mercoledì 21 agosto 2024

LA NUOVA ERA E' VICINA...

 

...CAMBIERA'  TUTTO

[da Luisa Piccarreta]


https://www.youtube.com/watch?v=KFTSRZTKYe4

LA FINE TRAGICA...

 

dei dodici APOSTOLI di GESU'

(video con qualche riserva per come 

presenta san Giacomo minore)



https://www.youtube.com/watch?v=VuG2l_SiHGk

Il messaggio mariano di Marienfried

 

Beata Vergine Maria di Marienfried

Festa: .

Il vescovo di Fatima che visitò il Santuario tedesco nel 1975 disse che le apparizioni e i messaggi della Vergine Santissima a Marienfried costituiscono «la sintesi della devozione mariana del nostro tempo». Come inquadrarli nell’ampio disegno mariano degli ultimi due seco


Da diversi anni il mondo cattolico ed in particolare la diocesi di Augsburg si sta occupando dei fatti di Marienfried, nella parrocchia di Pfaffenhofen. Vi affluiscono pellegrini venuti da vicino e da lontano, perfino dall’estero, e vengono non solo per pregare, ma pure per fare delle indagini sulle origini, il significato religioso e l’efficacia spirituale di questo luogo di preghiera. Partiamo da un rapido resoconto dei fatti.


Benché le apparizioni di Marienfried non siano state ancora ufficialmente approvate dalla Chiesa, Essa in diversi modi le ha favorite e sostenute autorizzando il culto, concedendo i dovuti permessi per stampare il Rosario dell’Immacolata e l’Inno alla Trinità (preghiere che la Madonna stessa insegnò alla veggente e che hanno un riferimento diretto con le apparizioni stesse e col relativo messaggio) e soprattutto concedendo l’imprimatur per la pubblicazione dei messaggi (1). Il Santuario di Marienfried è stato, inoltre, meta di pellegrinaggio di importanti autorità ecclesiastiche negli anni passati, come il vescovo di Fatima mons. Venancio Pereira (nel 1975) e quello di Ratisbona Rodolfo Graber (nel 1976). In quell’occasione, quest’ultimo tenne un importante discorso sul messaggio di Marienfried dicendo, tra le altre cose: «Marienfried non contiene nulla che sia contro la Divina Rivelazione ma anzi si inserisce perfettamente nella Tradizione mariana della Chiesa e dà un’importante visuale del nostro tempo [...]. Dobbiamo opporci [...] all’idea che la devozione a Maria distolga lo sguardo dal Cristo e quindi impedisca e blocchi i nostri sforzi ecumenici. Marienfried rappresenta proprio la Teologia classica perché tutto converge verso il Dio Uno e Trino. Incontriamo spesso le parole “l’Eterno, l’Onnipotente, il Dio Uno e Trino, l’Imperscrutabile, il Volere del Padre Celeste, l’Amore del Padre, il Dio vivente”» (2).


Il messaggio mariano di Marienfried è, probabilmente, il più programmatico tra quelli delle apparizioni moderno-contemporanee, andando ad illuminare profondamente il quadro d’insieme dei Tempi di Maria. Si potrebbe dire che, dei Tempi di Maria, Marienfried costituisca la chiave interpretativa, offerta ed illuminata dal meraviglioso messaggio della «Grande Mediatrice di tutte le grazie». Vale la pena conoscerlo e meditarvi.
«L’interesse che possiamo nutrire nei confronti di queste apparizioni mariane non sta solamente nel valore attuale del messaggio in esse contenuto, bensì anche nell’aiuto che esse offrono per una miglior comprensione del quadro complessivo delle grandi apparizioni moderne [...]. Marienfried è infatti connotato da un forte linguaggio apocalittico che, in questi ultimi tempi, rilancia un estremo invito alla conversione e alla penitenza, unitamente a un forte richiamo nei confronti dei piani satanici contro l’umanità e il mondo contemporaneo [...]. A Marienfried la Madonna utilizza un linguaggio apocalittico per mostrarci i “segni dei tempi”, come Cristo stesso ci ha detto: “Quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il tempo è vicino” (Mc 13,29). E ci mette in guardia poiché il nemico, l’avversario, sta alla porta, ed egli cerca di trarre in inganno anche i figli diletti di Maria» (3).

Il messaggio in punti

Quanto la Vergine Immacolata ha qui rivelato si potrebbe riassumere dicendo che tutto ruota attorno alle seguenti tematiche fondamentali:
- la figura e il ruolo di Maria negli ultimi tempi quale Donna dell’Apocalisse («Signum magnum», Ap 12,1) che si rivela alla Chiesa e che imprime il suo segno negli eletti dotandoli di speciali poteri e prerogative spirituali;
- il Cuore Immacolato e la consacrazione a Maria;
- la verità della Mediazione universale di Maria quale Mediatrice di tutte le grazie e la sua azione salvifica a favore degli uomini (4);
- l’azione devastatrice di Satana (chiamato nel messaggio «Stella dell’Abisso») nel mondo e nella Chiesa, che si rivela pienamente in tutto il suo potere in questi nostri tempi;
- il ruolo e l’opera dei consacrati di Maria specialmente attraverso l’amore alla croce e la disponibilità ad essere vittime riparatrici;
- il Trionfo finale del suo Cuore ammirabile e il regno di Pace in terra (5).
Queste manifestazioni e questi messaggi della Vergine «a detta di mons. Venancio Pereira, vescovo di Fatima che visitò il santuario tedesco nel 1975, costituiscono “la sintesi della devozione mariana del nostro tempo”. Già queste parole sono sufficienti a evidenziare [...] una chiave di lettura che permetta di legare queste apparizioni al più ampio disegno mariano degli ultimi due secoli, da Rue du Bac ai nostri giorni» (6).

Linguaggio apocalittico

Il messaggio di Marienfried sembra rappresentare una glossa opportuna e precisa a diversi passaggi oscuri dell’Apocalisse di san Giovanni su cui da secoli gli esegeti e i mistici offrono possibili letture. La “misteriosa Apocalisse” è un libro ostico, sigillato, di ardua comprensione ed interpretazione. Eppure è stato il libro della grande consolazione della Cristianità nel corso dei secoli sostenendoli nei momenti di più grande prova e tribolazione: «Il cuore del messaggio di Marienfried riguarda la fine dei tempi: la bestia in opposizione alla Donna, ovvero Maria. Ecco perché il messaggio interessa l’esegesi dell’Apocalisse, come disse monsignor Rudolf Graber, vescovo di Ratisbona, il 25 luglio 1976: “Chi studia attentamente il messaggio di Marienfried scopre l’interpretazione dell’Apocalisse (cap. 12) dove il gran dragone rosso perseguita la Donna vestita di sole, cercando di annientare Lei e suo Figlio”» (7).
Riguardo a Marienfried è indicativo che il messaggio del 25 aprile 1946 – quello più direttamente collegato con Ap 7 e Ap 12 – apparve ugualmente incomprensibile ed oscuro alla veggente Barbara. La fanciulla non riuscì a capirlo perché in esso vi è non il linguaggio della terra, ma il linguaggio del Cielo. I messaggi del 25 aprile, 25 maggio e 25 giugno 1946 rendono manifesto il combattimento descritto nell’Apocalisse al capitolo 12. È da notare che questo messaggio giunge, cronologicamente, nel cuore dei tempi di Maria (1830-2020). La cosa è significativa. Sembra che la Madonna abbia voluto fornire Lei stessa il senso genuino degli ultimi tempi, chiusi dal “sigillo del mistero” con cui Dio ha voluto che fosse trasmesso alla Chiesa il 73° libro della Sacra Scrittura.

Un confronto “sinottico”

La correlazione tra alcuni capitoli del libro dell’Apocalisse (soprattutto 7, 12, 15) e diverse sezioni del messaggio mariano di Marienfried è davvero impressionante. Riporto, di seguito, uno schema di questo raffronto (8). La semplice “visione sinottica” sarà sufficiente a illuminare alcuni passaggi salienti della grande visione di san Giovanni, l’ultima tappa contenutistica della Rivelazione soprannaturale. In questo senso la Vergine Immacolata appare non solo come «Rivelata» nella Sacra Scrittura ma anche «Rivelatrice» del senso recondito delle divine Scritture, di cui Ella è assoluta Protagonista:
- Apocalisse 7,2: «Vidi poi un altro angelo che saliva dall’oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: “Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi”».
- Marienfried: «Io imprimo il mio Segno sulla fronte dei miei figli» (25 aprile 1946).

- Apocalisse 12,1: «Un gran Segno apparve nel Cielo: una Donna vestita di sole».
- Marienfried: «Io sono il Segno del Dio vivente» (25 aprile 1946); «(Sono la) Figlia vestita di sole» (25 giugno 1946).
 
- Apocalisse 12,12: «Guai alla terra e al mare, perché il demonio è caduto sopra di voi con ira potente, sapendo di avere solo poco tempo».
- Marienfried: «La Stella dell’Abisso si infurierà sempre più ferocemente e farà sempre maggiori distruzioni, perché sa che il suo tempo è breve, e perché vede che ormai molte anime si sono schierate sotto il mio Segno» (25 maggio 1946).

- Apocalisse 12,13: «E dopo che il dragone vide che era precipitato sulla terra, egli perseguitò la Donna che aveva partorito il bambino».
- Marienfried: «La Stella perseguiterà il mio Segno» (25 aprile 1946).

- Apocalisse 12,17: «Allora il Dragone si infuriò contro la donna e si mosse per far guerra contro i rimanenti figli, che osservano i Comandamenti di Dio e testimoniano coraggiosamente Gesù».
- Marienfried: «La Stella perseguiterà i miei figli diletti: essi saranno disprezzati, ma non potrà far loro alcun male»; «Su costoro la Stella non ha potere alcuno, anche se ne potrà uccidere molti. Ma sono appunto queste vittime a me offerte che accresceranno la mia potenza, e condurranno il piccolo resto degli eletti alla vittoria per Cristo» (25 maggio 1946).

- Apocalisse 16,1: «Ed io udii una voce potente dal tempio, che diceva ai sette angeli: “Andate e versate le sette coppe dell’ira di Dio sulla terra”».
- Marienfried: «Per questo motivo il Padre riversa la coppa della sua collera sui popoli, perché essi hanno rifiutato suo Figlio» (25 maggio 1946).

L’aspetto più peculiare dal punto di vista simbolico del messaggio di Marienfried riguarda, a mio avviso, da una parte lo svelamento del ruolo del calcagno della «Donna» nella battaglia degli ultimi tempi contro Satana e, dall’altra, il significato del «sigillo del Dio vivente» ma su questi temi abbiamo già fermato l’attenzione in articoli precedenti (9).
Vorrei invece fare, a questo punto, un cenno a qualche altro punto del messaggio che potrebbe sembrare secondario ma che, in realtà, è di non poco interesse per illuminare il senso di ciò che di drammatico stiamo vivendo nei nostri tempi. Anche in questo caso il messaggio della Grande Mediatrice di Marienfried offre delle sfumature molto preziose.
In Apocalisse 12,3 si legge: «La sua coda [del drago, n.d.a.] trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra». I commentari cattolici, di questo versetto, hanno offerto diverse letture: «Si allude probabilmente all’influenza nefasta che Satana esercitò su una moltitudine di angeli [...] quando li trasse nella sua ribellione contro Dio. Altri pensano che si alluda agli avvenimenti degli ultimi tempi e si voglia dire che il demonio riuscirà a pervertire un gran numero di cristiani, oppure scatenerà contro di essi una fiera persecuzione, nella quale lasceranno la vita».
Questi veri figli della Chiesa «sono e saranno in modo speciale, negli ultimi tempi, perseguitati dal demonio, il quale ne farà perire un gran numero. Per mezzo del martirio però i forti del popolo cristiano voleranno a Dio, ove parteciperanno alla regia dignità e al potere di Gesù Cristo. Essi saranno così totalmente sottratti al furore del dragone infernale» (10).
Ebbene, è proprio in questo senso che il messaggio sembra interpretare Ap 12,3, alludendo alla terribile persecuzione che i figli della Chiesa degli ultimi tempi dovranno subire ad opera del nemico infernale.

Un mondo schiavo

La Madonna, nel suo dire, mette però in evidenza anche la capacità di seduzione del nemico che con le sue astuzie avrebbe ingannato molti: «Il demonio potrà manifestare una tale potenza apparente, che tutti coloro che non saranno profondamente ancorati a Me, si lasceranno ingannare [...]. Il demonio è abilissimo nell’accecare gli uomini, tanto che anche i migliori si lasceranno ingannare». Questa seduzione, questa persecuzione il demonio la porta avanti soprattutto in modo indiretto. Non si nega che talvolta, attraverso vere e proprie vessazioni, si incarichi direttamente di nuocere ai figli di Maria, ai veri figli della Chiesa con la sua brutale violenza. Tuttavia, ordinariamente, si serve di cause seconde, di strumenti nelle sue sataniche mani per realizzare i suoi malefici piani.
I commentatori del Libro sacro, tuttavia, individuano un altro simbolismo interessante che completa il quadro fin qui presentato. Se il drago si sforza di costruire il suo impero di tenebra in questo mondo e di selezionare e formare i figli di Babilonia che dovranno militare sotto il suo vessillo e lavorare come suoi funzionari, sarà allora proprio attraverso queste empie forze che si scaglierà contro la discendenza della Donna. Queste forze nemiche che muovono guerra ai discepoli del Signore e di Maria si trovano, probabilmente, espresse sotto il segno delle «dieci corna» (Ap 13,1) del mostruoso dragone, che simboleggiano «le attività del mondo, le sue potenze dominatrici, capaci di lacerare la coscienza ed il cuore, e soggiogarli come prede dilaniate al potere divorante di Satana. Erano i ritrovati di quella civiltà della quale il mondo si gloria, e che nella potenza delle loro manifestazioni feriscono ed asserviscono lo spirito. Erano le arti asservite alla materia e smarrite negl’ideali impuri; erano le scienze profanate dall’errore, e diventate triste motivo di credibilità dell’apostasia; erano i mezzi quasi prodigiosi di comunicazione, che dilatavano da un capo all’altro del mondo le suggestioni della colpa; erano le organizzazioni del lavoro che incatenavano miseramente gli uomini alla materia, nell’esigenza febbrile della produzione e dello scambio; erano le potenze militari, diventate mostruose organizzazioni e formazioni di schiavi, asserviti alle sette teste coronate, e per esse al potere satanico che preparava le stragi spaventose delle ultime guerre. Erano le sette segrete, ereticali e criminose, costituenti come un potere prepotente nel potere delle nazioni. Erano le case di perdizione dove lo spirito umano si smarriva negli abissi della carne; erano i circoli di falsa spiritualità, dove l’anima si metteva al contatto con l’Inferno, credendolo maestro di verità trascendenti; erano le follie di false religioni, nel fanatismo della superstizione, e le follie della falsa filosofia, nel gelo agghiacciante della negazione. Dieci categorie di potenze dominatrici dell’anima che la riducevano tutta in potere di Satana, e preparavano l’apostasia finale e universale che doveva divorare o tentare di divorare il popolo di Dio, il Figlio della donna vestita di sole, il Figlio di Maria Santissima, il Figlio della Chiesa» (11).
È lo scenario di un mondo schiavo di Satana che, poiché diametralmente in contraddizione con la vita teologale dei figli di Maria, li odia e muove loro guerra, li perseguita, tende loro mille insidie per corromperli e, se gli riuscisse, eliminarli anche fisicamente. Ecco perché è così importante la lettura dei Tempi di Maria alla luce della rivelazione biblica dell’Apocalisse, specialmente del capitolo 12 che, a giudizio dei migliori biblisti, è il “cuore teologico”, “la chiave ermeneutica”, il “punto di fuga” di tutto il libro. Quello di Marienfried, proprio perché così ancorato alla divina Rivelazione, si presenta come un messaggio dalla eccezionale carica profetica e che vediamo in larga parte compiuto.

Il clamoroso inganno

Ritorniamo al messaggio. C’è un dettaglio enigmatico. Cosa significa che «i migliori si lasceranno ingannare»? Forse è una sottile allusione a coloro che sono stati chiamati da Dio ad una speciale missione e son stati da Lui favoriti con grazie più eccellenti, coloro che hanno un ruolo di primo piano nel suo Corpo mistico... A Marienfried, quindi, è probabile che l’Immacolata abbia, tra le altre cose, anche previsto e messo in guardia da questo “accecamento interno” alla Chiesa a causa delle astuzie del nemico capace di «ingannare anche i migliori». Se seguiamo il piano rivelativo del messaggio mariano moderno, non solo non sembra difficile da credere un simile avvertimento ma piuttosto ovvio: in esso si manifesta quanto alla Vergine Santissima stia a cuore la situazione della Chiesa di cui è Madre e quanto deplori lo stato di apostasia dalla verità e di corruzione morale anche tra il clero e i consacrati.
Il messaggio di Marienfried, in larga parte, sembra una didascalia di Ap 12,17: «Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù». Esso si concentra proprio su questa verità, rivelando dettagli inediti dalla incredibile attualità e dalla forte carica drammatica. Satana fu sconfitto. Ce lo dice con chiarezza la Rivelazione biblica. Si tratta di una verità incontrovertibile. Il libro dell’Apocalisse è esplicito a riguardo. Innanzitutto perse lo scontro con san Michele, principe della Milizia angelica che, a seguito della sua ribellione, per mandato e col potere di Dio, lo espulse per sempre dalla dimora celeste. Fu poi sconfitto da Gesù Cristo (cf. Ap 12,4-5) che, con la sua Passione e Morte, gli inflisse il colpo di grazia proprio nel momento in cui gli sembrò di aver riportato vittoria sul Figlio di Dio. Ed infine fu sconfitto dalla Donna (cf. Ap 12,13-16), Maria, perché mai poté sfiorare la sua purezza e mai ottenne da Lei il più piccolo consenso né mai cedette ad una sola delle sue suggestioni.
Dopo questa triplice sconfitta, al drago non restava che scagliarsi contro «la discendenza della Donna», i figli della Chiesa, i secondogeniti di Maria, che rimangono per lui l’unica ed ultima possibilità di riscatto, l’unico modo per riportare vittoria contro Dio. Ecco perché tutta questa ferocia, questa diabolica rabbia soprattutto contro coloro che maggiormente sono uniti ai suoi due eterni Nemici, Gesù e la sua Santissima Madre. Ecco perché i figli di Maria, da cui egli ricevette la più umiliante delle sconfitte, sono da lui i più invisi e dispiega tutto il potere a sua disposizione per “dilaniarli con le sue grinfie”... Ma, alla fine, il nemico infernale sarà sconfitto anche dai figli di Maria. Non avendo più ulteriori possibilità di riscatto, la sconfitta contro costoro segnerà anche la fine della sua “ora” e l’inizio di quella dell’Immacolata, del Trionfo del suo Cuore.


Marienfried: luce su Rue du Bac
È da qui che comincia la didascalia di Marienfried. È questo lo scenario che illumina con la sua luce profetica. A Marienfried, si può dire, il Cielo ha offerto un prezioso completamento di quelle prime luci profetiche che cominciarono a brillare nel 1830, nella cappella delle Figlie della Carità a Rue du Bac.
La studiosa Irene Corona ha indicato alcuni parallelismi che intercorrono tra la mariofania francese e quella tedesca. Tra le altre cose, la studiosa nota che «a Parigi si indica la Medaglia e l’Immacolata Concezione come fonte di grazie; a Marienfried il Rosario e il Cuore Immacolato. Chi possiede questo Cuore è veicolo di grazie, come pure chi invoca il Rosario indossando la Medaglia. A Parigi la Vergine riunisce i suoi figli in una congregazione. A Marienfried vuole condurli all’ultima decisiva battaglia contro le potenze demoniache» (12).
Nel messaggio di Marienfried il quadro profetico globale di Parigi è integrato: in esso è infatti predetto, oltre al castigo futuro, lo scatenamento di Satana e le devastazioni che avrebbe compiuto sulla terra e la sua lotta feroce contro la Vergine ed i discepoli di Lei. Ma la vera novità è proprio la rivelazione della vittoria della Donna sul drago attraverso la croce ed il martirio dei suoi consacrati, una vittoria che dischiuderà l’avvento della pace, del regno di Cristo e della sua giustizia sulla terra: «È la pace del cuore che Io voglio concedervi, se però voi farete ciò che Io vi chiedo. La pace dei popoli potrà essere costruita solo su questa pace. Poi Cristo regnerà su tutti i popoli come Re di Pace» (messaggio del 25 maggio 1946). 
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1) Cf. R. Laurentin, Marienfried, in R. Laurentin-P. Sbalchiero (a cura di), Dizionario delle apparizioni della Vergine Maria, Edizioni Art, Roma 2010, p. 497.

2) Discorso di mons. R. Graber a conclusione della giornata di preghiera dell’Armata azzurra di Maria a Marienfried, riportato da I. Corona, Il Segno del Dio vivente. Marienfried, Apparizioni e Messaggi, Edizioni Segno, Feletto Umberto – Tavagnacco (UD) 2015, pp. 119-120.

3) «Io sono la Grande Mediatrice delle grazie. Il Padre vuole che il mondo riconosca questo compito alla Sua Ancella. Gli uomini devono credere che io, continuando ad essere la Sposa dello Spirito Santo, sono la fedele Mediatrice di tutte le grazie» (messaggio del 25 giugno 1946): D. Manetti, A Marienfried dove la Vergine apparve tre volte, 12.07.2015: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-a-marienfried-dove-la-vergine-apparve-tre-volte-13225.htm

4) Ibidem.

5) «È la pace del cuore che io voglio concedervi, se però voi farete ciò che io vi chiedo. La pace dei popoli potrà essere costruita solo su questa pace. Poi Cristo regnerà su tutti i popoli come Re di Pace» (messaggio del 25 maggio 1946). Il messaggio di Marienfried, di più rispetto a quello di altre apparizioni e rivelazioni mariane, appare davvero programmatico, organizzato con una coerenza interna davvero mirabile. Riassume tutto il periodo di cui stiamo parlando sin dall’inizio, quello degli ultimi due secoli e si apre al futuro quanto alle ultime battute e al compimento delle promesse di salvezza e restaurazione universali. Si trovano diversi opuscoli che offrono una spiegazione del messaggio cercando di andare a fondo nelle tematiche più decisive trattate dalla Madonna. Mi sembra molto efficace quello edito dalla Shalom: S. Farina, Le apparizioni di Marienfried. Un messaggio profetico, Shalom, Camerata Picena 2005. Ho preso in considerazione per la presentazione soprattutto la seconda parte del libro, intitolata: Il messaggio di Marienfried: sua importanza, che si snoda attraverso gli avvincenti capitoli: Maria è il “Segno del Dio vivente”; Maria è la Mediatrice di tutte le grazie e la Madre di tutti i popoli; Maria, nostra Corredentrice, ci chiama a distruggere l’immagine della bestia; La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e lo “scambio del cuore”; La consacrazione a Maria e le grandi apparizioni della Madonna; L’azione dello Spirito Santo nella consacrazione a Maria.


6) Ibidem.

7) I. Corona, Il Segno del Dio vivente. Marienfried, Apparizioni e Messaggi, p. 4.

8) Ivi, pp. 67-76.

9) Cf. Fra’ Pietro Pio M. Pedalino, Il marchio degli eletti: il mistero del “sigillo” di Ap 7; Il “Sigillo del Dio Vivente”. Una lettura mariologica; Il “Sigillo del Dio Vivente” e la consacrazione a Maria; in Il Settimanale di Padre Pio, nn. 17, 18 e 22/2018.

10) Padre M. Sales, Il Nuovo Testamento commentato, vol. 2: Le Lettere degli Apostoli e l’Apocalisse, Scuola tipografica salesiana, Milano 1925, p. 649.

11) Don Dolindo Ruotolo, La Sacra Scrittura. Psicologia, commento, meditazione, vol. 33: L’Apocalisse, Apostolato stampa, Napoli 20133 (1974), p. 345.

12) I. Corona, Il Segno del Dio vivente. Marienfried, Apparizioni e Messaggi, p. 78.


Autore: 
Fra’ Pietro Pio M. Pedalino

Fonte:
www.settimanaleppio.it

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Aggiunto/modificato il 2020-07-13 *

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AMDG et D.V.MARIAE

PER LA FESTA DI D I O P A D R E

                                                           itanie a Dio Padre

                                                   


Signore, pietà,
Signore pietà.

Cristo, pietà,
Cristo pietà.

Signore, pietà,
Signore pietà.


Cristo, ascoltaci,
Cristo ascoltaci.

Cristo, esaudiscici,
Cristo esaudiscici.


Padre del cielo, che sei Dio,
abbi pietà di noi.


Figlio, redentore del mondo che sei Dio,
abbi pietà di noi.

Spirito Santo, che sei Dio,
abbi pietà di noi.

Santa Trinità, unico Dio,
abbi pietà di noi.


Padre, creatore e sostegno del mondo,
abbi pietà di noi.

Padre, sapienza eterna,
abbi pietà di noi.

Padre, bontà infinita,
abbi pietà di noi.

Padre, provvidenza ineffabile,
abbi pietà di noi.

Padre, sorgente di ogni cosa,
abbi pietà di noi.

Padre, santissimo,
abbi pietà di noi.

Padre, dolcissimo,
abbi pietà di noi.

Padre, d’infinita misericordia,
abbi pietà di noi.

Padre, nostro difensore,
abbi pietà di noi.

Padre, nostra gioia e nostra gloria,
abbi pietà di noi.

Padre, ricco di bontà per tutte le creature,
abbi pietà di noi.

Padre, splendore per la Chiesa,
abbi pietà di noi.

Padre, speranza dei cristiani,
abbi pietà di noi.

Padre, distruzione degli idoli,
abbi pietà di noi.

Padre, saggezza dei capi,
abbi pietà di noi.

Padre, regalità dei sovrani,
abbi pietà di noi.

Padre, consolazione dei popoli,
abbi pietà di noi.

Padre, gioia dei sacerdoti,
abbi pietà di noi.

Padre, guida degli uomini,
abbi pietà di noi.

Padre, dono della vita di famiglia,
abbi pietà di noi.

Padre, aiuto dei miseri,
abbi pietà di noi.

Padre, letizia dei poveri,
abbi pietà di noi.

Padre, guida dei giovani,
abbi pietà di noi.

Padre, amico dei piccoli,
abbi pietà di noi.

Padre, libertà degli schiavi,
abbi pietà di noi.

Padre, luce di coloro che sono nelle tenebre,
abbi pietà di noi.

Padre, ricompensa degli umili,
abbi pietà di noi.

Padre, lume dei giusti,
abbi pietà di noi.

Padre, riposo nelle tribolazioni,
abbi pietà di noi.

Padre, speranza nella desolazione,
abbi pietà di noi.

Padre, rifugio di salvezza per i disperati,
abbi pietà di noi.

Padre, consolazione dei poveri,
abbi pietà di noi.

Padre, salvezza nei pericoli,
abbi pietà di noi.

Padre, pace e protezione dei perseguitati per la giustizia,
abbi pietà di noi.

Padre, consolazione degli afflitti,
abbi pietà di noi.

Padre, provvidenza degli orfani,
abbi pietà di noi.

Padre, forza degli anziani,
abbi pietà di noi.

Padre, sostegno dei moribondi,
abbi pietà di noi.

Padre, che ci disseti nella nostra povertà,
abbi pietà di noi.

Padre, vita dei morti,
abbi pietà di noi.

Padre, gloria dei santi,
abbi pietà di noi.


Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
perdonaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
ascoltaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi.


PREGHIAMO
 
Padre, infinitamente buono e misericordioso, estendi il tuo Regno d’Amore nel cuore di tutti gli uomini, per la tua gioia e la loro felicità; e perché Tu sia conosciuto, amato ed onorato da tutti i tuoi figli, conserva le nostre famiglie unite nella Tua Pace. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, Tuo Figlio, nostro Signore, e nostro Dio, che vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.  Amen.

                             Pater Noster, Ave Maria, Gloria Patri...


martedì 20 agosto 2024

ORDINAZIONE SACERDOTALE da riservarsi soltanto agli uomini...

 [ DE  - EN  - ES  - FR  - IT  - LA  - PT ]


LETTERA APOSTOLICA DI GIOVANNI PAOLO II

" ORDINATIO SACERDOTALIS "

AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA
SULL'ORDINAZIONE SACERDOTALE
DA RISERVARSI SOLTANTO AGLI UOMINI

 

Venerabili Fratelli nell'Episcopato!

1. L'ordinazione sacerdotale, mediante la quale si trasmette l'ufficio che Cristo ha affidato ai suoi Apostoli di insegnare, santificare e governare i fedeli, è stata nella Chiesa cattolica sin dall'inizio sempre esclusivamente riservata agli uomini. Tale tradizione è stata fedelmente mantenuta anche dalle Chiese Orientali.

Quando sorse la questione dell'ordinazione delle donne presso la Comunione Anglicana, il Sommo Pontefice Paolo VI, in nome della sua fedeltà all'ufficio di custodire la Tradizione apostolica, ed anche allo scopo di rimuovere un nuovo ostacolo posto sul cammino verso l'unità dei cristiani, ebbe cura di ricordare ai fratelli anglicani quale fosse la posizione della Chiesa cattolica: «Essa sostiene che non è ammissibile ordinare donne al sacerdozio, per ragioni veramente fondamentali. Queste ragioni comprendono: l'esempio, registrato nelle Sacre Scritture, di Cristo che scelse i suoi Apostoli soltanto tra gli uomini; la pratica costante della Chiesa, che ha imitato Cristo nello scegliere soltanto degli uomini; e il suo vivente magistero, che ha coerentemente stabilito che l'esclusione delle donne dal sacerdozio è in armonia con il piano di Dio per la sua Chiesa» [1]. Ma poiché anche tra teologi ed in taluni ambienti cattolici la questione era stata posta in discussione, Paolo VI diede mandato alla Congregazione per la Dottrina della Fede di esporre ed illustrare in proposito la dottrina della Chiesa. Ciò fu eseguito con la Dichiarazione Inter Insigniores, che il Sommo Pontefice approvò e ordinò di pubblicare [2].

2. La Dichiarazione riprende e spiega le ragioni fondamentali di tale dottrina, esposte da Paolo VI, concludendo che la Chiesa «non si riconosce l'autorità di ammettere le donne all'ordinazione sacerdotale» [3]. A queste ragioni fondamentali il medesimo documento aggiunge altre ragioni teologiche che illustrano la convenienza di tale disposizione divina, e mostra chiaramente come il modo di agire di Cristo non fosse guidato da motivi sociologici o culturali propri del suo tempo. Come successivamente precisò il Papa Paolo VI, «la ragione vera è che Cristo, dando alla Chiesa la sua fondamentale costituzione, la sua antropologia teologica, seguita poi sempre dalla Tradizione della Chiesa stessa, ha stabilito così» [4]. Nella Lettera Apostolica Mulieris dignitatem, io stesso ho scritto a questo proposito: «Chiamando solo uomini come suoi apostoli, Cristo ha agito in un modo del tutto libero e sovrano. Ciò ha fatto con la stessa libertà con cui, in tutto il suo comportamento, ha messo in rilievo la dignità e la vocazione della donna, senza conformarsi al costume prevalente e alla tradizione sancita anche dalla legislazione del tempo» [5].

Infatti i Vangeli e gli Atti degli Apostoli attestano che questa chiamata è stata fatta secondo l'eterno disegno di Dio: Cristo ha scelto quelli che egli ha voluto [6], e lo ha fatto in unione col Padre, «nello Spirito Santo» [7], dopo aver passato la notte in preghiera [8]. Pertanto, nell'ammissione al sacerdozio ministeriale [9], la Chiesa ha sempre riconosciuto come norma perenne il modo di agire del suo Signore nella scelta dei dodici uomini che Egli ha posto a fondamento della sua Chiesa [10]. Essi, in realtà, non hanno ricevuto solamente una funzione, che in seguito avrebbe potuto essere esercitata da qualunque membro della Chiesa, ma sono stati specialmente ed intimamente associati alla missione dello stesso Verbo incarnato [11]. Gli Apostoli hanno fatto lo stesso quando hanno scelto i collaboratori [12] che sarebbero ad essi succeduti nel ministero [13]. In tale scelta erano inclusi anche coloro che, attraverso i tempi della Chiesa, avrebbero proseguito la missione degli Apostoli di rappresentare Cristo Signore e Redentore [14].

3. D'altronde, il fatto che Maria Santissima, Madre di Dio e della Chiesa, non abbia ricevuto la missione propria degli Apostoli né il sacerdozio ministeriale mostra chiaramente che la non ammissione delle donne all'ordinazione sacerdotale non può significare una loro minore dignità né una discriminazione nei loro confronti, ma l'osservanza fedele di un disegno da attribuire alla sapienza del Signore dell'universo.

La presenza e il ruolo della donna nella vita e nella missione della Chiesa, pur non essendo legati al sacerdozio ministeriale, restano comunque assolutamente necessari e insostituibili. Come è stato rilevato dalla stessa Dichiarazione Inter Insigniores, «la Santa Madre Chiesa auspica che le donne cristiane prendano pienamente coscienza della grandezza della loro missione: il loro ruolo sarà oggigiorno determinante sia per il rinnovamento e l'umanizzazione della società, sia per la riscoperta, tra i credenti, del vero volto della Chiesa» [15]. Il Nuovo Testamento e tutta la storia della Chiesa mostrano ampiamente la presenza nella Chiesa di donne, vere discepole e testimoni di Cristo nella famiglia e nella professione civile, oltre che nella consacrazione totale al servizio di Dio e del Vangelo. «La Chiesa, infatti, difendendo la dignità della donna e la sua vocazione, ha espresso onore e gratitudine per quelle che, fedeli al Vangelo, in ogni tempo hanno partecipato alla missione apostolica di tutto il popolo di Dio. Si tratta di sante martiri, di vergini, di madri di famiglia, che coraggiosamente hanno testimoniato la loro fede ed educando i propri figli nello spirito del Vangelo hanno trasmesso la fede e la tradizione della Chiesa» [16].

D'altra Parte è alla santità dei fedeli che è totalmente ordinata la struttura gerarchica della Chiesa. Perciò, ricorda la Dichiarazione Inter Insigniores, «il solo carisma superiore, che si può e si deve desiderare, è la carità [17]. I più grandi nel Regno dei cieli non sono i ministri, ma i santi» [18].

4. Benché la dottrina circa l'ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini sia conservata dalla costante e universale Tradizione della Chiesa e sia insegnata con fermezza dal Magistero nei documenti più recenti, tuttavia nel nostro tempo in diversi luoghi la si ritiene discutibile, o anche si attribuisce alla decisione della Chiesa di non ammettere le donne a tale ordinazione un valore meramente disciplinare.

Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli [19], dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa.

Invocando su di voi, venerabili Fratelli, e sull'intero popolo cristiano il costante aiuto divino, a tutti imparto l'Apostolica Benedizione.

Dal Vaticano, il 22 maggio, Solennità di Pentecoste, dell'anno 1994, sedicesimo di Pontificato.

  IOANNES  PAULUS PP. II


[1cfr. Paolo VIRescritto alla lettera di Sua Grazia il Rev.mo Dott. F. D. Coggan, Arcivescovo di Canterbury, sul ministero sacerdotale delle donne, 30 novembre 1975: AAS 68 (1976), 599-600.

[2cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Inter Insignores circa la questione dell'ammissione delle donne al sacerdozio ministeriale, 15 ottobre 1976: AAS 69 (1977), 98-116.

[3Ibid. 100

[4Paolo VI, Il ruolo della donna nel disegno della salvezza, 30 gennaio 1977: Insegnamenti di Paolo VI, vol. XV, 1977, 111; cfr. anche Giovanni Paolo II Christifideles Laici, 30 dicembre 1988, n. 51: AAS 81 (1989), 393-521; Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1577.

[5Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, 15 agosto 1988, n. 26: AAS 80 (1988), 1715.

[6cfr. Mc 3,13-14; Gv 6,70.

[7At 1, 2.

[8cfr. Lc 6, 12.

[9cfr. Lumen Gentium, n. 28; Presbyterorum Ordinis, n. 2b.

[10] cfr. Ap 21, 14.

[11] cfr. Mt 10,1.7-8; 28,16-20; Mc 3, 13-16; 16, 14-15.

[12cfr. 1 Tm 3, 1-13; 2 Tm 1, 6; Tt 1, 5-9.

[13] cfr. Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1577.

[14cfr.Lumen Gentium, n. 20 e n. 21.

[15] Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Inter Insigniores, VI: AAS 69 (1977) 115-116.

 [16] Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, n. 27: AAS 80 (1988), 1719.

[17] cfr. 1 Cor 12-13.

[18] Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Inter Insigniores, VI: AAS 69 (1977) 115.

[19] cfr. Lc 22, 32.

© Copyright 1994 - Libreria Editrice Vaticana

AMDG et D.V.MARIAE