martedì 28 aprile 2020

IL SEGRETO DI MARIA

IL SEGRETO DI MARIA
San Luigi Maria Grignon da Monfort
28 aprile 2020
San Luigi Maria Grignion de Montfort, missionario devoto di Maria ...

INTRODUZIONE


IL SEGRETO E LE SUE CONDIZIONI

l. Ecco un segreto, o anima predestinata, che l'Altissimo mi ha rivelato e che io non ho potuto
trovare in alcun libro, né vecchio, né nuovo. Io te lo confido nel nome dello Spirito Santo, a patto:
1) di non rivelarlo a nessuno se non a quelle persone che ne siano meritevoli per le loro orazioni, le
loro elemosine, le loro mortificazioni, le loro persecuzioni pazientemente sofferte, il loro distacco
da ogni cosa ed il loro zelo per la salvezza delle anime;

2) di servirtene per diventare tutta santa e celeste, poiché questo segreto non diviene grande se non a
misura di come un'anima lo adopera. Guardati quindi dal rimanere con le braccia conserte, senza far
nulla; il mio segreto si cambierebbe in veleno e sarebbe la tua condanna;

3) di ringraziare Dio, tutti i giorni della tua vita, per la grazia che ti ha concesso di rivelarti un
segreto che non meritavi affatto di conoscere e del quale capirai meglio il pregio e l'eccellenza
(sulle prime però imperfettamente, a causa della moltitudine e della gravità dei tuoi peccati e del
segreto amore a te stessa) di mano in mano che te ne servirai nelle azioni ordinarie della vita.

La preparazione per riceverlo
2. Prima però di appagare il tuo desiderio ardente e naturale di conoscere la verità, recita
devotamente in ginocchio l'Ave Maris Stella e il Veni Creator, per chiedere a Dio la grazia
d'intendere e gustare questo mistero divino.
A causa del poco tempo che io ho di scrivere, e tu di leggere, dirò tutto in breve.
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PRIMA PARTE
L'UFFICIO DI MARIA NELLA NOSTRA SANTIFICAZIONE
A) NECESSITA' DI SANTIFICARSI PER MEZZO DI MARIA
Bisogna farsi santi: Dio lo vuole

3. O anima, immagine vivente di Dio e riscattata dal Sangue prezioso di Gesù Cristo, il tuo Signore
vuole che tu diventi santa come Lui in questa vita, e gloriosa come Lui nell'altra.
L'acquisto della santità di Dio è la tua sicura vocazione; a questo devono dunque mirare tutti i tuoi
pensieri, tutte le tue parole, tutte le tue azioni, tutte le tue pene, e tutti i movimenti della tua vita,
altrimenti tu resisti a Dio, non facendo ciò per cui ti ha creata e ti conserva.
Oh, quale opera stupenda! La polvere cambiata in luce, la sozzura in purezza, il peccato in santità,
la creatura nel Creatore e l'uomo in Dio!
Oh, opera stupenda! Lo ripeto, ma opera difficile in se stessa ed impossibile con le sole forze della
natura. Dio solo, con la sua grazia, ed una grazia copiosa e straordinaria, può venirne a capo; la
creazione stessa dell'universo non è un capolavoro così grande come questo!

Per santificarsi, bisogna praticare la virtù

4. Come farai tu, anima predestinata? Di quali mezzi ti servirai per salire dove Dio ti chiama? I
mezzi di salvezza e di santità sono noti a tutti sono scritti nel Vangelo, sono spiegati dai maestri
della vita spirituale, sono praticati dai Santi e necessari a quanti vogliono salvarsi e giungere alla
perfezione; essi sono l'umiltà del cuore, la preghiera continua, la mortificazione universale,
l'abbandono alla divina Provvidenza, la conformità alla volontà del Signore.

Per praticare la virtù, è necessaria la grazia di Dio

5. Per servirsi di tutti questi mezzi di salvezza e di santità, la grazia del soccorso di Dio è
assolutamente necessaria, e questa grazia è concessa a tutti più o meno grande: nessuno ne dubita.
Dico più o meno grande, poiché il Signore, benché d'infinita bontà, non concede a tutti nella stessa
misura ed intensità la sua grazia, sebbene a ciascuno ne dia a sufficienza. Ora, l'anima fedele con
una grazia grande fa una grande azione, e, con una grazia debole, ne fa una piccola; quindi il valore
e l'eccellenza delle nostre azioni sono in proporzione del valore e dell'eccellenza della grazia
concessa da Dio e corrisposta dall'anima. Questi principi sono incontestabili.

Per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria

6. Tutto dunque si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia necessaria per
diventare santo: proprio questo mezzo voglio indicarti e dico che per trovare la grazia di Dio,
bisogna trovare Maria.
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A) PERCHE' MARIA CI E' NECESSARIA
Perché Maria sola ha trovato grazia davanti a Dio

7. 1) - Solo Maria ha trovato grazia davanti a Dio, per sé e per ogni uomo in particolare; i Patriarchi
e i Profeti, i Santi tutti dell'Antico Patto non poterono trovare questa grazia.
Perché Maria sola è la Madre della grazia

8. 2) - Perché Maria ha dato l'essere e la vita all'Autore di ogni grazia, e perciò è chiamata Madre
della Grazia.

Perché Maria sola possiede, dopo Gesù, la pienezza della grazia

9. 3) - L'Eterno Padre, dal quale ogni dono perfetto ed ogni grazia discendono a noi come dalla sua
sorgente essenziale, nel darle suo Figlio, le ha dato insieme tutte le sue grazie; di modo che, - come
dice San Bernardo, - la volontà di Dio le è stata data in Lui e con Lui.

Perché Maria sola è la tesoriera di tutte le grazie di Gesù

10. 4) - Dio l'ha scelta per tesoriera, economa e dispensatrice di tutte le grazie; di modo che tutte le
sue grazie e tutti i suoi doni passano per le mani di Lei, e, secondo il potere ricevutone, Ella dà, -
come dice San Bernardino, - a chi vuole, come vuole, quando vuole e nella misura che vuole, le
grazie dell'Eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo.

Perché per avere Dio per Padre, bisogna avere per Madre Maria

11. 5) - Come nell'ordine della natura, è necessario che un figlio abbia un padre ed una madre, così
nell'ordine della grazia è necessario che un vero figlio della Chiesa abbia Dio per padre e Maria per
madre; di modo che, se egli si gloriasse di avere Dio per padre e non avesse la tenerezza di un vero
figlio verso Maria, sarebbe un impostore, che avrebbe solo il demonio per padre.

Perché i membri di Gesù devono essere formati dalla Madre di Gesù

12. 6) - Avendo Maria formato il Capo dei predestinati, che è Gesù Cristo, tocca pure a Lei di
formare le membra di questo Capo, che sono i veri cristiani; nessuna madre, infatti, forma il capo
senza le membra, o le membra senza il capo.
Chi dunque aspira ad essere membro di Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità, deve essere formato
in Maria, attraverso la grazia di Gesù Cristo, che risiede in Lei pienamente, per venire comunicata
pienamente ai veri membri di Gesù Cristo e ai veri suoi figli.

Perché per Maria lo Spirito Santo produce i predestinati

13. 7) - Lo Spirito Santo ha sposato Maria e prodotto in Lei, per mezzo di Lei e da Lei Gesù Cristo,
questo capolavoro, il Verbo Incarnato; e siccome non l'ha mai ripudiata, così continua ogni giorno a
produrre in Lei e per mezzo di Lei, in modo misterioso, ma reale, i predestinati.

Perché Maria è l'incaricata di nutrire le anime e di farle crescere in Dio

14. 8) - Maria ha ricevuto da Dio un particolare dominio sulle anime per nutrirle e farle crescere in
Dio. Sant'Agostino giunge a dire che in questo mondo i predestinati sono tutti chiusi nel seno di
Maria, e che non vengono alla luce se non quando questa buona Madre li partorisce alla vita eterna:
quindi, come il bambino trae tutto il cibo dalla mamma, che lo proporziona alla sua debolezza, così
i predestinati traggono da Maria tutto il loro cibo spirituale e tutta la loro forza.

Perché Maria deve abitare nei predestinati

15. 9) - A Maria Dio Padre ha detto: "Figlia mia, abita in Giacobbe", cioè nei miei predestinati, di
cui Giacobbe è la figura. A Maria il Figlio di Dio ha detto: "Mia cara Madre, abbi la tua eredità in
Israele, cioè nei predestinati". A Maria infine lo Spirito Santo ha detto: "Mia fedele Sposa, getta le
radici nei miei eletti". Perciò, chiunque è eletto e predestinato, ha la Santa Vergine che dimora
dentro se stesso, cioè nella sua anima, e lascia che Ella vi metta le radici di una profonda umiltà, di
una carità ardente e di tutte le virtù.
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Perché Maria è il "modello vivente" di Dio e dei Santi

16. 10) - Maria è chiamata da Sant'Agostino, e di fatto lo è, il modello vivente di Dio, "forma di
Dio"; vale a dire che in Lei sola un Dio fatto Uomo è stato formato al naturale, senza che gli
mancasse alcun lineamento della divinità, e in Lei sola altresì può essere formato l'uomo in Dio al
naturale, per quanto ne è capace l'umana natura, attraverso la grazia di Gesù Cristo.

      In due modi uno scultore può fare una statua o un ritratto al naturale:
1) - servendosi della sua capacità, della sua forza, della sua scienza e della bontà dei suoi strumenti
per scolpire questa statua o ritratto in una materia dura ed informe;
2) - gettandola nello stampo.
Il primo modo è lungo e difficile, e soggetto a molti pericoli: spesso basta un colpo di cesello o di
martello dato male, per guastare tutta l'opera. Il secondo modo è pronto, facile e dolce, quasi senza
fatica e senza spesa, purché lo stampo sia perfetto e rappresenti l'originale, e la materia di cui lo
scultore si serve, sia maneggevole, e non resistente alla sua mano.

Modello perfetto in se stesso e che ci tende perfetti in Gesù Cristo

17. Maria è il grande modello di Dio, fatto dallo Spirito Santo, per formare al naturale un UomoDio per mezzo dell'unione ipostatica e per formare un Uomo-Dio per mezzo della grazia. A questo
stampo non manca nessun lineamento della divinità: chiunque vi è gettato e si lascia maneggiare,
riceve tutti i lineamenti di Gesù Cristo vero Dio, in modo soave e proporzionato all'umana
debolezza, senza tanta agonia, né tanto travaglio; in modo sicuro, cioè senza timore di illusioni, dato
che il demonio non ha mai avuto, né avrà mai accesso in Maria, santa ed immacolata, senza ombra
della minima macchia di peccato.

In una maniera pura e divina

18. O anima cara, quale differenza tra un'anima formata in Gesù Cristo con i metodi ordinari di
coloro che, come gli scultori, si fidano della loro abilità e si appoggiano sulla loro capacità, e
un'anima molto docile, distaccata da tutto, ben fusa, e che, senza confidare affatto in se stessa, si
getta in Maria Santissima e si abbandona all'operazione dello Spirito Santo! Quante macchie, quanti
difetti, quante oscurità, quante illusioni, quanto di troppo naturale e di umano c'è nella prima, e
quanto la seconda è pura, divina, simile a Gesù Cristo!

Perché Maria è il Paradiso e il mondo di Dio

19. Non c'è, né ci sarà mai creatura alcuna in cui Dio sarà più grande, al di fuori di Lui stesso e in
Lui stesso, che nella divina Maria, senza eccettuare i Beati, i Cherubini e i più alti Serafini, nel
Paradiso stesso. Maria è il Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, dove il Figlio di Dio è entrato
per operarvi meraviglie, per custodirlo, per compiacervisi. Egli ha creato un mondo per l'uomo
pellegrino, ed è questo che abitiamo; ha creato un mondo per l'uomo beato, ed è il Paradiso; ma ne
ha creato un altro per Lui stesso e gli ha dato nome Maria: mondo, questo, sconosciuto a quasi tutti i
mortali qui in terra, e incomprensibile anche a tutti gli Angeli, i Beati Comprensori del Cielo, i
quali, meravigliati di vedere Dio così alto e così distante da tutti loro, così separato e così nascosto
nel suo mondo, la divina Maria, esclamano giorno e notte: "Santo, Santo, Santo!".

Paradiso dove lo Spirito santo fa entrare la nostra anima perché vi trovi Dio

20. Beata, mille volte beata è quaggiù quell'anima, a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria,
perché lo conosca; a cui apre questo giardino chiuso perché vi entri; questa fonte suggellata perché
vi attinga e beva a gran sorsi le acque vivificatrici della grazia! Quest'anima non troverà che Dio
solo, senza creatura, in quest'amabile creatura: ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo ed
elevato, infinitamente condiscendente e proporzionato alla propria debolezza. Dio, essendo
dappertutto, si può trovare dappertutto, perfino nell'inferno; ma non vi è luogo in cui la creatura
possa trovarlo più vicino a sé e più proporzionato alla propria debolezza quanto in Maria, poiché
appunto per questo Dio si incarnò in Lei. Dovunque egli è il pane dei forti e degli Angeli, ma in
Maria è il Pane dei figli.

Perché Maria, lontano dall'esserci di ostacolo, getta la nostra anima in Dio e la unisce a Lui

21. Non si creda, dunque, come alcuni falsi illuminati, che Maria, perché creatura, sia di
impedimento all'unione con il Creatore; non è più Maria che vive, ma Gesù Cristo solo, Dio solo
che vive in Maria. La sua trasformazione in Dio supera quella di San Paolo e degli altri Santi, molto
più che il Cielo non superi in altezza la terra. Maria è stata creata solo per Dio, e quindi, ben lontano
dal ritenere per se stessa un'anima, la getta in Dio e la unisce a Lui tanto più perfettamente quanto
più questa anima è unita a Lei. Maria è l'eco meravigliosa di Dio, che non risponde che: "Dio",
quando le si grida: "Maria"; che glorifica soltanto Dio, quando, con Sant'Elisabetta, viene chiamata
beata. Se i falsi illuminati, così miseramente ingannati dal demonio perfino nell'orazione avessero
saputo trovare Maria, e per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio, non sarebbero caduti
così miseramente.

Quando si è trovata Maria e, per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio Padre, si è trovato
ogni bene - dicono le anime sante -, e chi dice ogni bene. non eccettua nulla: ogni grazia ed ogni
amicizia presso Dio, ogni sicurezza contro i nemici di Dio, ogni verità contro la menzogna, ogni
facilità ed ogni vittoria contro le difficoltà di salvarsi, ogni soavità ed ogni gioia nelle amarezze
della vita.

Perché Maria ci dà la grazia di portare con pazienza e con gioia le croci

22. Non è detto che colui, che per mezzo di una vera devozione ha trovato Maria, sia libero da croci
e da patimenti; al contrario! Egli, anzi, ne è assalito più di chiunque altro, perché Maria, essendo
Madre dei viventi, dà a tutti i suoi figli pezzi dell'Albero di Vita, che è la Croce di Gesù; bensì, se
da una parte Maria taglia loro delle buone croci, dall'altra ottiene loro la grazia di portarle con
pazienza e perfino con gioia; di modo che le croci che Ella dà a quanti le appartengono, sono
piuttosto canditi o croci candite anziché croci amare; ovvero, se per qualche tempo sentono
l'amarezza del calice che bisogna bere necessariamente per essere amici di Dio, la consolazione,
poi, e la gioia che questa buona Madre fa seguire alla tristezza, li anima incredibilmente a portare
croci ancor più pesanti e più amare.

Conclusione di questa prima parte

Per diventare santi, bisogna dunque saper trovare Maria, la Mediatrice delle grazie, e ciò per mezzo
di una 'vera devozione' alla Santissima Vergine.

23. La difficoltà è quindi di saper trovare realmente la divina Maria, per trovare ogni grazia in
abbondanza. Dio, perché assoluto padrone, può comunicare egli stesso direttamente ciò che in via
ordinaria non comunica se non per mezzo di Maria, né senza temerarietà si può negare che qualche
volta, anzi, lo faccia; però, nell'ordine della grazia - come dice San Tommaso Dio, visto l'ordine
stabilito dalla sua divina Sapienza, ordinariamente non si comunica agli uomini che per mezzo di
Maria. Per salire fino a Lui e unirsi a Lui, è necessario servirsi dello stesso mezzo di cui Egli si
servì per scendere fino a noi, per farsi uomo e per comunicarci le sue grazie: questo mezzo è una
vera devozione a Maria Vergine
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SECONDA PARTE
LA VERA DEVOZIONE A MARIA O LA SANTA SCHIAVITU' D'AMORE

A) SCELTA DELLA VERA O PERFETTA DEVOZIONE
Ci sono parecchie vere devozioni a Maria

24. Ci sono, infatti, parecchie devozioni vere a Maria: vere, dico, perché qui non parlo delle false.
La devozione senza pratiche speciali

25. La prima devozione consiste nel compiere i doveri di cristiano, evitando il peccato mortale,
operando più per amore che per timore, pregando di quando in quando la Vergine ed onorandola
come Madre di Dio, senza farla oggetto di particolare devozione.

La devozione che comporta pratiche speciali

26. La seconda devozione consiste nel nutrire per la Vergine sentimenti più perfetti di stima,
d'amore, di confidenza e di venerazione. Essa porta ad entrare nelle Confraternite del Rosario, dello
Scapolare, a recitare la Corona o il Rosario, ad onorare le immagini e gli altari di Maria, ad
esaltarne le grandezze e ad iscriversi nelle sue Congregazioni. E questa devozione, se si sta lontani
dal peccato, è buona. santa e lodevole: però non è tanto perfetta e tanto capace di ritirare le anime
dalle creature e di distaccarle da se stesse per unirle a Gesù Cristo.

La devozione perfetta: la Santa Schiavitù d'amore

27. La terza devozione a Maria Santissima, conosciuta e praticata da ben poche persone, è questa
che sto per rivelarti, o anima predestinata.
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B) NATURA E PORTATA DELLA VERA DEVOZIONE A MARIA, DELLA "SANTA
SCHIAVITU' D'AMORE"
Natura di questa devozione:
Consacrazione a titolo di Schiavo d'amore, e Vita d'unione a Maria

28. Essa consiste nel darsi interamente, come schiavo, a Maria e, per mezzo di Maria, a Gesù: poi,
nel far tutto con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria. Mi spiego:
Portata di questo sacrificio: è il totale abbandono di sé fra le mani di Maria

29. Bisogna scegliere un giorno importante per darsi, consacrarsi e sacrificare volontariamente e per
amore, non per forza, interamente, senza riserva alcuna, il proprio corpo e la propria anima; i propri
beni esterni di fortuna, come la casa, la famiglia, le rendite; i propri beni interni dell'anima, cioè i
meriti, le grazie, le virtù e le soddisfazioni.
Qui è il caso di notare che con questa devozione si sacrifica a Gesù per mezzo di Maria tutto quanto
un'anima ha di più caro e di cui nessun Ordine religioso esige il sacrificio, cioè il diritto che
abbiamo di disporre di noi stessi e del valore delle proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e
soddisfazioni; di modo che se ne lascia l'intera disposizione alla Santissima Vergine, perché
l'applichi a suo piacere e alla maggior gloria di Dio, che Ella sola conosce in modo perfetto.
Maria diventa padrona del valore delle nostre opere

30. Lasciato così a disposizione de Lei ogni valore soddisfattorio ed impetratorio delle nostre buone
opere, fatta cioè una tale offerta, sebbene non legati da alcun voto, non si è più padroni di tutto il
bene che compiamo; e la Santissima Vergine può applicarlo, ora ad un'anima del Purgatorio, per
suffragarla o liberarla, ora ad un misero peccatore per convertirlo.

31. Con questa devozione, si mettono i propri meriti nelle mani della Vergine, ma solo perché Lei li
custodisca, li aumenti, li abbellisca, non potendo noi comunicarci a vicenda, né i meriti della grazia
santificante, né quelli della gloria. Le si danno invece tutte le preghiere e buone opere, in quanto
sono impetratorie e soddisfattorie, affinché le distribuisca e applichi a chi le piacerà. Che se, dopo
esserci in tal modo consacrati alla Santissima Vergine, vorremo sollevare qualche anima dal
Purgatorio, salvare qualche peccatore, sostenere con le nostre preghiere, le nostre elemosine, le
nostre mortificazioni, i nostri sacrifici qualche nostro amico, dovremo chiederglielo umilmente e
rimetterci alla sua determinazione, senza volerla conoscere; essendo ben convinti che il valore delle
nostre azioni, distribuito dalla stessa mano di cui Dio si serve per dispensarci le sue grazie ed i suoi
doni, non potrà non essere applicato alla sua maggior gloria.

Tre tipi di schiavitù: la Schiavitù d'amore è 1a più perfetta consacrazione a Dio

32. Ho detto che questa devozione consiste nel darsi a Maria come schiavo. Bisogna notare che ci
sono tre tipi di schiavitù.
La prima è la schiavitù di natura: gli uomini buoni e cattivi, sono schiavi di Dio in questa maniera.
La seconda è la schiavitù per forza; e schiavi di Dio in questo modo sono i demoni e i dannati.
La terza è la schiavitù d'amore e di volontà; ed è quella con cui noi dobbiamo consacrarci a Dio per
mezzo di Maria, cioè nel modo più perfetto con il quale una creatura possa darsi al suo Creatore.

Differenza tra un semplice servo e uno schiavo

33. Osserva anche che c'è una grande differenza tra un servo e uno schiavo:
- un servo esige un salario per i suoi servizi; uno schiavo non ne può esigere;
- un servo è libero di lasciare il padrone quando gli piace, perché non lo serve che per qualche
tempo; lo schiavo non può giustamente abbandonarlo, appartenendogli per sempre;
- il servo non dà al padrone diritto alcuno di vita e di morte sulla propria persona; lo schiavo invece
gli si dà così interamente che il padrone potrebbe farlo morire senza essere molestato dalla giustizia.
Da qui si vede facilmente come lo schiavo forzato si trova, rispetto al proprio padrone, in quella
assoluta dipendenza in cui l'uomo non può trovarsi che rispetto al suo Creatore; questo spiega
perché i cristiani non ammettono simili schiavi: soltanto i Turchi e gli idolatri possono averne di
tale specie.

Felicità delle anime schiave d'amore

34. Beata, mille volte beata l'anima generosa, che si consacra come schiava d'amore a Gesù per
mezzo di Maria, dopo aver scosso con il Battesimo la tirannica schiavitù del demonio.
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C) ECCELLENZA DELLA SANTA SCHIAVITU': PERCHE' FA PASSARE TUTTA LA
NOSTREA VITA SPIRITUALE PER MARIA, LA MEDIATRICE

Passare per Maria è imitare le tre Persone divine

35. Quanta luce dovrei avere per esporre a dovere l'eccellenza di questa devozione! Dirò soltanto
rapidamente:
1) - Darci così a Gesù per mezzo dì Maria è imitare Dio Padre, il quale ci ha dato il suo Figlio solo
per mezzo di Maria, e solo per mezzo di Lei ci comunica le sue grazie. E' imitare Dio Figlio, il
quale è venuto a noi solo per mezzo di Maria, e, avendoci dato l'esempio affinché facessimo come
Egli ha fatto, ci ha sollecitati ad andare a Lui per lo stesso mezzo con cui Egli è venuto a noi, cioè
Maria. E' imitare lo Spirito Santo, il quale soltanto per mezzo di Maria ci elargisce le sue grazie e i
suoi doni. Non è forse giusto, - dice San Bernardo-, che la grazia ritorni al suo Autore dallo stesso
canale per il quale è venuta a noi?

E' onorare Gesù

36. 2) - Andare a Gesù per mezzo di Maria è onorare veramente Nostro Signore Gesù Cristo, perché
è riconoscere che non siamo degni di accostarci direttamente da noi stessi alla sua infinita santità, a
causa dei nostri peccati, e insieme che abbiamo bisogno di Maria, sua santa Madre, perché sia
nostra Avvocata e nostra Mediatrice presso di Lui, che è nostro Mediatore. E' nello stesso tempo
accostarci a Lui come a Mediatore nostro ed a nostro Fratello, ed umiliarci davanti a Lui come
davanti al nostro Dio ed il nostro Giudice: in una parola, è praticare l'umiltà che rapisce sempre il
cuore di Dio.

E' il mezzo di purificare e di abbellire le nostre buone azioni

37. 3) - Consacrarci così a Gesù per mezzo di Maria, è mettere nelle mani di Maria le nostre buone
opere, le quali, benché sembrino buone, sono spesso macchiate e indegne degli sguardi e del
compiacimento di quel Dio, davanti al quale le stelle stesse non sono pure. 

Preghiamo questa buona
Madre e Padrona affinché, avendo accettato il nostro misero dono, lo purifichi, lo santifichi, lo
nobiliti e l'abbellisca in modo da renderlo degno di Dio. Davanti a Dio, il Padre di famiglia, tutti i
frutti della nostra anima hanno meno valore per attirarci la sua amicizia e la sua grazia, di quanto
non ne avrebbe davanti al re la mela bacata di un povero contadino, colono di Sua Maestà, per
pagare il proprio affitto. Che cosa farebbe il meschino, se fosse intelligente e sapesse di essere ben
voluto dalla regina? Non metterebbe forse la sua mela nelle mani di lei? e questa, sia per bontà
verso il povero contadino, sia per rispetto verso il re, non toglierebbe forse dalla mela quello che vi
fosse di difettoso e di guasto, mettendola poi sopra un vassoio d'oro, ornato di fiori? E il re potrebbe
non accettarla, anche con gioia, dalle mani della regina, che vuole così bene a quel contadino? Se
vuoi offrire qualche piccolo dono a Dio, - dice San Bernardo mettilo nelle mani di Maria, a meno
che non t'importi di essere respinto.

Perché senza Maria le nostre azioni valgono ben poco

38. Dio mio! com'è poca cosa quello che facciamo! Ma mettiamolo in mano a Maria con questa
devozione; e quando ci saremo dati interamente a Maria, tanto quanto è possibile, spogliandoci di
tutto in suo onore, Ella sarà infinitamente più generosa verso di noi, poiché "per un uovo ci darà un
bove" comunicandosi a noi con tutti i suoi meriti e tutte le sue virtù, mettendo i nostri meschini doni
nel piatto d'oro della sua carità, rivestendoci, come Rebecca fece con Giacobbe, dei begli abiti del
suo Primogenito ed unico Figlio, Gesù Cristo, cioè dei meriti di Lui, che Ella tiene a sua
disposizione; e così, dopo esserci, spogliati di tutto per onorarla quali suoi domestici e suoi schiavi,
avremo doppia veste: "Tutti i suoi familiari hanno doppia veste": vesti, ornamenti, profumi, meriti e
virtù di Gesù e di Maria nell'anima di uno schiavo di Gesù e di Maria, spoglio di se stesso e fedele
nel suo spogliamento.

E' esercitare meravigliosamente la carità verso il prossimo

39. 4) - Darsi così alla Santissima Vergine è praticare nel suo più alto grado possibile la carità verso
il prossimo; poiché è dare a Maria tutto ciò che si ha di più caro, affinché ne disponga a suo
piacimento a favore dei vivi e dei morti.

E' il mezzo di conservare e di aumentare la grazia di Dio in noi

40. 5) - Con questa devozione si mettono al sicuro le proprie grazie, i propri meriti e le proprie
virtù, facendone depositaria Maria e dicendole:
"Ecco, mia cara Signora, ciò che, per grazia di tuo Figlio, ho potuto fare di bene; tienitelo, perché
purtroppo, a causa della mia debolezza ed incostanza, a causa del numero stragrande e della malizia
dei miei nemici, insorgenti contro di me giorno e notte, io non mi sento capace di conservarlo. Si
vedono, ahimè! tutti i giorni cadere nel fango cedri del Libano, e diventare uccelli notturni aquile
che si innalzavano fino al sole; io vedo altresì mille giusti cadere alla mia sinistra e diecimila alla
mia destra. Ma Tu, o mia potente e grandissima Principessa, sorreggimi, perché non cada;
custodisci ogni mio bene, perché non mi sia rubato. a Te affido in deposito tutto quanto posseggo.
so bene chi sei, perciò tutto mi abbandono a te. Tu sei fedele a Dio ed agli uomini, non lascerai
quindi perire nulla di quanto ti ho affidato; Tu sei potente, e nulla può nuocerti, né rapirti ciò che
tieni nella tua mano".

"Se la segui non ti smarrisci, se la preghi non disperi, se pensi a lei non sbagli.
Sostenuto da lei non cadi, protetto da lei non temi, guidato da lei non ti stanchi,
con la sua benevolenza giungerai ... " (San Bernardo, inter flores, cap. 135; De Maria Virgine, pag.
2150).

Ed altrove aggiunge: "Maria trattiene il Figlio perché non colpisca, il diavolo perché non nuoccia, le
virtù perché non fuggano, i meriti perché non spariscano, le grazie perché non vengano meno".
Parole di San Bernardo, che esprimono in sostanza quanto ho detto. Se anche ci fosse solamente
questo motivo per invogliarmi a questa devozione, che mi offre il mezzo sicuro di conservarmi anzi
di crescere nella grazia di Dio, io non dovrei spirare per essa che fuoco e fiamme.
É la vera liberazione della nostra anima

41. 6) - Questa devozione rende un'anima veramente libera della libertà dei figli di Dio. Siccome
noi, per amore di Maria, ci riduciamo volontariamente in schiavitù, questa cara Padrona, per
riconoscenza, allarga e dilata il nostro cuore e ci fa camminare a passi da gigante nella via dei
comandamenti del Signore. Ella scaccia la noia, la tristezza e lo scrupolo. Nostro Signore stesso
fece conoscere alla Madre Agnese di Langeac, morta in concetto di santità, questa devozione, quale
sicuro mezzo per uscire dalle grandi pene e perplessità in cui si trovava: "Fatti schiava di mia Madre
e mettiti la catenella", - le disse; Agnese acconsenti e nel momento stesso ogni pena scomparve.
E' seguire il consiglio della Chiesa e l'esempio dei Santi

42. Per autorizzare questa devozione, bisognerebbe ricordare tutte le Bolle e le Indulgenze
accordate dai Papi, le Pastorali dei Vescovi, le Confraternite fondate in suo onore, l'esempio di
parecchi Santi e di grandi personaggi che l'hanno praticata; ma tutto questo lo lascio da parte.


D) PRATICHE INTERIORI DELLA SANTA SCHIAVITU' : SUO SPIRITO E SUOI FRUTTI

1. La sua formula "unica" di attività spirituale e il suo spirito

La formula

43. Ho detto, poi, che questa devozione consiste nel fare tutte le proprie azioni con Maria, in Maria,
per mezzo di Maria e per Maria.
Lo spirito di dipendenza interiore da Gesù e da Maria. -
Prendere questo spirito e perseverarvi
44. Non basta essersi dato una volta a Maria, in qualità di schiavo; nemmeno basta ripetere ciò tutti
i mesi, tutte le settimane: sarebbe questa una devozione troppo passeggera e non potrebbe innalzare
l'anima a quella santità a cui può elevarla. Non vi è certo grande difficoltà ad iscriversi in una
confraternita, e neanche ad abbracciare questa devozione, e a recitare ogni giorno qualche preghiera
vocale, come essa prescrive: la grande difficoltà è di entrare nello spirito di questa devozione, che è
di rendere un'anima interiormente dipendente e schiava della Santissima Vergine e di Gesù per
mezzo di Lei. Ho trovato molte persone che, esternamente si sono poste con mirabile ardore in
questa schiavitù; poche invece ne ho trovate che ne abbiano preso lo spirito, e, meno ancora che vi
abbiano perseverato.
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2. - Le quattro direttive della formula

Operare con Maria

45. 1) - La pratica essenziale di questa devozione consiste nel fare tutte le proprie azioni con Maria,
cioè nel prendere la Santissima Vergine come modello perfetto di tutto ciò che si deve fare.
Condizioni preliminari: rinuncia e unione di intenzione che consegna l'anima all'azione di Maria

46. Prima dunque di dare inizio a qualsiasi cosa, è necessario rinunciare a se stessi e ai propri
progetti per quanto eccellenti; bisogna annientarsi davanti a Dio riconoscendosi incapaci da se stessi
di alcun bene soprannaturale e di qualsiasi azione utile alla salvezza; bisogna ricorrere alla
Santissima Vergine e unirsi a Lei e alle sue intenzioni, benché sconosciute; bisogna unirsi per
mezzo di Maria alle intenzioni di Gesù Cristo, mettersi, cioè come uno strumento nelle mani di Lei,
affinché Ella faccia in noi, di noi e per noi, come le sembrerà meglio, alla maggior gloria di suo
Figlio e, per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, alla maggior gloria del Padre; di modo che non si
compiano atti di vita interiore ed operazioni spirituali se non dipendentemente da Lei.

Operare in Maria

47. 2) - Bisogna fare ogni cosa in Maria; bisogna cioè abituarsi, a poco a poco, a raccogliersi in se
stessi, per formarvi una piccola idea od immagine spirituale di Maria. Ella sarà per l'anima
l'Oratorio per potervi fare tutte le sue preghiere a Dio, senza timore di essere respinta; la Torre di
Davide dove mettersi al sicuro contro tutti i suoi nemici; la Lampada accesa per illuminare tutto il
suo interiore e infiammarlo di amore divino; il sacro Tabernacolo per vedere Dio con Lei; Maria,
finalmente sarà per quest'anima il suo unico Tutto presso Dio e il suo rifugio universale. Se prega,
pregherà in Maria; se riceve Gesù nella Santa Comunione, lo deporrà in Maria perché vi si
compiaccia; se opera, opererà pure in Maria, e dappertutto e in tutto farà atti di rinuncia di se stessa.

Operare per mezzo di Maria

48. 3) - Non bisogna mai andare a Nostro Signore se non per mezzo di Maria, per mezzo della sua
intercessione e del suo credito presso di Lui, non trovandosi mai soli nel pregarlo.

Operare per Maria

49. 4) - Infine, tutte le azioni devono essere fatte per Maria: divenuti, cioè, schiavi di questa augusta
Sovrana, non si lavori più che per Lei, per il Suo profitto e alla Sua gloria come fine prossimo, alla
gloria di Dio come fine ultimo. Si deve rinunciare, in tutto quello che si fa, all'amor proprio, che
impercettibilmente si prende quasi sempre come fine, e ripetere spesso dal profondo del cuore: "O
Mia cara Madre, per Te vado qua e là, faccio questa o quella cosa, soffro questa pena o questa
ingiuria!".

3) Tre avvenimenti importanti che riguardano lo spirito della Santa Schiavitù
Non credere cosa più perfetta l'andare direttamente a Gesù senza passare da Maria

50. Bada di non credere, o anima predestinata, che sia cosa più perfetta andare direttamente a Gesù,
direttamente a Dio con la tua opera e la tua intenzione: la tua opera, la tua intenzione sarebbero di
poco valore; se invece ci vai per mezzo di Maria, allora è l'operazione di Maria in te, e quindi essa
sarà sublime e degnissima di Dio.
Non farsi violenza per "sentire e gustare" -L'"Amen" dell'anima

51. Stai anche attento a non farti violenza per sentire e gustare ciò che dici o che fai: ma dì tutto e
fa' tutto in quella pura fede che Maria ebbe quaggiù, e che Ella con il tempo ti comunicherà. Lascia,
o povera piccola schiava, lascia alla tua Sovrana la chiara visione di Dio, i trasporti, le gioie, i
piaceri, le ricchezze, e prendi per te soltanto la fede pura, piena di svogliatezze, di distrazioni, di
noie, di aridità; e dille: "Amen, Così sia, a tutto quello che Tu, mia Padrona, fai in Cielo: per ora è
ciò che posso fare di meglio".

Non inquietarsi se non si gode tanto presto della presenza di Maria

52. Guardati inoltre dall'affliggerti se non godi così presto della dolce presenza della Vergine nel
tuo intimo. Questa grazia non è concessa a tutti; e quando Dio, nella sua grande misericordia, ne
favorisce un'anima, questa può benissimo perderla se non è fedele a raccogliersi spesso; qualora
però ti cogliesse tanta sciagura, ritorna dolcemente alla tua Sovrana e chiedile umilmente perdono.
4. Frutti meravigliosi di questa pratica interiore della Santa Schiavitù
Li insegnerà soprattutto l'esperienza

53. L'esperienza ti farà conoscere infinitamente più di quanto io ti dico, e tu troverai, qualora sia
fedele al poco che ti ho insegnato, tante ricchezze e tante grazie nella pratica di questa devozione,
che ne resterai meravigliata e la tua anima ne sarà colma di gioia.

Bisogna dunque procurare, con una pratica fedele, di avere in sé l'anima e lo spirito di Maria

54. Lavoriamo quindi, anima cara, e per mezzo di questa devozione fedelmente praticata, facciamo
in modo che l'anima di Maria sia in noi per glorificare il Signore, lo spirito di Maria sia in noi per
rallegrarsi in Dio, suo Salvatore. Sono queste le parole di Sant'Ambrogio: "Sia in ciascuno di noi
l'anima di Mariaper proclamare la grandezza del Signore, sia in ciascuno di noi lo spirito di Maria
per gioire in Dio Salvatore". E non crediamo che vi sia stata più gloria e più felicità a dimorare nel
seno di Abramo, chiamato Paradiso, che nel seno di Maria, perché Dio vi pose il suo trono. Così
dice il dotto abate Guerrico: "Non credere che il Paradiso, raffigurato dal seno di Abramo, sia più
felice del grembo di Maria, nel quale il Signore ha posto il suo trono".

La Santa Schiavitù stabilisce soprattutto la vita di Maria nella nostra anima

55. Questa devozione, fedelmente praticata, produce nell'anima effetti innumerevoli. Il principale -
vero dono dell'anima - è quello di stabilirvi la vita di Maria, in modo che non è più l'anima che vive,
ma la Vergine che vive in lei, poiché l'anima di Maria diviene, per così dire, la sua anima. Ora,
quando per una grazia ineffabile, ma vera, la divina Maria è Regina in un'anima, quali meraviglie
non vi opera! Siccome Ella è l'artefice delle grandi meraviglie, specialmente nel nostro intimo,
perciò vi lavora in segreto, all'insaputa dell'anima stessa, la quale se ne avesse conoscenza,
guasterebbe la bellezza delle sue opere.

Maria fa sì che, di continuo, la nostra anima viva in Gesù, e Gesù viva nella nostra anima

56. E nello stesso modo, siccome Ella è dappertutto la Vergine feconda, così porta in tutto l'intimo
dove si trova, la purezza del cuore e del corpo, la rettitudine delle intenzioni, la fecondità delle
buone opere.
Non credere anima cara, che Maria, la più feconda di tutte le creature, tanto che giunse a produrre
un Dio, rimanga oziosa in un'anima fedele. Ella farà vivere incessantemente quest'anima per Gesù, e
Gesù in lei: "Figli miei, per voi io soffro di nuovo i dolori del parto, finché non sarà chiaro che
Cristo è in mezzo a voi" (Gal. 4, 19), e se Gesù Cristo è così veramente frutto di Maria per ogni
anima in particolare, come lo è per tutti quanti in generale, è certo che in modo specialissimo Egli è
frutto di Maria e suo capolavoro nell'anima dove Lei risiede.

Maria diventa ogni cosa per la nostra anima presso Gesù

57. Infine, Maria, per quest'anima diviene ogni cosa presso Gesù Cristo: Ella ne illumina lo spirito
con la sua pura fede, le approfondisce il cuore con la sua umiltà, glielo dilata ed infiamma con la
sua carità, glielo purifica con la sua purezza, glielo nobilita ed arricchisce con la sua maternità. Ma
per che motivo insistere? Solo l'esperienza può rivelarci queste meraviglie di Maria, meraviglie
incredibili alle persone dotte ed orgogliose, anzi al comune dei devoti e devote.

5. La santa schiavitù alla fine dei tempi
Per mezzo di Maria il Regno di Gesù arriverà alla fine dei tempi

58. Poiché per mezzo di Maria Santissima Dio venne la prima volta al mondo, nell'umiliazione e
nell'annientamento, non potrebbe pur dirsi altresì per mezzo di Maria Santissima, che Egli verrà
un'altra volta, come l'attende tutta la Chiesa, per regnare dovunque e per giudicare i vivi e i morti?
Ma chi può sapere come e quando ciò avverrà? So bene però che Dio, i cui pensieri distano dai
nostri più che non disti il cielo dalla terra, verrà nel tempo e nel modo meno atteso dagli uomini,
anche i più dotti e i più versati nella Sacra Scrittura, che a questo riguardo è molto oscura.
Per mezzo della Santa Schiavitù, praticata dai suoi grandi santi, Maria farà che arrivi il regno
definitivo di Gesù

59. Allo stesso modo, si deve credere che verso la fine dei tempi, e più presto forse che non si pensi,
Dio susciterà grandi uomini ripieni dello Spirito Santo e di quello di Maria, per mezzo dei quali
Ella, questa divina Sovrana, opererà nel mondo grandi meraviglie per distruggervi il peccato e
stabilire il Regno di Gesù Cristo, suo Figlio, sulle rovine di quello del mondo corrotto; e che per
mezzo di questa devozione alla Vergine, di cui non so dare che una traccia, e ben pallida anche
questa, a causa della mia pochezza, quei santi personaggi verranno a capo di tutto.
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E) PRATICHE ESTERIORI DELLA SANTA SCHIAVITU'
Loro importanza


60. Oltre alla pratica interiore di questa devozione, di cui abbiamo ora parlato, ce ne sono altre che
non bisogna omettere, né trascurare.

La consacrazione e la sua rinnovazione

61. La prima è di darsi a Gesù Cristo, in qualche giorno importante, per le mani di Maria, di cui ci
facciamo schiavi; di comunicarsi in tal giorno con questa intenzione e di passarlo in preghiera: si
rinnoverà questa consacrazione almeno ogni anno, nello stesso giorno.

L'offerta di un tributo alla Santissima Vergine

62. La seconda è di pagare ogni anno, nello stesso giorno, un piccolo tributo alla Vergine, quale
prova di servitù e di dipendenza; tale fu sempre l'omaggio degli schiavi verso i loro padroni. Ora
questo tributo consiste o in qualche mortificazione, o in qualche elemosina, o in qualche
pellegrinaggio, o in qualche preghiera. Il Beato Marino, secondo quanto racconta suo fratello, San
Pier Damiano, si disciplinava pubblicamente tutti gli anni, nello stesso giorno, davanti ad un altare
della Vergine. Non si domanda, né si consiglia tanto fervore, ma se non si può dar molto a Maria, si
deve però offrirle con cuore umile e riconoscente quello che le si dà.

La celebrazione speciale della festa dell'Annunciazione

63. La terza è di celebrare ogni anno, con devozione speciale la festa dell'Annunciazione che è la
festa principale di questa devozione, stabilita appunto per onorare ed imitare la dipendenza in cui si
pose il Divin Verbo, in tal giorno, per amore nostro.

La recita della "Coroncina" e del "Magnificat"

64. La quarta pratica esteriore è quella di recitare ogni giorno, senza però obbligarvici sotto pena di
peccato, qualora vi si manchi, la Coroncina alla Santissima Vergine, composta da tre Padre Nostro e
da dodici Ave Maria; di recitare spesso il Magnificat, che è l'unico cantico che abbiamo di Maria,
per ringraziare Dio dei benefici ricevuti ed attirarne altri; soprattutto non bisogna smettere di
recitarlo dopo la S. Comunione, quale ringraziamento, come soleva fare la Santissima Vergine
stessa, secondo il dotto Gersone.


La catenina

65. La quinta è di portare una catenina benedetta al collo, o al braccio, o al piede, o attraverso il
corpo. Questa pratica si può senza dubbio omettere, senza che ne soffra l'essenziale di questa
devozione: tuttavia, sarebbe male disprezzarla e condannarla, nonché pericoloso volerla trascurare.
Ecco le ragioni che consigliano questa pratica esteriore:
1 - per opporsi alle funeste catene del peccato originale ed attuale, dal quale siamo stati avvinti;
2 - per onorare le corde ed i ceppi amorosi dalle quali Nostro Signore si compiacque di essere
strettamente legato, per renderci veramente liberi;
3 - per farci ricordare che dobbiamo agire solo per l'impulso di questa virtù, dato che questi vincoli
sono vincoli di carità: "Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore" (Os 11, 4);
4 - infine, si usa portare simili catene perché abbiamo ognora presente la nostra doverosa
dipendenza da Gesù e da Maria, in qualità di schiavi.

Molti grandi personaggi, che si erano fatti schiavi di Gesù e di Maria, stimarono talmente queste
catenelle, che si lamentavano perché non era loro concesso di trascinarle pubblicamente ai piedi,
come gli schiavi dei Turchi. Oh, catene più preziose e più gloriose delle collane d'oro e delle pietre
preziose di tutti gli imperatori, poiché ci avvincono a Gesù Cristo e alla sua santa Madre, e ne sono
le illustri insegne e livree!
E' conveniente che queste catene, se non d'argento, siano almeno di ferro, per la facilità di
procurarsele. Non si dovrà mai deporle durante la vita, perché ci possano accompagnare fino al
giorno del giudizio. Quale gioia, quale gloria, quale trionfo per un fedele schiavo, nel giorno del
giudizio, se al suono della tromba, le sue ossa si leveranno da terra, tuttora strette dalla catena della
schiavitù, evidentemente non consumata. Questo solo pensiero deve stimolare molto un devoto
schiavo a non togliersi mai la catena, per quanto scomoda possa tornare alla natura.


PREGHIERA A GESU'

66. Amabile mio Gesù, lascia che io mi rivolga a Te per attestarti la mia riconoscenza per la grazia
concessami, nel darmi alla tua santa Madre con la devozione di questa schiavitù, perché Ella sia mia
avvocata presso la tua Maestà, e mio supplemento universale nella mia grandissima miseria.
Ahimè! mio Dio, io sono tanto miserabile che, senza questa buona Madre, di certo sarei
irrimediabilmente perduto. Sì! Maria mi è necessaria presso di te, in tutto: necessaria, per calmarti
nel tuo giusto sdegno, poiché ti ho tanto offeso ed ogni giorno ti offendo ancora tanto; necessaria,
per trattenere gli eterni castighi della tua giustizia da me meritati; necessaria, per guardarti, per
parlarti, per pregarti, per accostarmi a Te, per piacerti; necessaria, per salvare la mia anima e quella
degli altri; necessaria, in una parola, per fare sempre la tua santa volontà e cercare in tutto la tua
maggior gloria. Perché non posso io manifestare nel mondo intero questa misericordia che mi hai
usato? Perché tutto il mondo non conosce che senza Maria io sarei già dannato? Perché non posso
mostrare una degna riconoscenza per un così grande beneficio? Maria è in me. Oh, quale tesoro!
Oh, quale consolazione! E dopo di ciò non sarò io tutto di Maria? Oh, quale ingratitudine sarebbe
mai questa, mio caro Salvatore! Oh, mandami piuttosto la morte prima che mi colga tanta sventura,
perché preferisco morire che vivere senza essere di Maria.

Io l'ho mille e mille volte presa come ogni mio bene con San Giovanni Evangelista ai piedi della
Croce, e mille e mille volte a Lei mi sono consacrato; ma se ancora non l'ho fatto come Tu desideri.
Gesù mio caro, adesso voglio farlo nel modo che a TE piace; e se mai scorgi nella mia anima e nel
mio corpo qualche cosa che non appartiene a questa augusta Principessa, strappamela, te ne prego, e
gettala lontano da me, poiché non appartenendo a Maria, è indegna di Te.


Invocazione finale allo Spirito Santo

67. O Spirito Santo! Concedimi tutte queste grazie e pianta, innaffia e coltiva nella mia anima
l'amabile Maria, vero Albero di Vita, perché cresca, fiorisca e rechi frutti di vita in abbondanza. O
Spirito Santo! Dammi una grande devozione ed una grande appoggio sul suo seno materno ed un
continuo ricorso alla sua misericordia, affinché in Lei Tu formi nella mia anima Gesù Cristo al
naturale, grande e potente, fino alla pienezza della sua età perfetta. Amen.


Preghiera a Maria per i suoi fedeli schiavi

68. Io ti saluto, o Maria, Figlia diletta dell'Eterno Padre; io ti saluto, o Maria, Madre ammirabile del
divin Figlio; io ti saluto, o Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo: io ti saluto, o Maria, mia
cara Madre, mia amabile padrona e mia potente Sovrana; io ti saluto, mia gioia, mia gloria, cuore
mio ed anima mia! Tu sei tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia, però non lo
sono ancora abbastanza; a Te, dunque, di nuovo interamente mi dono, come eterno schiavo, senza
riserva alcuna, né per me né per gli altri.

Se scorgi in me qualche cosa che non è ancora tua prenditela, te ne supplico, in questo momento, e
sii la Padrona assoluta di tutto quanto possiedo; distruggi in me, sradica, annienta tutto ciò che
spiace a Dio, e in me pianta, innalza, opera tutto ciò che gli piacerà. La luce della tua fede diradi le
tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua sublime
contemplazione ponga un freno alle distrazioni della mia immaginazione vagabonda; la tua vista
ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l'incendio della carità del tuo Cuore
dilati ed infiammi il mio, così tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi
meriti siano mio ornamento e mio supplemento presso Dio. Infine, o mia carissima e diletta Madre,
fa', se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per conoscere Gesù Cristo e i suoi divini
voleri; che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; che io non abbia
altro cure che il tuo per amare Dio con puro ed ardente amore come Te.

69. Io non ti chiedo né visioni, né rivelazioni, né gusti, né piaceri anche spirituali. A te si addice di
vedere chiaramente senza tenebre; a Te di gustare pienamente senza amarezze; a Te di trionfare
gloriosamente alla destra di tuo Figlio in Cielo, senza umiliazioni di sorta; a Te di comandare in
modo assoluto agli angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenza alcuna, e infine di disporre, a
tuo piacere, di tutti i beni di Dio, senza eccezione alcuna. Ecco, o divina Madre, l'eccellente
porzione che il Signore ti ha fatto e che mai ti sarà tolta, ciò che mi causa grandissima gioia.
Per mia porzione quaggiù, altro non voglio se non quella che Tu avesti nel mondo, e cioè: credere
puramente, senza nulla gustare e vedere; soffrire con gioia, senza consolazione di creature; morire,
continuamente e senza tregua, a me stesso; lavorare molto per Te, fino alla morte, senza alcun
interesse, come il più vile dei tuoi schiavi. La sola grazia che per pura misericordia ti chiedo, e che,
tutti i giorni e i momenti del mio vivere, io dica tre volte: "Amen: Così sia", a tutto quello che tu
facesti sulla terra durante la tua vita mortale; "Così sia", a tutto quello che adesso fai in Cielo; "Così
sia", a tutto quello che fai nella mia anima, perché ci sia Tu sola a glorificare pienamente Gesù in
me nel tempo e nell'eternità. Amen.
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LA COLTURA E L'ACCRESCIMENTO DELL'ALBERO DELLA VITA
(Cioè il modo di far vivere e regnare Maria nelle nostre anime)
La Santa Schiavitù d'amore è il vero "Albero della Vita"

70. Anima predestinata, con la luce dello Spirito Santo hai capito quanto sono venuto a dirti?
Ringrazia Dio: è un segreto quasi a tutti sconosciuto. Se hai trovato il tesoro nascosto nel campo di
Maria, la perla preziosa del Vangelo, devi vendere tutto per farne acquisto; devi fare un sacrificio di
te stessa nelle mani di Maria e perderti felicemente in Lei per trovarvi Dio solo. Se lo Spirito Santo
ha piantato nella tua anima il vero Albero della Vita, che è la devozione che ti ho esposto, devi
porre ogni cura nel coltivarlo, perché ti dia il suo frutto a tempo opportuno.
Questa devozione assomiglia al grano di senape, di cui parla nel Vangelo, il quale, mentre è, a
quanto pare, il più piccolo di tutti i grani, diviene però molto grande ed erge così alto il fusto che gli
uccello del cielo, cioè i predestinati, nidificano sui suoi rami, e vi nascondono al sicuro dalle bestie
feroci.

Il modo di coltivarlo
Eccoti, o anima predestinata, il modo di coltivarlo:
Nessun appoggio umano

71. 1) Quest'Albero, essendo piantato in un cuore assai fedele, ama restare all'aria libera, senza
alcun appoggio umano: quest'Albero, essendo divino, rifugge sempre da qualsiasi creatura che
potrebbe impedirgli di innalzarsi verso il suo principio, Dio. Pertanto, non bisogna appoggiarsi sulla
sua propria industria, o sui propri doni di natura, o sul credito e l'autorità degli uomini: bisogna
invece ricorrere a Maria e contare sul suo aiuto.
Continuo sguardo dell'anima

72. 2) Bisogna che l'anima, dove quest'Albero è piantato, sia occupata senza tregua, a guardarlo e
riguardarlo, come un buon giardiniere. Poiché quest'albero, essendo vivente e dovendo dare frutto
di vita, vuole essere coltivato e reso rigoglioso da un continuo sguardo e contemplazione dell'anima;
è proprio infatti di un'anima, che aspiri a diventare perfetta, di pensarvi di continuo, di farne la
principale occupazione.
Violenza a se stesso

73. 3) Bisogna sradicare e troncare i cardi e le spine, che potrebbero soffocare questo Albero o
impedirgli di produrre il suo frutto: bisogna, cioè, essere fedele a tagliare e troncare, con la
mortificazione e la violenza a se stesso, tutti i piaceri inutili e le occupazioni vane con le creature; in
altre parole, crocifiggere la carne, osservare il silenzio, mortificare i sensi.
Niente amor proprio

74. 4) Bisogna che i bruchi non lo danneggiano. Questi bruchi sono l'amore di se stesso e delle
proprie comodità; essi mangiano le foglie verdi e distruggono le belle speranze che l'Albero dava di
produrre frutti: poiché l'amor proprio e l'amor di Maria non si accordano affatto.
Orrore del peccato

75. 5) Bisogna tenere lontano le bestie, che sono i peccati, i quali potrebbero seccare l'Albero della
Vita con il solo loro contatto; bisogna che nemmeno lo sfiori il loro alito, cioè i peccati veniali, che
sono sempre pericolosissimi, qualora non se ne abbia dispiacere.
Facoltà agli esercizi

76. 6) Bisogna innaffiare continuamente quest'Albero divino con Messe, Comunioni ed altre
preghiere pubbliche o private, altrimenti esso non darebbe più frutti.
Pace nelle prove

77. 7) Non bisogna crucciarsi se quest'Albero è agitato e scosso dal vento; perché occorre che il
vento delle tentazioni lo investa per farlo cadere, e le nevi ed i ghiacci lo circondino per farlo
morire; il che significa; il che significa che questa devozione a Maria Vergine sarà necessariamente
combattuta e contraddetta; ma purché si sia costanti nel coltivarlo, nulla si deve temere.
Il frutto dell'Albero della vita è l'amabile ed adorabile Gesù
78. Anima predestinata, se coltiverai in tal modo il tuo Albero della Vita, di recente piantato nella
tua anima dallo Spirito Santo, io ti assicuro che in poco tempo esso crescerà così in alto, che gli
uccelli del cielo vi abiteranno, e diverrà così perfetto, che infine a tempo opportuno darà il suo
frutto di onore e di grazia, cioè l'amabile ed adorabile Gesù, che fu e sarà sempre l'unico frutto di
Maria.
Felice l'anima in cui è piantata Maria, l'Albero della Vita; più felice quella in cui Maria ha potuto
crescere e fiorire; felicissima quella in cui Maria produce il suo frutto: ma fra tutte felicissima
quella che gusta e conserva questo frutto fino alla morte e nei secoli dei secoli. Amen.

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"Se vuoi il Paradiso,
Tieni Maria nel core
Chiamala in tutte l'ore,
e troverai pietà"

MADRE GABRIELLA BITTERLICH

MADRE GABRIELLA BITTERLICH E GLI ANGELI
A Gesù per Maria: Supplica ardente ai Santi Angeli
PROFILO BIOGRAFICO

La nostra preoccupazione principale non è di raffigurare grandiose visioni angeliche, che magari sbalordiscano, più che portano vantag-gi spirituali. No, preferiamo presentare una concisa sintesi della dottrina spirituale di MADRE GABRIELLA, affinché i fedeli che ven-gono toccati dalla grazia divina, e spinti dal desiderio di coltivare una amicizia personale con i santi angeli, essi possono proseguire in maniera prudente e feconda. 
SAN FRANCESCO DI SALES osservava che ci sono molte forme di pietà falsa, che magari gratificano per il momento, ma che non producono frutti degni di Dio. Il segno della vera devozione è quello che ci aiuta a crescere sempre di più nell'a-more verso Dio e verso il prossimo. Ancora di più, la vera devozione è quella che ci spinge con un autentico zelo a compimento del nostro dovere quotidiano. E analogicamente, 
SAN LUIGI MARIA GRIGNION Di MONTFORT ha mostrato che la genuina devozione alla Madonna ci porta ad un radicale rinnovamen-to e vita secondo il voto battesimale e alla per-fetta imitazione di MARIA e di GESù CRISTO. Dall'altra parte "satana si maschera da angelo di luce" (2 Cor 11,14) desiderando di ingannare gli eletti di Dio. Inoltre, gli spiriti caduti "tentano di coinvolger l'uomo nella loro ribellione contro Dio". Ottennero la prima vittoria già nel Paradiso, laddove provocarono il peccato origi-nale di tutta l'umanità. 

"Così l'uomo si trova diviso in se stesso. Per questo tutta la vita umana, sia individuale sia collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. Anzi, l'uomo si trova incapace di superare efficacemente da sé medesimo gli assalti del male, così che ognuno si sente come incatenato. Ma il Signore stesso è venuto a liberare l'uomo e a dargli forza, rinno-vandolo nell'intimo e scacciando fuori `il prin-cipe di questo mondo (Gv 12, 31), che lo tene-va schiavo del peccato". Ora, il Signore nostro viene insieme con i suoi angeli e gli ha affidato un ministero in favore degli eletti (cf. Eb 1,14). Perciò, è chiaro che un'autentica devozione agli angeli di Dio dovrebbe fondarsi sulla dottrina della Chiesa, dovrebbe essere sostenuta da un solido discernimento degli spiriti. Ma neanche questo promette di darci dei frutti spirituali, se la vita spirituale non viene fondata sulle virtù dell'umiltà, docilità e dell'ubbidienza alla Santa Chiesa. Contro queste virtù le armi del nemico sono impotenti.

In questa situazione generale GESù ha messo in guardia SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE, dicendo: "Ascolta, figlia mia, non credere facil-mente a tutti gli spiriti neanche fidarti (facil-mente) di loro, perché Satana si è infuriato con-tro di te e desidera ingannarti. Per questo moti-vo non fare nulla senza l'approvazione di colo-ro che ti dirigono, affinché avendo l'autorità di ubbidienza [per protezione] egli rimane incapa-ce di ingannarti, poiché lui non ha potere alcu-no sulle anime ubbidienti!"
MADRE GABRIELLA si distingueva per la santa ubbidienza, come vedremo.
Prima di passare ad una revisione della sua dottrina fondamentale, vogliamo offrire un profilo biografico della sua vita.

1. INFANZIA
Gabriella nacque il primo novembre, festa di tutti Santi nell'anno 1896 a Vienna, Austria. Era la seconda di tre figli.
Suo padre, Bernardo Gòhlert, era di discendenza Boemia; cresceva nelle monta-gne alla frontiera fra Boemia e Sassonia nel-l'est-centrale della Germania. La sua fami-glia era piuttosto povera, e doveva lottare e sacrificare molto per poter terminare la sua educazione. Era un uomo tranquillo, riserva-to e non troppo pietoso.
Terminati gli studi, entrò al servizio dello stato a Vienna. Là fece conoscenza della sua futura sposa, Federica, che era di discendenza italo - olandese ed era gioiosa e piena della vivacità latina. Il matrimonio fu felice e armonioso.

Prima Visita dell'Angelo Custode

Nel 1901 la famiglia, a causa del servizio statale del padre, si trasferì in Romania. Là, quando Gabriella aveva appena 4 anni, il suo angelo le è apparso per la primo volta.               Giocando col suo fratello e altri amici, successe che il fratello la chiuse nel capanno di legno nel giardino. Gabriella, essendo troppo piccola, non riusciva ad aprire la porta. Repentinamente apparve l'angelo, pieno di luce e d'amore, e la liberò. Gabriella, rag-giante corse direttamente dalla mamma, esclamando, "Ho visto il mio Angelo Custode!" La Sua mamma, la diede uno schiaffo, spiegandole con severità che non voleva ascoltare più tale fantasie, e che non ritornasse mai con storie del genere!"

Potete immaginare lo stupore e il dolore che questa reazione della mamma provocò nell'anima di Gabriella. Gabriella decise non dire mai parola alcuna sull'Angelo. Infatti, benché l'Angelo continuasse ad apparirle diventandone il suo amico, consigliere e pro-tettore frequente, restava in silenzio a proposito dell'Angelo.

A causa della salute indebolita del padre, la famiglia non poté rimanere più tempo in Romania. Questa volta la famiglia cambiò casa a Bolzano nel sud Tirolo, e poco tempo più tardi, cambiarono casa a Merano. Era là che Gabriella frequentò la scuola. Anche lei era di salute molto fragile, e perse due anni di scuola a causa delle malattie.

Nel quinto anno di scuola la suora responsabile richiese che gli allievi svolgessero un tema sulle loro vocazioni. Con molto piacere Gabriella si mise al lavoro, descrivendo il suo sogno di diventare suora missionaria. Leggendolo in sua presenza, la suora le disse: "Cara, tu non sei chiama-ta per diventare suora missionaria, ma sì, per diventare una mamma!" Con quanto dolore accettò Gabriella questo messaggio nel suo piccolo cuore!

All'età di 16 anni nel anno 1912 si è tra-sferita a Innsbruck per continuare i suoi studi nel collegio delle suore Orsoline. Infatti, poco dopo tutta la famiglia cambiò casa a Innsbruck, a causa della prima guerra mon-diale. Terminò gli studi in 1917. Era così eccellente nella lingua tedesca che le sugge-rirono di diventare scrittrice, ma Gabriella rifiutò, preferendo seguire una vocazione più profonda, cioè quella delle belle arti! Voleva diventare pittrice, e difatti aveva grande talento come ritrattista! Più tardi sarebbe stato la sua figlia, Roswita, a raggiungere fama internazionale come pittrice. Nonostante né l'uno né l'altro di questi talen-ti rimasero inattivi nell'anima di Gabriella. Chiamata da Dio a collaborare con i santi angeli e fargli conoscere, ha scritto ben più di 30 mila pagine in santa ubbidienza descri-vendo le sue esperienze mistiche in relazione con i santi angeli e col mistero della Croce e con le sofferenze di espiazione.

Suo fratello maggiore, Germano, - compagno principale della sua gioventù - aveva spirito di avventura; affascinato dalle armi, entrò nell'esercito. Già all'inizio della prima guerra mondiale era inviato al fronte orientale. Prima della partenza, disse a Gabriella: "Prendi cura della mamma, poiché io non ritorno più!" Poche settima-ne dopo la sua mamma cominciò a piange-re, sapendo che qualcosa era accaduto a Germano. Infatti, morì in quel giorno!

Suo fratello minore, Federico, facendo onore al suo nome, diventò sacerdote nella diocesi di Innsbruck, onde servì fedelmente nel lavoro pastorale fino alla sua morte nell'anno 1986.


2. VITA DI COPPIA

Fin dalla prima guerra mondiale la sua mamma fece capire a Gabriella che desiderava che si sposasse. In quell'epoca l'ideale di ubbidienza filiale permise ancora che i geni-tori potevano decidere la vocazione dei figli. Essendo questo il caso, Gabriella cedette al loro desiderio. Infatti, Gabriella già conosce-va il futuro sposo, Hans, molto prima di immaginare che lo sarebbe stato, poiché era il fratello della sua amica Maria, che abitava nello stesso palazzo. Frequentava abbastanza la sua abitazione, perché Maria e Gabriella suonavano insieme il piano.

La sua relazione si sviluppò molto natu-ralmente quando per caso loro si trovarono insieme un'altra volta nell'accademia delle belle arti. Nel caso di Hans si trattava solo di interesse e non di vocazione, visto che già era dottore in giurisprudenza. Anche durante la guerra, quando Hans tornava dalla fronte, s'incontravano con le loro famiglie. Alla fine della guerra Hans ebbe un incarico statale a Merano in Tirolo. Nell'anno 1917 Gabriella soggiornava anche in Merano ed è successo che un'altra volta s'incontrarono. Questa volta era più serio, finché di modo che le sue amiche cominciarono a parlare di Hans come del futuro sposo. Gabriella protestò, dicendo, "Sono lontana dal pensiero di sposarmi con lui, e neanche il suo nome, Bitterlich (che significa "con amarezza") mi piace". Ciò malgrado, non poteva essere così amaro, tanto che si sposarono due anni più tardi.

Subito dopo il matrimonio cambiarono casa a Bregenz, Austria. Là è nata la sua prima figlia. Appena un anno dopo la fami-glia si trasferì a Boemia, dove Hans assunse la direzione di una fabbrica. Là sono nati gli due altri figli, Hans-Jdrg e Wolfram.

Roswita, la prima figlia, è diventata una famosa pittrice; già nella gioventù aveva curato dell'esposizione delle sue opere in Olanda e in Inghilterra. Più tardi si specializ-zò nell'arte sacra, particolarmente degli angeli. Hans-Jrg diventò sacerdote nella diocesi di Innsbruck. E Wolfram diventò scienziato, un specialista nella scoperta delle radiazioni. Anticipando un poco, possiamo aggiungere che dopo la seconda guerra mon-diale, la famiglia adottò altre tre orfani, com-pletando la famiglia con otto persone.

Benché la posizione come direttore di fabbrica avesse i suoi vantaggi materiali, Gabriella mai si adattò bene a quell'ambien-te mondano e materialista. Quel periodo di esilio finì nell'anno 1928 quando morì il padre di Hans. La famiglia ritornò a Innsbruck laddove si stabilì definitivamente. Infatti, ritornarono nello stesso palazzo abi-tato nella gioventù. Un'altra dura prova là aspettava Gabriella: anche la madre di Hans e sua zia si sono installate con la famiglia nel piccolo appartamento. Chiaro, Gabriella non era capace di fare nulla che gli piacesse; era una povera Cenerentola nella propria casa. Durante queste cinque anni, fino alla fine della zia nell'anno 1932 Gabriella frequentò un grande noviziato nella scuola di sofferen-za silenziosa. Trovò la forza per questa via sacra nelle ore di adorazione silenziosa davanti al tabernacolo.
La sua croce diventò ancora più pesante in questa epoca della sua vita, perché prese una grave infezione di ameba che la indebolì - par-ticolarmente il suo cuore - durante 10 anni.
Nell'anno 1936 é entrata nel terzo ordi-ne francescano, prendendo il nome assai profetico, Maria degli Angeli. Simile a San Francesco, riceve la vocazione di restaura-re, di fortificare la santa Chiesa, particolar-mente i sacerdoti.

Quando cominciò la seconda guerra mondiale, tutti gli uomini nella casa, inclu-so il suo marito nonostante i suoi 50 anni, vennero arruolati per il servizio di stato. Il marito Hans servì in Francia, Polonia, Russia e Grecia. Tutti servivano durante tutta la guerra, e tutti si sono tornati sani e salvi alla fine della guerra. Questo valeva realmente un Te Deum!

Opere di Misericordia

Gabriella capiva il compito dell'Angelo Custode come una specie di opera di miseri-cordia. Ispirata da questo ideale, si sentiva spinto ad aiutare i bisognosi. Voleva offrire un amore uguale ed efficace a chi ne aveva bisogno. A Innsbruck era conosciuta per le sue opere di misericordia. Ogni settimana dedicava due giorni nei quali visitava i pove-ri nelle loro case, offrendo servizi umili e utili. Similmente, i profughi e i senzatetto che bussavano alla sua porta potevano aspet-tare una buona accoglienza. Come è cono-sciuto, queste persone sfortunate - che abbondavano dopo la guerra - avevano svi-luppato un sistema di segni per indicare luo-ghi, dove si poteva aspettare una assistenza caritatevole. Il muro davanti alla residenza dei Bitterlich, non era solo pieno di questi segni, ma quei poveri ancora di più scriveva-no poemi di lode sul muro. Ogni tanto era necessario di dipingere nuovamente il muro. Spiritualmente e materialmente Gabriella faceva il possibile per aiutare.

Durante questo tempo, cioè già prima, durante e dopo la Guerra, il Signore introdu-ceva Gabriella sempre più profondamente nei Suoi misteri di redenzione con l'aiuto del suo Angelo Custode. In questa epoca riceve dal Signore le sante stigmate e cominciò a dedicare ogni settimana, in quanto possibile, le sante ore della passione di GESù, accom-pagnandolo nella Sua agonia nel giardino, e dopo sulla via crucis e nelle ore sulla croce. Queste esperienze e pratiche diventarono più tardi momenti focali nella spiritualità dell'Opus Angelorum.
(continua)
AMDG et DVM