PAPA BENEDETTO XVI TEMUTISSIMO DA SATAN !
Fa caldo in
piazza San Pietro. La primavera è oramai inoltrata. Il sole picchia sulla
piazza dove una folla di fedeli aspetta il Papa. È mercoledì, il giorno
dell’udienza generale. I fedeli sono arrivati da tutto il mondo. Dal fondo
della piazza entra un gruppetto di quattro persone. Due donne e due giovani
uomini. Le donne sono due mie assistenti. Mi aiutano durante gli esorcismi,
pregano per me e per i posseduti e assistono per quanto è loro possibile i
posseduti nel loro lungo e difficile percorso di liberazione. I due giovani
uomini sono due posseduti. Nessuno lo sa. Lo sanno soltanto loro e le due donne
che li «scortano». Quel mercoledì le donne decidono di portare i due
all’udienza del Papa perché pensano che potrebbero trarne giovamento. Non è un
mistero che molti gesti e parole del Papa facciano imbestialire Satana. Non è
un mistero che anche la sola presenza del Papa inquieti e in qualche modo aiuti
i posseduti nella loro battaglia contro colui che li possiede. I quattro si
avvicinano verso le transenne in prossimità del «palco» da dove Benedetto XVI
di lì a poco è chiamato a parlare. (…) È importante per loro riuscire a portare
i due posseduti il più possibile vicino al Papa.
«Avete visto, Giovanni e Marco?» chiedono le due donne ai due posseduti. «Ce
l’abbiamo fatta. Tra poco arriverà il Papa e noi siamo qui vicini a lui». I due
non parlano. Sono stranamente silenziosi. È come se coloro che li possiedono
(si tratta di due demoni diversi) stiano cominciando a capire chi di lì a poco
arriverà in piazza. Suonano le dieci. Dall’arco delle campane, il portone a
fianco della basilica vaticana, esce una jeep bianca. Sopra tre uomini. Un
guidatore, il Papa in piedi e, seduto al suo fianco, il suo segretario
particolare monsignor Georg Gänswein. Le due donne si girano verso Giovanni e
Marco. Istintivamente li sorreggono con le braccia. I due, infatti, iniziano ad
avere comportamenti strani. Giovanni trema e batte i denti. Le due donne
capiscono che qualcuno sta cominciando ad agire nel corpo di Giovanni e di
Marco. Qualcuno che col passare dei minuti si mostra sempre più agitato.
«Giovanni,
mantieni il controllo di te stesso» dice una delle due donne.
«Mantieni
il controllo, Giovanni. Non farti sopraffare. Reagisci. Mantieni il controllo».
L’altra donna dice le stesse parole a Marco. Giovanni non sembra ascoltare le
parole della donna. Salvo, d’improvviso, girarsi e dirle con voce lenta e che
sembra venire da non si sa quale mondo: «Io non sono Giovanni». La donna non
dice più nulla. Sa che con il diavolo solo un esorcista può parlare. Se lei lo
facesse sarebbe molto rischioso. Così rimane in silenzio e si limita a
sostenere il corpo di Giovanni ora completamente in mano al demonio. La jeep
gira per tutta la piazza. I due posseduti si piegano per terra. Battono la
testa per terra. Le guardie svizzere li osservano ma non intervengono.
Sono forse
abituate a scene del genere? Forse sì. Forse altre volte hanno assistito alle
reazioni dei posseduti innanzi al Papa. La jeep compie un lungo percorso. Poi
arriva in cima alla piazza, a pochi metri dal portone della basilica vaticana.
Il Papa scende dall’auto e saluta le persone poste nelle prime file. Giovanni e
Marco, insieme, iniziano a ululare. Sdraiati per terra ululano. Ululano
fortissimo. «Santità, santità, siamo qui!» urla al Papa una delle due donne
cercando di attirare la sua attenzione.
Benedetto
XVI si gira ma non si avvicina. Vede le due donne e vede i due giovani uomini
per terra che urlano, sbavano, tremano, danno in escandescenze. Vede lo sguardo
d’odio dei due uomini. Uno sguardo diretto contro di lui. Il Papa non si scompone.
Guarda da lontano. Alza un braccio e benedice i quattro. Per i due posseduti è
una scossa furente. Una frustata assestata su tutto il corpo. Tanto che cadono
tre metri indietro, sbattuti per terra. Adesso non urlano più. Ma piangono,
piangono, piangono. Gemono per tutta l’udienza. Quando poi il Papa se ne va,
rientrano in se stessi.
Tornano se stessi. E non ricordano nulla.
Benedetto XVI è temutissimo da Satana.
Le sue
messe, le sue benedizioni, le sue parole sono come dei potenti esorcismi. Non
credo che Benedetto XVI compia esorcismi. O almeno la cosa non mi risulta.
Credo tuttavia che tutto il suo pontificato sia un grande esorcismo contro
Satana. Efficace. Potente. Un grande esorcismo che molto dovrebbe insegnare ai
vescovi e ai cardinali che non credono: costoro comunque dovranno rispondere
della loro incredulità. Non credere e soprattutto non nominare esorcisti
laddove ce ne è esplicito bisogno è, a mio avviso, un peccato grave, un peccato
mortale. Il modo con cui Benedetto XVI vive la liturgia. Il suo rispetto delle
regole. Il suo rigore. La sua postura sono efficacissimi contro Satana. La
liturgia celebrata dal Pontefice è potente. Satana è ferito ogni volta che il
Papa celebra l’eucaristia.
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Satana
molto ha temuto l’elezione di Ratzinger al soglio di Pietro. Perché vedeva in
lui la continuazione della grande battaglia che contro di lui ha fatto per
ventisei anni e mezzo il suo predecessore, Giovanni Paolo II. Il Papa che, lui
sì, faceva esorcismi.
di Padre
Gabriele Amorth e Paolo Rodari
2 febbraio 2025Benedettoxvi
https://www.youtube.com/watch?v=7IbUs-K5KjY
AMDG et D.V.MARIAE