giovedì 19 dicembre 2019

- Vangelo secondo Tommaso


 VANGELO SECONDO TOMMASO

TESTI

 Incipit: Questi sono i detti segreti che Gesù il vivente ha proferito e Didimo Giuda Tommaso ha scritto. 

l. 
disse: “Chi troverà l’interpretazione di questi detti non gusterà la morte” (NHC II, 32,10-14)
l. 2: Dice Gesù: “Colui che cerca non smetta di cercare fino a quando abbia trovato, 2 e quando avrà trovato
resterà sbigottito, 3 e rimasto sbigottito regnerà, 4 e avendo regnato troverà riposo” (POxy 654,5-9)
Dice Gesù: “Colui che cerca non smetta di cercare fino a quando abbia trovato, 2 e quando avrà trovato sarà
turbato, 3 e quando sarà turbato sarà meravigliato 4 e regnerà sopra il tutto” (NHC II,32,14-19)
l. 92: 1 Dice Gesù: “Cercate e troverete; 2 ma ciò che un tempo mi avete domandato e che io in quei giorni
non vi ho detto, adesso vorrei dirvelo, ma voi non lo cercate” (NHC II,48,25-30)


- Regno

l. 10: Dice Gesù: “Ho gettato fuoco sul mondo ed ecco, lo custodisco fino a che esso bruci” (NHC II, 34,14-16)
l. 16: Dice Gesù: “Forse gli uomini pensano che io sia venuto a gettare pace nel mondo; 2 ed essi non sanno
che è la divisione che sono venuto a gettare sulla terra: fuoco, spada e guerra. 3 Poiché saranno cinque in una
casa: tre contro due e due contro tre; il padre contro il figlio e il figlio contro il padre; 4 ed essi saranno saldi,
essendo solitari” (NHC II,35,31-36,5)
l. 82: 1 Dice Gesù: “Chi è vicino a me è vicino al fuoco 2 e chi è lontano da me è lontano dal regno (NHC
II,47,17-19)
l. 111: 1 Dice Gesù: “I cieli e la terra si ritireranno davanti a voi; 2 e colui che vive a causa del vivente non
vedrà la morte”. 3 Non dice Gesù che il mondo non è degno di colui che troverà se stesso? (NHC II.51,6-10)
l. 79: 1 Una donna tra la folla gli disse: ‘Felice il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha nutrito!’ 2 Egli le
disse: “Felici coloro che hanno ascoltato la parola del Padre e l’hanno custodita nella verità! 3 Poiché ci
saranno giorni in cui direte: “Felice il grembo che non ha concepito e il seno che non ha allattato”! (NHC
II,47,3-12)
l. 3: … 3 Ma il regno è dentro di voi e fuori di voi. 4 Quando conoscerete voi stessi allora sarete conosciuti e
comprenderete che siete i figli del Padre vivente. 5 Se invece non conoscete voi stessi allora siete nella
povertà e voi siete la povertà (NHC II,32,19-33,5)
l. 51: 1 I suoi discepoli gli dissero: “Quando arriverà il riposo dei morti e quando verrà il nuovo mondo?” 2
Egli disse loro: “Quanto voi aspettate è già venuto, ma voi non lo riconoscete” (NHC II,42,7-12)
l. 113: 1 Gli dissero i suoi discepoli: ‘Quando verrà il regno?’. 2 “Non verrà mentre lo si attende. 3 Non si
dirà: ‘Ecco, è qui’ oppure: ‘Ecco, è là’. 4 Invece il regno del Padre è sparso sulla terra e gli uomini non lo
vedono” (NHC II,51,12-18)
l. 90: 1 Dice Gesù: “Venite a me, poiché il mio giogo è buono e la mia signoria dolce; 2 e troverete riposo per
voi” (NHC II,48,16-20) 



l. 76: “1 Dice Gesù: “Il regno del Padre è simile ad un mercante che aveva della merce. Egli trovò una perla.
2 Questo mercante era saggio: vendette la merce e si comprò la perla sola. 3 Anche voi cercate il tesoro
incorruttibile e duraturo dove né la tarma viene a mangiare né il verme rovina” (NHC II,46,13-2) (v. l. 8)
l. 96: 1 Dice Gesù: “Il regno del Padre è simile a una donna. 2 Ella prese un po’ di lievito, 3 lo nascose dentro
la pasta e ne fece grandi pani. 4 Chi ha orecchie ascolti!” (NHC II,49,2-6)
l. 97: 1 Dice Gesù: “Il regno del Padre è simile a una donna che portava una brocca piena di farina. 2 Mentre
ella camminava per una lunga strada, il manico della brocca si ruppe e la farina uscì fuori, dietro di lei, sulla
strada. 3 Ella però non lo sapeva, perché non si era accorta di ciò che era successo. 4 Quando entrò in casa,
posò la brocca per terra e la trovò vuota” (NHC II,49,7-15)
l. 98: 1 Dice Gesù: “Il regno del Padre è simile a un uomo che voleva uccidere un potente. 2 A casa propria
estrasse la spada e trafisse la parete, per vedere se la sua mano era abbastanza forte. 3 quindi uccise il
potente” (NHC II,49,15-20)



- Confessione di Tommaso e identità di Gesù

l. 13: dice Gesù ai suoi discepoli: “Fate un paragone e ditemi a chi sono simile”. 2 Gli disse Simon Pietro: “Tu sei simile a un angelo giusto”. 3 Gli disse Matteo: “Tu sei simile a un saggio filosofo”. 4 Gli disse Tommaso: “Maestro, la mia bocca è del tutto incapace di dire a chi tu sei simile”. 5 Dice Gesù: “Io non sono il tuo
maestro, poiché hai bevuto e ti sei inebriato alla sorgente effervescente che io ho misurato”. 6 E lo prese, indietreggiò, e gli disse tre parole. 7 Quando Tommaso tornò dai suoi compagni, questi gli chiesero: “Che cosa ti ha detto Gesù?” 8 Tommaso disse loro: “Se vi dico una sola delle parole che egli mi ha detto, prenderete delle pietre e le lancerete contro di me, quindi un fuoco uscirà dalle pietre e vi brucerà” (NHC II,34,30-35,14)

l. 108: 1 Dice Gesù: “Colui che berrà dalla mia bocca diventerà come me. 2 Io stesso diventerò lui 3 e ciò che è
nascosto sarà a lui manifesto” (NHC II,50,28-30)

l. 77: Dice Gesù: “Io sono la luce che è al di sopra di ogni cosa. Io sono ogni cosa. Ogni cosa è uscita da me ed è a me che ogni cosa è venuta. 2. Spaccate il legno: io sono lì; 3 sollevate una pietra, ed è là che mi troverete” (NHC II,46,22-28)
l. 61: 1 Dice Gesù: “Due riposeranno su un letto: uno morirà e l’altro vivrà”. 2 Dice Salomè: ‘Chi sei tu,
uomo? [O meglio: (vieni) da chi?] Sei salito sul mio letto e hai mangiato alla mia tavola’. 3 Le dice Gesù: “ Io
sono colui che è venuto all’esistenza da colui che rimane uguale a se stesso. Mi è stato dato di ciò che
appartiene al Padre mio”. 4 “Io sono tua discepola”. 5 “Perciò io dico: quando uno [è indiviso] sarà ricolmo
di luce, ma se sarà diviso sarà colmo di tenebra” (NHC II,43,23-34)


- Beatitudini

l. 49: Dice Gesù: “Beati i solitari, gli eletti, poiché voi troverete il regno. 2 Infatti da lì venite e lì ritornerete” (NHC II,41,27-30)
l. 54: Dice Gesù: “Beati i poveri, poiché vostro è il regno dei cieli” (NHC II,42,23-24)
l. 58: dice Gesù: “Beato l’uomo che ha sofferto. Egli ha trovato la vita” (NHC II,43,7-9) 

l. 69: Dice Gesù: “Beati quelli che sono stati perseguitati nel loro cuore. Essi sono quelli che hanno davvero conosciuto il Padre. 2 Beati quelli che hanno fame, poiché la pancia di chi desidera sarà riempita” (NHC II,45,24-29)


- Digiuno e pratiche devozionali

l. 6: 1. Lo interrogarono i suoi discepoli e gli dissero: “Vuoi che digiuniamo? Come pregheremo e daremo l’elemosina? E sul cibo quali norme osserveremo?” 2 Dice Gesù: “Non mentite 3 e non fate ciò che odiate, 4 poiché tutto è svelato davanti al cielo. 5 Poiché non c’è niente di nascosto che non sarà svelato e niente di coperto che rimarrà senza essere svelato” (NHC II,33,14-23)

l. 14: 1 Dice Gesù a loro: “Se digiunate, darete origine dentro di voi a un peccato; 2 se pregate, sarete
condannati; 3 se fate l’elemosina, nuocerete ai vostri spiriti. 4 E quando entrate in qualsiasi terra e camminate
nelle campagne; se vi ricevono, mangiate ciò che vi metteranno davanti e guarite tra loro i malati. 5 Poiché
ciò che entra nella vostra bocca non vi renderà impuri, ma è ciò che esce dalla vostra bocca che vi rende
impuri!” (NHC II,35,14-27).
l. 27: “Se non digiunate riguardo al mondo non troverete il regno; 2. Se non celebrerete il sabato come un sabato non vedrete il Padre” (NHC II,38,17-20)
l. 104: 1 Dissero a Gesù: ‘Vieni, oggi preghiamo e digiuniamo’. 2 Dice Gesù: “Qual è dunque il peccato che ho commesso? O in che cosa sono stato vinto? Ma quando la sposo uscirà dalla camera nuziale, allora si digiuni e si preghi!” (NHC II,50,10-16)


- Superamento delle polarità

l. 22: 1 Gesù vide alcuni bambini che succhiavano il latte. 2 Disse ai suoi discepoli: “Questo piccolini che succhiano il latte sono simili a coloro che entreranno nel regno”. 3 Gli dissero: “Dunque diventando piccoli entreremo nel regno?” 4 Dice loro Gesù: “Quando voi farete di due uno e farete l’interno come l’esterno,
l’esterno come l’interno e la parte superiore come quella inferiore, 5 e quando voi farete il maschio e la femmina un solo e unico essere in modo che il maschio non sia maschio e la femmina non sia femmina, 6 quando farete occhi al posto di un occhio, mano al posto di mano, piede al posto di piede, immagine al posto
di immagine, 7 è allora che entrerete nel regno” (NHCII,37,20-35)
l. 106: 1 Dice Gesù:” Quando farete di due uno, diventerete figli dell’uomo; 2 e se dite: ‘Montagna, spostati!’, si sposterà” (NHC II, 50,18-22)

l. 37: 1 Dicono i suoi discepoli: “Quando ti manifesterai a noi e quando ti vedremo?” 2 Dice Gesù: “Quando vi spoglierete senza provare vergogna e, prese le vostre vesti, le porrete sotto i vostri piedi come bambini piccoli e le calpesterete, 3 è allora che vedrete il figlio del vivente e non avrete paura” (NHC II,39,27-40,2)

- Mistica

l. 24: 1 I suoi discepoli dissero: “Mostraci il luogo dove tu sei, perché per noi è necessario cercarlo”. 2 Egli disse loro: “Chi ha orecchie intenda! 3 Vi è luce in un uomo di luce, ed essa illumina il mondo intero. Se essa non risplende, c’è la tenebra” (NHC II,38,3-10)
l. 30: 1 Dice Gesù: “Dove sono tre, sono dei, 2 e dove è uno solo, dico: io sono con lui. Solleva la pietra, e là mi troverai; 4 spezza il legno, e io sono là” (POxy I recto, 23-30) 


l. 50: 1 Dice Gesù: “Se vi chiedono: ‘Da dove venite?’, rispondete loro: ‘Siamo usciti dalla luce, dal luogo in cui la luce è venuta all’esistenza da se stessa, si è levata e si è manifestata nella loro immagine’. 2 Se vi chiedono: ‘Siete voi?’, rispondete: ‘Noi siamo i suoi figli e gli eletti del Padre vivente’. 3 Se vi chiedono: ‘Qual
è il segno del Padre vostro in voi?’, dite loro: ‘E’ il movimento e il riposo’” (NHC II,41,30-42,7)

l. 42: Dice Gesù: “Siate capaci di passare oltre!” (NHC II,40,19)
l. 83: 1 Dice Gesù: “Le immagini sono manifeste all’uomo, ma la luce che è in esse è nascosta nell’immagine della luce del Padre. 2 Egli sarà manifesto, ma la sua immagine sarà nascosta dalla sua luce” (NHC II,47,19- 24)
l. 84: 1 Dice Gesù: “quando vedete la vostra figura voi vi rallegrate; 2 ma allorché vedrete le immagini di voi stessi che sono nate prima di voi e non muoiono né si manifestano, quanto dovrete sopportare!” (NHC II,47.24-29)
l. 85: 1 Dice Gesù: “Adamo è nato da una grande potenza e da una grande ricchezza, ma egli non è diventato degno di voi, 2 poiché, se fosse stato degno, non avrebbe gustato la morte (NHC II,47,29-34)


- Rapporti famigliari

l. 55: 1 Dice Gesù: “Chi non odia suo padre e sua madre non può diventare mio discepolo. 2 E chi non odia i
suoi fratelli e le sue sorelle e non porta la sua croce come me non sarà degno di me” (NHC II,42,25-29)
l. 101: 1 “Chi non odierà suo padre e sua madre come me non potrà diventare mio discepolo. 2 E chi non amerà suo padre e sua madre come me non potrà diventare mio discepolo. 3 Poiché mia madre […], la mia vera madre, però, mi ha donato la vita” (NHC II,49,32-50,1)
l. 105: Dice Gesù: “Colui che conosce il padre e la madre sarà chiamato figlio di una prostituta (NHC II,50,16-18)

l. 114: 1 Simon Pietro dice loro: ‘Maria deve lasciarci, perché le donne non meritano la vita’. 2 Dice Gesù: “Ecco, io stesso la attirerò affinché sia fatta maschio, così che possa anche lei diventare uno spirito vivente, maschio simile a voi. Poiché ogni donna che si farà maschio entrerà nel regno dei cieli” (NHC II, 51,18-26)


- I solitari

l. 74: Egli ha detto: “Signore, molti sono intorno al pozzo, ma nessuno è nel pozzo” (NHC II, 46,9-11)
l. 75: Dice Gesù: “Molti aspettano sulla porta, ma sono i solitari quelli che entreranno nella camera nuziale” (NHC II,46,11-13)
l. 49: 1 Dice Gesù: “Beati i solitari, gli eletti, poiché voi troverete il regno. 2 Infatti da lì venite e lì ritornerete” (NHC II,41,27-30)

l. 18: 1 Dicono i discepoli a Gesù: “Dicci come sarà la nostra fine”. 2 Dice Gesù: Avete dunque scoperto l’inizio, che cercate la fine? Poiché dove è l’inizio, là sarà la fine. 3 Beato colui che sarà saldo all’inizio: egli conoscerà la fine e non gusterà la morte” (NHC II,36,9-17); 

l. 19: 1 Dice Gesù: “Beato colui che è esistito prima di esistere. 2 Se voi diventate miei discepoli e ascoltate le mie parole, queste pietre vi serviranno. 3 Infatti voi avete cinque alberi nel paradiso che non cambiano né d’estate né d’inverno e le loro foglie non cadono. Chiunque li conoscerà non gusterà la morte” (NHC II,36,17-25) 


AMDG et DVM

Gesù: Fonti extra bibliche dal periodo dei Re

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FLAVIO GIUSEPPE

Giuseppe Flavio nasce a Gerusalemme nel 37 o 38 d.C. da una importante famiglia sacerdotale. E' inoltre imparentato con la famiglia reale degli Asmonei. Nel 64 giunse una prima volta a Roma, per difendere, presso l'imperatore Nerone, alcuni sacerdoti giudaici. Fu protagonista, in Galilea, degli inizi della guerra giudaica contro i romani. E' difficile comprendere fino in fondo la sua strategia di guerra. Infatti, nei suoi scritti che hanno anche la finalità apologetica di difendere il suo operato di quegli anni, Flavio Giuseppe da interpretazioni diverse degli stessi fatti, a seconda delle accuse che gli sono rivolte. 

Esiste, comunque, un accordo degli studiosi su alcune linee di massima: fu inviato, come stratega “moderato” a difendere sì la Galilea dal nuovo attacco romano, ma, insieme, ad opporsi agli Zeloti, molto più accesi di odio anti-romano ed ai “novatori” che si avviavano a diventare “briganti”, sotto la guida di Simone bar Giora, e dovette così tenere una posizione mediana all'interno dello stesso schieramento giudaico, prima di passare all'altro fronte. 


Nella Guerra Giudaica, scritta negli anni 75-79, Flavio Giuseppe ci riferisce gli avvenimenti della guerra, soffermandosi soprattutto sul periodo che va dalla fine del 66 alla primavera del 67 d.C. Preso prigioniero da Vespasiano, dopo il lungo assedio di Iotpata, Giuseppe gli predisse la prossima elezione imperiale. Liberato, seguì Tito, figlio di Vespasiano, nel seguito della Guerra e, alla fine di essa, divenuto cittadino romano, ebbe tutta un serie di privilegi fino a divenire “una sorta di portavoce ufficiale della dinastia dei Flavi (così scrive G.Jossa, studioso di Flavio Giuseppe). 

La “Guerra Giudaica” è appunto un'opera tesa a spiegare al pubblico romano i motivi dell'insurrezione giudaica, volta a dissuadere i Giudei da ogni futura ribellione, pronta a celebrare la grandezza bellica dei romani ed a difendere il suo proprio operato, nel suo passaggio da capo dell'esercito dei rivoltosi a portavoce dell'esercito vincitore. 
Alcuni anni dopo, nel 93-94, Flavio Giuseppe scrisse le Antichità giudaiche, raccontando l'intera storia del popolo ebraico, perché persone di cultura romana potessero conoscerla. La concluse con una Vita, negli anni 93-94, nuova difesa delle sue scelte e del suo operato. Probabilmente una seconda edizione della Vita venne pubblicata dopo il 100, quando Giusto di Tiberiade scrive una sua Storia della Guerra Giudaica, accusando Flavio Giuseppe di essere causa della sconfitta ebraica e infamandolo presso i romani.

GESU' IN FLAVIO GIUSEPPE

LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO E L'ETA' AUGUSTEA

etc....


AMDG et DVM

IL NOSTRO TESORO

  • Maria Madre del Cristo e Madre nostra non in senso simbolico ma reale, perché è madre colei che dà la vita, e Maria ci ha dato la Vita e conseguentemente lo Spirito Santo, ossia Colui che mantiene la Vita in voi e più ancora fa di voi dei portatori di Cristo. Rm. 13.2.48
  • Maria, pacifico ponte che ricongiunge Cielo e Terra, Amatissima che con la sua sola presenza ottiene misericordia ai peccatori. E Dio, nei secoli avanti il Cristo, quando le prevaricazioni degli uomini accumulavano le nubi dei divini castighi sull’Umanità dalla dura cervice e dallo spirito superbo, contemplando nel suo Pensiero Colei che ab eterno era stabilita Arca della divina Parola, Fonte della Grazia, Sede della Sapienza, Pacifica Gioia del suo Signore, disperse le nubi dell’inesorabile castigo, concedendo tempo all’Umanità in attesa della Salvezza. (…) E nei secoli dopo il Cristo, Pace e Misericordia è per l’umanità, Maria. Rm. 14.2.48
  • AMDG et DVM

Maria sobbalza per un picchio dato risolutamente all’uscio di casa.


VOLUME I CAPITOLO 26



XXVI. Giuseppe chiede perdono a Maria. Fede, carità e umiltà per ricevere Dio.

   31 maggio 1944
  1Dopo 53 giorni riprende la Mamma a mostrarsi con questa visione che mi dice da segnare in questo libro. La gioia si riversa in me. Perché vedere Maria è possedere la Gioia.
  2Vedo dunque l’orticello di Nazaret. Maria fila all’ombra di un foltissimo melo stracarico di frutta, che cominciano ad arrossare e sembrano tante guance di bambino nel loro roseo e tondo aspetto.
  Ma Maria non è per nulla rosea. Il bel colore, che le avvivava le guance a Ebron, le è scomparso. Il viso è di un pallore di avorio, in cui soltanto le labbra segnano una curva di pallido corallo. Sotto le palpebre calate stanno due ombre scure e i bordi dell’occhio sono gonfi come in chi ha pianto. Non vedo gli occhi, perché Ella sta col capo piuttosto chino, intenta al suo lavoro e più ancora ad un suo pensiero che la deve affliggere, perché l’odo sospirare come chi ha un dolore nel cuore.
  È tutta vestita di bianco, di lino bianco, perché fa molto caldo nonostante che la freschezza ancora intatta dei fiori mi dica che è mattina. È a capo scoperto e il sole, che scherza con le fronde del melo mosse da un lievissimo vento e filtra con aghi di luce fin sulla terra bruna delle aiuole, le mette dei cerchiolini di luce sul capo biondo, e là i capelli sembrano di un oro zecchino.
  Dalla casa non viene nessun rumore, né dai luoghi vicini. Si sente solo il mormorio del filo d’acqua che scende in una vasca in fondo all’orto.
  3Maria sobbalza per un picchio dato risolutamente all’uscio di casa. Posa conocchia e fuso e si alza per andare ad aprire. Per quanto l’abito sia sciolto e ampio, non riesce a nascondere completamente la rotondità del suo bacino.
  Si trova di fronte Giuseppe. Maria impallidisce anche nelle labbra. Ora il suo viso pare un’ostia, tanto è esangue. Maria guarda con occhio che interroga mestamente. Giuseppe guarda con occhio che pare supplichi. Tacciono, guardandosi. Poi Maria apre la bocca: «A quest’ora, Giuseppe? Hai bisogno di qualche cosa? Che vuoi dirmi? Vieni».
  Giuseppe entra e chiude la porta. Non parla ancora.
  «Parla, Giuseppe. Che vuoi da me?».
 «Il tuo perdono». Giuseppe si curva come volesse inginocchiarsi. Ma Maria, sempre così riservata nel toccarlo, lo afferra per le spalle risolutamente e glielo impedisce.
  Il colore va e viene dal volto di Maria, che ora è tutta rossa e ora di neve come prima. «Il mio perdono? Non ho nulla da perdonarti, Giuseppe. Non devo che ringraziarti ancora per tutto quanto hai fatto qui dentro in mia assenza e per l’amore che mi porti».
 Giuseppe la guarda, e vedo due grossi goccioloni formarsi nell’incavo del suo occhio profondo, stare lì come sull’orlo di un vaso e poi rotolare giù sulle guance e sulla barba. «Perdono, Maria. Ho diffidato di te. Ora so. Sono indegno di avere tanto tesoro. Ho mancato di carità, ti ho accusata nel mio cuore, ti ho accusata senza giustizia perché non ti avevo chiesto la verità. Ho mancato verso la legge di Dio non amandoti come mi sarei amato…».
  «Oh! no! Non hai mancato!».
  «Sì, Maria. Se fossi stato accusato di un tal delitto, mi sarei difeso. Tu… Non concedevo a te di difenderti, perché stavo per prendere delle decisioni senza interrogarti. Ho mancato verso te recandoti l’offesa di un sospetto. Anche solo un sospetto è offesa, Maria. Chi sospetta non conosce. Io non ti ho conosciuta come dovevo. Ma per il dolore che ho patito,… tre giorni di supplizio, perdonami, Maria».
  «Non ho nulla da perdonarti. Ma, anzi, io ti chiedo perdono per il dolore che ti ho dato».
  «Oh! sì, che fu dolore! Che dolore! Guarda, stamane mi hanno detto che sulle tempie sono canuto e sul viso ho rughe.
  Più di dieci anni di vita sono stati questi giorni!
  4Ma perché, Maria, sei stata tanto umile da tacere, a me, tuo sposo, la tua gloria, e permettere che io sospettassi di te?».
  Giuseppe non è in ginocchio, ma sta così curvo che è come lo fosse, e Maria gli posa la manina sul capo e sorride. Pare lo assolva. E dice: «Se non lo fossi stata in maniera perfetta, non avrei meritato di concepire l’Atteso, che viene ad annullare la colpa di superbia che ha rovinato l’uomo. E poi ho ubbidito… Dio mi ha chiesto questa ubbidienza. Mi è costata tanto… per te, per il dolore che te ne sarebbe venuto. Ma non dovevo che ubbidire. Sono l’Ancella di Dio, e i servi non discutono gli ordini che ricevono. Li eseguiscono, Giuseppe, anche se fanno piangere sangue».
  Maria piange quietamente mentre dice questo. Tanto quietamente che Giuseppe, curvo come è, non se ne avvede sinché una lacrima non cade al suolo. Allora alza il capo e — è la prima volta che gli vedo fare questo gesto — stringe le manine di Maria nelle sue brune e forti e bacia la punta di quelle rosee dita sottili, che spuntano come tanti bocci di pesco dall’anello delle mani di Giuseppe.
  5«Ora bisognerà provvedere perché…». Giuseppe non dice di più, ma guarda il corpo di Maria, e Lei diviene di porpora e si siede di colpo per non rimanere così esposta, nelle sue forme, allo sguardo che l’osserva. «Bisognerà fare presto. Io verrò qui… Compiremo il matrimonio… Nell’entrante settimana. Va bene?».
  «Tutto quanto tu fai va bene, Giuseppe. Tu sei il capo di casa, io la tua serva».
  «No. Io sono il tuo servo. Io sono il beato servo del mio Signore che ti cresce in seno. Tu benedetta fra tutte le donne d’Israele. Questa sera avviserò i parenti. E dopo… quando sarò qui lavoreremo per preparare tutto a ricevere… Oh! come potrò ricevere nella mia casa Dio? Nelle mie braccia Dio? Io ne morrò di gioia!… Io non potrò mai osare di toccarlo!…».
  «Tu lo potrai, come io lo potrò, per grazia di Dio».
  «Ma tu sei tu. Io sono un povero uomo, il più povero dei figli di Dio!…».
  «Gesù viene per noi, poveri, per farci ricchi in Dio, viene a noi due perché siamo i più poveri e riconosciamo di esserlo. Giubila, Giuseppe. La stirpe di Davide ha il Re atteso e la nostra casa diviene più fastosa della reggia di Salomone, perché qui sarà il Cielo e noi divideremo con Dio il segreto di pace che più tardi gli uomini sapranno. Crescerà fra noi, e le nostre braccia saranno cuna al Redentore che cresce, e le nostre fatiche gli daranno un pane… Oh! Giuseppe! Sentiremo la voce di Dio chiamarci “padre e Madre!”. Oh!…».
  Maria piange di gioia. Un pianto così felice! E Giuseppe inginocchiato, ora, ai suoi piedi, piange col capo quasi nascosto nell’ampia veste di Maria, che le fa una caduta di pieghe sui poveri mattoni della stanzetta.
   La visione cessa qui.

  6Dice Maria:
  «Nessuno interpreti in modo errato il mio pallore. Non era dato da paura umana. Umanamente mi sarei dovuta attendere la lapidazione. Ma non temevo per questo. Soffrivo per il dolore di Giuseppe. Anche il pensiero che egli mi accusasse, non mi turbava per me stessa. Soltanto mi spiaceva che egli potesse, insistendo nell’accusa, mancare alla carità. Quando lo vidi, il sangue mi andò tutto al cuore per questo. Era il momento in cui un giusto avrebbe potuto offendere la Giustizia, offendendo la Carità. E che un giusto mancasse, egli che non mancava mai, mi avrebbe dato dolore sommo.
  7Se io non fossi stata umile sino al limite estremo, come ho detto a Giuseppe, non avrei meritato di portare in me Colui che, per cancellare la superbia nella razza, annichiliva Sé, Dio, all’umiliazione d’esser uomo.
 8Ti ho mostrato questa scena, che nessun vangelo riporta, perché voglio richiamare l’attenzione troppo sviata degli uomini sulle condizioni essenziali per piacere a Dio e ricevere la sua continua venuta in cuore.
  Fede. Giuseppe ha creduto ciecamente alle parole del messo celeste(Mt 1,20-21). Non chiedeva che di credere, perché era in lui convinzione sincera che Dio è buono e che a lui, che aveva sperato nel Signore, il Signore non avrebbe serbato il dolore d’esser un tradito, un deluso, uno schernito dal suo prossimo. Non chiedeva che di credere in me perché, onesto come era, non poteva pensare che con dolore che altri non lo fosse. Egli viveva la Legge, e la Legge dice: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Noi ci amiamo tanto che ci crediamo perfetti anche quando non lo siamo. Perché allora disamare il prossimo pensandolo imperfetto?
  Carità assoluta. Carità che sa perdonare, che vuole perdonare. Perdonare in anticipo, scusando in cuor proprio le manchevolezze del prossimo. Perdonare al momento, concedendo tutte le attenuanti al colpevole.
  Umiltà assoluta come la carità. Sapere riconoscere che si è mancato anche col semplice pensiero, e non avere l’orgoglio, più nocivo ancora della colpa antecedente, di non voler dire: “Ho errato”. Meno Dio, tutti errano. Chi è colui che può dire: “Io non sbaglio mai”? E l’ancor più difficile umiltà: quella che sa tacere le meraviglie di Dio in noi, quando non è necessario proclamarle per dargliene lode, per non avvilire il prossimo che non ha tali doni speciali da Dio. Se vuole, oh! se vuole, Dio disvela Se stesso nel suo servo! Elisabetta mi “vide” quale ero, lo sposo mio mi conobbe per quel che ero quando fu l’ora di conoscerlo per lui.
  9Lasciate al Signore la cura di proclamarvi suoi servi. Egli ne ha un’amorosa fretta, perché ogni creatura che assurga a particolare missione è una nuova gloria aggiunta all’infinita sua, perché è testimonianza di quanto è l’uomo così come Dio lo voleva: una minore perfezione che rispecchia il suo Autore. Rimanete nell’ombra e nel silenzio, o prediletti dalla Grazia, per poter udire le uniche parole che sono di “vita”, per poter meritare di avere su voi e in voi il Sole che eterno splende.
  Oh! Luce beatissima che sei Dio, che sei la gioia dei tuoi servi, splendi su questi servi tuoi e ne esultino nella loro umiltà, lodando Te, Te solo, che sperdi i superbi ma elevi gli umili, che ti amano, agli splendori del tuo Regno».
AMDG et DVM

martedì 17 dicembre 2019

Hanno perseguitato Me, perseguiteranno anche...

Madre Teresa di Calcutta, nessun lato oscuro: risposta alle falsità

Il 4 settembre 2016 è stata proclamata santa dalla Chiesa cattolica e il 27 ottobre 1979 le è stato assegnato il premio Nobel per la Pace. Madre Teresa di Calcutta è diventata un simbolo internazionale di dedizione per la dignità della persona e una delle donne più ammirate dei tempi moderni. Un faro di speranza per chi, credente o meno, continua a confidare nella bontà dell’uomo poiché con «eccezionale abnegazione ha dedicato tutta la sua vita per soccorrere, in India e in altri paesi del mondo, le vittime della fame, della miseria e delle malattie, gli abbandonati e i morenti, tramutando in azione instancabile il suo amore per l’umanità sofferente» (Premio Balzan, 1978).
Nata a Skopje, in Macedonia, nel 1910, arrivata a Calcutta (India) nel 1929, nel 1949 ha fondato la congregazione delle Missionarie della Carità e nel 1952 ha creato la prima casa per moribondi. Molti saranno stupiti dal sapere che nemmeno lei è stata risparmiata, ha ricevuto diverse critiche, più o meno gravi, è ancora oggi profondamente odiata da alcune persone e, addirittura (come vedremo), è stata paragonata al criminale e genocida nazista Adolf Eichmann.
In questo dossier, il più completo di tutto il web a livello internazionale, ci siamo occupati di analizzare singolarmente tutto ciò che le viene contestato, valutandone l’eventuale corrispondenza alla verità dei fatti e, in caso contrario, offrendo una risposta documentata e, possibilmente, esauriente. Nonostante non sia stato possibile mantenere un punto di vista imparziale -nessuno lo ha, né i critici di Madre Teresa, né alcun lettore di questo dossier- abbiamo comunque cercato di analizzare seriamente i fatti e sempre ci siamo premurati di valutare l’affidabilità dei testimoni e di inserire fonti e bibliografia di tutto ciò che abbiamo scritto. Iniziamo con il mostrare chi sono i detrattori e cosa rivendicano in linea generale.