"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
sabato 29 agosto 2020
TOLLE LEGE : "PRENDI LEGGI"
L'EPISODIO DEL TOLLE LEGE
L'episodio del Tolle Lege
L'EPISODIO DEL TOLLE LEGE NEL GIARDINO DI MILANO
Nelle opere scritte subito dopo la conversione, Agostino non fa il minimo accenno alla famosa scena dell'orto o del tolle lege che ricorda nelle Confessioni. Si può osservare, come sostenne Pincherle, che la descrizione che fa Agostino del suo stato d'animo è, da una parte, tutta dominata dalla preoccupazione, polemica contro i manichei, di dimostrare l'esistenza e il valore del libero arbitrio, la possibilità di una scelta fra bene e male e che, d'altra parte, essa è redatta sotto l'influsso di quei passi paolini che parlano del contrasto fra lo spirito e la carne.
E si potrebbe ancora suggerire, insistendo sull'importanza di questo fatto, che l'episodio dimostra come Agostino abbia conosciuto l'epistolario di san Paolo proprio all'inizio della sua conversione.
Tuttavia questa scena, vera senza dubbio in molti, probabilmente in tutti, i suoi particolari, è stata redatta con la preoccupazione di dimostrare appunto il contrario di ciò che taluno ha creduto di scorgervi: di mettere in luce cioè l'impotenza dell'uomo a operare da solo la propria salvezza e la necessità dell'intervento, subito efficace della grazia divina, intervento che non ha nulla di miracoloso.
Possiamo anche ammettere che il testo paolino, di contenuto così caratteristicamente etico, e inserito in una esortazione morale ed escatologica, fosse per l'appunto quello che Agostino lesse effettivamente, ricavandone la forza di tradurre in atto i progetti che da qualche tempo maturavano nella sua mente.
E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.
JACOPO DA VARAGINE, L. Aurea
" Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.
Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono."
AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29
*******
ICONOGRAFIA DI AGOSTINO NELL'EPISODIO DEL TOLLE LEGE
Maestro vetraio di Erfurt (1316-1324) a Erfurt, Chiesa di S. Agostino
Guariento di Arpo (1338) a Padova, Chiesa degli Eremitani
Guariento di Arpo (1360 circa) a Bolzano, Chiesa di san Domenico, cappella di san Nicola
Maestri campionesi (1362) a Pavia, S. Pietro in Ciel d'Oro
Legrand Jacques (1365-1415) a Parigi, ms. 542 Biblioteca dell'Arsenale
Ugolino di Prete Ilario (1370-1380) a Orvieto, Duomo, Presbiterio
Scuola veronese (1380) a Monaco, Aeltere Pinakothek
Anonimo di S. Isidoro (XIV-XV secolo) a Leon, Reale Collegiata di S. Isidoro
Zanobi Strozzi (1400-1450) a Firenze, Museo di S. Marco, inv. San Marco e Cenacoli, n. 521 FI
Beato Angelico (1440-1455) a Cherbourg, Musée des Beaux Arts
Della Robbia Andrea (1490) a Madrid, Collezione Carmen Thyssen-Bornemiza
Nelli Ottaviano (1410-1420) a Gubbio, chiesa di sant'Agostino
Masaccio Tommaso (1420-1427) a Avignone, Musée du Petit Palais
Vivarini Antonio (1420-1483) a Milano, collezione privata
Historia Augustini (1430-1440) a Berlino, Gabinetto delle Stampe
Di Lorenzo A. (1433) a Firenze, Biblioteca Nazionale, ms. II
Paolo di Maestro Neri (1439-1447) a Lecceto, Chiostro de' Beati nell'Eremo
Manoscritto ms. 1483 Vita Sancti Augustini Imaginibus adornata (1450-1490) a Boston, Public Library
Matteo di Giovanni (1452-1495) a Settignano, Raccolta Berendson
Maestro di Uttenheim (1460-1470) a Novacella, Abbazia dei Canonici Regolari
Gozzoli Benozzo (1465) a San Gimignano, chiesa di sant'Agostino
Ghitti Pompeo (1483-1539) a Brescia, convento san Barnaba
Anonimo di Carlisle (1484-1507) a Carlisle, Stalli del Coro della Cattedrale
Anonimo di Cartoceto (1484-1507) a Cartoceto, convento di S. Maria
Van Scorel Jan (1520) a Gerusalemme, chiesa di S. Stefano
Kartarius Marius (1570) a Parigi, Biblioteca Nazionale, Sezione Stampe
Leclerc Jean (1580-1585) a Parigi, Biblioteca Nazionale, Sezione Stampe
Semino Ventura (1591) a Loano, chiesa di S. Agostino
Fanzago Cosimo (1591-1678) a Napoli, Museo Certosa di San Martino, Stalli dalla chiesa di S. Agostino
Anonimo italiano (XVII secolo) a Madrid, Monastero de l'Encarnacion
Scuola madrilena (XVII secolo) a Antequera, Convento agostiniano Madre di Dio
Trivia Antonio (XVII sec.) a Rovigo, chiesa di sant'Agostino
Collaert Adriano (1600-1618) a Parigi, Biblioteca Nazionale
Anonimo milanese (1600-1650) a Milano, chiesa di S. Agostino
Maestro di Ardenne (1600-1650) a Caen, chiesa di san Pietro
Maestro di Vigogne (1600-1650) a Vigogne, Abbazia premostratense, stalli
Ganassini Marzio (1605-1610) a Viterbo, chiostro della chiesa della SS. Trinità
Ciarpi Baccio (1614) a Roma, chiesa di S. Lucia in Selci coro della clausura
Fiammenghino (G. Della Rovere) 1622 a Bienno, parrocchiale, cappella Bontempi
Schelte di Bolswert (1624) a Parigi, edizione a stampa
Dominguez Miguel Montelaisia (1624-1626) a Antequera, chiesa di sant'Agostino
Callot Jacques (1630-1635) edizione a stampa
Manenti Ascanio (1630-1640) a Rieti, chiesa di sant'Agostino
Maestro di Cuzco (1630-1660) a Collezione Privata
Wandereisen (1631) a Ingolstadt
Maestro di Ouen (1636) a Ouen, Esposizione tappezzerie di Normandia
Mellan Claude (1637-1652) a Nancy, Musée des Beaux-Arts
Speranza Giovanni Battista (1639) a Roma, chiesa di sant'Agostino, cappella di sant'Agostino
Begni Giulio Cesare (1640) a Fano, chiesa S. Agostino, chiostro
Maestro di Porto (1640-1660) a Ravenna, Basilica di Santa Maria in Porto
Lasagna Giovan Pietro (1645 ca.) a Milano, Scuole Palatine
Jalón Juan Jerónimo (1650) a Huesca, chiesa di Santa Maria in Foris
La Fosse Charles (1650-1700) a Parigi, Notre Dâmes des Victories
Maestro della Petraia (1650-1700) a Firenze, Villa La Petraia
Camusat Nicolas (1651) a Parigi, ed. Camusat e Le Petit
Miguel de Santiago (1656) a Quito, monastero agostiniano
Jullieron Antonium (1660) a Lione, Confessioni ed. Jullieron
Le Brun Charles (1660-1670) a Parigi, Museo del Louvre, Fondo Disegni
Hidalgo Garcia (1663) a Madrid, Museo del Prado)
Nuvolone Giuseppe (1665 ca. ) a Novara, chiesa di sant'Agostino
Maestro di Lessines (1667-1690) a Lessines, Collegio Visitation-Berlière
Guasparini Giuseppe (1669) a Cortona, chiostro convento S. Agostino
Laraisse Gerard (1673) a Caen, Museo des Beaux-Arts
Nannetti Niccolò (1675-1749) a Firenze, Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito
Hueber Johann Baptist (1679) a Novacella, Abbazia dei Canonici Regolari
Giordano Luca (1684) a Napoli, chiesa S. Maria Regina Coeli, Cappella di S. Agostino
Mariette Jean (1686) a Parigi, stampa presso Jean Baptiste Coignard
De Lairesse Gérard (1690) a Liegi, Cabinet des estampes et des dessins
Maestro veneto (1691) a Venezia, stamperia Nicolao Pezzana
Eder (1695) a Herrenchiemsee, monastero agostiniano
Nettl Jiri Matej (1699) a Praga, chiesa di san Tommaso, provenienti dal monastero di Lnáře
Anonimo spagnolo (XVIII secolo) a Burgos, Monastero di S. Maria della Vita
Maestro di Gent (1700-1750) a Gent, monastero degli Agostiniani
Fisen Englebert (1701) a Flône, chiesa di san Matteo
Adam Franz (1705) a Sankt Florian, Abbazia dei Canonici Lateranensi
Muller Johann Sigmund (1705-1707) a Třeboň, monastero agostiniano, chiostro
Waldmann Johann-Joseph (1708-1709) a Rattenberg, convento agostiniano
De Boullogne Louis (1710) a Parigi, Les Invalides
De Boullogne Louis (1710) a Parigi, Museo del Louvre
De Boullogne Louis (1710) alla Brinsley Ford Collection di Londra
Pezzana Nicolaum (1715) a Venezia, Confessioni ed. Pezzana
Calderon Pedro (1720-1730) a Chalma, Chiostro del convento di Nostro Signore Gesù Cristo e San Michele
Herrlein Johann Andreas (1723-1796) a Marburg, Museo della Università
Zimmermann Johann Baptist (1729) a Weyarn, chiesa parrocchiale
Scuola lisboneta (1730-1740) a Coimbra, chiesa di santa Cruz
Bergmuller Johann-Georg (1732) a Augsburg, chiesa di santa Croce
Retz Michael Heinrich (1733) in Collezione Privata
Coypel Charles Antoine (1736) a Versailles, Reggia di Versailles
Gunther Mattheaus (1736-1740) a Novacella, Abbazia dei Canonici Regolari
Wegschaider Ioseph Ignaz (1738) a Beuron, monastero agostiniano
Wegschaider Ioseph Ignaz (1738 ca.) a Beuron, monastero agostiniano
Canal Fabio (1740-1760) a Pirano, chiesa della Madonna della Consolazione
Gunther Mattheaus (1742) a Rottenbuch, chiesa monastero agostiniano
Pacheco Basilio (1744-1746) a Lima, Monastero degli Eremitani
Pezzana Niccolò (1752) a Venezia, ed. Pezzana delle Confessioni
Zick Johann (1745) a Schussenried, chiesa premostratense
Giovanni Marchiori (1750 circa) Pieve di Santa Giustina a Monselice
Gunther Mattheaus (1755) a Indersdorf, chiesa parrocchiale
Scheffler Felix-Anton (1756-1757) a Baumburg, chiesa agostiniana
Klauber Sebastian e Baptist (1758) a Madrid, Biblioteca Nazionale
Anwander Johann (1760) a Munnerstadt, chiesa di sant'Agostino
Maestro di Borovany (1760-1770) a Borovany, monastero agostiniano
Vela Giovan Battista (1765) a La Valletta, chiesa di sant'Agostino
Diano Giacinto (1770) a Napoli, chiesa S. Agostino
Maestro di Andria (1774) a Andria, chiesa di sant'Agostino
Enderle Johann Baptist (1791) a Lauingen, chiesa S. Agostino
Maestro di Rouen (1800-1850) a Rouen, Museo della Senna Marittima
Maestro di Deauville (1829-1831) a Deauville, chiesa di sant'Agostino
Hercule-Verdeil (1880 ca.) a Parigi, Vite de' Santi
Lobin Lucien Leopold (1880-1890) a Bourges, chiesa di san Pietro
Artista di Villanova (1883) a Villanova, chiesa di S. Tommaso di Villanova alla Villanova University
Maestro di Atotonilco (1900-1930) a Atotonilco el Grande, chiesa di sant'Agostino
Maestro di Malvern (1900-1950) a Malvern, College Preparatory High School
Puchol Pablo (1908) a Valladolid, chiostro monastero filippino
Bessac Antoine (1924) a Ippona, Basilica di S. Agostino
Harry Clarke (1925-1930) a Dublino, chiesa di sant'Agostino
Harry Clarke Studio (1942) a Limerick, chiesa di sant'Agostino
Byrne Toni (1950-2000) a Sidney, Brookvale, St. Augustine's College
Montrasio Alberto (1986) a Raccolta Privata
Pierangelini Silvana Recchioni (1986) a Raccolta Privata, Roma
Saruggia Aldo (1986) a Raccolta Privata
Del Vecchio Fulvio (1987) a Trani
Dimmel Peter (1987) a Ried in Riedmark, chiesa parrocchiale
FILATELIA Vaticana (1987) a Città del Vaticano
Ludovisi Felice (1987) a Roma, Istituto Bhaktivedanta
Palomares Luis (1987) a Città del Messico, Seminario San Agustin
Bolognesi Dora (1988) a Loano, convento S. Agostino
AMDG et DVM
GLORIA DOMINI
COL BATTESIMO SEI FIGLIO DI DIO
RICORDIAMO IL NOSTRO BATTESIMO e IL COMPIMENTO DELLA MISSIONE DEL PRECURSORE DI GESU' : SAN GIOVANNI il BATTISTA
Introitus Malach. 3, 1
ECCE advénit dominátor Dóminus: et regnum in manu ejus, et potéstas, et impérium. Ps. 71, 1 Deus, judícium tuum Regi da: et justítiam tuam Fílio Regis. V/. Glória Patri.
DEUS, cujus Unigénitus in substántia nostrae carnis appáruit: praesta, quaésumus ; ut per eum, quem símilem nobis foris agnóvimus, intus reformári mereámur: Qui tecum vivit.
Graduale Ibid. 6 et 1 Omnes de Saba vénient, aurum et thus deferéntes, et laudem Dómino annuntiántes. V/. Surge, et illumináre, Jerúsalem: quia glória Dómini super te orta est.
Allelúja, allelúja. V/. Matth. 2, 2 Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum. Allelúja.
IN illo témpore:
Credo.
Offertorium Ps. 71, 10-11 Reges Tharsis, et ínsulae múnera ófferent: reges Arabum et Saba dona addúcent: et adorábunt eum omnes reges terrae, omnes gentes sérvient ei.
HÓSTIAS tibi, Dómine, pro nati Fílii tui apparitióne deférimus, supplíciter exorántes: ut, sicut ipse nostrórum auctor est múnerum, ita sit ipse miséricors et suscéptor, Jesus Christus Dóminus noster: Qui tecum vivit.
* Praefatio et Communicántes de Epiphania.
Communio Matth. 2, 2 Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum.
CAELÉSTI lúmine, quaésumus, Dómine, semper et ubíque nos praéveni: ut mystérium, cujus nos partícipes esse voluísti, et puro cernámus intúitu, et digno percipiámus afféctu. Per Dóminum.
Ambigue tensioni
Diciamo la sgradevole verità: a diversi nostri compatrioti, a parte le ragioni o sragioni sanitarie, mettersi una maschera in questi mesi piace, anche molto. Non però per mostrare la propria autentica personalità, nascosta dalle convenzioni abituali, come accadeva nella Commedia dell'arte italiana ma per nasconderla del tutto, anzi fingere di non averne alcuna. Neppure per innovare coraggiosamente, con nuove idee e volti, ma per obbedire al supponente capo, l'«avvocato degli italiani».
Si vedono così giovani e anziani in ottima salute avanzare guardinghi in territori a zero Covid 19, nascosti dietro alle loro cupe e impersonali maschere d'ordinanza. Pronti a reagire a nuove «esplosioni infettive» come dicono i media pro-emergenza.
Non risulta che siano i medici a stimolare questi comportamenti ansiogeni e clinicamente privi di senso. Certo, le settimane di trasmissioni televisive con aggiornamento in tempo reale del numero dei morti da parte di commissari in maglione scuro con stampato sopra il logo dell'emergenza e il tono di voce dolente e preoccupato, hanno avuto il loro effetto sugli utenti confinati in casa, impensierendoli a dovere.
La paura della morte, una volta risvegliata, diventa una compagna più assidua e insistente della stoica tranquillità, che si lascia sloggiare dall'ansia senza opporre troppa resistenza. Il fatto che a più di un mese dalla fine della fase attiva dell'epidemia la paura della morte la faccia ancora da padrona dimostra comunque l'ambigua gestione psicologica che ad essa è stata data dal governo.
Fa inoltre capire come nel caso di eventuali future emergenze non convenga affidarsi a persone e istituzioni che in poche settimane hanno trasformato un Paese attivo e operoso in una nazione spaventata e disorientata, a rischio fallimento. Condizione psicologica questa, che, per governanti spregiudicati e senza veri programmi, ha però il pregio di essere molto più principi né idee.
MOLTE PERSONE NON VEDONO L'ORA DI OBBEDIRE
Come mai allora molti sono disponibili a indossare la maschera, come chiede il potere costituito?
Il fatto, banale, è che purtroppo molte persone non vedono l'ora di obbedire a qualcuno che le comandi, senza doversi prendere la responsabilità di sé. Che poi costui, oltre a dire di portare la mascherina perché siamo in emergenza, faccia altri e contraddittori discorsi, non pesa granché, anche perché sono frasi sconnesse, che cambiano anche più volte al giorno e la gente non le segue.
Ma l'indicazione che rimandano gli obbedienti mascherati sembra chiara: va bene, dicci cosa fare e lo faremo. Molti dei famosi fan di Giuseppi, sbandierati dai sondaggisti, sono anche in ciò tipici seguaci degli aspiranti tiranni: persone contenti di obbedire a qualcuno che ami esercitare il potere su di loro, esigendo qualcosa di molto personale e significativo come addirittura coprirsi il volto.
Pronti a nascondere perfino l'impronta della loro identità, unica e irripetibile: la faccia. Mostrarla è ormai diventato un atto di coraggio. L'identità personale ha così ricevuto una mazzata durissima nell'umiliante esperienza del terrorismo sanitario, praticato per continuare l'emergenza e lasciare in piedi il governo. Una situazione apprezzata dai fan della mascherina, cugini delle sardine e spesso sardine essi stessi: persone che (per ora) non vogliono tanto aderire o presentare programmi definiti, quanto obbedire a un potere che si presenta come salvifico e, come prima misura, ne cancella il volto, li fa sparire con i loro specifici connotati.
Liberandoli così della responsabilità di essere sé stessi e gratificandoli dell'appartenenza a una massa indistinta, un intero banco di individui indifferenziati, in cui sardinamente confondersi. Può sembrare strano, ma quella di appartenere a qualcuno che ti sollevi dalle responsabilità e scelte personali è una delle pulsioni più' costanti dell'uomo, presenti lungo tutta la sua storia.
DISCORSO SULLA SERVITÙ VOLONTARIA
Il testo che la descrive più lucidamente è il Discorso sulla servitù volontaria, scritto nel 1576 da Etienne de la Boetie, grande amico del filosofo Montaigne. Vi si racconta come - da sempre - non tutti amino essere padroni di sé: molti preferiscono essere servi di un padrone che si occupi di loro impartendo ordini e compiti e così li aiuti a vivere, in un modo o nell'altro (Hegel approfondirà poi il tema, due secoli dopo).
Lo Stato moderno anzi, nasce anche per rispondere adeguatamente a questa esigenza. Il bisogno di guida e di comando era però già presente fin dalla notte dei secoli, come mostrano le narrazioni più antiche dell'umanità. Un bisogno, quello di essere posseduti e diretti, che continua anche, in modo diverso, nelle democrazie industrializzate. In Italia, oggi, la maggioranza delle persone lavora in modo diretto o indiretto per lo Stato, che (come il governo giallo-rosso sa benissimo, e ne approfitta), li rappresenta ma è anche, in parte, il «padrone» loro e dei loro voti.
Il confino obbligatorio nelle case e la sostanziale sospensione di ogni attività per un lungo periodo, assieme al potere statale gestito in chiave dark, per far crescere la paura e l'obbedienza nelle persone, ha così prodotto una sorta di collasso nel senso di Sé, nell'autonomia degli individui. Molti sono così divenuti incapaci di sciogliersi dall'abbraccio appiccicoso con un potere malato che ha come unica prospettiva per rimanere in sella la continuazione dell'emergenza.
Anche se in realtà quella sanitaria era ormai finita, sostituita però da un'altra, gravissima e reale (anche se poco menzionata): la rovina economica provocata dalla dissennata gestione della pandemia, con l'arresto per quasi due mesi di ogni vita e attività nel Paese, e dalla mancanza di conoscenza reale dei problemi in campo.
La maschera sanitaria, divenuta quasi obbligatoria nel governo dell'emergenza infinita, ha dunque un'importanza storica, anche se i Giuseppi forse lo ignorano (come tutto il resto).
Nella lunga storia della Maschera-Persona ciò che ci si mette addosso e in faccia, il «vestito», ha sempre rappresentato dalla cultura romana in poi la carta d'identità, il segno che dice chi siamo e quindi quali sono i nostri diritti. La maschera, come spiega il filosofo stoico Panezio, rivela «il significato della personalità individuale», sottraendola all'uniformità della massa informe, e attribuendo ad ognuno la sua fisionomia e le sue specifiche particolarità (da qui le maschere di guerrieri, animali, e altro).
Il governo giallorosso è il primo ad aver imposto una Maschera-Persona che, invece di rivelare chi sei o a chi o cosa ti ispiri, cancella la tua identità dietro quella del conformista sanitario, pronto a dimenticare, come gli chiede il capo, ogni fede, identità e entusiasmo pur di salvare la pelle (che peraltro nessuno minaccia, per ora). Una maschera di paura e viltà, per cancellare ogni possibilità di sviluppo come persona libera.
Nota di BastaBugie: per smorzare un po' i toni dell'articolo riproponiamo il seguente video (durata: 4 minuti e mezzo) dal titolo "Le mamme ai tempi del coronavirus" dove si fa un po' di ironia sulle mascherine.
https://www.youtube.com/watch?v=eWtfx9WCkyc