venerdì 25 giugno 2021

Ricordi l’uomo che “senza Dio” egli “è perduto” e “l’esclusione della religione dalla vita sociale, in particolare la marginalizzazione del cristianesimo, mina le basi stesse della convivenza umana. Prima di essere di ordine sociale e politico, queste basi, infatti, sono di ordine morale”.

 

Ratzinger, “sana laicità” nei rapporti Stato-Chiesa

Nei suoi scritti il modello. 

Già prima della sua elezione al soglio pontificio, e ancor più durante i quasi otto anni di pontificato, Joseph Ratzinger, ... è stato autore non solo di approfondite riflessioni teologiche, ma ha consegnato anche una sorta di istruzione sui rapporti tra Stato e Chiesa, che egli ha più volte auspicato fondati su una “sana laicità”.

Secondo Ratzinger, proprio in funzione di tale obiettivo, non può essere la Chiesa a indicare quale ordinamento politico e sociale sia da preferirsi, ma è il popolo che deve decidere liberamente; allo stesso modo, lo Stato non può considerare la religione come un semplice sentimento individuale, da confinare al solo ambito privato. Al contrario, la religione, essendo anche organizzata in strutture visibili, come avviene per la Chiesa, va riconosciuta come presenza comunitaria pubblica.

In realtà – ha più volte osservato l’allora papa Benedetto XVI – oggi la laicità viene comunemente intesa come esclusione della religione dai vari ambiti della società e come suo confino nell’ambito della coscienza.

La laicità, dunque – secondo taluni – si esprimerebbe nella totale separazione tra lo Stato e la Chiesa. Rispetto a una tale “visione a-religiosa della vita, del pensiero e della morale: una visione, cioè, in cui non c’è posto per Dio” – ha osservato Ratzinger – è compito “di tutti i credenti, in particolare dei credenti in Cristo, contribuire ad elaborare un concetto di laicità che, da una parte, riconosca a Dio e alla sua legge morale, a Cristo e alla sua Chiesa, il posto che ad essi spetta nella vita umana, individuale e sociale; e, dall’altra, affermi e rispetti la ‘legittima autonomia delle realtà terrene’, intendendo con tale espressione, come ribadisce il Concilio Vaticano II nella Gaudium et spes, che ‘le cose create e le stesse società hanno leggi e valori propri, che l’uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare”.

Questa affermazione conciliare – ha spiegato Ratzinger – costituisce “la base dottrinale di quella ‘sana laicità’ che implica l’effettiva autonomia delle realtà terrene, non certo dall’ordine morale, ma dalla sfera ecclesiastica. Non può essere pertanto la Chiesa a indicare quale ordinamento politico e sociale sia da preferirsi, ma è il popolo che deve decidere liberamente i modi migliori e più adatti di organizzare la vita politica. Ogni intervento diretto della Chiesa in tale campo sarebbe un’indebita ingerenza. D’altra parte, la ‘sana laicità’ comporta che lo Stato non consideri la religione come un semplice sentimento individuale, che si potrebbe confinare al solo ambito privato. Al contrario, la religione, essendo anche organizzata in strutture visibili, come avviene per la Chiesa, va riconosciuta come presenza comunitaria pubblica. Questo comporta inoltre che a ogni Confessione religiosa (purché non in contrasto con l’ordine morale e non pericolosa per l’ordine pubblico) sia garantito il libero esercizio delle attività di culto – spirituali, culturali, educative e caritative – della comunità dei credenti”.

In base a queste considerazioni, “non è certo espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo” – ha più volte spiegato Benedetto XVI – l’ostilità a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione; alla presenza, in particolare, di ogni simbolo religioso nelle istituzioni pubbliche. 

Come pure non è segno di sana laicità – ha sostenuto ancora Ratzinger – il rifiuto alla comunità cristiana, e a coloro che legittimamente la rappresentano, del diritto di pronunziarsi sui problemi morali che oggi interpellano la coscienza di tutti gli esseri umani, in particolare dei legislatori e dei giuristi.

Non si tratta, infatti, di indebita ingerenza della Chiesa nell’attività legislativa, propria ed esclusiva dello Stato, ma dell’affermazione e della difesa dei grandi valori che danno senso alla vita della persona e ne salvaguardano la dignità. Questi valori – ha ancora spiegato il papa emerito – prima di essere cristiani, sono umani, tali perciò da non lasciare indifferente e silenziosa la Chiesa, la quale ha il dovere di proclamare con fermezza la verità sull’uomo e sul suo destino”.

Partendo da queste premesse, è anche arrivato un monito deciso da Ratzinger: ricordi l’uomo che “senza Dio” egli “è perduto” e “l’esclusione della religione dalla vita sociale, in particolare la marginalizzazione del cristianesimo, mina le basi stesse della convivenza umana. Prima di essere di ordine sociale e politico, queste basi, infatti, sono di ordine morale”.

AVE MARIA VERGINE DELL'EUCARISTIA

 





Ma siamo sicuri che Benedetto abbia già esaurito la sua missione? O siamo solo all’inizio?

 Staremo a vedere

....Spiega, intanto, l’autore sulle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana: “Capire Benedetto XVI è un’esigenza del pensiero e della fede. In lui tradizione e modernità si sono date come un ultimo appuntamento. Egli ha trattenuto (come un Katéchon) la dissoluzione della fede cattolica, difendendo quanto andava difeso e ribadendo quanto andava ribadito, ma non è riuscito a chiudere il cerchio e a mettere in sicurezza la nave dalla tempesta. Chi dice che è stato sconfitto su tutti i fronti e che il modernismo (con Bergoglio n.d.r.) alla fine ha prevalso, chi dice che l’esito era inevitabile dato che anche il suo pensiero, in fondo, anche se non in tutto, dipendeva dalle res novae di una modernità negatrice della tradizione.

C’è chi pensa invece - come il sottoscritto - che Benedetto XVI abbia indicato molti punti fermi in chiaro contrasto con la tendenza del modernismo a sciogliere la Chiesa nel mondo e la trascendenza nella storia, ma che non abbia completato l’opera che quegli stessi punti fermi da lui posti richiedevano per coerenza interna. Ha detto molto, ma non ha detto tutto. Il suo pontificato è rimasto INCONCLUSO non solo per le dimissioni, ma anche dal punto di vista del pensiero teologico. Ha illuminato molti problemi ma non è arrivato ad indicarne la soluzione”.

Bisogna ammettere che il processo iniziato da papa Ratzinger sembra aver completamente fallito, dato che il modernismo ha dilagato come uno tsunami: oggi in Germania i preti benedicono disinvoltamente uno dei quattro “peccati che gridano vendetta al Cielo”; si intronizzano migranti e idoli pagani; il culto mariano è ai minimi storici; viene osannato Lutero; Giuda è andato in Paradiso; non ci si inginocchia più davanti all’Eucaristia, si auspica apertamente il Nuovo Ordine Mondiale e il quotidiano dei vescovi appoggia il ddl Zan. E’ oggettivamente in corso un’inversione totale dei principi base della fede cattolica, con situazioni surreali che paiono tratte dal mondo alla rovescia della Coena Cypriani o da una tela di Hjeronymus Bosch.

Ma – ripetiamo  - siamo sicuri che la partita sia finita

e che Benedetto XVI abbia davvero fallito?

Il prof. Fontana, come molti altri intellettuali, purtroppo, non prende in considerazione un’ipotesi nata già nel 2013, ripresa poi due anni fa e denominata "Piano B", poggiante su dati oggettivi e consolidata da diversi studi giuridici, secondo la quale Benedetto XVI non ha mai rinunciato validamente al trono di Pietro. Sono tanti gli indizi che hanno consentito una ricostruzione completa e coerente che nessuno ha saputo finora mettere in discussione QUI

Perché Benedetto XVI si sarebbe dimesso invalidamente? Lo illustriamo QUI

In breve: ormai esautorato e privo di potere effettivo, (avevano perfino silurato il presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi a sua insaputa), pressato da fronde intere e poteri esterni, per salvare la Chiesa avrebbe accontentato i suoi nemici con un “falso bersaglio”, dimettendosi solo dalle funzioni pratiche, ma senza abbandonare il munus petrino, il titolo di papa. In questo modo avrebbe consentito che la Chiesa modernista, per alcuni una “falsa chiesa”, si palesasse appieno, scandalizzando larga parte di quegli stessi cattolici che nel 2012 erano all’oscuro di quanto covava mentre oggi, consapevoli, sono invece sull’orlo di una crisi di nervi.

Come si legge, quanto sarebbe stato verosimilmente preparato da Benedetto XVI non è semplicissimo, immediato, anche se logico. Per essere ben compreso richiede due risorse: molta fede e molta ragione. Solo avendo fiducia nel papa e nell’assistenza soprannaturale a lui accordata dallo Spirito Santo questo disegno può svelarsi, emergendo dalle nebbie di un caos apparente, come logico e credibile. Da un punto di vista razionale fila tanto che nessuno fino ad oggi è stato in grado di proporre un’interpretazione alternativa e completa che sappia coniugare tutti i dati di fatto, le coincidenze e le incongruenze.

Se non si ha stima di papa Ratzinger e fiducia in lui non si potrà mai comprendere il suo “Piano B”. Non è solo una questione psicologica, ma anche teologica, dato che, per i credenti, lo Spirito Santo avrebbe dovuto assistere Benedetto XVI in una scelta così difficile.

Chi considera Benedetto un modernista è portato, naturalmente, a giudicarlo uno sciattone, un approssimativo, uno che ha commesso tanti errori nella Declaratio di dimissioni e, casualmente, altrettanti negli otto anni successivi, compresa la sua “scientifica” ambiguità. I più possibilisti ritengono che in buona fede volesse dimettersi, ma lo abbia fatto maldestramente. Non si spiega allora, perché dopo gli errori giuridici non abbia MAI rimediato verbalmente chiarendo che il papa è uno ed è Francesco, ma invece abbia continuato a seminare il panico indossando la veste bianca e a godere di altre prerogative pontificie. QUI

Questi stessi critici non sono in grado di fornire una risposta nemmeno leggendo le abbacinanti parole di Ratzinger “Nessun papa si è dimesso negli ultimi mille anni e anche nel primo millennio è stata un’eccezione”. Una frase patente che indica come lui si sia dimesso dall’esercizio pratico, ma non abbia mai abdicato, visto che in duemila anni si sono dimessi ben 10 papi QUI

Eppure, anche gli antiratzingeriani – di solito, intellettuali di alta caratura - riconoscono che le sue dimissioni sono dubbie e irrituali, e qualcuno si spinge a ravvisare un “disegno intelligente” (ma casuale) che ha coordinato magicamente una serie di coincidenze per otto anni di “emeritato” tanto da non far mai dire a Ratzinger che “il papa è uno ed è Francesco”.

Ma siccome manca la fiducia e l’apertura emotiva verso Ratzinger, siccome viene considerato un pasticcione e un incompetente di diritto canonico, nessuno si applica, nessuno si concentra con attenzione, nessuno cerca di capire il suo “piano B”.

Citando il prof. Fontana, è il caso in cui la mancata tensione verso la verità autolimita la ragione, inibisce la fede, e viceversa: il “mito” di un Ratzinger modernista impedisce di cogliere il suo geniale sistema di riscatto della Chiesa anche perché questa agnizione condurrebbe inevitabilmente a una difficilissima marcia indietro sui propri giudizi.

C’era un film di avventura dove il protagonista, sul ciglio di un burrone, ripeteva a se stesso: “Solo l’uomo penitente potrà passare”. In questo caso, solo l’uomo che ha fede e ragione fino in fondo potrà comprendere l’ultima grande opera di Benedetto XVI. Chi lo detesta non vorrà e non potrà capire mai nulla.

Se qualcuno un giorno avrà il  coraggio e la lucidità di applicarsi alla questione, la chiesa “turbomodernista” di Bergoglio potrebbe essere completamente annullata. Svanirebbe tutto in un soffio, secondo una prospettiva che da secoli prevede un’ultima prova, una annunciatissima fase di apostasia e di aggressione al Papato dall’interno.

Si compirebbe, allora, quanto già intuito dal filosofo Giorgio Agamben che si dice convinto del fatto che la vera ragione delle sue dimissioni sia stata la volontà di risvegliare la coscienza escatologica  (riguardante i destini ultimi dell'uomo n.d.r.): “Nel piano divino della salvezza, la Chiesa avrebbe anche la funzione di essere insieme «Chiesa di Cristo e Chiesa dell’Anticristo». Le dimissioni sarebbero una prefigurazione della separazione tra «Babilonia» e «Gerusalemme» nella Chiesa. Invece di impegnarsi nella logica del mantenimento del potere, con la sua rinuncia all’incarico Ratzinger ne avrebbe enfatizzato l’autorità spirituale, contribuendo in tal modo al suo rafforzamento”.

In sintesi, il volume del prof. Fontana offre un ritratto di Joseph Ratzinger lucido ed equilibrato, che fa piazza pulita delle accuse di oscurantismo quanto di quelle di modernismo, ma la storia potrebbe radicalmente ribaltare i suoi giudizi circa l’incompiutezza dell’azione del papa teologo.

Lo ripetiamo per la millesima volta: LA CHIAVE DI TUTTO E' NELLA VALIDITA' DELLA RINUNCIA.

Staremo a vedere, o forse, vista la disperante indifferenza per la questione, vedranno i nostri nipoti.

AVE MARIA PURISSIMA!

Origene, nel II secolo, affermava a proposito dell’imperatore: “Tu sei una grande cosa sotto il cielo, ma i diritti di Dio sono più grandi dei tuoi”. Quindi c’è sempre stata una chiara posizione della Chiesa su questi temi.

 


MONSIGNOR NEGRI : BENEDETTO XVI HA SUBÌTO GRAVI PRESSIONI ,E’ SCATTATA UNA DAMNATIO MEMORIAE DELL’OPERA IMMENSA DI BENEDETTO XVI E GIOVANNI PAOLO II …


“Benedetto XVI ha subito pressioni enormi”, spiega il vescovo che ha iniziato il suo ministero episcopale nella diocesi di San Marino Montefeltro e lo sta concludendo a Ferrara. Con lui “mi sono sentito a casa mia”. Il presente della chiesa è segnato da “molta confusione in tanta ecclesiasticità” e gli antipapisti di un tempo sono diventati iperpapisti per proprio uso e consumo. Ma Monsignor Negri parla anche di famiglia, del rischio che corre la democrazia in Italia per la criminalizzazione delle opinioni non “mainstream”, di Comunione e liberazione e tanto altro.

L’incontro con monsignor Luigi Negri avviene nella sede dell’Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio il giorno in cui festeggia i 4 anni dalla sua nomina a vescovo. “Quattro anni bellissimi e faticosissimi” spiega Negri che, raggiunti i 75 anni di età, il prossimo 3 giugno lascerà la guida della diocesi ferrarese a monsignor Gian Carlo Perego.
Una cerimonia che definire sobria sarebbe un’esagerazione: un bicchiere d’acqua, una candelina su un pasticcino salato, due battute con i collaboratori.
Monsignor Negri, una curiosità da profano assoluto: ma un prete può andare in pensione? Se è una missione e non un lavoro, come si fa a dire ad una persona “adesso basta”?
“Non si può dire, e infatti io continuerò a lavorare. Al massimo mi possono dire che non ho più la guida operativa della diocesi di Ferrara e Comacchio che ho accettato con umiltà e spirito di servizio su richiesta di Benedetto XVI. Ma rimango arcivescovo emerito, non decado dalla responsabilità di guidare i cattolici, cosa che farò senz’altro, anche se con altre modalità. Mi dedicherò soprattutto al versante culturale. Cercherò di portare avanti un discorso di sensibilizzazione, in linea con la tradizione cattolica. Tenterò di attuare pienamente questo impegno con grande libertà, confortato da tanti autorevoli amici”.

E’ noto il suo grande rapporto con il papa emerito Benedetto XVI…
“In questi ultimi 4 anni ho incontrato diverse volte Benedetto XVI. E’ stato lui a chiedermi di guidare la diocesi di Ferrara, perché molto preoccupato della situazione in cui versava la diocesi. Con Benedetto è nato un rapporto di forte amicizia. Mi sono sempre rivolto a lui nei momenti più importanti per discutere delle scelte da fare e non mi ha mai negato il suo parere, sempre in spirito di amicizia”.

Visto questo rapporto, si è fatto un’opinione sul perché Benedetto abbia rinunciato al papato, un gesto clamoroso nella millenaria storia della Chiesa?
“Si è trattato di un gesto inaudito. Negli ultimi incontri l’ho visto infragilito fisicamente, ma lucidissimo nel pensiero. Ho poca conoscenza – per fortuna – dei fatti della Curia romana, ma sono certo che un giorno emergeranno gravi responsabilità dentro e fuori il Vaticano. Benedetto XVI ha subito pressioni enormi. Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d’inchiesta per indagare se l’amministrazione di Barack Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che le responsabilità verranno fuori. Si avvicina la mia personale “fine del mondo” e la prima domanda che rivolgerò a San Pietro sarà proprio su questa vicenda”.

Dopo la “rinuncia” di Benedetto si è assistito ad una svolta nella Chiesa. E’ un dato di fatto che il pontificato di Francesco sia al centro di discussioni. Da una parte, magari storicamente lontana dalla Chiesa, si assiste ad una celebrazione del nuovo papa, da ambienti definiti più tradizionalisti vengono critiche e dubbi…
“La Chiesa deve a Benedetto la straordinaria coniugazione di Fede e Ragione. La Ragione per indagare e la Fede come verifica. Con l’applicazione di questo metodo mi sono sentito a casa mia, in una sorta di ideale continuazione degli anni d’intesa con don Luigi Giussani.
L’attualità vede un grande dibattito e molta confusione in tanta ecclesiasticità, viene il sospetto che non siano chiare le linee di comprensione autentica, perché avvalorate dalla tradizione, dell’intero dogma cristiano. L’ipotesi è quella di far coincidere il cammino della Chiesa con il presente, ma non si considera che, senza tener conto della tradizione, questo tentativo è destinato all’infecondità.
Inoltre è scattata una damnatio memoriae dell’opera immensa dei pontificati di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
Tra le altre cose è incomprensibile che abbiano trovato accreditamento in Santa Sede personalità equivoche e discutibili. Equivoci perché privi di competenza scientifica. Dalla “Gaudium e Spes” emerge che la Chiesa deve rispettare la libertà e l’autonomia della ricerca tecnica e scientifica (“la legittima autonomia delle realtà terrene”), perché la ricerca, con metodi veramente scientifici e secondo le norme morali, non è in contrasto con la fede. E’ giusta la reazione a queste scelte incomprensibili da parte di tanti ambienti scientifici, che si vedono preferire scienziati meno competenti ed ideologizzati in senso anti cattolico”.

Le cronache forniscono sempre nuovo materiale per la fondamentale questione bioetica. Su questo punto, anche solo dal punto di vista di un osservatore dei media, appare evidente un affievolirsi della voce della Chiesa Cattolica.
“Questo è un aspetto sconcertante. Il ministero non deve essere mai taciuto. Anche in questo caso sembriamo aver dimenticato lo splendore dei pontificati del XX secolo. In quei casi assistevamo ad una pertinenza assoluta nel giudicare, per poi far scaturire, da questo giudizio, la carità.
Adesso assistiamo ad una “vulgata” che mette in dubbio le stesse parole di Dio, c’è una contrapposizione tra dottrina e pastorale, tra verità e carità.
Su questo punto basterebbe la folgorante definizione del Cardinal Cafarra: “La pastorale senza verità è puro arbitrio”.
La Chiesa adesso purtroppo pullula di associazioni e gruppi che danno indicazioni e norme di comportamento su tutte le questioni, senza considerare la verità.
La Chiesa si è sempre battuta per difendere l’umano. Se il mondo distrugge l’umano e io aiuto il Mondo, allora anch’io distruggo l’umano. Purtroppo l’impressione è che persone vicine alla Chiesa aiutino questa distruzione dell’umano”.

Una vicenda che sta dividendo il mondo cattolico è rappresentata dai “dubia” sollevati da quattro cardinali sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia di papa Bergoglio. La risposta a questi “dubia” non arriva, a suo giudizio papa Francesco dovrebbe affrontare i problemi posti?
“L’Amoris Laetitia ha bisogno di una specificazione, purtroppo la guida ultima della Chiesa ancora tace. Io penso che il Santo Padre debba rispondere, anche se sembrerebbe aver deciso per il contrario. Purtroppo si è scatenata un’autentica isteria contro questi quattro cardinali che sono stati accusati di tutto. C’è chi è arrivato a suggerire di togliere loro la berretta cardinalizia. Si tratta di episodi stomachevoli. Gli antipapisti di un tempo diventano iperpapisti per proprio uso e consumo”.

Anche Lei nella sua vita non si è mai risparmiato nel dibattito pubblico e spesso ha dovuto subire offese ed insulti.
“Mi sono sempre gloriato, come suggerisce San Paolo, delle offese che ho ricevuto per la difesa della fede e della carità. Sono in gioco questioni più profonde della mia singolare vicenda personale. Un esempio di questo modo di procedere l’ho vissuto proprio a Ferrara quando ho sollevato la questione della “movida” notturna davanti alla cattedrale. Ho posto il tema fondamentale dell’educazione, di cosa si facesse per quei giovani sbandati che rendevano un luogo come il sagrato della cattedrale un postribolo. Per questa mia presa di posizione, che era su un tema fondamentale e ineludibile – la questione educativa -, sono stato attaccato da pseudomoralisti presenti anche nelle istituzioni, ma nessuno ha risposto nel merito del tema che ho sollevato. Sono stato lasciato solo in questa battaglia da tutte le istituzioni, tranne il Prefetto di allora che, guarda caso, fu prontamente sostituito. Sono stato accusato di essere un reazionario, di moralismo, di non conoscere i giovani. Io non conosco i giovani? Come si può dire una cosa del genere? In tutta la mia esperienza nel movimento di Comunione e Liberazione sono sempre stato e sono tuttora a contatto con migliaia di giovani. Il problema è che diventa più facile criminalizzare che misurarsi sui problemi reali, e più facile offendere che discutere con chi pone delle questioni razionali e di buon senso.
Il problema è che dopo 4 anni la situazione non è cambiata, adesso non c’è più la movida notturna davanti alla cattedrale solo perché ci sono i lavori. Il dramma è che nessuno ancora si interroga sul futuro di questi giovani”.

Dalla lettura dei suoi testi, soprattutto quelli relativi alla storia della Chiesa e di quelli di Benedetto XVI emergono molte critiche agli stati moderni, a tratti ho avuto quasi l’impressione di trovarmi di fronte ad un “anarchismo cattolico”.
“Non mi piace l’espressione anarchismo. Nel solco di una solida tradizione ho individuato alcuni problemi. La Chiesa ha sempre ribadito che qualsiasi istituzione non ha diritti sulle questioni religiose. Origene, nel II secolo, affermava a proposito dell’imperatore: “Tu sei una grande cosa sotto il cielo, ma i diritti di Dio sono più grandi dei tuoi”. Quindi c’è sempre stata una chiara posizione della Chiesa su questi temi.
Lo stato moderno e contemporaneo ha messo in atto un tentativo terribile di assolutizzazione della politica e quindi dell’ideologia politica. La Chiesa ha combattuto questa deriva e ha impedito che il totalitarismo trionfasse. Lo stato deve restare nei suoi ambiti.
C’è anche un altro aspetto importante. Come diceva Hannah Arendt la democrazia non è una procedura, ma un costume. Se manca il costume, cioè il dialogo tra le parti, la democrazia può essere violata. Quando vedo che alcune opinioni non vengono neppure prese in considerazione temo per la democrazia. Per paradosso nell’Italia nel 2017, dove le opinioni diverse, non “mainstream”, vengono spesso criminalizzate, la democrazia corre un forte rischio, più grosso che in passato”.

Il tema del “fine vita” è tra i più dibattuti. Si ha talvolta la sensazione che emerga una volontà di negare la sofferenza, come se non dovesse più esistere per l’uomo contemporaneo. Platone, al contrario, nella sua concezione filosofica, affermava che uno dei metodi per arrivare alla conoscenza è proprio la sofferenza. Inutile aggiungere che questo concetto trova il suo apice nel Cristianesimo, nella Passione e nella Croce. Insomma, questo voler cancellare la sofferenza sembra voler negare una possibile via di conoscenza.
“La concezione post illuministica, maggioritaria nel mondo contemporaneo, vede la conoscenza come una “sistemazione di oggetti”, dove tutto è catalogato e spiegabile. La conoscenza autentica è invece l’aprirsi al mistero della vita, è la ricerca del senso di questa vita terrena. La sofferenza è un aspetto fondamentale della comprensione di questa realtà. Ora invece si banalizza la sofferenza, predomina un’antropologia dove la sofferenza non ha posto. Ma la realtà è testarda e rimane, prende il sopravvento tutte le volte che il mistero di Dio lo consente”.

Altre vicende sociali stanno infiammando il dibattito, come quelle relative alla famiglia. E spesso vicende molto complesse vengono risolte da sentenze giuridiche.
“Nel nostro paese è in corso, legittimamente, un dibattito dove sta emergendo un’antropologia che vede la vita come oggetto di una procedura manipolabile, alterabile, dove si avanzano pretese e diritti. Chi si batte contro questa visione propone invece un’antropologia dove la vita è considerata un dono.
C’è solo un luogo dove queste vicende possono essere discusse ed è il parlamento che rappresenta l’espressione della sovranità popolare.
Altri tentativi di risolvere questi problemi, come succede sempre più spesso attraverso la sentenze dei giudici non sono legittimi. La sentenza dei giudici di Trento, che riconosce due padri a figli nati con la procreazione assistita, è vergognosa. I giudici, la magistratura devono applicare ciò che è stabilito dal parlamento. Purtroppo negli ultimi 30 anni abbiamo assistito troppo spesso a delle prese di posizione di parte della magistratura che rappresentano delle lesioni alla democraticità del nostro paese”.

Leggendo e studiando i lavori di molti esponenti della Chiesa definiti come “tradizionalisti”, a volte mi sorprendo a trovare affermazioni che a mio modo di vedere sono rivoluzionarie. Però siete sempre definiti “retrogradi”, perché si applicano etichette spesso fuorvianti?
“C’è una splendida pagina del Manzoni in cui si afferma: “Il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”. E’ la perfetta rappresentazione della nostra epoca. Il senso comune è imposto da efficaci mass media che sono guidati dai grandi potentati economici e politici. Assistiamo a negazioni del buon senso assolute. Viene negata la bellezza dell’amore tra uomo e donna, la capacità di sacrificio, viene negata quella che Benedetto definisce la vita buona e bella. La tradizione deve essere condannata perché nega questo progressismo che non ha fondamento razionale e non è positivo sociologicamente. I paladini di queste prese di posizione non sentono neppure la necessità di giustificare queste affermazioni. Se uno si permette di contestare il senso comune viene accusato di lesa maestà. E il delitto di lesa maestà non è espressione di democrazia. Infatti la nostra democrazia è fragile, sembra spegnersi”.

E cosa si può fare per impedire che questo avvenga?
“La gente che non si sente definita da questo conformismo deve esprimere le proprie convinzioni, sia a livello individuale che collettivo. Poi, ed è questo l’aspetto più importante, deve verificare l’esito delle sue azioni. Questo è un grande insegnamento di Giussani: la verifica”.

Giussani e Cl, una parte fondamentale della sua vita. Lei è stato uno dei protagonisti di questo movimento, adesso non sembra in sintonia con i vertici.
“Cl è un’esperienza straordinaria di fede viva, di incontro reale con Gesù Cristo, che abbiamo amato più di nostro padre e di nostra madre. Giussani ci ha fomentato, ci ha portato ad essere figli della Chiesa e suoi umili servitori. Giussani ci ha insegnato a fare riferimento rigoroso alla tradizione teologica.
Adesso è innegabile che si propongano altre visioni, su cui non c’è stata talvolta coincidenza di vedute, ma mi auguro che la mia maggior libertà e la possibilità di stare sistematicamente a Milano rendano possibile non tanto la ripresa, ma la nascita di un dialogo che spero collaborativo”.


AMDG et DVM

mercoledì 23 giugno 2021

L’ultima profezia di Fatima


 

L’ultima profezia di Fatima: 

«Non uscite di casa ci sarà un grande terremoto»

Svelata una lettera con la drammatica visione di suor Lucia: 

<<Vedo la terra scuotersi e tremare, città e villaggi sepolti, rasi al suolo, inghiottiti, montagne di gente indifesa, vedo i fiumi e i mari che trabordano e inondano e le anime che dormono il sonno della morte»

Nel libro Fatima. Tutta la verità, scritto da Saverio Gaeta per le Edizioni San Paolo (240 pagine, 15 euro), si trova la più aggiornata e completa inchiesta sulla storia e il messaggio delle apparizioni ai tre pastorelli portoghesi. Pubblichiamo in esclusiva l’ anticipazione che riguarda uno dei temi più significativi e attuali: quello relativo all’ ipotesi di un testo scritto da suor Lucia in allegato al cosiddetto “terzo Segreto”, che ne spiegherebbe con chiarezza la visione e la profezia. Le apparizioni di Fatima furono sei e si susseguirono mensilmente fra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, sempre in presenza di Lucia e dei suoi cuginetti Francisco e Jacinta, proclamati beati nel 2000 (anche per suor Lucia è in corso il processo di beatificazione).

Come riporta Famigliacristiana.it, il 13 luglio ci fu la rivelazione di un Segreto diviso in tre parti: le prime due vennero rese note nel 1942, mentre l’ ultima è stata comunicata soltanto nel 2000, per decisione di papa Wojtyla, con un commento dell’ allora cardinale Joseph Ratzinger, che all’ epoca ricopriva l’ incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. La prima e la seconda parte del Segreto contengono la spaventosa visione dell’ inferno, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, la Seconda guerra mondiale e i problemi causati al mondo dalla Russia e dall’ ateismo comunista. La terza propone l’ immagine delle sofferenze della Chiesa e del Papa, nel quale [equivocandosi] si riconobbe Giovanni Paolo II. Ma diversi accenni, fatti in passato da personalità ecclesiastiche che avevano letto integralmente il terzo Segreto, non coincidono con il testo reso pubblico, avallando l’ idea che motivi prudenziali abbiano fatto mantenere riservata una parte dello scritto di suor Lucia.


Fu sostanzialmente il timore che Lucia potesse morire senza aver comunicato a nessuno la terza parte del Segreto a spingere il vescovo di Leiria, monsignor José Alves Correia da Silva, durante la visita che le fece il 15 settembre 1943 e la lettera che le inviò il 15 ottobre successivo, a chiederle per obbedienza di mettere tutto per iscritto. In effetti in quei mesi la veggente (ultima sopravvissuta dei tre pastorelli, ndr), aveva seri problemi di salute e dovette anche subire un’ operazione chirurgica alla gamba, a causa di un’ infezione che la debilitò molto.

Quando le forze glielo permisero, provò a eseguire l’ ordine per ben cinque volte, fra novembre e dicembre, senza risultati: «Non so che cos’ è, ma, nel momento in cui tento di accostare la penna alla carta, la mano si mette a tremare e non sono capace di scrivere neanche una parola: mi sembra che non sia nervosismo naturale, perché, nel momento in cui mi metto a scrivere una cosa differente, la mia mano è ferma. Mi sembra che non sia nemmeno timore morale, perché la mia coscienza agisce secondo la fede, e credo che sia Dio che mi dice di farlo tramite sua eccellenza. Allora non so che fare».

Il 3 gennaio 1944 avvenne la risolutiva svolta, chiarita soltanto di recente con la scoperta degli scritti inediti di suor Lucia: «Mi inginocchiai vicino al letto che, a volte, mi serve da tavolo per scrivere, e provai di nuovo, senza riuscire a fare niente; quello che più mi impressionava era che riuscivo a scrivere senza difficoltà qualsiasi altra cosa. Chiesi allora alla Madonna che mi facesse sapere qual era la volontà di Dio. E mi diressi alla cappella. Sentii allora che una mano amica, affettuosa e materna mi toccava la spalla, sollevai lo sguardo e vidi la cara Madre celeste».

L’ indicazione della Vergine fu precisa: «Non temere, poiché Dio ha voluto provare la tua obbedienza, fede e umiltà; stai serena e scrivi quello che ti ordinano, tuttavia non quello che ti è dato intendere del suo significato. Dopo averlo scritto, mettilo in una busta, chiudila e sigillala e fuori scrivi “che può essere aperta nel 1960 dal cardinale patriarca di Lisbona o dal vescovo di Leiria”».



In quel momento Lucia ebbe una nuova visione interiore: «Sentii lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui vidi e udii: - la punta della lancia come una fiamma che si allunga fino a toccare l’ asse terrestre; - e questa sussulta: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti vengono sepolti; - il mare, i fiumi e le nubi escono dagli argini, debordano, inondano e trascinano con sé in un vortice un numero incalcolabile di case e persone: è la purificazione del mondo dal peccato in cui si è immerso; - l’ odio, l’ ambizione provocano la guerra distruttrice!; - quindi nel palpito accelerato del cuore e nel mio spirito udii risuonare una voce soave che diceva: “Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, santa, cattolica, apostolica. Nell’ eternità, il Cielo!”. Questa parola “Cielo” riempì la mia anima di pace e felicità, a tal punto che, quasi senza rendermene conto, continuai a ripetere a lungo: “Il Cielo! Il Cielo!”. Non appena passò quella soverchiante forza soprannaturale, mi misi a scrivere e lo feci senza difficoltà, il giorno 3 gennaio 1944, in ginocchio, appoggiata sul letto che mi servì da tavolo».

Indubbiamente le frasi che si leggono nel diario di Lucia del 3 gennaio risultano molto forti e drammatiche, con le immagini delle acque che debordano e uccidono. Però, mentre qui si trattava di fogli personali, già in una lettera di ben sei anni prima la veggente aveva descritto immagini ancor più intense e sconvolgenti. Infatti, sul finire del 1937, il vescovo Correia da Silva inviò a Lucia, per verificare che il contenuto fosse esatto, la bozza della biografia su Jacinta scritta da José Galamba de Oliveira, pubblicata in prima edizione nel maggio del 1938. Nella lettera di risposta, la veggente non suggerì particolari modifiche, ma piuttosto approfittò della circostanza per lasciarsi andare a un’ intima confessione con il vescovo di Leiria, parlando di particolari che si intuiscono correlati al Segreto, soprattutto in relazione all’ immagine della «luce immensa che è Dio» presente anche nella “terza parte” rivelata.

Innanzitutto un auspicio: «Se solo il mondo riconoscesse il momento di grazia che ancora gli è concesso e facesse penitenza»; quindi la confidenza: «Vedo, nella luce immensa che è Dio, la terra scuotersi e tremare dinanzi al soffio della Sua voce: città e villaggi sepolti, rasi al suolo, inghiottiti; montagne di gente indifesa; vedo le cataratte fra tuoni e lampi, i fiumi e i mari che trabordano e inondano e le anime che dormono il sonno della morte!...» (e la frase si conclude con dei puntini sospensivi, simili a quell’ «ecc.» che si legge al termine della “seconda parte” del Segreto, dopo l’ annotazione sul Portogallo e la fede).

 

"Quando il mondo chiederà pace e sicurezza e rimpianti per tutto il male che ha fatto, l’improvvisa distruzione della nuova armagedon è arrivata e soffriranno".

Queste sono state le profezie della Vergine di Fatima quando sono comparsi tre bambini nel 1917 e ha detto che in queste date del 2005 sarebbe finita.

Lucia aveva solo 10 anni quando avvennero le apparizioni, iniziate il 13 maggio 1917. Lucia e i suoi due cugini videro la Vergine Maria su un albero per un periodo di sei mesi.
La religiosa carmelita Lucia del Cuore Immacolato, ultima sopravvissuta dei tre bambini che hanno garantito di vedere la Vergine Maria nella località portoghese di Fatima, deceduta all’età di 97 anni febbraio 14, 2005. Morì nel convento di Coimbra dove viveva dal 1948.

Questo messaggio è stato letto da Papa Giovanni Paolo II che ha deciso di non rivelare questo segreto perché ha considerato che facendolo avrebbe portato al mondo panico e disperazione.


Ora viene rivelato un’altra parte di questo messaggio.
Ann.

NON PER CAUSARE IL PANICO, MA PERCHÉ SI CONSIDERA CHE LE PERSONE SONO GIÀ PREPARATE A CONOSCERLO E POSSONO PRENDERE COSCIENZA DI QUELLO CHE SI AVVICINA NELLE PROSSIME DATE.
La sorella Lucia ha diffuso il messaggio prima di tutto a Papa Giovanni Paolo II, che al termine di leggerlo stava tremando e ha deciso di non renderlo pubblico per paura della reazione.
La vergine ha detto testualmente a Lucia: "Non aver paura, piccola mia. Sono la Madre del Cielo, che ti parla e ti chiede di rendere pubblico questo messaggio al mondo intero.

Facendo questo troverai forti resistenze.
Ascoltate bene e fate attenzione a quello che dico: gli uomini devono essere corretti. Con umili suppliche, dovete chiedere perdono per i peccati commessi e che potete commettere. Vuoi che ti dia un segnale affinché ognuno accetti le mie parole che, dal tuo intermediario, dico al genere umano. Hai visto il prodigio del sole e tutti, credenti, miscredenti, contadini, cittadini, saggi, giornalisti, laici, preti, lo hanno visto tutti.
Una grande punizione cadrà sul genere umano intero, non oggi né domani, ma nella seconda metà del XX secolo. L ‘ avevo già rivelato ai bambini Melania e Maximino, in ′′ la Salette “, e oggi lo ripeto a te perché il genere umano ha peccato e ha calpestato il dono che gli concede. Da nessuna parte del mondo esiste l’ordine e Satana regna sulle più alte postazioni determinando il piano delle cose.

′′ poiché gli uomini sono guidati dal demonio, seminando odio e vendetta ovunque
Gli uomini fabbricano armi mortali che possono distruggere il mondo in pochi minuti.
Metà dell’umanità può essere spaventosamente distrutta
Ci saranno conflitti tra ordini religiosi
Dio consentirà a tutti i fenomeni naturali come fumo, grandine, freddo, acqua, fuoco, riempimenti, terremoti, tempo inclemente, disastri terribili e inverni estremamente freddi come quelli di questi tempi di finire con la terra poco a poco,
Ci saranno malattie senza cura, la gente prende in giro i santi e la chiesa.
Ci saranno omicidi fuori controllo, la gente si ucciderà a vicenda, molte persone soffriranno.
Alcuni fenomeni naturali avverranno prima del 2005 e continueranno da lì in poi con maggiore intensità e distruzione, il clima cambierà improvvisamente, clima estremo.
Non sopravviveranno, mancanza di carità verso il prossimo e non amatevi l’un l’altro come mio figlio li ha amati.
Molti vorranno essere tra i morti, poiché milioni di persone perderanno la vita in pochi secondi e soffriranno troppo, arriveranno nuove forme di vita e contribuiranno alla distruzione per ottenere più potere per loro e procreare la loro nuova razza.

Le punizioni davanti a noi sulla Terra sono inimmaginabili, ma arriveranno senza dubbio.
Dio aiuta il mondo, ma chi non di testimonianza di fedeltà e fedeltà verso El sarà distrutto in modo irrimediabile, poiché molti gli hanno già voltato le spalle e lui non può fare nulla di fronte a questo ′′

Padre Agostino, che risiede a Fatima, ha ricevuto il permesso da Papa Paolo VI, di visitare la sorella Lucia.
Il padre Agostino esprime che lei lo ha ricevuto molto congoiato, con le lacrime agli occhi gli ha detto:
′′Padre, la Madonna è molto triste perché nessuno si è interessato alla sua profezia del 1917, alla gente non interessa questa profezia.
Così, mentre i buoni devono percorrere una strada stretta; i cattivi stanno percorrendo un sentiero ampio che li porta direttamente alla distruzione e credi, padre, che la punizione arriverà molto presto a partire dal 2006 e arriverà senza potersi fermare.

Molte anime possono perdersi e molte nazioni e stati scompariranno dalla Terra; il mondo può essere perso per sempre.
È giunto il momento per tutti di trasmettere il messaggio di Nostra Signora ai suoi familiari, ai suoi amici e al mondo intero.
Siamo vicini all’ultimo minuto, all’ultimo giorno e la catastrofe sta arrivando.

(ATTENZIONE) CHE CI ASPETTI?
Ovunque si parla di pace e sicurezza, ma la punizione arriverà senza nulla che possa fermarlo.
UNA GUERRA SENZA precedenti  PROVOCERÀ UNA DISTRUZIONE NUCLEARE.
Questa guerra può distruggere tutto, sarà un disastro.

L'oscurità cadrà poi su di noi per 72 ore (3 giorni) e la terza parte che sopravviverà a queste 72 ore di buio e sacrificio; inizierà a vivere in una nuova era.

In una notte molto fredda, 10 minuti prima di mezzanotte

UN GRANDE TERREMOTO stravolgerà la terra per 8 ore
I buoni, quelli che diffondono la profezia della Vergine di Fatima,

NON DEVONO TEMERE, ma gli altri subiranno le conseguenze di ignorare questo avviso, il terremoto causerà la distruzione di gran parte della terra, alcune parti si separeranno e causerà grande disastro!. COSA FARE?...
Mamma Lucia dice che la Vergine chiede:

′′Non uscite di casa e non fate entrare nessuno estraneo, arriveranno persone nuove e sconosciute che sembrano buone e diranno di unirsi a loro, alla loro nuova razza e forma di vita, non fate caso!..
Queste nuove ‘ ‘ persone ‘ ‘ approfitteranno della catastrofe che avverrà nel mondo (terra)….


La madre Lucia procede secondo quanto le è stato rivelato:
Affinché voi vi prepariate e possiate rimanere vivi, come i miei figli che lo siete; vi darò i seguenti segnali :.
La notte sarà molto fredda Soffiaranno venti forti ..
Ci sarà angoscia e presto inizierà un terremoto che farà tremare fortemente la Terra. ..
A casa chiudi porte e finestre e non parlare con nessuno che non sia dentro di lei [essa]...
Non guardare fuori, non essere curioso, perché questa sarà l’ira del Signore. ..

Accendete candele benedette, perché per tre giorni nessun’altra luce potrà illuminare. ..
Il movimento sarà così violento che sposterà la terra di 23 gradi e poi ritornerà alla sua posizione normale...
Poi arriverà una totale e totale oscurità che coprirà tutta la Terra. Ogni spirito maligno sarà sciolto facendo molto male alle anime che non hanno voluto ascoltare questo messaggio e a coloro che non vogliono pentirsi.


Tutto sarà buio e apparirà in cielo una grande croce mistica, per ricordarci il prezzo che tuo Figlio ha pagato per la nostra redenzione..
Mamma Lucia continua a riferire quello che la Vergine le ha affidato :.
Implorate [per] il prossimo: 
′O Dio perdona i nostri peccati, salvaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia “..

Coloro che credono nel messaggio che Dio invia e portano il messaggio agli altri, non devono temere nulla nel Grande Giorno del Signore. ..

Coloro che tacciono ora saranno responsabili di questo gran numero di anime perse per ignoranza. ..
Quando la Terra non trema più, coloro che ancora non credono nel nostro Signore moriranno terribilmente. 
Il vento porterà gas e innaffiarà ovunque.
Così sorgerà il sole.
Molti possono vivere dopo questa catastrofe ...
Una volta iniziato, non devono guardare fuori per nessun motivo, perché Dio non vuole che nessuno dei suoi figli veda quando punire [punisce] questi peccatori, non vuole che vedano come soffrono e non vuole che vedano il dolore che provoca loro queste persone cattive.>>


GESU' MARIA VI AMO
SALVATE LE ANIME