"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
venerdì 8 luglio 2022
Elenco degli speciali: LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte seconda (a cura...
LA VITA DI JOSEPH RATZINGER
LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte prima (a cura di Gemma)
LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte seconda
LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte terza
LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte quarta
LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte quinta
LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte sesta
LA VITA DI JOSEPH RATZINGER, parte settima (a cura di Gemma)
Il Papa ricorda la sua giovinezza: "Nella biografia della mia vita - nella biografia del mio cuore, se così posso dire - la città di Frisinga ha un ruolo molto speciale. In essa ho ricevuto la formazione che da allora caratterizza la mia vita. Così, in qualche modo questa città è sempre presente in me e io in lei" (Commovente discorso in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria di Frisinga, 16 gennaio 2010)
Ratzinger: "Il mio Concilio: ricordi dell'attuale Pontefice" (Reset e Repubblica)
Joseph Ratzinger presenta se stesso: discorso di Presentazione alla Pontificia Accademia delle Scienze
Joseph Alois Ratzinger nasce in Baviera nella diocesi di Passau, a Marktl an Inn , il 16 aprile 1927 alle 4.15, Sabato Santo, da Joseph e Maria.
Viene battezzato il mattino successivo con l’acqua appena benedetta della “notte pasquale”. Come ricorda nella sua biografia, “La mia vita” , l’essere il primo battezzato della nuova acqua è sempre stato per lui un segno di benedizione, “un importante segnale premonitore di una vita fin dall’inizio immersa nel mistero pasquale”.
Indiscrezione della stampa tedesca, vuole che i genitori si siano conosciuti con l’aiuto di un annuncio pubblicato dal padre Joseph su una rivista cattolica. La madre Maria, ex cuoca, ha origini sud-tirolesi. Il padre viene descritto come uomo severo ma giusto, severità compensata dalla calorosa cordialità della mamma Maria.
Ha due fratelli, Maria e Georg, più grandi rispettivamente di 5 e 3 anni.
Marktl si trova vicinissimo ad Altotting, l'antico santuario mariano risalente all'epoca carolingia, luogo di grandi pellegrinaggi per la Baviera e l'Austria occidentale.
Il padre, gendarme, nei dieci anni successivi, deve spesso trasferirsi e, come dice lui stesso, “non è per nulla facile dire dove io sia di casa”.
Solo due anni dopo, si stabilisce a Tittmoning, piccola città sul Salzach, il cui ponte fa anche da confine con l’Austria (“Tittmoning, dall’architettura così marcatamente salisburghese, è rimasto il paese dei sogni della mia infanzia”).Di quel periodo racconta: “sentivamo che il nostro sereno mondo infantile non era affatto incastonato in un paradiso. Nelle adunanze pubbliche, mio padre doveva intervenire sempre più di frequente contro le violenze dei nazisti. Sentivamo molto chiaramente l’enorme preoccupazione che gravava su di lui e che egli non riusciva a scrollarsi di dosso nemmeno nei piccoli gesti di ogni giorno”. Così alla fine del 1932, dal momento che a Tittmoning si era esposto parecchio, decide di trasferirsi ad Aschau sull’Inn. A Tittmoning il piccolo Joseph riceve la Cresima dalle mani del Cardinale Michael Faulhaber, Arcivescovo di Monaco. Alla vista del porporato il cresimando Ratzinger disse: «Anch’io, un giorno, diventerò cardinale!». Il fratello Georg, pero', smorzo' subito quella frase che si sarebbe rivelata profetica: «Vabbè, due settimane fa volevi fare l’imbianchino!».
Ad Aschau la famiglia Ratzinger abita nel primo piano della villa di un contadino con annesso giardino e stagno dove il piccolo Joseph mentre gioca sta quasi per annegare.
La vita della famiglia procede secondo i ritmi della locale comunità cattolica e sempre presente e vivo è, fin dall’infanzia, l’interesse per la liturgia che accompagnerà Joseph Ratzinger per tutta la vita (”l’inesauribile realtà della liturgia cattolica mi ha accompagnato attraverso tutte le fasi della mia vita”…“ogni nuovo passo che mi faceva entrare più profondamente nella liturgia era per me un grande avvenimento”) .
Nel 1937, in seguito al pensionamento del padre, la famiglia si trasferisce a Traunstein , località a 30 km da Salisburgo, diventato in pratica il suo vero paese d’origine.
Il fratello Georg sviluppa grande passione per la musica e per primo entra in seminario, Maria frequenta la scuola media delle francescane, il piccolo Joseph fa spesso lunghe passeggiate col padre al quale in quel periodo si avvicina di più.
I bambini a casa durante i giochi si immedesimano spesso nella parodia del sacerdote e un aneddoto riportato in una biografia vuole che durante una “processione” prendano accidentalmente fuoco le trecce della sorella.
Nel 1939, su consiglio del parroco, entra anche lui nel seminario di Traunstein. Della fase iniziale di quell’esperienza dice: “ io sono tra quelle persone che non sono fatte per la vita in internato. A casa avevo vissuto e studiato in grande libertà, così come volevo, costruendomi un mio mondo infantile. Trovarmi a contatto in una sala studio con circa sessanta altri ragazzi era per me una tortura”, così come le due ore di sport odierne, essendo poco dotato per le attività sportive , più piccolo d’età e nettamente inferiore per forza fisica di tutti gli altri.
E’ il primo della classe ma non è malvisto dai compagni perché li lascia copiare. Legge "con fervore Goethe, Schiller gli appare un po' troppo moralista", scrive poesie sulla vita quotidiana e la natura e da lezioni di recupero.
Nello stesso anno, a settembre, scoppia la guerra e nel 1943, a 16 anni, insieme agli altri seminaristi della sua classe, viene reclutato nei servizi di contraerea a Monaco (“è quasi superfluo ricordare che il periodo trascorso presso la contraerea causò delle situazioni imbarazzanti, soprattutto per un individuo così poco incline alla vita militare come me”) e alla fine assegnato ai servizi telefonici e dispensato dalle esercitazioni militari. Nel settembre 44 viene congedato ma, a casa, trova la chiamata al servizio lavorativo del Reich. (“Quelle settimane di servizio lavorativo sono rimaste nella mia memoria come un ricordo opprimente”. I superiori sono in gran parte provenienti dalla cosiddetta Legione Austriaca, “persone fanaticamente ideologizzate, che ci tiranneggiavano con violenza”. Racconta di essersi salvato in quel periodo dall’arruolamento volontario dichiarando insieme a qualcun altro, di essere intenzionato a diventare sacerdote cattolico. (“Venimmo coperti di scherni e insulti e ricacciati indietro, ma queste umiliazioni ci erano molto gradite, dal momento che ci liberavano dalla minaccia di questo arruolamento falsamente volontario e da tutte le sue conseguenze”). Sospesi i lavori, viene rimandato a casa ma di lì a poco arriva la chiamata alle armi con destinazione alla caserma di fanteria di Traunstein per il corso di addestramento. Da lì il trasferimento a varie località nei dintorni, anche se viene più volte esonerato dal servizio per malattia.
Durante l'arruolamento forzato, non sparo' mai nemmeno un colpo anche a causa di una ferita al pollice della mano sinistra, la cui cicatrice è tuttora visibile.
Secondo una biografia di un autore tedesco il giovane Ratzinger rischio' di morire di setticemia per quel taglio. Il medico militare consiglio' l'amputazione del dito, ma, grazie soprattutto alle cure della madre, non fu necessario procedere all'operazione.
Alla fine di aprile del 45 diserta e torna a casa ma all’arrivo degli americani, identificato come soldato, viene internato come prigioniero di guerra. Di quei giorni ricorda: “mi infilai in tasca un grosso quaderno e una matita – una scelta apparentemente poco pratica, mentre in realtà, quel quaderno si rivelò per me una meravigliosa compagnia, poiché, giorno dopo giorno, vi potei segnare pensieri e riflessioni di ogni genere; arrivai persino a cimentarmi con la composizione di esametri greci”. A giugno, viene rilasciato in libertà e torna a casa (“la Gerusalemme celeste in quel momento non mi sarebbe potuta apparire più bella”) e col ritorno anche del fratello Georg si ricostituisce l’unità familiare. (“I mesi successivi in cui potemmo gustare la ritrovata libertà , che ora avevamo imparato a stimare nel suo giusto valore, sono tra i più bei ricordi della mia vita”).
In quel periodo, insieme ad altri, partecipa con entusiasmo alla ricostituzione del seminario semidistrutto, adibito ad ospedale militare e comincia ad appassionarsi allo studio della teologia (“di libri, nella Germania distrutta ed economicamente prostrata, non era possibile acquistarne. Ma dal parroco e in seminario potevamo ricevere qualcosa in prestito, cercando così di muovere i primi passi sul terreno sconosciuto della teologia e della filosofia”)
Caminante Wanderer: ¿Las vísperas?
mercoledì 6 luglio 2022
Päivi Räsänen
«In Occidente c’è un forte odio per i valori cristiani»
«Siamo tutti peccatori e abbiamo bisogno di Gesù, ma ora penso che ci sia un forte odio contro i valori cristiani nella nostra società». Sono le dichiarazioni rilasciate al Christian Post da Päivi Räsänen, classe 1959, medico, politica ed ex ministro dell’Interno della Finlandia finita alla sbarra per delle prese di posizione contro l’ideologia Lgbt. Come i lettori del Timone ricorderanno, la donna lo scorso marzo era poi stata assolta dal tribunale, che aveva stabilito che «difendere il concetto di famiglia e matrimonio tra un uomo e una donna» non è odio che «deve esserci una ragione sociale prevalente per interferire e limitare la libertà di espressione».
Successivamente a quel verdetto, l’accusa ha però impugnato la sentenza. Per questo la battaglia legale che ha per imputata l’ex ministro dell’Interno finlandese – vicenda che un teologo come Timo Eskola ha definito «l’evento più importante nella storia della Chiesa finlandese in cento anni» – continua; e per questo le parole di Päivi Räsänen, che nei giorni scorsi ha preso la parola al Summit internazionale sulla libertà religiosa di Washington, sono particolarmente importanti. La donna ha altresì fatto presente che oggi «se parli di questioni di genere – dicendo che ci sono due generi o che il matrimonio è tra una donna e un uomo – susciti odio contro di te». Sembra assurdo a pensarci, eppure le cose stanno esattamente in questi termini.
Per rendersene conto, basta riflettere sulla stessa vicenda Räsänen, che originatasi per il semplice fatto che su Twitter, nel giugno 2019, la politica finlandese molto banalmente, aveva criticato la sponsorizzazione ufficiale della Chiesa evangelica luterana di Finlandia al Pride 2019 e, nel farlo, aveva criticato l’immagine del brano biblico Romani 1:24-27. Tutto qui. Eppure alla donna – che il Timone ha già intervistato nel numero cartaceo di ottobre 2021 – essersi esposta così sui social è costato un calvario giudiziario, come si diceva poc’anzi, che non è ancora terminato; e che chissà quando finirà, se l’accanimento nei suoi confronti non cesserà.
«I miei valori e i miei convincimenti non sono cambiati», ha aggiunto ancora Räsänen commentando lo scenario attuale, «ma le cose sono cambiate molto rapidamente in Finlandia. E penso sia lo stesso anche in altri Paesi occidentali, che sono Paesi post-cristiani». Diventa difficile contestare queste considerazioni dell’ex ministro finlandese, la quale ha colto un aspetto su cui, in effetti, poco ci si è finora soffermati: quello della rapidità. L’odio anticristiano si sta diffondendo, e in parte si è già diffuso a livello occidentale, con estrema velocità.
Come mai? Le spiegazioni possibili a questa trasformazione così repentina sono almeno un paio. La prima riguarda i mezzi di comunicazione che – anche grazie ai social network – hanno guadagnato in tempestività fino a diventare, ormai, megafoni istantanei di certi messaggi. E poi, spiegazione numero due, c’è il timore degli stessi cristiani, pastori in primis molto spesso, a denunciare l’ostilità di cui sono vittime. Si preferisce così unirsi all’agenda liberal e progressista, secondo cui le uniche discriminazioni son oggi quelle ai danni delle minoranze etniche o sessuali, non vedendo – o fingendo di non vedere – che, se un odio è davvero dilagante in Occidente, e nel mondo intero, è ora quello anticristiano.
AMDG et DVM