venerdì 1 ottobre 2021

Le "follie" di Ratzinger: dal Carnevale tedesco i giochi di parole per svelare la drammatica verità: Sede impedita



Tutta questa vicenda delle presunte dimissioni di papa Benedetto XVI sembra assumere ogni giorno di più i tratti di una gigantesca, storica BEFFA di Carnevale.

La Declaratio che non è una rinuncia al soglio, ma suggerisce la sede impedita, l’emeritato che – si è scoperto - non è mai esistito giuridicamente, il “Codice Ratzinger”, ovvero la sottile comunicazione logica con cui Benedetto XVI comunica da otto anni con frasi tipo “il papa è uno solo (senza mai dire quale); “nessun papa si è dimesso negli ultimi mille anni” (con sei papi abdicatari); “potrei essere l’ultimo papa” (con Francesco che, pure, dovrebbe essere suo successore); “ho scritto la Declaratio in latino per non fare errori (con due errori enormi di sintassi), e così via. Ne abbiamo trattato diffusamente.

Nonostante la straordinaria lucidità che continua a dimostrare a 94 anni, in libri e interviste, è come se Benedetto XVI abbia avuto negli ultimi otto anni degli stranissimi “momenti di follia” che i media si sono ben guardati dall'indagare.

Di seguito vi illustreremo per la prima volta la SERIETÀ, la profondità teologica e la drammaticità di queste “follie”: da dove derivano e perché. Ce lo spiega la biografia di Joseph Ratzinger e un suo ennesimo messaggio logico che parla proprio di Carnevale.

Come ci ha segnalato l’attenta lettrice Anna Maria Conti, il coltissimo, rigoroso e riservato cardinale Joseph Ratzinger ricevette, nel 1989, UN PREMIO CARNASCIALESCO (!) intitolato a Karl Valentin (1882-1948), cantante folk, attore e umorista bavarese, una specie di Petrolini, ma più cerebrale, più “tedesco”. Scrive Joel Schechter: “La sua arte era incentrata principalmente sulla destrezza linguistica e sui GIOCHI DI PAROLE. La sua commedia iniziava spesso con un semplice MALINTESO, su cui insisteva man mano che lo sketch procedeva. Il critico Alfred Kerr lo cita come Wortzerklauberer, (sceglitore di parole n.d.r.): “Uno che fa a pezzi parole e linguaggio per estrarne e sezionare con forza il suo significato intrinseco”.

Lo studente di teologia Joseph Ratzinger aveva una vera passione per Karl Valentin che morì il PRIMO LUNEDI DI CARNEVALE 9 febbraio 1948 (il Rosenmontag tedesco, ricordate questa data!). Scrive egli stesso in “Ultime conversazioni” del 2016 che nell’estate del 1948 andò in pellegrinaggio a Planegg sulla tomba di Karl Valentin facendo 15 km a piedi. Di Valentin apprezzava “la sua ALLEGRIA ENIGMATICA, che fa RIFLETTERE ATTRAVERSO COSE SULLE QUALI SI PUÒ RIDERE”.

Per questo, 40 anni dopo, il 4 gennaio del 1989, al Cardinale Joseph Ratzinger, presso Suresnes fu conferito l’”Ordine di Karl Valentin” dall’associazione carnevalesca “Narhalla” di Monaco. Ringraziando per l’”onorificenza”, il card. Ratzinger disse: “Un ordine buffonesco, mediante cui prendiamo in giro noi stessi e la serietà del gran mondo, è una buona cosa. Ed è anche per questo che l’ho ricevuto volentieri. Alcuni hanno esposto dubbi sul fatto che ciò si accordi con un’occupazione così seria come la mia. A me pare che vi ci si adatti  benissimo, giacché, notoriamente, POTER DIRE LA VERITÀ È IL PRIVILEGIO DEI FOLLI. Alle corti degli antichi potentati, il giullare era spesso l’unico a potersi permettere il LUSSO DELLA VERITÀ… E siccome per la mia occupazione mi accade di DOVER DIRE LA VERITÀ, sono davvero felice di essere stato or ora accettato nella categoria di coloro i quali godono di quel privilegio… «Noi siamo folli per amore di Cristo (1 Corinzi 4,10)»”.

E ora arriva il meglio. Benedetto XVI scelse per la data della Declaratio l’11 febbraio 2013 che cadeva, guarda caso, nel PRIMO LUNEDI DEL CARNEVALE TEDESCO, la stessa ricorrenza in cui morì Karl Valentin. Era il ROSENMONTAG, il Lunedì delle Rose, una festa famosissima in Germania, una continuazione delle antiche tradizioni romane in cui schiavi e servitori diventavano padroni per un giorno, dove si realizza ancor oggi il classico topos del “mondo alla rovescia”,

E arriviamo al più carnascialesco dei cripto-messaggi del Codice Ratzinger, contenuto sempre in “Ultime conversazioni” (2016).

Seewald: “Originariamente lei voleva dimettersi già in dicembre, poi però ha deciso per l’11 febbraio, lunedì di Carnevale, festa della Madonna di Lourdes. Ha un significato simbolico?”

Benedetto XVI: “Che fosse il lunedì di carnevale non ne ERO consapevole. In Germania mi ha causato anche qualche PROBLEMA. Era il giorno della Madonna di Lourdes. La festa di Bernadette di Lourdes, a sua volta, coincide con il giorno del mio compleanno. Per questo mi sembrava giusto scegliere proprio quel giorno”.

Seewald: “La data dunque HA... “

Benedetto XVI: “...un NESSO INTERIORE, sì”.

Innanzitutto c’è la solita incoerenza che attira l’attenzione: papa Ratzinger, già "cavaliere dell'Ordine di Valentin", NON POTEVA NON SAPERE che l’11 febbraio era il Rosenmontag, sia in quanto tedesco, sia in quanto grandissimo ammiratore di Karl Valentin, morto il primo lunedi di Carnevale, sia come ecclesiastico, in quanto il Rosenmontag ricorre il lunedi precedente quello di Quaresima.

Ed ecco che a una lettura più attenta si scopre il gioco di parole.

“La data dunque HA ( hat ) un nesso interiore” scrivono Seewad e Ratzinger: HA, oggi, nel 2016, quando, col senno di poi, papa Benedetto sa benissimo di aver scelto un “giorno inopportuno”, cioè il primo lunedi di Carnevale, che in Germania gli aveva causato dei problemi.

Ergo, logicamente la scelta della data ha un nesso interiore fra 1) la Madonna di Lourdes, 2) la festa di S. Bernadette, 3) il suo compleanno e… 4) IL PRIMO LUNEDI DI CARNEVALE.

Per escludere il Carnevale, la frase doveva essere: “La data dunque AVEVA… (hatte) un nesso”. Ratzinger non corregge l’intervistatore, spesso “complice” forse consapevole dei suoi giochi di parole e delle loro dirompenti conseguenze logiche.

Tra l’altro, Benedetto spiega che “ebbe problemi in Germania”: infatti, qualcuno nella sua patria non voleva credere alle sue “dimissioni” proprio perché era il lunedi di Carnevale, e questo rischiava di svelare in anticipo tutto il suo piano: quello di una rinuncia apparente, ma invalida, una beffa per far credere ai suoi nemici che aveva abdicato. E infatti come appurato senza alcuna smentita fin da marzo, la Declaratio interpretata come rinuncia è completamente NULLA.  QUI

Quindi, con questo cripto-messaggio, racchiuso in una sola sillaba, il Papa, sottilmente, ma chiarissimamente ci rimanda per l'ennesima volta, insieme a decine di altri criptomessaggi,  alla questione canonica la quale svela che la Declaratio è stata uno "scherzo": sembra una rinuncia, ma non lo è. Cosa c’entrerebbe, infatti, un nesso col Carnevale per una data serissima come quella di una abdicazione?

Possiamo anche intuire, da questo nesso interiore, che Benedetto XVI si ispira per la sua comunicazione segreta a Karl Valentin (morto, guarda caso, il Primo Lunedi di Carnevale). Infatti, per capire il "Codice Ratzinger," il codice del papa “sceglitore di parole”, bisogna proprio “fare a pezzi le sue parole e il suo linguaggio per estrarne e sezionare con forza il suo significato intrinseco”.

Infine, ultima nota angosciosa: i giullari dicevano la verità attraverso i giochi di parole perché non potevano farlo seriamente e apertamente, altrimenti avrebbero pagato caro. Quindi abbiamo ancora l'ennesima prova che Benedetto XVI si trova in sede impedita e non può esprimersi liberamente.

Ecco perché Benedetto XVI ogni tanto DEVE “fare il matto”, dicendo cose apparentemente senza senso: fa il “folle di Cristo” per spiegare una drammatica e indicibile verità.

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/28770635/-follie-di-papa-ratzinger-giochi-di-parole-per-dire-la-verita-sede-impedita-declaratio-sembra-rinuncia-ma-e-sede-impedita.html




IMPRESSIONANTE!

 


QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 318


18 maggio 1944

   Ascensione di N. Signore.  ore 8 (solari)1

   Mentre prego ho la vista intellettuale di un immenso drappo di porpora che un numero sterminato di angeli, stando inginocchiati con profonda adorazione, tengono steso, per uno degli orli (diciamo così), su tutta la Terra.
   Ho detto "porpora" per dire il suo colore. Ma la seta e la porpora più belle sono simili a cotonate di poco conto rispetto a questo tessuto, che non è tessuto, perché il mio interno ammonitore mi avverte che è il Sangue preziosissimo del Nostro Signore, che gli angeli continuamente estendono su tutta la Terra perché i suoi meriti scendano negli animi e di fronte a tutto il creato, perché tutto il creato adori il Sangue che un Dio ha sparso per amore delle sue creature.
   Non vedo altro. Ma è visione di tale bellezza che mi assorbe ogni altra sensazione, annulla il dolore e la spossatezza fisica vivissimi, conforta ogni speranza, ravviva ogni letizia.
   Contro quel fulgente azzurro del cielo paradisiaco, rispetto al quale il nostro più azzurro cielo è cosa sbiadita, stanno le fiamme angeliche: luci incandescenti in forma umana, perle e argento fusi e accesi per divenire aspetti di corpi sensibili alla mia pesantezza umana, aspetti di una così perfetta bellezza che mi fan sdegno le figurazioni d'arte più belle. Melozzo e l'Angelico, Tiziano e Dolci, Perugino e Guercino e ogni pittore d'angeli, se sono nella gloria di Dio, devono inorridire di sé confrontando queste angeliche perfezioni coi loro abbozzi informi e così, così avviliti alla nostra umanità.
   E, più splendido di tutti questi zaffiri del cielo paradisiaco e queste perle accese degli angeli, il velo del Sangue preziosissimo, rubino che è fluido, velluto che è liquido, colore che è voce, voce che è Grazia. Grazia per noi.
   Guardo e adoro. Finché Gesù parla.
 

   Dice Gesù:
   «I soliti spiriti difficili – Io li chiamo: "increduli razionalisti" – troveranno un'incongruenza questo dettato. Parlare del Sangue oggi che è la commemorazione della mia Ascensione al Cielo! Perché?
   Perché così Io voglio. E se lo voglio è segno che non è incongruente, perché Io non faccio mai nulla di illogico. Del resto, non parlo per questa zavorra cieca dell'umanità, turba di idoli privi d'anima, raffigurazioni della superbia e della stoltezza. Parlo per i miei figli. E specie per te, Maria.
 Siamo stati separati quaranta giorni. Li ha contati il tuo dolore e il tuo amore. Oggi, giorno di separazione2 commemorativa dai discepoli, Io torno, povera violetta della mia croce, sommersa e arsa dal sale del suo pianto ma sitibonda del mio Sangue per vivere. Non c'è che il mio Sangue che ti fa vivere. Non c'è che la mia Voce che ti consola. Non c'è che la mia Presenza che ti fa felice. Eccomi che sono con te.
   Piangi? Non piangere. Ascolta. Quanto hai visto intellettualmente è ciò che avviene realmente.
   Il mio Sangue non cessa di effondersi sulla Terra. Da venti secoli esso splende, testimonianza di amore, in faccia al creato e, come rugiada, scende ovunque è una croce che dice: "Qui è terra di Cristo".
  Gli angeli di ogni singolo credente, anzi di ognuno che porti il nome di "cristiano", nella loro angelica natura non fanno che tessere voli fra Cielo e Terra per attingere dai tesori divini per ogni singolo loro custodito. Né qui cessa l'operazione angelica, perché anche l'altro innumero popolo angelico per ordine eterno adora per coloro che, non cristiani, non adorano il vero Dio, e prega il mio Sangue di effondersi su tutte le creature per essere da esse adorato.
   Adorano giubilando gli angeli dei giusti, uniti all'anime dei medesimi che anticipano dalla Terra l'adorazione che sarà eterna. Adoranosperando gli angeli di coloro che cristiani non sono, sperando di poter divenire loro custodi nel segno della Croce. Adorano piangendo gli angeli dei peccatori che non sono più figli di Dio. E piangendo ancora supplicano il Sangue che per sua virtù redima quei cuori. Adorano infine gli angeli delle chiese sparse per la Terra, portando a Dio il Sangue elevato ad ogni Messa in ricordo di Me.
   Il Sangue scende e il Sangue sale con ritmo incessante. Non vi è attimo del giorno in cui non ascenda il mio Sangue a Dio e in cui non discenda dal trono di Dio sulla Terra.
   Non vi hai mai riflettuto, Maria. Ma la Messa ripete i tre punti più importanti della mia vita di Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato.
   Quando, alla Consacrazione, le specie divengono Carne e Sangue, ecco che Io mi incarno come un tempo. Non nel seno della Vergine. Ma nelle mani di un vergine. Ecco perché nei miei sacerdoti richiedesi verginità angelica. Guai ai profanatori che, col corpo insozzato da unione carnale, toccano il Corpo di Dio! Ché se il corpo vostro è tempio dello Spirito Santo e perciò deve esser conservato santo e casto, il corpo del sacerdote al cui comando Io scendo dal Cielo per divenire Carne e Sangue, e come nella cuna poso nelle sue mani, deve essere più illibato del giglio. E col corpo la mente, il cuore, la lingua.
   Nell'Elevazione è la Crocifissione. "Quando sarò elevato3 trarrò tutto a Me" e quando da un altare Io vengo elevato ecco che meco traggo tutti i palpiti dei presenti, tutti i bisogni, tutti i dolori, tutte le preghiere, e con essi mi presento al Padre e dico: "Eccomi. Il Consumato d'amore ti chiede, o Padre, di dare per questi 'miei' tutto, perché tutto Io ho dato per essi".
   E quando viene consumato il Sacrificio con la consumazione delle Specie, ecco che Io torno al Padre mio dicendovi: "Io vi benedico. Sono con voi sino alla fine del mondo" come il mattino dell'Ascensione.
   Per amore mi incarno, per amore mi consumo, per amore ascendo. Per perorare in vostro favore. È sempre l'Amore quello che regna nelle mie opere.
   Medita la Messa in queste luci che Io ti illumino. E pensa che non vi è attimo del giorno in cui un'Ostia non sia consumata per amore di voi e un Sangue consacrato per aumentare le celesti piscine in cui si mondano gli spiriti degli umani, si sanano le infermità, si irrigano le aridità, si fecondano le sterilità, si fa di Dio4 ciò che era dell'errore.
   Contempla il mio Sangue che dopo essersi effuso in dolori strazianti ascende al Padre gridando5 per voi: "Padre, nelle tue mani confido questi spiriti miei. Padre, non li abbandonare. Io, l'Agnello eternamente immolato, lo voglio per loro". E ripeti a te stessa, per annullare anche il ricordo del dubbio passato: "Per questo il mio cuore si rallegra e la mia lingua giubila e anche il mio corpo riposa nella speranza, perché Tu non hai lasciato l'anima mia nell'inferno del dolore. Ma per amore del tuo Sangue mi hai rese note, più ancora di or non è molto, le vie della vita e mi ricolmerai di gioia con la tua Presenza".
   Sono, con poche modifiche, le parole di Pietro6 dopo la Pentecoste. Dille con anticipo di qualche giorno. Hai bevuto tanto fiele, povera Maria. Consola il tuo cuore col miele delle parole eterne.
   Ti benedico, come gli undici, prima di ascendere.»


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   solari, cioè dell'ora solare (non legale).

  2 separazione attestata in Marco 16, 19Luca 24, 51Atti 1, 9. L'origine dell'appellativo di "violetta" è presentato nel primo degli scritti dei "Quaderni", quello del 22 aprile 1943.

3 "Quando sarò elevato…", come in Giovanni 12, 32; "Io vi benedico. Sono con voi…", come in Matteo 28, 20 e, per la benedizione, in Luca 24, 50-51.

si fa di Dio, cioè diventa di Diosi converte a Dio.

gridando, come in Luca 23, 46.

parole di Pietro in Atti 2, 26-28, prese da Salmo 16, 9-11.


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mercoledì 29 settembre 2021

PERCHE' ? - Gatta ci cova!



PERCHE' NESSUNO INDAGA SU CHI VUOLE IL PAPA MORTO?

24 serie, 2021

“Sulla 'congiura' denunciata dal P. le possibilità sono solo due: è falsa, e va ridimensionata concordata, oppure è vera e allora intervenga la giustizia vaticana e le sue leggi” .

Questo è il lungo titolo di un articolo apparso ieri sul sito paravaticano “Il Sismografo” e firmato dal suo stesso direttore Luis Badilla . Bisogna tenere presente che non si tratta un sito “conservatore” o anti-bergogliano. Tutt'altro. È progressista e bergogliano , molto vicino agli ambienti della Curia, quindi svela l'aria che tira oltretevere.

Papa Bergoglio sembra ormai in guerra con tutti , pure contro quella Curia che lo ha voluto papa e lo ha poi sostenuto. Emblematico è il processo al card. Becciu che è stato negli anni un suo devoto sostenitore e il suo più stretto collaboratore .

Nelle ultime ore il clima si è fatto ancora più pesante, per le dichiarazioni del papa in Slovacchia a cui allude il titolo del “Sismografo”. Ecco le clamorose parole di Bergoglio :

“Sono ancora vivo. Nonostante alcuni miro morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensatono che il Papa fosse più grave di quel che detto detto. Preparavano il Conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”.

A dire il vero a parlare della gravità delle sue condizioni di salute fu lo stesso Bergoglio quando dichiarò: “un infermiere mi ha salvato la vita” (si riferiva all'operatore sanitario che il 4 luglio gli consigliò di andare subito al Gemelli a farsi operare ). In quell'intervista aveva anche detto: “ Quando un Papa è malato, si alza un vento o un uragano di Conclave  .

In effetti è normale, da sempre, in Vaticano e nella Chiesa discutere sul futuro quando si ha un papa di 85 anni che è ricoverato in ospedale con seri problemi. Così è stato anche stavolta. È quell' “aria di Conclave” di cui “Libero” aveva dato conto il 23 agosto.

Ma in Slovacchia Bergoglio è tornato sull'argomento con le parole inaudite che abbiamo citato. Mai un papa aveva esternato così, almeno nei tempi moderni.

Giovanni Maria Vian , storico ed ex direttore dell'“Osservatore Romano”, al “Corriere della sera” ha detto: “In effetti questo è nuovo. È il suo stile. Oppure si può dire che è un ritorno all'antico, quando i Papi intervenivano contro i loro oppositori, non più tardi del Cinquecento ”.

Si comprende da queste parole che Bergoglio ha una concezione monarchico-rinascimentale del suo papato e forse è proprio da questa sua idea del potere che derivano la sindrome dell'assedio, il clima di sospetto, il timore di congiure e il vedere nemici dovunque.

La sua dichiarazione è così dirompente e getta un tale sospetto sulla Curia, che il Segretario di Stato Parolin ha dovuto candidamente chiamarsene fuori, dichiarando: “ Il Papa ha informazioni che io non ho. Sinceramente non avevo avvertito che ci fosse questo clima … Il Papa probabilmente fa queste affermazioni perché ha conoscenze e ha dati che a me non sono pervenuti”.

Le sue parole sono state interpretate così dai media: “ Papa Francesco smentito da Parolin. Il cardinale: nessuna congiura. Santa Sede, il segretario di Stato non avalla l'accusa di Bergoglio su trame ai suoi danni durante la malattia. 'In Curia clima sereno'” (titolo di Qn) .

Dall' HuffPost è arrivato quindi un attacco di Maria Antonietta Calabrò: “L'inaudito controcanto di Parolin al Papa. Mai prima un segretario di Stato ha corretto il Pontefice” .

L'articolista ritiene che Bergoglio sia irritato con la Segreteria di Stato anche per “l'incontro tra Matteo Salvini e il Segretario per i rapporti con gli Stati arcivescovo Paul Callagher”.

Così anche il card. Parolin è finito nella tempesta . Quale sia dunque, oggi, il clima in Curia lo mostra l'articolo del “Sismografo”, che definisce quelle di Bergoglio “ frasi sorprendenti, sconcertanti e insidiose … che denunciano l'esistenza di 'una congiura di palazzo'… 'congiura' denunciata dal Pontefice senza mezzi termini e in modo diretto. Una vera bomba ad orologeria”.

Badilla rileva però che il papa ha lanciato quella “bomba” senza rivelare né i nomi, né i luoghi, né le circostanze. Quindi un'accusa grave e generica . Perché?

Il direttore “Sismografo”, per spiegare le pesanti dichiarazioni bergogliane, fa alcune ipotesi: “ un errore del Pontefice che non sempre parlando a braccio usa le parole giuste (per esempio, in quest'ultimo anno ha detto ben due volte che Dio nell 'incarnazione 'si è fatto peccato' – sic)”.

Oppure “si è trattato di una leggerezza del linguaggio poiché, come si sa da quando era provinciale dei gesuiti in Argentina, non sempre frena l'uso di aggettivi poco carini addirittura nei confronti dei suoi collaboratori. L'uomo è irruento e impulsivo e negli ultimi tempi è riemersa la sua personalità autoritaria , che lui stesso ha critico”.

Terza ipotesi: “voleva mandare alcuni messaggi a certe persone oppure voleva distrarre l'attenzione mediatica” da alcuni suoi infortuni o “dal pasticcio che creò con la 'questione Orbán' , dalla quale tra l'altro la sua immagine e credibilità sono uscite danneggiate ”.

Infine si può ipotizzare che Francesco, con la storia della presunta congiura, sia “ scivolato nelle tenebre delle chiacchere , cosa che ha condannato a volte”.

Quale che sia l'ipotesi giusta, secondo Badilla “ l Santo Padre a questo punto ha una sola via d'uscita possibile: consegnare alla giustizia vaticana… tutta la documentazione – nomi, cognomi, luoghi e circostanze dei 'prelati che preparavano un conclave ' – e che servono per dare sostegno giuridico alla gravissima denuncia di un reato – per ora presunto – che si configura quando ci si organizza per portare a compimento un'azione di questa natura”. Perché “nel mondo delle nazioni e delle comunità civili, basato sul diritto, questo si chiama 'golpe'” .

Badilla trae questa pesante conclusione perché il papa non ha parlato “di ecclesiastici e/o laici che discutono sul futuro Papa (cosa che si fa – legittimamente e naturalmente – tutti i giorni da secoli)”, ma ha usato “espressioni puntuali e ben circoscritte . Dice: sono vivo'nonostante alcuni mi passatoro morto . So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensatono che il Papa fosse più grave di quel che detto detto. Preparavano il conclave'”.

In conclusione, afferma Badilla, quello che ha dichiarato o papa Francesco “o è falso è vero. Se 'falso' si faccia capire che è stato un errore imprudente. Se invece è vero, si presenta le prove davanti al Tribunale vaticano” .

Per ora la denuncia della presunta congiura al Tribunale vaticano non si è vista (e probabilmente mai si vedrà). Tuttavia sono ben visibili le macerie della Chiesa .

 

Antonio Socci

Vedi anche: https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/28800087/papa-francesco-perche-nessuno-indaga-su-chi-lo-vuole-morto-pesantissimo-sospetto-antonio-socci.html

 

Da “Libero”, 24 settembre 2021

sabato 25 settembre 2021

PREGHIERA DI GUARIGIONE: La croce di Dozulé — La cruz de Dozulé

PREGHIERA DI GUARIGIONE: La croce di Dozulé — La cruz de Dozulé: Apertura a Dozulè: 29 maggio 2011, visita del Vescovo a Dozulè e prudente apertura al fenomeno, solleci...

Nessuna meraviglia : è la continuazione della terza guerra mondiale che si combatte ormai da più di 10 anni

 

I SOTTOMARINI NUCLEARI AMERICANI IN AUSTRALIA FANNO INFURIARE LA FRANCIA E LA CINA
Da che parte schierarsi? La Repubblica e D'Alema sono con la Cina... che secondo loro è buona e pacifica
di Antonio Socci

Solitamente "Repubblica" è un giornale impegnato a dare le pagelle di fedeltà agli Stati Uniti, alla Nato e all'Occidente in generale.
Per questo stupisce ciò che ieri, su Cina e USA, ha scritto Michele Serra, una delle firme più rappresentative del quotidiano scalfariano, uno che spesso alza il ditino moralista per impartire lezioni a chi non è di sinistra.
Dunque nella sua rubrica, nella pagina dei commenti, ieri, si è occupato della controversia fra la Francia (da una parte) e (dall'altra) l'Australia e gli Stati Uniti per la storia dei sottomarini nucleari.
Al di là della lite commerciale, Serra coglie il problema così: "pare che la flottiglia di sottomarini destinata all'Australia sia in funzione anticinese".
L'editorialista, che evita di spiegare quanto è preoccupante l'egemonia (anche militare) della Cina sul Pacifico, fa questo ragionamento geopolitico: "la Cina, almeno per il momento, più che a fare la guerra sembra interessata a comperarsi, pezzetto dopo pezzetto, tre quarti del pianeta".
Mentre "l'egemonia americana si è retta molto sulla supremazia militare, quella cinese punta tutto sul potere economico".
Per trarre le conclusioni, Serra non si avvale di qualche studioso di geopolitica, ma - letteralmente - di un amico del bar: "Nel caso l'egemonia mondiale dovesse passare ai cinesi, vale l'ottima battuta (da bar: del resto è proprio al bar che l'ha detta) del mio amico Umberto: ‘Tu preferiresti essere bombardato o comperato?'".
Dunque, se la Cina fa acquisti e gli Stati Uniti bombardano, dovremmo preferire la Cina. Se l'alternativa fosse davvero questa si dovrebbe optare per Pechino, perché chiunque preferisce lo shopping a un bombardamento. Ma è davvero quella l'alternativa? Il titolo che "Repubblica" ha fatto alla rubrica di Serra dice di sì: "Bombardare o comperare?".

LE DIFFERENZE TRA STATI UNITI E CINA
Ovviamente non è così. È perfino banale sottolineare che in realtà l'egemonia americana è politica ed economica. Va ricordato inoltre a Serra che gli americani bombardarono sì l'Italia, circa 80 anni fa, ma per liberarla dagli invasori nazisti e per stabilirvi la democrazia, che infatti finanziarono lautamente con il "Piano Marshall", portandola al miracolo economico (i cimiteri dei soldati americani sono ancora fra noi).
È chiaro che l'Italia sta nella sfera d'influenza americana, perché è quella che ci ha evitato di finire schiacciati sotto i carri armati sovietici, è quella che ci ha dato la libertà e il benessere.
Mentre l'idea idilliaca che Serra sembra avere della Cina - come un paese laborioso, pacifico e dedito al commercio - non corrisponde alla realtà: il regime comunista cinese si è instaurato nel sangue e, dal 1949, si è consolidato con il massacro di milioni e milioni di persone.
Ogni sussulto di libertà viene represso ferocemente come dimostra il massacro di piazza Tienanmen del 1989. Tuttora il comunismo cinese ha il suo Gulag, dove rinchiude qualsiasi dissidente. Quanto al "pacifismo" cinese Serra può chiedere informazione ai tibetani invasi e schiacciati da Pechino o, caso più recente, agli abitanti di Hong Kong.
Il disegno imperiale della Cina comunista - che è una potenza nucleare - ha oggi come pilastro l'egemonia sull'Oceano Pacifico, dove ormai ha una flotta militare superiore a quella degli Stati Uniti.
Questa è la nuova linea strategica di Xi Jinping, il quale ritiene che la Cina, storicamente, abbia fatto l'errore strategico di concepirsi, per secoli, solo come potenza di terra, senza prevedere i pericoli che sarebbero arrivati dal mare e senza capire le potenzialità di un'egemonia sui mari.
È una novità geopolitica enorme che gli Usa hanno capito in tutta la sua portata, perché gli Stati Uniti non hanno frontiere di terra pericolose: solo dai due oceani, Atlantico e Pacifico, possono presentarsi rischi. Un'egemonia cinese sul Pacifico, quindi, li riguarda direttamente perché loro "confinano" con quell'Oceano.

LE PAURE DI INDIA, GIAPPONE, TAIWAN E COREA DEL SUD
Del resto ad essere allarmati per questa situazione non sono solo Stati Uniti e Australia, ma tutti i paesi asiatici a cominciare da India e Giappone (oltre a Taiwan e Corea del Sud).
A differenza di quanto crede l'editorialista di "Repubblica", dunque, la potenza cinese non è solo economica (cosa che già di per sé è inquietante, infatti punta al sorpasso sugli Usa), ma è anche militare.
Com'è possibile che a Serra sfugga il pericolo planetario rappresentato dalla Cina? Il fatto che egli venga dall'Unità e da quella storia lì non dovrebbe impedirgli oggi, nel 2021, di riconoscere la realtà. In fondo i post-comunisti fanno da tempo professione di atlantismo.
È mai possibile che a sinistra ci sia ancora qualche nostalgia inconscia verso il rosso antico che induce all'indulgenza verso i regimi comunisti?
Sì, è possibile. Lo fa pensare anche l'intervista di Massimo D'Alema, il politico più rappresentativo del vecchio Pci, a "New China Tv", rilasciata nel giugno scorso, nell'ambito dei festeggiamenti per i cento anni dalla fondazione del Partito comunista cinese.
In quell'intervista, rilanciata su Twitter dalla portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, D'Alema sottolinea la necessità di "riprendere la via di una forte collaborazione" con la Cina. Concetto opposto alla linea emersa nel G7 di quei giorni, ma che D'Alema aveva già espresso nel suo ultimo libro e in altri interventi.
Inoltre l'ex premier ha energicamente lodato lo "straordinario salto verso la modernità e il progresso" realizzato dalla Cina, che, dice D'Alema, "è il grande merito storico del Partito comunista cinese".
Dopo il naufragio del comunismo sovietico, che costrinse i compagni italiani a cambiar nome, il fatto che emerga, in Asia, un comunismo vincente, sembra avere per alcuni il sapore di una rivincita storica.
Non è chiaro se si va verso una nuova "guerra fredda" fra Occidente e Cina, ma deve essere chiaro, anche in Italia, da che parte si sta.

 
Titolo originale: Ombre cinesi
Fonte: Libero, 20 settembre 2021