giovedì 28 novembre 2019

Qui è la casa del Padre ..... L'Abominio della Desolazione è nato da una forza organizzata che vi sembra benigna ma che, come il verme nella mela, contamina tutto.


Qui è la casa del Padre

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3 Luglio 2006
GESÙ:   Il vostro Tempo sta per morire per entrare nel Nuovo Tempo che è quello di Dio. Simile ad una nascita, questo Tempo Nuovo non ha altra misura se non l'Amore Eterno che vi invita a penetrarvi.

Se, il Venerdì Santo, la Mia Croce fu elevata affinché Io vi donassi la Mia Vita morendo, la Croce Gloriosa deve essere elevata oggi affinché si compia il Progetto di Dio, Progetto di Vita: «Quando la Mia Croce sarà elevata da terra, Io attirerò tutto a Me ! »

Il Corpo di Resurrezione appartiene a tutti, grazie all'Offerta di Dio Figlio a Dio Padre per la Salvezza del Mondo. È per questo Corpo che voi siete stati tutti creati a Mia Somiglianza. Fratelli della. Terra, voi siete uniti tra voi come la barra orizzontale unisce la barra verticale alla Mia Croce che, quale freccia divina, vi proietta verso il Padre di ogni Bontà.

L'Abominio della Desolazione è nato da una forza organizzata che vi sembra benigna ma che, come il verme nella mela, contamina tutto. Siate vigilanti, smascheratela. Come un viticcio, s'intrufola dappertutto nelle istituzioni cattoliche e nella Chiesa. Il suo scopo è quello di indebolire la vera Religione cattolica sottraendole le sue basi, Scrittura e Tradizione, le sue regole, la sua Legge, i suoi Comandamenti e i sette Sacramenti riconosciuti dalla Chiesa cattolica come dalle Chiese orientali, il Battesimo, la Cresima, 1"Eucaristia, la Penitenza, il Sacramento degli infermi, l'Ordine e il Matrimonio. Alcuni di questi Sacramenti sono già contestati.

La Santa Bibbia è vagliata, alcuni passaggi sono trasformati. Il Rispetto é sparito. È il Municipio più che la Casa del Buon Dio. Vi si sente parlare di tutto, ma non il mormorio di una Preghiera a Dio. L'Umiltà, il Rispetto come l'Adorazione, hanno disertato certe chiese. Manca solo la Mia frusta per scacciare i detrattori della Mia Santa Parola: «Fuori i mercanti di false testimonianze, di parole superficiali e demolitrici ! Qui é la Casa del Padre Mio ! »

È attorno al suo Cristo GESÙ che la Chiesa deve riunirsi e ricevere ammaestramento. Io vi parlo nella Preghiera e nell'Adorazione. Chiedete ed otterrete.

GESÙ Cristo
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Apostoli degli ultimi tempi.




Santiago (Repubblica Domenicana), 8 dicembre 1994. 
Festa della Immacolata Concezione.
Apostoli degli ultimi tempi.


«Ti trovi qui, mio piccolo figlio, a fare il Cenacolo con il vescovo, i sacerdoti ed i fedeli del mio
Movimento, in questo giorno in cui la Chiesa celebra la solennità della mia Immacolata
Concezione.

La Santissima Trinità mi ha ricolmata di questo singolare privilegio, perché destinata ad
essere la Madre del Verbo, fatto uomo nel mio purissimo seno.

In vista della mia divina maternità, sono stata preservata dal peccato originale e da ogni
ombra di peccato personale, e sono stata ripiena di grazia e di santità.

Perché Madre di Gesù sono stata intimamente associata al mistero della sua Redenzione, come
Corredentrice e sono diventata così vera mediatrice di grazia fra voi e mio figlio Gesù.

Sotto la Croce, per volontà di mio Figlio, sono diventata Madre di tutti voi e nel Cenacolo con
gli Apostoli ho partecipato come Madre alla nascita della Chiesa.

Mio compito materno è stato quello di condurre la Chiesa sul cammino della sua
evangelizzazione.

Per questo sono stata sempre accanto ad ogni mio figlio che, in duemila anni, ha portato in ogni
parte del mondo l'annuncio del Vangelo. Proprio oggi celebrate qui i cinquecento anni della
prima evangelizzazione di tutto questo grande continente di America.

Dopo quasi duemila anni dal primo annuncio del Vangelo, l'umanità è ritornata pagana.
Io sono la Madre della seconda evangelizzazione. Mio è il compito di formare gli Apostoli della
seconda evangelizzazione.

In questi anni vi ho formato, con particolare cura ed attraverso il dono delle mie parole, per
essere gli Apostoli di questi ultimi tempi.

Apostoli degli ultimi tempi, perché dovete annunciare a tutti, fino agli estremi confini della
terra, il Vangelo di Gesù in questi giorni di grande apostasia.

Diffondete, nella grande tenebra che è scesa sul mondo, la Luce di Cristo e della sua divina
Verità.

Apostoli degli ultimi tempi, perché dovete donare a tutti la stessa vita di Dio, per mezzo della
Grazia che voi comunicate con i Sacramenti di cui siete i ministri. E così diffondete il profumo
della purezza e della santità, in questo tempo di grande perversione.

Apostoli degli ultimi tempi, perché siete chiamati a portare la rugiada dell'amore
misericordioso di Gesù in un mondo inaridito dalla incapacità di amare e minacciato sempre più
dall'odio, dalla violenza e dalla guerra.

Apostoli degli ultimi tempi, perché dovete annunciare il vicino ritorno di Gesù nella gloria, che
introdurrà l'umanità nei tempi nuovi, in cui finalmente si vedranno cieli e terra nuova.
Proclamate a tutti il suo vicino ritorno: maranathà: vieni Signore Gesù!».

CHI È COME DIO ?

CHI  È COME  DIO ?
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16-17 luglio 2009

Oggi il male domina in tutte le grandi città, specie nei quartieri più  poveri, dove si arriva a bruciare le auto in sosta, si danneggia l’ambiente e, a volte si uccide; mentre, al contrario, tante anime buone fanno il possibile per abbellire e migliorare la vita degli abitanti che vivono in quei luoghi. Altri, presi dall’odio e dalla collera, in una notte, distruggono ciò che in quello stesso luogo è stato fatto da altri con dei lavori di settimane, allo scopo di valorizzare la propria città.

Questi individui hanno scelto ognuno il proprio campo, gli uni come gli altri. Si dice (dei danneggiatori notturni): “Non hanno alcuna inibizione, nessun controllo...!” Diventa così un inferno la vita degli abitanti che vivono in quei quartieri, nella paura.

 Ma i buoni, i generosi, tenteranno senza sosta di riportare i loro fratelli sulla buona strada. Ci riusciranno, prima dello sterminio totale?

Guardando più lontano, (nei Paesi fuori Europa), si possono identificare i veri, i grandi assassini, nelle loro azioni criminali, che non smettono di uccidere, organizzando lotte, attentati, guerre...

Migliaia di esseri umani muoiono ogni giorno nei loro paesi, uccisi dai loro fratelli. Perché?

La Terra si nutre del sangue dei suoi figli ! La miseria regna dovunque. E DIO piange, mentre questi figli si uccidono tra loro selvaggiamente... senza nemmeno chiedersi perché sono arrivati a compiere tali massacri in serie, di uomini, di donne e di bambini...! Non hanno che uno scopo: uccidere i nemici, il più possibile ! Nemici di chi? Alcuni uccidono perché è stato loro ordinato di farlo... senza interrogarsi, senza riflettere, essi uccidono. Sì, il Male domina su tutta la Terra.

Inconsapevolmente, la parola d’ordine di Satana si ripete dappertutto: “La Terra non può più far fronte ai bisogni delle popolazioni di tutto il Pianeta. L’acqua scarseggia dovunque, l’aria è inquinata, e presto i mari si innalzeranno.” E più veloce del fulmine, circola la parola d’ordine del Maligno, colma di cattiveria: “Lo sterminio s’impone, se volete avere ancora un posto per vivere !”

La carestia, la sete, le guerre gettano sulla strada quelle popolazioni, in cerca di una terra d’esilio. Sono deboli, senza cibo, e muoiono camminando. La malattia impedisce loro di avanzare, e le porte si chiudono al loro arrivo. La carità ha disertato la Terra.

Satana in questi ultimi tempi trionfa, e si permette di sterminare la metà delle popolazioni, contaminando i paesi ricchi come i paesi poveri. Poi, fa credere ad una pandemia che sta nascendo, e alla necessità di vaccini non ancora messi a punto.

Satana ha scelto la sua orda di attaccanti, ed è ben servito. Ma le ore del suo tempo che gli sono state concesse, stanno per esaurirsi.

La Santa Madre della Chiesa, con lo Spirito Santo di DIO, comincia a riunire tutti i Suoi figli. I Santi Angeli si oppongono al Padrone del Male; e presto, GESÙ discenderà dal Cielo con San Michele Arcangelo. La lotta contro lo spirito del Male sarà feroce, e la Santa Chiesa di DIO sarà liberata per prima. Sarà questo “Il Trionfo della Santa Madre di DIO”, tanto atteso.

Il Mondialismo, questa “Bestia” che cerca costantemente di ingrandirsi, morirà da sé, trascinando l’altra “Bestia” in una battaglia persa già in anticipo.
Quel "piccolo Numero” che Gesù ama, grazie alla sua fedeltà a DIO e al suo Amore per Gesù e Maria e per tutti i figli di DIO, questo piccolo Numero, "Gregge Prediletto”, lo Spirito Santo lo condurrà fuori da quel terreno dove si realizzerà l'ultima conquista del Signore per la Pace nel Mondo.

Il Giorno di DIO è vicinissimo ! È la nascita dei Santi della Terra.

 Mediante la Santa CROCE di Luce,
mediante lo Spirito Santo che è PACE
e la Sua bella Colomba,
che portò il Sacro Crisma al Battesimo di Re Clodoveo,
Io vi porterò, vi guiderò sotto lo Mie Ali !

E come San MICHELE, noi grideremo: Chi è come DIO?

Parole di DIO
GESÙ Cristo.

Avete capito?

Avete capito?
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                                                  17 gennaio 2005

GESÙ: Figlia Mia, non allontanarti da Me. Io ho bisogno di te, della tua sensibilità e delle tue lacrime. Scrivi per Me quello che gli uomini devono conoscere per questo Tempo.

Figli Miei, Dio vi ama. Non analizzate col vostro solo discernimento, ciò che accade sotto i vostri occhi. Io sono qui per farvi comprendere che la vita è preziosa, che Dio Solo può donarla, così come può riprenderla, per condurvi verso un’altra Vita, più meravigliosa, che deve essere meritata.Abbiate sempre nella vostra memoria la Mia Santa Resurrezione.

Gli scolari di Dio non hanno ancora capito il Mio insegnamento. Allora, Dio Padre manda Me per ripetervi l’essenziale:

Dio è Amore, Dio vi ama. Non giudicate Dio. Tutti i Suoi atti si compiono nella Sua grande Misericordia. Non rifiutate ciò che è ancora incomprensibile per voi, perché tutto vi sarà svelato più tardi. Tenete a mente questo: Dio ha accettato il sublime Sacrificio del Figlio Suo Unigenito per salvare la moltitudine delle Sue creature. Tutto si è compiuto nella Sua Infinita Misericordia.
Gloria a Dio nei secoli dei secoli. Amen.

Se Io vi dico: «dietro a questa montagna che vi sembra inaccessibile si trova la Dimora di Dio, venite e seguiteMi», non è questa Mia richiesta che vi fa più paura, ma è la montagna. Voi la vedete difficile nella sua ascensione, terribile per la sua altezza, sentite già la fatica e Mi rispondete: «non è il caso di provarci, non ci riuscirò mai».

Se provo a chiedervelo in questo altro modo: “Io sono la Montagna, Io sono la Via, vieni e seguiMi, andiamo verso la Dimora di Dio”, allora la montagna non vi spaventerà più perché lo sono l’Amore e l’Amore non sa che amare. Allora Mi seguirete senza paura e senza apprensione.

Quando i Miei Apostoli Mi fecero questa domanda: “Com’è il Padre?”, la Mia sola risposta fu questa: “Chi vede Me, vede il Padre”. A voi tutti, oggi Io rispondo: “Beati quelli che credono senza avere mai visto il Figlio, Immagine Vivente del Padre”.

Venite e credete che Dio vi ama. Non giudicate mai la Parola di Dio e ancora meno i Suoi atti. Dio è la Misericordia Infinita.

Siate sempre l’agnello docile che segue il Buon Pastore. Sappiate che prima di sentire il suo lamento causato dalla fatica, lo prendo sulle Mie spalle e condividiamo così la dolcezza del nostro comune calore.

Quando un cuore si ferma, il medico fa l’impossibile per rimetterlo in moto e usa l’elettrochoc. Io sono questa corrente potente che viene oggi a svegliarvi. Svegliatevi! Pentitevi! Diventate migliori. Rigettate il vostro egoismo. Diventate come il vostro Padre dei Cieli: perfetti e generosi. Diventate come il vostro GESÙ d’Amore, Dolce ed Umile di Cuore. Imitate la Mia Santissima Madre in Preghiera e in Adorazione davanti al Padre di ogni Bontà. Ella implora la Sua Santa Grazia per tutti i figli della Terra, affinché neppure uno si perda, ma ritorni al Suo Divin Figlio GESÙ, nel quale Dio Padre ha rimesso tutto il Suo Potere d’Amore e di Compassione.

JNSR: “Signore, ti prego, permettimi questa domanda. Perché questo sisma, questo maremoto con così tanti morti, con così tante sofferenze? Questa sciagura è giunta come un ladro senza pietà. Centinaia di migliaia gli scomparsi, migliaia di orfani. La Terra è stata toccata già tante volte! Perché questa enormità all’improvviso!
Tutte queste isole già così povere! Era necessario tutto questo?”

GESÙ: Questa catastrofe, già annunciata a Dozulé, ha toccato la massa intera degli uomini e delle donne di tutti i paesi della Terra. Questo immenso slancio di solidarietà è qui, davanti ai vostri occhi, per ricordarvi che la povertà esiste e che essa ha gettato il GRIDO che era necessario che voi sentiste per reagire. Questo grido Vi perseguiterà, e sarà il Silenzio dei cuori poveri, impotenti di fronte al Potere e al Denaro, per combattere ciò che resta ancora in voi e che nasca in ogni cuore l’Amore di Dio che salva e del prossimo nel quale Io vivo, poiché Dio rivelerà a ciascuno questo grande Mistero.

Dio è il Salvatore del Mondo, non abbiate paura.

Io rispondo, figlia Mia, alla tua domanda: “Sì, era necessario”. L’uomo non si conosce ancora. Occorre che egli si scopra. Egli è figlio di Dio e voi siete tutti fratelli nello stesso Padre. Ma anch’Io vi pongo questa domanda: “Avete capito? Con questa sola catastrofe!”

GESÙ, Salvatore del Mondo.
Io vi benedico.
Benedico ognuno di voi.
Amen.

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mercoledì 27 novembre 2019

Ama il latino

Il latino è una lingua viva

A che serve il Latino? Quanti lo difendono sono soliti addurre la motivazione che lo studio del Latino insegna a ragionare. Almeno, questa è la risposta della maggior parte dei docenti per giustificare l’apprendimento di una materia antica e morta. Chiaro che la motivazione non regge e i ragazzi comprendono l’inadeguatezza della risposta. Perché non imparare a ragionare con altri metodi meno faticosi, più allettanti? Anche la settimana enigmistica può insegnare a ragionare, anche la Filosofia, anche una dimostrazione di matematica, anche un testo di narrativa o una poesia, un quadro, una musica. Perché dunque faticare così tanto nel 2012 ancora sul Latino? 
Vorrei partire dalla esperienza quotidiana. Ogni persona sperimenta, infatti, l’efficacia del rapporto affettivo nel fenomeno conoscitivo. Soltanto quando sei colpito da qualcuno o sei affascinato da lui o inizi a volergli bene allora scopri una parte di realtà fino ad allora sconosciuta e il rapporto diventa metodo, strada, chiave di accesso, finestra sulla realtà. È quanto afferma A. de Saint Exupery (1900-1944) ne Il piccolo principe quando la volpe parla con il piccolo protagonista della storia. Quando questi chiede che cosa voglia dire addomesticare, la volpe risponde: «È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire «creare dei legami» […]. Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. […] I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano». La volpe d’ora innanzi, grazie all’affetto provato per il principe, rivaluterà e inizierà ad apprezzare e a capire un aspetto della realtà che fino ad allora era stato percepito come negativo. 

In un certo senso per l’uomo tutto ciò che non è amico e non è conosciuto è come se fosse nemico, non valorizzato, non utile per la vita e per la crescita. Quando si ama una persona tutto diventa esperienza in quell’ambito. «Non si conoscono che le cose che si addomesticano», ma per addomesticare occorre tempo. Così, «gli uomini non hanno più il tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici». L’affettività può sanare la frattura tra una volontà fragile e malata e una ragione che, se utilizzata senza incrostazioni, sa discernere il bene dal male. Per questo una compagnia umana e un’amicizia sono strumenti imprescindibili per mantenere desta la domanda, per ricercare e per operare. La conoscenza permette, quindi, l’apertura di una finestra sulla realtà o, in altre parole, illumina meglio un pezzo di realtà. Così come il legame con il piccolo principe permette alla volpe di conoscere e apprezzare meglio i campi di grano, così anche la conoscenza del Latino permette di apprezzare maggiormente molti aspetti della realtà. Ma quali? 

Solo lo studio e l’esperienza possono testimoniarlo a ciascuno. Anticipo, però, che bisogna avere il coraggio di far fatica, di impiegare tempo (come nell’episodio della volpe), anche quando non se ne comprendono appieno le ragioni, ma continuando a chiedersi le ragioni. Bisogna avere il coraggio di spendere del tempo per imparare bene la disciplina. 

In primo luogo, l’esperienza mi insegna che il Latino spalanca la comprensione del presente come epoca che è figlia di un passato. La nostra tradizione occidentale ha le sue radici nella cultura greca, in quella romana e in quella cristiana. Il ragionamento, la filosofia, il gusto della bellezza, etc. sono in gran parte eredità lasciataci dai Greci, il diritto, il senso dell’unità dello Stato, etc. provengono dai Romani, l’avvenimento cristiano ha, poi, introdotto una nuova concezione della persona, della civiltà, della società, etc. Quindi, studiare la civiltà, la letteratura e la lingua latine significa conoscere le proprie radici, è un po’ come conoscere meglio un proprio genitore. Permette di cogliere ciò che accomuna l’uomo di oggi all’uomo antico e, nel contempo, introduce alla comprensione del cambiamento avvenuto nei secoli. 

In secondo luogo, la conoscenza del Latino illumina il linguaggio e le parole. La lingua e la parola raccontano la storia di una civiltà, dell’evoluzione umana, della cultura di un popolo. Vorrei qui addurre un solo esempio. Pensiamo al vocabolo «cultura». Il fascino di una parola risiede nel fatto che essa descrive una storia, racconta una parte dell’avventura umana. Il verbo latino colo, che è alla base della parola «cultura», sottolinea e descrive il passaggio dell’uomo dalla condizione nomade a quella sedentaria. Il verbo significa «coltivare», «abitare», «venerare». Un popolo che diventa sedentario ha imparato a coltivare la terra, la abita e venera le divinità del luogo. Nel termine «cultura» risiede questo radicamento nelle proprie origini e nella propria terra, senza il quale non è possibile crescere e dare frutti. Da questo radicamento scaturisce la possibilità di trarre linfa vitale, ovvero la possibilità di germogliare, di crescere nel fusto e di dare frutti buoni. Capiamo allora che la cultura non ha a che fare con la conoscenza di tante componenti della realtà, ma deriva da un passato (il terreno in cui siamo cresciuti, la tradizione) e si apre ad una domanda sul presente e sul futuro. La parola «cultura» coinvolge non solo la sfera della materialità (l’aspetto fisico, concreto, pragmatico dell’uomo), ma anche la componente religiosa, include la questione dell’uomo e del suo rapporto con il destino, ovvero le grandi domande dell’uomo. Potremmo anche affermare che il fenomeno culturale si traduce in una capacità di giudizio sul presente e sulla realtà e in un’ipotesi e in una speranza sul futuro radicata nel presente. Un’incursione nella cultura e nell’arte mondiali farebbe emergere fin da subito il loro carattere religioso e metafisico. I Latini pensavano che il termine nomen derivasse etimologicamente da omen, cioè che la parola indicasse in sé il destino dell’oggetto o della persona, le sue caratteristiche specifiche. Nomina consequentia rerum, ovvero i nome sono conseguenza della realtà delle cose. 

In terzo luogo, dai Latini, così come dai Greci, noi deriviamo la retorica, che insegna a scrivere bene, a parlare bene, a persuadere. Nelle scuole dovrebbe essere inserita questa «nuova disciplina», in realtà antichissima. «Saper parlare bene» e «saper scrivere bene» sono due competenze trasversali fondamentali, per usare il lessico frequente nelle scuole, così come il «saper ragionare» e il «saper giudicare». Dal momento che la retorica non viene insegnata come disciplina a sé stante, gli studenti dovrebbero apprenderla nelle materie di Italiano, Latino e Greco. Ma questo accade? 

In quarto luogo, fatto non meno significativo, la lettura delle grandi opere della letteratura latina, di Virgilio, di Orazio, di Seneca, di Cicerone (per citare solo qualche nome illustre) permette di incontrare i «grandi del passato», di confrontarci con loro (come scrive Machiavelli nella lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513), di scoprire il loro pensiero, i loro vertici artistici, … Potrei proseguire con l’elenco delle tante finestre che questa disciplina può aprire durante le giornate, ma sarebbe sterile e riduttivo, perché ognuno di noi deve verificare personalmente quanto sto dicendo. 

Ritengo, invece, importante sottolineare che l’apprendimento di una disciplina non è strumentale all’apprendimento di una competenza che deve essere acquisita. La nostra scuola è diventata una scuola delle competenze (del saper fare) spesso svincolate dalla cultura. Le antologie, talvolta, propongono la lettura di una poesia per conseguire una competenza, per imparare un aspetto di stile, o una figura retorica o quant’altro. Questa è una operazione violenta che rischia di far disinnamorare i ragazzi alla lettura, alla poesia, alla narrativa. Quando sei innamorato di una disciplina, quando la ami, capisci che è un’operazione assurda limitarne lo studio per far conseguire agli studenti alcuni obiettivi specifici. 

Comprendi che la cosa più bella è che un’altra persona possa essere affascinato, come lo sei stato tu, da quella bellezza. È questo fascino, questa passione, questo entusiasmo per qualcosa che ci ha preceduto, che è più grande di noi, e che, in qualche modo, ci ha generato la vera scaturigine che può portare un ragazzo a studiare il Latino.  

Giovanni Fighera (labussolaquotidiana.it)