sabato 29 agosto 2020

Le mamme ai nostri giorni

 


AMDG et DVM

TOLLE LEGE : "PRENDI LEGGI"

 

L'EPISODIO DEL TOLLE LEGE


L'episodio del Tolle Lege dipinto del Beato Angelico

L'episodio del Tolle Lege

 

 

L'EPISODIO DEL TOLLE LEGE NEL GIARDINO DI MILANO

 

 

 

Nelle opere scritte subito dopo la conversione, Agostino non fa il minimo accenno alla famosa scena dell'orto o del tolle lege che ricorda nelle Confessioni. Si può osservare, come sostenne Pincherle, che la descrizione che fa Agostino del suo stato d'animo è, da una parte, tutta dominata dalla preoccupazione, polemica contro i manichei, di dimostrare l'esistenza e il valore del libero arbitrio, la possibilità di una scelta fra bene e male e che, d'altra parte, essa è redatta sotto l'influsso di quei passi paolini che parlano del contrasto fra lo spirito e la carne.

E si potrebbe ancora suggerire, insistendo sull'importanza di questo fatto, che l'episodio dimostra come Agostino abbia conosciuto l'epistolario di san Paolo proprio all'inizio della sua conversione.

Tuttavia questa scena, vera senza dubbio in molti, probabilmente in tutti, i suoi particolari, è stata redatta con la preoccupazione di dimostrare appunto il contrario di ciò che taluno ha creduto di scorgervi: di mettere in luce cioè l'impotenza dell'uomo a operare da solo la propria salvezza e la necessità dell'intervento, subito efficace della grazia divina, intervento che non ha nulla di miracoloso.

Possiamo anche ammettere che il testo paolino, di contenuto così caratteristicamente etico, e inserito in una esortazione morale ed escatologica, fosse per l'appunto quello che Agostino lesse effettivamente, ricavandone la forza di tradurre in atto i progetti che da qualche tempo maturavano nella sua mente.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, L. Aurea

 

" Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono."


AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29


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ICONOGRAFIA DI AGOSTINO NELL'EPISODIO DEL TOLLE LEGE

Maestro vetraio di Erfurt (1316-1324) a Erfurt, Chiesa di S. Agostino

Guariento di Arpo (1338) a Padova, Chiesa degli Eremitani

Guariento di Arpo (1360 circa) a Bolzano, Chiesa di san Domenico, cappella di san Nicola

Maestri campionesi (1362) a Pavia, S. Pietro in Ciel d'Oro

Legrand Jacques (1365-1415) a Parigi, ms. 542 Biblioteca dell'Arsenale

Ugolino di Prete Ilario (1370-1380) a Orvieto, Duomo, Presbiterio

Scuola veronese (1380) a Monaco, Aeltere Pinakothek

Anonimo di S. Isidoro (XIV-XV secolo) a Leon, Reale Collegiata di S. Isidoro

Zanobi Strozzi (1400-1450) a Firenze, Museo di S. Marco, inv. San Marco e Cenacoli, n. 521 FI

Beato Angelico (1440-1455) a Cherbourg, Musée des Beaux Arts

Della Robbia Andrea (1490) a Madrid, Collezione Carmen Thyssen-Bornemiza

Nelli Ottaviano (1410-1420) a Gubbio, chiesa di sant'Agostino

Masaccio Tommaso (1420-1427) a Avignone, Musée du Petit Palais

Vivarini Antonio (1420-1483) a Milano, collezione privata

Historia Augustini (1430-1440) a Berlino, Gabinetto delle Stampe

Di Lorenzo A. (1433) a Firenze, Biblioteca Nazionale, ms. II

Paolo di Maestro Neri (1439-1447) a Lecceto, Chiostro de' Beati nell'Eremo

Manoscritto ms. 1483 Vita Sancti Augustini Imaginibus adornata (1450-1490)  a Boston, Public Library

Matteo di Giovanni (1452-1495) a Settignano, Raccolta Berendson

Maestro di Uttenheim (1460-1470) a Novacella, Abbazia dei Canonici Regolari

Gozzoli Benozzo (1465) a San Gimignano, chiesa di sant'Agostino

Ghitti Pompeo (1483-1539) a Brescia, convento san Barnaba

Anonimo di Carlisle (1484-1507) a Carlisle, Stalli del Coro della Cattedrale

Anonimo di Cartoceto (1484-1507) a Cartoceto, convento di S. Maria

Van Scorel Jan (1520) a Gerusalemme, chiesa di S. Stefano

Kartarius Marius (1570) a Parigi, Biblioteca Nazionale, Sezione Stampe

Leclerc Jean (1580-1585) a Parigi, Biblioteca Nazionale, Sezione Stampe

Semino Ventura (1591) a Loano, chiesa di S. Agostino

Fanzago Cosimo (1591-1678) a Napoli, Museo Certosa di San Martino, Stalli dalla chiesa di S. Agostino

Anonimo italiano (XVII secolo) a Madrid, Monastero de l'Encarnacion

Scuola madrilena (XVII secolo) a Antequera, Convento agostiniano Madre di Dio

Trivia Antonio (XVII sec.) a Rovigo, chiesa di sant'Agostino

Collaert Adriano (1600-1618) a Parigi, Biblioteca Nazionale

Anonimo milanese (1600-1650) a Milano, chiesa di S. Agostino

Maestro di Ardenne (1600-1650) a Caen, chiesa di san Pietro

Maestro di Vigogne (1600-1650) a Vigogne, Abbazia premostratense, stalli

Ganassini Marzio (1605-1610) a Viterbo, chiostro della chiesa della SS. Trinità

Ciarpi Baccio (1614) a Roma, chiesa di S. Lucia in Selci coro della clausura

Fiammenghino (G. Della Rovere) 1622 a Bienno, parrocchiale, cappella Bontempi

Schelte di Bolswert (1624) a Parigi, edizione a stampa

Dominguez Miguel Montelaisia (1624-1626) a Antequera, chiesa di sant'Agostino

Callot Jacques (1630-1635) edizione a stampa

Manenti Ascanio (1630-1640) a Rieti, chiesa di sant'Agostino

Maestro di Cuzco (1630-1660) a Collezione Privata

Wandereisen (1631) a Ingolstadt

Maestro di Ouen (1636) a Ouen, Esposizione tappezzerie di Normandia

Mellan Claude (1637-1652) a Nancy, Musée des Beaux-Arts

Speranza Giovanni Battista (1639) a Roma, chiesa di sant'Agostino, cappella di sant'Agostino

Begni Giulio Cesare (1640) a Fano, chiesa S. Agostino, chiostro

Maestro di Porto (1640-1660) a Ravenna, Basilica di Santa Maria in Porto

Lasagna Giovan Pietro (1645 ca.) a Milano, Scuole Palatine

Jalón Juan Jerónimo (1650) a Huesca, chiesa di Santa Maria in Foris

La Fosse Charles (1650-1700) a Parigi, Notre Dâmes des Victories

Maestro della Petraia (1650-1700) a Firenze, Villa La Petraia

Camusat Nicolas (1651) a Parigi, ed. Camusat e Le Petit

Miguel de Santiago (1656) a Quito, monastero agostiniano

Jullieron Antonium (1660) a Lione, Confessioni ed. Jullieron

Le Brun Charles (1660-1670) a Parigi, Museo del Louvre, Fondo Disegni

Hidalgo Garcia (1663) a Madrid, Museo del Prado)

Nuvolone Giuseppe (1665 ca. ) a Novara, chiesa di sant'Agostino

Maestro di Lessines (1667-1690) a Lessines, Collegio Visitation-Berlière

Guasparini Giuseppe (1669) a Cortona, chiostro convento S. Agostino

Laraisse Gerard (1673) a Caen, Museo des Beaux-Arts

Nannetti Niccolò (1675-1749) a Firenze, Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito

Hueber Johann Baptist (1679) a Novacella, Abbazia dei Canonici Regolari

Giordano Luca (1684) a Napoli, chiesa S. Maria Regina Coeli, Cappella di S. Agostino

Mariette Jean (1686) a Parigi, stampa presso Jean Baptiste Coignard

De Lairesse Gérard (1690) a Liegi, Cabinet des estampes et des dessins

Maestro veneto (1691) a Venezia, stamperia Nicolao Pezzana

Eder (1695) a Herrenchiemsee, monastero agostiniano

Nettl Jiri Matej (1699) a Praga, chiesa di san Tommaso, provenienti dal monastero di Lnáře

Anonimo spagnolo (XVIII secolo) a Burgos, Monastero di S. Maria della Vita

Maestro di Gent (1700-1750) a Gent, monastero degli Agostiniani

Fisen Englebert (1701) a Flône, chiesa di san Matteo

Adam Franz (1705) a Sankt Florian, Abbazia dei Canonici Lateranensi

Muller Johann Sigmund (1705-1707) a Třeboň, monastero agostiniano, chiostro

Waldmann Johann-Joseph (1708-1709) a Rattenberg, convento agostiniano

De Boullogne Louis (1710) a Parigi, Les Invalides

De Boullogne Louis (1710) a Parigi, Museo del Louvre

De Boullogne Louis (1710) alla Brinsley Ford Collection di Londra

Pezzana Nicolaum (1715) a Venezia, Confessioni ed. Pezzana

Calderon Pedro (1720-1730) a Chalma, Chiostro del convento di Nostro Signore Gesù Cristo e San Michele

Herrlein Johann Andreas (1723-1796) a Marburg, Museo della Università

Zimmermann Johann Baptist (1729) a Weyarn, chiesa parrocchiale

Scuola lisboneta (1730-1740) a Coimbra, chiesa di santa Cruz

Bergmuller Johann-Georg (1732) a Augsburg, chiesa di santa Croce

Retz Michael Heinrich (1733) in Collezione Privata

Coypel Charles Antoine (1736) a Versailles, Reggia di Versailles

Gunther Mattheaus (1736-1740) a Novacella, Abbazia dei Canonici Regolari

Wegschaider Ioseph Ignaz (1738) a Beuron, monastero agostiniano

Wegschaider Ioseph Ignaz (1738 ca.) a Beuron, monastero agostiniano

Canal Fabio (1740-1760) a Pirano, chiesa della Madonna della Consolazione

Gunther Mattheaus (1742) a Rottenbuch, chiesa monastero agostiniano

Pacheco Basilio (1744-1746) a Lima, Monastero degli Eremitani

Pezzana Niccolò (1752) a Venezia, ed. Pezzana delle Confessioni

Zick Johann (1745) a Schussenried, chiesa premostratense

Giovanni Marchiori (1750 circa) Pieve di Santa Giustina a Monselice

Gunther Mattheaus (1755) a Indersdorf, chiesa parrocchiale

Scheffler Felix-Anton (1756-1757) a Baumburg, chiesa agostiniana

Klauber Sebastian e Baptist (1758) a Madrid, Biblioteca Nazionale

Anwander Johann (1760) a Munnerstadt, chiesa di sant'Agostino

Maestro di Borovany (1760-1770) a Borovany, monastero agostiniano

Vela Giovan Battista (1765) a La Valletta, chiesa di sant'Agostino

Diano Giacinto (1770) a Napoli, chiesa S. Agostino

Maestro di Andria (1774) a Andria, chiesa di sant'Agostino

Enderle Johann Baptist (1791) a Lauingen, chiesa S. Agostino

Maestro di Rouen (1800-1850) a Rouen, Museo della Senna Marittima

Maestro di Deauville (1829-1831) a Deauville, chiesa di sant'Agostino

Hercule-Verdeil (1880 ca.) a Parigi, Vite de' Santi

Lobin Lucien Leopold (1880-1890) a Bourges, chiesa di san Pietro

Artista di Villanova (1883) a Villanova, chiesa di S. Tommaso di Villanova alla Villanova University

Maestro di Atotonilco (1900-1930) a Atotonilco el Grande, chiesa di sant'Agostino

Maestro di Malvern (1900-1950) a Malvern, College Preparatory High School

Puchol Pablo (1908) a Valladolid, chiostro monastero filippino

Bessac Antoine (1924) a Ippona, Basilica di S. Agostino

Harry Clarke (1925-1930) a Dublino, chiesa di sant'Agostino

Harry Clarke Studio (1942) a Limerick, chiesa di sant'Agostino

Byrne Toni (1950-2000) a Sidney, Brookvale, St. Augustine's College

Montrasio Alberto (1986) a Raccolta Privata

Pierangelini Silvana Recchioni (1986) a Raccolta Privata, Roma

Saruggia Aldo (1986) a Raccolta Privata

Del Vecchio Fulvio (1987) a Trani

Dimmel Peter (1987) a Ried in Riedmark, chiesa parrocchiale

FILATELIA Vaticana (1987) a Città del Vaticano

Ludovisi Felice (1987) a Roma, Istituto Bhaktivedanta

Palomares Luis (1987) a Città del Messico, Seminario San Agustin

Bolognesi Dora (1988) a Loano, convento S. Agostino



AMDG et DVM

GLORIA DOMINI

 COL BATTESIMO SEI FIGLIO DI DIO

RICORDIAMO IL NOSTRO BATTESIMO e IL COMPIMENTO DELLA MISSIONE DEL PRECURSORE DI GESU' : SAN GIOVANNI il BATTISTA


Il battesimo di Gesù



Duplex majus

Introitus Malach. 3, 1
ECCE advénit dominátor Dóminus: et regnum in manu ejus, et potéstas, et impérium. Ps. 71, 1 Deus, judícium tuum Regi da: et justítiam tuam Fílio Regis. V/. Glória Patri.


Oratio


DEUS, cujus Unigénitus in substántia nostrae carnis appáruit: praesta, quaésumus ; ut per eum, quem símilem nobis foris agnóvimus, intus reformári mereámur: Qui tecum vivit.


Léctio Isaíae Prophétae.

Isai. 60, 1-6

SURGE, illumináre Jerúsalem: quia venit lumen tuum, et glória Dómini super te orta est. Quia ecce ténebrae opérient terram, et calígo pópulos: super te autem oriétur Dóminus, et glória ejus in te vidébitur. Et ambulábunt gentes in lúmine tuo, et reges in splendóre ortus tui. Leva in circúitu óculos tuos, et vide: omnes isti congregáti sunt, venérunt tibi: fílii tui de longe vénient, et fíliae tuae de látere surgent. Tunc vidébis, et áfflues, mirábitur et dilatábitur cor tuum, quando convérsa fúerit ad te multitúdo maris, fortitúdo géntium vénerit tibi. Inundátio camelórum opériet te, dromedárii Mádian et Epha: omnes de Saba vénient, aurum et thus deferéntes, et laudem Dómino annuntiántes.


Graduale Ibid. 6 et 1 Omnes de Saba vénient, aurum et thus deferéntes, et laudem Dómino annuntiántes. V/. Surge, et illumináre, Jerúsalem: quia glória Dómini super te orta est.
Allelúja, allelúja. V/. Matth. 2, 2 Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum. Allelúja.


+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Joánnem.

Joann. 1, 29-34

IN illo témpore: 
Vidit Joánnes Jesum veniéntem ad se, et ait: 

Ecce agnus Dei, ecce qui tollit peccátum mundi. Hic est, de quo dixi: Post me venit vir, qui ante me factus est: quia prior me erat. Et ego nesciébam eum, sed ut manifestétur in Israël, proptérea veni ego in aqua baptízans. 

Et testimónium perhíbuit Joánnes, dicens: 
Quia vidi Spíritum descendéntem quasi colúmbam de caelo, et mansit super eum. Et ego nesciébam eum: sed qui misit me baptizáre in aqua, ille mihi dixit: Super quem víderis Spíritum descendéntem, et manéntem super eum, hic est, qui baptízat in Spíritu Sancto. Et ego vidi: et testimónium perhíbui, quia hic est Fílius Dei.
Santo del Giorno, 24 giugno - San Giovanni Battista - Fondazione Gesù  Maestro

Credo.


Offertorium Ps. 71, 10-11 Reges Tharsis, et ínsulae múnera ófferent: reges Arabum et Saba dona addúcent: et adorábunt eum omnes reges terrae, omnes gentes sérvient ei.


Secreta

HÓSTIAS tibi, Dómine, pro nati Fílii tui apparitióne deférimus, supplíciter exorántes: ut, sicut ipse nostrórum auctor est múnerum, ita sit ipse miséricors et suscéptor, Jesus Christus Dóminus noster: Qui tecum vivit.

* Praefatio et Communicántes de Epiphania.

Communio Matth. 2, 2 Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum.


Postcommunio

CAELÉSTI lúmine, quaésumus, Dómine, semper et ubíque nos praéveni: ut mystérium, cujus nos partícipes esse voluísti, et puro cernámus intúitu, et digno percipiámus afféctu. Per Dóminum.

AMDG et DVM

Avete tutti la scorta e non lo sapete.

 






AMDG et DVM

Ambigue tensioni

 

DIETRO LE MASCHERINE UN ESERCITO DI SERVI SOTTOMESSI
Molti italiani tengono la mascherina anche se la legge non lo impone più e non ci sono motivi sanitari per farlo (sono i tipici seguaci degli aspiranti tiranni, contenti di obbedire senza doversi prendere la responsabilità di sé)
di Claudio Risé

Diciamo la sgradevole verità: a diversi nostri compatrioti, a parte le ragioni o sragioni sanitarie, mettersi una maschera in questi mesi piace, anche molto. Non però per mostrare la propria autentica personalità, nascosta dalle convenzioni abituali, come accadeva nella Commedia dell'arte italiana ma per nasconderla del tutto, anzi fingere di non averne alcuna. Neppure per innovare coraggiosamente, con nuove idee e volti, ma per obbedire al supponente capo, l'«avvocato degli italiani».
Si vedono così giovani e anziani in ottima salute avanzare guardinghi in territori a zero Covid 19, nascosti dietro alle loro cupe e impersonali maschere d'ordinanza. Pronti a reagire a nuove «esplosioni infettive» come dicono i media pro-emergenza.
Non risulta che siano i medici a stimolare questi comportamenti ansiogeni e clinicamente privi di senso. Certo, le settimane di trasmissioni televisive con aggiornamento in tempo reale del numero dei morti da parte di commissari in maglione scuro con stampato sopra il logo dell'emergenza e il tono di voce dolente e preoccupato, hanno avuto il loro effetto sugli utenti confinati in casa, impensierendoli a dovere.
La paura della morte, una volta risvegliata, diventa una compagna più assidua e insistente della stoica tranquillità, che si lascia sloggiare dall'ansia senza opporre troppa resistenza. Il fatto che a più di un mese dalla fine della fase attiva dell'epidemia la paura della morte la faccia ancora da padrona dimostra comunque l'ambigua gestione psicologica che ad essa è stata data dal governo.
Fa inoltre capire come nel caso di eventuali future emergenze non convenga affidarsi a persone e istituzioni che in poche settimane hanno trasformato un Paese attivo e operoso in una nazione spaventata e disorientata, a rischio fallimento. Condizione psicologica questa, che, per governanti spregiudicati e senza veri programmi, ha però il pregio di essere molto più principi né idee.

MOLTE PERSONE NON VEDONO L'ORA DI OBBEDIRE
Come mai allora molti sono disponibili a indossare la maschera, come chiede il potere costituito?
Il fatto, banale, è che purtroppo molte persone non vedono l'ora di obbedire a qualcuno che le comandi, senza doversi prendere la responsabilità di sé. Che poi costui, oltre a dire di portare la mascherina perché siamo in emergenza, faccia altri e contraddittori discorsi, non pesa granché, anche perché sono frasi sconnesse, che cambiano anche più volte al giorno e la gente non le segue.
Ma l'indicazione che rimandano gli obbedienti mascherati sembra chiara: va bene, dicci cosa fare e lo faremo. Molti dei famosi fan di Giuseppi, sbandierati dai sondaggisti, sono anche in ciò tipici seguaci degli aspiranti tiranni: persone contenti di obbedire a qualcuno che ami esercitare il potere su di loro, esigendo qualcosa di molto personale e significativo come addirittura coprirsi il volto.
Pronti a nascondere perfino l'impronta della loro identità, unica e irripetibile: la faccia. Mostrarla è ormai diventato un atto di coraggio. L'identità personale ha così ricevuto una mazzata durissima nell'umiliante esperienza del terrorismo sanitario, praticato per continuare l'emergenza e lasciare in piedi il governo. Una situazione apprezzata dai fan della mascherina, cugini delle sardine e spesso sardine essi stessi: persone che (per ora) non vogliono tanto aderire o presentare programmi definiti, quanto obbedire a un potere che si presenta come salvifico e, come prima misura, ne cancella il volto, li fa sparire con i loro specifici connotati.
Liberandoli così della responsabilità di essere sé stessi e gratificandoli dell'appartenenza a una massa indistinta, un intero banco di individui indifferenziati, in cui sardinamente confondersi. Può sembrare strano, ma quella di appartenere a qualcuno che ti sollevi dalle responsabilità e scelte personali è una delle pulsioni più' costanti dell'uomo, presenti lungo tutta la sua storia.

DISCORSO SULLA SERVITÙ VOLONTARIA
Il testo che la descrive più lucidamente è il Discorso sulla servitù volontaria, scritto nel 1576 da Etienne de la Boetie, grande amico del filosofo Montaigne. Vi si racconta come - da sempre - non tutti amino essere padroni di sé: molti preferiscono essere servi di un padrone che si occupi di loro impartendo ordini e compiti e così li aiuti a vivere, in un modo o nell'altro (Hegel approfondirà poi il tema, due secoli dopo).
Lo Stato moderno anzi, nasce anche per rispondere adeguatamente a questa esigenza. Il bisogno di guida e di comando era però già presente fin dalla notte dei secoli, come mostrano le narrazioni più antiche dell'umanità. Un bisogno, quello di essere posseduti e diretti, che continua anche, in modo diverso, nelle democrazie industrializzate. In Italia, oggi, la maggioranza delle persone lavora in modo diretto o indiretto per lo Stato, che (come il governo giallo-rosso sa benissimo, e ne approfitta), li rappresenta ma è anche, in parte, il «padrone» loro e dei loro voti.
Il confino obbligatorio nelle case e la sostanziale sospensione di ogni attività per un lungo periodo, assieme al potere statale gestito in chiave dark, per far crescere la paura e l'obbedienza nelle persone, ha così prodotto una sorta di collasso nel senso di Sé, nell'autonomia degli individui. Molti sono così divenuti incapaci di sciogliersi dall'abbraccio appiccicoso con un potere malato che ha come unica prospettiva per rimanere in sella la continuazione dell'emergenza.
Anche se in realtà quella sanitaria era ormai finita, sostituita però da un'altra, gravissima e reale (anche se poco menzionata): la rovina economica provocata dalla dissennata gestione della pandemia, con l'arresto per quasi due mesi di ogni vita e attività nel Paese, e dalla mancanza di conoscenza reale dei problemi in campo.
La maschera sanitaria, divenuta quasi obbligatoria nel governo dell'emergenza infinita, ha dunque un'importanza storica, anche se i Giuseppi forse lo ignorano (come tutto il resto).
Nella lunga storia della Maschera-Persona ciò che ci si mette addosso e in faccia, il «vestito», ha sempre rappresentato dalla cultura romana in poi la carta d'identità, il segno che dice chi siamo e quindi quali sono i nostri diritti. La maschera, come spiega il filosofo stoico Panezio, rivela «il significato della personalità individuale», sottraendola all'uniformità della massa informe, e attribuendo ad ognuno la sua fisionomia e le sue specifiche particolarità (da qui le maschere di guerrieri, animali, e altro).
Il governo giallorosso è il primo ad aver imposto una Maschera-Persona che, invece di rivelare chi sei o a chi o cosa ti ispiri, cancella la tua identità dietro quella del conformista sanitario, pronto a dimenticare, come gli chiede il capo, ogni fede, identità e entusiasmo pur di salvare la pelle (che peraltro nessuno minaccia, per ora). Una maschera di paura e viltà, per cancellare ogni possibilità di sviluppo come persona libera.

Nota di BastaBugie: per smorzare un po' i toni dell'articolo riproponiamo il seguente video (durata: 4 minuti e mezzo) dal titolo "Le mamme ai tempi del coronavirus" dove si fa un po' di ironia sulle mascherine.


https://www.youtube.com/watch?v=eWtfx9WCkyc

ASCOLTA (leggo per te)

 
Titolo originale: Un esercito di sottomessi: servi volontari nascosti dietro le mascherine
Fonte: La Verità, 19 luglio 2020