Oggi B. ha dichiarato che “bisogna seminare semi di amore e che i LEGALISMI CLERICALI sono terreno arido”. QUI
Colpisce un po’ che questo invito arrivi proprio nei giorni in cui vengono messe in dubbio - a livello giuridico - le dimissioni di Ratzinger e pertanto la sua elezione come “p. F.”
Peccando di una certa aridità, o confidando nel fatto che, come ripete la Chiesa da 2000 anni, “Veritas summa charitas est”, cerchiamo di esaminare una vicenda in cui parecchi conti non tornano.
Il mondo non si è mai spiegato perché Benedetto XVI non abbia abbandonato la veste bianca dopo la sua Declaratio di dimissioni - ormai presunte (visto che nessuno risponde alle numerose contestazioni giuridiche) – in cui annunciava una rinuncia al soglio di Pietro che non venne mai ratificata, QUI e che, peraltro, pare fosse costruita in modo invalido QUI .
Un’ipotesi potrebbe essere quella per cui lui continua a vestire di bianco perché non si è mai dimesso. Ha rinunciato solamente a due accessori della veste da papa, la mantella e la fascia, come simbolo della rinuncia fattuale a due funzioni pratiche: governare la barca di Pietro e annunciare il Vangelo, come scritto nella Declaratio. Per il resto mantiene la veste è bianca perché continua ad essere l’unico legittimo papa.
DETTAGLI
La questione della veste bianca ha destato anche la pubblica stigmatizzazione, in dicembre, del Card. Pell: “Un papa dimissionario dovrebbe essere reinserito nel collegio cardinalizio in modo da essere conosciuto come «Cardinale X, papa emerito» NON DOVREBBE INVECE VESTIRE DI BIANCO e non dovrebbe insegnare pubblicamente". QUI
Fino ad oggi, l’unica spiegazione ufficiale per questa “mise” è stata quella che Ratzinger stesso ha inviato, nel 2014, al vaticanista Andrea Tornielli (in seguito capo ufficio stampa vaticano nominato da Bergoglio). QUI
“Nella lettera che ci ha inviato – riporta Tornielli - il Papa emerito risponde anche alle domande sul significato dell'abito bianco e del nome papale. «Il mantenimento dell’abito bianco e del nome Benedetto è una cosa semplicemente pratica. Nel momento della rinuncia non c’erano a disposizione altri vestiti. Del resto porto l’abito bianco in modo chiaramente distinto da quello del Papa»”.
Cosa pensereste? Dato che il titolo dell’articolo è: “Ratzinger: la mia rinuncia è valida, assurdo fare speculazioni”, per quanto surreale la risposta, si è portati, sulle prime, a immaginare che, dopo l’abdicazione, Benedetto non si fosse rimesso la veste NERA bordata di rosso da cardinale perché nel suo armadio aveva solo abiti bianchi.
Eppure, leggendo nel libro intervista di Peter Seewald “Ein Leben” del 2016, Ratzinger racconta di come la sua scelta fosse stata programmata da vari mesi e, come da sue dichiarazioni del 2016 inviate al Corriere della Sera, pensò di scrivere la Declaratio ben due settimane prima.
Possibile che con tutto questo anticipo Benedetto non si fosse provveduto di una veste nera da cardinale? Non aveva conservato nessuna talare nera dei vecchi tempi? Non c’era un fornitore ecclesiastico che potesse noleggiarne una al Papa? E negli otto anni successivi non ha trovato un sarto all’altezza?
Allora una domanda da porre a S.E. il Card. Pell è lecita: “Possibile che Benedetto XVI continui a vestire di bianco proprio perché NON E’ DIMISSIONARIO, in quanto non si è mai dimesso validamente?”.
Su questo tema sono stati scritti diversi libri: QUI E QUI
Allora, proviamo a cambiare prospettiva e a fare un’ipotesi: Benedetto ha rinunciato a fascia e mantelletta solo perché ha rinunciato fattualmente a due funzioni pratiche del suo incarico, ma resta sempre il papa e pertanto la veste rimane bianca.
Di fatto è vero che lui ha rinunciato al ministero, ma inteso come ministerium (esercizio). Infatti lui è inattivo da otto anni dal punto di vista pratico-amministrativo, come negarlo?
ATTENZIONE: Come già spiegato in passato, il diritto canonico divide il ruolo del papa in munus (incarico divino) e ministerium (esercizio pratico), ma in italiano entrambi sono tradotti con la parola ministero.
Quindi, che Benedetto abbia rinunciato a uno dei due “ministero” (il ministerium, non il munus) e che non amministri praticamente la Chiesa, né annunci il Vangelo (funzioni pratiche) è assodato.
Ecco perché scrive a Tornielli: «Non c'è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino. Le speculazioni in proposito sono semplicemente assurde». No, infatti, non c'è dubbio.
E’ tuttavia diverso dall’interpretare questa frase come: “La mia Declaratio è stata un atto ratificato con piena validità giuridica di rinuncia al ministero inteso come munus, e quindi era una rinuncia al papato”.
Esempio: immaginiamo un Tizio a cui abbiano rubato l’automobile. Se egli dice: “Non c’è alcun dubbio che io sia oggi appiedato” è vero, ma questo non può essere interpretato tout court come: “Ho venduto la macchina, e per questo sono appiedato”. Nel primo caso, un accidente subìto conduce Tizio a non poter usare la macchina, nel secondo caso è un atto giuridicamente valido da lui firmato a farlo restare a piedi. E’ vero che Ratzinger ha voluto liberamente rinunciare all’esercizio pratico, come dice egli stesso, ma questo non comporta il fatto che lui lo abbia ratificato, né tantomeno che questo lo abbia fatto dimettere da papa.
IN SINTESI: una spiegazione logica per cui Benedetto XVI oggi continua a vestire di bianco, con una talare priva di due accessori, potrebbe essere perché lui ha fattualmente rinunciato a due funzioni dell’esercizio pratico , ma SENZA DIMETTERSI DA PAPA.
E’ prassi comune dei prelati che quando stanno al chiuso non indossino mantelletta e fascia. Non a caso il papa emerito Ratzinger indossa la talare menomata perché sta sempre al chiuso, pur restando sempre il papa. “Una soluzione pratica”, come, appunto, sottolinea.
Spiegazioni alternative, ne abbiamo?