lunedì 15 febbraio 2021

Verdi Garandieu, un prete dannato, é costretto a parlare

 5 APRILE 1978

Verdi Garandieu, un prete dannato, 

é costretto a parlare

Esorcista: Devi parlare per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, te l’ordina San Vincenzo Ferrier, questo grande cacciatore d’anime, che tante anime ti ha strappato!

Verdi Garandieu: Non a me, non a me, ma al Vecchio Lucifero) (beffarda risata), non a me, non…

E: Le ha strappate all’inferno. Ha strappato le anime all’inferno col suo zelo.(1) Dal 1975, dopo la prima constatazione della possessione nell’ossessa espiatrice, Verdi Garandieu si presenta come un prete dannato del XVII secolo, dei Pirenei. Nel testo dell’esorcismo sono annotate tra parentesi le reazioni del demonio VERDI (pianto, urla, ecc.), che si manifestano attraverso l’ossessa.

V: Sono solo uno tra molti (risata); sono un disgraziato tra molti. Che sciocchezza (con voce forte), che sciocchezza ho dunque fatto! Ho condotto una vita veloce come il lampo! Perché non sono vissuto meglio? Perché non sono stato prete secondo la volontà di Dio, di LUI LASSÙ (gesto verso l’alto)? Perché non ho corrisposto alla sua grazia? Perché (con voce forte e piangendo) ho abbracciato il sacerdozio, se non ne ero capace, o se non mi sono mostrato pienamente capace di esercitare una funzione pesante, piena di responsabilità, di esercitarla come avrei dovuto esercitarla (piangendo…)?

E: Di la verità, Verdi Garandieu, in nome di Gesù Cristo, tutto per la sola gloria di Dio!

V: Ho peccato dando il cattivo esempio. Ho dato il cattivo esempio come anche oggi migliaia, decine di migliaia di preti danno il cattivo esempio. Non ho (respiro faticoso) impartito un buon insegnamento religioso.

E: Di la verità, Verdi Garandieu, solo la verità, in nome di Gesù Cristo! Dannato per la sua tiepidezza

V: Ho osservato più le gonnelle che i comandamenti di Dio. Sono stato condannato perché ero troppo tiepido. QUELLO DI LASSÙ (gesto verso l’alto) mi ha letteralmente detto: “Io ti vomiterò dalla mia bocca perché non sei né freddo né caldo”.

E: Parla, Verdi Garandieu, per la gloria di Dio, di quanto devi dire sulla tua vita!

V: La mia vita fu… Nella mia gioventù ero ancora buono (quasi piangendo). Ho (gridando amaramente) ancora corrisposto alla grazia in quel momento (piangendo di disperazione). Nella mia gioventù ho ancora corrisposto alla grazia, ma poi sono diventato tiepido. Mi sono inoltrato sempre più nella via larga. Ho abbandonato la via della virtù e non ho più corrisposto alla grazia. Allora sono caduto sempre più in basso. Forse, all’inizio, mi sono di nuovo confessato. Volevo ancora convertirmi; più d’una volta ho voluto ritornare indietro e combattere i miei difetti (con voce forte), ma…

E: Di la verità in nome di Gesù Cristo, per la gloria di Dio, solo la verità!

V: …ma non vi riuscivo più, perché pregavo troppo poco… Ho pregato poco e troppo poco ho corrisposto alla grazia. Ero, come si dice, tiepido. Tiepido è già essere freddo, da tiepido a freddo il passo è brevissimo. Si dovrebbe essere caldi, caldi, ardenti, allora non accadrebbe ai preti cio’ che è avvenuto di me. Ma voi avete adesso migliaia, decine di migliaia, più di un milione di preti che sono come me, tiepidi e non… non (grida).

E: Di la verità!

V: …e non corrispondono più alla grazia, è quanto loro accadrà se non si convertono, non accolgono totalmente in loro il fuoco dello Spirito Santo e non lo lasciano agire, non sarà meglio di quanto è accaduto a me, Verdi. Sono molto infelice nell’inferno. Vorrei non essere mai vissuto. Soprattutto vorrei, se dovessi vivere, poter ritornare indietro e poter far meglio. Come vorrei far meglio! Come vorrei restare in ginocchio giorno e notte, pregando LUI LASSÙ (gesto verso l’alto) e chiedere perdono; chiamerei in mio aiuto tutti gli angeli e tutti i Santi per non seguire di nuovo la via della perdizione. Ma (con voce forte), io, io (lamenti) NON POSSO PIÙ RITORNARE INDIETRO… NON POSSO PIÙ RITORNARE INDIETRO (gridando con voce sconvolgente) SONO DANNATO! Gesù Cristo ha dato l’esempio della temperanza. I preti non sanno che vuol dire essere dannato. Essi (con disperazione) non sanno cio’ che è l’inferno! Quasi tutti attualmente seguono la via della minore resistenza. Credono di dover vivere felici, di dover godere quanto si può godere nella vita. Credono comunque che oggi non si possono più cambiare l’umanizzazione e il modernismo e che si deve camminare col proprio tempo; i superiori, i vescovi, i cardinali e i preti non danno esempio migliore. Prendono ancora magari cibi a una povera tavola, come Cristo stesso ha dato loro l’esempio? Certo, Cristo, come lo si constata nella Bibbia, si è seduto a tavola e ha mangiato in cerimonie come matrimoni e talune feste. Ma l’ ha fatto solo perché…

E: Di la verità e solo la verità, Verdi, di la verità e solo la verità in nome di Gesù Cristo!

V: Egli l’ ha fatto, per cosi dire, per carità verso il prossimo, ma non ha mai mangiato molto. Ha sempre mangiato piuttosto frugalmente, e non parleremo dei momenti in cui non assisteva a feste. CRISTO HA SOFFERTO MOLTO LA FAME, PIÙ DI QUANTO SI PENSA. La Sacra Famiglia e gli Apostoli hanno sofferto molto la fame e digiunato, altrimenti non avrebbero ricevuto le grazie che sono state loro concesse.Certo Cristo aveva già in Sé tutta la pienezza della grazia; non aveva più bisogno della grazia, in particolare non sarebbe stato necessario implorarla con la preghiera. Egli era la grazia e la luce in persona. Ma doveva dare l’esempio agli apostoli e a tutta l’umanità, in particolare (con voce forte) ai preti, vescovi, superiori, cardinali e al Papa.Egli ha dato l’esempio nel grado più completo, il migliore e il più perfetto, ma a che cosa è servito?Ora i preti mangiano alle tavole più riccamente servite con “dessert”, vino e tutti i condimenti. A volte fanno anche bisboccia più di quanto lo consenta la loro salute, e credono addirittura che è del tutto normale quando si è vescovo o si ha un posto elevato.Le cuoche che fanno da mangiare per i vescovi e queste autorità religiose, ed anche per certi preti, credono con la massima buona fede, che si deve portare in tavola questo e quello. “E un gran signore; è rivestito di alte dignità! Dovremmo vergognarci se non gli si servisse questo e quello”. Ma esse dimenticano che non è l’imitazione di Cristo.Sarebbe meglio per queste cuoche che facessero notare ai vescovi, preti, superiori o cardinali che Cristo ha dato l’esempio della povertà, della povertà e della virtù. LUI LASSÙ (gesto verso l’alto) vuole che si pratichi l’imitazione di Cristo (con voce forte) e quanto è praticato oggi è tutt’altra cosa dell’imitazione.È lo sfarzo, la bisboccia, la bella vita è il lusso fino al peccato. Il peccato non comincia solo quando comincia realmente. Il peccato comincia già quando non si insegna più la rinuncia e quando non la si pratica più. II peccato comincia già quando l’uomo potrebbe rinunciare, ma non lo fa.Certo, non comincia qui il peccato completo, nel suo vero senso. Ma la via che vi conduce comincia già quando si smette di praticare la rinuncia, quando non ci si vuol più sacrificare e quando si segue la via della minore resistenza. Allora la via che conduce al primo peccato, che sia veniale o che arrivi fino al peccato mortale, non è più molto lunga, perché noi giù (gesto verso il basso) abbiamo un immenso potere e facciamo sempre quanto possiamo. Ci si istruisce cosi bene, e anche noi, demoni umani, veniamo istruiti e guidati cosi bene che prendiamo sempre l’uomo in tal modo o lo si può prendere meglio. Ma quando qualcuno non ha mai veramente bene…

V: …quando qualcuno non ha mai veramente bene, perfettamente seguita la via di Cristo con la sua povertà e la sua virtù, la via della preghiera, della Croce, della rinuncia, del sacrificio, della virtù, quando omette solo una di queste cose o la trascura totalmente, noi cerchiamo allora di prenderlo da quel punto. Se è solo una fibra del suo abito, è pero già una fibra e col tempo possiamo avvelenare tutto il suo abito (lamenti). Non voglio più parlare.

E: Di la verità, Verdi Garandieu, per la gloria di Dio, sulla tua vita, sulla vita del prete come dev’essere! Di la verità per la gloria di Dio!

V: Il mio sacerdozio, l’ ho… Forse, credevo allora di avere la vocazione, e volevo… Certo, intendevo diventare un buon prete, ma un prete, non bisogna mai dimenticarlo, un prete è in pericolo più di un laico di essere sedotto da noi giù (dall’inferno). Forse anche i laici corrono questo pericolo, soprattutto le anime privilegiate o quelli che ricoprono una carica importante. Ma un prete ha un’altissima consacrazione. E perché ha un’altissima consacrazione, e con essa può nuocere a noi giù (gesto verso il basso) nella maniera più devastatrice, ci scateniamo di più contro i preti che contro gli altri uomini. È quanto successe (piangendo), è quanto successe anche per me. Io pensavo…

E: Di la verità, Verdi, solo la verità in nome di Gesù Cristo, per la gloria di Dio, solo la verità sulla tua vita!Abbandono della preghiera

V: …Io pensavo: adesso sono prete. Ho raggiunto la mia meta. All’inizio ho esercitato ancora abbastanza bene il mio ministero, ma poi, poi, a un tratto trovavo ciò troppo monotono. Ho cominciato a trascurare la preghiera del Breviario. Prima non ho più recitato tutta la preghiera. Poi a poco a poco ho cominciato a non recitare più la preghiera, quando era una giornata faticosa o quando mi sembrava essere una giornata faticosa. Proprio all’inizio, la rimandavo e poi, tutt’a un tratto, arrivai a… Non voglio parlare.

E: Di la verità, Verdi, in nome di Gesù Cristo, per la gloria di Dio! Di la verità sulla tua vita per avvertire i preti! Di la verità, solo la verità!

V: …e poi, tutt’a un tratto, arrivai a pensare: “Ah! queste noiose preghiere del Breviario! Queste preghiere sono lunghissime e prendono un tempo incredibile”, pensavo. Ma sarebbe stato meglio non pensarlo, perché questa sospensione della preghiera del Breviario mi fu fatale.Quando smisi di recitarlo, caddi a poco a poco nel peccato. Ma quando sono caduto nel peccato, il peccato d’impurità, ho ovviamente smesso di dire la mia messa con raccoglimento, già non ero più in stato di grazia. La Bibbia, e tutto cio che vi si trova, era per me un rimprovero; i dieci comandamenti e il Nuovo Testamento erano per me un richiamo all’ordine, perché non li vivevo più nel loro senso più vero. Poiché tutto questo era per me un richiamo all’ordine, io non volevo più istruire i bambini come si deve e in profondità; infatti come avrei potuto inculcare loro il bene mentre già io stesso non lo vivevo più, e per questo devo dire… Non voglio parlare.

E: In nome di Gesù Cristo, in nome del Santissimo Sacramento dell’Altare di la verità e solo la verità sulla vita e la condotta del prete!

V: …per questo devo dire che come per me succede per la maggior parte dei modernisti e umanisti, e quali che siano i nomi che portano oggi. Come vogliono predicare ai bambini e ai laici qualcosa che essi stessi non vivono più? Come vogliono ridare al mondo cio’ che essi stessi non hanno più, cio’ che non è nel più intimo di loro stessi? Dovrebbero mentire (lamenti). Non voglio…

E: Di la verità e solo la verità in nome di Gesù Cristo, in nome della Santissima Trinità, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, del Santissimo Sacramento dell’altare, solo la verità per la gloria di Dio e per la guida dei preti!

V: i loro cuori sono diventati luoghi malfamati, in molti, in molti più di quanto lo si pensi. E, quando non sono ancora diventati luoghi malfamati, sono in ogni caso già tarlati. Ma come mela in cui abita già un verme, può rimanere col tempo una mela intera, succosa, intatta e diffondere il suo migliore profumo!Lo può solo un prete che vive egli stesso la virtù e ne dà l’esempio agli altri. Se i preti attuali, come lo dovrebbero, dessero ancora l’esempio della virtù alla gioventù e al mondo, avreste un mondo mille volte migliore di quello che avete. Come diffondere il bene se non l’ ho in me? Come parlerò dello Spirito Santo, se io stesso sono contento di non ascoltarlo, perché ho già lasciato la via che…

E: Di la verità e solo la verità in nome di Gesù Cristo, Verdi Garandieu!Indifferenza verso il Santo Sacrificio della Messa

V: …perché ho già lasciato la via che lo Spirito Santo mi ha tracciata e mi prescriveva! È terribilmente tragico, molto più di quanto voi uomini possiate pensarlo. È tanto più tragico in quanto un prete (piangendo) che non da più il buon esempio ed è sul punto di lasciare la via della virtù trascina con sé una massa di gente o in ogni caso parecchi, e questo comincia anche alla Santa Messa. Dall’inizio alla fine un prete non celebrerà la S. Messa con profondità e pietà se la sua condotta sacerdotale non vi è conforme. Egli arriverà anche, in ogni caso capitò a me… (quasi piangendo).

E: Di la verità, Verdi Garandieu, solo la verità in nome di Gesù Cristo e della Santissima Vergine…!

V: …egli arriverà fino a provare ripugnanza per la Messa, fino a preferire che essa non esista. E tuttavia, perché è prete, la dice, deve celebrarla dinanzi alla gente. Forse, nel mio caso, la Santa Ostia era ancora consacrata, e lo è ancora con migliaia e migliaia di preti che vi credono ancora, perché Dio è misericordioso, perché i fedeli vengono con pietà nel cuore, e non possono sapere cio’ che sono i cuori dei preti, ma, ma (con voce esortante) guai, guai…

E: Di la verità e solo la verità, Verdi Garandieu, in nome di Gesù Cristo, solo la verità!Adattamento della Dottrina a una vita facile

V: …Guai (con voce seria), guai ai preti che non dicono cio’ che dovrebbero dire, che non vivono più cio’ che dovrebbero vivere e insegnano ai fedeli a seguire false vie. Sarebbe meglio… sarebbe meglio che ciascuno di loro dicesse pubblicamente sul pulpito dinanzi a tutti i fedeli: “Perdonatemi, ho peccato! Non sono sulla via della virtù! Pregate per me affinché mi riprenda e di nuovo possa insegnarvi il buon modo di vivere nel senso più vivo”.Ecco quanto farebbe meglio a dire. Sarebbe un atto di umiltà e noi non avremmo più questo potere su di loro, anche se una parte di gente li disprezzasse. Essa avrebbe malgrado tutto, infine, nel più profondo di se stessa, un’alta stima per questo prete. Sarebbe, comunque, una via migliore della via dell’ipocrisia e della perfidia (proferendo a stento le parole).Ha un senso stare in piedi, avanti, celebrare la messa di fronte al popolo e dire: “Dio perdonerà (respiro faticoso), andate da Lui. Egli vi comprende, andate dal Padre. Egli è il Padre di Luce: se siete nelle tenebre, comprenderà e vi accoglierà di nuovo nella grazia e nell’amore”.Tutti questi preti dimenticano che sono necessarie certe cose perché questo Padre di Luce prenda di nuovo nelle sue braccia questi preti o questi fedeli che sono caduti. Certo, li prende di nuovo, ma è necessario il pentimento e non solo è necessario il pentimento, perché la riparazione fa anche parte del pentimento e della confessione. Se voglio migliorarmi, devo prima estirpare queste vie che conducono al peccato e mi sono fatali.Devo prima cominciare nel più intimo di me stesso, e solo dopo posso essere un modello per gli altri, in tutta la profondità voluta. Si potrebbe dire in poche parole, predicare alla luce dello Spirito Santo cio’ che devo predicare, cio’ che sono incaricato di predicare e che sarebbe dinanzi a QUELLO DI LASSÙ… (gesto verso 1’alto)… (respiro faticoso).Si parla solo dell’amore del prossimo ma non si parla più dell’amore di Dio. Si parla troppo dell’amore del prossimo e si dimentica che l’amore del prossimo deriva solo dal perfetto amore di Dio. Perché parlare sempre di amore del prossimo, di riconciliazione e di reciproca comprensione se si dimentica il principale comandamento a questo proposito? Il primo è il più grande comandamento è: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze”…

E: Di la verità e solo la verità in nome di Gesù Cristo!

V: (lamenti) …e solo dopo viene “e il prossimo tuo come te stesso”. Se questi preti, ognuno di loro, facessero la pace con QUELLO DI LASSÙ (gesto verso l’alto), il che dovrebbero peraltro fare, se volessero amarLo, l’amore del prossimo verrebbe da sé stesso e ne deriverebbe. È, è una… Non voglio parlare!

E: Di la verità, Verdi Garandieu, in nome… per la gloria di Dio, in nome di Gesù Cristo, della Santissima Trinità, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, nient’altro che la verità e solo la verità!

V: …è una messinscena, completamente riuscita, della Massoneria il dire sempre: amore del prossimo, vivere nella carità, riappacificarsi l’un l’altro, perdonarsi e sostenersi a vicenda. E dove arrivano? Dove si arriva con questo sostegno e questa riconciliazione? Guardate la quotazione dei suicidi! Se questi uomini vedessero dov’e davvero il principale comandamento!Certo, è detto nel primo e più grande comandamento: “E il prossimo tuo come te stesso”, ma cio’ viene dopo: “Amerai il Signore Dio tuo”. Non si può davvero chiamare amore quello che questi preti vivono da anni, questi preti che non sono mai ancora vissuti cosi male come adesso. Si deve cominciare soltanto qui. Si deve praticare di nuovo il principale comandamento e le prime frasi totalmente, senza limiti.E allora questo “il prossimo tuo come te stesso” sarà incluso da sé stesso. Tutti i comandamenti in modo generale sono inclusi in questo principale comandamento. Se lo si osservasse, non si sarebbe costretti a parlare sempre di carità, d’amore del prossimo, di tentativi di riconciliazione e non so che cosa. Tutto questo sarebbe compreso nella sola visione di un’erba o di un ramo verdi, ma nulla di simile accade. Si discute solo e si parla sempre di assemblee ecclesiastiche e di conferenze episcopali.Perfino al vertice, a Roma, non si fa che parlare, dibattere, discutere, esaminare, fare adottare e ancora blaterare, sopprimere ancora qualcosa e lasciarla ancora passare, sicché infine sono state soppresse e lasciate passare tante cose che cio’ non può assolutamente più durare, dinanzi a LUI LASSÙ (gesto verso l’alto). Perché LUI LASSÙ non è soltanto misericordia, ma è anche giustizia infinita quanto misericordia. Questo, io l’ ho visto, io (piangendo), io, Verdi, Verdi. Ho dovuto farne l’esperienza io stesso. Se avessi solo…

E: Garandieu, di la verità, solo la verità in nome di Gesù Cristo e della Santissima Vergine Maria!Il vero amore del prossimo è strappare le anime dall’inferno col sacrificio

V: …se solo fossi vissuto meglio! Se avessi praticato la virtù! Se solo avessi pregato di più! Se solo avessi fatto penitenza! Se solo avessi cercato di amarlo, LUI LASSÙ! se solo avessi detto: “Io ti seguo in croce. Dammi croci per le mie pecore, per quanto posso sopportarle, affinché ti segua”. Tutto questo, ho dimenticato di dirlo. Tutto questo ho dimenticato di dirlo quando ho smesso di volerlo dire! E anche la maggior parte dei preti d’oggi dimentica di parlare dell’imitazione di Cristo, della via della Croce, e di dire che si deve fare penitenza ed espiare per gli altri affinché non si perdano. Questo non è detto. Dovrebbero gridare dall’alto del pulpito: “Voi laici, fate penitenza, sacrificatevi per gli altri quando vedete che affondano nel fango del peccato”. Sarebbe il più grande amore del prossimo. Ogni altro amore del prossimo come: portare da mangiare, procurare vestiti, cercare case…

E: Di la verità e solo la verità, Garandieu! Di la verità in nome di Gesù Cristo!

V: …tutto questo cade in rovina. Certo è necessario al sostentamento della vita, ma normalmente è Dio stesso che lo da, soprattutto nel nostro tempo, e in Europa, dove la maggior parte della gente ha abbastanza da mangiare, e dove i salari e il tenore di vita sono cosi’ alti che tutti se la cavano in qualche modo.Non si deve vantare come la cosa essenziale che bisogna aiutarsi a vicenda e sostenersi e assistersi, visitarsi reciprocamente e venire in aiuto gli uni gli altri. Certo bisogna aiutare chi e’ nel bisogno, ma lo si mette troppo in rilievo, Si dovrebbe gridare dall’alto del pulpito: “Laici, sacrificatevi per tale e tal’altra anima, perché è in pericolo di peccare. Pregate per lei, accendete candele benedette. Fate il segno della croce su quest’anima”.I laici possono anche questo. Non hanno l’alta potenza della benedizione del prete, ma fare un segno di croce sugli altri, qualsiasi laico può farlo. Meglio è che prendano per farlo un Crocifisso o il rosario e che gettino anche da lontano acqua benedetta su queste anime. Non è esagerazione. Ogni laico può farlo. E questo porta inoltre certe benedizioni. Egli non deve dire: “Sono potente, posso benedire” e che so ancora. Può farlo in silenzio, ma porta comunque sia benedizioni, e noi giù (in inferno) dobbiamo ritirarci. Si dovrebbe predicare (con voce forte)… Non voglio parlare.

E: In nome di Gesù Cristo, della Santissima Trinità, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Verdi Garandieu, di la verità e solo la verità per la gloria di Dio!

V: Si dovrebbe predicare dall’alto del pulpito: “Voi uomini, che volete chiamarvi figli di Dio, che venite nella nostra chiesa, prendete le cose sul serio, prendetele sul serio, fate penitenza e sacrificatevi per il prossimo. Esso è in pericolo. Pregate gli uni per gli altri, per non perdervi, per perseverare fino alla fine e seguire la via della virtù. Voi, laici, pregate il più possibile per i preti e le personalità ecclesiastiche, affinché il Maligno non possa vincerli assalendoli, e possano condurvi molto diritto, perché anche voi, preti, io non sono più, non sono più sulla terra adesso, ma mi è rimasto il sacerdozio. E per questo devo soffrire terribilmente (respiro faticoso)…

E: Parla, Garandieu, di la verità e solo la verità in nome di Gesù Cristo!Bisogna pregare e sacrificarsi per i preti

V: …perché anche voi, preti, avete bisogno della preghiera. Per ogni prete sul pulpito, dove dovete predicare, Giuda e già stato costretto a dirlo: sarebbe meglio predicare sul pulpito….I preti non dovrebbero vergognarsi di dire ai laici: “Pregate, pregate anche per me, affinché vi conduca sulla retta via. Pregate abitualmente per noi preti, perché noi siamo attaccati dall’inferno più di quanto lo crediate. Pregate affinché perseveriamo fino all’ora della nostra morte, e pregate per voi stessi, gli uni per gli altri, affinché seguiate la via della virtù fino alla morte e non solo per qualche settimana o qualche anno o proprio in una cosa momentanea”. È una terribile malizia del destino, devo dirlo io, Verdi Garandieu…

E: Di la verità, Verdi Garandieu, solo la verità in nome di Gesù Cristo, della Santa Croce…

V: …che vi sono tanti preti e tanti laici che seguono certo la via della virtù e sono stati buoni preti e buoni laici finche, si potrebbe dire in un certo senso, siano avanzati e abbiano raggiunto il punto di cui parla Gesù a proposito del grano: un seminatore usci’ per spargere la sua semente.Granelli caddero tra le spine e furono soffocati, e granelli spuntarono. Si credette che essi fossero ben spuntati. Si potrebbe dire la stessa cosa di quelli che hanno seguito fino a quel punto la via della virtù, ma quando vengono le tentazioni, e quando tutto il clero della Chiesa strombazza loro: adesso si deve seguire tale e tal’altra via, adesso è valida l’altra…, e non la via di Dio. Ma essi non dicono la via di Dio, ma è in un certo senso la stessa cosa agli occhi del Cielo, perché è la via sempre seguita che non è più valida oggi. Allora cadono nel dubbio. Al momento della tentazione cadono… e venne il sole, li brucio’ e seccarono. Questo vale oggi per migliaia e decine di migliaia di preti e di laici che non possono resistere. Essi non hanno potuto praticare grandi virtù prima e perciò cadono e non sono forti quando si tratta di praticare veramente la virtù di forza.Pregare per ottenere la perseveranza. Per questo oggi si dovrebbe pregare molto, e la perseveranza, per reggere fino alla fine. Adesso sarebbe proprio d’attualità che ogni prete gridasse dal pulpito almeno due o tre volte al mese: “Perseverate, seguite la via fino in fondo, seguite la via della Croce! Vedete, Cristo ha avuto la parte più bella di voi?”.Dovrebbe anche gridare: “Voi che siete poveri e poco possedete nella vita, sopportatelo con pazienza, perché il vostro salario sarà nel Cielo”. E tuttavia non è come molti Santi l’ hanno praticato, per esempio un santo curato d’Ars, che pregava e digiunava fino all’estremo. Si dovrebbe dire a questi laici che vivono nella povertà:”Ringraziate il Signore e lodatelo, perché vi ha fatto dono della povertà come imitazione di Cristo, come anche gli apostoli hanno dovuto praticarla. Ringraziate il Signore, perché se siete nella povertà avete molto meno tempo per l’ozio. Perché dovete lavorare di più e badare a procacciarvi il pane quotidiano”. A costoro resta molto meno tempo per 1’ozio. L’ozio è sempre la madre di tutti i vizi. La povertà delle famiglie numerose è una grande benedizione. A quanti sono nel bisogno, che hanno molti figli e devono lavorare molto, sicché non hanno tempo da dedicare al lusso, agli eccessi o ai piaceri, si dovrebbe dire: “Lodate il Signore tre volte al giorno, in ginocchio, e ringraziatelo di avervi dato, con i vostri figli, del lavoro, e di avervi offerto i vostri figli affinché li alleviate e ne facciate i prossimi cittadini del cielo, perché per ognuno dei vostri figli acquisterete più grazia”. Invece di cio’, essi dicono, a volte dicono anche, ed anche preti, che si… Non voglio parlare!

E: In nome di Gesù Cristo, di la verità, solo la verità, Verdi Garandieu, per la gloria di Dio, sul sacerdozio!

V: …Invece di cio’, quando una donna o un uomo vengono a dir loro: “non va bene per noi; abbiamo avuto un terzo o un quarto figlio o solo un secondo, dipende. Abbiamo problemi di alloggio. Abbiamo questo problema qui o un altro…”. Allora il prete, invece di dire loro: “Resistete, vivete in questo vecchio appartamento e in queste stanze con la grazia di Dio (piangendo); pregate tutti i giorni e ringraziateLo di quanto avete!”, invece di cio’ (piangendo)… Non voglio parlare!

E: In nome di Gesù Cristo continua, Verdi Garandieu, di la verità e solo la verità per la gloria di Dio!La pillola trascina l’aborto

V: …Invece di cio’ questi preti diventano realmente seduttori e danno a questi poveri, ma in fondo questa gente non è povera, non è tanto nella miseria, non è cosi’ terribilmente miserabile…Quando dico “poveri” voglio dire che essi lo sono perché sono caduti nel peccato, perché il prete da loro il cattivo consiglio di non comportarsi proprio secondo i comandamenti di Dio in questo caso particolare; in questo caso, essi devono prendere la pillola o cio’ che vi e d’altro in questo campo. Egli consiglia loro questo o quello, o la tale o tal’altra medicina, e questa medicina ovviamente… la maggioranza dei medici la prescrive senza battere ciglio. Gli uomini non notano di sprofondare nella sventura, perché dalla pillola e dai preservativi fino all’aborto non è più molto grande la via, e l’aborto è già un omicidio (grida) è un peccato mortale. Forse questi preti lo dimenticano o forse certi lo sanno, ma in questo tempo di modernismo e di defezione in massa non vogliono più ammettere che è ancora valido oggi cio’ che lo e stato da sempre, da migliaia e migliaia di anni.È chiaro che l’umanità si è accresciuta e che non è più come una volta quando Dio punì immediatamente ONAN con la morte, ma punirebbe ancora ciascuno di quelli che, ahimè, devo dirlo, prendono contraccettivi e li richiamerebbe all’ordine, perché questo non è più l’ordine, e l’aborto ancor meno. Non è nel piano di Dio, nel suo piano di salvezza. E io devo…

E: Di la verità, Verdi Garandieu, e solo la verità, per la gloria di Dio e in nome di Gesù Cristo!

V: …e io devo dire, io, Verdi, che sono stato prete, che i preti, e non solo i preti ma anche i vescovi, i cardinali, è evidente, dovrebbero gridare al loro popolo dall’alto del pulpito, si, gridarlo: “Sopportate le vostre sofferenze con pazienza, perché la vita terrena non è fatta per vivere nella dissolutezza e il lusso, per mangiare e bere, ma per camminare dietro al Signore e praticare l’imitazione di Cristo”. Perché la dove sono ancora la rinuncia e il sacrificio, ecco quanto dovrebbero dire, e anche la grazia, e la dove non sono più né rinuncia né sacrificio, né preghiera, scompare anche la grazia. La’ dove non è più la grazia, noi vi osserviamo, e se possiamo penetrare solo attraverso una fessura, se possiamo soltanto far passare un corno, siamo pero già penetrati in questi laici o questo clero, e cio’ poi continua. Se è aperta una fessura, essa presto si allarga, poi è aperta tutta la porta e non solo questa. Non è solo tutta la porta ad essere aperta. È infine tutta la casa a crollare come adesso accade nelle vostre chiese. Si…

E: Di la verità, Verdi, solo la verità, solo la verità!

V: …Si dovrebbe ricominciare. Si dovrebbero fare missioni… Si dovrebbe soprattutto… Giuda e stato costretto a dirlo: dall’alto del pulpito, non dal davanti su lastre… non da qui dove si starà presto a un livello inferiore. Perché vi sono chiese dove si scendono, si scendono i gradini verso l’altare anziché salirli… Che ne pensate, quando si deve scendere e si deve quasi… non in tutte le chiese, ma ve ne sono, si deve quasi guardare in basso verso il prete, quanta dispersione allora nei laici! Non credete che sarebbe meglio alzare gli occhi? Il pulpito simboleggia già in un certo senso il Cielo e vi sono gradini per salirvi…

E: Di la verità, Verdi, e solo la verità in nome di Gesù!Il prete deve dare l’esempio della virtù

V: …Ma ora tutto scende. Adesso non è più necessario alzare gli occhi. Ora si guarda tutto tutt’al più diritto o in basso, verso di noi (l’inferno) che vi tiriamo verso il basso e cerchiamo di tirarvi verso il basso. Si dovrebbero fare missioni e il fascino di un buon prete che agisce sul popolo dovrebbe essere cosi’ grande, sarebbe cosi’ grande, se seguisse ancora la via della virtù, che masse intere di popolo ne sarebbero trascinate.Come credete che avveniva con un Santo curato d’Ars?La sua parrocchia era molto depravata e in uno stato molto pietoso. Quante cose ha realizzate questo curato, da solo! Come l’ ha realizzato? L’ ha fatto per caso facendo bisboccia, o dinanzi alla televisione o con viaggi o con interessanti conferenze (parola appena pronunciata) e parole? No. L’ ha fatto nel silenzio della sua stanza o dinanzi al Tabernacolo della Chiesa, cio’ che io, Verdi, avrei dovuto fare; invece di cio’ ho trascurato la mia parrocchia e non ho fatto che trascinarla con me nella sciagura. Dovrebbero esserci migliaia di curati d’Ars ora nel vostro mondo, ma non ve ne sono, si dovrebbe almeno imitarlo il più possibile. Devo dire anche questo, perché io, Verdi, sono caduto in questa colpa: si devono evitare le donne (piangendo) e dire ogni giorno tutto il Breviario, perché altrimenti non si possono evitarle.Infatti quando un prete, e anche un prete che deve combattere molto la sua natura, dice ogni giorno il suo breviario e cerca di fare del suo meglio, LUI LASSÙ (gesto verso l’alto) gli darà davvero la grazia di non soccombere alla tentazione. Se malgrado tutto soccombesse, ma se egli continua a dire ogni giorno il suo Breviario, LUI LASSÙ non sarà cosi duro da non trarlo fuori di la, con la grazia dello Spirito Santo, dei Santi Angeli, della Trinità, della Santissima Vergine che non si deve nemmeno dimenticare mai nella vita, affinché egli possa malgrado tutto esercitare il suo ministero secondo la loro volontà, di QUELLI LASSÙ (gesto verso 1’alto), come dovrebbe essere esercitato.Come ho dovuto già dirlo, si dovrebbe in primo luogo dire a tutti quelli che sono nella miseria e che sono provati nella sofferenza: “Sopportate la vostra sofferenza con spirito d’espiazione, avrete allora molte grazie e molti meriti. Dio sarà sempre più vicino e vi guiderà!”, e: “Colui che Egli ama molto, lo castiga”.Dovrebbero dirlo dall’alto del pulpito. Sarebbe meglio che molti non fossero soccorsi con questo o quello, che non vi fosse la tale o la tal’altra associazione, e che non si desse loro denaro. Cio’ ha causato già la rovina di molti, ed anche di tutto il clero. Se qualcuno è davvero nella miseria e muore di fame, il Buon Dio deve intervenire ed Egli interverrà sicuramente (se è necessario alla salvezza della sua anima) affinché riceva aiuto da una parte o dall’altra.Altrimenti pero’, e questa è opera della Massoneria per la caduta della Chiesa, altrimenti non vi è bisogno di predicare sempre l’amore del prossimo, la riconciliazione e che so ancora (le parole sono pronunciate a stento), al dia…, al diav…, al diavolo tutto questo, perché è la vostra rovina. È per la rovina di molti, perché quando vedono che gli stessi loro preti non seguono la via della virtù, corrono verso il piacere, anche vescovi sono arrivati a questo punto oggi, che si occupano sempre meno delle anime, pregano, praticano la virtù e la rinuncia sempre meno, allora non vi è più l’esempio che mostra ai laici come dovrebbero vivere.Quando il prete inoltre annuncia che Dio è misericordioso, che perdona e ama gli uomini cosi’ come sono, sicché sembra ai laici di vivere seguendo la retta via e di essere malgrado tutto nella grazia di Dio, mentre sono da molto nel peccato mortale; come potrebbe la grazia dello Spirito Santo ancora agire, se essa non è più predicata e vissuta dal prete nella sua totalità? Ah! (lamenti) io devo essere a dirlo!

E: Parla, Verdi Garandieu, di quanto devi ancora dire sul sacerdozio, solo questo, solo la verità, soltanto la verità!

V: Si dovrebbe gridare sui tetti e dall’alto di tutti i pulpiti che il Cielo esige la via della Croce e che la vera carità verso il prossimo è là dove è la virtù. Voglio dire che la vera carità verso il prossimo è nell’imitazione della Croce e che nell’imitazione della Croce è inclusa l’espiazione per gli altri. È la più grande e più vera carità verso il prossimo e la si può praticare solo quando si pratica il primo e più grande comandamento, quello dell’amore di Dio, il più perfettamente e il più totalmente possibile, o almeno tanto quanto lo si può. Dov’e dunque l’amore di Dio nei preti attuali, se non hanno più rispetto, se celebrano la messa più rivolti verso il popolo che verso QUELLO DI LASSÙ? (Gesto verso l’alto).

E: La verità e solo la verità, Verdi! Le anime cadono oggi nell’inferno come fiocchi di neve perché manca loro l’esempio dei preti.

V: Essi dovrebbero predicare e dire la messa solo per onorare e lodare unicamente QUELLO DI LASSÙ (gesto verso l’alto). Il resto sarebbe loro dato per di più. Essi predicano molto, troppo sulla vita di tutti i giorni e le piccole cose senza importanza, il che non dovrebbero fare, ma dimenticano la prima e più grande cosa: l’imitazione di Cristo, nella quale, come ho già detto, si trovano anche l’espiazione e la rinuncia, e in primissimo luogo l’espiazione per gli altri. Allora non vi sarebbero migliaia di anime a perdersi, come ora si perdono in massa e cadono da noi nell’inferno come fiocchi di neve, cadono nell’inferno come L’ALTISSIMA LASSÙ (gesto verso l’alto) ha già fatto dire mediante talune anime privilegiate.

E: Verdi Garandieu, di la verità, solo la verità, di quanto la Madre di Dio deve dirci sul sacerdozio!

V: Se i preti e gli organi ecclesiastici superiori non aprono gli occhi, migliaia di chiese non saranno più chiese e già non lo sono più. Per migliaia di anime, le prediche fatte dai loro preti sono già adesso più occasioni di caduta e di perdita della virtù che di ascesa verso il Cielo e il Bene… E di solito perché il prete stesso non pratica più il principale comandamento, perché il prete stesso è tarlato interiormente e non ha più la condotta che dovrebbe avere. Non voglio parlare.

E: Di la verità, Verdi Garandieu, e solo la verità, solo la verità, in nome di Gesù Cristo!

V: Se i preti, i vescovi e i superiori avessero condotto una vita corretta, adesso non avreste questo caos a Roma. DIO NON AVREBBE PERMESSO CHE PIÙ DI UN SOLO PAPA AVESSE IL DIRITTO DI GOVERNARVI. Cio’ si è potuto infiltrare… ed è venuto dalla Massoneria. Questa è la causa. Essi ne sono la causa. Ma se migliaia e migliaia di fedeli guidati dai loro preti, con prediche e buone messe, avessero pregato e fatto vie Crucis di riparazione, notti di espiazione, ma almeno ore di preghiere e di adorazioni notturne, soprattutto la domenica, Roma non sarebbe quello che è. Roma sarebbe almeno ancora Roma. Io, Verdi Garandieu, sono costretto a dirlo.

E: Verdi Garandieu, di la verità, solo la verità, di quanto la Madre di Dio ordina ancora di dire, solo la verità in nome di Gesù Cristo!La recita quotidiana del Breviario salva i preti

V: Devo dire che le donne costituiscono oggi la disgrazia di migliaia di preti. Non accadrebbe se essi pregassero ancora come dovrebbero pregare, se prendessero in mano ogni giorno il loro Breviario e se credessero quello che i nostri padri della Chiesa ci insegnavano una volta e che essi di sicuro non hanno inventato. Quanto dicevano una volta era provato e si è avverato essere nella vita cio’ che vi è di meglio, e che dev’essere mantenuto. Se fosse stato mantenuto, lo fosse ancora, non avreste questo caos, perché migliaia di preti, più di un milione… vivono, non vivono, non vivono, non vivono, …

E: La verità e solo la verità!

V: …nella grazia, devo dirlo. Migliaia non vivono nella grazia, perché non dicono più il loro Breviario… Come io facevo e smisi di fare. Se avessi pregato (grida di disperazione, pianto, urla), se avessi pregato, sarei rimasto sulla via della virtù. Sarebbe venuto il mio angelo e mi avrebbe aiutato, ma non ho più pregato neanche lui, ho trascurato e lasciato andare tutto. Ho trascurato anche la gioventù che mi era allora stata affidata da tanti anni, come lo fanno i preti attuali. Posso ben dire di non aver trascurato allora la gioventù cosi’ come lo fanno oggi molti preti. Non l’ ho trascurata tanto. Senza le anime espiatrici moltissimi preti andrebbero nell’inferno. Cio’ vi serva di avvertimento, voi che ancora vivete sulla terra. Serva di terribile avvertimento ai preti attuali ricordando loro che non prendono assolutamente la buona via, che non l’ hanno presa, perché tra loro erano ancora, poco tempo fa o relativamente poco tempo fa, come me, buoni preti o almeno ancora in un certo modo buoni preti, e ora sono già sulla via larga, sulla via che conduce alla perdizione. Se non ricevono una grazia particolare spingendo un laico o un’anima espiatrice, ai quali lo si avrà predicato, ad espiare e pregare per loro, essi si perderanno.Questa situazione è terribilmente, spaventosamente tragica. Non posso niente. Devo dire le cose tali e quali sono, tali e quali sono successe a me stesso. Non si può niente. Dio non è un personaggio all’acqua di rosa che cambia in una sola volta tutte le leggi secondo il desiderio degli uomini d’oggi. Non mette loro, in una sola volta, zucchero sulla lingua quando hanno voglia di zucchero. Egli resta sempre lo stesso. Fin da principio Egli era lo stesso. Da sempre e finora è stato lo stesso e resterà sempre lo stesso.È terribilmente tragico. Cio’ non può essere cambiato, malgrado il grande desiderio degli uomini d’oggi, e soprattutto del clero, di cambiarlo. È terribilmente tragico che non possa essere cambiato, che l’uomo stesso debba cambiarsi, subito, convertirsi senza indugio e cominciare in sé stesso, nel più intimo di sé stesso. Cristo non ha detto: “Se il tuo occhio è un’occasione di caduta, strappalo e gettalo lontano da te (piangendo)”?

E: In nome di Gesù di la verità e solo la verità!

V: Non erano parole vane. È completamente, totalmente vero. Ha costituito la disgrazia di molti preti. Gli occhi… essi vedono troppe cose e inalano troppe cose che non dovrebbero vedere né accogliere, Comincia con la televisione e continua fino alle…

E: Di la verità e solo la verità, Verdi Garandieu!

V: …fino alle donne, che purtroppo ora hanno il diritto di stare anche nel coro. Questo riguarda tutto cio’ che può servire alla tentazione. E particolarmente valido oggi.Giuda è stato costretto a dirlo: una volta le donne portavano un velo, soprattutto durante la messa; ora non lo portano più. Ma dovrebbero portarlo di nuovo e se non lo fanno, l’altare non dovrebbe essere rivolto verso il popolo, perché io, Verdi Garandieu, celebravo ancora la messa rivolto verso l’altare e non verso il popolo. Ma tuttavia ho ceduto alla tentazione. Quanto più i preti attuali, che… il cui…

E: Di la verità, Garandieu, solo la verità in nome di Gesù Cristo! Se la tua mano è per te occasione di caduta, tagliala!

V: …il cui occhio e alla merce’ di tutto, che accoglie tutto cio’ che non dovrebbe accogliere. Cristo ha detto anche: “Se la tua mano è per te un’occasione di caduta, tagliala e gettala lontano da te, perché è meglio entrare nella vita eterna con una mano o anche senza tutt’e due anziché essere gettato nell’orribile fuoco che non finisce mai (con disperazione) con le tue due mani, i tuoi due occhi e i tuoi due piedi”.

E: Di la verità e solo la verità in nome di Gesù Cristo!

V: Devo dirlo. I preti attuali credono dunque che il Vangelo non esiste più oggi; che il Vangelo può essere interpretato e cambiato come loro conviene! Credono dunque che Cristo abbia parlato solo per il suo tempo e per i suoi apostoli, e per quelli che vivevano in quel tempo.Allora portavano ancora vestiti lunghi. Non credete che egli abbia parlato molto di più per il tempo attuale, che è in cosi’ grande pericolo di perdersi, dove tutto è reso insipido dalla tecnica e il modo di vivere dell’epoca, dove tutto è la preda di cosi’ terribili tentazioni e dove non vi è nessuno per por fine a tutto cio? È come un tremendo fuoco, si potrebbe dire, come bombe che scoppiano spaventosamente e spargono intorno a loro mari di fuoco, un fuoco che non può essere più spento dalla poca acqua, ancora versata dai buoni preti, e dai fiumi di grazia da essi diffusi.

E: Di la verità, Verdi Garandieu, solo la verità in nome di Gesù Cristo, per la gloria di Dio, solo la verità in nome della Santissima Trinità!

V: Il diavolo stesso dovrebbe apparire perché essi credano. LUI LASSÙ (gesto verso l’alto) permette certe cose, ma tutti ricevono la grazia, a tutti sono concesse certe ore di grazia, ma se non si vuole… ognuno ha la sua volontà libera. Si devono leggere di più, in nome di Dio, la Bibbia e il Vangelo. Cio’ che si deve ancora dire: nel tempo attuale vi sono date molte rivelazioni che si possono ritenere provenire da Lassù (gesto verso l’alto). Ma se non si prendono affatto in considerazione, e si deforma e interpreta anche il Vangelo come si ritiene essere meglio, allora il Cielo non può… allora… (respiro faticoso).

E: Verdi, solo la verità, solo la verità! Continua a parlare in nome di Gesù Cristo, di la verità e solo la verità!

V: …allora il Cielo non può nemmeno aiutarci. Ha fatto tutto il suo possibile e ha fatto scendere la sua misericordia sull’umanità. Ma se essa non tiene conto già a priori di queste grazie di misericordia e di questi tentativi di misericordia, che Dio nella sua grande clemenza desidera offrirvi, come si può… come…

E: Di la verità, Verdi Garandieu, di la verità in nome di Gesù Cristo, in nome della Santa Croce! Di la verità e solo la verità sul sacerdozio! Dio vuole il sì alla Croce, anche nel matrimonio difficile.

V: …Come può allora la grazia ancora agire, se non si leggono più i libri dei Santi, per esempio di un curato d’Ars, di un’Anna Caterina Emmerich? Anche Padre Pio ha condotto un’ottima vita. Essi si somigliano tutti alla lettera nella misura in cui si sono consumati nella espiazione per gli altri come veri olocausti per LUI LASSÙ (gesto verso l’alto). Le loro sofferenze e le loro espiazioni furono accettate. Sarebbe accettato anche da parte di ogni uomo se fosse pronto a espiare. Spesso Dio attende solo che un uomo gli dica: “Io voglio… Tu puoi mandarmi sofferenze, se lo credi opportuno. Voglio sopportarle per il tale e tal’altro uomo, dammi solo la grazia a questo fine”. Ma è, ahimè!, un tristissimo fatto che quando Dio (gesto verso l’alto) vuole provare e manda sofferenze, l’uomo vuole respingerle con tutte le fibre del suo essere. Egli vi resiste e fa tutto cio’ che è in suo potere per non soffrire, e se egli… Non voglio più parlare.

E: Parla, Verdi Garandieu, di la verità sul sacerdozio, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, solo la verità, solo la verità!

V: Ovviamente i preti, in primissimo luogo, dovrebbero darne l’esempio e predicarlo, sarebbe la prima condizione. Quando l’uomo si dibatte nelle sue sofferenze di cui ho appena parlato, queste sofferenze che Dio gli ha imposto, e vuole respingerle con tutte le sue fibre, allora non è più la sofferenza perfetta secondo il primo e il più grande comandamento, la sofferenza perfetta secondo la volontà del Padre. Si dovrebbe dire: “Non la mia volontà ma la tua”, come Cristo nell’Orto degli Ulivi, Si dovrebbe unirla alla volontà di Dio, allora avrebbe un grande valore.Ma quando non si può fare diversamente che portare la sofferenza, e solo con ripugnanza e una estrema… Certo vi sono sofferenze che possono causare una paura e una ripugnanza terribili, ma anche allora occorre unirsi alla volontà di Dio il più possibile. Quando pero parlo di resistenza, penso a questi uomini che con tutti i mezzi vogliono sottrarsi a questa sofferenza. Cio’ si applica anche alle coppie che non sopportano più il loro coniuge e vogliono cavarsela con tutti i mezzi. Essi devono sopportare la sofferenza e cosi’ potrebbero effettuare una grande espiazione.Migliaia di uomini potrebbero soffrire per altre migliaia di uomini e ottenere cosi’ che costoro non si perdano. Sembra che lo si sia completamente dimenticato nella vostra Chiesa cattolica. Molto raramente si predica su questo fatto. È una grande cosa, una cosa predominante, perché è l’imitazione di Cristo. Quando Cristo ha detto: “…e il prossimo tuo come te stesso”, Egli in tal modo non intendeva tanto il bene del corpo in primo luogo, benché ne faccia parte, ma in primo luogo lo spirito, l’anima, affinché questa sia salvata (con disperazione e piangendo).

E: Di la verità, Verdi Garandieu, solo la verità, solo la verità in nome di Gesù Cristo, in nome della Santissima Vergine Maria, in nome di san Vincenzo Ferrier, solo la verità, per la gloria di Dio e per i preti!Anche oggi Cristo sarebbe respinto come agitatore pubblico

V: Se Cristo ritornasse su questa terra e predicasse la stessa cosa, vi sarebbero anche oggi migliaia e migliaia di persone che lo riterrebbero un agitatore e un pazzo, come ora migliaia e migliaia di persone considerano i buoni preti, le vere anime privilegiate, gli uomini che ancora hanno buone intenzioni, come pazzi, smarriti su false strade, o venuti dalla gavetta. Invece di salire verso l’alto, si scende verso il basso perché è più facile. Molti preti, come ho già detto, non predicano più in profondità, non vanno più a fondo nelle cose, solo perché sarebbe un rimprovero per loro stessi, poiché dovrebbero allora cominciare da loro stessi, che non lo vogliono e credono di non poterlo fare.Se essi stessi seguissero la via della virtù, potrebbero approfondire perfettamente le cose nelle loro prediche, ma cio che io stesso non vivo e non voglio, penso che neanche gli altri lo possano e lo vogliano. Non posso, in quanto prete, esigere più dai miei laici cio che io stesso non vivo e non faccio. È terribilmente tragico quanto avviene oggi nelle vostre chiese cattoliche. Questo si estende dai preti fino ai cardinali a Roma. Se vivessero ancora come Cristo e gli apostoli hanno dato l’esempio, mostrerebbero anche ai fedeli ben altra via, una via assai diversa, molto più profonda, più chiara, più stretta, una via che conduce al Cielo. Questa ne è la causa. È la cosa più tragica, perché essi stessi non fanno penitenza e non vogliono convertirsi, come già lo predicava Giovanni Battista, e come Gesù stesso l’ ha detto una volta alla gente e agli apostoli nei suoi ripetuti discorsi, allora… (respiro faticoso).

E: Di la verità, solo la verità, Garandieu, in nome di Gesù Cristo, solo la verità!

V: (respiro faticoso).E: In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Verdi Garandieu, di la verità e solo la verità sul sacerdozio, per quanto è nella volontà di Dio! Illuminare i preti con tatto

V: La maggior parte dei preti che combattono ai giorni nostri cio’ che è profondo, vero e buono, lo fanno perché essi stessi non lo vivono più, perché il loro cuore è già diventato un luogo malfamato o perché già seguono la via larga della massa. Si dovrebbe avere il coraggio (a bassa voce)… Non voglio parlare.

E: Di la verità, per la sola gloria di Dio, in nome di Gesù Cristo, in nome della Santissima Vergine Maria, dell’ Immacolata, la verità sul sacerdozio!

V: …Per molti sarebbe bene avere il coraggio, quando demoliscono la tale o la tal’altra cosa e proferiscono critiche, di scagliare le cose in pieno loro volto, non in un modo che forse sarebbe offensivo, ma in un modo che li edificherà, mostrando loro che si desidera solo aiutarli. Si dovrebbe ancora imparare la psicologia.

E: Di la verità, solo la verità!

V: Cioè la psicologia attuale non è più buona, certo, perché precipita molti nella perdizione, ma quando parlo di psicologia, intendo una sana psicologia dove non si dice direttamente: “Tu sei cattivo. Sei orribile, per questo non vuoi”. Ma si dovrebbe dirlo con parole. Si dovrebbe poter dire: “Non vivendolo più nel più profondo di se stessi, non lo predicano più, non osano più predicarlo? La grazia li ha già abbandonati? Sappiamo che i demoni sono ora terribilmente scatenati sulla terra.Forse hanno bisogno di preghiera… e essi stessi pregano? Devono ritornare alla vera profondità non falsificata per poter condurre conformemente anche il loro gregge”. Per uomini che potrebbero sopportarlo e sono essi stessi di una natura decisa e dura si potrebbero usare mezzi ancor più energici. Gli uomini sono tutti diversi, come già diceva Padre Pio. Egli ha preso gli uomini in diversi modi. Ma in ogni caso si dovrebbe avere il coraggio di prenderli su quei punti, perché la maggior parte… ve ne sono pochi che possono agire per ignoranza, ma la maggior parte predicherebbe diversamente e condurrebbe diversamente il loro gregge, se fossero essi stessi disposti a vivere meglio e a seguire la via della rinuncia. È una grande verità che, benché sia ora già perso e nell’inferno, non ho il diritto di tacere, perché LORO (con voce afflitta) LASSÙ (gesto verso l’alto) l’ordinano, e perché è accaduto a me stesso cio’ che… (le parole vengono meno).

E: Di la verità, Verdi Garandieu!Migliaia di preti seguono la via facile della perdizione

V: …cio’ che (con disperazione, piangendo e urlando) non avrei mai pensato mi sarebbe successo. Come vivrei diversamente se potessi ritornare! Come mi trascinerei sulle ginocchia, giorno e notte, come pregherei LORO LASSÙ (gesto verso l’alto) per il mio gregge! Nulla sarebbe troppo per me, anche se fossi martirizzato per questa ragione, martirizzato più di una volta, anche se dovessi morire martire! Lo farei (piangendo di disperazione) …lo farei volentieri se lo potessi ancora! L’accetterei volentieri, acconsentendo al sacrificio se LUI LASSÙ lo volesse, se fosse la Sua volontà. Aspirerei soprattutto alla prima virtù: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore”. Cercherei come amarlo. Che cosa posso fare per lui? Che cosa Egli aspetta da me adesso, in quest’ora? Che cosa direbbe di questa cosa? Quale comportamento mi consiglierebbe? Vi è un proverbio che dice: Nel dubbio, scegliere il più difficile. I preti e i laici vivono secondo questo proverbio? È solo un semplice proverbio che non è stato detto da Dio stesso, ma dice vero. Dev’essere anche utilizzato ampiamente nel Regno LASSÙ (gesto verso l’alto), perché migliaia di preti… Non voglio parlare.

E: Verdi Garandieu, di la verità, solo la verità per la gloria di Dio, solo la verità in nome di Gesù Cristo, della Santissima Vergine Maria, solo la verità e solo la verità sul sacerdozio!

V: …migliaia di preti seguono la via della perdizione perché non scelgono cio’ che è difficile, perché seguono la via della minore resistenza e perché scelgono cio’ che sembra loro meglio e più adatto a se stessi. Ma non sempre cio’ che sembra meglio è più adatto al laico e al prete e buono anche ai Suoi occhi, dinanzi a LUI LASSÙ! Bisogna esaminarsi continuamente. Già san Paolo diceva: “Esaminate e mantenete quanto è buono”. È valido anche nelle questioni di fede e di stati d’anima. Si deve, si deve…

E: La verità, e sola la verità, Verdi Garandieu! Il prete non deve familiarizzare troppo con la gente

V: …si deve, come già lo dicevano prima di me Giuda, Belzebù e altri demoni, si deve pregare molto lo Spirito Santo, insistentemente, ma che non sia una preghiera superficiale. Si deve esaminare il proprio cuore e si riconoscerà la via che Dio vuole per ciascuno e che LUI (gesto verso l’alto) ha stabilito per ciascuno.Ogni uomo ha la sua via stabilita e la sua missione stabilita, in particolare ogni prete che ricopre altissime funzioni, soprattutto agli occhi di QUELLO LASSÙ. Egli dovrebbe già essere rivestito di dignità agli occhi degli uomini. Non dovrebbe cercare di avvicinarsi agli uomini e di familiarizzare con loro, ma deve seguire, la via che gli conviene, la via che deve seguire, perché altrimenti si rovinerà. I fedeli non hanno più stima, se egli cerca di mostrarsi familiare con loro e vuol fare tutto con loro. Deve regnare una certa, e anche una grande distanza tra il laico e il prete. Lo vuole Dio. L’ ha sempre voluto e stabilito cosi, perché il prete rappresenta grandi poteri divini e cammina sulle orme di Cristo. Se li rappresenta, deve anche mostrare ai laici il Sommo Sacerdote, il meglio, il più perfettamente possibile e deve soprattutto… Non potrà mai predicare abbastanza il rispetto, non potrà mai mostrare abbastanza cio che è la maestà di Dio e a che punto è tragico non chinarsi continuamente dinanzi a questa maestà. Bisogna radicare nel cuore dei bambini il rispetto verso il Santissimo Sacramento. Lo si deve già inculcare ai bambini più piccoli, avessero due o tre anni. Si devono portarli dinanzi al S. Sacramento con un grande rispetto. Si deve andare con loro in chiesa. Quando vi si va, si deve dire loro di pregare ad ogni genuflessione, almeno: “Sia lodato e adorato in ogni momento il Santissimo Sacramento dell’Altare”.Devono poi invocare tutti gli Angeli e lodare con loro la maestà di Dio (gesto verso l’alto), la sublimità del Cielo e la grandezza della Trinità. Che rappresenta dunque questa Chiesa che non può più lodare questa trinità! Che rappresenta dunque questa Chiesa che non pone Dio lontano, lontano, molto lontano al di sopra dell’uomo e non ricorda continuamente la grandezza e la santità di questa Trinità, non ricorda che tutto dipende da una cosa: piacere a Dio, che trionferà LASSÙ (gesto verso l’alto) in una grande potenza e una grande magnificenza.Se i preti non lo fanno più oggi in chiesa, almeno i genitori di questi bambini dovrebbero farlo continuamente. Non si potrà mai ricordare loro abbastanza a che punto bisogna lodare e benedire Dio, anche quando non va e quando sembra che LUI (gesto verso l’alto) non vi voglia bene. Proprio nella sofferenza, infatti, quando le conseguenze di questa sofferenza o la gloria e il trionfo che ne derivano… si dovrebbe ringraziare Dio e adorarLo in ginocchio per questa sofferenza che Egli ha mandato, perché la sofferenza purifica l’anima e porta sulla via della virtù. Quando si vuole evitare ogni sofferenza e allontanare tutti i sassi dalla via, anche la via della virtù scompare prestissimo. Guardate i preti dei tempi passati e alcuni rari preti attuali, guardate come vivono, spesso nelle più modeste condizioni, ma portano nello stesso tempo in sé la pace di Dio che supera di gran lunga, molto di gran lunga, tutto il resto, tutta la magnificenza di questo mondo. Cristo ha detto: “Che cosa serve all’uomo guadagnare l’universo se arriva a perdere la sua anima?”.Il vero amore del prossimo comincia dall’anima. E così io, Verdi, devo dire che il vostro tempo attuale manca davvero di luci; la vostra Chiesa attuale che predica al popolo di praticare la carità verso il prossimo, mentre in realtà non vi è carità verso il prossimo. La vera carità verso il prossimo comincia nell’anima, non nel corpo. Non è meglio che gli uomini muoiano di tisi, di peste, di guerra o di qualsiasi malattia e debbano sopportare grandi, grandissime sofferenze, ma conquistino la gloria di Dio, e non perdano la loro anima? Invece gli uomini che vivono in un gran lusso, sono troppo schiavi del mondo e adocchiano troppo i beni terreni, sono in grande, grandissimo pericolo di perdere la loro anima. Quanto alla Massoneria ha qui imbastito, devo dirlo; e completamente a scapito della vostra Chiesa e degli uomini. In verità non è la carità verso il prossimo. È ipocrisia e marciume. È la rovina delle anime (respiro faticoso).

E: Di la verità, Verdi Garandieu, solo la verità!

V: Se sapessero a quale perdizione portano i loro subalterni con questa cosiddetta carità verso il prossimo, si asterrebbero da tali discorsi, parlerebbero in tutt’altro modo. Certo bisogna aiutare gli altri, servirli, aiutarli con denaro quando sono nel bisogno, ma non è tutto e non è l’essenziale. L’essenziale è restare sempre fedeli a se stessi e non vendere la propria anima. L’amore del prossimo è riportare l’altro sulla buona via e su una via migliore, di sapervelo condurre, su questa buona via e condurlo LASSÙ (gesto verso l’alto). Cosi migliaia, è un tristissimo fatto, migliaia di preti, di vescovi e di cardinali tendono oggi… Non voglio parlare.

E: Di la verità e solo la verità, Verdi Garandieu, in nome di Gesù Cristo, della Santa Croce!

V: …tendono a predicare l’amore del prossimo col pretesto dell’”Amore del prossimo” e a predicarlo in modo che sembri provenire dalla Chiesa e da Dio. Ma in realtà è l’inizio della caduta e della perdita della virtù, perché non è mai il vero amore del prossimo quello che non aiuta gli altri a conseguire la salvezza della loro anima (lamenti).

E: Verdi Garandieu, di la verità, solo la verità, di quanto la Madre di Dio ti ordina di dire sul sacerdozio!Bisogna essere severi per amore del prossimo perché l’inferno esiste.

V: L’amore del prossimo e anche quando a volte si deve far male all’altro; quando si presume che si farà del male a chi bisogna parlare. Egli si renderà conto, presto o tardi, che quanto li’ per li’ gli è sembrato un colpo di frusta era, in realtà, il rimedio. I preti dovrebbero usare molto di più sul pulpito la frusta e le parole decise, perché vi è realmente la giustizia e l’eternità (a voce forte) ed esiste l’inferno.Ma molti non lo fanno più perché essi stessi non credono più all’inferno, e neanche al Cielo in tutta la sua profondità e la sua verità. Se credessero ancora, come potrebbero sviare migliaia di uomini che dovrebbero invece essere condotti verso LASSÙ? (gesto verso l’alto). Che cosa sono questi preti? Io stesso non posso certo vantarmi, ma non ho mai fatto cio che fanno oggi molti preti, mai ho parlato con tanta viltà! Essi si rovinano con le proprie mani. Per molti, devo dirlo, anche se molti non lo credono, per molti, giù (nell’inferno) è preparato fin d’ora (grida, pianto d’immensa disperazione) il posto verso il quale vanno…

E: Di la verità, Verdi Garandieu, solo la verità, di quanto la Madre di Dio…

V: (interrompendolo) …questo vale altrettanto per i vescovi, i cardinali e i laici. Se vedessero, se vedessero solo il centesimo di questo tremendo caos verso il quale vanno, direbbero mille e mille volte “mea culpa”, si afferrerebbero per il bavero e da se stessi estirperebbero il verme che rode la loro anima corrosa.Non smetterebbero di estirpare questo verme prima che non deponga più uova. Strapperebbero tutti i bacilli uno dopo l’altro con pinze da fuoco se vedessero cio che produce in loro col tempo. Praticherebbero di nuovo, soprattutto, prima l’amore di Dio, il primo comandamento, e poi il vero amore del prossimo, dove è detto: “…il prossimo tuo come te stesso”. Il vero amore del prossimo, che non dice: “Da all’altro tutto cio di cui ha bisogno, e andrà bene”. Non si puo mica “avere”, quando un altro vive nella povertà. Deve vivere meglio ecc. ecc.Ma spesso così non gli si porta nessun aiuto. Spesso non si fa che pavimentare la strada che conduce alla perdizione (grida di disperazione e pianto). Io, Verdi Garandieu, oggi ho dovuto dirlo. Non volevo parlare.Per questo mi sono a lungo rifiutato di dire il mio nome, ma LORO LASSÙ (gesto verso l’alto) mi hanno ordinato di parlare, perché è quanto è accaduto a me stesso, perché io stesso non ho esercitato il mio sacerdozio come avrei dovuto esercitarlo. E per finire devo dire: Il sesto comandamento e il lusso costituiscono oggi la disgrazia di molti preti (con voce disperata, piangendo).Se vedessero come è spaventosamente tragico! Farebbero tutto… si sacrificherebbero fino all’ultima fibra, si ricrederebbero e farebbero tutto il possibile. Ricomincerebbero tutto, aspirerebbero a un nuovo inizio nella perfezione e supplicherebbero tutti gli angeli, la potenza di tutti i santi angeli affinché ottengano loro di convertirsi, PERCHÉ IL REGNO DELLA MORTE E DELLE TENEBRE È VICINISSIMO! IL SUO VERME NON SI ESTINGUE MAI E IL SUO TRAGICO E TREMENDO TORMENTO DURA ETERNAMENTE (con disperazione), DURA ETERNAMENTE! Io devo dirlo! Ho finito di parlare, ho finito di parlare!

DA ” AVVISI DALL’ ALTRO MONDO “

AMDG et DVM

Preghiera e Buone opere

 


45. Bisognerebbe fare come i pastori che stanno nei campi, durante l’inverno - e la vita cos’altro è se non un lungo inverno? - Essi accendono un fuoco; ma di tanto in tanto corrono ad ammucchiare altra legna, da ogni lato, per mantenerlo acceso.
Se noi sapessimo, come i pastori, mantenere acceso ogni giorno il fuoco dell’amore di Dio nel nostro cuore, per mezzo della preghiera e delle buone opere, esso non si spegnerebbe mai (il curato ricordava spesso la sua vita passata di pastore; n.d.a.).

46. Quando non avete l’amore di Dio, siete molto poveri.
Siete come un albero senza fiori e senza frutti.

47. In un’anima unita a Dio è sempre primavera!

AMDG et DVM

La Lingua incorrotta del Santo di Padova: un mistero che affascina da 750 anni.

 15 Febbraio: Il miracolo della lingua di Sant’Antonio

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Manuel Buonocore

La Lingua incorrotta del Santo di Padova: un mistero che affascina da 750 anni. Era l’8 aprile 1263 quando san Bonaventura da Bagnoregio, allora Ministro Generale dell’Ordine francescano, aprì la cassa contenente le spoglie di Sant’Antonio di Padova, morto 32 anni prima ed acclamato santo ad un anno appena dalla morte. L’intenzione era quella di spostare i sacri resti dalla chiesetta di santa Maria Mater Domini, in cui era stato seppellito quattro giorni dopo la morte, avvenuta il 13 giugno 1231, alla maestosa Basilica sorta intanto in suo onore. La scena che si presentò agli occhi dei presenti, al momento della riesumazione, fu sbalorditiva: mentre di tutto il corpo del Santo non restava che un cumulo di cenere ed ossa, la lingua invece – nonostante, per la sua fragilità, sia una delle prime parti del corpo a decomporsi – era rimasta intatta, “rubiconda et pulchra”, vermiglia e bella, come la descrisse san Bonaventura. Incontenibile lo stupore e la commozione di tutti: la Chronica XXIV Generalium riporta che, di fronte alla portentosa scoperta, san Bonaventura abbia esclamato: “O Lingua benedetta, che sempre hai lodato il Signore e lo hai fatto lodare dagli altri, ora appare manifesto a tutti quanti meriti hai acquistato presso Dio”. 

Per custodire un tesoro così inestimabile furono realizzati, nel corso dei secoli, preziosi reliquiari, fino all’ultimo, eseguito fra il 1434 e il 1436, opera pregevolissima in argento dorato, che ancora oggi è possibile ammirare presso la Cappella del Tesoro, nella Basilica del Santo a Padova. Nel corso della seconda guerra mondiale, per timore dei bombardamenti, la Lingua e il Mento del Santo furono estratti dai reliquiari e nascosti in una cassa di ferro per circa due anni. Fu dopo questo occultamento, secondo la testimonianza dei frati del tempo, che la lingua non si presentò più carnosa ed eretta come era prima, ma, ciò nonostante, mai è venuta meno la fervida devozione dei fedeli verso questa insigne reliquia. Nel 1981, quando si effettuò dopo secoli, un’altra ricognizione delle sacre spoglie, gli scienziati individuarono, tra i resti mortali del Santo, il suo apparato vocale pressoché intatto: anche l’osso ioide e due frammenti delle cartilagini aritenoidee, come la Lingua, si erano conservati incorrotti, mentre tutte le altre cartilagini erano sfaldate. 

Curiosamente la ricorrenza della Traslazione delle reliquie del Santo, popolarmente nota come la “Festa della Lingua”, si celebra non l’8 aprile, ma il 15 febbraio, data che ricorda un’altra ricognizione delle sacre spoglie, in occasione della visita del cardinale Guy de Boulogne, miracolato dal Santo, che donò alla Basilica di Padova, nel 1350, un preziosissimo reliquiario dorato in cui è ancora oggi custodita la mandibola di Sant’Antonio. Questo reliquiario fu erroneamente trafugato il 10 ottobre 1991 da alcuni malviventi, sotto gli ordini di Felice Maniero, che li aveva incaricati di rubare la Lingua, ma, fortunatamente, dopo qualche mese, venne recuperato.

Anche a Barcellona, presso il Santuario di Sant’Antonino, si fa memoria della Traslazione delle reliquie del Santo. Nel 1963, per ricordarne il settimo centenario, i frati realizzarono un’immaginetta con la foto della venerata effigie locale, rivestita degli ori votivi. Quest’anno ricorre il 750° anniversario dal prodigioso rinvenimento: oggi, venerdì 15 febbraio alle ore 18, verrà celebrata una S. Messa in Santuario per commemorare l’evento.

La festa della Lingua di sant’Antonio comunica ai fedeli un significato profondo nel culto della peculiare reliquia: attraverso il prodigio della sua Lingua incorrotta, caso unico al mondo, il Santo di Padova ci invita a ritornare al Vangelo. Sant’Antonio è il Santo della Parola: il Signore si è degnato di preservare quella Lingua per mezzo della quale l’umile ma energico frate, con spirito di totale abnegazione, ha predicato a tutti gli uomini del suo tempo la Parola di Vita eterna, sanando le ferite dello spirito e del corpo.

Mi piace concludere questo articolo riportando la riflessione di Padre Alessandro Ratti, frate minore conventuale che vive ed opera presso la Basilica di Padova. Al giorno d’oggi – afferma il frate – non sono pochi quelli che mettono in dubbio l’autenticità cristiana del culto delle reliquie e disdegnano questo modo popolare e cattolico di pregare ed esprimere devozione. Alcuni arrivano a dire che la venerazione delle reliquie dei santi sarebbe un culto un po’ superstizioso, al limite del pagano, certamente poco spirituale e senza fondamenti nella Bibbia. Proprio la Bibbia invece, nell’Antico Testamento, ci dice quanto le reliquie del patriarca Giuseppe fossero tenute in considerazione da Mosè, in contrasto con la legge ebraica che proibiva di toccare le ossa. Ci dice, inoltre, che quelle del profeta Eliseo erano ritenute miracolose (2 Re 13,21). Negli Atti degli Apostoli poi si racconta che i primi cristiani mettevano sopra i malati fazzoletti con cui avevano toccato san Paolo, e che le «malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano» (At 19,12). Marco (6,56) ci racconta addirittura che la gente, quando passava Gesù, era contenta anche solo di toccare la frangia del suo mantello, e che quanti la toccavano erano guariti. È chiaro che è la fede di chi prega a ottenere da Dio la grazia, secondo la sua volontà, ma poiché siamo uomini e donne in carne e ossa, abbiamo bisogno di poter esprimere la nostra fede anche attraverso gesti concreti. Per questo la Chiesa ha sempre approvato il desiderio di quanti vogliono dimostrare il loro affetto ad un santo, anche venerando il suo corpo e chiedendo una grazia davanti alle sue reliquie. 

Il catechismo della Chiesa cattolica (CCC 1164) ci ricorda che è il «senso religioso del popolo cristiano» ad aver trovato, in ogni tempo, modi di esprimersi e forme diverse di preghiera che prendono il nome di religiosità popolare. Le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni e la venerazione delle reliquie dei santi sono facce diverse di questa religiosità, che non può mai dimenticare, però, il posto unico che spetta alla Parola di Dio e alla persona di Gesù Cristo nella vita di fede: “La Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i santi e tiene in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini. Le feste dei santi infatti proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare”.

Preghiera alla lingua di S. Antonio di Padova.

O lingua gloriosa! O prodigiosa lingua! Il buon Dio ha voluto conservarvi miracolosamente intatta in premio dei vostri meriti su questa terra. Approfittate di questi meriti a mio vantaggio! Parlate, glorioso S. Antonio al Signore per me! Il buon Dio vi ha conservato la Lingua intatta perché parlaste una voce che eccitasse in me fiducia verso di Voi. Ed io ne ho tanta!.

Tutto da Voi mi aspetto. Perciò io mi rivolgo a Voi, perché mi otteniate questa grazia. Parlate a Dio per me; se questa grazia è per il bene dell’ anima mia, il buon Dio non ve la negherà di certo e io loderò il vostro nome soccorrendo i vostri orfanelli. Io vi ringrazierò specialmente facendo di tutto per venire in Cielo a cantare unito alla vostra Lingua eterne lodi al nostro buon Dio. Così sia.
O lingua benedetta che hai tanto benedetto il Signore e l’ hai fatto benedire da molti ora si vede chiaramente quanta grazia hai trovato presso Dio.

Prega per noi glorioso Sant’Antonio
Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

O Dio onnipotente, Tu solo compi prodigi e miracoli; fa ti preghiamo, che come hai conservata incorrotta dopo la sua morte la lingua di S. Antonio, tuo confessore, così noi per i suoi meriti ed il suo esempio possiamo sempre benedirti e lodarti.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

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domenica 14 febbraio 2021

1. Divinità della confessione. — 2. Antichità della confessione. — 3. Necessità della confessione. — 4. Facilità della confessione. — 5. Eccellenza e vantaggi della confessione

CONFESSIONE (1)

1. Divinità della confessione. — 2. Antichità della confessione. — 3. Necessità della confessione. — 4. Facilità della confessione. — 5. Eccellenza e vantaggi della confessione: 1° Testimonianza degli empi; 2° Rammarico dei protestanti per aver abolita la confessione; 3° Gl'indifferenti rendono omaggio alla confessione; 4° Vantaggi sociali e morali della confessione.

1. Divinità della confessione. — Il giorno della sua risurrezione, Gesù Cristo comparve in mezzo a’ suoi discepoli e, detto per due volte: La pace sia con voi, soggiunse: Come il Padre ha mandato me, così io mando voi; quindi soffiò sopra di loro e soggiunse: Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti (Ioann. XX, 21-23).
S. Matteo (XVI, 19) riferisce che Gesù Cristo così parlò a S. Pietro: «Io ti darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa legherai su la terra, sarà, legata in cielo e tutto ciò che scioglierai in terra, sarà sciolto nei cieli ».
Ora chi non vede, che per rimettere e ritenere i peccati, per legare o sciogliere le coscienze, è necessario che si conoscano le mancanze commesse, le colpe di cui sono ree? E come conoscerle senza la confessione?... Le parole formali di Gesù Cristo stabiliscono nel modo più chiaro, assoluto e perentorio la confessione: essa dunque è divina...
Anche S. Paolo scrivendo ai Corinti usa queste espressioni significantissime: «Gesù Cristo ha confidato a noi il ministero della riconciliazione; ha posto nella nostra bocca la parola della riconciliazione » (II Cor. V, 18-19).
Se la confessione non fosse d’istituzione divina, nessuno certamente si confesserebbe... L’uso della confessione prova la divinità della sua origine. La confessione è un dogma cattolico fondato sopra parole precise di Gesù Cristo: è la credenza di tutta la Chiesa, di tutti i secoli, di tutti i Padri, di tutti i concili, di tutti i teologi, di tutti i santi...
Voltaire medesimo asseriva essere la confessione un ordinamento divino; che non ebbe origine se non dalla misericordia infinita del suo autore. L’obbligo di pentirsi data dal giorno in cui l’uomo divenne colpevole: ora, perché si veda il pentimento è necessario che si confessino le colpe.

2. Antichità della confessione. — Adamo fu il primo penitente; egli si confessò quando disse: Ho mangiato del frutto vietato (Gen. III, 12). Eva si confessò dicendo: Il serpente mi ha ingannata (Ib. 13). Si confessò Caino, benché invano, perché si confessò da disperato, quando disse: «La mia iniquità è troppo enorme, perché io possa sperarne perdono » (Gen. IV, 13). Percossi dalla peste, gli Ebrei nel deserto confessano i loro peccati... Faraone anch’esso confessa i suoi delitti, sebbene non  se ne penta... Davide denunzia la sua colpa al profeta Natan. Il figliuol prodigo si umilia ai piedi del padre e gli dice: « Padre, io ho peccato contro il cielo e in vostra presenza » (Luc. XV, 18). Il Centurione, la Samaritana, la Maddalena, si confessano a Gesù Cristo. Pietro esclama: « Allontanati da me, o Signore, perché sono un peccatore» (Luc. V, 8). Il buon ladrone fa su la croce una pubblica confessione (Luc. XXIII, 41).
S’incontrano nella sacra Scrittura esempi di confessione sia pubblica, sia privata. Negli Atti Apostolici, per esempio, leggiamo che un grande numero di fedeli andavano ai piedi degli Apostoli a confessare i loro peccati (Act. XIX, 18). Qui si tratta di una confessione fatta a uomini, di una confessione che ha per scopo di ottenere il perdono dei peccati. Ora non è questa la confessione sacramentale?
Nel I secolo della Chiesa S. Clemente, successore di S. Pietro, scriveva a quei di Corinto, che coloro ai quali importava la salute dell’anima propria non si vergognassero di confessare i propri peccali al preside dell’assemblea, per ottenerne il perdono; e soggiungeva che S. Pietro comandava di svelare ai preti perfino i cattivi pensieri. Convertiamoci, esclamava, finché siamo su la terra, perché nell’eternità non ci sarà più dato né di confessarci, né di fare penitenza (Epist. II Cor.).
Nel II secolo, Tertulliano riprendeva coloro che, più curanti del loro onore che della loro salute, rifuggivano dal manifestare le loro colpe; e li paragonava a coloro che, colpiti da qualche malattia sequela, non la manifestano al medico e si lasciano perciò morire. Quindi conchiudeva: È dunque meglio dannarvi nascondendo i vostri peccati, che salvarvi confessandoli? (De Poenit.).
Il celebre Origene, nel secolo III, scriveva: Se noi ci pentiamo dei nostri peccati e li confessiamo non solamente a Dio, ma anche a chi può guarire le piaghe fatteci dai peccati, questi ci saranno rimessi (Homil. II in Psalm. XXXVII).
Nel IV secolo, S. Atanasio così si esprime: Come l’uomo battezzato è illuminato dallo Spirito Santo, così chi confessa i suoi peccati, per mezzo della penitenza ne ottiene la remissione dal prete (Solecta Ss. Patrum). E nel medesimo secolo S. Basilio scrive: È assolutamente necessario scoprire i propri peccati a coloro che hanno ricevuto la dispensazione dei misteri di Dio.
Nel V secolo, sappiamo di S. Ambrogio e di S. Paolino che, quando un penitente si prostrava ai loro piedi per confessarsi, piangevano in modo da far piangere anche il peccatore. S. Agostino così predicava: Nessuno dica: Io fo penitenza segretamente innanzi a Dio, e basta che Colui che mi deve perdonare conosca la penitenza ch’io faccio in fondo al mio cuore. Se così fosse, inutilmente avrebbe detto Gesù Cristo : Quello che voi scioglierete su la terra, sarà sciolto in cielo; inutilmente avrebbe dato alla Chiesa le chiavi del paradiso. Adunque non basta confessarsi a Dio, bisogna confessarsi a quelli che hanno da lui ricevuto il potere di sciogliere e legare (Serm. II in Psalm. c. I).
Non si è mai udito, afferma S. Giovanni Climaco nel VI secolo,, che i peccati confessati al tribunale della penitenza sieno stati propalati; così ha Dio disposto, affinché i peccatori non siano distolti dal confessarsi, e privati dell'unica speranza di salute che loro rimanga, (Vit. Patr.).
Per i seguenti secoli VII, VIII, IX, X, tante sono e così certe le prove dell’esistenza della confessione auricolare, che ci dispensiamo dal recarne i documenti, restringendoci a ricordare che neùll’XI Sant'Anselmo diceva: Scoprite fedelmente, per mezzo di un’umile confessione, al sacerdote tutte le macchie della lebbra che vi deforma l’interno e ne sarete purificati (Homil. in decem. lepr.). E nel XII S. Bernardo cosi parlava: Che giova manifestare una parte dei propri peccati e tacere l’altra? Non è forse tutto aperto agli occhi di Dio? Come! voi osate celare qualche cosa a colui che fa le veci di Dio in cosi grande sacramento! (Opusc. in 7° grad. Confess.).
Insomma in tutti i tempi, da Gesù Cristo fino a noi, l’esistenza della confessione auricolare è attestata in modo innegabile...
La confessione sacramentale e auricolare fu e sarà sempre in vigore, perché di origine divina; la confessione pubblica, al contrario, non essendo che d’istituzione ecclesiastica, non ha più luogo, essendo cessate le cause per cui era stata introdotta.
Quando Gesù Cristo venne su la terra, dice l’autore delle Recherches, ecc., trovò già in uso la confessione; ed imponendo a’ suoi discepoli l’obbligo di confessarsi, non fece già una legge nuova, ma confermò e perfezionò una legge antica (Matth. V, 17). A quel modo che innalzò il rito del matrimonio alla dignità di sacramento, così ad una simile dignità elevò il rito della confessione e le assegnò grazie speciali col farne una parte essenziale del sacramento della penitenza. Ciò spiega come il precetto della confessione non sollevò mormorii né tra i Giudei né tra i Gentili; vi erano assuefatti, la riguardarono come cosa naturale; una tradizione continua ed universale ne mostrava la necessità indispensabile.

3. Necessità della confessione. — I peccati saranno perdonati a coloro a cui voi li perdonerete, disse Gesù Cristo a’ suoi apostoli (Ioann. XX, 23). Per conseguenza, chi vuole ottenere il perdono dei propri peccati, deve confessarsi; Gesù Cristo non promette né la sua grazia, né il cielo se non a questo prezzo... Quello che voi scioglierete su la terra sarà sciolto nel cielo... Non v’è altro mezzo per slegare che la confessione, perché a questo filo Gesù Cristo ha attaccato la libertà dell’anima; è dunque necessaria. E necessaria per umiliarsi, per rigettare da sé il peccato, per espiarlo...
Ai sacerdoti, secondo S. Paolo, Dio affidò il ministero della riconciliazione; a loro dunque deve rivolgersi chi vuole riconciliarsi con Dio.
Se noi confessiamo i nostri peccati, dice l’Apostolo Giovanni, Iddio, fedele e giusto com’è, ce li perdonerà (I Ioann. I, 9). Se noi confessiamo i nostri peccati; bisogna dunque confessarsi.
L'apostolo non dice: — se pregate, se digiunate, — ma — se confessate le vostre colpe, Dio vi perdonerà; in conseguenza, alla confessione solamente, Iddio connette la remissione dei peccati... (P salvi. XCIX, 4). Entrate nella porta che mena a Dio per la confessione, dice il Salmista. S. Agostino commenta queste parole dicendo che nessuno può arrivare alla porta della misericordia divina per altra via che quella della confessione dei propri peccati. Ed altrove il medesimo Dottore dice: Dio ha creato il giusto; l’uomo ha prodotto il peccatore. Distruggete, o peccatori, quello che avete fatto voi, affinché Dio salvi quello che ha fatto lui. Bisogna che detestiate in voi l’opera vostra, affinché amiate in voi l’opera di Dio. Quando comincerete a detestare quello che avete fatto, il bene nascerà in voi per la confessione dei vostri peccati: il principio delle buone opere sta nella confessione delle cattive (Tract. XII in Ioann.).
« Dopo il battesimo, dice S. Bernardo, non v’è più per l’uomo altro rimedio, che il ricorrere alla confessione ».
Per soggiogare Betulia, Oloferne ordinò che fossero tagliati tutti i canali che conducevano l’acqua nella città (Iudith VII, 6). Bella figura per esprimere come, tolta la confessione, solo canale per cui viene dal cielo all’uomo l’acqua della grazia e del perdono, l’anima rimane in potestà del demonio, e non v’è più per lei né grazia, né perdono, né salvezza, né paradiso...
Gesù Cristo ha detto alla sua Chiesa: Andate, ammaestrate le nazioni tutte quante; chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me e chi non obbedisce alla Chiesa, sia tenuto in conto di pagano ed idolatra, perché io stesso sarò con voi sino alla consumazione dei secoli (Matth. XXVIII, 19-20 - Luc. X, 16 - Matth. XVIII, 17). Da queste parole risulta che la Chiesa, sacra sposa di Gesù Grido, ha ricevuto dal suo divino sposo tutti i poteri che veste egli medesimo e per conseguenza la potestà di fare leggi. Ora ecco una legge che essa intima di osservare sotto pena di colpa mortale: Confesserai tutti i peccati dimeno una volta l'anno.
Il concilio di Trento afferma che, «tanto è necessario il sacramento della penitenza a quelli che sono caduti in peccato dopo il battesimo, quanto è necessario il battesimo a quelli che non l’hanno ancora ricevuto »; e pronunzia anatema contro chiunque «neghi che la confessione sacramentale è necessaria alla salute, di diritto divino ». La confessione è dunque necessaria, e chi non obbedisce a questo precetto, disprezza la Chiesa, egli è anatema.
La confessione, dice l’abate Gaume, fu e sarà sempre riguardata come l'unico mezzo per ottenere la remissione dei peccati; anzi è assurdo il supporre che ve ne sia un altro. Infatti, se vi fosse nella religione un altro mezzo per rientrare in grazia di Dio, se bastasse, per esempio, umiliarsi davanti a lui, digiunare, pregare, fare elemosina, confessare i propri falli nel cuore, che ne avverrebbe? Che nessuno si confesserebbe. E chi sarebbe sì stolto da andare a chiedere, supplicando ai piedi di un uomo, una grazia facile ad ottenersi senza di lui e malgrado di lui? Dei due mezzi gli uomini sceglieranno sempre quello che è più facile, e concilia al tempo stesso gli interessi della salute e dell'amor proprio. Che cosa diviene allora la confessione istituita da Gesù Cristo? Essa cade e resta nel mondo senza ossequio e senza effetto. Che cosa diviene il potere sublime da lui conferito a’ suoi ministri, di rimettere e ritenere i peccati? Non è evidente che questa, potestà così divina e sorprendente diventa un potere ridicolo e pienamente illusorio, perché essi non potrebbero mai esercitarlo? Quindi ne risulta che o vi è obbligo per tutti i peccatori di confessare le loro colpe ai sacerdoti, o Gesù Cristo si è burlato de’ suoi apostoli e de’ suoi sacerdoti dicendo loro: «Saranno rimessi i peccati a coloro a cui voi li rimetterete e saranno ritenuti a quelli a cui li riterrete ». Si sarebbe ancora burlato di loro quando disse: «Vi darò le chiavi del regno dei cieli». Che servirebbe loro avere le chiavi del paradiso, se si potesse entrarvi senza che ci fossero aperte per mezzo del loro ministero?
Voi vedete che se la confessione non fosse l’unico, l’indispensabile mezzo per ottenere il perdono dei peccati, le parole del figliuol di Dio sarebbero insignificanti, false e menzognere: bestemmia orribile, che tanto vale quanto negare la divinità medesima di Gesù Cristo. Chi vuole sottrarsi alla legge della confessione, deve calpestare non solamente l’autorità di Gesù Cristo e della Chiesa, ma ancora quella del senso comune, soffocare la voce della natura, la quale grida ad ogni colpevole: Non si dà perdono senza pentimento, né pentimento senza confessione della colpa (Gaume, Catéch, de persév., Part. II, lect. XXXIX).
In conclusione, il sacramento della penitenza è necessario di necessità di mezzo e di diritto divino, a tutti quelli che hanno perduto l’innocenza battesimale col commettere la colpa grave; è il solo, l’unico mezzo che Dio ha lasciato alla sua Chiesa per riconciliarli con lui.

4. Facilità della confessione. — Dolce è il mio giogo, leggero è il mio peso, disse il Salvatore: queste parole si verificano specialmente nella confessione, continua il citato autore Gaume. Poteva nostro Signore Gesù Cristo mostrarsi verso di noi più indulgente? Dopo un peccato mortale noi meritiamo l’inferno, cioè supplizi eterni, inauditi, senz’alleviamento. Egli poteva subordinare il nostro perdono alla condizione che più gli fosse piaciuta e, trattandosi di evitare l’inferno, nessuna condeizione sarebbe sembrata troppo dura. Ciò posto, non saremmo ingiusti se pretendessimo che, obbligandoci a confessare i nostri peccati al suo ministro, Dio abbia posto a troppo alto prezzo il proprio perdono? Giudichiamolo dalla seguente ipotesi: Un uomo del volgo venne ammesso alla corte di un potente principe. Nulla mancava alla sua felicità, onori, ricchezze, piaceri, tutto gli era concesso. Tanti benefizi avrebbero dovuto inspirargli un’affezione senza limiti, un attaccamento inviolabile per il suo signore, eppure non fu cosi. Trascinato da abbietta passione, l’ingrato commise contro il proprio benefattore un enorme delitto che non fu conosciuto, è vero, dal pubblico, ma giunse tuttavia a notizia del principe con prove bastanti perché non vi restasse ombra di dubbio. Allora il re usando del diritto che avea di punirlo, pronunziò la condanna del colpevole. Pallido, tremante, con gli occhi a terra, lo sventurato viene, condotto al supplizio. Già l’esecutore tiene levata sul capo di lui la scure e l’ingrato è sul punto di scontare con la morte il proprio delitto. Ma ad un tratto echeggia un grido: Grazia! grazia! in nome del re!!! Vedete voi quest’uomo rinascere alla vita? egli osa appena erodere al proprio udito, il suo cuore si dilata per allegrezza. L’inviato del re arriva presso il colpevole e gli dice: « Il mio padrone è buono; egli ti concede il perdono, ma a condizione che tu confessi il tuo delitto ad uno de’ suoi ministri senza tacere la minima circostanza. E' questa la sola condizione che dalla sua generosità ti è imposta; scegli tra il supplizio e questo mezzo di salvezza». Ora il colpevole giubilando esclama: « Inviatemi questo ministro; io sono pronto a confessare tutto, non mi resta che il timore che il mio re possa ritrattarsi». Egli non ha ancora finito, ed ecco giungere un secondo inviato che gridando, grazia in nome del re! si avvicina al reo e gli dice: «Il mio signore è buono, non solo lascia in tua balìa la scelta del ministro a cui dichiarare il tuo misfatto, ma di più comanda al ministro da te scelto un assoluto silenzio su tutto quello che gli avrai confidato, sotto pena di venire in luogo tuo sul palco. Se tu accetti, il re mio padrone dimentica per sempre la tuo colpa, ti riammette nella sua grazia, ti restituisce ne’ tuoi onori e nelle tue dignità». Pensate voi i nuovi trasporti di gioia del paziente e le benedizioni che indirizza la folla al generoso monarca.
L'applicazione è facile. Ecco tutta la storia della confessione. Chi oserà chiamarla un giogo penoso?
Cercate quanto volete nei libri dei savi e nei costumi delle nazioni, non troverete nulla di così commovente, di così paterno, di cosi efficace a riformare i costumi, come la maniera con cui si opera al tribunale della penitenza la riconciliazione dell’uomo con Dio. Qui veramente, come dice il Profeta, « s’incontrano la misericordia e la verità, qui si abbracciano (come due sorelle da lungo tempo divise) la giustizia e la pace» (Psalm. LXXXIV, 11). Volete voi sapere quanto vi è di tenero in quel bacio di riconciliazione che il Creatore si degna, di dare alla sua creatura? Confrontate i tribunali umani col tribunale di Dio. Quando uno è accusato di qualche delitto, la giustizia lo fa ricercare dagli sgherri; questo sventurato non gode più un giorno lieto, non dorme sonno tranquillo. Egli è costretto a celarsi nelle foreste, tremando allo stormire di ogni foglia, finché umilmente viene arrestato e caricato di ferri. Tratto ignominiosamente di prigione in prigione, arriva al luogo dove si pronunzierà la sua, sentenza. Sul tribunale, innanzi a cui è chiamato a comparire, stanno scritte queste tremende parole: giustizia, castigo. Arriva il giorno del giudizio: in presenza al reo seggono giudici che hanno soltanto il potere di punire, non di perdonare; accanto vi sono testimoni ed accusatori,. sul suo capo si vede sospesa, se è dichiarato colpevole, una scure sanguinosa. Se sfugge alla morte, va incontro a pene infamanti, a catene che si logoreranno insieme con la vita, la separazione temporanea o perpetua da quanto egli ha di più caro al mondo. E tutto ciò lo renderà forse migliore? Oimè! no. — Tale è l’umana giustizia.
Ben diversa si mostra la giustizia divina. Col punire su la terra, Dio non mai si spoglia del suo carattere di Padre. Quindi, allorché un uomo, cioè uno de’ suoi figli, l’oltraggia, gli mancia il rimorso. Questo araldo di Dio penetra nel cuore del peccatore, vi si stabilisce, lo punge e lo inquieta senza tregua. A poco a poco, il peccatore, stanco, si arresta, rientra in se stesso. Una voce più soave si fa udire: è la voce del pentimento. Teneri ricordi sopraggiungono misti al tristo pensiero dello stato presente. La vergogna, il timore s’impadroniscono dell’anima sua e preparano l’arrivo della speranza. Ad un tratto parole dolci come quelle di una madre, di una madre che geme, suonano al suo cuore: «Venite a me voi che siete nell’afflizione ed io vi consolerò ». E queste parole escono dalla bocca medesima del suo giudice. Egli non teme più, e quindi s’incammina, condotto dal rimorso, dal pentimento e dalla speranza verso la casa di Dio.
In faccia a lui vi è un tribunale sul quale la fede legge questa confortante iscrizione: Alla misericordia. Ivi nessuna pena infamante, non patibolo, non galera, non carcere. A questo tribunale siede un giudice che è più che un uomo, ma che non è già un angelo; egli stesso ha bisogno di misericordia. Egli, è il vicario della carità di Gesù Cristo, rivestito delle sue viscere di compassione. Non ha su le labbra che incoraggiamenti, benedizioni e preghiere e dagli occhi suoi coleranno ben presto lagrime sul peccatore pentito. Ivi non testimoni estranei, non accusatori prevenuti, il reo medesimo sarà l’accusatore e il testimonio. Si rimette la cosa nelle sue mani; se confessa il suo fallo, avrà non punizione, ma perdono (Gaume, op. cil., Lect. XL).
Legge dolce!... Dio non chiede che una confessione... Legge sublime! nessuna violenza, nessuna tortura: il penitente è di se medesimo accusatore, giudice, testimonio, esecutore... Legge misericordiosa! La giustizia umana non aspetta che una confessione per condannare; Dio, al contrario, non aspetta che una confessione per assolvere... Commovente pensiero! se avessi offeso un uomo, non avrei da sperarne perdono; e il mio Dio tanto da me vilipeso, mi rialza., mi abbraccia, mi colma di favori, mi apre il cielo e mi vi fa entrare; e tutte queste grazie incomparabili mi sono date a prezzo di una semplice confessione!...
« Nei tribunali umani, scrive il Crisostomo, la confusione ed il castigo tengono dietro alla confessione; ma nel tribunale della penitenza, che è il tribunale di Dio, dopo la confessione seguono la giustizia, il perdono, la ricompensa ».
Per vincere una lite, quanti ricorsi, quanti viaggi, quanti sudori, quante pene, quante cure!... e sovente si perde! Per ottenere il perdono dei propri peccati, per riamicarsi Dio, per pagargli i debiti stragrandi con lui contratti, non si richiede che una confessione! Se ci fosse un creditore il quale si contentasse che venisse confessato il debito contratto con lui, qual è debitore il quale osasse lagnarsene? Ora questa è la condotta ineffabile di Dio riguardo ai peccatori; e se ne lagneranno essi come di troppo duro ed esigente! Se ad un naufrago paresse troppo penoso mettersi su la tavola che sola può salvarlo, non lo giudicheremmo un pazzo? La confessione è una tavola di scampo dopo il naufragio...
La confessione è troppo penosa, si va dicendo: ma si badi che si ha da fare con un padre, un amico... Beneditemi, padre mio, perché ho peccato... La confessione è troppo penosa? ma si fa ad un povero peccatore il quale ha bisogno egli stesso d’indulgenza; come la negherebbe? Si confessano le proprie colpe ad un solo uomo e si è sicuri del segreto... A chi sembrerà penoso l’alleggerire la propria coscienza, il riconciliarsi con Dio, il riparare alle proprie perdite, il saldare i suoi debiti, il trovare la pace, il salire al cielo, l’ottenere tante ricchezze e tanti beni, a patto d'una semplice confessione!... Ah! non è qui la pena: essa è nella perdita della grazia, dell’anima, di Dio, dell’eternità. Ma basta confessare d’aver perduto tutto questo a cagione dei propri peccati, per rientrare al possesso di tutti questi inestimabili beni...