venerdì 7 febbraio 2020

PER IL RISPETTO DELLA MIA SANTA PAROLA


PER IL RISPETTO DELLA MIA SANTA PAROLA
19 maggio 2009

Leggerete questa lettera e sarete i primi convinti che solo la Mano di Dio l'ha guidata.

San Luca: Con quale autorità fai questo, e chi  che ti ha dato questa Autorità?
                 Nemmeno Io vi dico in virtù di quale autorità faccio questo !

San Giovanni: Entrò nel Tempio e si mise a scacciare i mercanti. Egli insegnava tutti i giorni nel
                       Tempio e i capi del Popolo cercavano di farlo perire. Ma non sapevano come fare
                       perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra.

Ma San Giovanni riprende questo stesso testo:
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei, e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel Tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore ed i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi. E ai venditori di colombe disse: « Portate via queste cose  e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato. »

I Suoi discepoli si ricordarono che sta scritto:

« Lo zelo per la tua casa mi divora »

* Se vi scrivo questa lettera non è per la mia autorità ma per mostrare al mondo che, dopo duemila anni, nulla è cambiato se non per diventare peggiore e ancora più pericoloso e disastroso.

Di fronte a tutta questa degenerazione – spirituale e morale - il Signore, Dio dell'Universo, ha il diritto di manifestare la stessa collera che ha avuto con i mercanti del Tempio.

Matteo: Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge?

Gesù gli rispose:
« Amerai il Signore tuo DIO con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il primo e il più grande comandamento. Ed ecco il secondo che è simile al primo: amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profeti. »

* In questi Tempi che stiamo oggi vivendo, Dio l'Eterno ha chiamato, come un tempo, i Suoi profeti e i Suoi apostoli, poiché questa epoca è diventata il cumulo di tutti i peccati che sono aumentati nel corso dei secoli.

La Terra, a causa degli uomini senza cuore, senza leggi divine, senza morale, è diventata la cloaca delle impurità ammassate nel corso di tutti i secoli. È per questo che DIO ritorna, poiché il peccato ha squarciato la volta dei cieli, e l’aria che è ancora il principio della Vita sulla Terra, diventerà ben presto talmente rara, che non si potrà più avere vita sulla Terra. E questa è la sola punizione che il Mio Popolo ingrato e infedele dovrebbe meritarsi. Ma, e Io lo ripeto, a causa degli eletti, non permetterò che questo accada. È per loro che Io interverrò prima di quell’Ora fatale e il Mio segnale sarà quello che ho sempre annunciato e che mantengono nella loro mente e nei loro cuori, Tutti i Miei VERI Profeti.

È con la CROCE che il Signore Si farà annunciare. Ma voi non saprete né il giorno né l’ora delle Tenebre, che saranno il risultato di tutte le vostre malefatte che coprono il Mondo, poiché nessuno, qui sulla Terra, è Padrone, tale da permettersi di giudicare e di punire i Miei figli.

Nel nome di quale Legge continuate, voi, a ostacolare le Mie pecore ?

Le Fabbriche, gli Stabilimenti, TUTTO è sotto le Legge del più forte. Se il Potere comanda dappertutto, significa che coloro che dirigono questo Mondo, coloro che sono a capo dei Governi, come dei Commerci e delle Industrie, hanno perpetuato la razza dei Farisei, questi uomini importanti, coperti di orgoglio e di ipocrisia, che fanno, del «Potere e del Denaro » il loro solo Padrone.

***DIO che vede tutto, ci dice: « Tutto è contaminato fino alle più semplici funzioni: i capi delle loro stesse imprese sono diventati i falsi interpreti delle Sacre Scritture. In nome della loro autorità, essi giudicano e distruggono chi potrebbe ostacolare la loro prosperità, accusando e trascinando, fino alle arene del Sacrificio, coloro che il Signore ha scelto per essere «gli Araldi della Sua Santa Parola» e non il Guadagno delle loro CASSE.

Osservate fin dove giunge la concupiscenza di questo Mondo affamato di denaro !

Io ho dato... Io non ho venduto.

I Miei veri Profeti, voi non li avete riconosciuti.

Io dico a loro come ai Miei APOSTOLI: « Scuotete la polvere dai vostri piedi e partite.

Io, Gesù, ritornerò a retribuire con il vero salario coloro che mi hanno rigettato, poiché colui che rigetta il Mio inviato, è Me che rigetta. »

Vangelo secondo San Giovanni (Gv 1, 1-13):
« Venne un uomo mandato da DIO, e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di DIO: a quelli che credono nel suo nome. »

GESÙ di Nazaret, Signore e Re. Amen.
Benedetto sia il Signore. Amen.





Con la mano di J.N.S.R. il Signore ha scritto tutto questo.

giovedì 6 febbraio 2020

E' impressionante... ma non demordere


MARA'N ATHA' - parte I

LA VENUTA INTERMEDIA DI GESÙ  

L' espressione “MARA'N ATHA' ” la troviamo nella S. Scrittura una prima volta in 1 Cor 16,22: è un'espressione aramaica con il verbo al tempo presente, letteralmente: ‘Il Signore nostro viene'; la seconda volta “ MARA'N ATHA' ” la troviamo nell'Apocalisse 22, 20: con il verbo all'imperativo, letteralmente :' Signore nostro, vieni!'. Questa invocazione recitata nella Chiesa primitiva sta per essere ripresa da tutti i cristiani avvisati dai messaggi carismatici del Ritorno Glorioso di Cristo nella sua Venuta Intermedia. Pertanto abbiamo voluto, per utilità soprattutto del popolo di Dio, che ha bisogno di essere illuminato su questo argomento di capitale importanza, fare una sintesi sulla Venuta intermedia di Gesù. Riporteremo nel nostro lavoro alcuni testi della Bibbia, il pensiero dei Padri della Chiesa, il Magistero della Chiesa Cattolica, i messaggi di persone carismatiche e la riflessione di alcuni teologi che hanno approfondito l'argomento. 

METODO : NELL'APPROFONDIRE L'ARGOMENTO SOTTO I VARI ASPETTI PROCEDIAMO CON DOMANDE E RISPOSTE:   •  Di quante Venute di Gesù si parla nella S. Scrittura? La S. Scrittura parla di tre Venute di Gesù : La PRIMA è l' Incarnazione ( Venuta nella carne) con la nascita a Betlemme 2000 anni fa da Maria Vergine, culminata con la passione, morte, Resurrezione e Ascensione al Cielo; la SECONDA è una Venuta nella Gloria, detta VENUTA INTERMEDIA (o Parusia Intermedia), la quale è data come imminente, secondo la concordanza dei messaggi dei carismatici; la TERZA è anch'essa una Venuta nella Gloria detta “ Parusia finale ” riservata per il Giudizio Universale alla fine del mondo, in un giorno imprecisato e molto lontano. S. Bernardo di Chiaravalle, anche se ha avuto l'illuminazione di una Venuta Intermedia di Gesù, tuttavia non ne aveva ancora l'idea completa, poiché Gesù non solo regnerà in tutti cuori, ma, come vedremo in seguito, nella Sua Venuta Intermedia tutti lo vedranno venire sulle nubi del cielo con grande Potenza e Gloria e viene per regnare su questo mondo.  
 •  Perchè la maggioranza dei teologi contemporanei parlano solo di DUE VENUTE? Il motivo si trova nelle facoltà teologiche e nelle loro succursali (seminari, scuole di teologia, istituti di scienze religiose, ecc...) dove si identificano, senza aver approfondito la questione, la Venuta Intermedia con la Venuta finale facendola diventare una sola Venuta Gloriosa per il Giudizio Universale. Da qualche decennio alcuni teologi e studiosi, con l'aiuto dei messaggi dei carismatici, che forniscono le “chiavi di interpretazione” (come le chiamano loro) di alcuni testi della Bibbia, hanno fatto delle ricerche, arrivando alle stesse conclusioni dei carismatici, che cioè ci sono numerosi testi biblici che descrivono la Venuta Intermedia di Gesù, distinguendola da quella finale. L'approfondimento delle verità contenute nel deposito della fede si compie, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (n.94) con la ricerca dei teologi, con l'insegnamento del Magistero della Chiesa e con le esperienze spirituali dei credenti, cioè specie dei carismatici, che ricevono messaggi e rivelazioni private da Dio per la Chiesa e per il mondo. Ma purtroppo notiamo che i ‘messaggi' di persone con carismi straordinari e le loro testimonianze vengono prese in considerazione solo dal Papa Giovanni Paolo II, e da una piccola minoranza di Vescovi, Teologi e Sacerdoti, sebbene la Parola di Dio raccomanda a tutti  :”Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”( 1 Tes 5, 19-21).  
 •  Che cosa rispondere a quei teologi che dicono che nei testi biblici non si parla della Venuta Intermedia di Gesù? Gesù in un messaggio dato attraverso una persona carismatica, risponde così :”Verrò, verrò assai presto, amici fedeli, e per voi sarà una grande festa, una magnifica festa; verrò per chi Mi attende con ansia per dargli la gioia che desidera e che si aspetta d'avere. Amici, pochi credono nella Mia Seconda Venuta, pochi credono, e tra questi pochissimi sono i Miei consacrati [n.d.r.: i consacrati sono i Sacerdoti, religiosi, religiose ecc.]; ecco Io, Io Gesù sto per fare loro una grande sorpresa. Chi Mi può dire : “ Fa in un modo, oppure in modo diverso?” Dicono che nelle Sacre Scritture non si parla della Mia Venuta Intermedia: ne parlo invece più volte …Chi Mi attende preparato, chi Mi attende pieno di gioia avrà la bellissima sorpresa che immagina, ma guai agli insipienti che non hanno voluto riflettere, che non si sono preparati affatto! Il mondo si prepari ad essere abbagliato dalla Mia Luce, la terra verrà trasformata, ci sarà una terra nuova e nuovi Cieli”( da “Opera Scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi” [ D'ora in poi quest'Opera sarà abbreviata così. : ODS] messaggio del 28.2.1999). 
Con l'aiuto dei carismatici e con spirito di umiltà, si possono capire in profondità i testi biblici che riguardano la Venuta Intermedia di Gesù. Anche per questo caso vale la parola del detto evangelico: “Ti benedico o Padre, ..perchè hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25 : i piccoli, qui, sono proprio i carismatici e chi li ascolta).  

 •  Quali sono i testi biblici nei quali si parla della Venuta Intermedia di Gesù? Numerosi sono i testi biblici che parlano della Venuta Intermedia di Gesù. Il Padre Martino Penasa nel suo libro “Le Venuta Intermedia di Gesù. Viene Gesù!”, 2 ed. Udine, Ed. Segno,1999, riporta i testi sia dell' Antico sia del Nuovo Testamento, con la spiegazione. Qui noi riportiamo solo alcuni testi. Per il commento di questi testi rimandiamo al libro di P. Penasa. 

•  Alcuni testi biblici parlano chiaramente della Venuta per il Giudizio Universale, allorchè, finita la storia dell'umanità tutti risorgeremo e tutti compariremo davanti al RE, GESU' CRISTO, seduto sul trono, per il GIUDIZIO FINALE : vedi per es. Mt 25 : a sinistra i capri, a destra le pecore: Il Re dirà : Via da me…. Venite benedetti… 
•  Altri Testi Biblici invece parlano di una Venuta di Gesù in modo tale che fanno capire chiaramente che la storia dell'umanità continuerà ancora dopo questa Venuta : vedi per esempio Lc 18, 8; Mt 24, 23-41; Ap 20, 4-6…. 
C - IL TESTO DI Mt 24, 21 - 41 CI DA' LA CHIAVE PER CAPIRE CHE CI SARA' DI SICURO LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU' : Mt 24, 21-22 : “…vi sarà allora UNA TRIBOLAZIONE GRANDE, QUALE MAI AVVENNE DALL'INIZIO DEL MONDO FINO A ORA, NE' MAI PIU' CI SARA'. E SE QUEI GIORNI NON FOSSERO ABBREVIATI, NESSUN VIVENTE SI SALVEREBBE; MA A CAUSA DEGLI ELETTI QUEI GIORNI SARANNO ABBREVIATI”. Questo testo non si riferisce alla distruzione di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo, ad opera dei Romani, della quale si parla nei versetti precedenti (Mt 24, 15-20), infatti la descrizione di questa GRANDE TRIBOLAZIONE SI RIFERISCE A QUALCOSA CHE RIGUARDA IL MONDO INTERO E NON SOLO ALLA DISTRUZIONE DI UNA CITTA' ANCHE SE IMPORTANTE COME GERUSALEMME E POI SI PARLA DI “ELETTI” CHE SONO IN MEZZO A QUESTA TRIBOLAZIONE. Se per “eletti” intendiamo i convertiti al Vangelo, noi sappiamo dalla storia che in Gerusalemme non rimase nessun cristiano, poiché credendo alle parole di Gesù erano fuggiti al Nord della Palestina, appena hanno visto che i soldati Romani stavano circondando Gerusalemme con trincee. Ma dai versetti seguenti Mt 24, 23-41, in cui si parla della Grande Tribolazione e di una VENUTA DI GESU' e dalla espressione “ per amore degli eletti sarà abbreviata” e perché la STORIA dell'umanità continua dopo “LA TRIBOLAZIONE GRANDE”, infatti si dice : “NE' MAI PIU' CI SARA' “, si deduce che questa GRANDE TRIBOLAZIONE riguarda tutta l'umanità e non è da collocarsi alla fine de mondo. E neanche la Venuta di Gesù che viene descritta nel suddetto testo di Matteo 24, 23-41 è da collocarsi alla fine del mondo, poiché viene descritta con modalità tali da far capire chiaramente che dopo questa Venuta la storia umana continua, per es.: v. 37 : “come fu ai tempi di Noè” ; v. 40 : “allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato”). Alcuni messaggi dei carismatici autentici attuali ci aiutano a capire che già siamo entrati in questa Grande Tribolazione, la quale si concluderà con la VENUTA INTERMEDIA DI GESU' per instaurare il Suo Regno, qui su questo terra. E GESU' RITORNANDO PORTERA' LA VERA PACE E LA CIVILTA' DELL'AMORE.(Per esempio : Nel messaggio della Divina Sapienza del 30 gennaio 2002 Gesù dice: “Eletti amici cari, sta giungendo il tempo della GRANDE TRIBOLAZIONE: E' GIA' ENTRATO, quello che non viene compreso con la prosperità verrà compreso con la carestia, chi nella gioia Mi ha girato le spalle, cambierà quando giungerà il dolore”): vedi il testo completo nei siti internet Divina Sapienza, più avanti al n. 19.
 D – NELLA INTERPRETAZIONE DELLA SACRA SCRITTURA, DOPO IL SENSO LETTERALE E SENSO SPIRITUALE DI UN TESTO BIBLICO, SI PARLA ANCHE DEL “SENSO PIENO” (SENSUS PLENIOR), che è un significato più profondo di un testo biblico, voluto da Dio, anche se non chiaramente percepito dall'autore umano (agiografo). “Se ne scopre l'esistenza in un testo biblico quando viene studiato alla luce di altri testi biblici che lo utilizzano o nel suo rapporto con lo sviluppo interno della rivelazione “( vedi doc.: Pontificia Commissione Biblica, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa , libreria Ed. Vaticana,1993, p.76). 
Gli antichi esegeti dicevano : VETUS TESTAMENTUM IN NOVO PATET, NOVUM TESTAMENTUM IN VETERE LATET, CIOE' IL VECCHIO TESTAMENTO VIENE ESPLICITATO NEL NUOVO, IL NUOVO TESTAMENTO NEL VECCHIO E' GIA' PRESENTE MA IN MODO NASCOSTO. QUESTO MEDESIMO PRINCIPIO DEL “SENSUS PLENIOR”, SECONDO NOI, ESISTE ANCHE TRA I TESTI DELLA BIBBIA E I MESSAGGI DEI CARISMATICI AUTENTICI, ANCHE SE QUESTI ULTIMI NON HANNO LO STESSO VALORE DELLA BIBBIA : SONO INFATTI SOPRATTUTTO ESPLICITAZIONI DEI TESTI BIBLICI E SVILUPPO DEI SEMI GIA' DONATI NELLA BIBBIA, PERO' HANNO IN COMUNE LA MEDESIMA FONTE : LO SPIRITO SANTO, IL QUALE, COME HA ISPIRATO DUEMILA ANNI FA' I PROFETI, GLI EVANGELISTI, GLI AGIOGRAFI, COSI' ORA ISPIRA I PROFETI DI OGGI, I CARISMATICI E RIVELA LORO IL SENSO PROFONDO DI ALCUNI TESTI BIBLICI, SPECIALMENTE RIGUARDANTI LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU' E LA SPIEGAZIONE DI ALCUNI TESTI DELL'APOCALISSE, CHE ALTRIMENTI NON SAREBBERO COMPRENSIBILI SENZA L'AIUTO DEI MESSAGGI DEI CARISMATICI. SI COMPRENDE ALLORA CHE UNA DELLE CAUSE PER CUI NELLA CHIESA CATTOLICA MOLTI NON ACCOGLIENDO I MESSAGGI DEI CARISMATICI, NON HANNO LA LUCE PER COMPRENDERE CHE LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU' E' PRESENTE NEI TESTI BIBLICI.. 
E - PRINCIPALI TESTI BIBLICI RIGUARDANTI LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU': •  Lc 18, 8 :”Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”; •  Mt 26,64 :”…Io (Gesù) vi dico : < d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo> ; •  At 1, 11 :” Questo Gesù….tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo”. •  Ap 20,4-6: “ Essi ripresero vita e regnarono con Cristo mille anni”; •  Mt 6, 10: “ Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”; •  Mt 24, 30 : “ Allora comparirà nel cielo il Segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e Gloria”.; •  Mt 24, 40-41 :”(Alla Venuta del Figlio dell'uomo): Allora due uomini saranno nel campo:uno sarà preso e l'altro lasciato”. •  Lc 22, 17-18:” E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, poichè vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finchè non venga il Regno di Dio” (testo molto chiaro in cui si fa riferimento ad un Regno di Dio anche su questo mondo). [Testo indicato dai Mess.Divina Sap.). •  Lc 21, 27-28 : “Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”; •  1 Gv 2, 28: “E ora , figlioli, rimanete in Lui, perché possiamo aver fiducia quando apparirà…”. •  Eb 9, 28 : “…Cristo. Dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza”; •  Ap 1, 7 : ” Ecco, viene sulle nubi ed ognuno lo vedrà; anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto”; •  I Cor 15, 24-25”..poi sarà la fine, quando Egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finchè non abbia posto tutti nemici sotto i suoi piedi”; •  At 3, 21:” Egli (Gesù) dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della Restaurazione di tutte le cose”; •  Dn 7, 13-14 : “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto” ; •  1 Ts 4, 15-17, assieme a 2 Ts 2, 3-12; 2 Ts 1, 6-8; •  Gv 14,3; Ap 17,14; Lc 17,34-35 ; Ap 22 17.20 : “Vieni, Signore Gesù”.  

5. In che modo ritornerà Gesù? Sul modo del Ritorno bisogna leggere l'annuncio fatto agli Apostoli in At 1,11:” Gesù…tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo”, quindi tornerà in modo glorioso come è avvenuto con l'Ascensione. In un recente messaggio ODS del 9.2.2000, Gesù dice per mezzo della persona carismatica, madre di famiglia: “ Eletti, amici cari, vengo in Gloria e Potenza per liberarvi da ogni schiavitù… Sposa Amata, vengo in un mondo che di Me si è dimenticato, non Mi cerca, non Mi desidera, non Mi Chiama; ricorda le Parole che dissi un tempo: quando tornerò, troverò la fede? C'è ora la fede sulla terra? Essa è andata sempre più scemando dai cuori lasciandoli vuoti, aridi, senza calore. Questo, la Madre Mia intese dire a Fatima; preannunciò questi tempi di grande aridità, di gelo profondo, di smarrimento totale allorchè disse che solo in pochi luoghi sarebbe restata la fede. Amata Sposa, il mondo non Mi cerca, non Mi chiama più, non Mi vuole. Tutto questo accade alla vigilia del Mio grande Ritorno, non più come fragile Bambino, non più come Piccolo tremante in fasce, ma come Re di Gloria e Potenza. Quando salii al Cielo tra gli occhi attoniti dei miei amici, i Miei messaggeri dissero: “Tornerà un giorno Colui che è salito al Cielo, così come è andato tornerà e tutti Lo vedranno”. Il mondo non vuole capire che ora il Giorno è vicino, non sa la grandezza di quel Giorno unico e meraviglioso. Questo fatto grandioso, meraviglioso, unico, lo sto annunciando da molto : desidero trovare tutti pronti ad accoglierMi, pronti col cuore pieno di gioia e d'emozione.” I messaggi dei carismatici ci dicono che tutti vedranno GESU' RISORTO nella Sua Venuta Intermedia e viene per “regnare” su questo mondo. Non sarà ancora lo stadio finale del Regno di Dio, poiché lo stadio finale è il Paradiso.  
6. Come rispondere a coloro che dicono : “Il Signore ha detto che nessuno può sapere il giorno e l'ora del ritorno di Gesù?” Anche qui lasciamo la riposta a Cristo: “Così è infatti, ma quando i Miei discepoli Mi interpellarono il tempo era ancora lontano, ora tutto è mutato, i tempi grandi ed unici sono giunti, sono questi nei quali vivete. Il momento esatto resta nascosto ma Io continuo a ripetere con Parole, Segni ed Opere che esso è giunto…perchè gli uomini chiudono gli occhi davanti all'evidenza e gli orecchi al Mio Annuncio?”( ODS 22.11.99). Pertanto per questo evento glorioso i sigilli vengono aperti e il momento viene annunciato.   
7. Perchè oggi non c'è il clima di attesa della Venuta di Gesù, che c'era nei primi secoli ed è presente nella S. Messa, quando diciamo: “Nell'attesa della Sua Venuta”? Quando Gesù venne la prima volta, come ‘servo' sofferente per espiare i peccati del mondo, non fu accolto dal suo popolo, ma solo da un piccolo resto di Israele. I capi del popolo ebraico e soprattutto i dottori della legge di allora, non avendo approfondito abbastanza i testi biblici, soprattutto del profeta Isaia, dove si parlava delle sofferenze di Cristo, attendevano un Messia Glorioso nel senso politico e non spirituale, per cui non accolsero Gesù. Ora dice un carismatico si sta ripetendo il medesimo errore. La maggioranza dei teologi di oggi, non avendo approfondito i testi biblici che parlano della Venuta Intermedia di Gesù e rifiutando l'aiuto dei carismatici, sono contrari alla idea della Venuta Intermedia di Gesù, e quindi non l'attendono e non preparano il popolo di Dio per l'incontro con Gesù : ciò che invece stanno facendo i carismatici di tutto il mondo, per ordine di Dio. In un messaggio ODS del 17.6.1997 Maria Santissima dice : “ Dovete avvertire il mondo che il Suo Ritorno è imminente…”  
8. E' un dovere annunciare a tutti la Venuta Intermedia di Gesù? Sì, certo è un dovere, fa parte integrante dell'annuncio del Vangelo, il Papa più volte in altri termini ne ha parlato, i messaggi dei carismatici attuali di tutto il mondo concordano su questo punto. Infatti il Signore attraverso una persona carismatica dice: “ Sposa amata, l'Universo intero annuncia la Mia Venuta… Amata, i Miei Messaggi d'Amore preannunciano questo avvenimento unico meraviglioso, unico irripetibile, unico definitivo. E' come se dicessi con Parole semplici: venite tutti, uomini della terra nella Mia Città di Luce e d'Amore, venite tutti perchè ho preparato un posto sublime per ciascuno. Venite nella Mia Città, in Essa non c'è più il dolore ma solo Gioia, non c'è più guerra ma grande armonia e Pace, non c'è più alcun problema e nessuna schiavitù, Lì è il Mio Regno di Pace e d'Amore”(da ODS, 15.2.2000). In un altro messaggio Gesù riafferma attraverso una persona carismatica (J.N.S.R. in “Atti degli apostoli”, Ed. Segno, Udine, 1999, vol. I, p. 82: “Ritorno che nessuno deve tener nascosto perchè, se voi nascondete il Mio Annuncio, la Luce vi accecherà prima ancora che Io giunga sulla vostra Terra”.   
9. Il Papa Giovanni Paolo II parla di questa Venuta Intermedia di Gesù? SI' il Papa attuale Giovanni Paolo II più volte ha parlato , anche se con altri termini, di questa Venuta Intermedia di Gesù nei suoi discorsi. Questi testi sono riportati nella rivista “Messaggi Carismatici Cattolici”, Ed. Segno, Udine, cominciando dal numero primo ( gennaio 1999) e soprattutto nel numero 8-9.. Nei messaggi ricevuti dalla carismatica “J.N.S.R. si parla del Papa attuale come di un “Novello Mosè” che ha il compito di preparare la Chiesa e l'umanità al Ritorno di Gesù, cioè a questa Venuta Intermedia e di annunciarLa . Citiamo un solo messaggio dal Vol. II di “Testimoni della Croce”, Ed. Segno, Udine p. 236, dice Gesù: “ IL MIO FIGLIO (Giovanni Paolo II) ANNUNCIERA' IL MIO RITORNO MOLTO PROSSIMO”. E' questa la missione singolare del grande Papa polacco. N:B:: vedi altri testi del Papa attuale indicativi della Venuta Intermedia di Gesù , in Appendice a questo studio (p. 41), dove c'è una sintesi teologica sulla “Venuta Intermedia di Gesù”.   
10. E' vero che il Concilio Vaticano II esclude questa Venuta intermedia di Gesù? No. Il Concilio Vat. II non solo non esclude la Venuta intermedia di Gesù. ma la sottointende. Nel Decreto ‘Dei Verbum' al n.4 si parla che in Cristo è avvenuta la piena rivelazione di Dio e poi si conclude :” L'economia cristiana dunque, in quanto è alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun'altra rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr 1 Tm 6,14 e Tit 2, 13)”. In questo testo si dice : “non è da aspettarsi un'altra rivelazione pubblica”, non dice : “non è da aspettarsi una Venuta Intermedia di Gesù”. Quindi il testo della ‘Dei Verbum' (n.4) non esclude la Venuta intermedia di Gesù. Il Concilio Vat. II ha anzi molte affermazioni circa i carismi straordinari, come per esempio ‘Lumen Gentium' n. 12, in cui dice di accogliere con gratitudine i carismi straordinari e di valorizzarli: tra i carismi straordinari ci sono anche i “Messaggi “ dei carismatici , che ci preparano alla Venuta Intermedia di Gesù.  
11. Perchè il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato nel 1992 non parla della Venuta Intermedia di Gesù? Riportiamo la testimonianza di P. Martino Maria Penasa : “La ragione per cui non si parla espressamente della Venuta Intermedia di Gesù nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica è quella data direttamente dalla fonte autorizzata a questo, cioè da Mons. Raffaello Martinelli, capo responsabile della Commissione Pontificia incaricata della redazione definitiva di esso prima della stampa. Infatti, subito dopo la pubblicazione ufficiale di tale Catechismo, egli fu invitato dal P. Superiore del Convento annesso alla Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, P. Olindo Baldassa, a fare una conferenza di presentazione ufficiale di tale nuovo documento davanti alla Comunità, che ha in mano l'ufficiatura di tale Basilica. Egli toccò i vari punti che potevano interessare maggiormente gli uditori. Uno di questi punti era quello relativo ai criteri di scelta degli argomenti da introdursi nel testo. Egli disse espressamente che non era affatto intenzione della Commissione di dirimere nessuna questione che fosse ancora in discussione presso i teologi, per lasciar loro tutta la libertà di approfondire le loro tesi controverse fino a fare su di esse piena luce. Ora la questione relativa alla Venuta intermedia del Signore era appunto una di tali questioni controverse, una delle più importanti. Perciò è giocoforza concludere che la situazione davanti all'Autorità Ecclesiastica rimane tale quale era prima della pubblicazione del nuovo Catechismo. Cioè quella della libera discussione, giacchè non era stata detta ancora l'ultima parola”. Ora in questo ultimo decennio ci sono stati diversi teologi che hanno approfondito la questione della Venuta intermedia di Cristo, a cominciare dal P. Martino Penasa che ha pubblicato già la seconda edizione del Suo Libro “ Viene Gesù” Ed. Segno 1999 a Mons. Aldo Gregori, il quale nel suo libro “ La Venuta Intermedia di Gesù” Ed. Alone, Terni 1993 a p. 8 riferisce che lo stesso P. Penasa, ha interrogato, alcuni anni fa, su questo problema il Card. Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ed ha avuto la risposta che il problema è aperto alla libera discussione, “ giacchè la S. Sede non si è ancora pronunciata in modo definitivo” (cfr Il Segno del Soprannaturale, n. 30. p. 10, col. Terza). Noi siamo per il ‘millennio felice' così come è annunciato in Ap. 20, 4. Condividiamo quello che dice Mons. A. Gregori, a p. 58 o.c. : “L'interpretazione basata sul senso letterale del cap. XX dell'Apocalisse, se guidata dall'amore all'ortodossia, non porta affatto alla grossolanità del millenarismo carnale, e nemmeno alle esagerazioni di quello mitigato”. Il decreto del S. Ufficio del 21 luglio 1944 contro il Millenarismo mitigato : “ Il sistema del Millenarismo mitigato non si può insegnare con sicurezza”, non riguarda noi, che non parliamo di ‘Millenarismo mitigato', ma di ‘Millennio felice', come in Ap 20,4 all'interno della concezione biblica del messianismo regale.  
12.La Venuta intermedia di Gesù rientra nel Piano di salvezza di Dio ? SI', la Venuta intermedia di Gesù rientra nel Piano di Dio. Ce lo rivela la “Teologa per eccellenza”, anzi la Regina dei teologi, la Beata Vergine Maria, la quale nel Messaggio (vedi libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”, ed. 24.a, 2000, con l'Imprimatur) del 24.12.1997 dice: “Questa Sua prima venuta (S. Natale) raggiunge il suo pieno significato solo nella Sua seconda venuta… Il mio Divino Bambino, che ora contemplate nel presepio e piange e trema per il freddo, un giorno ritornerà nella potenza della sua gloria divina e porterà alla sua pienezza il tempo e la storia. Il tempo e la storia avranno il loro compimento; con la sua divina e gloriosa presenza farà nuove tutte le cose. Voi vivete il mistero di questo secondo avvento, che vi prepara ad accogliere Gesù, quando tornerà a voi sulle nubi del cielo. Solo allora si compirà il secondo avvento che voi state vivendo. Allora il tempo giungerà alla sua pienezza. Allora il Cuore Immacolato della vostra Mamma Celeste avrà il suo trionfo, nel definitivo e glorioso trionfo di Suo Figlio Gesù”. Ed inoltre in un altro messaggio (3.aprile 1994. Pasqua) Maria Vergine dice( vedi libro sopra citato ‘Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna') :”Partecipate oggi alla gioia della vostra Mamma Celeste, che vive l'ora beata della Risurrezione del Figlio Gesù……E' la gioia pasquale che entra nel vostro tempo e lo prepara al più grande avvenimento di tutta la storia. Poichè la Risurrezione di Pasqua avrà il suo pieno compimento solo quando Gesù ritornerà nella Gloria ad instaurare fra voi il suo Regno, nell'adempimento da parte di tutti del Volere del Padre e nella perfetta glorificazione della Santissima e Divina Trinità”. Infine, poichè Gesù è il Redentore dell'uomo e ritornerà per restaurare tutte le cose, come si dice in At 3,21 : “ Egli (Gesù) dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose”, Lui riporterà l'uomo non solo al livello in cui si trovava nel Paradiso terrestre prima del peccato originale, ma molto più in alto, poiché grazie Redenzione noi siamo diventati partecipi della natura divina nel battesimo e con nuovi doni. Una testimonianza carismatica conferma quanto detto, (Gesù dice): “Io, Io Gesù voglio concedere alle anime che in Me si rifugiano tutto ciò che l'Umanità ha perso per la sua continua ribellione;…ebbene,sposa cara, tutti questi magnifici Doni che vedi qui attraverso i Miei Occhi, Questi elargirò al resto che Mi sarà fedele fino alla fine. Sono magnifici questi Doni, alcuni Li possedevano i progenitori ma Li hanno presto perduti per la loro disobbedienza, altri ne sono stati aggiunti per i meriti degli uomini a Me fedeli, obbedienti, docili, umili; moltissimi altri per il Mio Sacrificio si sono aggiunti; ecco le meraviglie dell'Amore Divino! Nulla va perduto, si aggiunge invece merito a merito fino al momento nel quale tutto ciò che pareva perso viene restituito ‘alla grande '”.(ODS 17.12.1999). In 1 Gv 3, 8 sta scritto : “Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo”. Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo ha vinto il demonio con la Sua Morte e Resurrezione e con questa Venuta Intermedia distruggerà anche tutte opere del demonio e del peccato. Quindi la riflessione teologica contenuta nei messaggi suddetti è conforme alla S. Scrittura. 
13. Cosa si intende, nei Messaggi dei carismatici per “Ultimi tempi” o “Fine dei tempi”? L'espressione “ultimi tempi” o “fine dei tempi” che si trovano nei messaggi dei carismatici indicano “questi nostri giorni”. I messaggi dei veri carismatici non annunciano l'imminenza della fine del mondo, ma l'imminenza della Venuta Intermedia di Gesù Glorioso con il Suo “regno di amore e di pace”, dopo una necessaria seppur dolorosa purificazione di tutto il mondo e di tutti gli uomini. Con la Seconda Pentecoste si attuerà il “Venga il Tuo Regno” del Padre Nostro, proprio nel nostro mondo. Mentre la fine del mondo è ancora, per grazia di Dio, molto lontana. Per “ELETTI DEGLI ULTIMI TEMPI”, espressione che spesso troviamo nei messaggi dei carismatici, specie nell' “Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi”, si intendono tutti coloro che, chiamati, corrispondono alla Grazia del Signore, obbedendo alla Sua Volontà.  
14. Quali segni precederanno la Venuta intermedia di Gesù?Per ora ricordiamo il Grande Avvertimento, del quale si è parlato molto nella rivista “Messaggi Carismatici Cattolici”. Sarà un avvenimento, secondo quanto dicono i carismatici, mandato direttamente da Dio, e riguarderà contemporaneamente tutti gli uomini. Riguarderà il mondo esteriore e quello interiore della coscienza, cha sarà illuminata, per vedere la propria situazione di fronte a Dio, per un richiamo alla conversione e alla scelta definitiva di Gesù Cristo. Un altro segno grandioso sarà il Segno della Croce Gloriosa, di cui parla il Vangelo(cfr Mt 24,30), che precederà la Venuta Intermedia di Gesù. Degli altri Segni, sia di quelli indicati dalla S. Scrittura, sia di quelli indicati dai carismatici ne parleremo in seguito. NB.: Per il segno del Grande Avvertimento vedi siti Internet dopo il n. 19.  
15. Da chi sarà preceduta questa Venuta Intermedia di Gesù? Sarà preceduta dall'Anticristo, che sta per manifestarsi. Prima della manifestazione dell'Anticristo, secondo S. Paolo ( 2 Ts 2, 3) avverrà la Grande Apostasia, cioè la perdita della fede nella maggioranza dei cristiani e questa Apostasia è già in atto. Gesù Cristo, con la sua prima Venuta ha vinto satana (Gv 6,11), mentre con questa Venuta Intermedia “distruggerà l'Anticristo con il soffio della Sua bocca” (2 Ts 2, 8) e incatenerà satana nell'inferno per mille anni (cfr Ap 20, 1-3) e distruggerà anche tutte le opere del diavolo(cfr 1 Gv 3, 8) e del peccato, purificando la terra e regnando su questo mondo con i Suoi fedeli per mille anni (cfr Ap 20,4). Dopo i mille anni, dice Ap 20,7-10, satana verrà liberato e capeggerà l'assalto alla Città diletta. “Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”(Ap 20, 9-10). Quindi secondo la S. Scrittura, l'Anticristo va collocato non alla fine del mondo, ma ora prima della Venuta Intermedia di Cristo. Alla fine del mondo la Chiesa sarà aggredita da satana in persona (vedi Ap 20 7 - 10).  
16. Perchè la maggioranza degli esegeti e dei teologi non accettano il “Millennio felice” di Ap 20, 4? E che cos'è il “Millennio felice”? Alla seconda parte della domanda “Che cos'è il Millennio felice? risponde P. Martino Penasa: “E' quello di cui parlano i due capitoli 19 e 20 dell' Apocalisse uniti. Il c. 19 descrive la vittoria di Gesù, come Verbo, come Re dei re e Signore dei signori, sulle NAZIONI del gruppo ribelle della GRANDE BABILONIA. Li vince e li getta nello stagno della Geenna, assieme alla BESTIA ( un capo politico, invaso dallo spirito BESTIA, del c.13) e al FALSO PROFETA ( un capo religioso, invaso dallo spirito della MENZOGNA :L'ANTICRISTO!). IL DRAGONE viene solo immobilizzato nel suo pozzo d'inferno, per i famosi mille anni, in cui sulla terra rinnovata regnerà la NUOVA GERUSALEMME CELESTE. Alla fine, dopo il millennio, satana sarà scarcerato e si metterà a capo della rivolta degli SPIRITI UMANI, … pervertiti per la loro superbia luciferina : Gog e Magog”. Alla prima parte della domanda questa è la nostra risposta: Perchè interpretano il libro dell'Apocalisse come se si riferisse quasi esclusivamente alla persecuzione di Nerone e Domiziano verso i cristiani del primo secolo, al contrario si nota che l'Apocalisse si riferisce a tutta la storia della Chiesa e soprattutto ai nostri giorni, infatti tutte le profezie dell' Apocalisse sono al futuro e non rivolte al passato. Un'altra ragione è questa : i teologi in genere considerano come “Millenarismo” l' interpretazione in senso letterale del testo di Ap. 20,4 che dice “e regnarono con Cristo per mille anni”. In realtà la vera interpretazione del testo suddetto è proprio nel senso letterale, sempre raccomandato come prima cosa dalla Chiesa agli esegeti. Certo l'espressione “mille anni” nella Bibbia sta ad indicare un tempo lunghissimo. Il “Millenarismo” invece è una falsa interpretazione di Ap 20, 4. Come pure non è esatta l'interpretazione dei “Mille anni” a cominciare dalla Prima Venuta di Gesù, cioè dall'Incarnazione, ma i “Mille anni” cominceranno con la Venuta Intermedia di Gesù. Quindi il “Millennio felice”, predetto da Ap 20,4 , è conforme alla Bibbia e si può parlare di “Regno di Cristo per mille anni”, secondo la concezione del messianismo regale, senza per questo essere accomunati al pensiero dei Testimoni di Geova o di altri millenaristi in chiave protestante, stando così nella piena cattolicità e, quindi, fedeli alla Verità che è Gesù Cristo e al Magistero del Papa. Il teologo P. Penasa ha studiato la questione ed ha scritto: “ Le controversie sorte nei primi tre secoli della storia del cristianesimo, provocate da alcuni eretici come Cerinto, gli Ebioniti, alcuni Gnostici, i Montanisti, ed altri, i quali avevano dato delle spiegazioni false a tale “Millennio felice”, assolutamente inaccettabili, come il cosiddetto “millenarismo crasso”; oppure parzialmente inaccettabili, come il “millenarismo mitigato”, hanno provocato una dura reazione da parte della Chiesa. Quello “crasso”, sostenuto da Cerinto, intendeva in modo pagano l'invito al “banchetto delle nozze dell'Agnello” di Ap 19, 7-9: “Sono giunte le Nozze dell'Agnello…Allora l'angelo mi disse: ‘Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle Nozze dell'Agnello!' ”. Quello mitigato attribuiva certe modalità troppo umane alla presenza di Cristo sulla terra dopo il suo Ritorno glorioso della Venuta intermedia. Per controbattere le opinioni sbagliate sorsero vari autori, dando soluzioni altrettanto svariate. La più accreditata è stata quella difesa anche da S. Agostino, che la propone ufficialmente nel suo “ De Civitate Dei”, e che poi, per la sua autorità dottrinale, è stata ripetuta acriticamente fino ai nostri giorni. Ma ora, sottoposta ad un esame critico molto serio, si è dimostrata del tutto insostenibile e da rigettarsi in modo assoluto. Che cioè quel millennio sia da intendersi come espressione allegorica, relativa a tutto il corso della storia della Chiesa dalla Resurrezione di Cristo alla Sua ultima Venuta per la chiusura della storia umana sulla terra, col Giudizio Universale, dopo la risurrezione della carne. Questa opinione cozza contro grosse difficoltà di valore dogmatico, come quella del peccato originale. Esso comporta la necessità della morte per tutti i figli di Adamo; e questo fatto si verificherà solo alla fine assoluta, quando tutti morranno, tutti risorgeranno e si divideranno in due schiere: gli uni per il Paradiso eterno, gli altri per l'inferno eterno, in anima e corpo. Mentre nel nostro caso tutti possono constatare che Gesù, nel suo discorso escatologico, parla di una venuta in mezzo ad un mondo di vivi, intenti ai loro lavori, come prima del diluvio, o ai tempi della distruzione di Sodomia e Gomorra. Tra di essi sceglie quelli degni di sopravvivere come Noè, per fondare la nuova umanità santa, che ripopoli la terra in maniera conforme al progetto meraviglioso di Dio, come avvenne per gli Ebrei sotto Giosuè quando occuparono la Terra Promessa; o per i cristiani dopo la distruzione di Gerusalemme, quando fondarono a Roma la Nuova Gerusalemme cristiana. La differenza è che stavolta si tratterà di tutta la terra e non soltanto di una piccola parte di essa.  
17. Quali avvenimenti coincideranno con la Venuta Intermedia di Gesù?  Il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria, la seconda Pentecoste, l'inizio del “Millennio felice” coincideranno con la Venuta Intermedia di Gesù, il quale viene per “Restaurare tutte le cose” (cfr At 3, 11).   
18. Chi ci prepara a questa Venuta Intermedia di Gesù? Maria Vergine ha il compito dalla SS.Trinità di prepararci a questa Venuta Intermedia di Gesù, con le sue numerose apparizioni attuali in tutto il mondo, compresa quella di Medjugorje e attraverso i numerosi messaggi dati ai carismatici autentici, che ci sono in ogni parte della terra e che senza conoscersi concordano tra loro. Infatti in un messaggio del 24.12.1978, per mezzo di D. S. Gobbi parlando della Venuta Intermedia di Gesù, Maria Vergine dice: “Anche in questa seconda venuta il Figlio verrà a voi attraverso sua Madre. Come del mio seno verginale il Verbo del Padre si è servito per giungere fino a voi, così del Mio Cuore Immacolato Gesù si servirà per giungere a regnare fra voi. Questa è l'ora del mio Cuore Immacolato, perchè si sta preparando la venuta del glorioso Regno di amore di Gesù”( dal libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”). Nel libro suddetto Maria Vergine si autodefinisce “CELESTE PROFETESSA” dei nostri tempi e il Suo Cuore Immacolato è la PORTA per entrare nell'Era Nuova, l'era della “civiltà dell'amore” di Papa Paolo VI. Maria Vergine assicura sempre nei messaggi contenuti nel libro citato che chi si consacra al Suo Cuore Immacolato e vive la consacrazione, conserverà la lampada accesa come le vergini sapienti e potrà incontrare Gesù , lo Sposo della Chiesa e di tutte le nostre anime, il quale sta per tornare.  
19. Bibliografia:  Chi desidera approfondire, legga la rivista (iniziata dal 1° gen.1999) “Messaggi Carismatici Cattolici”, Ed. Segno, Udine, nella quale l'argomento della Venuta Intermedia di Gesù è stato trattato con profondità e sono stati riportati anche ampi estratti dai Messaggi della Madonna e dai Messaggi della Divina Sapienza e vengono indicate anche le fonti dove trovare gli altri Messaggi che non sono riportati sulla rivista. Consigliamo anche il libro di Padre Martino Maria Penasa, “Viene Gesù, La Venuta Intermedia del Signore”, Ed. Segno, 1999, 2° ed., dove troverà i fondamenti biblici e teologici della Venuta Intermedia. Consigliamo pure la lettura del volumetto: Teofilo Il Siculo, “Il tempo dell'anticristo e la Parusia intermedia” Ed. Segno, Udine 1998; Mons. Aldo Gregori, “La Venuta Intermedia di Gesù”, Ed. Alone, Terni, 1993; Piero Mantero, “Il libro della Grande Profezie”, Ed. Segno, Udine. 
20. Come prepararsi alla Venuta intermedia di Gesù?   Con una pronta conversione e con una vita santa, invocando il Signore, con il desiderio del ritorno di Gesù e annunciando, senza paura, al mondo l'imminente Venuta di Gesù.

Quello che vogliamo raccomandare a tutti è di essere sempre preparati, con le lampade accese, cioè con la fede e le opere corrispondenti. Non sapremo mai nè il giorno nè l'ora precisa di questa Venuta Intermedia di Gesù. Tuttavia i segni che il Signore ci ha dato nel Vangelo e che ci sta dando in continuazione attraverso i carismatici attuali ci dicono che questa Venuta di Gesù è imminente!


Santa Brigida

Biografia di Brigida Di Svezia


Santa

Brigida Di Svezia
Brigida nacque il 14 giugno 1302 nel Castello di Finsta, sulle sponde di un lago nella provincia di Up­pland di cui il padre era siniscalco. Era la figlia maggio­re nata dal secondo matrimonio fra Birger Persson, uno dei personaggi più importanti della Svezia, e Ingeborg Bengsdotter, imparentata con i re goti attraverso la fa­miglia regnante dei Folkung. Sebbene il nome Brigi­da significhi «altissima» in celtico e «brillante» in sasso­ne, nei primi tre anni di vita la bambina non brillò affat­to; era ritenuta muta, ma quando la lingua le si sciolse, la piccola parlò come un'adulta, segno di un carattere riflessivo e molto temprato. 

Leggere, scrivere, filare, ri­camare, assistere alla messa mattutina nella cappella si­gnorile, ascoltare i racconti della madre sui santi evan­gelizzatori della Svezia - in particolare Sant'Anskar di Piccardia -, correre nei boschi e sui prati, e raccogliersi fra le rocce di Finsta, nella «grotta della preghiera di Santa Brigida»: fu questa la vita della bambina fino alla morte della madre, avvenuta nel 1314. Ma Brigida non aveva ancora compiuto dieci anni quando, una notte, la Vergine le apparve tenendo in mano una corona e le chiese: «La vuoi?» Poi giunse la promessa celeste. La mamma di Brigida, venuta a cono­scenza della cosa, favorì la devozione della bambina la­sciando che ascoltasse delle belle prediche. 

Alla morte della madre, Brigida ha dodici anni e vie­ne affidata alla zia Caterina, castellana d'Aspenas, la quale una notte trova la nipote inginocchiata ai piedi del letto. Disobbedienza? Capriccio? La verga sollevata per punire la giovane si spezza. Allora, la donna spaven­tata domanda: «Cosa fai lì?». Brigida risponde: «Rin­graziavo colui che mi aiuta sempre». «Chi è?». «L'uo­mo che ho visto in croce». La zia resta perplessa. Poco tempo dopo, Brigida, intenta a ricamare un disegno dif­ficile nel salone del castello, invoca addolorata l'aiuto della Vergine Maria. Allora donna Caterina vede, china sul lavoro, una giovane donna dalla bellezza straordina­ria, che scompare lasciando meravigliosi fiori e frutti di­segnati e adorni di colori. Brigida non ha visto nessuno, ma questa volta la zia custodisce la reliquia. Sempre a quel tempo, una visione del diavolo, crea­tura informe con un numero infinito di piedi e di mani, terrorizza la bambina. Brigida cerca rifugio nella sua ca­mera, ai piedi del crocifisso, ed è confortata dalla cer­tezza che sotto la protezione della croce non avrà mai nulla da temere. Così giovane, ha già il riflesso dei gran­di combattenti spirituali.

Brigida è ormai un'adolescente: bellezza nordica, in­telligente, straordinariamente istruita per l'epoca, vivace, intraprendente, gentile con tutti e molto generosa. Per­fetta? No: orgogliosa, indipendente, amante di un'esi­stenza piena di lussi, difetti di una natura piena di ener­gia e di vita che Brigida, cosciente, combatte soprattutto con l'obbedienza. Nel 1316, il padre la dà in moglie a Ulf Gudmarson d'Ulfasa che ha cinque anni più di lei ed è figlio di un lagman della Vatergotland. Brigida, che preferirebbe cento volte la morte ma non desidera neppure il conven­to, si piega alla decisione paterna. Il matrimonio sarà be­nedetto e i due coniugi avranno quattro figli e quattro fi­glie: Màrta, la maggiore, si sposerà giovane e avrà una vi­ta mondana e orgogliosa che preoccuperà la madre; Karl, un ragazzo bravo ma leggèro; Birger, che morirà durante una Crociata; Gudmar e Bengt, morti in tenera età; Caterina, la gioia di Brigida, che diventerà santa; In­geborg, entrata nell'ordine cistercense e scomparsa gio­vane; e, infine, la piccola Cecilia, la quinta su otto a rag­giungere l'età adulta. 

Ulf insegna alla sua Brigida l'obbe­dienza verso il marito e il senso di responsabilità. È mol­to cristiano ed è stato cresciuto presso i cistercensi d'Al­vastra; Brigida è ancora più ardente di lui ed è animata da una devozione contemplativa, è ancora più attenta a tutti i suoi doveri ufficiali. Insieme pregano tre volte al giorno, si confessano e fanno la comunione ogni settima­na. Prima di ogni pasto, Brigida serve dodici poveri, lava loro i piedi il giovedì e dà prova di una splendida ospita­lità, mai rifiutata a nessun viandante, ricco o povero. 
La giovane castellana è allegra e incantevole: il tempo trascorre fra la caccia e la pesca e fra i canti e i balli al suo­no del liuto la sera. Questa felicità dura due anni. Quan­do Ulf parte per la guerra, la devozione di Brigida ha li­bero corso: un duro pagliericcio, digiuni, penitenze, co­me ai tempi dell'infanzia, scandiscono le giornate, e tor­nano le estasi in una profonda unione con Dio. Al rientro di Ulf, la vita attiva e caritatevole ripren­de più vigorosa che mai: i coniugi vanno insieme a ca­vallo o in barca, si occupano del dissodamento delle fo­reste, dello sfruttamento minerario, della coltivazione delle terre. Strada facendo, rendono giustizia e fanno l'elemosina. 

Poiché il numero dei figli cresce, viene ri­costruita la dimora di Ulfase. Brigida studia i piani e dirige i lavori: ama comandare. Il castello viene arredato riccamente e una sera, davanti al suo letto sontuoso, Brigida sente la frase: «Sulla croce, la mia testa non ave­va dove riposare». Da allora, commossa, la donna dor­mirà per terra ogni volta che potrà. Divenuta terziaria francescana con il marito, impara, non senza difficoltà per una donna indipendente e audace come lei, il costo dell'obbedienza, sottomettendosi con umiltà alle istru­zioni dei superiori. I due sposi amano Dio, lo servono, si amano l'un l'altra, fanno del bene. Ulf è diventato siniscalco e principe di Nericie. Il re ha regalato loro il bel castello di Vadstena; qui Brigi­da avrà la visione dell'Ordine che dovrà fondare, tra­sformando il palazzo in un monastero, affinché, secon­do le parole stesse di Cristo «questa casa, costruita con il sudore dei poveri e per l'orgoglio dei ricchi, divenga l'abitazione degli indigenti che si serviranno degli og­getti, dei frutti dell'abbondanza e dell'orgoglio, unica­mente per ricondurre gioiosamente i ricchi all'umiltà»; proprio come accadrà all'orgogliosa Brigida che dovrà rinunciare a tutti i suoi impegni. Vanitosa e attaccata al­la ricchezza, lascerà il castello e i suoi beni. 
Nel 1335, il giovane re Magnus, sposatosi di recente con Bianca di Namur, invita a corte la siniscalca di Ne­ricie, affinché diventi la gran dama di Palazzo. Dopo aver sistemato i figli, Brigida parte per Stoccolma, dove l'attendono due giovani sovrani frivoli. Affascina e stu­pisce la giovane regina e si guadagna l'amore e il rispet­to di quanti la circondano... ma non ne ascoltano i saggi consigli. Su richiesta di Magnus, Brigida dà al re delle regole precise per regnare bene. Ma è una fatica inutile: il sovrano si imbarca in una guerra ingiusta e disastrosa, che lo obbliga a imporre pesanti tasse ai sudditi. 

Brigi­da, stanca, chiede di potersi allontanare per qualche tempo dalla corte e nel 1341 si reca in pellegrinaggio a Compostela con Ulf. Durante il viaggio attraverso l'Eu­ropa, i due visitano tutti i luoghi santi del tempo: Colo­nia, Aquisgrana, Tarascona, Sainte-Beaume. A Marsi­glia si imbarcano per le coste spagnole dove, con l'aiuto di un bastone da viandanti, giungono a piedi a Compo­stela. Al ritorno attraversano la Francia messa a ferro e fuoco dalla guerra. Ad Arras, Ulf, gravemente ammala­to, guarisce grazie alle preghiere della moglie e dopo aver fatto il voto di entrare in un ordine religioso qualo­ra riveda la sua terra. Egli trascorre gli ultimi tre anni di vita ad Alvastra, presso i monaci cistercensi, dove muo­re nel 1344 in odore di santità. È menzionato nel meno­logio di Citeaux del 12 febbraio.

Nel 1339, cinque anni prima della morte del marito, Brigida visita la tomba di San Botvid, uno degli evange­lizzatori della Svezia, che le appare in visione e le dice: «Io ed altri santi abbiamo ottenuto da Dio la grazia che tu possa udire, vedere e conoscere le cose dello spirito, e lo Spirito di Dio avvamperà nella tua anima». Pare sia giunto il tempo della profezia. Dolente, dopo la morte di Ulf, ma decisamente distaccata (si era tolta l'anello ri­cevuto dal marito sul letto di morte perché la legava co­me «una catena» al mondo), Brigida distribuisce i suoi beni agli eredi e ai poveri, e si trasferisce ad Alvastra dove conduce una vita austera e semplicissima, in una piccola casa a nord della cinta del monastero. 

Qui il Signore inizia le sue conversazioni con Brigi­da, sempre più precise e profonde, sulla sua missione di profetessa e predicatrice. Il sottopriore Petrus Olavi, che dubita di queste visioni, riceve una severa ramanzina divina che lo lascia paralizzato fin quando non decide di seguire l'appello divino, che lo vuole segretario, confessore e amico della Santa. E lui che, quando non lo fa Brigida, redige le Ri­velazioni celesti e le traduce in latino. Brigida trascorre diversi anni fra Alva­stra, la corte svedese e Vadstena, che poco a poco si tra­sforma in convento. La regola che vige a Vadstena, det­tata da Cristo stesso, inizia così: «Voglio istituire quest'Ordine in onore di mia Madre...»; seguono trenta capitoli sui tre voti di povertà, castità, obbedienza, sui precetti e sulle regole, la cui originalità ricorda quella dell'Abbazia di Fontevreau: la badessa ha autorità sulle monache di clausura, sessanta al massimo, tredici sacer­doti, quattro diaconi (come gli evangelisti) e otto laici, che aiuteranno i preti nelle attività quotidiane. 
Questo numero corrisponde ai dodici apostoli e ai settantadue discepoli. Monaci e monache di clausura hanno un loro recinto su entrambi i lati della chiesa dove si raccolgono a pregare. I compiti dei monaci sono unicamente di ca­rattere spirituale. La badessa presenta il monastero di cui è sovrana alla Vergine Maria, Regina degli apostoli e dei discepoli dopo l'Ascensione. Tuttavia la Regola deve es­sere approvata da Roma e nel corso di un viaggio a caval­lo fra Alvastra e Vadnesta, Brigida avrà una lunga visione raccontata nel Libro delle domande (cinquantotto rivela­zioni) che la spingerà a partire. In un primo tempo infatti la sua benefica influenza a corte si traduce in diverse ini­ziative politiche per la pace fra i re di Francia e d'Inghil­terra, e l'arbitrato in questa vicenda di papa Clemente VI, che a quei tempi risiede ad Avignone; ma in seguito Brigida diventa oggetto di critiche e scherno ogni giorno più palesi; nel 1348, inoltre, il Papa annuncia un «giubi­leo» per il 1350, affinché la preghiera fermi la guerra e la peste che sconvolge l'Europa. 

Tutto, dunque, sembra spingere Brigida a compiere il pellegrinaggio, tanto più che ella ha messo ordine nelle proprie faccende e si ren­de conto, non senza dover lottare, che la preghiera è la migliore protezione che ella possa dare ai suoi. La confortano le parole di Cristo: «Poiché dimentichi tutto per cercarmi, grazie anche alla tua carità, avrò cura di te e dei tuoi figli». Così Brigida lascia la Svezia che non ri­vedrà più, e giunge a Roma nel 1349, nella speranza di incontrarvi il Papa. Ma l'aspetta una grande delusione: né Clemente VI né il successore Innocenzo VI risponde­ranno ai suoi pressanti appelli e moriranno ad Avignone. Nel 1350, la raggiunge a Roma la figlia Caterina. Brigida, che all'età di quarantasette anni si è messa a studiare il latino, in modo da farsi capire e soccorrere gli infelici, fonda un ricovero per i poveri cui si dedi­cherà assieme alla figlia, moltiplicando i miracoli con la carità. A quest'epoca, sotto la dettatura di un angelo, compone L'inno dell'angelo o Sermo angelicus, per il fu­turo convento di Vadstena; si tratta di ventun Lettere, da leggere ogni giorno della settimana durante le messe mattutine, in onore della Vergine Maria. 

Quando Brigida non scrive le Lettere e le Rivelazio­ni, o non studia, visita con Caterina le catacombe e le chiese di Roma per pregare. Presso la chiesa di San Paolo fuori le mura va in estasi davanti a uno stupendo crocifisso, che si può ancora ammirare e venerare, e ha un dialogo appassionato, raccolto nelle quindici Orazio­ni della Passione, la cui devozione avrà grande diffusio­ne. La sua sete di Dio la spinge negli altri santuari italia­ni e per due anni la Santa gira per la penisola, da Assisi a Napoli, passando per Montecassino. Vive con i pove­ri, pellegrina fra i pellegrini, senza disdegnare di fare la questua con loro. Di ritorno a Roma, dove l'ha preceduta la fama dei suoi scritti e dei suoi miracoli, Brigida si prodiga per la conversione dei principi con le sue lettere severe e le sue predizioni intimidatorie, che purtroppo si riveleran­no fondate, e attende il ritorno del Papa a Roma, attesa che durerà diciotto anni. È solo nel 1367 infatti che si avvera la profezia, e Brigida vede entrare nella città eterna papa Urbano V, il quale, però, vi resta solo tre anni. 
Un decennio dopo, nel 1377, Santa Caterina da Siena riprenderà la lotta e riporterà definitivamente a Roma Gregorio XI successore di Urbano V. Tuttavia, prima di questo trionfo, Brigida, sull'orlo dello scorag­giamento e del dubbio, riceve dalla Vergine l'approva­zione degli sforzi che sta compiendo: chi lavora al­l'evangelizzazione e alla conversione degli altri «anche se converte pochi o nessuno, riceverà una ricompensa pari alla conversione di tutti». La figlia Caterina, divenuta a sua volta vedova in se­guito alla morte del giovane marito rimasto in Svezia, de­ve alla tenerezza e alla fermezza materna la forza di non cadere nella disperazione, e di continuare la sua opera. All'ombra di Brigida, cresce e matura in santità che, gra­zie all'umile abnegazione della ragazza e alla sua purezza, ne fanno una delle sante più affascinanti della Svezia. 

Nel 1370, la Regola del Santo Salvatore, assimilata a quella di Sant'Agostino, viene riconosciuta dalla Santa Sede, con l'esclusione però della presenza dei monaci nel monastero. Brigida è ormai settantenne. Spossata dai pellegri­naggi e dalle penitenze, continua a obbedire agli ordini di Cristo: «Preparati al viaggio in Palestina». Al mo­mento di levare l'ancora a Ostia con tre dei suoi figli, Karl, Caterina e Birger, mormora: «Torneremo tutti tranne uno di voi che io amo moltissimo». 
In effetti, du­rante lo scalo a Napoli, la bella regina Giovanna si inva­ghisce di Karl, la cui moglie è rimasta in Svezia e, decisa a fare annullare il suo primo matrimonio, prepara nuo­ve nozze. Brigida, straziata, prega e digiuna, come la Re­gina Bianca che dice a San Luigi: «Figlio mio, ti preferi­rei morto ai miei piedi piuttosto che vederti commettere anche un solo peccato mortale». Ed è quello che succe­de, poiché Karl si ammala gravemente e muore penten­dosi dei propri peccati fra le braccia della madre e della sorella. 
Brigida riprende il mare e, dopo essersi fermata in Sicilia e a Cipro, dove compie molte opere di bene, sbarca in Terra Santa, non senza perdere l'imbarcazione con tutto il suo carico in prossimità delle coste palesti­nesi. «Rendo grazie a Dio», dice, «per essere giunta po­vera sulla terra dove il Salvatore ha vissuto in povertà». Percorrendo tutta la Terra Santa, ad ogni tappa Bri­gida riceve grazie straordinarie, e nelle sue visioni rive­de tutta la vita della Vergine e del Salvatore. Il fedele Petrus ne annota i racconti in latino, portando avanti il Libro delle Rivelazioni. Un giorno Brigida, inginocchia­ta davanti alla tomba di Gesù, ha la rivelazione dell'in­gresso in cielo di Karl. Una voce le dice: «Si chiamerà per tutta l'eternità figlio delle tue lacrime». 
Brigida riprende il mare in uno stato di grande debo­lezza e di malattia. Sbarca a Napoli, dove imperversa la peste, e qui viene supplicata affinché ponga fine all'epi­demia. Così, dopo avere pregato, ella chiede nel nome del Signore che la gente faccia penitenza. La regina Gio­vanna, di cui ha toccato il cuore, non vuole più lasciarla partire, ma Brigida, sfinita, viene riportata a Roma, dove deperisce, soffrendo molto nell'anima e nel corpo. 

Il 23 luglio del 1373, durante la messa mattutina cele­brata nella camera di Brigida, quando il sacerdote solleva l'ostia per la consacrazione, Brigida si protende in avanti e dice: «Fra le tue mani, Signore, rimetto il mio spirito», e cade inerte. Tutta la città si reca a venerare il suo corpo rivestito con l'abito dei terziari francescani e in quell'oc­casione si compiono miracoli. 
   Bella come le principesse delle saghe nordiche, que­sta bionda donna svedese fu una bambina felice, una ra­gazza brillante e una padrona di casa oculata. Crebbe otto figli, tra cui una femmina che fu canonizzata; fondò un ordine monastico oggi diffuso in tre continenti; viag­giò moltissimo e, in particolare, fu «il Portavoce, l'Aral­do di Dio» in una Chiesa ferita, in un secolo tormentato come il nostro, quello della Guerra dei Cent'anni. Colei che venne chiamata «la mistica del Nord», oggi cono­sciuta soprattutto grazie alle Quindici orazioni di Nostro Signore, fu celebre a suo tempo per le Rivelazioni celesti e per il ruolo di primo piano svolto presso papi e diri­genti politici svedesi ed europei in genere.


L'infanzia: 1302
Brigida nacque il 14 giugno 1302 nel Castello di Finsta, sulle sponde di un lago nella provincia di Up­pland di cui il padre era siniscalco. Era la figlia maggio­re nata dal secondo matrimonio fra Birger Persson, uno dei personaggi più importanti della Svezia, e Ingeborg Bengsdotter, imparentata con i re goti attraverso la fa­miglia regnante dei Folkung. 

Brigida crebbe in questo paese dove gli inverni sono lunghi, le primavere rapide e le notti estive miti, un paese molto poetico che risuo­na di leggende di foreste e laghi. Sebbene il nome Brigi­da significhi «altissima» in celtico e «brillante» in sasso­ne, nei primi tre anni di vita la bambina non brillò affat­to; era ritenuta muta, ma quando la lingua le si sciolse, la piccola parlò come un'adulta, segno di un carattere riflessivo e molto temprato. 
Leggere, scrivere, filare, ri­camare, assistere alla messa mattutina nella cappella si­gnorile, ascoltare i racconti della madre sui santi evan­gelizzatori della Svezia - in particolare Sant'Anskar di Piccardia -, correre nei boschi e sui prati, e raccogliersi fra le rocce di Finsta, nella «grotta della preghiera di Santa Brigida»: fu questa la vita della bambina fino alla morte della madre, avvenuta nel 1314. Ma Brigida non aveva ancora compiuto dieci anni quando, una notte, la Vergine le apparve tenendo in mano una corona e le chiese: «La vuoi?» Poi giunse la promessa celeste. 

La mamma di Brigida, venuta a cono­scenza della cosa, favorì la devozione della bambina la­sciando che ascoltasse delle belle prediche. Una di que­ste diede alla piccola una tale idea delle sofferenze di Cristo, che una sera Brigida non riuscì a prendere son­no; all'improvviso, Brigida ebbe una visione così vivida della croce su cui Gesù sembrava essere stato inchioda­to da poco, avvolta da un immensa luce, che la bambina gridò: «Signore, chi ti ha fatto questo?». La risposta di­vina fu: «Chi disprezza e dimentica il mio amore!». Da allora la Passione di Gesù alimentò in Brigida un amore così profondo, che ella non poteva ricordarsene senza piangere. 
Non a caso la Croce sarà l'elemento centrale di tutte le sue meditazioni, e il giorno in cui Brigida ma­nifesterà la grande vocazione che c'è in lei, seguirà le tracce del suo Salvatore. Alla morte della madre, Brigida ha dodici anni e vie­ne affidata alla zia Caterina, castellana d'Aspenas, la quale una notte trova la nipote inginocchiata ai piedi del letto. Disobbedienza? Capriccio? La verga sollevata per punire la giovane si spezza. Allora, la donna spaven­tata domanda: «Cosa fai lì?». Brigida risponde: «Rin­graziavo colui che mi aiuta sempre». «Chi è?». «L'uo­mo che ho visto in croce». 
La zia resta perplessa. Poco tempo dopo, Brigida, intenta a ricamare un disegno dif­ficile nel salone del castello, invoca addolorata l'aiuto della Vergine Maria. Allora donna Caterina vede, china sul lavoro, una giovane donna dalla bellezza straordina­ria, che scompare lasciando meravigliosi fiori e frutti di­segnati e adorni di colori. Domande e stupore! Brigida non ha visto nessuno, ma questa volta la zia custodisce la reliquia. Dei miracoli per questa bambina!... Sempre a quel tempo, una visione del diavolo, crea­tura informe con un numero infinito di piedi e di mani, terrorizza la bambina. Brigida cerca rifugio nella sua ca­mera, ai piedi del crocifisso, ed è confortata dalla cer­tezza che sotto la protezione della croce non avrà mai nulla da temere. Così giovane, ha già il riflesso dei gran­di combattenti spirituali.







Moglie, madre e consigliera di Corte: 131

(Brigida è ormai un'adolescente: bellezza nordica, in­telligente, straordinariamente istruita per l'epoca, vivace, intraprendente, gentile con tutti e molto generosa. Per­fetta? No: orgogliosa, indipendente, amante di un'esi­stenza piena di lussi, difetti di una natura piena di ener­gia e di vita che Brigida, cosciente, combatte soprattutto con l'obbedienza. Nel 1316, il padre la dà in moglie a Ulf Gudmarson d'Ulfasa che ha cinque anni più di lei ed è figlio di un lagman della Vatergotland. Brigida, che preferirebbe cento volte la morte ma non desidera neppure il conven­to, si piega alla decisione paterna. Il matrimonio sarà be­nedetto e i due coniugi avranno quattro figli e quattro fi­glie: Màrta, la maggiore, si sposerà giovane e avrà una vi­ta mondana e orgogliosa che preoccuperà la madre; Karl, un ragazzo bravo ma leggèro; Birger, che morirà durante una Crociata; Gudmar e Bengt, morti in tenera età; Caterina, la gioia di Brigida, che diventerà santa; In­geborg, entrata nell'ordine cistercense e scomparsa gio­vane; e, infine, la piccola Cecilia, la quinta su otto a rag­giungere l'età adulta. 
Ulf insegna alla sua Brigida l'obbe­dienza verso il marito e il senso di responsabilità. È mol­to cristiano ed è stato cresciuto presso i cistercensi d'Al­vastra; Brigida è ancora più ardente di lui ed è animata da una devozione contemplativa, è ancora più attenta a tutti i suoi doveri ufficiali. Insieme pregano tre volte al giorno, si confessano e fanno la comunione ogni settima­na. Prima di ogni pasto, Brigida serve dodici poveri, lava loro i piedi il giovedì e dà prova di una splendida ospita­lità, mai rifiutata a nessun viandante, ricco o povero. 

La giovane castellana è allegra e incantevole: il tempo trascorre fra la caccia e la pesca e fra i canti e i balli al suo­no del liuto la sera. Questa felicità dura due anni. Quan­do Ulf parte per la guerra, la devozione di Brigida ha li­bero corso: un duro pagliericcio, digiuni, penitenze, co­me ai tempi dell'infanzia, scandiscono le giornate, e tor­nano le estasi in una profonda unione con Dio. Al rientro di Ulf, la vita attiva e caritatevole ripren­de più vigorosa che mai: i coniugi vanno insieme a ca­vallo o in barca, si occupano del dissodamento delle fo­reste, dello sfruttamento minerario, della coltivazione delle terre. Strada facendo, rendono giustizia e fanno l'elemosina. Poiché il numero dei figli cresce, viene ri­costruita la dimora di Ulfase. 
Brigida studia i piani e dirige i lavori: ama comandare. Il castello viene arredato riccamente e una sera, davanti al suo letto sontuoso, Brigida sente la frase: «Sulla croce, la mia testa non ave­va dove riposare». Da allora, commossa, la donna dor­mirà per terra ogni volta che potrà. Divenuta terziaria francescana con il marito, impara, non senza difficoltà per una donna indipendente e audace come lei, il costo dell'obbedienza, sottomettendosi con umiltà alle istru­zioni dei superiori. I due sposi amano Dio, lo servono, si amano l'un l'altra, fanno del bene. Ma Dio chiede di più ai suoi amici. Ulf è diventato siniscalco e principe di Nericie. Il re ha regalato loro il bel castello di Vadstena; qui Brigi­da avrà la visione dell'Ordine che dovrà fondare, tra­sformando il palazzo in un monastero, affinché, secon­do le parole stesse di Cristo «questa casa, costruita con il sudore dei poveri e per l'orgoglio dei ricchi, divenga l'abitazione degli indigenti che si serviranno degli og­getti, dei frutti dell'abbondanza e dell'orgoglio, unica­mente per ricondurre gioiosamente i ricchi all'umiltà»; proprio come accadrà all'orgogliosa Brigida che dovrà rinunciare a tutti i suoi impegni. Vanitosa e attaccata al­la ricchezza, lascerà il castello e i suoi beni. 

Nel 1335, il giovane re Magnus, sposatosi di recente con Bianca di Namur, invita a corte la siniscalca di Ne­ricie, affinché diventi la gran dama di Palazzo. Dopo aver sistemato i figli, Brigida parte per Stoccolma, dove l'attendono due giovani sovrani frivoli. Affascina e stu­pisce la giovane regina e si guadagna l'amore e il rispet­to di quanti la circondano... ma non ne ascoltano i saggi consigli. Su richiesta di Magnus, Brigida dà al re delle regole precise per regnare bene. Ma è una fatica inutile: il sovrano si imbarca in una guerra ingiusta e disastrosa, che lo obbliga a imporre pesanti tasse ai sudditi. 

Brigi­da, stanca, chiede di potersi allontanare per qualche tempo dalla corte e nel 1341 si reca in pellegrinaggio a Compostela con Ulf. Durante il viaggio attraverso l'Eu­ropa, i due visitano tutti i luoghi santi del tempo: Colo­nia, Aquisgrana, Tarascona, Sainte-Beaume. A Marsi­glia si imbarcano per le coste spagnole dove, con l'aiuto di un bastone da viandanti, giungono a piedi a Compo­stela. Al ritorno attraversano la Francia messa a ferro e fuoco dalla guerra. Ad Arras, Ulf, gravemente ammala­to, guarisce grazie alle preghiere della moglie e dopo aver fatto il voto di entrare in un ordine religioso qualo­ra riveda la sua terra. Egli trascorre gli ultimi tre anni di vita ad Alvastra, presso i monaci cistercensi, dove muo­re nel 1344 in odore di santità. È menzionato nel meno­logio di Citeaux del 12 febbraio.



Sposa di Cristo
Nel 1339, cinque anni prima della morte del marito, Brigida visita la tomba di San Botvid, uno degli evange­lizzatori della Svezia, che le appare in visione e le dice: «Io ed altri santi abbiamo ottenuto da Dio la grazia che tu possa udire, vedere e conoscere le cose dello spirito, e lo Spirito di Dio avvamperà nella tua anima». Pare sia giunto il tempo della profezia. Dolente, dopo la morte di Ulf, ma decisamente distaccata (si era tolta l'anello ri­cevuto dal marito sul letto di morte perché la legava co­me «una catena» al mondo), Brigida distribuisce i suoi beni agli eredi e ai poveri, e si trasferisce ad Alvastra dove conduce una vita austera e semplicissima, in una piccola casa a nord della cinta del monastero. 

Qui il Signore inizia le sue conversazioni con Brigi­da che desidera avere tutta per sé; inizialmente si tratta di incontri di formazione, poi arrivano le rivelazioni, sempre più precise e profonde, sulla sua missione di profetessa e predicatrice: «Sei mia, e per questo farò di te ciò che voglio. Non amare niente nel modo in cui ami me». Il sottopriore Petrus Olavi, che dubita di queste visioni, riceve una severa ramanzina divina che lo lascia paralizzato fin quando non decide di seguire l'appello divino, che lo vuole segretario, confessore e amico della Santa. E lui che, quando non lo fa Brigida, redige le Ri­velazioni celesti e le traduce in latino. La Vergine Maria conduce Brigida da suo Figlio per­ché egli la riempia di grazie. 

Una notte di Natale, la don­na avverte una gioia sublime e intensa, ed ha un sussulto al cuore, strano e diverso dai normali battiti, come se in lei vivesse un bambino. Maria le rivela che è stato così l'arrivo del Figlio nel suo seno, e Gesù le confermerà che lo Spirito Santo abita nel suo cuore e lo anima. In que­st'occasione, la Vergine le insegna che ci sono due modi per raggiungere il cuore di Dio - l'umiltà e la vera contri­zione e la contemplazione delle sofferenze del Figlio -' e che questo non significa ripiegarsi su di sé, né comporta pietismo, bensì il superamento di se stessi all'ascolto di colui che le insegna: «Contempla la mia bellezza attra­verso la bellezza degli elementi... Guardami. Sono il più bello sul Tabor, ma il più insultato sulla Croce, dove non avevo né forma né bellezza. Guardami e medita... Cor­reggi i tuoi errori! Ascolta la voce con cui ti ho gridato 'Ho sete di te!'». 

Brigida trascorre questi anni fra Alva­stra, la corte svedese e Vadstena, che poco a poco si tra­sforma in convento. La regola che vige a Vadstena, det­tata da Cristo stesso, inizia così: «Voglio istituire quest'Ordine in onore di mia Madre...»; seguono trenta capitoli sui tre voti di povertà, castità, obbedienza, sui precetti e sulle regole, la cui originalità ricorda quella dell'Abbazia di Fontevreau: la badessa ha autorità sulle monache di clausura, sessanta al massimo, tredici sacer­doti, quattro diaconi (come gli evangelisti) e otto laici, che aiuteranno i preti nelle attività quotidiane. 
Questo numero corrisponde ai dodici apostoli e ai settantadue discepoli. Monaci e monache di clausura hanno un loro recinto su entrambi i lati della chiesa dove si raccolgono a pregare. I compiti dei monaci sono unicamente di ca­rattere spirituale. La badessa presenta il monastero di cui è sovrana alla Vergine Maria, Regina degli apostoli e dei discepoli dopo l'Ascensione. Tuttavia la Regola deve es­sere approvata da Roma e nel corso di un viaggio a caval­lo fra Alvastra e Vadnesta, Brigida avrà una lunga visione raccontata nel Libro delle domande (cinquantotto rivela­zioni) che la spingerà a partire. In un primo tempo infatti la sua benefica influenza a corte si traduce in diverse ini­ziative politiche per la pace fra i re di Francia e d'Inghil­terra, e l'arbitrato in questa vicenda di papa Clemente VI, che a quei tempi risiede ad Avignone; ma in seguito Brigida diventa oggetto di critiche e scherno ogni giorno più palesi; nel 1348, inoltre, il Papa annuncia un «giubi­leo» per il 1350, affinché la preghiera fermi la guerra e la peste che sconvolge l'Europa. 

Tutto, dunque, sembra spingere Brigida a compiere il pellegrinaggio, tanto più che ella ha messo ordine nelle proprie faccende e si ren­de conto, non senza dover lottare, che la preghiera è la migliore protezione che ella possa dare ai suoi. La confortano le parole di Cristo: «Poiché dimentichi tutto per cercarmi, grazie anche alla tua carità, avrò cura di te e dei tuoi figli». 

Così Brigida lascia la Svezia che non ri­vedrà più, e giunge a Roma nel 1349, nella speranza di incontrarvi il Papa. Ma l'aspetta una grande delusione: né Clemente VI né il successore Innocenzo VI risponde­ranno ai suoi pressanti appelli e moriranno ad Avignone. Nel 1350, la raggiunge a Roma la figlia Caterina. Brigida, che all'età di quarantasette anni si è messa a studiare il latino, in modo da farsi capire e soccorrere gli infelici, fonda un ricovero per i poveri cui si dedi­cherà assieme alla figlia, moltiplicando i miracoli con la carità. 

A quest'epoca, sotto la dettatura di un angelo, compone L'inno dell'angelo o Sermo angelicus, per il fu­turo convento di Vadstena; si tratta di ventun Lettere, da leggere ogni giorno della settimana durante le messe mattutine, in onore della Vergine Maria. Quando Brigida non scrive le Lettere e le Rivelazio­ni, o non studia, visita con Caterina le catacombe e le chiese di Roma per pregare. Presso la chiesa di San Paolo fuori le mura va in estasi davanti a uno stupendo crocifisso, che si può ancora ammirare e venerare, e ha un dialogo appassionato, raccolto nelle quindici Orazio­ni della Passione, la cui devozione avrà grande diffusio­ne. 
La sua sete di Dio la spinge negli altri santuari italia­ni e per due anni la Santa gira per la penisola, da Assisi a Napoli, passando per Montecassino. Vive con i pove­ri, pellegrina fra i pellegrini, senza disdegnare di fare la questua con loro. Di ritorno a Roma, dove l'ha preceduta la fama dei suoi scritti e dei suoi miracoli, Brigida si prodiga per la conversione dei principi con le sue lettere severe e le sue predizioni intimidatorie, che purtroppo si riveleran­no fondate, e attende il ritorno del Papa a Roma, attesa che durerà diciotto anni. È solo nel 1367 infatti che si avvera la profezia, e Brigida vede entrare nella città eterna papa Urbano V, il quale, però, vi resta solo tre anni. 

Un decennio dopo, nel 1377, Santa Caterina da Siena riprenderà la lotta e riporterà definitivamente a Roma Gregorio XI successore di Urbano V. Tuttavia, prima di questo trionfo, Brigida, sull'orlo dello scorag­giamento e del dubbio, riceve dalla Vergine l'approva­zione degli sforzi che sta compiendo: chi lavora al­l'evangelizzazione e alla conversione degli altri «anche se converte pochi o nessuno, riceverà una ricompensa pari alla conversione di tutti». La figlia Caterina, divenuta a sua volta vedova in se­guito alla morte del giovane marito rimasto in Svezia, de­ve alla tenerezza e alla fermezza materna la forza di non cadere nella disperazione, e di continuare la sua opera. 

All'ombra di Brigida, cresce e matura in santità che, gra­zie all'umile abnegazione della ragazza e alla sua purezza, ne fanno una delle sante più affascinanti della Svezia. Nel 1370, la Regola del Santo Salvatore, assimilata a quella di Sant'Agostino, viene riconosciuta dalla Santa Sede, con l'esclusione però della presenza dei monaci nel monastero. Brigida è ormai settantenne. Spossata dai pellegri­naggi e dalle penitenze, continua a obbedire agli ordini di Cristo: «Preparati al viaggio in Palestina». 

Al mo­mento di levare l'ancora a Ostia con tre dei suoi figli, Karl, Caterina e Birger, mormora: «Torneremo tutti tranne uno di voi che io amo moltissimo». In effetti, du­rante lo scalo a Napoli, la bella regina Giovanna si inva­ghisce di Karl, la cui moglie è rimasta in Svezia e, decisa a fare annullare il suo primo matrimonio, prepara nuo­ve nozze. Brigida, straziata, prega e digiuna, come la Re­gina Bianca che dice a San Luigi: «Figlio mio, ti preferi­rei morto ai miei piedi piuttosto che vederti commettere anche un solo peccato mortale». Ed è quello che succe­de, poiché Karl si ammala gravemente e muore penten­dosi dei propri peccati fra le braccia della madre e della sorella. 

Brigida riprende il mare e, dopo essersi fermata in Sicilia e a Cipro, dove compie molte opere di bene, sbarca in Terra Santa, non senza perdere l'imbarcazione con tutto il suo carico in prossimità delle coste palesti­nesi. «Rendo grazie a Dio», dice, «per essere giunta po­vera sulla terra dove il Salvatore ha vissuto in povertà». Percorrendo tutta la Terra Santa, ad ogni tappa Bri­gida riceve grazie straordinarie, e nelle sue visioni rive­de tutta la vita della Vergine e del Salvatore. Il fedele Petrus ne annota i racconti in latino, portando avanti il Libro delle Rivelazioni. Un giorno Brigida, inginocchia­ta davanti alla tomba di Gesù, ha la rivelazione dell'in­gresso in cielo di Karl. Una voce le dice: «Si chiamerà per tutta l'eternità figlio delle tue lacrime». 

Brigida riprende il mare in uno stato di grande debo­lezza e di malattia. Sbarca a Napoli, dove imperversa la peste, e qui viene supplicata affinché ponga fine all'epi­demia. Così, dopo avere pregato, ella chiede nel nome del Signore che la gente faccia penitenza. La regina Gio­vanna, di cui ha toccato il cuore, non vuole più lasciarla partire, ma Brigida, sfinita, viene riportata a Roma, dove deperisce, soffrendo molto nell'anima e nel corpo. Ma, alla fine, viene a consolarla Cristo stesso, e i suoi ultimi giorni di vita si trasformano in un'estasi continua. Il 23 luglio del 1373, durante la messa mattutina cele­brata nella camera di Brigida, quando il sacerdote solleva l'ostia per la consacrazione, Brigida si protende in avanti e dice: «Fra le tue mani, Signore, rimetto il mio spirito», e cade inerte. Tutta la città si reca a venerare il suo corpo rivestito con l'abito dei terziari francescani e in quell'oc­casione si compiono miracoli. Brigida venne inizialmente inumata nella basilica di San Lorenzo, poi Caterina la sposta a Vadstena, dove la madre aveva desiderato vivere e morire.