carità, due anni prima di morire si offrì vittima all'amore di Dio misericordioso. 

A ventiquattro anni di età, il 30 settembre 1897, se ne volò allo Sposo. 

Il Sommo Pontefice Pio XI, dopo averla inserita fra le beate vergini e, due anni dopo, nella ricorrenza del gran giubileo, annoverata solennemente fra le sante, la costituì e dichiarò speciale patrona di tutte le Missioni.


V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Introitus Cant. 4, 8-9
VENI de Líbano, sponsa mea, veni de Líbano, veni: vulnerásti cor meum, soror mea sponsa, vulnerásti cor meum. Ps. 112, 1 Laudáte, púeri, Dóminum: laudáte nomen Dómini. V/. Glória Patri.

Oratio


DÓMINE, qui dixísti: Nisi efficiámini sicut párvuli, non intrábitis in regnum caelórum: da nobis, quaésumus ; ita sanctae Terésiae Vírginis in humilitáte et simplicitáte cordis vestígia sectári, ut praémia consequámur aetérna: Qui vivis.

Léctio Isaíae Prophétae.


Isai. 66, 12-14




HAEC dicit Dóminus: Ecce ego declinábo super eam quasi flúvium pacis, et quasi torréntem inundántem glóriam géntium, quam sugétis: ad úbera portabímini, et super génua blandiéntur vobis. Quómodo si cui mater blandiátur, ita ego consolábor vos, et in Jerúsalem consolabímini. Vidébitis, et gaudébit cor vestrum, et ossa vestra quasi herba germinábunt, et cognoscétur manus Dómini servis ejus.

Graduale Matth. 11, 25 Confíteor tibi, Pater, Dómine caeli et terrae, quia abscondísti haec a sapiéntibus et prudéntibus, et revelásti ea párvulis. V/. Ps. 70, 5 Dómine, spes mea a juventúte mea.
Allelúja, allelúja. V/. Eccli. 39, 17-19 Quasi rosa plantáta super rivos aquárum fructificáte: quasi Líbanus odórem suavitátis habéte: floréte, flores, quasi lílium, et date odórem, et frondéte in grátiam, et collaudáte cánticum, et benedícite Dóminum in opéribus suis. Allelúja.



In Missis votivis post Septuagesimam, omissis Allelúja et Versu sequenti, diciturTractus Cant. 2, 11-12 Jam hiems tránsiit, imber ábiit et recéssit. V/. Flores apparuérunt in terra nostra, tempus putatiónis advénit: vox túrturis audíta est in terra nostra. V/. Jer. 31, 3 In caritáte perpétua diléxi te: ídeo attráxi te, míserans tui.

Tempore autem Paschali omittitur Graduale, et ejus loco dicitur:


Allelúja, allelúja. V/. Eccli. 39, 17-19 Quasi rosa plantáta super rivos aquárum fructificáte: quasi Líbanus odórem suavitátis habéte: floréte, flores, quasi lílium, et date odórem, et frondéte in grátiam, et collaudáte cánticum, et benedícite Dóminum in opéribus suis. Allelúja. V/. Ps. 33, 9 ; 99, 5 Gustáte, et vidéte, quóniam suávis est Dóminus: in aetérnum misericórdia ejus. Allelúja.




+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum.


Matth. 18, 1-4


IN illo témpore: Accessérunt discípuli ad Jesum, dicéntes: Quis, putas, major est in regno caelórum ? Et ádvocans Jesus párvulum, státuit eum in médio eórum, et dixit: Amen dico vobis, nisi convérsi fuéritis, et efficiámini sicut párvuli, non intrábitis in regnum caelórum. Quicúmque ergo humiliáverit se sicut párvulus iste, hic est maj or in regno caelórum.


Offertorium Luc. 1, 46-48 et 49 Magníficat ánima mea Dóminum: et exsultávit spíritus meus in Deo salutári meo: quia respéxit humilitátem ancíllae suae: fecit mihi magna qui potens est.

Secreta


SACRIFÍCIUM nostrum tibi, Dómine, quaésumus, sanctae Terésiae Vírginis tuae precátio sancta concíliet: ut, in cujus honóre solémniter exhibétur, ejus méritis efficiátur accéptum. Per Dóminum.


Communio Deut. 32, 10-12 Circumdúxit eam, et dócuit: et custodívit quasi pupíllam óculi sui. Sicut áquila expándit alas suas, et assúmpsit eam, atque portávit in húmeris suis. Dóminus solus dux ejus fuit.

Postcommunio


ILLO nos, Dómine, amóris igne caeléste mystérium inflámmet: quo sancta Terésia Virgo tua se tibi pro homínibus caritátis víctmam devovit. Per Dóminum.




Die 4 Octobris

S. FRANCISCI

Confessoris



Duplex majus

Introitus Gal. 6, 14
MIHI autem absit gloriári, nisi in cruce Dómini nostri Jesu Christi, per quem mihi mundus crucifíxus est, et ego mundo. Ps. 141, 2 Voce mea ad Dóminum clamávi: voce mea ad Dóminum deprecátus sum. V/. Glória Patri.



Oratio


DEUS, qui Ecclésiam tuam, beáti Francísci méritis fetu novae prolis amplíficas: tríbue nobis ; ex ejus imitatióne, terréna despícere, et caeléstium donórum semper participatióne gaudére. Per Dóminum.

Léctio Epístolae beáti Pauli Apóstoli ad Gálatas.


Gal. 6, 14-18


FRATRES: Mihi autem absit gloriári, nisi in cruce Dómini nostri Jesu Christi: per quem mihi mundus crucifíxus est, et ego mundo. In Christo enim Jesu neque circumcísio áliquid valet, neque praepútium, sed nova creatúra. Et quicúmque hanc régulam secúti fúerint, pax super illos, et misericórdia, et super Israël Dei. De cétero nemo mihi moléstus sit: ego enim stígmata Dómini Jesu in córpore meo porto. Grátia Dómini nostri Jesu Christi cum spíritu vestro, fratres. Amen.


Graduale Ps. 36, 30-31 Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. V/. Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.
Allelúja, allelúja. V/. Francíscus pauper et húmilis caelum dives ingréditur, hymnis caeléstibus honorátur. Allelúja.



In Missis votivis Tempore Paschali omittitur Graduale, et ejus loco dicitur:Allelúja, allelúja. V/. Francíscus pauper et húmilis caelum dives ingréditur, hymnis caeléstibus honorátur. Allelúja. V/. Ps. 111, 1 Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. Allelúja.



+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum.


Matth. 11, 25-30


IN illo témpore: Respóndens Jesus, dixit: Confíteor tibi, Pater, Dómine caeli et terrae, quia abscondísti haec a sapiéntibus et prudéntibus, et revelásti ea párvulis. Ita, Pater: quóniam sic fuit plácitum ante te. Omnia mihi trádita sunt a Patre meo. Et nemo novit Fílium, nisi Pater: neque Patrem quis novit, nisi Fílius, et cui volúerit Fílius reveláre. Veníte ad me omnes, qui laborátis, et oneráti estis, et ego refíciam vos. Tóllite jugum meum super vos, et díscite a me, quia mitis sum, et húmilis córde: et inveniétis réquiem animábus vestris. Jugum enim meum suáve est, et onus meum leve.


Offertorium Ps. 88, 25 Véritas mea, et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.



Secreta


MÚNERA tibi, Dómine, dicáta sanctífica: et, intercedénte beáto Francísco, ab omni nos culpárum labe purífica. Per Dóminum.


Communio Luc. 12, 42 Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.



Postcommunio


ECCLÉSIAM tuam, quaésumus, Dómine, grátia caeléstis amplíficet: quam beáti Francísci Confessóris tui illumináre voluísti gloriósis méritis et exémplis. Per Dóminum.


AMDG et BVM

domenica 2 ottobre 2016

SEGRETO AMMIRABILE


ROSA BIANCA - AI SACERDOTI


[1] Ministri dell'Altissimo, predicatori della verità, araldi del Vangelo, permettete che vi presenti la rosa bianca di questo piccolo libro per mettervi nel cuore e sulle labbra le verità in esso esposte con semplicità e senza pretese. Nel cuore, affinché voi stessi intraprendiate la pia pratica del Rosario e ne gustiate i frutti. Sulle labbra, perché comunichiate agli altri la sua eccellenza e con tale mezzo li possiate convertire.

Guardatevi, ve ne prego, dal considerare questa santa pratica piccola e di poca importanza, come sogliono fare gli ignoranti e molti dotti orgogliosi; essa è veramente grande, sublime, divina. Il cielo stesso ce l'ha data, e l'ha data proprio per convertire i peccatori più induriti e gli eretici più ostinati.
Dio le ha annesso la grazia in questa vita e la gloria nell'altra. I santi l'hanno messa in atto ed i sommi Pontefici l'hanno autorizzata.
Felice il sacerdote e direttore d'anime al quale lo Spirito Santo ha rivelato questo segreto che la maggior parte degli uomini non conosce o conosce molto superficialmente! Se egli ne avrà una concreta conoscenza lo reciterà ogni giorno e lo farà recitare agli altri. Dio e la sua santa Madre gli verseranno nell'anima grazie in abbondanza per far di lui strumento della loro gloria; con la sua parola, sia pure disadorna, otterrà più frutto in un mese che gli altri predicando in parecchi anni.


[2] Cari confratelli, non contentiamoci dunque di consigliarlo agli altri; dobbiamo recitarlo noi stessi. Se, pur convinti in teoria dell'eccellenza del santo Rosario, non lo recitiamo noi per primi, gli altri daranno ben poca importanza a quanto consiglieremo perché nessuno può dare ciò che non ha.

Gesù fece ed insegnò (At 1 1): imitiamo Cristo Gesù che prima fece e poi insegnò. Imitiamo l'Apostolo che conosceva e predicava soltanto Gesù, il Cristo Crocifisso. Noi lo faremo predicando il santo Rosario che, come vedrete in seguito, non è una serie di Pater e di Ave ma un compendio divino dei misteri della vita, della passione, della morte e della gloria di Gesù e di Maria.
Se sapessi che l'esperienza personale concessami dal Signore circa l'efficacia della predicazione del Rosario per convertire le anime, potesse persuadervi a divenirne apostoli, nonostante la tendenza contraria dei predicatori, vi racconterei le conversioni meravigliose che ho ottenuto predicando il Rosario; ma mi limito a riferirvi, in questo compendio, qualche fatto antico e ben provato. 
Solo ho inserito, per vostra utilità, parecchi testi latini, presi da buoni autori, che comprovano ciò che spiego al popolo in lingua Volgare.

AVE MARIA!