Spiegazione del quarto
versetto:
"Fecit mihi magna qui potens est,
La Beata
Vergine avendo detto, nel versetto precedente, che tutte le generazioni la
diranno beata, ne dichiara le cause nel seguente, le quali sono le cose grandi
ohe Dio ha operato in Lei.
Quali sono
queste grandi cose?
Ascoltiamo sant’Agostino (S. Agostino, In Magnif).
«È una gran cosa - egli dice - che una Vergine sia Madre senza padre. È una
gran cosa che Ella abbia portato nelle sue viscere il Verbo di Dio Padre,
rivestito della sua carne. È una gran cosa che Colei che non si attribuisce se
non la qualità di serva, divenga la Madre del suo Creatore».
«È una cosa
grande - dice sant’Antonino (S. ANTONINO, Summa theol.,par. 4, tit. 15, cap 22.) -
l’aver creato il Cielo e la terra dal nulla.
È una cosa grande aver liberato il
popolo d’Israele attraverso tanti prodigi.
È una cosa grande aver fatto
discendere la manna dal Cielo per nutrirlo nel deserto per quarant’anni.
È una
cosa grande averli messi in possesso della Terra promessa, dopo aver
sterminato tutti i re e tutti i popoli che la occupavano.
Tutti i miracoli che
il nostro Salvatore ha compiuto in Giudea, donando la vista ai ciechi,
scacciando i demoni dai corpi dei posseduti, guarendo i malati, risuscitando i
morti, sono cose grandi e meravigliose, tuttavia il mistero dell'Incarnazione, che la potenza
infinita di Dio ha operato nella sacra Vergine, sorpassa incomparabilmente
tutte queste cose.
È questo che le fa dire: Fecit mihi
magna qui potens est».
«Ecco le
grandi cose - dice san Tommaso di Villanova (S. TOMMASO DA VlLLANOVA, Concio2 in Annunt. B. V.) -
che Dio ha compiuto nella Santissima Vergine. L’ha elevata ad un sì alto
livello di grandezza che tutti gli occhi umani e angelici non possono
raggiungere, poiché da piccola figlia di Adamo quale Ella era, l’ha resa Madre
del suo Creatore, Signora del mondo, Regina del Cielo e Imperatrice di tutte
le creature.
Un prodigio nuovo è apparso nel mondo, con grande meraviglia del
Cielo e della terra, un Dio Uomo, un Uomo-Dio; Dio rivestito dell’uomo e l’uomo
unito a Dio. Prodigio dei prodigi, miracolo dei miracoli, dopo il quale non vi
è nulla in terra, degno di essere ammirato!».
È vero che
tutte le meraviglie che sono state mai fatte sulla terra sono come nulla a
paragone di questa.
Noi ammiriamo il miracolo che Dio ha operato, quando ha
fatto passare il suo popolo a piedi asciutti attraverso il mar Rosso; è poca cosa, ecco molto di più: ecco l’oceano immenso della
Divinità racchiuso nel piccolo corpo di una Vergine.
Noi ammiriamo un roveto
che brucia senza consumarsi; è poca cosa: ecco una Vergine che partorisce restando
sempre vergine.
Noi ammiriamo il profeta Mosè racchiuso in una culletta: è poca
cosa; ammiriamo piuttosto il Re del Cielo che giace in una mangiatoia.
Noi
ammiriamo una colonna di fuoco e una nube che conducevano il Popolo di Dio nel
deserto: non è nulla; ammiriamo piuttosto il fuoco essenziale della Divinità,
che è racchiuso in una piccola nube per condurre e governare tutto il mondo.
Noi ammiriamo la manna che discende dal Cielo: è poca cosa; ammiriamo il Verbo
del Padre che discende dal Cielo nel seno di una Vergine Madre.
Noi ammiriamo
il sole che si ferma alla voce di Giosuè, e che ritorna indietro alla
preghiera di Ezechia: non è gran cosa; ammiriamo piuttosto un Dio che annienta
se stesso.
Noi ammiriamo il profeta Elia che risuscita un fanciullo morto: ciò
è poca cosa; ammiriamo il Figlio di Dio, coeguale e coetemo al Padre suo, che
essendo morto in Croce, si risuscita da se stesso. Noi ammiriamo anche il
profeta Elia che sale in Cielo: non è gran cosa; ammiriamo l’uomo che sale al
trono della Divinità e che diviene
Dio».
È ciò che san Cipriano (S. Cipriano, Serm. de Nativ. Christi.) ammira, esclamando:
«O Signore, il vostro Nome è ammirabile! Veramente siete un
Dio che fa cose meravigliose. Io non ammiro più ora la fabbrica meravigliosa
di questo mondo né la stabilità della terra né l’ordine e la disposizione dei
giorni né il corso e la chiarezza del sole; ma ammiro un Dio fatto bambino
nelle viscere di una Vergine; ammiro l’Onnipotente ridotto in una mangiatoia;
ammiro il Verbo di Dio unito personalmente al corpo mortale e passibile
dell’uomo».
«E' una cosa meravigliosa - dice il santo
Cardinale Ugo di Santo Caro - che la donna sia stata fatta prima del solo uomo, ma è una cosa
più ammirabile che un uomo sia stato fatto da una donna sola: “Novum Dominus fecit super terram: foemina circumdabit
virum" ( Ger 31,22.).
E' una cosa meravigliosa che Dio abbia fatto
l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma è una meraviglia ben più grande, che si
sia fatto egli stesso ad immagine e somiglianza dell’uomo.
E' una cosa
meravigliosa che la verga di Aronne pur essendo
secca, abbia prodotto fiori e frutti, ma è una meraviglia ben più grande che
una Vergine abbia generato un Figlio, restando sempre Vergine.
E' una cosa
meravigliosa vedere che un serpente di rame attaccato ad un legno, guarisca
tutti coloro che morsi dai serpenti, lo guardano.
È una cosa meravigliosa che
il profeta Elia resusciti il figlio di una vedova, che è morto, ma è una
meraviglia ben più grande che Dio Padre ridoni la vita al Figlio suo che è
morto in Croce.
E' una cosa meravigliosa che Sansone, morendo, vinca e faccia
perire i Filistei, ma è una meraviglia più grande che il nostro Salvatore,
morendo, faccia morire la morte stessa e trionfi del demonio e dell’inferno.
È
una cosa meravigliosa che Giona esca dal grembo
della balena che l’ha inghiottito, ma è una meraviglia ben più grande che
Nostro Signore esca dal sepolcro e dall'inferno stesso.
Ecco perché la Beata
Vergine canta: “Fecit mihi magna qui potens est”» (Padre Eudes non dice in quale parte delle opere di Ugo di Saint-Cher si trovi questo testo; noi non siamo riusciti a rinvenirlo né nei suoi commentari sul Magnificat né nella sua spiegazione del versetto di Geremia da lui citato.).
Infine, Dio ha
fatto cose sì grandi a questa Divina Vergine, da non potergliene fare di più
grandi. Egli può, infatti, fare un mondo più grande di quello che ha fatto, un
Cielo più esteso, un sole più splendente, ma non può fare - dice san
Bonaventura - una Madre più grande e più nobile della Madre di Dio. Se
potesse, infatti, farne una più grande, bisognerebbe donarle un Figlio più
eccellente. Ora, si può forse trovare un Figlio più degno del Figlio di Dio, di
cui la Beata Vergine è Madre?
Che dirò di
più? Vedo un gran Prelato pieno di scienza e di pietà, che è Rutilio Benzonio (1542-1613),
vescovo di Loreto, che non teme affatto di dire che Dio ha elevato sì in alto
questa Vergine incomparabile e le ha donato privilegi sì straordinari da poter
dire che Ella abbia dato, se così si può dire, cose più grandi, in certo qual
modo, alla Divina Maestà di quelle da Lei ricevute. Tutte le cose che Ella ha
ricevuto, infatti, sono finite e limitate e non superano i limiti di una cosa
creata, ma la Regina del Cielo, dando i natali al Figlio di Dio, ha veramente
generato l’Uomo così come ha veramente generato Dio, Creatore e sovrano
Signore, Salvatore e Redentore del mondo!
Ella ha ricevuto da Dio il dono di
essere sua creatura, di essergli gradita, di essere Piena di Grazia, di essere
benedetta al di sopra di tutte le donne, ma Ella ha dato a Dio di essere nostro
Emmanuele, ossia Dio con noi; di essere Dio e uomo; di essere Redentore degli
uomini per il prezioso sangue che ha ricevuto da Lei; di avere onnipotenza in
Cielo e in terra, come uomo; di essere il Giudice universale di tutti, in
qualità di uomo; di essere capo di tutta la Chiesa, come uomo; di essere il
capo degli angeli, come uomo; di perdonare i peccati, in qualità di uomo.
Se il nostro
Salvatore ha donato il potere ai suoi Apostoli di compiere miracoli più grandi
di quelli che aveva compiuto Lui, secondo la testimonianza del Vangelo ( «Qui credit in me, opera quae ego facio, et ipse faciet, et majora horum faciet» Gv 14,12),
non bisogna stupirsi se ha dato il potere alla sua Santissima Madre di
donargli cose più grandi di quelle che ha ricevuto da Lui. Questo potere,
infatti, è una delle cose più grandi di cui Ella parla quando dice che «l’Onnipotente le ha fatto grandi cose».
*
Ascoltiamo ciò
che il santo Cardinale de Bérulle, fondatore della Congregazione dell’Oratorio
in Francia, ha scritto su questo argomento nel suo libro meraviglioso delle Grandezze di Gesù, approvato da un gran
numero di prelati e di Dottori.
Al discorso undicesimo, nell’articolo
dodicesimo, laddove, dopo aver detto che la Beata Vergine dà la vita a Gesù,
ecco come parla.
//«Diciamo, dunque, che in questo flusso e riflusso ammirabile
di vita e d’amore che vi è tra Gesù e Maria, tra queste due persone sì nobili
ed unite, e le più nobili ed unite dopo le Persone divine ed eterne, e
congiunte divinamente nello stato dell’umile e segreta nascita di Gesù nella
Beata Vergine, questa stessa Vergine, come Madre dona la vita a Gesù,
concependolo e generandolo, Gli dona una vita fondata nell’esistenza e nella
sostanza increata, incomparabilmente più alta e più divina di quanto non fosse
quella che Ella ricevette da Gesù stesso.
Ella, infatti, cooperò all’unione
della Divinità con l’umanità; Ella donava una vita umanamente divina a Gesù,
donando una vita nuova a Dio, facendo sì che Dio fosse uomo e che l’uomo fosse
Dio; Ella generava un vivente, divinamente vivente e divinamente sussistente,
che è Dio; Ella produsse al mondo la vita di un Uomo-Dio e dalla sua sostanza Ella concepisce, nutre, genera Dio in se stessa e nell’universo; e così la sua
operazione termina con un Uomo-Dio, poiché Ella è Madre di Dio.
Mentre Gesù
vivente ed operante in Maria, le dona una vita altissima e sublimissima in
verità, ma una vita di grazia, che è una qualità e non una sostanza, le dona
una vita santa e santissima, ma pur sempre di una persona umana e non divina e
increata come è il suo unico Figlio. E questa presenza e operazione di Gesù in
Maria, si finalizza in Lei nel formare lo stato di Madre di Dio, che è uno
stato ben inferiore e subordinato allo stato di Uomo-Dio, che la Beata Vergine,
elevata per l’operazione dello Spirito Santo, stabilisce e forma attraverso
questa nascita. E di conseguenza Gesù dona a Maria una vita minore in grazia e
in gloria, che non è questa vita grande e ammirabile che Maria ha prodotto,
quando ha concepito, incarnato e generato il Figlio di Dio al mondo».//
*
Dopo queste cose, chi non ammirerà le
cose grandi e meravigliose che Dio ha operato nella gloriosa Vergine? E chi non
riconoscerà che sia lo Spirito Santo a farle pronunciare queste parole: «Fecit mihi magna qui potens est»?
Oh! Quanti
prodigi e miracoli comprendono!
Oh! È cosa grande essere Vergine e Madre
insieme, Vergine e Madre di un Dio!
Oh! È una cosa grande essere associata con
l'Etemo Padre nella sua Divina Paternità, per essere Madre senza padre, nella
pienezza dei tempi, dello stesso Figlio di cui egli è Padre senza madre
nell’etemilà!
Oh! Che cosa grande è l’essere rivestita della virtù
dell’Altissimo, ed essere partecipe della sua adorabile fecondità per produrre
un Dio che è consustanziale, coeguale e coetemo a Dio Padre!
Oh! Che cosa
grande è dare una nascita temporale nel suo seno verginale, a Colui che è nato
prima di tutti i secoli nel seno del Padre delle misericordie!
Oh! Che cosa
grande è per una creatura mortale di donare la vita a Colui dal quale Ella l’ha
ricevuta!
Oh! Che cosa grande è essere la Figlia e
la Madre del Padre suo, del suo Creatore e del suo Dio!
Oh! È cosa grande
essere la degna Sposa dello Spirito Santo ed essere associata con
Lui nella produzione del suo adorabile capolavoro, che è l'Uomo-Dio!
Oh! Che
cosa grande è racchiudere in sé Colui che i Cieli dei cieli non possono
contenere!
Oh! È cosa grande portare nelle proprie viscere e tra le proprie
braccia Colui che porta ogni cosa con la sua Divina Parola!
Oh! Che cosa
grande è avere un potere e un’autorità di madre su Colui che è il sovrano
Monarca dell’universo!
Oh! Che cosa grande è essere la nutrice, la custode e
la governante di Colui che conserva e governa tutto il mondo con la sua immensa
Provvidenza.
Oh! Che cosa grande è essere la Madre di altrettanti figli quanti
sono i cristiani che sono stati e che saranno in terra e in Cielo!
Oh! Che cosa
grande è essere la Regina degli Angeli, degli Arcangeli, dei Principati, delle
Potestà, delle Virtù, delle Dominazioni, dei Troni, dei Cherubini, dei Serafini
e di tutti i santi Patriarchi, Profeti, Apostoli, martiri, confessori,
vergini e Beati che sono in Paradiso!
Oh! Che cosa grande è per una figlia di
Adamo, essere sì colma di santità, dal primo momento della sua vita fino all
ultimo, che mai alcun peccato né originale né attuale, ha avuto parte in Lei!
Oh! Che cosa grande è essere trasportata ed elevata in corpo e in anima nel più
aito dei cieli, ed essere assisa alla destra del Re dei re!
Oh! Che cosa grande
è essere la Sovrana, l’Intendente e la Governante di tutti gli stati del sommo
Monarca del Cielo e della terra!
Oh! Che cosa grande è avere una potenza
assoluta e suprema sul Cielo, sulla terra, sull’inferno, sugli angeli, sugli
uomini e su tutte le pure creature!
Oh! Queste due
parole: «Gratia plena»,
uscite dal Cuore adorabile della Santissima Trinità, e pronunciate dalla bocca
di un Dio che parla per bocca di un serafino, contengono ancora cose grandi e
gloriose per Voi, santissima Madre del Salvatore!
Oh! Che cosa grande è
l’essere Piena di Grazia, che è la grazia di Madre di Dio, la quale comprende e
sorpassa tutte le grazie, e che ne è persino la fonte, poiché essa vi è data
per rendervi degna d’essere la Madre di Colui che è l’Autore di tutte le
grazie!
O Piena di
Grazia, che siete ripiena di tutte le grazie, di tutti i doni e di tutti i
frutti dello Spirito Santo! O Piena di Grazia, che possedete perfettamente
tutte le grazie delle virtù cristiane e delle beatitudini evangeliche! O piena
di grazia, di cui tutte le facoltà, sia spirituali che corporali, sono ricolme
di grazie e di santità! O Piena di Grazia, nella quale tutte le grazie dei
santi Patriarchi, dei santi Profeti, dei santi Apostoli, dei santi Martiri, dei
santi Sacerdoti, dei santi Confessori, delle sante Vergini e di tutti gli altri
santi si trovano nella loro ultima perfezione! O Piena di Grazia, che siete così
piena di gloria, di felicità, di potenza, di maestà e di tutte le grandezze che
devono accompagnare l’altissima dignità di Madre di Dio!
Ecco molte
cose grandi e meravigliose che Dio ha fatto alla Regina del Cielo; ma ecco il
miracolo dei miracoli. Essendo Sì Grande, Santa ed Ammirabile come Voi siete,
o Vergine Madre, vi siete sempre considerata, trattata e abbassata, come se
foste stata la più piccola e l’ultima di tutte le creature.
«Magnum, quia Virgo; -
dice san Beda - magnum, quia Mater; maius, quia
utrumque; maximum, quia Deiparens; sed majus quia, cum tanta sit, putat se
nihil esse : Che cosa grande è per la Regina degli angeli, Essere
Vergine; che cosa grande è Essere Madre; è cosa più grande Essere Madre e
Vergine insieme; è una cosa grandissima Essere Vergine e Madre di Dio; ma ciò
che supera tutto è che, essendo sì grande come Ella è, si considera come se
fosse nulla».
E in più, Ella ha utilizzato tutti questi
grandi poteri, tutti questi grandi privilegi, tutte queste grandi misericordie,
per assistere i piccoli, i miserabili e persino i più perduti, se fanno ricorso
a Lei con umiltà e fiducia. Ogni potere, dice il Cardinal Pier Damiani, vi è
stato dato in Cielo e in Terra e nulla è impossibile a Colei che ha il potere
di ristabilire i più disperati nella speranza della loro salvezza (Serm. 1 de Nativ. B. V.)
«Sì - dice san Bonaventura -, perché il Signore onnipotente è potentemente con
Voi,
ragion per cui Voi siete potentissima con Lui, potentissima per Lui, potentissima
presso di Lui : <Dominus potentìssimus
potentissime tecum est; ideo et tu potentissima es secum,
potentissima es per
ipsum, potentissima apud ipsum>» (In Spec. Virg., cap.8.).
O Vergine potentissima e benignissima, è con tutto il mio cuore che
rendo grazie infinite
all' Onnipotente per avervi resa così grande, potente ed
ammirabile. Ed è anche con tutto
il mio cuore che mi dono, mi offro e mi
abbandono interamente e irrevocabilmente
alla
grande potenza che Dio vi ha dato, supplicandovi umilissimamente di usarla
su di me, per
distruggervi totalmente tutto ciò che a Lui e a Voi dispiace e
per stabilirvi perfettamente il
Regno della sua gloria e del suo amore.
(continua Sezione unica: Et
sanctum nomen eius )
Sezione unica
Spiegazione delle ultime parole del quarto versetto:
" Et sanctum nomen eius "
La Beata Vergine, avendo detto che l'Onnipotente le ha fatto grandi cose, aggiunge poi queste parole: «Et sanctum Nomen eius: E Santo è il suo Nome».
Sono parole che contengono sei grandi misteri:
Il primo consiste nel fatto che il mistero dell’Incarnazione, essendo un mistero d’amore, è attribuito allo Spirito Santo, che è l’Amore personale, come il capolavoro del suo amore e della sua bontà, conformemente a queste parole dell’Angelo: «Spiritus Sanctus supervieniet in te» (Lc 1,35).
Il secondo mistero indicato da queste parole: «Et sanctum nomen eius», consiste nel fatto che l’umanità santa del Divino Bambino, che la Beata Vergine ha concepito nelle sue viscere, è santificata dall’unione intimissima nella quale Ella è entrata con la Santità essenziale, che è la Divinità, come mostrano ancora le parole di san Gabriele: «Quod nascetur ex te sanctum vocabitur» (ivi).
Il terzo mistero consiste nel fatto che questo Dio Bambino è così santificato e reso il Santo dei santi, al fine di santificare e di glorificare il Nome del tre volte Santo tanto quanto merita di esserlo, come pure al fine di farlo santificare e glorificare nella terra, in Cielo e in tutto l’universo, e compiere in tal modo ciò che è indicato da queste parole: «Sanctificetur Nomen tuum» (Mt 6,9).
Il quarto mistero contenuto in queste parole: «Et sanctum Nomen eius»,consiste nel fatto che il Salvatore del mondo, che la Santissima Vergine porta net suo sacro grembo è unto divinamente con l’unzione della Divinità, ossia è santificato e consacrato in qualità di Salvatore, per esercitare l’ufficio di Emanuele, di Salvatore, e di santifìcatore di tutti gli uomini: a cominciare dal suo Precursore e dai suoi genitori san Zaccaria e sant’Elisabetta.
Il quinto mistero consiste nel fatto che lo Spirito Santo, manifestandosi in Maria per compiervi la più santa opera che fu né mai vi sarà, insieme a Gesù Cristo, che è il Santo dei santi, la Santità stessa, e la Fonte di ogni santità concepito in Lei, L’hanno riempita e colmata di un mare di grazie e di santità inconcepibile.
Il sesto mistero contenuto nelle parole: «Et sanctum Nomen eius» consiste nel fatto che il mistero ineffabile dell'Incamazione è una fonte inesauribile di tutte le grazie e santità che mai vi sono state, che sono e che saranno in Terra e in Cielo.
Vedete ed ammirate quante meraviglie sono contenute in queste poche parole, pronunciate dalla sacra bocca della Madre del Santo dei santi, affinché il suo Santo Nome sia lodato, santificato e glorificato eternamente.
Diciamo a questo proposito con i serafini, con tutto il Paradiso e con tutta la Santa Chiesa: «Sanctus, sanctus, sanctus Dominus, Deus Sabaoth; pleni sunt coeli et terra maiestatis gloriae tuae».
San Giovanni Eudes