giovedì 16 luglio 2020

FLOS CARMELI - Preghiere Carmelitane



PREGHIERE ALLA MADONNA DEL CARMINE
Il Flos Carmeli è la più antica sequenza in onore della Madonna del Carmine. E' attribuita allo stesso S. Simone Stok, colui che, secondo la tradizione,  ricevette in dono lo Scapolare nel 1251. Si trova, incompleta, già nel primo Messale Carmelitano, intorno al 1300.
FLOS CARMELI – TESTO LATINOFlos Carmeli
vitis florigera,
splendor coeli,
Virgo puerpera, / singularis.

Mater mitis,
sed viri nescia,
Carmelitis
esto propitia, / Stella maris.

Radix Jesse
germinans flosculum,
nos adesse
tecum in saeculum / patiaris.

Inter spinas
quae crescis lilium,
serva puras
mentes fragilium, / tutelaris.

Armatura
fortis pugnantium
furunt bella,
tende praesidium / scapularis.

Per incerta
prudens consilium,
per adversa
iuge solatium / largiaris.

Mater dulcis
Carmeli domina,
plebem tuam
reple laetitia / qua bearis.

Paradisi
clavis et ianua,
fac nos duci
quo, Mater, gloria /coronaris.
Amen.

FLOS CARMELI - TRADUZIONEFior del Carmelo,
vite fiorente,
splendor del cielo,
tu solamente sei vergin Madre.

  Madre mite
  e intemerata,
  ai figli tuoi
  sii propizia,    stella del mare.

Ceppo di Jesse,
che il fior produce,
a noi concedi
di rimanere con te per sempre.

  Giglio cresciuto
  Tra le alte spine,
  pure conserva
  le menti fragili    e dona aiuto.

Forte armatura
dei combattenti,
la guerra infuria:
poni a difesa lo scapolare.

  Nell’incertezza
  dacci consiglio,
  nella sventura
  dal cielo impètra    consolazione.

Madre e Signora
del tuo Carmelo,
di quella gioia
che ti rapisce sazia i cuori.

  O chiave e porta
  del Paradiso,
 fa' che giungiamo
  ove di gloria  sei coronata.
Amen.

LE "ALLEGREZZE" DI MARIA

E' una delle forme più antiche di preghiera alla Madonna del Carmine. Queste preghiere vogliono sottolineare le gioie (le "Allegrezze") che provò Maria qui in terra (l'aspetto positivo, in contrapposizione ai "sette dolori"): sono otto (più la conclusione) perchè vogliono ricordare le otto volte che il servo di Elia salì sul Carmelo per annunciare la nuvoletta (il servo tornò la prima volta ed Elia gli disse di tornarci ancora per sette volte: 1 + 7 = 8). La tradizione carmelitana ha sempre visto in quella nuvoletta benefica, che dette fine alla siccità, la figura della Vergine Maria, la sua Immacolata Concezione e il suo ruolo di Dispensatrice di tutte  grazie.
Pubblichiamo il testo originale in latino, di cui esistono numerose versioni in italiano, anche intercalate da canti, e la versione italiana che riteniamo più antica: si trova nel "Laudario dei battuti di Modena" del 1300, la cui chiesa era tenuta dai Carmelitani.
Gaude Virgo Mater Christi,
Quae per aurem concepisti,
Gabriele nuncio.

Gaude, quia Deo plena,
Peperisti, sine paena,
Cum pudoris Lilio.

Gaude, quia Magi dona
Tuo nato ferunt bona,
Quem tens in gremio.

Gaude, quia juxta legem,
Obtulisti mundi Regem,
In Templi Sacrario.

Gaude, quia tui Nati,
Quem dolebas mortem pati
Fulget resurrectio.

Gaude Christo ascendente,
Qui in Caelum te vidente
Motu fertur proprio.

Gaude Virgo, quia misit
Paraclytum quem   promisit
Sanctorum Collegio.

Gaude, quae post ipsum scandis,
Et est honor Tibi grandis
In Caeli palatio.

Jesus fructus ventris tui,
Per te nobis detur frui
In perenni gaudio. Amen.

***** ***** ***** *****

ANTICA PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE

      Povero pellegrino su questa terra di esilio, per dura e continua lotta scoraggiato e stanco,  oppresso da affanni e croci,  col cuore straziato da tante amarezze,  versando lacrime ai vostri piedi, esclamo e grido:  Oh Beata Vergine del Carmelo,  ricordati di me!
Per quel benedetto e santo Abito che Voi mi porgeste e che io bacio e stringo al mio petto, su di me volgete gli occhi vostri! Salvate l'anima mia e quella dei miei cari, ed ecco tutto!
Io sarò felice, o Madre mia, io sarò felice se questa mia preghiera sarà da Voi benignamente accolta, come fermamente lo spero, per questo santo Abito che porto e porterò sempre, e che bacerò morendo in terra, garanzia di felicità eterna in Cielo.
Così sia.

Quadro della Madonna del Carmine di Catania, Santuario del Carmine
Quadro della Madonna del,Carmine con i SS. Alberto e Angelo e religiosi carmelitani
  PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE

O Vergine benedetta, o piena di grazia, o Regina dei santi, quanto mi è dolce venerarti sotto questo titolo di Madonna del Monte Carmelo!
Esso mi richiama ai tempi profetici di Elia, quando tu fosti sul Carmelo raffigurata in quella nuvoletta che poi, ampliandosi, si aprì in una pioggia benefica, simbolo delle grazie santificatrici che ci provengono da te.
Tu da molti secoli sei onorata con questo misterioso titolo, ed ora mi rallegra il pensiero che noi ci uniamo a tutti i tuoi devoti, salutandoti “decoro del Carmelo”, “Gloria del Libano”, “giglio purissimo”, “rosa mistica” del fiorente giardino della chiesa.  Intanto, o Vergine delle vergini, ricordati di me e mostrati di essermi madre.
Diffondi in me sempre più viva la grazia di quella fede che ti fece beata, e infiammami di quell’amore con cui hai amato il Figlio tuo Gesù Cristo.
Sono pieno di miserie spirituali e temporali: molti dolori dell’anima e del corpo mi stringono da ogni parte, ed io mi rifugio come figlio all’ombra della tua protezione materna.
Tu, Madre di Dio, che tanto puoi e tanto vali, impetrami da Gesù benedetto i doni celesti dell’umiltà, della castità, della mansuetudine, che furono le più belle gemme dell’anima tua immacolata.
Tu concedimi di esser forte nelle tentazioni e nelle amarezze  che spesso mi travagliano.
Allorché poi si compirà, secondo la volontà di Dio, la giornata del mio terreno pellegrinaggio, fa’ che all’anima mia sia donata la gioia del paradiso, per tua intercessione e per i meriti di Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
(Cardinale Alfonso Capecelatro, Vescovo di Capua, 1824-1912)

PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE

O Maria, dolcissima Madre e Regina del Carmelo, umilmente prostrati ai tuoi piedi , ti offriamo l'omaggio della nostra vita.
Tu ci chiedi di vivere secondo il Vangelo del tuo Figlio.
Confessiamo la nostra debolezza e ti chiediamo con fiducia di renderci aperti alla sua Parola come lo fosti tu.
Sorella nostra nelle difficoltà della vita, Stella del mare che ci indichi il porto della salvezza, guidaci nel cammino verso Cristo, Lui che noi vogliamo seguire, perchè la nostra vita sia un inno di lode alla SS. Trinità.
Beata , tu che hai creduto, Beata, tu che ci ami , Benedetta tu che vivi presso Dio !
Bellezza intatta, Fiore del Carmelo, mostraci gli orizzonti luminosi della santità e proteggi noi e quanti ci sono cari.
Avvolgi l'umanità intera con la tenerezza del tuo cuore di Madre. Amen.
Suore Carmelitane del Monte Carmelo (Haifa, Israele).
Statua della Madonna del Carmine di Bagnara Calabra (Cz)
Il B. Giovanni Paolo II incorona la statua della Madonna del Carmine a Torrespaccata (Roma), Parrocchia S. Maria Regina Mundi.14.12.1986
PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE

Santa Madre della Speranza, Vergine del Carmine,  distendi il tuo scapolare come mantello di protezione,  sulle città e sui paesi, sugli uomini e le donne,  sui giovani e i bambini, sugli anziani e gli ammalati, sugli orfani e gli afflitti, sui figli fedeli e le pecore smarrite.
Stella del mare e Faro di luce, conforto sicuro per il popolo pellegrino,
guida i suoi passi nel suo peregrinare terreno,
affinché percorra sempre sentieri di pace e di concordia,
cammini di Vangelo, di progresso, di giustizia e di libertà.
Riconcilia i fratelli in un abbraccio fraterno;
Fa' che spariscano gli odi e i rancori,  che si superino le divisioni e le barriere,
che si appianino i conflitti e si rimarginino le ferite.
Fa' che Cristo sia la nostra Pace, che il suo perdono rinnovi i cuori,
che la sua Parola sia speranza e fermento nella società.
Amen
(Giovanni Paolo II)


     PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE

O pietosissima Vergine, con filiale abbandono noi ricorriamo alla tua protezione materna.
Ci accresce fiducia la singolare protezione legata allo Scapolare del Carmine.
Pellegrinanti in questa valle di sofferenze, noi guardiamo a te “segno di salvezza”; combattuti da tanti nemici, noi confidiamo in te “scampo dai pericoli”; disgregati dalle ferite del peccato, noi ci rifugiamo sotto il tuo manto materno “pegno di protezione e di pace”.
Sii tu la rugiada ristoratrice all’anima nostra, dandoci la gioia cristiana della vita.
Quale nuvoletta feconda, tempra le aridità del nostro spirito;
Processione della Madonna del Carmine sul Tevere a Roma (Madonna de noantri)
con il tuo impareggiabile esempio, donaci l’amore alla virtù perché, elevati dalla terra, ci avviciniamo a Dio.
Riporta sulla retta strada i peccatori, poveri erranti senza luce e senza pace; e alle anime del purgatorio, che in vita indossarono devotamente il tuo Scapolare, affretta l’ora tanto sospirata della liberazione e della gloria, con te e con il Figlio tuo, Cristo Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

ANTICA PREGHIERA DI OFFERTA

L'abitino che io porto
è sicuro mio conforto,
e lo stimo mio tesoro
più d'argento, gemme e oro.

Da Voi spero, Gran Signora,
ciò che voi diceste allora
a Simone Vostro amato,
dando l'abito sacrato.

Prometteste, certamente,
a chi il porta piamente,
esentar da cruda sorte
ed in vita e dopo morte.

Ed il sabato che viene,
esentarlo dalle pene
col sovrano Vostro zelo
e condurlo poi nel Cielo.

Orsù dunque, Verginella,
Madre, Sposa, tutta bella,
me infelice liberate
d'ogni male e consolate.

Aiutatemi nei guai
mentre afflitto sono assai,
specialmente, allora, quando
il mio fiato sta spirando.

Allora sì datemi aiuto, (aita)
d'impetrar l'eterna vita,
e sfuggire in tutti i modi
di Lucifero le frodi.

Fate allor che io gioiendo
e con gli Angeli godendo,
canti dolce melodia:
Viva, viva del Carmine Maria.

Salve Regina



BENEDICAT NOS VIRGO MARIA!

Dal Messale Proprio dell'ORDINE CARMELITANO

 Liturgia della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
Commento alle Letture e Liturgia tratto dal MESSALE PROPRIO DELL'ORDINE CARMELITANOEdizioni OCD  -  Roma Morena - web www.edizioniocd.it 
 
   
16 LUGLIO
COMMEMORAZIONE SOLENNE DELLA BEATA
VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO 
Solennità per i Carmelitani

MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO
  
LETTURE: 1 Re 18, 42-45Sal 15;  Gal4, 4-7Gv 19, 25-27
  
La sacra Scrittura esalta la bellezza del monte Carmelo, là dove il profeta Elia difendeva la purezza della fede d’Israele nel Dio vivente. In quei luoghi, all’inizio del XIII secolo ebbe giuridicamente origine l’Ordine carmelitano, sotto il titolo di Santa Maria del Monte Carmelo. Questo titolo, quasi compendio dei benefici della Patrona, cominciò a venir celebrato fin dal secolo XIV, dapprima in Inghilterra, quindi gradatamente, in tutto quanto l’Ordine. Raggiunse il massimo splendore ai primi del secolo XVII, allorché il Capitolo generale dei Carmelitani lo dichiarò festa principale e speciale dell’Ordine, e Paolo V lo riconobbe come titolo distintivo della Confraternita dello Scapolare. È la celebrazione solenne di tutti i devoti di Maria SS.ma del Carmine, che si ritrovano uniti nei sentimenti di amore e gratitudine verso Maria, rinnovando in questo giorno l’impegno del devoto servizio a lei, la fedeltà a Cristo Gesù e alla Chiesa, e affidando al cuore materno della Vergine l’intera Famiglia del Carmelo.
I carmelitani volevano servire e seguire il Signore Gesù con fedeltà e purezza (Regola, Prologo); si dedicarono di conseguenza anche al servizio di sua madre Maria, ritenuta la Signora della Palestina e, quindi del Carmelo. La Madre di Dio, che protegge l’Ordine come Patrona, è anche la Vergine sapiente, attenta alla Parola di Dio e pronta ad accoglierla in sé. Questa caratteristica di Maria si sviluppò in seguito in quella della 
«purità» di Maria: ella è la Vergine purissima, che ama Dio al di sopra d’ogni altra cosa, che viene imitata e seguita dai biancovestiti carmelitani.
I diversi titoli a poco a poco trovarono espressione sintetica nell’immagine della Madonna dello Scapolare, che finì col soppiantare tutte le altre feste e immagini di Maria carmelitana, tanto che lo scapolare è divenuto il simbolo più conosciuto del Carmelo.

La festa solenne della Madonna del Carmine viene celebrata il 16 Luglio o in un giorno vicino e pastoralmente adatto.
 

Maria concepì prima nella mente che nel corpo
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 1 per il Natale del Signore, 2, 3; PL 54, 191-192)


Viene scelta una vergine di discendenza regale della stirpe di Davide, che, destinata ad una sacra maternità, concepì il Figlio, Uomo-Dio, prima nel suo cuore che nel suo corpo. E perché, ignorando il disegno divino, non avesse a temere di fronte ad un evento eccezionale, apprende dal colloquio con l'angelo ciò che lo Spirito Santo avrebbe operato in lei. E colei che sta per divenire Madre di Dio, non pensa che ciò avvenga a scapito del pudore. Perché infatti non dovrebbe credere alla novità del concepimento, dato che le viene promesso l'intervento efficace della potenza dell'Altissimo? Inoltre la sua fede, già perfetta, viene confermata dalla testimonianza di un miracolo precedente: contro ogni aspettativa, viene accordata, cioè, ad Elisabetta la fecondità. Così non si poteva dubitare che, chi aveva dato la fecondità ad una donna sterile, la poteva dare anche a una vergine.
Pertanto il Verbo di Dio, Dio egli stesso e Figlio di Dio, che in principio era presso Dio e per mezzo del quale tutto è stato fatto, e senza del quale niente è stato fatto di tutto ciò che esiste (cfr. Gv 1, 3), si è fatto uomo per liberare l'uomo dalla morte eterna. Ma, abbassandosi fino ad assumere la nostra umile condizione, non diminuì la sua maestà. Così, restando quello che era, ed assumendo ciò che non era, unì la vera natura di servo a quella che lo fa uguale a Dio Padre. Congiunse le due nature con un vincolo così meraviglioso, che né la gloria a cui era chiamata assorbì la natura inferiore, né l'assunzione di questa natura, diminuì la natura superiore.
Salvo perciò restando ciò che era proprio a ciascuna natura e convergendo le due nature in una sola persona, ecco che l'umiltà è assunta dalla maestà, la debolezza dalla potenza e la mortalità dall'eternità.
Per pagare il debito proprio della nostra condizione, la natura impassibile si è unita alla nostra natura passibile e il vero Dio e il vero uomo vengono ad unirsi in un solo Signore. In tal modo, proprio come conveniva alla nostra salvezza, l'unico, il «solo mediatore, fra Dio e gli uomini» (1 Tm 2, 5) poteva morire in virtù di una natura, e risorgere in virtù dell'altra.
Perciò la nascita del Salvatore non recò il minimo pregiudizio all'integrità della Vergine, perché la nascita di colui che è la verità fu salvaguardia della sua purezza. Pertanto era conveniente, o miei cari, che Cristo «potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Cor 1, 24) nascesse in tal modo da porsi a nostro livello per la sua natura umana, e fosse infinitamente superiore a noi per la sua divinità. Difatti, se non fosse vero Dio, non ci avrebbe portato la salvezza, e se non fosse vero uomo, non ci avrebbe dato l'esempio.
E' per questo che alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli» e annunziano: «pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Essi infatti vedono che la Gerusalemme celeste è un edificio formato da tutti i popoli della terra. Se dunque di questa opera ineffabile della misericordia divina tanta gioia provano gli angeli, che sono creature eccelse, quanto dovranno goderne gli uomini che sono umilissime creature?
  
MESSALE
Antifona d'Ingresso  Is 35,2
A lei è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saròn.
Vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio

Virga Iesse flóruit: Virgo Deum et hóminem génuit;
pacem Deus réddidit, in se reconcílians ima summis. 
CollettaAssisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita, e per l'intercessione della beata Vergine Maria, nostra madre e regina, fa' che giungiamo felicemente alla santa montagna, Cristo Gesù, nostro Signore, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
 
Adiuvet nos, quæsumus, Dómine, gloriósæ Vírginis Maríæ intercéssio veneránda, ut, eius muníti præsídiis, ad montem, qui Christus est, perveníre valeámus. Qui tecum.

Oppure:
 

O Dio, che hai onorato l'Ordine del Carmelo col ti
tolo glorioso della beata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio, concedi a noi, che ne celebriamo oggi la solenne commemorazione, di poter giungere, forti del suo aiuto, alla vetta del monte che è Cristo Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
 

LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura  
Re 18, 42-45
Elia pregò sul monte Carmelo e il cielo diede la pioggia.
 

Dal primo libro dei Re

Elia si recò alla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la faccia tra le proprie ginocchia. Quindi disse al suo ragazzo: «Vieni qui, guarda verso il mare». Quegli andò, guardò e disse: «Non c’è nulla». Elia disse: «Tornaci ancora per sette volte».
La settima volta riferì: «Ecco una nuvoletta, come una mano d’uomo, sale dal mare». Elia gli disse: «Va’ a dire ad Acab: Attacca i cavalli al carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia!». Subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento; la pioggia cadde a dirotto.


Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 14
Ti seguiremo dovunque ci condurrai, Vergine Maria.


Signore, chi abiterà nella tua tenda?
chi dimorerà sul tuo santo monte?

Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia e parla lealmente,
non dice calunnia con la lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulto al suo vicino.

Ai suoi occhi è spregevole il malvagio

ma onora chi teme il Signore.


Seconda Lettura 
 Gal 4, 4-7
Dio mandò il suo Figlio nato da donna.
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per  riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessero l’adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; se poi figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

  
Sequenza (facoltativa)
Flos Carmeli
vitis florigera,
splendor coeli,
Virgo puerpera, / singularis.
Mater mitis,
sed viri nescia,Carmelitis
esto propitia, / Stella maris.
Radix Iessegerminans flosculum,nos adessetecum in saeculum / patiaris.
Inter spinas
quae crescis lilium
serva purasmentes fragilium, / tutelaris!
Armatura
fortis pugnantium

furunt bella,
tende praesidium / scapularis.
Per incerta
prudens consilium,
per adversaiuge solatium / largiaris.
Mater dulcis
Carmeli domina,
plebem tuamreple laetitia / qua bearis.

Paradisi
clavis et ianua,fac nos duci
quo, Mater, gloria / coronaris.Amen.
Fior del Carmelo,vite fiorente;luce del cielo,sei tu soltanto / Vergine Madre.
O Madre miteintemerata,ai figli tuoisii propizia, / Stella del mare.

Ceppo di Jesseche doni il Fiore,
a noi concedi
di rimanere / con te per sempre.
Giglio sbocciatotra acute spine
conserva puri
i nostri cuori / e dona aiuto.
Forte armaturalà dove infuria
la dura lotta:offri a difesa / lo Scapolare.
Per noi incertitu sei la guida;a noi provaticoncedi ognora / consolazioni.
O dolce Madre,Signora nostra:colma del gaudiodi cui sei piena / i figli tuoi.
O chiave e portadel Paradiso,fa' che giungiamodove di gloria / sei coronata.Amen.
  
Canto al Vangelo  
 Lc 11, 28

Alleluia, alleluia.

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.

Alleluia.

  
  
Vangelo  
Gv 19, 25-27
Ecco il tuo figlio, ecco la tua madre!

Dal vangelo secondo Giovanni

In quell’ora: stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: 
«Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.


Preghiera dei fedeli

Fratelli carissimi, nella solennità di Maria santissima, 
Madre del Carmelo, invochiamo Dio nostro Padre affinché per l'intercessione della Madonna spanda sull'umanità copiose grazie. Preghiamo insieme e diciamo:            Ascoltaci, Signore .
 
— Per la Santa Chiesa di Dio, che in Maria contempla la sua Madre e il suo modello, perché da lei apprenda ad ascoltare la divina Parola e a proclamarla agli uomini, preghiamo.

— 
Per quelli che invocano Maria Madre e Patrona,perché trovino in lei rifugio nelle avversità e sprone alla vita cristiana, preghiamo. 

— 
Per l'Ordine carmelitano, perché nella festa odierna approfondisca il significato della sua vocazione di testimonianza di preghiera e santità di vita, preghiamo. 

— 
Per tutti quelli che portano lo scapolare come segno di consacrazione e di speranza, perché imparino a imitare le virtù della Madonna e diano con le opere un'autentica testimonianza evangelica, preghiamo.  

O Signore, ascolta la preghiera della tua Chiesa, e per l’intercessione della Vergine Maria, Madre del Carmelo, concedici quanto ti abbiamo chiesto. Per Cristo nostro Signore.


Oppure:
 (Altri formulari per la preghiera dei fedeli).

 
Sulle Offerte
Accogli, o Padre, l'offerta che ti presentiamo nella solenne memoria della Beata Vergine Maria: perché imitando la sua carità nel tuo servizio, possiamo unirci intimamente all'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore.

Accépta sint tibi, Dómine, múnera pópuli tui, in commemoratióne beátæ Maríæ obláta, quæ tibi virginitáte plácuit et humilitáte concépit Fílium tuum Dóminum nostrum. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum..

Prefazio della Beata Vergine Maria
E' veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno:
noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo
nella Solennità della Vergine Maria, madre del Carmelo.
Umile ancella accolse la tua parola e la custodì nel suo cuore,
mirabilmente unita al mistero della redenzione,
perseverò con gli Apostoli in preghiera nell'attesa dello Spirito Santo.
Madre spirituale di tutti gli uomini
veglia con amore sulla moltitudine dei figli e risplende,
segno di consolazione e di sicura speranza,
sul nostro cammino verso il Monte della sua Gloria.
In lei come una perfetta immagine,
noi vediamo realizzato quello che desideriamo
e speriamo d'essere nella Chiesa.
Per questo dono della tua benevolenza
uniti agli angeli e ai santi innalziamo a te il nostro canto
e proclamiamo la tua lode:

Santo, Santo, Santo ...

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,
 nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
Et te in ... beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre,
benedícere et prædicáre.
Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus
obumbratióne concépit, et,
virginitátis glória permanénte,
lumen ætérnum mundo effúdit,
Iesum Christum Dóminum nostrum.
Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.
Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim,
sócia exsultatióne concélebrant.
Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas,
deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Oppure:
È veramente cosa buona e giusta innalzare a te
l'inno 
di benedizione e di lode, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
ma è soprattutto dolce e doveroso 
magnificare il tuo amore per noi
nel devoto ricordo 
di Maria, sempre Vergine.
Nel mistero della redenzione, tu l'hai scelta coopera
trice
del tuo Figlio, madre e modello della Chiesa.
Mistica stella del Monte Carmelo, Maria illumina
e guida i suoi figli che ha rivestito del santo abito
in 
segno della sua protezione.
Con bontà materna e lo 
splendore della sua bellezza
ci attræ a te sulla via della perfetta carità,
perché nella contemplazione del tuo 
volto,
annunziamo ai fratelli le meraviglie del tuo 
amore.
Per questo dono della tua benevolenza uniti agli angeli del cielo,
cantiamo a una sola voce la tua gloria:

Santo, Santo, Santo...
 
Antifona alla Comunione  Lc 2, 19
Maria serbava tutte queste cose,
meditandole nel suo cuore.

María conservábat ómnia verba hæc,
cónferens in corde suo.
Dopo la Comunione
O Dio, nostro Padre, la comunione col prezioso corpo e sangue del tuo Figlio, dono mirabile del tuo amore, fortifichi e renda fedeli imitatori delle virtù della beata Vergine Maria coloro che si sono consacrati al tuo servizio. Per Cristo nostro Signore.

Spirituális alimóniæ partícipes effécti, quæsumus, Dómine Deus noster, ut, beátam Vírginem Maríam assídue imitántes, et Ecclésiæ servítio semper inveniámur inténti et tui experiámur gáudia famulátus. Per Christum.

Benedizione solenne
Dio onnipotente, che ha posto l'Ordine del Carmelo e tutti voi sotto la protezione di Maria, vi riempia di gioia nella celebrazione di questa festa.Amen.Vi conceda la grazia di meditare nei vostri cuori la Parola e di proclamarla con la vostra vita per essere nel mondo un immagine viva di Maria.Amen.Vi conduca alla santità perché purificati da ogni colpa come figli fedeli di Maria, arriviate quanto prima dopo la vostra morte alla piena comunione con i santi nella gloria.Amen.E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.Amen.

 
Liturgia della Solennità di Nostra Signora del CarmeloLiturgia delle Ore 
PRIMI VESPRI 
UFFICIO DELLE LETTURE
LODI MATTUTINE
ORA MEDIA
SECONDI VESPRI

BENEDICAT NOS VIRGO MARIA

San Simone Stock (1164-1265) rappresenta un istmo tra il passato e il futuro.

San Simone Stock: Padre e Guida dell' Ordine Carmelitano ...

San Simone Stock Sacerdote carmelitno
+ Bordeaux, Francia, 16 maggio 1265 circa
Simone Stock fu un Priore Generale dell'Ordine Carmelitano di nazionalità inglese, venerato per la sua santità, e morto verso il 1265 a Bordeaux in Francia. Dopo la sua morte, i pellegrini che visitarono la sua tomba hanno registrato i suoi miracoli, dando così nel sec. XIV inizio ad un culto locale. Verso il sec. XV, nei Paesi Bassi, emerse una leggenda circa un certo "San Simone" che aveva avuto una visione della Nostra Signora, nella quale Lei gli appariva con lo scapolare promettendogli: "Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo." In pochi anni, i due racconti furono uniti e a Simone Stock, il Priore Generale, fu accreditata la visione della Nostra Signora. Il nuovo racconto fu rapidamente elaborato con dettagli biografici immaginari circa la vita di Simone, come la sua nascita a Kent in Inghilterra, la sua vita eremitica vissuta in un tronco di un albero, e la composizione del Flos Carmeli (un inno carmelitano molto bello alla Nostra Signora che in realtà era noto già nel sec. XIV, e dunque prima della leggenda). Il culto verso San Simone Stock e la devozione allo scapolare si diffusero rapidamente nei sec. XV - XVI e numerosi fedeli furono iscritti allo Scapolare. Lungo i secoli, pittori da tutto il mondo tradussero in immagine il racconto della visione dello scapolare, opere d'arte che si trovano in tutte le chiese carmelitane dell'Ordine. Nel sec. XVI, il culto a San Simone Stock fu inserito nel calendario liturgico di tutto l'Ordine.
Martirologio Romano: A Bordeaux nella Guascogna, in Francia, beato Simone Stock, sacerdote, che fu dapprima eremita in Inghilterra e, entrato poi nell’Ordine dei Carmelitani, ne fu in seguito mirabile guida, divenendo celebre per la sua singolare devozione verso la Vergine Maria.

//Lo ricordiamo anche oggi per ovvie ragioni//
Quanta sapienza racchiudono le parole di Cicerone, quando afferma che la Storia è “testimone del tempo, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera del passato”! Esse si applicano in modo speciale ai grandi personaggi, ma soprattutto se erano santi, poiché il ricordo del cammino di virtù da loro percorso nel passato illumina il presente e proietta una luce per il futuro.

Un filone di profetica devozione mariana
Elia, il tesbita, è una di queste figure paradigmatiche. Nato nel 900 a.C., egli “appare all’improvviso nella storia del regno di Israele, e già con una luce prodigiosa: ‘Allora sorse Elia profeta, simile al fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola. (Sir 48, 1)”.
Avendo consumato la sua esistenza nello “zelo per il Signore, Dio degli eserciti” (I Re 19, 14), unse Eliseo come suo continuatore, essendo poi elevato con “un carro di fuoco e cavalli di fuoco” e salì “nel turbine verso il cielo” (II Re 2, 11). Egli “ancora non è morto, secondo una consacrata tradizione nella Chiesa Cattolica”, e prima della seconda venuta di Cristo, “vicina al grande e terribile giudizio universale, Elia dovrà ritornare”.
Tra i suoi fatti mirabili c’è la terribile siccità da lui imposta a Israele per le sue infedeltà e il ritorno della pioggia, preannunciata dalla “nuvoletta, come una mano d’uomo” (I Re 18, 44) che aveva intravisto dalla cima del Monte Carmelo. Essa è considerata da molti esegeti come una prefigurazione di Maria Santissima.
In quella regione rocciosa, Elia e i suoi discepoli diedero inizio a un filone di profetica devozione alla Madonna, che raggiunse il suo apogeo nel Nuovo Testamento. Esso costituisce, pertanto, “una specie di ponte, dall’inizio della devozione a Maria Santissima, secoli prima che Lei nascesse”, fino ai suoi ultimi devoti, alla fine del mondo.
Col trascorrere degli anni, sorsero tra i seguaci del tesbita gruppi di eremiti che lì, in Palestina, avrebbero dato origine ai primordi dell’Ordine del Carmelo. Quando esso si trasferì in Europa, nel XIII secolo, uno dei primi regni a riceverlo fu quello dell’Inghilterra, che gli ha dato uno dei suoi membri più illustri: San Simone Stock.

Consacrato a Maria nel seno materno
Figlio di nobile famiglia di baroni inglesi, nacque nel 1164 nel Castello di Harford, contea del Kent, di cui suo padre era governatore. Complicazioni durante la gestazione, derivanti dalla robusta costituzione del nascituro, facevano temere la perdita della vita materna al momento della sua nascita. Ciò nonostante, la pia baronessa consacrò il bambino alla Madonna e lui venne al mondo senza particolari difficoltà. E, “fin dalla culla, Simone ebbe per la Madre di Dio la più tenera devozione”.
In segno di gratitudine, la madre era solita, prima di allattarlo, rinnovare la sua offerta pregando in ginocchio un’Ave Maria. Quando si dimenticava, per distrazione, il piccolo si rifiutava di alimentarsi. Si racconta che il bambino si asteneva dal latte materno il sabato e alla vigilia delle feste mariane, e che per calmarlo per un qualche malessere bastava presentargli un’immagine della Vergine Maria.
Dotato di rara intelligenza, prima di compiere un anno di vita sapeva l’Ave-Maria e imparò a leggere non appena cominciò a parlare. Seguendo l’esempio dei genitori, cominciò molto presto a recitare il Piccolo Ufficio alla Santissima Vergine, costume che non abbandonò mai. A sei anni comprendeva il latino e, infiammato d’amore, pregava i Salmi diverse volte al giorno, inginocchiato per rispetto alla Parola di Dio.

Crescita in scienza e virtù
Sentendosi incapace di orientare gli studi di un figlio così precoce, dopo averlo guidato nelle prime lettere, suo padre lo portò a Oxford, dove “fu saggio nell’età in cui i bambini iniziano a studiare”. La scienza dei Santi, tuttavia, attirava Simone più che quella degli uomini e, con ciò, i suoi direttori gli permisero di partecipare ai Sacramenti nell’età in cui “il bambino comune discerne appena il bene dal male”.
A mano a mano che cresceva in scienza, si purificava la sua devozione alla Madonna. A dodici anni, leggendo un trattato dell’Immacolata Concezione – sette secoli prima della proclamazione del dogma! –, sentì un tale impeto di amore che, mosso dal “desiderio di avere una certa somiglianza con la più pura delle vergini, che ha sempre considerato come sua Madre, consacrò la sua verginità a Dio”.
La delicatezza della sua coscienza e la paura di macchiare la sua purezza lo aiutarono a evitare persino quello che aveva la parvenza del peccato. E la sua ascesi lo faceva fuggire dalla vigilanza paterna per prendere, come penitenza, una razione giornaliera di erbe crude, insalata di legumi e frutti selvatici, con pane e acqua.
Tutto questo suscitò una grande invidia nel suo fratello maggiore che, a dispetto dei consigli paterni, conduceva una vita dissoluta e mondana. La santità del giovane Simone era quindi per lui un rimprovero costante. Inizialmente, tramava insidie contro la sua innocenza, seguite da prese in giro per la sua pietà, per poi passare alla persecuzione aperta, con calunnie e maltrattamenti.

Lungo periodo di solitudine
Temendo di cadere nelle seduzioni del mondo e mosso da un moto interiore della grazia nei suoi pochi dodici anni Simone decise di abbracciare la solitudine, rifugiandosi in una vasta foresta vicina a Oxford. Trovò lì un albero di dimensioni straordinarie con un’ampia cavità nel tronco e in essa improvvisò una cella. Un crocefisso e un’immagine della Madonna, unici oggetti che aveva portato con sé, servirono da ornamento per la sobria abitazione. Come cibo raccoglieva erbe, radici amare e frutti selvatici.
In mezzo a consolazioni cominciava per Simone una nuova via, di tentazioni e prove. Il demonio gli provocava scrupoli, timori e crudeli rimorsi per peccati mai commessi. Per vincerli, intensificava le sue austerità e preghiere e, con l’aiuto della Santissima Vergine, usciva sempre vincitore. “Alcuni autori affermano che gli Angeli si ricreavano in sua compagnia e addolcivano con la loro presenza gli orrori del suo isolamento”.
Il tempo scorreva veloce! Molto favorito da grazie speciali, ricevette una visita della Madonna, che gli manifestò la contentezza di Dio per i venti anni di vita solitaria già trascorsi. A seguire gli rivelò che era stato scelto per unirsi all’Ordine del Carmelo quando questo venisse dalla Terra Santa in Inghilterra, e che avrebbe affrontato le contraddizioni di cui l’ordine sarebbe stato oggetto sotto la sua direzione.

Ingresso nell’Ordine del Carmelo
Al fine di prepararsi al meglio per questi eventi futuri, Simone tornò a Oxford per completare i suoi studi di teologia e ricevere il ministero sacerdotale. Ciononostante, i piani di Dio non sono governati da ritmi umani: i primi carmelitani avrebbero tardato ancora quindici anni prima di mettere piede sul suolo inglese…
Nel frattempo, il nostro Santo era tornato alla vita solitaria e, ad aumentare la sua perplessità, nel 1207 il Regno d’Inghilterra era caduto in una funesta interdizione papale. Il disaccordo tra il Re Giovanni Senza Terra e Papa Innocenzo III, a proposito della nomina del nuovo Arcivescovo di Canterbury, si intensificò al punto da obbligare il Pontefice a una drastica decisione.
Nel 1212 arrivarono finalmente in Inghilterra i primi religiosi provenienti dal Monte Carmelo. Nel ricevere questa notizia così bene augurante, annunciata dalla stessa Santissima Vergine, Simone si affrettò a unirsi a loro, che avevano ricevuto l’incarico di dare inizio alla fondazione di monasteri nell’isola. L’interdizione papale, tuttavia, lo impedì. Nell’attesa di giorni migliori, i religiosi si ritirarono in un bosco ad Aylesford, proprietà di un frate carmelitano di origine inglese, e cominciarono a vivere come anacoreti. Lì il novizio ricevette l’abito carmelitano dalle mani del Beato Alano, allora priore della piccola comunità.
Questo superiore conoscendo i rari talenti del nostro Santo, gli ordinò di ritornare a Oxford e di specializzarsi in Teologia, malgrado la sua ripugnanza per gli ambienti mondani che sarebbe stato obbligato a frequentare. Il religioso obbedì, ma, una volta ottenuto il titolo, approfittò della circostanza favorevole offerta dalla fondazione di un eremo carmelitano nelle vicinanze di Norwich per ritornare alla vita solitaria, insieme ad altri religiosi venuti dalla Palestina.

Primi ostacoli da vincere
Passo dopo passo, si compiranno le profezie della Madonna. San Broccardo, secondo Superiore occidentale dell’ordine, conoscendo le meraviglie della grazia operate tra i solitari di Norwich, in particolare a favore di Simone, volle averlo come coadiutore, e nel Capitolo Generale del 1215 lo nominò Vicario Generale per tutta l’Europa, dove le case si erano moltiplicate in pochissimo tempo.
A causa del bene enorme fatto alla Chiesa, il padre dell’invidia infuse una tremenda persecuzione contro l’ordine: animate da falso zelo, alcune personalità cercarono di sopprimerlo, con il pretesto che andava contro i dettami del IV Concilio Lateranense.
Vigile, Simone unì tutto il Carmelo in preghiera e ricorse a Papa Onorio III. Il Pontefice inviò due commissari a informarsi della situazione in loco, ma questi si lasciarono sedurre dagli oppositori. Maria Santissima, nel frattempo, venne Lei stessa in soccorso dei suoi figli: il Papa dichiarò che la Regina del Cielo gli aveva ordinato di “approvare la regola del Carmelo, confermare l’ordine e proteggerlo contro l’attacco dei suoi avversari”. Con la Bolla Ut vivendi normam, del 1226, egli effettua le decisioni celesti e autorizza nuove fondazioni in Europa.

Raccoglimento nel Monte Carmelo
Era suonata finalmente l’ora fissata dalla Provvidenza affinché l’Ordine del Carmelo partisse dalla Terra Santa per luoghi più favorevoli, come aveva predetto la Madonna. Per disposizione del Beato Alano, ora eletto Superiore-Generale, Simone Stock si recò fino al Monte Carmelo per partecipare al Capitolo Generale, convocato per porre rimedio ai mali sofferti in Oriente, a causa dell’intolleranza saracena. Il carmelitano inglese provò una gioia indicibile a conoscere il profetico monte sul quale tutto era cominciato con Elia.
Nel Capitolo si decise, infatti, l’emigrazione di tutti i carmelitani in Europa, nonostante l’obiezione di alcuni dei presenti che dicevano di non poter abbandonare, in coscienza, i pochi cristiani dell’Oriente. San Simone ponderò, tuttavia, che era inutile esporsi a un così grave pericolo, ricordando un principio evangelico: “Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra” (Mt 10, 23).
Mentre si trovavano ancora lì, si intensificò la furia dei saraceni e molti furono i cristiani che persero la vita in quella regione. Si salvarono dalla morte quelli che riuscirono a fuggire nella Ptolemaida, dove si era concentrata l’armata cristiana. Tra questi c’era il nostro Santo.
Narra la tradizione del Carmelo che egli rimase sei anni conducendo una vita di preghiera sulla montagna di Elia, in attesa di un’occasione propizia per ritornare al suo paese. Questo si verificò quando alcuni nobili inglesi, che avevano combattuto in Terra Santa, offrirono ai religiosi la possibilità di imbarcarsi nelle loro navi, per ritornare in patria, dove avrebbero dovuto distribuirsi nei vari monasteri già esistenti. San Simone e il Superiore Generale si diressero a Aylesford.

Segno di predilezione e alleanza con la Madonna
Correva l’anno 1245 quando il Beato Alano convocò il primo Capitolo Generale in Europa, durante il quale egli presentò la sua rinuncia alla carica, essendo eletto all’unanimità San Simone Stock a sostituirlo, a ottant’anni d’età. Sotto il suo governo l’ordine si espanse notevolmente, soprattutto in Francia, dove si moltiplicarono le fondazioni, grazie alla protezione di San Luigi IX.
Pur contando sulla protezione della Santa Sede, il Carmelo fu bersaglio di nuove e virulente persecuzioni che miravano a sopprimerlo. Al culmine dell’afflizione, il Santo si consegnò alla preghiera, a digiuni e penitenze, che finirono per prolungarsi per alcuni anni. Fu in questo stato di trance che compose la celebre antifona Flos Carmeli, che cominciò a recitare tutti i giorni.
Tuttavia, “nelle opere che la Madonna ama, le cose possono arrivare al punto di cadere in pezzi e frantumarsi quasi completamente. Tutto sembra perduto, ma è il momento che Ella riserva per intervenire”.
Il 16 luglio 1251, la preghiera del venerando carmelitano, “come quella del profeta Elia, aprì il Cielo e fece scendere la Regina degli Angeli”. In quella data, “la Vergine Santissima gli apparve, vestita dell’abito dell’ordine, coronata di stelle scintillanti, e tenendo il suo Divino Figlio in braccio”. Aveva in mano lo scapolare, che gli consegnava come tesoriere del suo segno di predilezione e di un’eterna alleanza.
Nello stesso giorno, San Simone consegnò a Don Pierre Swayngton, suo segretario e confessore, una lettera diretta a tutti i suoi fratelli d’abito, nella quale registrava la promessa della Madre di Dio di cui era stato depositario: “Ricevi, mio amato figlio, questo scapolare del tuo ordine, come segno distintivo e simbolo del privilegio che Io ho ottenuto per te e per tutti i figli del Carmelo; è un segno di salvezza, una salvaguardia nei pericoli e garanzia di una pace e di una protezione speciale fino alla fine dei secoli. Ecce signum salutis, salus in periculis. Chi morirà rivestito con questo abito sarà preservato dal fuoco eterno”.

Vita longeva unita a Maria
A partire da allora, l’Ordine Carmelitano si estese prodigiosamente e alla fine del XIII secolo, pochi anni dopo la morte del Santo, già possedeva, secondo fonti dell’epoca, più di settemila monasteri ed eremi, con circa centottantamila religiosi.
San Simone Stock dedicò gli anni che gli restavano per visitare i Carmeli. “L’Europa vide con ammirazione il santo anziano, nell’estrema vecchiaia, curvo sotto il peso degli anni, logorato dai rigori della vita più austera, non diminuendoli mai minimamente, anche nel corso dei suoi viaggi, percorrere con coraggio infaticabile i monasteri del suo ordine”.
Fu in diverse città del Belgio, Scozia, Irlanda e altri paesi, e nel 1265 giunse a Bordeaux, in Francia, dove il 16 maggio consegnò la sua anima a Dio. Le sue ultime parole furono le prime che aveva imparato a dire: Ave Maria.

La sua azione continua nell’eternità
Membro del profetico filone eliatico, San Simone Stock rappresenta un istmo tra il passato e il futuro. E siccome la missione dei Santi non termina su questa terra, occorre chiedersi: che farà lui ora, nell’eternità? In questo anno che commemora il centenario delle apparizioni di Fatima, non starà chiamando per la venuta del Regno di Maria lì annunciato?
Infatti, il 13 ottobre 1917, prima del famoso “miracolo del sole”, Maria Santissima Si presentò ai tre pastorelli “come Madonna del Carmelo, coronata Regina del Cielo e della terra, con il Bambino Gesù in braccio”.
Essendo proprio dello spirito della Chiesa amare le grandi sintesi, è bello contemplare come “nel momento in cui la Madonna proclama la sua regalità futura sotto la forma della regalità del Suo Cuore, appare con l’abito della sua più antica devozione, il Carmelo, facendo una sintesi del più antico e del più recente”. La singolare figura di San Simone Stock, il Carmelo e lo scapolare preannunciano, così, il trionfo del suo Cuore Immacolato!

Autore: 
Suor Juliane Vasconcelos Almeida Campos, EP

Fonte:

Rivista Araldi del Vangelo, Maggio/2017, n. 168, pp. 32-35

Benedicat nos Virgo Maria