domenica 10 settembre 2023

L'apostasia della chiesa

 

ECCO IL TESTO IN ITALIANO




FATIMA2



Ecco il testo del SEGRETO di Fatima:
Il testo comincia con le sigle JMJ, e la data: “Tuy, 1/4/1944”.
E continua così:
Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa 
parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una 
visione di un individuo che io descrivo come ‘il “Santo Padre’,
davanti a una moltitudine che lo lodava.
Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo 
del demonio, questo aveva gli occhi del male.
Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare 
in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, 
non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, 
sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli 
angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto 
dell’edificio.
Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse 
avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere 
aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo 
Pio XII e prima del 1960.
Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di 
Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima.
Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua 
autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.
La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova 
costruita a Fatima.
Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma 
continua la sua abominazione, la città sarà distrutta.
Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e 
Matteo 21, 42-44”.
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Così terminava il messaggio. La parte relativa a Matteo è la seguente:
42 “Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
‘La pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare;
ciò è stato fatto dal Signore, ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri’?
43 Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne 
faccia i frutti. 
44 Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà”.
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Mentre invece la parte relativa a Daniele è questa: 

“24 Settanta settimane sono fissate 
per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità,
portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei
santi”.
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Foto:
MARCO TOSATTI
Giovedì 6 aprile 2017, alla vigilia di quella che secondo alcuni studiosi potrebbe 
essere stata la data reale della Crocifissione, è stato presentato a Madrid, nella 
Casa del Libro sulla Gran Via, davanti a centinaia di persone (qualcuno è giunto 
per l’occasione persino dal Venezuela) il libro di José Maria Zavala “El secreto 
mejor guardado de Fatima” , Il segreto meglio guardato [custodito-sigillato-
nascosto] di Fatima.
Come abbiamo già scritto qualche tempo fa, il libro ci è parso interessante per 
varie ragioni, che non sono connesse direttamente con quella che è la novità più 
accattivante, e cioè la perizia calligrafica su una presunta parte autografa di Suor 
Lucia del Terzo Segreto di Fatima. 
L’opera di Zavala, alla cui presentazione chi scrive ha partecipato come relatore,
 ci ha colpito per la sua struttura: vari segmenti diversi, e solo apparentemente 
non collegati, compresa un’intervista inedita a don Gabriele Amorth, che 
disegnano un affresco spirituale dell’ultimo secolo, e dei nostri tempi, in cui 
Fatima, don Gabriele Amorth, padre Pio (di cui Josè Maria e la sua sposa, 
Paloma, sono figli spirituali che dire devoti è dir poco) dirigono il lettore verso 
l’obiettivo della conversione, della penitenza e della preghiera.
Una parte dell’opera è dedicata a un documento relativo al Terzo Segreto.
Il testo riportato dal libro è apparso su un sito americano nel 2010, durante il 
pontificato di Benedetto XVI, ma ha avuto un’eco limitata. Zavala lo avrebbe 
ricevuto con una mail anonima mentre stava preparando la sua opera, e non si è 
limitato a riprodurlo; prima di questo ha chiesto a una esperta grafologa e 
calligrafa di sottoporlo a un esame, comparandolo con il testo conosciuto e 
accertato di mano di Suor Lucia del Terzo Segreto stesso.
Non si tratta di un documento originale, ma di una copia digitale o fotocopia, e 
questo naturalmente, come è stato detto sin dall’inizio, pone dei limiti all’esame. 
Ma è interessante riportare quanto afferma Begoña Slocker, che era presente, 
insieme ad altri due esperti del campo, che l’hanno aiutata e hanno in qualche 
modo “certificato” il suo lavoro, alla conferenza stampa di presentazione. 
L’esperta giudiziaria nella sua relazione, allegata al libro di Zavala, ha concluso 
che il testo preso in esame “è stato realizzato dalla stessa mano del documento 
corrispondente alla Prima e alla Seconda Parte del Segreto di Fatima, redatto di 
suo pugno e scrittura da Suor Lucía dos Santos”.
E’ stato obiettato che grazie agli strumenti attuali di creazione (per esempio 
Photoshop) una falsificazione sarebbe possibile. E mancando il testo originale, 
non è un’obiezione da trascurare. A questo Begoña Slocker ha risposto: “Noi 
lavoriamo su documenti originali, e dal momento che non ho questi dati, mi sono 
basata soprattutto sulla velocità, sull’inclinazione e sui segni tipo, il che significa
 che quando sovrappongo le lettere, se fossero identiche, sarebbe una 
falsificazione; ma non sono identiche”.
La grafologa aggiunge: “La mia conclusione chiaramente è che è stato fatto 
dalla stessa mano, e l’ho rivisto con il Presidente della Società Spagnola di 
Calligrafia, che lo ha suffragato, e con Tomás Alonso de Corcuera, il Numero 
Uno in Spagna come perito, che è stato professore e docente nella Polizia 
Scientifica di Madrid. E’ una perizia fatta coscienziosamente, a cui ho dedicato 
molti giorni e notti”.
Nella sua presentazione l’autore ha detto che non spettava a lui dire se fosse o 
no un documento autentico, ma che per questo motivo si affidava alla relazione 
degli esperti.
Ci sembrava interessante, avendo trattato del libro di Zavala, e di questo 
documento, sia sulla Nuova Bussola Quotidiana QUI e QUIche su Stilum Curiae
offrire ai lettori questo ulteriore aggiornamento sullo stato della questione. Senza 
esprimere giudizi diversi da quelli che abbiamo già manifestato a attribuire 
patenti. E cioè che le contraddizioni e discrepanze fra le testimonianze del 
passato, e quello che è stato rivelato sono tali da autorizzare a pensare a un 
qualche elemento mancante, del mosaico. Come peraltro conferma il recente 
libro di Saverio Gaeta, “Fatima, tutta la verità”, che mette in luce contraddizioni 
e carenze delle spiegazioni dell’allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio 
Bertone, autore con Giuseppe De Carli de “L’ultima veggente di Fatima”, nel 
2007, e de “L’ultimo segreto di Fatima”. Uscito proprio nel 2010: lo stesso anno 
in cui apparve il documento di fonte anonima riportato dal libro di Zavala.

sabato 9 settembre 2023

Papa Benedetto XVI sulla potenza di guarigione del Rosario

 

Benedetto XVI sulla potenza di guarigione del Rosario

POPE BENEDICT XVI

VINCENZO PINTO | AFP

Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 31/08/20

Il Rosario è talvolta considerato come una forma di preghiera monotona, meccanica o di altri tempi. Eppure per il Papa Emerito Benedetto XVI essa conosceva ai nostri giorni “una nuova primavera”. Aleteia vi propone di scoprire dieci riflessioni di Benedetto XVI su quest'arma spirituale contro i mali del nostro secolo.

Il Rosario può non piacere a tutti. Eppure il Papa Emerito, Benedetto XVI, come già il suo predecessore Giovanni Paolo II e il suo successore Francesco, lo addita come la sua preghiera preferita. Perché, secondo lui, questa forma di orazione è un’arma dall’impressionante potenza guaritrice? Uno dei segni più eloquenti dell’amore che le «giovani generazioni nutrono per Gesù e per sua madre Maria»? Come questa preghiera «aiuta a mettere Cristo al centro» in un mondo sempre più frammentario?

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

venerdì 8 settembre 2023

NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE SCHIACCIA LA TESTA A SATANA E SALVA IL TUO POPOLO

 


AMDG et D.V. MARIAE


giovedì 7 settembre 2023

Sì... la copia di ciò che sta accadendo

 


Ratzinger da scoprire e custodire

UN LEONE DELLA FEDE CONTRO LA DITTATURA DEL RELATIVISMO

 Benedetto XVI è senza dubbio un vero Padre e un Dottore della Fede del nostro tempo, letteralmente un “leone”. Così lo ha definito don Roberto Regoli.

La figura di Ratzinger difficilmente può essere messa dentro degli schemi, in quanto si tratta di un uomo tanto libero quanto sicuro del suo pensiero teologico. Uno dei teologi più importanti di questa epoca, capace di introdurre nel magistero papale la sua intera visione teologica fatta di anni di studi, ricerche, approfondimenti, conditi da una fede viva e pulsante verso il Signore.

Il valore degli insegnamenti di Ratzinger da scoprire e custodire

Gli insegnamenti di Ratzinger presentano una ricchezza che per molti anni dovrà ancora essere approfondita, studiata, e su cui bisognerà interrogarsi e lasciarsi interrogare. Il suo pensiero infatti è stato capace di toccare diversi ambiti dogmatici, di fede ma soprattutto della vita dei fedeli.

“C’è stata una “sistematizzazione magisteriale” delle questioni teologiche urgenti di quel periodo, tramite encicliche, discorsi e altri testi del pontificato. Benedetto XVI è stato in grado di dare un filo rosso di lettura al cattolicesimo del suo periodo”, ha spiegato don Regoli.

Don Roberto Regoli: “ha presentato la fede in maniera coerente”

“Ha avuto la capacità di presentarlo in una maniera coerente rispetto a tutte le tematiche in gioco, cioè c’era una chiave di interpretazione del cattolicesimo e della modernità insieme, non risposte separate, ma una chiave interpretativa del tutto. È stato un pensiero coerente e coeso che gli ha permesso di affrontare le situazioni molto delicate”

Tuttavia, bisogna purtroppo sottolineare che il suo Pontificato è stato anche raccontato in maniera tristemente semplicistica. Ciò ha fatto sì che, oltre ad inserire il pensiero di Benedetto XVI in categorie materiali e politiche che lo riguardavano ben poco, si è finito per banalizzarne tristemente i contenuti più profondi.

La banalizzazione dell’informazione nei confronti di Benedetto XVI

In Occidente infatti, spiega don Roberto, l’informazione è portata a classificare tutto secondo le categorie mondane e politiche. Lasciando da parte, purtroppo, la dimensione spirituale e religiosa che era la sostanza di ciò a cui puntava Ratzinger. Creando, così, notevoli pregiudizi nei suoi confronti in seno all’opinione pubblica.

Ratzinger, Benedetto XVI, leone della Fede
Gettyimages

Basti pensare al tema del relativismo, che Ratzinger ha profondamente affrontato all’interno del suo pontificato. Imbattendosi però in interlocutori molto differenti tra loro, con i quali è riuscito ad avviare un dialogo sincero, aperto e serrato. In questo modo ha avviato un percorso in cui le varie componenti della società potessero tornare a camminare insieme. In un mondo dove, purtroppo, il pensiero, la riflessione, l’interiorità e la fede sono sempre più distanti dal sentire comune.

L’incontro con le altri fedi, ma solo dal punto di vista culturale

Un approccio “ratzingeriano” che è emerso anche dal suo modo di affrontare il tema del dialogo interreligioso. Per Benedetto XVI, infatti, non era certamente possibile parlare di dialogo teologico, ma c’era bisogno di affrontare il tema dal punto di vista culturale. Se infatti le visioni di Dio sono molto lontane tra loro, il Papa tedesco invitava ad incontrarsi in maniera chiara e sincera sul piano dei valori etici e morali.

Tutti aspetti che lo hanno portato ad essere inserito a pieno titolo nel novero dei grandi padri della Chiesa moderna. Nonostante tutti gli scandali e le difficoltà che ha dovuto affrontare. Come quelli finanziari o legati alla pedofilia.

Benedetto XVI

La questione finanziaria su cui Benedetto XVI diede una svolta

Sul primo punto, Benedetto XVI, avendo ereditato una situazione già complessa, prese alcuni importanti provvedimenti. In primo piano, cambiò gli uomini che gestivano le questioni finanziarie in Vaticano e inserì persone di sua piena fiducia. Nel 2009 rinnovò il Consiglio di sovrintendenza dello IOR ed emanò una legge per lo Stato della Città del Vaticano in cui si dava vita alla prevenzione e al contrasto della corruzione.

Da lì venne costituita l’AIF, l’Autorità di informazione finanziaria, creata con lo scopo di far entrare lo IOR nella White List di Moneyval. Una lista che fornisce indicazioni su quali siano gli Stati affidabili dal punto di vista della legalità finanziaria.

La piaga della pedofilia: Ratzinger ci mise la faccia

Dal punto di vista della pedofilia, c’è poi stata una svolta fondamentale nella storia della Chiesa, che è riuscita, dopo decenni di grandi difficoltà, a farsi carico a volto aperto di questa dura piaga. La decisione di Ratzinger è stata quella di accentrare molte competenze internazionali a Roma, per fare sì che si potessero affrontare quelle precise situazioni periferiche in cui c’era forte difficoltà di gestione.

Insomma, Papa Benedetto XVI non ragionava secondo il pensiero politico ma secondo la fede in Cristo, tuttavia si impegnò fortemente dal punto di vista del governo della Chiesa. Facendosi carico di molte responsabilità, anche non imputabili a lui, su cui mise comunque la faccia. Secondo alcuni ha rappresentato “l’attuazione degli insegnamenti di San Giovanni Paolo II”.

La lotta di Benedetto XVI per riportare l’uomo al Signore

In tutto ciò, la rinuncia al Pontificato e la creazione dell’istituto del Papato emerito ha mostrato tutta la sua statura, anche innovatrice e creativa, come risposta alla crisi della fede verso il recupero di quei valori “non negoziabili” da lui indicati come veri e propri problemi dell’Occidente in preda alla dittatura del relativismo.

Insomma, nella lotta all’interno di una società dove la rilevanza sociale e culturale della religione sembra essere sempre più debole, il Pontificato di Ratzinger non è stato segnato da grandi riforme o passaggi eclatanti.

Al contrario, ha guardato alla fede più pura, intima e profonda, e alla vita quotidiana dei fedeli dando importanti linee guida attraverso il suo magistero. Per ricondurre gli uomini verso ciò che più conta per la vita di ciascuno, ovvero l’amicizia con il figlio di Dio, il Signore Gesù Cristo.

Giovanni Bernardi