martedì 17 novembre 2020

L'enorme Drago rosso



Santuario di Tindari, 14 maggio 1989 – Solennità di Pentecoste

 


L’enorme Drago rosso

«Figli prediletti, oggi adorate ed invocate lo Spirito Santo, disceso nella Pentecoste sopra gli apostoli ed i discepoli, riuniti con Me nel Cenacolo di Gerusalemme. Lo invocate ancora in questi vostri tempi, con fiducia e con perseveranza, riuniti con Me nei Cenacoli di preghiera, che ormai si sono diffusi in ogni parte della terra. Con il mio Movimento Sacerdotale Mariano invito oggi tutti i figli della Chiesa a riunirsi in un Cenacolo perenne di preghiera con me, vostra Mamma Celeste. Invito tutti i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i fedeli.

Il mio Cuore Immacolato è il luogo di questo nuovo, spirituale ed universale Cenacolo. In esso dovete entrare con il vostro atto di consacrazione, che vi affida per sempre a Me, affinché Io possa unire la mia voce alle vostre nell'invocare sulla Chiesa e su tutta l'umanità il Dono di una seconda Pentecoste.

Solo lo Spirito del Signore può riportare l'umanità alla perfetta glorificazione di Dio.

Solo lo Spirito del Signore può rinnovare la Chiesa con lo splendore della sua unità e della sua santità.

Solo lo Spirito del Signore può vincere la potenza e la forza vittoriosa dell'enorme Drago rosso, che, in questo vostro secolo, si è scatenato ovunque, in maniera terribile, per sedurre ed ingannare tutta l'umanità.

L'enorme Drago rosso è il comunismo ateo, che ha diffuso in ogni parte l'errore della negazione e dell'ostinato rifiuto di Dio.

L'enorme Drago rosso è l'ateismo marxista, che si presenta con dieci corna, cioè con la potenza dei suoi mezzi di comunicazione, per condurre l'umanità a disubbidire ai dieci comandamenti di Dio, e con sette teste, su ciascuna delle quali vi è un diadema, segno di potere e di regalità.

Le teste incoronate indicano le nazioni in cui il comunismo ateo si è stabilito e domina con la forza del suo potere ideologico, politico e militare.

L'enormità del Drago manifesta chiaramente la vastità della terra occupata dal dominio incontrastato dell'ateismo comunista. Il suo colore è rosso perché usa le guerre ed il sangue come strumenti delle sue numerose conquiste.

L'enorme Drago rosso è riuscito in questi anni a conquistare l'umanità con l'errore dell'ateismo teorico o pratico, che ha ormai sedotto tutte le nazioni della terra. si è. riusciti così a costruire una nuova civiltà senza Dio, materialista, egoista, edonista, arida e fredda, che porta in sé i germi della corruzione e della morte.

L'enorme Drago rosso ha il compito diabolico di sottrarre tutta l'umanità al dominio di Dio, alla glorificazione della Santissima Trinità, alla piena attuazione del disegno del Padre che, per mezzo del Figlio, l'ha creata per la sua gloria.

Il Signore mi ha rivestita della sua Luce e lo Spirito Santo della sua divina potenza, così Io appaio come un grande segno nel cielo, Donna vestita di sole, perché ho il compito di sottrarre l'umanità al dominio dell'enorme Drago rosso e riportarla tutta alla perfetta glorificazione della Santissima Trinità. Per questo mi formo la schiera dei miei più piccoli figli, in ogni parte del mondo, e ad essi domando che si consacrino al mio Cuore Immacolato.Così li conduco a vivere solo per la gloria di Dio, per mezzo della fede e della carità, e li coltivo Io stessa gelosamente nel mio celeste giardino.

Allora ogni giorno Io mi presento davanti al trono del mio Signore in atto di profonda adorazione, apro la porta d'oro del mio Cuore Immacolato, offro fra le mie braccia tutti questi miei figli dicendo: "Santissima e divina Trinità, nel momento della tua universale negazione Io ti presento l'omaggio della mia materna riparazione, per mezzo di tutti questi miei piccoli che ogni giorno formo alla tua più grande glorificazione". Così ancora oggi il Signore dalla bocca dei bambini e dei lattanti riceve la sua lode perfetta».

 

 

Storia del Movimento Sacerdotale Mariano

Libro Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna

IL VENERABILE FRANCESCO CHIESA

P. STEF. IGINO SILVESTRELLI

Un prete impossibile?

IL VENERABILE

FRANCESCO CHIESA

MEDITAZIONE

EDIZIONI CASA DI NAZARETH

Imprimatur.

Dal Vicariato di Roma, 28 settembre 1992.

Mons. Paolo Gillet Segretario Generale. 

1ª Edizione 1992 <189> EDIZIONI CASA DI NAZARETH

viale Vaticano, 50 00165 ROMA CCP 42867002


Presentazione

* Infiammato dal desiderio di portare ogni possibile contributo alla

santificazione dei sacerdoti, il p. Stef. Igino Silvestrelli pubblica

un nuovo libro: «Un prete impossibile? Il venerabile Francesco

Chiesa», del presbiterio della diocesi di Alba.

Il genere letterario è originale; non è una biografia: è una

`meditazione'. Tutti i vari punti della vita, dell'ascetica, della

pastorale di un sacerdote fedele vengono richiamati in brevi

capitoli, dove lo sfondo è la parola di Dio o il magistero della

Chiesa e la vita del venerabile è la riprova che quello che Dio ha

chiesto ai sacerdoti è possibile, è aperto a tutti, dà le vere gioie

sacerdotali, rende fecondo il loro sacerdozio.

* Il titolo può apparire quasi strano: «Un prete impossibile?». Il

senso è semplice e di grande efficacia per tutti. Ogni sacerdote di

vera vocazione, se si affida a Gesù e alla Chiesa, nella piena

disponibilità allo Spirito Santo, può con una vita semplice,

apparentemente ordinaria, diventare un sacerdote pienamente fedele,

santo e un apostolo.

* Nella vita del can. Francesco Chiesa non appaiono fatti

carismatici, fenomeni mistici impressionanti ovvero il fascino di una

personalità trascinatrice o incarichi ecclesiali di alto prestigio.

* Fu insegnante in seminario, docente di teologia dogmatica e di

altre materie nel seminario di Alba, canonico e parroco di una grossa

parrocchia cittadina, rettore del seminario diocesano.

* E’ un prete dalla vita ordinaria, uomo di preghiera, eucaristico,

devotissimo della Madonna, fedele, obbediente, infiammato per le

anime a lui affidate.

* E’ un prete umile, ma creativo e intraprendente al massimo, che non

si affida a se stesso, ma solo alla grazia di Dio.

* E’ un prete che accetta la croce, che crede che «il grano di

frumento solo se muore porta frutto» (cf. Gv 12, 24).

* Ma tutto questo è quello che deve fare ogni buon sacerdote.

* Il can. Chiesa fu santo perché, avendo una visione altissima del

sacerdozio, cercò di viverne in umile ma eroica fedeltà lo spirito.

Siano permessi alcuni piccoli riferimenti.

* Il suo spirito eucaristico: cos'era per lui la Messa, la Comunione,

l'Adorazione!

* Lo spirito di preghiera, il bisogno della grazia prima di ogni

importante servizio sacerdotale (avanti di salire in cattedra per

insegnare teologia era sua abitudine fare un'ora di adorazione).

La bontà e il bisogno di amore: «Se è vero, Signore, che mi avete

dato un cuore per amare, fatemi amare molto, fatemi amare

ardentemente, efficacemente, potentemente; ma fatemi amare

ordinatamente».

* La visione chiara che per operare efficacemente occorre circondarsi 

di anime di preghiera: «Prima di fare delle opere, assicurarsi un

gruppo proporzionato di anime che preghino, e, se necessario, si

immolino per le opere stesse, se vuoi che siano vitali».

Ebbe dal Signore anche alcuni doni particolari: una profonda dottrina

teologica; una capacità di insegnare la teologia che non solo

illuminasse le menti, ma infiammasse di fede il cuore dei suoi

alunni; una grande capacità di rendere comprensibili e illuminanti

anche per l'umile popolo tutte le verità della fede. Sono novantasei

i libri e grossi opuscoli da lui pubblicati, oltre a un migliaio di

articoli.

* Ma non per questo fu santo.

* Malato, prossimo a morire, disse: «Io sono un pastore di anime; ora

non posso più lavorare per esse. Gesù, buon Pastore, ha dato la sua

vita per le pecorelle: non è questo ora il mio dovere di offrire la

vita e di accettare la morte per i miei parrocchiani? Faccio di cuore

questa offerta».

* Un santo sacerdote suo amico si diceva convinto che il can. Chiesa

vivesse «quasi in un continuo colloquio con Dio».

* Tutti gli episodi ricordati nel libro di p. Silvestrelli e la

fedele narrazione della sua vita conducono ad una conclusione sempre

presente in tutti gli scritti di p. Silvestrelli e a lui così cara:

essere sacerdote fedele, uomo di Dio, pastore veramente secondo il

suo cuore, no, non è impossibile. La vita del can. Chiesa ne è una

dimostrazione lampante. Il suo esempio è mèta aperta a ogni sacerdote

sincero, che sia innamorato del suo sacerdozio.

* E questi sono anche i preti felici, di cui più volte amava parlare

il can. Chiesa. Un testimone al processo di beatificazione disse che

lui il can. F. Chiesa fu sempre un prete felice.

Prato, 20 agosto 1992.

?????? Pietro Fiordelli

Vescovo emerito di Prato

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Al carissimo

padre Stefano Lamera,

quale piccolo segno

di grande riconoscenza

e pari affetto.

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Quando Francesco confidò alla mamma l'idea di ‘fare il parroco’ non

aveva più di nove anni. Non fu un sogno infantile, ma la chiamata

dall'Alto. Sacerdote per quasi 50 anni, parroco per 33 anni, tre

volte laureato, insegnò per oltre 50 anni, e divenne incomparabile

forgiatore di `apostoli'.


Asceta e mistico, nell'attività fu un torrente in piena: «E’ per

essere pastore, padre e amico che io vengo in mezzo a voi. D'ora

innanzi non sarò più mio, sarò vostro; quello che ho... sarà tutto

per voi, come una povera candela che arderà e si consumerà per voi»:

queste le formali promesse a cui tenne fede senza cedimenti.


Un Prete impossibile? No, un Prete veramente possibile, dal giorno in

cui si consegnò alla portentosa ‘Gratia Capitis’ di cui grondano le

mani consacrate del Sacerdote. Si compiono così le parole profetiche:

«Vi darò pastori secondo il mio cuore, i quali vi guideranno con

scienza e intelligenza» (Ger 3, 15).

Scrive Giovanni Paolo II: «La promessa di Dio è di assicurare alla

Chiesa non pastori qualunque, ma pastori secondo il suo cuore. Il

cuore di Dio si è rivelato a noi pienamente nel cuore di Cristo buon

pastore... La Chiesa desidera, di fronte alle gravi e urgenti 

necessità proprie e del mondo, che sulle soglie del terzo millennio

questa divina promessa si compia in un modo nuovo, più ampio,

intenso, efficace». Il Cielo doni ancora simili Pastori, fatti

secondo il Cuore sacratissimo.

http://www.padresilvestrelli.it/page/libri/UNPRETEIMPOSS.pdf

lunedì 16 novembre 2020

Zaccaria cap. 12-13-14

 

11 dicembre 1943

   Zaccaria cap. 12-13-14

   Dice Gesù


   «La mia Chiesa ha già conosciuto periodi di oscurantismo dovuti ad un complesso di cose diverse. Non si deve dimenticare che se la Chiesa, presa come ente, è opera perfetta come il suo Fondatore, presa come complesso di uomini presenta le manchevolezze proprie di ciò che viene dagli uomini.


   Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire. Allora necessariamente la luce si oscurò in crepuscoli più o meno fondi o per difetto proprio dei Capi assurti per arti umane a quel trono, o per debolezza degli stessi contro le pressioni umane.
   

    Sono questi i tempi in cui vi sono i "pastori idoli" di cui già ho parlato1 conseguenza, in fondo, degli errori di tutti. Perché se i cristiani fossero quali dovrebbero essere, potenti ed umili che siano, non avverrebbero abusi e intromissioni, e non verrebbe provocato il castigo di Dio che ritira la sua luce a coloro che l’hanno respinta.
   Nei secoli passati, da quegli errori sono venuti gli antipapi e gli scismi, i quali, tanto gli uni che gli altri, hanno diviso le coscienze in due campi opposti provocando rovine incalcolabili d’anime. Nei secoli futuri, quegli stessi errori2 sapranno provocare l’Errore, ossia l’Abominio nella casa di Dio, segno precursore della fine del mondo.


   In che consisterà? Quando avverrà? Ciò non vi necessita di saperlo. Vi dico solo che da un clero troppo cultore di razionalismo e troppo al servizio del potere politico, non può che fatalmente venire un periodo molto oscuro per la Chiesa.


   Ma non temete. La profezia di Zaccaria si salda come anello ad anello con quella di Giovanni. Dopo questo periodo di travaglio doloroso in cui, perseguitata da forze infernali, la Chiesa, come la mistica Donna di cui parla Giovanni, dopo esser fuggita per salvarsi rifugiandosi nei migliori e perdendo nella mistica (dico mistica) fuga i membri indegni, partorirà i santi destinati a condurla nell’ora che precede i tempi ultimi.
   Mano di padre e di re avranno coloro che dovranno radunare le stirpi intorno alla Croce per preparare l’adunata del Cristo. Né una stirpe mancherà all’appello, coi suoi figli migliori.


   Allora verrò io e contro tutte le insidie a le astuzie, gli attentati e i delitti di Satana verso la mia terrena Gerusalemme - la Chiesa militante - metterò il mio potere a difesa.


   Spanderò il mio spirito su tutti i redenti della terra. E anche coloro che ora soffrono, espiando le colpe dei padri, e che non sanno trovare salvezza perché non osano volgersi a Me, troveranno la pace perché, battendosi il petto, invocheranno - in ben altra maniera dei padri loro - su loro quel Sangue già sparso, e che goccia inesausto dalle membra che i padri loro hanno trafitto. Come fontana io starò in mezzo al mio gregge tutto ricomposto, e laverò in Me tutte le brutture passate che già il pentimento avrà iniziato a cancellare.
   

    Allora, Re di Giustizia e Sapienza, sperderò gli idoli delle false dottrine, purgherò la Terra dai falsi profeti che in tanti errori vi hanno tratto. Mi sostituirò Io a tutti i dottori, a tutti i profeti, più o meno santi o più o meno malvagi, perché l’ultimo ammaestramento deve essere mondo di imperfezione, dovendo preparare al Giudizio finale coloro che non avranno tempo di purgazione essendo tosto chiamati alla tremenda rassegna.
   Il Cristo Redentore, la cui mèta è redimervi e che non lascia nulla di intentato per farlo, e già va iniziando e accelerando il suo secondo ammaestramento per controbattere con voce di verità le eresie colturali, sociali e spirituali, sorte per ogni dove, parlerà coi segni del suo Tormento. Fiumi di luce e di grazia usciranno dalle mie Piaghe, ferite che hanno ucciso il Figlio di Dio ma che sanano i figli dell’uomo.
Questi vivi carbonchi delle mie piaghe saranno spada agli impenitenti, agli ostinati, ai venduti a Satana, e saranno carezza ai "piccoli" che mi amano come padre amoroso. Sulla loro debolezza scenderà questa carezza del Cristo a fortificarli, e la mia mano li convoglierà verso la prova nella quale solo chi mi ama di amor vero resiste. Una terza parte. Ma questa sarà degna di possedere la Città del Cielo, il Regno di Dio.
   Allora verrò, non più Maestro ma Re, a prendere possesso della mia Chiesa militante, ormai fatta Una e Universale come la mia Volontà la fece.
   Cessato per essa il secolare travaglio. Vinto per sempre il Nemico. Mondata la Terra dai fiumi della Grazia scesa per un’ultima volta su di essa a farla come era al principio, quando il Peccato non aveva corrotto questo altare planetario destinato a cantare con gli altri pianeti le lodi di Dio, e per la colpa dell’uomo divenuto base al patibolo del suo Signore fatto Carne per salvare la Terra. Vinti tutti i seduttori, tutti i persecutori che con ritmo incalzante hanno turbato la Chiesa mia sposa, Essa conoscerà la tranquillità e la gloria.
   Insieme saliremo per un’ultima ascensione, io ed i miei santi, a prendere possesso della Città senza contaminazione, dove è preparato il mio trono e dove tutto sarà nuovo e senza dolore. Immersi nella mia Luce regnerete meco nei secoli dei secoli.
   Questo vi ottiene Colui che per voi si è incarnato nel seno di Maria ed è nato a Betlemme di Giuda per morire sul Golgota.»



   Poi a me.

   Dice Gesù:
  «Non ti turbare, Maria. Di’ con Me: "Ti ringrazio, o Padre santo, perché hai nascosto queste cose ai potenti e le hai rivelate a me che sono piccola".
   Lascia che il pensiero altrui arzigogoli a suo piacere. Tu sai che la fonte dei tuoi scritti è Dio, che ciò viene da Dio. Basta per te.
   Lavori per una gloria umana? No. Lavori per la gloria mia. E allora non occuparti e preoccuparti dei cavilli umani o delle lodi umane. Tu fa’ la tua parte. il tuo premio sarò Io. Gli altri, se non sapranno fare la loro e del mio dono non faranno conto, avranno il giusto compenso.
   Sta’ calma nella tua felicità che è il più bel segno della provenienza di questi scritti. La tua felicità viene dalla tua trasformazione nel Bene. Il tuo angelo ti guarda compiaciuto perché ti vede mutata in Me. Aiuta come puoi, quanto puoi l’opera del tuo Gesù. Opera un continuo lavoro su te stessa. Devi tendere alla Perfezione. Soffri per riuscirvi e soffri per i fratelli così sordi alle voci dell’amore.


   Se ti ho fatto cisterna della mia parola perché gli assetati vi bevano, tu devi aspirare la Parola, a costo di un sacrificio continuo. Sofferenze della carne, sofferenze del cuore, sofferenze della mente, sofferenze dello spirito, tutto ti deve servire a questo scopo. Io tutto permetto perché voglio che sempre più la tua potenza di vittima, che col suo patire conquista anime al Cielo, si accresca.
   Del dubbio che Satana tenta inocularti, unica arma che gli resta per turbarti, dubbio che tu sia in errore, io ti rassicuro. Vivi sicura in Gesù.
   Va’ in pace. Se anche il mondo respingesse il tuo dono, io non ti leverei il miele delta mia Parola, ed essa rimarrebbe tutta in te come un forziere regale di cui saresti assoluta regina. Dormi con la mia benedizione.»


   Dice Gesù:

  Quando il Creatore creò la Terra la trasse dal nulla adunando i gas dell’etere già creato e divenuto il firmamento, in una massa che rotando si solidificò come valanga meteorica che sempre più cresceva intorno ad un nucleo primitivo.
   Anche la vostra Negazione (chiamo negazione la Scienza che vuole dare spiegazioni negando Dio) ammette la forza centripeta, la quale permette ad un corpo di roteare senza sperdere parte di sé, ma anzi attirando tutte le parti al suo centro. Avete le macchine che, se pur grandiose, ripetono in maniera microscopica la potenza centripeta creata da Dio per creare i mondi e tenerli obbligati a rotare intorno al sole, pernio fisso, senza precipitare fuor delle celesti vie, loro segnate, turbando l’ordine creativo e provocando cataclismi di una distruzione incalcolabile.


   La Terra, formandosi così nella sua corsa di proiettile nebulare che si solidifica traversando gli spazi, dovette per forza rapire ad essi emanazioni ed elementi provenienti da altre fonti, i quali e le quali sono rimaste chiuse in essa sotto forma di fuochi vulcanici, zolfi, acque e minerali diversi, i quali affiorano alla superficie testimoniando la loro esistenza ed i misteri, che con tutta la vostra scienza non riuscite a spiegare con esatta verità, della Terra, pianeta creato dal nulla da Dio, Padre mio.


   Quante forze buone ancora ignorate voi che siete maestri nello scoprire ed usare le forze malvagie! Queste ultime al Male le chiedete, ed esso ve le insegna per farvi suoi torturati ed i torturatori dei vostri simili in suo nome e per suo servizio. Ma le forze buone non le chiedete al Bene che paternamente ve le insegnerebbe come insegnò ai primi uomini, che pure erano colpevoli e condannati da Lui, i mezzi, e i modi da usarli, della loro esistenza terrena.


   Vi sono sorgenti benefiche e succhi salutari che ancora ignorate e che vi sarebbe così utile conoscere. Non solo: ve ne sono taluni che conoscete ma che non volete usare preferendone altri, vere droghe d’inferno, che vi rovinano anima e corpo.


   Cessano forse per questo di esistere quelle sorgenti nelle cui stille sono disciolti sali rapiti ai minerali chiusi nel seno del vostro pianeta ed affioranti da strati e per vene del suolo sino alla superficie, algide o bollenti, insapori, incolori, inodori, o dal sapore, dal colore, dall’odore sensibile ai vostri sensi? No. Esse continuano a crearsi come il sangue nel vostro corpo, nell’interno della Terra, per un processo di assimilazione e di trasformazione continua come è quello del cibo che nel vostro stomaco si fa sangue nutrendo i tessuti ed i midolli, gli organi e le cellule, che poi sono produttori del sangue. Esse continuano a gemere così come il sudore continua ad affiorare attraverso ai tessuti. Esse obbediscono. Quando ciò non fosse più, avverrebbero le esplosioni terrestri e la Terra, come caldaia senza aperture, deflagrerebbe dandovi la morte.


   Maria, io voglio che tu sia come una di queste sorgenti.
   Io ti nutro con un processo di assimilazione a Me che la mia bontà ha voluto. Ma tu, senza preoccuparti se a te vengono o non vengono i malati dello spirito a bere ciò che da te geme e che è Parola mia, devi continuare la tua missione di sorgente che si colma e si lascia attingere o, se non è attinta da coloro ai quali è particolarmente offerta e da chi più dovrebbe, perché non è creduta salutare e santa, trabocca, e ne beneficiano coloro che per caso ne vengono messi a contatto.


   Io alimenterò sempre in te la fonte delta mia Parola. Mi basta che tu mi dia amore, umiltà, volontà, spirito di sacrificioMa se hai l’amore hai già tutto perché esso è il generatore di ogni virtù. Chi ama è umile verso l’amato in cui vede ogni perfezione. Chi ama è volonteroso per fare contento l’amato. Chi ama non sente ripugnanza al sacrificio, se esso sacrificio può essere utile all’amato. Questo anche per gli amori umani. Questo poi si centuplica quando l’amore è sovrumano.


   E tu che già sai il frutto dell’umiltà e del sacrificio, due calamite potenti che mi attirano con tutti i miei doni soprannaturali, aumenta fino all’annichilimento e fino al delirio l’umiltà e il sacrificio.
   Viva le vittime che sono i deliranti del divino amore, i rapiti in esso, i vincitori del mondo che mettono sotto i loro piedi, e i conquistatori di Dio, del Cristo, Vittima suprema!»



   3Preghiera della Vergine al Verbo
   «O Santa Parola! Dono dato ai diletti di Dio, veste di fuoco che cingi di splendori, Vita che divieni la Vita di coloro a cui ti dài, che Tu sia sempre più amata da essi (come io ti amai) in ardore e umiltà.
   Opera in questi tuoi figli, o Parola santissima, poiché io li ho presi per miei ai piedi della Croce per dare conforto al mio strazio di Madre a cui è stato ucciso il Figlio adorato, e conducili al Cielo per una via di verità splendenti e di ardenti opere. Conducimeli sul Cuore dove Tu hai dormito infante e posato ucciso, dove ancora sono stille del tuo Sangue santissimo e del mio pianto, perché il resto della loro umanità dilegui a quel contatto ed essi, luminosi della tua Luce, entrino con Te nella Città dove tutto è eterna perfezione e dove Tu regni e regnerai, Figlio mio santo.»


   La stessa detta dai fedeli.
   "O Santa Parola! Dono dato ai diletti di Dio, veste di fuoco che cingi di splendori, Vita che divieni la Vita di coloro a cui ti dài, che Tu sia sempre più amata con ardore ed umiltà.
   Opera in questi figli tuoi e di Maria, che li ha presi per suoi ai piedi delta Croce per dare conforto al suo Cuore di Madre a cui è stato ucciso il Figlio adorato e per dare gloria al tuo Divino Cuore, o Parola santissima del mio Signore iddio. Conducili al tuo Cuore ed a quello immacolato della Madre tua, dove Tu hai dormito infante e posato ucciso, dove ancora sono stille del tuo Sangue e del suo pianto materno, perché il resto della loro umanità dilegui a quel contatto ed essi luminosi della tua Luce, entrino con Te nella Città dove tutto è eterna perfezione e dove Tu regni e regnerai, Figlio santo di Dio, incarnata Parola del Padre".

 AMDG et DVM

   1 Nel dettato del 9 dicembre, pag. 432.

   2 quegli stessi errori è correzione, riportata in calce dalla stessa scrittrice, da questi errori 

  3 Riportiamo i due testi della preghiera secondo l’ordine logico della stesura, e non secondo l’ordine della numerazione 

(forse invertita per errore) delle due pagine. La stessa preghiera è già nel dettato del 7 dicembre, pag. 424.

Il caso dell'UFO in Turchia

 



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http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/esoterismo-e-focus/non-e-terrestre-e-astronomia/7690-la-nostra-mente


AMDG et DVM

GESU' A SANTA GERTRUDE

 


77–     Utilità della tentazione

 

Gertrude pregava un giorno per una persona assalita dalla tentazione, e il Signore le disse: «Io permetto questa tentazione per farle conoscere e deplorare il suo difetto, essa cercherà di vincerlo, e non riuscendovi si umilierà. Questa umiliazione cancellerà allora quasi interamente ai miei occhi altri difetti che essa ancora non riconosce. Colui che scorge una macchia sulla sua mano, non lava soltanto la macchia, ma anche le mani, e così le purifica anche da ogni traccia di polvere, che egli non avrebbe tolta se questa macchia visibile non gliene avesse dato l’occasione».

78 – La     Comunione frequente piace a Dio

 

Una persona, eccitata da zelo di giustizia, giudicava spesso alcune altre persone che trova poco devote e poco preparate a ricevere la Comunione con frequenza. Qualche volta ne faceva anche loro pubblico rimprovero, così che esse, diventate timorose, non osavano più comunicarsi.

Chiese un giorno al Signore se approvava questo suo modo di agire, ed Egli rispose: «Le mie delizie sono di stare coi figlioli degli uomini e Io ho istituito questo Sacramento perché lo si rinnovasse spesso in mia memoria, impegnandomi a restare per esso coi miei fedeli fino alla consumazione dei secoli. Chiunque cerca di allontanare dalla Comunione un’anima che non è in stato di peccato mortale, impedisce e sospende le delizie che Io avrei potuto trovare in essa. Egli assomiglia ad un precettore severo che impedisce al figlio del re di giocare con dei poveri bambini suoi coetanei, nonostante che il giovane principe vi trovi molto piacere, e ciò sotto pretesto che gli conviene di più ricevere gli onori dovuti al su orango che divertirsi sulla piazza a giocare alla palla». 

Essa allora disse: «Se questa persona fosse ben decisa a non dare più in avvenire tali consigli, le perdoneresti ciò che ha fatto finora?». 

«Non solo glielo perdonerei – disse il Signore -, ma troverei nel suo buon proposito un piacere simile a quello del figlio del re se il suo precettore, cambiando parere, gli riconducesse spontaneamente i suoi piccoli amici che prima aveva scacciato per eccesso di severità».