MADRE GABRIELLA BITTERLICH E GLI ANGELI
PROFILO BIOGRAFICO
La nostra preoccupazione principale non è di raffigurare grandiose visioni angeliche, che magari sbalordiscano, più che portano vantag-gi spirituali. No, preferiamo presentare una concisa sintesi della dottrina spirituale di MADRE GABRIELLA, affinché i fedeli che ven-gono toccati dalla grazia divina, e spinti dal desiderio di coltivare una amicizia personale con i santi angeli, essi possono proseguire in maniera prudente e feconda.
SAN FRANCESCO DI SALES osservava che ci sono molte forme di pietà falsa, che magari gratificano per il momento, ma che non producono frutti degni di Dio. Il segno della vera devozione è quello che ci aiuta a crescere sempre di più nell'a-more verso Dio e verso il prossimo. Ancora di più, la vera devozione è quella che ci spinge con un autentico zelo a compimento del nostro dovere quotidiano. E analogicamente,
SAN LUIGI MARIA GRIGNION Di MONTFORT ha mostrato che la genuina devozione alla Madonna ci porta ad un radicale rinnovamen-to e vita secondo il voto battesimale e alla per-fetta imitazione di MARIA e di GESù CRISTO. Dall'altra parte "satana si maschera da angelo di luce" (2 Cor 11,14) desiderando di ingannare gli eletti di Dio. Inoltre, gli spiriti caduti "tentano di coinvolger l'uomo nella loro ribellione contro Dio". Ottennero la prima vittoria già nel Paradiso, laddove provocarono il peccato origi-nale di tutta l'umanità.
"Così l'uomo si trova diviso in se stesso. Per questo tutta la vita umana, sia individuale sia collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. Anzi, l'uomo si trova incapace di superare efficacemente da sé medesimo gli assalti del male, così che ognuno si sente come incatenato. Ma il Signore stesso è venuto a liberare l'uomo e a dargli forza, rinno-vandolo nell'intimo e scacciando fuori `il prin-cipe di questo mondo (Gv 12, 31), che lo tene-va schiavo del peccato". Ora, il Signore nostro viene insieme con i suoi angeli e gli ha affidato un ministero in favore degli eletti (cf. Eb 1,14). Perciò, è chiaro che un'autentica devozione agli angeli di Dio dovrebbe fondarsi sulla dottrina della Chiesa, dovrebbe essere sostenuta da un solido discernimento degli spiriti. Ma neanche questo promette di darci dei frutti spirituali, se la vita spirituale non viene fondata sulle virtù dell'umiltà, docilità e dell'ubbidienza alla Santa Chiesa. Contro queste virtù le armi del nemico sono impotenti.
MADRE GABRIELLA si distingueva per la santa ubbidienza, come vedremo.
Prima di passare ad una revisione della sua dottrina fondamentale, vogliamo offrire un profilo biografico della sua vita.
1. INFANZIA
Gabriella nacque il primo novembre, festa di tutti Santi nell'anno 1896 a Vienna, Austria. Era la seconda di tre figli.
Suo padre, Bernardo Gòhlert, era di discendenza Boemia; cresceva nelle monta-gne alla frontiera fra Boemia e Sassonia nel-l'est-centrale della Germania. La sua fami-glia era piuttosto povera, e doveva lottare e sacrificare molto per poter terminare la sua educazione. Era un uomo tranquillo, riserva-to e non troppo pietoso.
Terminati gli studi, entrò al servizio dello stato a Vienna. Là fece conoscenza della sua futura sposa, Federica, che era di discendenza italo - olandese ed era gioiosa e piena della vivacità latina. Il matrimonio fu felice e armonioso.
Prima Visita dell'Angelo Custode
Nel 1901 la famiglia, a causa del servizio statale del padre, si trasferì in Romania. Là, quando Gabriella aveva appena 4 anni, il suo angelo le è apparso per la primo volta. Giocando col suo fratello e altri amici, successe che il fratello la chiuse nel capanno di legno nel giardino. Gabriella, essendo troppo piccola, non riusciva ad aprire la porta. Repentinamente apparve l'angelo, pieno di luce e d'amore, e la liberò. Gabriella, rag-giante corse direttamente dalla mamma, esclamando, "Ho visto il mio Angelo Custode!" La Sua mamma, la diede uno schiaffo, spiegandole con severità che non voleva ascoltare più tale fantasie, e che non ritornasse mai con storie del genere!"
Potete immaginare lo stupore e il dolore che questa reazione della mamma provocò nell'anima di Gabriella. Gabriella decise non dire mai parola alcuna sull'Angelo. Infatti, benché l'Angelo continuasse ad apparirle diventandone il suo amico, consigliere e pro-tettore frequente, restava in silenzio a proposito dell'Angelo.
A causa della salute indebolita del padre, la famiglia non poté rimanere più tempo in Romania. Questa volta la famiglia cambiò casa a Bolzano nel sud Tirolo, e poco tempo più tardi, cambiarono casa a Merano. Era là che Gabriella frequentò la scuola. Anche lei era di salute molto fragile, e perse due anni di scuola a causa delle malattie.
Nel quinto anno di scuola la suora responsabile richiese che gli allievi svolgessero un tema sulle loro vocazioni. Con molto piacere Gabriella si mise al lavoro, descrivendo il suo sogno di diventare suora missionaria. Leggendolo in sua presenza, la suora le disse: "Cara, tu non sei chiama-ta per diventare suora missionaria, ma sì, per diventare una mamma!" Con quanto dolore accettò Gabriella questo messaggio nel suo piccolo cuore!
All'età di 16 anni nel anno 1912 si è tra-sferita a Innsbruck per continuare i suoi studi nel collegio delle suore Orsoline. Infatti, poco dopo tutta la famiglia cambiò casa a Innsbruck, a causa della prima guerra mon-diale. Terminò gli studi in 1917. Era così eccellente nella lingua tedesca che le sugge-rirono di diventare scrittrice, ma Gabriella rifiutò, preferendo seguire una vocazione più profonda, cioè quella delle belle arti! Voleva diventare pittrice, e difatti aveva grande talento come ritrattista! Più tardi sarebbe stato la sua figlia, Roswita, a raggiungere fama internazionale come pittrice. Nonostante né l'uno né l'altro di questi talen-ti rimasero inattivi nell'anima di Gabriella. Chiamata da Dio a collaborare con i santi angeli e fargli conoscere, ha scritto ben più di 30 mila pagine in santa ubbidienza descri-vendo le sue esperienze mistiche in relazione con i santi angeli e col mistero della Croce e con le sofferenze di espiazione.
Suo fratello maggiore, Germano, - compagno principale della sua gioventù - aveva spirito di avventura; affascinato dalle armi, entrò nell'esercito. Già all'inizio della prima guerra mondiale era inviato al fronte orientale. Prima della partenza, disse a Gabriella: "Prendi cura della mamma, poiché io non ritorno più!" Poche settima-ne dopo la sua mamma cominciò a piange-re, sapendo che qualcosa era accaduto a Germano. Infatti, morì in quel giorno!
Suo fratello minore, Federico, facendo onore al suo nome, diventò sacerdote nella diocesi di Innsbruck, onde servì fedelmente nel lavoro pastorale fino alla sua morte nell'anno 1986.
2. VITA DI COPPIA
Fin dalla prima guerra mondiale la sua mamma fece capire a Gabriella che desiderava che si sposasse. In quell'epoca l'ideale di ubbidienza filiale permise ancora che i geni-tori potevano decidere la vocazione dei figli. Essendo questo il caso, Gabriella cedette al loro desiderio. Infatti, Gabriella già conosce-va il futuro sposo, Hans, molto prima di immaginare che lo sarebbe stato, poiché era il fratello della sua amica Maria, che abitava nello stesso palazzo. Frequentava abbastanza la sua abitazione, perché Maria e Gabriella suonavano insieme il piano.
La sua relazione si sviluppò molto natu-ralmente quando per caso loro si trovarono insieme un'altra volta nell'accademia delle belle arti. Nel caso di Hans si trattava solo di interesse e non di vocazione, visto che già era dottore in giurisprudenza. Anche durante la guerra, quando Hans tornava dalla fronte, s'incontravano con le loro famiglie. Alla fine della guerra Hans ebbe un incarico statale a Merano in Tirolo. Nell'anno 1917 Gabriella soggiornava anche in Merano ed è successo che un'altra volta s'incontrarono. Questa volta era più serio, finché di modo che le sue amiche cominciarono a parlare di Hans come del futuro sposo. Gabriella protestò, dicendo, "Sono lontana dal pensiero di sposarmi con lui, e neanche il suo nome, Bitterlich (che significa "con amarezza") mi piace". Ciò malgrado, non poteva essere così amaro, tanto che si sposarono due anni più tardi.
Subito dopo il matrimonio cambiarono casa a Bregenz, Austria. Là è nata la sua prima figlia. Appena un anno dopo la fami-glia si trasferì a Boemia, dove Hans assunse la direzione di una fabbrica. Là sono nati gli due altri figli, Hans-Jdrg e Wolfram.
Roswita, la prima figlia, è diventata una famosa pittrice; già nella gioventù aveva curato dell'esposizione delle sue opere in Olanda e in Inghilterra. Più tardi si specializ-zò nell'arte sacra, particolarmente degli angeli. Hans-Jrg diventò sacerdote nella diocesi di Innsbruck. E Wolfram diventò scienziato, un specialista nella scoperta delle radiazioni. Anticipando un poco, possiamo aggiungere che dopo la seconda guerra mon-diale, la famiglia adottò altre tre orfani, com-pletando la famiglia con otto persone.
Benché la posizione come direttore di fabbrica avesse i suoi vantaggi materiali, Gabriella mai si adattò bene a quell'ambien-te mondano e materialista. Quel periodo di esilio finì nell'anno 1928 quando morì il padre di Hans. La famiglia ritornò a Innsbruck laddove si stabilì definitivamente. Infatti, ritornarono nello stesso palazzo abi-tato nella gioventù. Un'altra dura prova là aspettava Gabriella: anche la madre di Hans e sua zia si sono installate con la famiglia nel piccolo appartamento. Chiaro, Gabriella non era capace di fare nulla che gli piacesse; era una povera Cenerentola nella propria casa. Durante queste cinque anni, fino alla fine della zia nell'anno 1932 Gabriella frequentò un grande noviziato nella scuola di sofferen-za silenziosa. Trovò la forza per questa via sacra nelle ore di adorazione silenziosa davanti al tabernacolo.
La sua croce diventò ancora più pesante in questa epoca della sua vita, perché prese una grave infezione di ameba che la indebolì - par-ticolarmente il suo cuore - durante 10 anni.
Nell'anno 1936 é entrata nel terzo ordi-ne francescano, prendendo il nome assai profetico, Maria degli Angeli. Simile a San Francesco, riceve la vocazione di restaura-re, di fortificare la santa Chiesa, particolar-mente i sacerdoti.
Quando cominciò la seconda guerra mondiale, tutti gli uomini nella casa, inclu-so il suo marito nonostante i suoi 50 anni, vennero arruolati per il servizio di stato. Il marito Hans servì in Francia, Polonia, Russia e Grecia. Tutti servivano durante tutta la guerra, e tutti si sono tornati sani e salvi alla fine della guerra. Questo valeva realmente un Te Deum!
Opere di Misericordia
Gabriella capiva il compito dell'Angelo Custode come una specie di opera di miseri-cordia. Ispirata da questo ideale, si sentiva spinto ad aiutare i bisognosi. Voleva offrire un amore uguale ed efficace a chi ne aveva bisogno. A Innsbruck era conosciuta per le sue opere di misericordia. Ogni settimana dedicava due giorni nei quali visitava i pove-ri nelle loro case, offrendo servizi umili e utili. Similmente, i profughi e i senzatetto che bussavano alla sua porta potevano aspet-tare una buona accoglienza. Come è cono-sciuto, queste persone sfortunate - che abbondavano dopo la guerra - avevano svi-luppato un sistema di segni per indicare luo-ghi, dove si poteva aspettare una assistenza caritatevole. Il muro davanti alla residenza dei Bitterlich, non era solo pieno di questi segni, ma quei poveri ancora di più scriveva-no poemi di lode sul muro. Ogni tanto era necessario di dipingere nuovamente il muro. Spiritualmente e materialmente Gabriella faceva il possibile per aiutare.
Durante questo tempo, cioè già prima, durante e dopo la Guerra, il Signore introdu-ceva Gabriella sempre più profondamente nei Suoi misteri di redenzione con l'aiuto del suo Angelo Custode. In questa epoca riceve dal Signore le sante stigmate e cominciò a dedicare ogni settimana, in quanto possibile, le sante ore della passione di GESù, accom-pagnandolo nella Sua agonia nel giardino, e dopo sulla via crucis e nelle ore sulla croce. Queste esperienze e pratiche diventarono più tardi momenti focali nella spiritualità dell'Opus Angelorum.
(continua)
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AMDG et DVM