mercoledì 10 giugno 2020

Un enorme altare...

   Dice Gesù:

   «Se la mia Carne è realmente cibo e il mio Sangue è realmente bevanda, come mai le vostre anime muoiono di inedia? 
Come mai non crescete nella vita della grazia? 
Vi sono molti per i quali è come se le mie chiese non avessero ciborio. Sono coloro che mi hanno rinnegato o dimenticato. 
Ma vi sono anche molti che si cibano di Me. Eppure non progrediscono. Mentre in altri, ad ogni unione con Me-Eucarestia, vi è un accrescimento di grazia.


   Ti spiegherò le cause di queste differenze. Vi sono i perfetti che mi cercano unicamente perché sanno che la mia gioia è di essere accolto nel cuore degli uomini e che non hanno gioia più grande di questa di divenire una sola cosa con Me. In questi l’incontro eucaristico diviene fusione, ed è tanto forte l’ardore che da Me emana e che da loro si sprigiona, che come due metalli in un crogiolo noi si diventa una cosa sola. Naturalmente quanto più la fusione è perfetta tanto più la creatura prende l’impronta mia, le mie proprietà, le mie bellezze. Così sanno unirsi a Me quelli che voi chiamate poi "Santi", ossia i perfetti che hanno capito chi Io sono.

   Ma in tutte le anime che vengono a Me con vero trasporto e puro cuore Io porto grazie indicibili e trasfondo la mia grazia, di modo che esse procedono sulla via della Vita e anche se non raggiungono una santità clamorosa, riconosciuta dal mondo, raggiungono sempre la vita eterna, perché chi sta in Me ha vita eterna.

   Per tutte le anime che sanno venire a Me con l’ardore dei primi e con la fiducia dei secondi e che mi dànno tutto quanto è in loro potere di dare, ossia tutto l’amore di cui sono capaci, Io sono pronto a compiere prodigi di miracoli pur di unirmi a loro. 
Il cielo più bello per Me è nel cuore delle creature che mi amano. Per loro, se la rabbia di Satana distruggesse tutte le chiese, Io saprei scendere, in forma eucaristica, dai Cieli. I miei angeli mi porterebbero alle anime affamate di Me, Pane vivo che dal Cielo discende.
   
Non è del resto cosa nuova. Quando la fede era ancora fiamma di amore vivo Io ho saputo andare ad anime serafiche seppellite negli eremi o nelle celle murate. Non occorrono cattedrali a contenermi. Mi basta un cuore che l’amore consacri. Anche la più vasta a splendida cattedrale è sempre troppo angusta e povera per Me, Dio che empio di Me tutto quanto è. Opera umana è soggetta alle limitazioni dell’umano e Io sono infinito. Mentre non m’è angusto e povero il vostro cuore se la carità lo accende. E la più bella cattedrale è quella della vostra anima abitata da Dio.
Dio è in voi quando voi siete in grazia. Ed è del cuore vostro che Dio si vuole fare un altare. Nei primi tempi della mia Chiesa non vi erano le cattedrali, ma Io avevo un trono degno di Me in ogni cuore di cristiano.
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   Vi sono poi quelli che vengono a Me soltanto quando il bisogno li spinge o la paura li sprona. Allora vengono a bussare al Tabernacolo che si apre, concedendo sempre conforto, spesso, se è utile, la grazia richiesta. Ma vorrei però che l’uomo venisse a Me non soltanto per chiedere ma anche per dare.

   Indi vengono quelli che si accostano alla Mensa, dove Io mi faccio cibo, per abitudine. In questi i frutti del Sacramento durano per quel poco di tempo che durano le Specie e poi dileguano. Non mettendo nessun palpito nel loro venire a Me, non progrediscono nella vita dello spirito che è essenzialmente vita di carità.
   Io sono Carità e porto carità, ma la mia carità viene a languire in queste anime tiepide che nulla riesce a scaldare di più.

   Altra categoria, quella dei farisei. Vi sono anche ora; è una gramigna che non muore. Costoro fanno gli ardenti, ma sono più freddi della morte. Sempre uguali a quelli che mi misero a morte vengono, mettendosi bene in mostra, gonfi di superbia, saturi di falsità, sicuri di possedere la perfezione, senza misericordia fuor che per se stessi, convinti d’essere esempio al mondo. Invece sono quelli che scandalizzano i piccoli e li allontanano da Me perché la loro vita è una antitesi di quella che dovrebbe essere e la loro pietà è di forma ma non di sostanza, e si tramuta, non appena allontanati dall’altare, in durezza verso i fratelli. Questi mangiano la loro condanna perché Io perdono molte cose, conoscendo la vostra debolezza, ma non perdono la mancanza di carità, l’ipocrisia, la superbia. Da questi cuori Io fuggo al più presto possibile.

   
Considerando queste categorie è facile capire perché l’Eucarestia non ha ancora fatto del mondo un   Cielo come avrebbe dovuto fare. Siete voi che ostacolate questo avvento d’amore che vi salverebbe come singoli e come società.

   Se realmente vi nutriste di Me col cuore, con l’anima, con la mente, con la volontà, con la forza, l’intelletto, con tutte insomma le potenze vostre, cadrebbero gli odî, e con gli odî le guerre, non vi sarebbero più le frodi, non le calunnie, non le passioni sregolate che creano gli adulterî e con questi gli omicidi, l’abbandono e la soppressione degli innocenti. Il perdono reciproco sarebbe non sulle labbra, ma nei cuori di tutti, e sareste perdonati dal Padre mio.

   Vivreste da angeli passando le vostre giornate adorando Me in voi e invocando Me per la [66] prossima venuta. La mia costante presenza nel vostro pensiero terrebbe voi lontani dal peccato, il quale sempre comincia da un lavorìo del pensiero che poi si traduce in atto. Ma dal cuore fatto ciborio non uscirebbero che pensieri soprannaturali e la terra ne sarebbe santificata. 
La terra diverrebbe un altare,  un enorme altare pronto ad accogliere la seconda venuta del Cristo, Redentore del mondo.»

Maria Valtorta: QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 23: 10 giugno 1943

Cappella per l'Adorazione Eucaristica continua - Home | Facebook
"Jesu, quem velatum nunc aspicio,
Oro, fiat illud quod tam sìtio:
Ut, te revelata cernens fàcie,
Visu sim beatus tuae gloriae. Amen."
Oh Gesù, che velato ora ammiro,
Prego che avvenga ciò che tanto bramo,
Che, contemplandoTi col volto rivelato,
A tal visione io sia beato della Tua gloria. Amen.


lunedì 8 giugno 2020

La preghiera di Benedetto XVI


     Apprendiamo dal BenedettoXVIblog che il vescovo di Eisenstadt Ägidius Zsifkovics, nella sua prefazione all’Annuario del Burgenland, descrive la preghiera come teologicamente scaltra e toccante  Lo scritto di Benedetto XVI è del giugno scorso; ma contiene elementi significativi anche in relazione agli eventi più recenti, tenendo anche conto che il discusso testo dell'Instrumentum Laboris del Sinodo Amazzonico era in quel momento già noto.
   Ricordiamo un precedente scritto particolarmente significativo: le Note [qui] vergate in occasione della riunione dei presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo per discutere sul tema degli abusi, convocata in Vaticano (24-29 febbraio 2019). Il documento fu reso pubblico nel successivo mese di aprile dimostrando come le sue osservazioni non fossero state tenute in alcuna considerazione.

La preghiera di Benedetto XVI
Benedictus XVI Papa

Signore Gesù Cristo,
sono passati più di 1900 anni da quando Tu, il Verbo eterno di Dio, sei entrato nel tempo e Ti sei fatto carne – Ti sei fatto uomo. Non hai dismesso la Tua natura umana come un vestito dopo averla assunta per poco tempo. No, fino alla Tua morte sulla croce Tu l’hai assunta, l’hai attraversata e l’hai sofferta e rimani, dopo essere risorto, per sempre uomo. Nella parabola, Ti sei paragonato al chicco di grano, che cade nella terra e muore, ma non rimane isolato, bensì emerge di nuovo e porta costantemente frutto. Nella Santa Eucarestia Tu sei sempre presente tra di noi, Ti affidi nelle nostre mani e nei nostri cuori affinché possa sorgere una nuova umanità. Quindi il Tuo farti uomo non è per noi un’esperienza lontana, bensì ci tocca tutti, ci chiama tutti. Aiutaci a comprenderlo sempre di più. Aiutaci a vivere e a morire nel segreto del chicco di grano e a contribuire al sorgere di una nuova umanità.


Prima di lasciare questo mondo e di tornare al Padre, per poi tornare tra di noi, Tu hai affidato a dei giovani uomini il compito di andare in tutto il mondo e di battezzare le genti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E l’essere battezzati ci fa diventare una nuova comunità, la Tua Chiesa. Come Tu hai annunciato, questo Tuo nuovo corpo – che si estende in tutto il mondo – si contraddistingue per la Tua vicinanza, che anima il corpo stesso. Ma è anche contraddistinto dalla nostra fragilità, che si supera solo lentamente.

In questo momento della nostra storia, Ti ringraziamo per la grazia di averci chiamato a far parte della Tua Chiesa. Ti ringraziamo per le realtà belle e grandi che si rendono visibili nel mondo per mezzo di essa. Ti preghiamo anche di aiutarci ad affrontare l’oscurità che, di tempo in tempo, è sempre minacciosamente attiva al suo interno.
E Ti ringraziamo perché da sessant’anni la nostra Patria, il Burgenland, è divenuta un episcopato ed è entrata come una famiglia unita nella più vasta famiglia di Dio. Alla fine della prima guerra mondiale l’immenso territorio della vecchia Austria, che univa tra loro molti popoli, si è frantumato ed è stato diviso in molti Stati [ricorda la fine dell'impero absburgico -ndT]. Ma la nostra patria si trova laddove le divisioni si dissolvono. Così, poco a poco il nostro episcopato si è evoluto dalla presenza di singole realtà a una nuova unità. Il suo compito è pertanto anche quello di agglomerare le varie lingue e le storie diverse di ogni parte in una nuova unità. Ti ringraziamo quindi per il fatto che – grazie alla guida di buoni pastori – il nostro episcopato è divenuto uno spazio di riconciliazione in cui la forza conciliatrice del Tuo amore è stata resa in qualche modo visibile.

In questo frangente pensiamo innanzitutto agli esordi della fede all’interno della nostra patria, all’epoca in cui Tu ci hai inviato la grande figura di San Martino, Vescovo di Tours. Martino nacque nella nostra terra – l’allora provincia romana della Pannonia – e le sue origini fanno sì che ci appartenga per sempre in modo speciale. Seguendo la volontà di suo padre, egli diventò un soldato romano e giunse nella Gallia, all’altro estremo del continente. Incontrò Te, Signore Gesù Cristo, nella figura di un mendicante, e spartendo con lui il suo mantello – la sua casa, potremmo dire – Ti ha riconosciuto nel suo cuore. Tu gli hai fatto dono di un grande maestro, Ilario di Poitiers, che ha illuminato la sua intelligenza e in tal modo lo ha protetto dalle insidie dell’arianesimo. Così, egli venne preservato da quella falsa forma di fede cristiana, che trasmetteva ai popoli recentemente convertiti un’immagine sminuita di Nostro Signore e impediva pertanto l’accesso alla grandezza della vera fede. Seguendo le orme di Sant’Ilario, San Martino tornò ancora una volta nella sua terra per poi recarsi di nuovo nella Gallia, ove realizzò il grande ministero della sua vita.

Anche oggi la nostra fede è minacciata da mutamenti riduttivi a cui le mode mondane la vorrebbero sottoporre per sottrarle la sua grandezza. 
Signore, aiutaci in questo nostro tempo ad essere e a rimanere veri cattolici – a vivere e a morire nella grandezza della Tua verità e nella Tua divinità. Donaci sempre vescovi coraggiosi che ci guidino all’unità con la fede e coi santi di tutti i tempi e ci mostrino come agire in modo adeguato al servizio della riconciliazione, cui il nostro episcopato è chiamato in modo speciale. Signore Gesù Cristo, abbi pietà di noi!
Benedetto XVI
Città del Vaticano,
Monastero “Mater Ecclesiae”,
8 giugno 2019
[Traduzione per Chiesa e Post-Concilio di Antonio Marcantonio]



AMDG et DVM

DIO NON ABBANDONA NESSUNO





“Quali che siano gli eventi, ricordatevi di due cose: Dio non abbandona nessuno. Quanto più vi sentirete solo, trascurato, vilipeso, incompreso, e quanto più vi sentirete presso a soccombere sotto il peso di una grave ingiustizia, avrete la sensazione di un’infinita forza arcana, che vi sorregge, che vi rende capaci di propositi buoni e virili, della cui possanza vi meraviglierete, quando tornerete sereno. E questa forza è Dio!
Di un’altra cosa dovete ricordarvi, ed è che non bisogna accasciarsi, ma mettere in pratica una delle quattro virtù cardinali, la fortezza. Accasciarsi significa giustificare le ragioni, che gli altri accampano per imporci un orientamento piuttosto che un altro”.


AMDG et DVM

Sebirblu: Lo SCACCO MATTO di Wojtyla e Ratzinger a Bergoglio...

Sebirblu: Lo SCACCO MATTO di Wojtyla e Ratzinger a Bergoglio...: Sebirblu, 14 febbraio 2020 Fra' Alexis Bugnolo, un dotto francescano indipendente (ved. QUI ), nato negli Stati Uniti...

sabato 6 giugno 2020

Parole di profezia - A Debora sono stati affidati 12 segreti ....

Parole di profezia

A Debora sono stati affidati 12 segreti di cui tre già aperti e svelati nell’opera scritta dettata da Gesù e Maria,
“Sapienza rivelata del Dio Vivente”, opera che appare come un cammino di spiritualità, guida e discernimento per
l’uomo d’oggi in cerca Dio travolto da un mondo confuso, negazionista e tenebroso

25 novembre 1992

Debora: “Questa data rappresenta un momento importante per la mia vita: vivrò in prima persona alcune profezie
della Madonna che si realizzeranno nei giorni a venire..”
Maria ss.ma insieme a P. Pio: “Figliola non rammaricarti, il Signore ha stabilito che tu oggi veda ciò che
potrebbe accadere al mondo se tutto dovesse rimanere come ora. Piccola, sii molto prudente: è necessario
che per ora tu lo tenga segreto alle genti, ma desidero che i Miei Ministri vengano messi al corrente e si
rendano conto dell’eventualità terribile che grava sul mondo”
Ad un tratto mi sono trovata in mezzo ad una piazza e l’ho riconosciuta come Piazza S. Pietro. Ho visto cadere dal
cielo fuochi: come missili. La gente correva da una parte all’altra cercando riparo. I volti degli uomini erano stravolti
ed ho visto che questi imploravano il Cielo che li facesse morire. Di colpo mi sono girata ed ho notato che da lontano
un essere sollevato da terra si avvicinava. Era una Donna: la Signora! Quanta radiosità e quanta grazia nei Suoi
movimenti! Però mi accorsi che il Suo Volto era rigato di lacrime di sangue. Avvicinatasi, riconobbi in Lei la Donna
che avevo sempre visto nei miei incontri beati col Cielo: era la Madre di Dio, ma anche la mia Mamma. Che
sofferenza vederLa in quello stato! La Sua voce soave quasi mi rapì: “Figliola, la città ad essere colpita per
prima sarà Roma”.
Vidi poi che dal cielo venivano due schiere di angeli: la prima schiera era vestita di bianco e la seconda di nero.

Mariass.ma mi indicò con il dito le anime che seguivano i rispettivi angeli dicendo:

“Figliola Mia, gli uomini che seguono gli angeli vestiti di nero sono anime che hanno accettato il peccato e la
perdizione. Gli uomini che seguono gli angeli vestiti di bianco sono anime che più o meno hanno seguito il Padre e
vanno a riscuotere la loro ricompensa”
Le anime erano vestite secondo il ruolo che avevano svolto sulla terra e vidi che in testa alla fila degli angeli vestiti di
nero c’erano dei cardinali; li seguivano dei vescovi e ancora più indietro c’erano dei preti. A questo punto la
Madonna disse:
“Guarda quei preti, figliola Mia”
-“Chi sono, Mamma?”
“Sono sacerdoti che si sono fatti pagare per suffragare le anime, ma in verità il più delle volte non lo hanno fatto ed
hanno utilizzato il denaro per i loro vizi! Ma il peccato più grave, che li manda nel tremendo fuoco, è la loro impurità
di corpo, soprattutto del cuore. L’impurità che strazia il Cuore Immacolato di Gesù è la concupiscenza di carne
vissuta contro natura”.
Dietro a questi vi erano delle donne, ragazze vestite in modo sconcio, accompagnate da alcuni uomini vestiti di nero.

Io chiesi alla Madonna chi fossero mai quelli ed Ella mi rispose così:
“Le donne giovani che tu vedi, sono donne che hanno venduto il loro corpo, hanno scandalizzato bambini e sedotto
giovani. Coloro che le seguono sono uomini che hanno aiutato in un modo o nell’altro queste donne nel loro
cammino di perdizione. Il Mio dolore è grande, poiché la loro indole non era cattiva. Il Maligno li ha sedotti ed essi
sono caduti nella sua rete di perdizione.”
Ancora dietro vi erano delle ragazzine che portavano in braccio delle sagome minuscole, fasciate da bende nere.
Guardai Maria ssma. e prima ancora che Le facessi la domanda mi disse:

“Figliola, quelle giovani hanno partorito non una volta sola, ma il loro peccato consiste nell’aver premeditatamente
ucciso i loro figli. Credevano di essere scampate al giudizio degli uomini e quindi d’esser salve, ma esse non hanno
tenuto presente l’occhio di Dio che da lassù le vedeva”.
Più indietro c’era un’infinità d’anime che attendevano il loro giudizio e chissà quanti peccati le accompagnavano. Ad
un tratto Maria ss.ma mi dice:
“Guarda, Debora: arriva Mio Figlio!”
Io vidi venire dal Cielo dentro un enorme globo luminoso un uomo vestito con una veste splendente. Era bruno ed
aveva in mano un enorme Libro. Vidi che queste schiere di angeli si portavano dinanzi a Lui ed Egli decideva la loro
destinazione dicendo:
“Tu qui, tu lì, tua sopra, tu sotto, tu a Me”.
Dopo che Gesù ebbe compiuto il Suo Giudizio, mi guardò. Non so descrivere quello sguardo così penetrante sino a
denudare il profondo della mia anima, e posso dire d’averLo prima visto imponente e poi man mano diventare
dolcissimo. Ciò che vidi dopo fu più terrificante delle visioni precedenti. La terra si squarciava come se ci fosse un
enorme terremoto. Gli alberi venivano strappati via dalla terra come da una forza che arrivava dal centro di questa.
Vidi uomini che, spinti dalla fame, mangiavano altri uomini; animali distesi per terra quasi senza pelle, come
squarciati, con tanti insetti che ronzavano loro intorno. Guardai in Cielo e vidi degli uccelli giganti. Non saprei
descriverli, ma erano neri e di certo perlustravano la zona, come in cerca di qualche cosa. Ero stanca e soprattutto
sfinita dalle brutture che ero costretta a vedere. Tra un pensiero e l’altro mi chiedevo perché il Signore aveva
permesso ai miei occhi di vedere tanto, ma capivo con profonda amarezza che avrei dovuto vedere tutto questo, se
non altro per la santificazione della mia anima. Ebbi sete: sentivo le labbra che mi si spaccavano dal terribile calore 

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del sole. Mi sentivo piagata perfino dentro(come avvelenata) e credevo che il mio corpo cadesse in pezzi. Cercai
disperatamente un pozzo. Ne vidi uno da lontano, ma, avvicinatami, notai che era secco: i raggi del sole a picco lo
avevano prosciugato. Mi guardai intorno, ma c’era solo desolazione, morte e disperazione. Gridai al Cielo questo:
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonata?”
Ad un tratto un uomo vestito con un saio strappato, mi si avvicina e dice: “Io sono P. Pio, bambina. Ciò che
hai visto tu oggi, l’ho veduto un tempo anch’io. Iddio mi ha mandato a consolarti. Appoggiati a me e dai al
tuo Dio tutte le preoccupazioni, tutti i tuoi timori. Egli ha apprezzato il tuo coraggio. Ora è tempo che tu
ritorni nel tuo tempo. Ricorda che ciò che hai visto è l’Apocalisse ed è iniziata nel 1976”.


Arriva Maria SS. e mi dice:
“Sappi, piccola, che S. Giovanni è ritornato sulla terra e rivive in tutti quei cuori che lo vogliono seguire per formare
la Milizia Celeste, ed è ritornato per preparare la strada al Mio Divin Figliolo che sta per ritornare nella gloria. Figliola
Mia, presto, molto presto, già alla fine dell’anno 1993 grandi tribolazioni vi aspettano, ma tu abbi fede in Dio,
anche la fame si farà sentire sul vostro pianeta e allora si vedranno immagini pietose di uomini che mangeranno altri
uomini. Sperate nell’amore del vostro Salvatore che sta per ritornare e vi libererà da ogni sorta di male”(1° segreto
aperto).

6 febbraio 1993 

(Puglia) Maria ss.ma:” Io chiedo di consacrare questa regione al Mio Cuore Immacolato: troppo
sangue scorre per le vie, troppe vite stroncate in nome di una legge selvaggia sorretta dall’odio e dal
rancore...Basta!, basta, basta!” Dico alla “sacra corona unita”: “Placate la vostra ira, fermate la vostra mano
fratricida, altrimenti non vi sarà riparo e refrigerio per la vostra anima...Pentitevi o l’ira di Dio sarà implacabile....”.


14-15 febbraio 1993 

Maria ss.ma: “Cara figlia della Luce: Io ora, tenendo presente che l’umanità continua a
calpestare le leggi del Cielo, ti rivelo il Messaggio ultimo dei segreti di Fatima, sigillato dal 1917 nell’anima di
pochi e che negli anni ‘60 questo doveva essere annunziato al mondo intero, ma non fu dato ascolto al Mio materno
richiamo, e tante, tante disgrazie hanno coperto questa terra.. Oggi, piccola Mia, do il compito di parlarne con quanti
verrai a contatto e a tanti figli della Luce, affinché il mondo possa ancora ravvedersi. Io desidero che il Papa ascolti il
richiamo doloroso di Mio Figlio, tuttora agonizzante per i vostri peccati e tenga presente la mia tempestività di
divulgare tale messaggio.

D’incanto Le compare il mondo nelle mani e noto con stupore che pian piano si ricopre di sangue. Ella così
comincia:

“Figliolina, Io dissi un tempo a Fatima che, se il mondo non si fosse convertito, una grande catastrofe si sarebbe
abbattuta sull’intero genere umano, non in quel tempo, ma nella seconda metà del XX secolo. Predissi già a “La
Salette”, ai bambini Melania e Massimo questo Castigo ed oggi, dopo innumerevoli volte, lo ripeto a te, perché
l’umanità continua a perseverare nell’errore calpestando i doni del Cielo.
Ormai satana ha cosparso il disordine ovunque, detenendo il potere dei più alti vertici, influenzando l’andamento di
tutte le cose. Io dissi già a Lucia che egli, figlio delle tenebre, sarebbe riuscito a plagiare le menti dei più grandi
scienziati, istigandoli ad inventare armi potentissime con le quali sarebbe riuscito a distruggere in pochi attimi l’intero
pianeta terra. Io dissi che sarebbe riuscito ad avere nelle sue mani le sorti del mondo intero, seducendo i potenti e i
capi degli stati, e così è successo. Presto sarò costretta a lasciare libero il braccio di Mio Figlio e tutti vedrete che
Egli punirà con maggiore giustizia e severità come non è mai avvenuto. Per la chiesa è arrivato il tempo delle dure
prove e delle tribolazioni, come già predissi. I cardinali si volgeranno contro i cardinali, i vescovi contro i vescovi, e
satana marcia già nelle loro file e a Roma gli imminenti cambiamenti si fanno sentire.

Nessuno aspetta il Figlio di Dio, ma tu di’ a tutti che Egli ritornerà, tuttavia verrà come un ladro nella notte e allora
punirà secondo la giustizia del giusto Padre Celeste. Fumi e fuochi cadranno violenti dai cieli, i mari emetteranno
vapori, tutto sarà affondato ed una guerra più grande e distruttiva delle altre avverrà, se tutto dovesse rimanere
come ora. Tanti uomini e bambini moriranno a poco a poco e quelli che vivranno, avranno invidia dei morti, privati di
quella vista. Il volto della morte, della miseria, della rovina e della guerra sarà quello della terra. I tempi dei tempi
volgono ormai al termine e questa Mia paura diventa di giorno in giorno una spaventosa realtà. Io mi rivolgo al
mondo dicendo che non solo i buoni periranno insieme ai cattivi, ma anche i capi degli stati con i loro popoli e i
grandi della chiesa con i loro fedeli.
Figlia Mia, satana purtroppo ha cosparso la terra dei suoi sicari e l’uomo molto spesso cede alla tentazione, al
peccato. Questa volta se l’uomo vorrà premeditatamente distruggere il mondo intero, Iddio lo farà scomparire
dall’universo ed accadrà non più con l’acqua, simbolo di purificazione, ma con il fuoco, simbolo di giustizia.
Quando la terra si farà bruna, quello è il segno della venuta di Mio Figlio e dei suoi angeli e solo allora inizierà la
nuova terra, riformata da tutti coloro che ora lavorano per il trionfo del Mio Cuore Immacolato e da coloro che
sopravviveranno a tali disgrazie.
Tutti insieme quegli eletti, contrassegnati con una croce sulla fronte, simbolo della fiducia in Dio, vivranno per un
unico scopo: il “Padre Celeste”, proprio come quando questo bellissimo pianeta non era tanto peccaminoso. In
questo modo Io, Madre di Dio, annuncio al mondo attraverso te la grande catastrofe che vivrà se non si ravvederà.
Io Regina di pace e di amore, Madre Celeste, sono venuta in questa terra, come in altre, per guarire lo spirito non
(solo) più il corpo. Vi prometto la salvezza, se il Mio richiamo verrà accolto. Ti ringrazio d’averMi corrisposta e ti
chiedo di comunicarlo al mondo. Pregate ed amate. Sia lodata la Vita che genera Vita: Gesù Cristo” 
(Terzo segreto rivelato in parte).