venerdì 21 febbraio 2025

12 ANNI FA: le sue ultime parole di saluto.

 

sabato 2 marzo 2013

28 FEBBRAIO 2013, ORE 20: SI CONCLUDE IL LUMINOSO PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI



Si è  "concluso" alle ore 20 del 28 febbraio 2013 il ministero ( non il Pontificato ) di Papa Benedetto XVI. 
Questo atto segna anche la chiusura di questo blog dedicato al luminoso Magistero del Santo Padre. 
Da questo momento questo spazio virtuale non verrà più aggiornato. 

Restano attivi tutti gli altri blog. 
Raffaella

giovedì 28 febbraio 2013

L'ultimo saluto di Benedetto XVI: Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità





TRASFERIMENTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL PALAZZO APOSTOLICO DI CASTEL GANDOLFO E SALUTO AI FEDELI DELLA DIOCESI DI ALBANO , 28.02.2013

Poco dopo le ore 17 di questo pomeriggio, ultimo giorno del Suo Pontificato, il Santo Padre Benedetto XVI, lasciato il Palazzo Apostolico, è partito in elicottero dall’eliporto vaticano alla volta di Castel Gandolfo, dove è giunto dopo 15 minuti di volo.
Alle 17.38 il Papa si è affacciato dalla Loggia centrale del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo ed ha rivolto ai fedeli della diocesi di Albano, che gremivano la piazza antistante, le sue ultime parole di saluto. Ne pubblichiamo di seguito la trascrizione:

PAROLE DEL SANTO PADRE

<< Grazie!
Grazie a voi!

Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. 
Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi imparto adesso con tutto il cuore la mia Benedizione.
Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte! Grazie a voi tutti!  >>

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AMDG et D.V. MARIAE

domenica 16 febbraio 2025

IL NEMICO E' PARTICOLARMENTE ATTENTO ALL'ITALIA


 https://www.youtube.com/watch?v=fLFKr5qp1JY

et

https://www.youtube.com/watch?v=ZzrGDi-KMXM




AMDG et D.V. MARIAE

iIL VOLTO DI SANTA TERESA


Il volto di Teresa 

 Dettagli Pubblicato: 28 Settembre 2015 
 Visite: 13171 di P. Angelo Lanfranchi ocd Santa Teresa 

 Il punto d’avvio della ricca e complessa iconografia teresiana è il ritratto dipinto a Siviglia nel 1576 da fra Giovanni della Miseria (Giovanni Narducci) su ordine del Padre Graciàn, allora Provinciale della Riforma. Santa Teresa vi è rappresentata a mezzo busto, di tre quarti, le mani giunte in preghiera, rivolta verso una colomba; un cartiglio circonda la testa leggermente aureolata e porta il testo latino: Misericordias Domini in aeternum cantabo (Sal 88,2; cfr. Lettera del 19 novembre 1581). L’aureola e il cartiglio risalgono all’epoca della beatificazione della Madre, mentre la colomba è stata probabilmente dipinta subito dopo la sua morte (infatti, già nel 1588 ritroviamo la stessa composizione in una stampa che s’ispira al ritratto di Siviglia). 

 Teresa stessa narra di una visione che ebbe un giorno, scorgendo sulla sua testa «una colomba molto diversa dalle nostre, senza penne e con le ali come a scaglie di madreperla, che davano grande splendore. Era più grande delle colombe ordinarie, e mi sembrava di udirne il frullo delle ali» (Vita 38,10). Tuttavia la grazia mistica sopra descritta non basta – da sola – a giustificarne la presenza in questo primo quadro della Santa. Tale aggiunta rivela invece una notevole audacia, poiché è la prima volta che la colomba dello Spirito Santo – generalmente evocata in tutte le circostanze in cui Egli agisce o ispira (essa è dunque l’attributo degli Evangelisti, dei Padri, in particolare S. Gregorio Magno, e dei Dottori) – viene messa in relazione con una donna, con l’intento dichiarato di attribuire al suo insegnamento un valore magisteriale pari a quello dei Dottori della Chiesa universale. 

 Il medesimo concetto è ribadito dagli altri simboli che, sin dall’inizio, vengono associati alla Santa: il libro e la penna, lo scrittoio-cattedra, il berretto dottorale. Teresa è spesso rappresentata mentre scrive, in un atteggiamento estatico d’ascolto, rivolta verso un raggio luminoso che scende verso di lei. In una tela del sec. XVII (Pastrana) Teresa parla dal pulpito, mentre un pubblico eminente di rappresentanti dei vari Ordini l’ascolta con deferenza, mentre un cartiglio recita: Ab ipsis edocta docens (Teresa istruisce, con la sua dottrina mistica, coloro stessi che l’hanno istruita). 

 Fin dal 1607, Anna di Gesù aveva concepito il progetto di realizzare una Vita di Santa Teresa in immagini. Le 25 tavole apparvero ad Anversa nel 1613 ad opera degli incisori A. Collaert e C. Galle e influenzarono non poco l’iconografia teresiana nei Paesi Bassi (il monastero delle Carmelitane Scalze di Bruxelles conserva una serie di grandi quadri a olio fortemente ispirati da tali incisioni), ma anche in Spagna e in Italia. Vari temi vi trovarono la loro formulazione essenziale pressoché definitiva. Ne ricordiamo alcuni, legati alle esperienze mistiche della Santa. Anzitutto la “trasverberazione”: evento sopravvenuto allorché Teresa era priore nel monastero dell’Incarnazione. Nella raffigurazione, Teresa si trova inginocchiata in una cappella; ritto dinanzi a lei, un Cherubino le immerge nel cuore una freccia dalla punta infiammata: «Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, cacciandomelo dentro fino alle viscere, che poi mi sembrava strappar fuori quando ritirava il dardo, lasciandomi avvolta in una fornace di amore» (Vita 29,13). Gian Lorenzo Bernini ne ha offerta una celebre versione nella grande scultura realizzata per la chiesa di S. Maria della Vittoria, a Roma. 

 Vi è poi la grazia del “matrimonio spirituale”: Cristo consegna a Teresa un chiodo della croce, quale pegno di alleanza sponsale. «Mi porse la destra e mi disse: “Guarda questo chiodo: è segno che da oggi in poi tu sarai mia sposa. Finora questa grazia non l’avevi meritata, ma d’ora innanzi tu avrai cura del mio onore non solo perché sono tuo Dio, tuo Re e tuo Creatore, ma anche perché tu sei mia vera sposa. Il mio onore è tuo, e il tuo è mio» (Relazioni Spirituali n. 35). Infine l’apparizione della Vergine e S. Giuseppe, che rivestono Teresa di un abito splendente (in genere simboleggiato dal mantello bianco delle monache carmelitane) e di una preziosa collana (Vita 33,14). La visione venne a confermare e rassicurare Teresa nelle molteplici traversie che dovette sopportare per la fondazione del monastero di S. Giuseppe, culla della riforma teresiana. Santa Teresa-001 

 A questi importanti soggetti di origine e carattere “storici”, possiamo aggiungere la rappresentazione più simbolica di Teresa che ricopre col suo mantello i suoi figli e le sue figlie del Carmelo, in una composizione che richiama l’iconografia della Vergine Maria “madre di misericordia”. Teresa è veramente Madre. L’immagine della S. teresa custodita nel convento dei Carmelitani Scalzi di Treviso valorizza il simbolo del libro che richiama insieme la produzione letteraria e il magistero di Teresa. Il volume è aperto all’ultima pagina, quasi dando per scontato che il contenuto sia stato letto e assimilato. E il testo latino recita: «Audi fili mi disciplinam patris tui et ne dimittas legem matris tuae». Si tratta di una citazione del libro dei Proverbi: «Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre» (1,8). Nel caso di Teresa è un consiglio da tenere in seria considerazione

AMDG et D.V. MARIAE

mercoledì 12 febbraio 2025

LO SCAPOLARE di Maria Giulia JAHENNY

 

ESTASI DEL 23 AGOSTO 1878


Ecco che la Madonna mi fa vedere, sul Suo Cuore Immacolato, un largo scapolare, più largo di quelli usuali, che è un po’ più largo del palmo di una mano. E’ di un bel colore viola, quasi come il colore della violetta. Ecco cosa rappresenta: in mezzo ci sono i tre chiodi che hanno crocifisso Nostro Signore sulla Croce. Essi sono uno sull'altro, ma non in forma di Croce, e la punta di ogni chiodo ha una goccia di sangue vermiglio. Sopra la capocchia c'è una specie di grossa spugna che ha come delle scorze che si sollevano quasi come delle foglie d'avena. Le tre gocce di sangue si uniscono per cadere in un piccolo calice dipinto in rosso, e il calice è circondato da una corona di spine, e sono incise tre piccole Croci sulla parte anteriore del calice.
Ecco ora la parte dello scapolare che è sul mantello della Santa Vergine. Io noto che questo scapolare è sorretto da due nastri di color violaceo, che passano su ogni spalla: ci sono tre nodi sulla spalla sinistra e due sulla destra.
L'altra parte dello scapolare rappresenta la Santa Vergine Maria seduta, che ha fra le sue braccia il Suo Figlio adorabile; la bocca e la testa di Nostro Signore riposano sul cuore della Santa Vergine. In basso dello scapolare, quasi ai piedi di Nostro Signore, c'è un Angelo vestito di bianco, con i capelli pettinati: sulla testa ha una corona bianca, e la sua cintura è rossa. Esso tiene in mano un asciugamano bianco, con cui asciuga i piedi di Nostro Signore. Vicino all'Angelo, a destra dello scapolare, c'è una scala incisa. Dietro a Nostro Signore, a sinistra, la canna della Passione dipinta in rosso, ma non c'è la spugna. Le lacrime della Madonna le colano sul petto, a destra, e si fermano ai piedi dell'Angelo. Lo scapolare ha un bordo rosso e le bretelle sono in lana.

La Madonna mi disse: «Adesso ti do’ la spiegazione di questo scapolare. Io mi rivolgo a te, mia vittima e al mio servitore (proba­bilmente il direttore spirituale di Maria Giulia). 

Figli miei della Croce, da tanto tempo Io e mio Figlio volevamo far conoscere questo scapolare di benedizione. Figli miei, esso è fatto sul mio Cuore, perchè il mio Cuore è l'emblema della semplicità e dell'umiltà, perciò ha questo colore viola. I chiodi che hanno forato i piedi e le mani di Mio Figlio sono poco venerati, e lo devono essere, e per questo motivo Mio Figlio, nella Sua Saggezza Divina, fece dipingere i tre chiodi sulla parte anteriore dello sca­polare. Queste tre gocce di sangue e il calice rappresentano i cuori generosi che raccolgono il sangue del Mio Figlio Divino. La spugna rossa rappresenta il Mio Divin Figlio che beve i peccati dei suoi figli, ma che la sua bocca adorabile rifiuta di bere. Io desidero che il colore predominante dello scapolare sia violetto, ma che i chiodi, il calice, la spugna e la corona siano su un pezzetto di fla­nella rossa scura. Questa prima apparizione di questo sca­polare sarà una nuova protezione per il periodo dei cas­tighi, delle calamità e delle carestie. Tutti coloro che ne saranno rivestiti potranno passare sotto i temporali, le tempeste e le tenebre e avranno la luce come in pieno giorno. Ecco la potenza di questo scapolare sconosciuto».

La Madona presenta lo scapolare a Nostro Signore che dice a sua volta:  
   «Io mi rivolgo a te, mia vittima ed anche alle altre vittime ed al mio servitore, che siete i figli della mia Croce, Io voglio e vi do un'idea ed un pensiero profondo: 
      Quando fui deposto dalla Croce mi si mise in braccio a Mia Madre, e questo fatto, questo pensiero e questa devozione sono poco conosciuti. Io vorrei che per mezzo di questo scapolare tutto ciò passi nel cuore dei figli della Croce, che mi saluteranno con queste tre invocazioni:

 << Ti saluto, Gesù Crocifisso, per avermi concesso la Vita. >>

 << Ti saluto con tutta la gioia degli Angeli e dei Santi nel momento in cui fosti deposto dalla Croce. >>

 << Ti saluto con la tristezza di Tua Madre quando riposavi sul Suo Cuore Immacolato e grembo immacolato. >>

* Figli miei, poche anime pensano di asciugare le piaghe ado­rabili dei miei piedi quando il sangue cola, ed Io vorrei che voi ve ne ricordaste. 
** Si pensa anche poco alle lacrime versate da mia Madre durante la mia Passione. ***Queste lacrime sono ai piedi dell'Angelo che asciuga i miei piedi sacri. 
****Con questo scapolare, io vorrei che voi pensaste a questa scala, a questa canna e a questi chiodi della mia Passione.

Figli miei, ogni anima, ogni persona che possiederà questo scapolare sarà protetta con la sua famiglia, la sua casa sarà anche protetta prima di tutto dagli incendi che non vi penetreranno mai. 
Questo scapolare folgorerà gli ingrati che bestemmieranno il mio Nome nella casa in cui esso sarà esposto. 
Se un empio vi entrerà, ne sarà talmente colpito, che la sua conversione sarà vicina. 
Tutti coloro che porteranno questo scapolare saranno pre­servati dal fulmine, dalla morte improvvisa e dagli incidenti
Essi saranno protetti durante i castighi.

Chi lo metterà nel Sacro Tempio, ne allontanerà gli empi e le profanazioni. 

Nostro Signore aggiunge ancora che, ricordando questo scapolare ad un'anima ostinata al momento della morte, saranno risvegliate in lei la fede e la fiducia, e così pure a tutti coloro che ci penseranno e l'ameranno saranno risparmiate le pene dell'anima, e che tutti coloro che lo porteranno saranno ris­parmiati da ogni pericolo, come se possedessero il Cielo. Infine, questo scapolare sarà come un parafulmine su cui non si appesan­tiranno i colpi della Collera Divina.

Nostro Signore dice ancora: «Ogni Sacerdote potrà benedire questo scapolare... Tu, mia vittima, potrai fare il modello... Portando questo scapolare si potrà dire per 5 o 7 volte la «CRUX AVE» e meditare da 1 a 3 minuti la mia Santa Passione... Accorderò delle grandi grazie a colui che desidererà portare questo scapolare».
****
*Si può ricevere questo Scapolare
con La Croce del Perdono e
la Medaglia di Nostra Signora della Buona Guardia
anche scrivendo al Segretario dell'Associazione degli
"Amici di Maria Giulia Jahenny".
M. Germain GIRAUD
20, rue des Illeaux
F. 85670 PALLUAU
CCP "Associazione degli Amici di Maria Giulia Jahenny" Nantes 359-65 B.
Dio la benedica e la Vergine la protegga.

*Per trovare in EBAY lo scapolare di Association Le Sanctuaire de Marie-Julie Jahenny :

AMDG et D.V. MARIAE