mercoledì 12 giugno 2019

 SPIRITUALITÀ

Perché i cattolici baciano immagini, rosari e a volte perfino il pavimento?

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Elizabeth Scalia | Apr 28, 2017
Forse la pratica è venuta meno in pubblico, ma mi ritrovo ancora a seguirla...
Baciavamo sempre le cose.
Essendo cresciuta in un quartiere cattolico pieno di famiglie numerose, non era insolito vedere le persone posare le labbra su molte cose al di là di cani e persone. Se qualcuno faceva cadere una statuetta di San Giuda, di quelle kitsch di plastica che si illuminano al buio, la rimetteva a posto dopo averle dato un rapido bacio. Se una donna faceva cadere il suo rosario mentre cambiava la borsa, lo baciava e lo rimetteva al sicuro nella sua bustina di satin. Una volta, quando un vicino tirò fuori delle monetine dalla tasca, un piccolo crocifisso cadde sul marciapiedi. Venne baciato prima di scomparire di nuovo nella tasca consunta. Anche mia nonna – convertita dalla religione luterana – non esitava a inginocchiarsi e a baciare il pavimento su cui era caduta l’acqua santa.

Non stupisce che l’unica famiglia protestante del nostro isolato pensasse che non eravamo solo eccentrici, ma probabilmente anche idolatri. E non c’è da stupirsi che anche oggi che baciare le statue è ormai fuori moda e poche famiglie tengono in casa l’acqua santa molte persone non riescano a individuare la differenza tra l’adorazione cattolica e la semplice reverenza – tra l’adorazione, che è riservata a Dio, e la venerazione, che è appunto mera reverenza, anche se mista a stupore.


Leggi anche:
5 modi in cui i santi ti possono aiutare con i problemi quotidiani
La Comunione dei Santi deve sembrare strana a chi si chiede perché i cattolici e gli ortodossi prendono vie secondarie nelle loro preghiere quando una preghiera a Gesù sembra una strada più rapida e diretta. Come ha detto una suora quando ero piccola, “Perché coniugarsi al singolare quando puoi partecipare al paradiso?”

Partecipiamo al paradiso, per così dire, nella Santa Messa. Non dimenticherò mai la gioia del mio figlio più piccolo sapendo che la recita del Santo ci unisce al coro di lode continua offerta dagli angeli alla presenza del Creatore. Quell’informazione lo ha fatto cantare a squarciagola a Messa per anni, fino a quando ha capito che per l’Eternità un sussurro va bene tanto quanto un grido.

Nella grande “nuvola dei testimoni” di cui parla San Paolo accediamo a chi ci ha preceduto; teniamo con noi immagini di uomini e donne santi come faremmo con quelle dei membri amati della nostra famiglia. Credendo nella vita eterna, e nel fatto che Cristo intendeva questo quando ha detto che stava preparando un posto per noi, non sembra una follia chiedere a queste figure distanti ma allo stesso tempo vicine le loro preghiere di intercessione.


Al di là di questi aiuti di preghiera e delle reliquie che ci ispirano e ci aiutano ad allenare la nostra attenzione, i cattolici e gli ortodossi beneficiano della saggezza di coloro che hanno attraversato questa valle di lacrime prima di noi, lottando con gli stessi peccati con cui ci battiamo oggi – cupidigia, avarizia, ira, accidia, orgoglio, gola, invidia e disperazione. Il loro consiglio riecheggia nel corso dei tempi con la sicurezza che, come docenti di un’università spirituale, danno vere istruzioni su una serie di questioni.


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In teologia: “Il Padre si diletta di guardare il cuore della Santissima Vergine Maria come il capolavoro delle sue mani… Il Figlio se ne diletta in quanto cuore di Sua Madre, la fonte dalla quale ha tratto il suo sangue che… ci ha riscattati” – San Giovanni Maria Vianney

Nell’umiltà pratica: Una volta Macario si rivolse a un giovane perché andasse in un cimitero e disseppellisse i morti, e poi li adulasse. “Quale risposta ti hanno dato?”, chiese Macario. “Nessuna”, disse il giovane. “Allora vai e impara a non permettere mai che gli abusi o le adulazioni ti smuovano. Se muori al mondo e a te stesso, inizierai a vivere per Cristo”.

Nel valore della sofferenza: “Nei momenti dolorosi, quando si sente un vuoto terribile, pensate a come Dio sta ampliando la capacità della vostra anima perché possa riceverlo, rendendola infinita come lo è Lui. Guardate a ogni dolore come a un segno d’amore che viene a voi direttamente da Dio per unirvi a Lui” – Santa Elisabetta della Trinità (che mi ha insegnato come pregare…)

Che siano commemorati in icone o pendano da un portachiavi, chi non vorrebbe baciare maestri così profondi?


Leggi anche:
Si può tenere in casa o bere l’acqua benedetta?
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]


Perché i cattolici baciano immagini, rosari e a volte perfino il pavimento?


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Forse la pratica è venuta meno in pubblico, ma mi ritrovo ancora a seguirla...

Baciavamo sempre le cose.
Essendo cresciuta in un quartiere cattolico pieno di famiglie numerose, non era insolito vedere le persone posare le labbra su molte cose al di là di cani e persone. Se qualcuno faceva cadere una statuetta di San Giuda, di quelle kitsch di plastica che si illuminano al buio, la rimetteva a posto dopo averle dato un rapido bacio. Se una donna faceva cadere il suo rosario mentre cambiava la borsa, lo baciava e lo rimetteva al sicuro nella sua bustina di satin. Una volta, quando un vicino tirò fuori delle monetine dalla tasca, un piccolo crocifisso cadde sul marciapiedi. Venne baciato prima di scomparire di nuovo nella tasca consunta. Anche mia nonna – convertita dalla religione luterana – non esitava a inginocchiarsi e a baciare il pavimento su cui era caduta l’acqua santa.
Non stupisce che l’unica famiglia protestante del nostro isolato pensasse che non eravamo solo eccentrici, ma probabilmente anche idolatri. E non c’è da stupirsi che anche oggi che baciare le statue è ormai fuori moda e poche famiglie tengono in casa l’acqua santa molte persone non riescano a individuare la differenza tra l’adorazione cattolica e la semplice reverenza – tra l’adorazione, che è riservata a Dio, e la venerazione, che è appunto mera reverenza, anche se mista a stupore.
La Comunione dei Santi deve sembrare strana a chi si chiede perché i cattolici e gli ortodossi prendono vie secondarie nelle loro preghiere quando una preghiera a Gesù sembra una strada più rapida e diretta. Come ha detto una suora quando ero piccola, “Perché coniugarsi al singolare quando puoi partecipare al paradiso?”
Partecipiamo al paradiso, per così dire, nella Santa Messa. Non dimenticherò mai la gioia del mio figlio più piccolo sapendo che la recita del Santo ci unisce al coro di lode continua offerta dagli angeli alla presenza del Creatore. Quell’informazione lo ha fatto cantare a squarciagola a Messa per anni, fino a quando ha capito che per l’Eternità un sussurro va bene tanto quanto un grido.
Nella grande “nuvola dei testimoni” di cui parla San Paolo accediamo a chi ci ha preceduto; teniamo con noi immagini di uomini e donne santi come faremmo con quelle dei membri amati della nostra famiglia. Credendo nella vita eterna, e nel fatto che Cristo intendeva questo quando ha detto che stava preparando un posto per noi, non sembra una follia chiedere a queste figure distanti ma allo stesso tempo vicine le loro preghiere di intercessione.
Al di là di questi aiuti di preghiera e delle reliquie che ci ispirano e ci aiutano ad allenare la nostra attenzione, i cattolici e gli ortodossi beneficiano della saggezza di coloro che hanno attraversato questa valle di lacrime prima di noi, lottando con gli stessi peccati con cui ci battiamo oggi – cupidigia, avarizia, ira, accidia, orgoglio, gola, invidia e disperazione. Il loro consiglio riecheggia nel corso dei tempi con la sicurezza che, come docenti di un’università spirituale, danno vere istruzioni su una serie di questioni.
In teologia: “Il Padre si diletta di guardare il cuore della Santissima Vergine Maria come il capolavoro delle sue mani… Il Figlio se ne diletta in quanto cuore di Sua Madre, la fonte dalla quale ha tratto il suo sangue che… ci ha riscattati” – San Giovanni Maria Vianney
Nell’umiltà pratica: Una volta Macario si rivolse a un giovane perché andasse in un cimitero e disseppellisse i morti, e poi li adulasse. “Quale risposta ti hanno dato?”, chiese Macario. “Nessuna”, disse il giovane. “Allora vai e impara a non permettere mai che gli abusi o le adulazioni ti smuovano. Se muori al mondo e a te stesso, inizierai a vivere per Cristo”.
Nel valore della sofferenza: “Nei momenti dolorosi, quando si sente un vuoto terribile, pensate a come Dio sta ampliando la capacità della vostra anima perché possa riceverlo, rendendola infinita come lo è Lui. Guardate a ogni dolore come a un segno d’amore che viene a voi direttamente da Dio per unirvi a Lui” – Santa Elisabetta della Trinità (che mi ha insegnato come pregare…)
Che siano commemorati in icone o pendano da un portachiavi, chi non vorrebbe baciare maestri così profondi?
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

Alcuni cercano ... liberazione nello yoga

YOGA
un rischio per la fede cristiana

Moltissima gente che si sente stressata o soffre di depressione e frustrazioni cerca conforto e soluzioni nello yoga. L’interesse per le religioni orientali e le loro pratiche mistiche si è diffuso in tutto l’Occidente in particolare dagli anni’60
del secolo scorso, il decennio degli hippy e dei figli dei fiori. La meditazione trascendentale, un ulteriore aspetto dello
yoga, è stata resa popolare da divi del cinema e da musicisti
rock. Visto il crescente interesse per lo yoga potremmo chie- derci se si può praticare semplicemente come esercizio fisico
per avere un corpo sano e una mente rilassata, senza alcun
coinvolgimento religioso. La risposta, purtroppo, viste le sue
origini, deve essere no. Il termine “yoga”, infatti, viene da una radice sanscrita che
significa “aggiogare”. Può significare unire o congiungere o
mettere sotto il giogo, imbrigliare o dominare. Per un indù lo yoga è una tecnica o disciplina che porta all’unione con un grande spirito o forza soprannaturale. 

È stato
definito “l’aggiogare a Dio tutte le facoltà del corpo, della
mente e dell’anima”. Uno studioso definisce lo yoga “un codice di pratiche ascetiche, prevalentemente di origine preariana, contenente tracce
di molti concetti e riti primitivi”. 

Patañjali, un maestro di yoga indiano, negli Yogasutra, che
restano tuttora il testo fondamentale di yoga, afferma che lo
yoga è “lo sforzo metodico per conseguire la perfezione, attraverso il controllo dei diversi elementi psichici e fisici della natura umana”. 

Dunque l’obiettivo dello yoga come disciplina è di far fare
alla persona un’esperienza spirituale: “aggiogarsi” o unirsi a
uno spirito sovrumano. Ma di che spirito si tratterebbe? Questo ve lo lasciamo
immaginare… E’ bene ricordare che dai suoi inizi a oggi, lo yoga è stato
parte integrante delle religioni orientali, e ora in particolare del- l’induismo, del giainismo e del buddismo. Alcuni praticanti di yoga credono che farà loro conseguire il
moksha, cioè la liberazione, attraverso l’unione con uno spirito che pervade tutto. 

Il dott. S. Radhakrishnan, ex presidente
dell’India, dice riguardo allo yogi (chi pratica lo yoga) che “il
controllo del corpo attraverso le posizioni si conclude nell’indifferenza verso gli estremi di caldo e freddo.... Lo Yogi può
vedere e udire a distanza... Diviene così possibile la trasmissione del pensiero da un individuo all’altro senza l’intervento
dei comuni mezzi di comunicazione.... Lo Yogi può rendere
invisibile il suo corpo”. 

Quindi il cristiano deve chiedersi: cosa indicano imprese del
genere?

Qualunque cosa dicano gli esperti di fitness, lo yoga non è
semplice esercizio fisico. Ognuno è libero di scegliere quali esercizi fisici fare. I cri- stiani, però, non devono permettersi nulla - si tratti di allena- mento fisico, cibo, bevanda, vestiario,svago o altro – che rovi- ni la loro relazione con Dio. 

In un’intervista a cura di Ignazio Artizzu, pubblicata dalla
rivista “Una voce grida...” n° 9 del marzo 1999, quando Papa
Benedetto XVI era ancora il Cardinale Joseph Ratzinger, rispondeva:

 “Anche la meditazione trascendentale e lo yoga, in particolare lo yoga, hanno come substrato l’occultismo. Anzi, l’ultimo grado dello yoga, il più elevato, comporta - affermano gli stessi libri sacri di questa filosofia - un contatto
con il mondo degli spiriti e la acquisizione di poteri magici”. 

Alla domanda: “Ritiene che vi sia un legame di fondo, anche
se poco apparente, tra la diffusione delle religioni orientali e
l’attuale rigurgito di occultismo?”, il Cardinale Ratzinger
rispondeva: 

“Nel fondo è presente,senza dubbio. Diciamo che
l’offerta di queste religioni orientalisi muove su diversi livelli. C’è uno yoga ridotto ad una specie di ginnastica:si offre qual- che elemento che può dare un aiuto per il rilassamento del
corpo. Bene, se lo yoga è ridotto realmente ad una ginnastica
si può anche accettare, nel caso di movimenti che hanno un
senso esclusivamente fisico. Ma deve essere realmente ridotto, ripeto, a un puro esercizio dirilassamento fisico, liberato da
ogni elemento ideologico. Su questo punto si deve essere
molto attenti per non introdurre in una preparazione fisica una
determinata visione dell’uomo, del mondo, della relazione tra
uomo e Dio. 

Questa purificazione di un metodo in sé logico di
idee incompatibili con la vita cristiana, potrebbe essere paragonata per esempio con la “demitizzazione” delle tradizioni
pagane sulla creazione del mondo,realizzata nel primo capitolo della Genesi, dove ilsole e la luna,le grandi divinità delmito
sono ridotte a “lampade” create da Dio, lampade che riflettono la luce di Dio, e ci fanno immaginare la vera Luce, che è il
Creatore della luce. 

E cosi, anche nel caso dello yoga e delle
altre tecniche orientali, sarebbe necessaria una trasformazione
e uno spostamento radicale che realmente tolgano di mezzo
ogni pretesa ideologica. Nel momento in cui compaiono elementi che pretendono di guidare ad una “mistica”, diventano già strumenti che conducono in una direzione sbagliata. 

Alla domanda: “Può esistere uno “yoga cristiano”?” rispondeva l’attuale Pontefice: 

“Nel momento in cui lo si chiama “yoga cristiano” è già ideologizzato e appare come una religione, e questo non mi piace tanto. Mentre sul piano pura- mente fisico, ripeto, alcuni elementi potrebbero anche sussi- stere. Occorre stare molto attentiriguardo al contesto ideologico, che lo rende parte di un potere quasimistico.Ilrischio è che
lo yoga diventi un metodo autonomo di “redenzione”, priva di
un vero incontro tra Dio e la persona umana. 
E in quel caso, siamo già nel trascendente. 

E’ vero che anche nella preghiera
e nella meditazione cristiana la posizione del corpo ha la sua
importanza, e sta a significare un atteggiamento interiore che
si esprime anche nella liturgia. Ma nello yoga i movimenti del
corpo hanno una diversa implicazione dirapporto conDio, che
non è quella della liturgia cristiana. 
Occorre la massima prudenza perché dietro questi elementi corporali si nasconde una
concezione dell’essere come tale, della relazione tra corpo e
anima, tra uomo, mondo e Dio. 

Alla domanda 
“Urs Von Balthasar definisce la meditazione trascendentale un tradimento nei confronti della fede cristiana. E’d’accordo con questa affermazione?” l’attuale Santo Padre rispondeva: 

«Sì. Perché il Dio Trascendente, la persona che mi ha chiamato e
mi ama, viene deformato in una dimensione trascendentale
dell’essere.Credo che sia necessario distinguere bene tra il Dio
Trascendente e la trascendentalità. Mentre il Trascendente è
una Persona che mi ha creato, il trascendentale è una dimensione dell’essere e quindi implica una filosofia di identità. 

Il cammino della Meditazione Trascendentale, preso nelle sue
intenzioni ultime, ha questa tendenza di guidare ad immergersi nella identità, e quindi è esattamente opposto alla visione cristiana, che conosce anche una unione di identità. Cristo si è
identificato con noi e così ci inserisce nel suo Corpo, ma è una
identificazione diversa, operata nell’amore, nella quale rimane
sempre una identità personale distinta, mentre la Meditazione
Trascendentale comporta l’immergersi, il lasciarsi “sciogliere” nella identità dell’essere supremo. 

Allora ogni cristiano
dovrebbe domandarsi qual è, in termini spirituali, il prezzo di
queste pratiche?
Risponde lo stesso Papa Ratzinger: “La risposta è semplice!
La perdita della fede e la perversione della relazione uomo - Dio, e un disorientamento profondo dell’essere umano, cosicché alla fine l’uomo si sposa con la menzogna.»

Matteo Orlando



LLEETTTTEERREE AALL DDIIRREETTTTOORREE
ASSESSORE ALLA POLITICA PER LA FAMIGLIA
DELLA PROVINCIA DI VERONA REAGISCE
CON DECISIONE ALLA MERCIFICAZIONE
DELLA DONNA NELLA PUBBLICITÀ

Ill.mo Direttore,
oggi ci stiamo abituando a messaggi (pubblicitari, televisivi,
radiofonici) che in modo subdolo, aggressivo, volgare e violento
offendono la dignità della persona, uomo o donna che sia.
Ogni prodotto commerciale viene abbinato al particolare anatomico intimo o all’intimità sessuale, come ingiustificato espediente per catturare l’attenzione dei destinatari; la figura femminile
viene spesso mercificata e svilita. Con quali danni per bambini,
minori e adolescenti, non solo morali ma anche psicologici?
Sono molto sensibile a tale problematica morale, sociale e politica. E come Assessore alle politiche della Famiglia, sono perciò
intervenuta contro la provocante e sconcertante campagna pubblicitaria di “Cotonella”; l’ho rifatto con le immagini di Oliviero
Toscani e lo rifarò tutte le volte che riterrò messi a rischio valori
fondamentali per una sana società etica.
http://lavia1966.altervista.org/2006.pdf

AMDG et DVM

VIA CRUCIS per suffragare le santa Anime del Purgatorio

PREGHIERA DI PREPARAZIONE.

Gesù, mio Dio, Ti amo sopra tutte le cose. Per questo amore, io odio e detesto tutte le mie colpe, perchè con esse Ti ho offeso. Gesù mio, misericordia. Perdonami, e lasciami prima morire che nuovamente offenderti. Per provarti la mia riconoscenza, ed in espiazione delle mie innumerevoli infedeltà, Ti domando la grazia di poter fare la Via Crucis con Te, e con vera divozione di cuore. Aumenta, o Gesù, il mio amore per Te: fammi star costante nella via de' tuoi comandamenti, e dammi la grazia che l'ultima mia ora, dalla quale dipende l'eternità, sia per me beata. Gli altri frutti e meriti di questa divozione, unitamente a tutte le annesse sante Indulgenze, intendo applicarle in suf­fragio delle povere Anime del Purgatorio, sopratutto di quelle che in vita mi furono più vicine, e per le quali sono in modo spe­ciale obbligata di pregare. Per i tuoi dolori, e per il tuo preziosissimo Sangue, siimi cle­mente, o Cuor del mio Gesù, e per mezzo della tua Morte santissima concedi loro la vita eterna, che tanto ardentemente desi­derano.

O Maria, pietosa Madre mia e Madre delle Anime Purganti, accompagnami colla tua intercessione durante questo cammino della Croce, sul quale seguisti, immersa in così immenso dolore, il tuo amabilissimo Fi­gliuolo.

O Angelo di Dio, che sei il mio custode per ordine della pietosa, sua provvidenza, custodiscimi in questo esercizio, illumina il mio intelletto, reggi i miei affetti e governa i miei sentimenti, acciocchè io non offenda il mio Signore e Dio. Così sia.

STAZIONE PRIMA

Gesù è condannato da Pilato alla morte di Croce.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

O Gesù innocentissimo, Tu ti lasci con­dannare alla morte di Croce da un giudice pagano, per liberare me dalla morte eterna! Per amor tuo voglio d'ora in poi odiare il peccato e vivere in modo, da poter ottenere un giorno da Te una sentenza di miseri­cordia, quando dovrò comparire al tribunale della tua infinita giustizia l Le povere Ani­me del Purgatorio sono già state giudicate, la tua misericordia le ha preservate dall'in­ferno, ma la tua giustizia dovette condan­narle, per i loro peccati, al castigo del fuoco
nel Purgatorio. O Cuore di Gesù, abbi pietà di loro, revoca la condanna del loro esilio, ed apri loro la porta della Patria celeste. Gesù mio, misericordia. Pater, Ave, Requiem.

Gesù, Figliuolo di Dio vivo, abbi pietà di loro.

O innocentissimo Gesù, condannato a mor­te, abbi pietà di loro.

Gesù, Giudice dei vivi e dei morti, pietà di loro.

Signore, fa che riposino in pace. Cosi sia.

STAZIONE SECONDA.

Gesù prende sulle spalle il pesantissimo legno della Croce.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Salve, o sacrosanta Croce, che il Figliuolo di Dio ha salutato ed abbracciato con tanto affetto per amor nostro. Tu sei l'albero della vita, la chiave del Paradiso, la nostra sa­lute e la nostra unica speranza. Sii tu il mio appoggio nei patimenti, la mia arma nelle lotte, la mia salvezza in punto di morte. O Gesù, che porti la Croce, ricordati de' tuoi servi, che ci hanno preceduti con questo segno della fede, ma che si trovano ancora lontani dalla tua presenza santissi­ma, perché siedono nelle ombre di morte, e stanno soddisfacendo ai loro peccati fra tormenti orribili. Libera quelle povere Ani­me dai castighi meritati, e per la forza vit­toriosa della tua Croce, colla quale hai debel­lata la morte, conducile nella vita eterna. Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

O Gesù, caricato della Croce, abbi pietà di loro.

Obbedientissimo e umilissimo Cuore di Gesù, muoviti a pietà di loro.

Mansuetissimo e pazientissimo Gesù, abbi pietà di loro.

STAZIONE TERZA.

Gesù cade la prima volta sotto la Croce.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Per la spossatezza che Ti fece cadere la prima volta sotto la Croce, e per questa dolorosa caduta, concedimi costanza nei miei buoni proponimenti, acciocchè io cammini fedelmente sulle tue vie, guardandomi an­che dai falli leggieri e da ogni imperfezione. Le povere Anime del Purgatorio soffrono grandissimi tormenti per il tempo perduto, per le grazie trascurate e per i moltissimi peccati veniali, che ritenevano come cose leggiere e sventatamente commettevano. Ora riconoscono con gran dolore che nulla d'im­puro entrerà nel Cielo. Abbi di loro pietà, o Signore, e secondo la grande tua miseri­cordia, cancella i loro debiti. Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Abbi di loro pietà, e risparmiale, o Signore.

Abbi di loro pietà, e liberale, o Signore.

Per la tua prima caduta sotto la Croce, liberale, o Signore, e falle riposare in pace, così sia.

STAZIONE QUARTA.

Gesù che porta la Croce ed incontra la sua afflitta Madre.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

O Cuore di Maria, ripieno di angoscia! o addolorato Cuore di Gesù! Io, ingrato, vi ho preparato sì grandi pene. Ma ne sento un amaro dolore! Da ora in avanti voglio amarvi con tanto più affetto; vi dono la mia vita, e nell'ora della mia morte il nome di Gesù e di Maria risuonino ancora sulle mie labbra, e siano impressi nel mio cuore. O dolcis­simo Cuore di Gesù, fa che io T'ami sem­pre più. O amabilissimo Cuor di Maria, sii la salvezza mia. Madre addolorata, pie­tosa Regina delle Anime Purganti, nelle tue mani rimetto i pochi miei meriti, e Ti prego di unirli a quelli infiniti del tuo Figliuolo, e ad offrirli a Dio, specialmente per quelle povere Anime che erano congiunte a me in questa vita per vincolo di parentela. Madre pietosa, prega per loro. Addolorata Madre, consolale. Gesù mio, misericordia. Pater, Ave, Requiem.

Per intercessione della tua addolorata Ma­dre, liberale, o Signore.

Per l'amore del suo Cuore, liberale, o Signore.

Pel dolore che trafisse l'animo suo, libe­rale, o Signore.

Signore, fa che riposino in pace. Cosi sia.

STAZIONE QUINTA.

Simone di Cirene aiuta Gesù a portare la Croce.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Indebolito Gesù! non forzato, come Simo­ne, ma volonteroso e di cuore, voglio aiu­tarti a portare la Croce, coll'usar pazienza in tutte le contrarietà che mi colpiranno.­

Voglio patire per amor tuo, come Tu hai patito per amor mio: voglio far penitenza de' miei peccati, perchè Tu hai tanto sofferto per essi. Quante Anime purganti piangono ora le loro passate impazienze! Con piccoli patimenti avrebbero risparmiato imminenti castighi: ed ora fanno penitenza nel fuoco! Ma Tu, o Signore, usa verso di loro la tua gene­rosità, e rimetti, per la tua pesantissima Cro­ce, quello che loro resta ancora da scontare. Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Pel tuo indebolimento sotto la Croce, li­berale, o Signore.

Per il dolore della tua spalla nel portare la Croce, liberale, o Signore.

Per il tuo Capo tormentato di spine, libe­rale, o Signore.

Signore, fa che riposino in pace. Così sia.

STAZIONE SESTA.

Gesù imprime sopra il sudario della Veronica l'effigie del suo santo volto.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Signore Gesù Cristo; splendore della gloria del Padre, che hai impresso sopra il su­dario di Veronica l'effigie del tuo volto san­guinolento, fa che la memoria della tua amarissima Passione rimanga sempre impressa davanti agli occhi dell'anima mia, sopra­tutto nei momenti, in cui la tentazione della vanità o delle voglie peccaminose fosse per sedurmi. E rivolgi pure il tuo sguardo pie­toso verso le Anime del Purgatorio, create secondo la tua divina imagine e redente col tuo preziosissimo Sangue. Deh! mondale da ogni neo di peccato, acciocchè divengano degne di entrare nella società dei Santi, per contemplare il tuo bel volto, che rende beati e di cui si pascono le legioni angeliche. Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Per le tue pene ed angosce sotto la Croce, liberale, o Signore.

Pel Sangue e pel sudore da liberale, o Signore.

Pel tuo volto sanguinolento, pietà, o Signore.

Signore, fa che riposino in pace. Così sia.

STAZIONE SETTIMA.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Gesù cade la seconda volta alla porta di Gerusalemme.

I miei innumerevoli peccati Ti hanno resa così pesante la Croce, o Gesù, che ricadi quasi morto di stanchezza a terra. Perciò li detesto e maledico per amor tuo, e ne pro­pongo viva emendazione. Signore, aiutami nella mia miseria, e preservami dalle rica­dute. Fammi prima morire, oh si, mille volte morire, anzichè mai più acconsentire ad un peccato grave! Muoviti a pietà altresì delle Anime, che soffrono nel fuoco del Purgatorio; sopratutto di quelle che soffrono ora i più fieri supplizii per i loro peccati mortali, con­fessati, assoluti, ma non bene scontati. O clementissimo Cuore di Gesù, abbi com­passione di loro. Misericordiosissimo Cuore di Gesù, muoviti a pietà di loro, condona loro debiti e pena.

Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Per la tua seconda caduta sotto la Croce, liberale, o Signore.

Dalla severità della tua giustizia, libe­rale, o Signore.

Falle riposare in pace. Così sia.

STAZIONE OTTAVA.

Gesù consola le donne piangenti.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Cuore compassionevole di Gesù, che dice­sti alle donne piangenti: ”Non piangete sopra di me, ma sopra di voi stesse, e dei vostri figliuoli,” dammi lagrime acciocchè pianga giorno e notte le ingratitudini con cui ho corrisposto al tuo immenso amore! Intenerisci anche il mio cuore con una af­fettuosa pietà verso le Anime del Purga­torio, e specialmente verso quelle che mi appartenevano, e che non possono più in alcun modo aiutarsi, sicchè domandano in­stantemente a noi soccorso. Io propongo di zelare d'ora in poi a favore delle povere Anime del Purgatorio, voglio ricordarmene spesso, e prego Te, o amabilissimo mio Gesù, di rammentarle, per compensare, colle ricchezze della tua misericordia, quanto io trascurai di fare in loro vantaggio, per du­rezza di cuore o per dimenticanza. I miei proprii falli però li voglio piangere quag­giù, acciocchè Tu me li rimetta nell'eternità. Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Per l’infinito amore del tuo Cuore divino, liberale, o Signore.

Dai loro lunghi e profondi dolori, libe­rale, o Signore.

Metti fine ai loro penosissimi gemiti e lamenti, o Signore.

Signore, fa che riposino in pace. Così sia.

STAZIONE NONA.

Gesù cade per la terza volta sotto la Croce.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Per quella crudelissima caduta, o Gesù e per tutti i dolori che per essa dovesti soffrire, Ti supplico a volermi tener lontano da una cattiva morte, che mi precipiti al­l'inferno! Dalle fauci del leone liberami, o Signore; dal potere de' miei nemici pre­serva, o Signore, l'unica anima mia immor­tale, e nella tua grazia fammi vivere e mo­rire. Rivolgi pure i tuoi occhi pietosi verso le povere Anime purganti, che fanno peni­tenza nel profondo della terra, e con ge­miti e preghiere Ti chiedono aiuto e mise­ricordia. Esaudisci i loro clamori, làsciati commuovere dalle loro affettuose orazioni, e conducile fuori di quel luogo di pena, a gioire e godere nella beata pace del Paradiso, al lume della tua chiarezza.

Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Per la tua terza caduta, liberale, o Signore.

Dalla pena del fuoco liberale, o Signore.

Dalla spaventosa oscurità liberale, o Signore.

Signore, fa che riposino in pace. Così sia

STAZIONE DECIMA.

Gesù è spogliato delle vesti ed abbeverato di fiele ed aceto.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Santissimo Redentore; per amor nostro denudato, concedimi una santa vergogna, e ridonami la veste dell'innocenza. Sommo Bene e Signore del mondo tutto, denudato d'ogni cosa per cagione delle mie indiscrete voglie, liberami da tutte le inclinazioni pe­ricolose verso le cose create; fammi morire, mentre vivo, a tutte le cose della terra, acciocchè alla morte il distacco da tutto mi riesca più facile. Che cosa ne hanno mai ora le povere Anime purganti di tutti i beni e godimenti passaggeri, in cui avevano altre volte posto il cuore? I loro corpi li dovettero lasciare ai vermi, le loro sostanza agli eredi: solamente le loro opere le hanno seguite, le buone per essere ricompensate, le cattive per essere punite. Ma Tu, o Signore, cui il far grazia e misericordia è tanto proprio, metti un limite al castigo, non le segregare più a lungo dall'eredità dei Santi, esiliate come sino dalla tua mensa divina, per la quale sospirano fameliche ed arse di sete. Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Noi poveri peccatori, Ti preghiamo, ascoltaci.

Che Tu voglia rivestire le povere Anime purganti colla veste di gloria in Paradiso, noi Ti preghiamo, ascoltaci.

Accogliele, o Signore, alla mensa degli Angeli, noi Ti preghiamo, esaudiscici.

Signore, fa che riposino in pace. Così sia.

STAZIONE UNDECIMA.

Gesù è inchiodato sulla Croce.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Innocentissimo Agnello di Dio, inchiodato sulla Croce per i miei peccati, io Ti supplico per quei colpi di martello, per quei spietati squarci che Ti fecero i chiodi, e per gli or­ribili spasimi che allora soffristi, a voler accorrere in mio aiuto, quando l'ultima mia malattia mi stenderà sul letto dei dolori moribondo ed agonizzante. Concedimi di ri­cevere in tempo i santi Sacramenti per mio conforto: vieni in me, o santissimo Viatico infondi in quel momento nell'anima mia la pazienza del tuo Cuore, ed a me aprine la piaga quale luogo di rifugio contro le tentazioni del nemico infernale. E Tu, o Maria, mostrati allora Madre mia, consola e raddolcisci i miei patimenti, per 1'ineffabile dolore che provasti assistendo alla cro­cefissione di Gesù. Deh! o Agnello di Dio, Cristo Gesù! muoviti pure a pietà delle povere Anime del Purgatorio, le cui pene sono più acerbe di quelle di tutti gli am­malati e moribondi. Risparmiale, e dà loro, in grazia dei tuoi dolori, i gaudii eterni. Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Dégnati liberare dalle loro pene le povere Anime, per i dolori atroci della tua croce­fissione, Ti preghiamo, ascoltaci.

Purificale nel tuo Sangue da ogni chia, noi Ti preghiamo, esaudiscici.

Abbi speciale pietà di quelle povere anime che debbono patire per la nostra negligenza­ne suffragarle, ti preghiamo, ascoltaci.

Signore, fa che riposino in pace. Così sia.

STAZIONE DUODECIMA.

Gesù muore sulla Croce.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

Per le tue tre ore di agonia, o Redentore divino, e per la tua amarissima morte di Croce, Ti supplico a darmi un beato fine, ­prendendomi nel miglior punto. Ispirami in quell'ora santi sentimenti di fede, di spe­ranza e di carità; concedimi una vera e perfetta contrizione de' miei peccati, e fa che, in penitenza, io patisca i dolori del­l’agonia e la stessa morte con rassegna­zione; fa che l'anima mia spiri invocando il santissimo tuo Nome, o caro mio Gesù. Addolorata Madre Maria, rifugio dei mo­ribondi, stammi al fianco nel mio ultimo combattimento, rivolgi i tuoi occhi pietosi verso di me, quando i miei si oscureranno. Ricordati pure, o mio Gesù, delle povere Anime del Purgatorio con quell'amore con cui sulla Croce dicesti al buon ladro: “Oggi sarai meco in Paradiso”. Chiama queste Anime benedette, che sospirano con tanto ardore per Te, nel Regno della tua gloria, acciocchè possano lodarti con tutti gli Angeli e i Santi, ed impetrare a me una santa morte. Gesù mio, misericordia. Pater, Ave, Requiem.

Concedi alle povere Anime, in grazia della tua morte, la vita eterna, noi Te ne preghiamo, esaudiscici.

Accorda loro la grazia della tua vista beatifica, noi Te ne preghiamo, esaudiscici.

Ascolta le loro ansiose brame d'essere con Te, noi Te ne preghiamo, ascoltaci.

Signore, fa che riposino in pace. Così sia.

STAZIONE DECIMATERZA.

Gesù deposto dalla Croce in seno alla sua santissima Madre.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

O Gesù, la cui santissima Anima, dopo compiuta la redenzione, discese nel limbo ad annunziare la pace ai giusti dell'antico Testamento, che stavano sospirando la loro liberazione, scendi anche adesso tra le po­vere Anime purganti che Ti sospirano; libe­rale dalle catene della loro schiavitù e met­tile nella vera libertà dei figliuoli di Dio e nella comunione degli eletti del tuo Regno. Deh! o addolorata Madre Maria, Tu che con lagrime così amorose prendesti in grembo il corpo inanimato, ma sempre ancora unito alla divinità del tuo Figliuolo, prendi anche la povera anima mia fra le tue mani nel giorno e nell'ora della mia dipartita da questo mondo; e accompagnala al tribu­nale del divin Giudice, affinchè, per la tua intercessione, ottenga una favorevole sen­tenza. Dolce Cuor di Maria, sii la salute mia. Gesù mio, misericordia! Pater, Ave, Requiem.

Libera le povere Anime dalla loro prigionia, noi Te ne preghiamo, ascoltaci.

Falle partecipi di tutte le preghiere e delle altre buone opere, che si fanno da tutto il Cristianesimo, noi Te ne preghiamo, esaudiscici.

Portale, per mezzo dei loro Angeli, nel tuo grembo a godere la pace eterna, noi Te ne preghiamo, ascoltaci.

Signore, fa che riposino in pace. Così sia.

STAZIONE DECIMAQUARTA.

Gesù è deposto nel Sepolcro.

Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.

O Gesù, che incominciasti la tua sangni­nosa Passione in un giardino, e volesti al­tresì finirla coll'essere sepolto in un altro giardino, io Ti prego per tutte le pene che hai sofferto, come pure per la tua gloriosa, risurrezione il terzo giorno, muoviti a com­passione delle povere Anime purganti e con­cedi loro una felice e festosa ascensione nel beato Paradiso. Falle entrare nella pace sospirata da tanto tempo, falle contemplare gli splendori della luce perpetua e deliziarsi della tua vista, per benedire in eterno la tua misericordia. Ma, quando un giorno sarà condannato io stesso a quel dolorosissimo incarceramento, quando il mio corpo sarà sotto terra, e la mia anima fra le fiamme, oh! allora dolcissimo Cuor di Maria, sii la mia salvezza. Fedelissima Madre, salva allora il figlio tuo. Portami un pronto aiuto e liberami, per i tuoi meriti, dalle fiamme, acciocchè io possa ringraziarti in Cielo, e con Te, con tutti i Santi, adorare ed amare Gesù, il tuo diletto Figlio, che col Padre e con lo Spirito Santo, vero Dio, vive e regna nell'eternità. Così sia. Gesù mio, misericordia. Pater, Ave, Requiem.

Dona, o Signore, alle Anime dei nostri, genitori, parenti, amici e benefattori i beni eterni, Te ne preghiamo, esaudiscici.

Muoviti a pietà di quelle Anime, a cui nessuno pensa sulla terra. Te ne preghiamo, ascoltaci.

Concedi a tutti i Fedeli uefunti cristiani la pace eterna, Te ne preghiamo, esaudiscici. Signore, fa che riposino in pace.

Alcuni sono soliti di recitare qui cinque Pa­ter, Ave, Requiem alle cinque piaghe, e uno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, a cui sono annesse ricche Indulgenze, ma non v'è nessun obbligo.

Ultima preghiera.

O Redentore Crocefisso, io Ti offro que­sto devoto esercizio, che colla tua grazia ho terminato. Non permettere, che vadano perduti i frutti preziosi della tua morte di Croce, ne per me, nè per le povere Anime purganti. O pietoso Gesù! Io Ti prego per le tue cinque piaghe, e per tutte le prezio­sissime goccie di Sangue sparso nella tua acerbissima Passione e Morte; ristora le povere Anime del Purgatorio, specialmente quelle de' miei parenti, amici e benefattori defunti, ed anche de' miei nemici, se ve ne fossero; risana le loro piaghe crudelissime, ristora le brame accese che le consumano, e fa che godano negli eterni giubili i meriti dei martirii, che Tu soffristi per loro nella tua Passione. Addolorata Madre Maria, Ri­fugio dei peccatori e Consolatrice degli af­flitti, concedi a me e alle povere Anime pur­ganti la tua materna protezione. Poni le mio suppliche nel Cuore del tuo diletto Figlio, acciocchè io venga ammesso nel regno della grazia co' miei cari, tanto vivi che defunti, sicchè ci troviamo di nuovo insieme quali tuoi figli, per esser beati eternamente.

O Dio, Creatore e Redentore di tutti i fe­deli, largisci alle Anime de' tuoi servi e delle tue serve il perdono di tutti i loro peccati, ac­ciocché colla grazia e remissione, ch'esse hanno sempre desiderato, ottengano, dietro la nostra intercessione, la vita eterna, per i meriti di nostro Signor Gesù Cristo.

Signore, dà loro la pace eterna, e la luce eterna risplenda loro. Dalle porte dell'in­ferno salva le anime nostre: e tutti i Fe­deli defunti riposino in pace, per la misericordia di Dio.

O Anime sante del Purgatorio, che sciolte di già dal corpo, e terminato l'esiglio di questa terra, siete confinato nel fuoco, fuori della beatissima vostra patria, solo perché non camminaste quanto dovevate per pos­sederla, deh, impetratemi miglior viaggio! Ottenetemi quel dolore vivissimo, che ora vi cruccia, d'aver offeso il Signore, per cui ne siete lontane, e un ardentissimo desiderio simile al vostro di andare al Cielo; ed oggi, in ricompensa, offrirò tutte le opere mie e quanto potrò fare di buono, per suffragio vostro.

Anime benedette, alle quali il Signore ha applicato, il frutto delle mie povere preghiere e delle Indulgenze di questa Via Crucis, non vi scordate di me che ho procurato di consolarvi; ora e per tutta la mia vita e nel tempo della mia morte pregate, e pre­gate molto per la povera anima mia.

AMDG et DVM

FLORILEGIO SPECIALE.

FLORILEGIO DI RICORDI 
per mantenerci costanti nel 
suffragare le Anime del Purgatorio

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Eccovi alcune massime, che, rilette di tanto in tanto, risveglieranno in noi i bei sentimenti, che ci animeranno a suffragare costantemente e diligentemente le Anime del Purgatorio, e ad acquistare per loro Indulgenze. 
Esse inoltre manterranno noi stessi mondi da ogni colpa, e ci ecciteranno a purificar sempre meglio colla penitenza le nostre macchie: poichè ci torna  conto il farlo con si poca fatica piuttosto in questo mondo, anzichè scontare tutto dopo la morte, quando si dovrà pagare secondo giustizia e senza misericordia. 
- Ecco le massime.

1. Il peccato appare un piccolo male in vita, grande alla morte, immenso dopo la morte.

2. Ogni cosa che faremo per le Anime pur­ganti, Gesù Cristo la riterrà come fatta a Sè.

3. Col suffragare le Anime siamo certi di far piacere al Cuore di Gesù.

4. Se tutti i momenti, che si passano a fare o a dire cosa di poca utilità, si impiegassero nell'acquistare Indulgenze, quante Anime si salverebbero!

5. Col condurre Anime del Purgatorio a Dio ci assicuriamo intercessori invita ed' in morte. 6. E’ di fede, che le Anime possano interce­dere per noi, giunte che sieno per merito nostro in Paradiso.

7. Ogni dolore e patimento, offerto in suf­fragio delle Anime del Purgatorio, perde della sua agrezza, e diviene più dolce.

8. A schivare il fuoco del Purgatorio giova il liberare le anime degli altri, perchè Gesù Cristo disse: Colla misura onde avrete mi­surato, sarete misurati voi stessi.

9. Nel pregare per i Defunti ponete sempre la Madonna quale Avvocata, e come pegno i meriti di Gesù Cristo, del suo preziosissimo Sangue, e il valore dei santi Sacrifizii.

10. Se voi chiederete con istanza al Cuore di Gesù la gloria del Cielo per le Anime pur­ganti, il divin Cuore la chiederà con istanza al Padre per voi.

11. Chi è mai, colui il quale, ricordandosi  sempre delle due voragini di fuoco che ci stanno sotto i piedi, scordi poi di batter la via, che conduse al monte santo di Dio?

12. La memoria continua di quanto scontano i nostri conoscenti, sebbene morti da buoni cristiani, in pena dei passatempi, del lusso, della vanità e di altri peccati, c'infonderà quel timore di Dio che forma i Santi.

13. Se il meditar sempre la legge di Dio, il contrariare sempre le vostre voglie naturali, il combatter sempre contro il mondo e il demonio vi stanca, pensate che cosa non vorrebbero fare le Anime purganti, se potessero tornare in que­sta vita.

14. Fate l'elemosina ai poveri con tre inten­zioni, cioè: 1. Per amor di Dio; 2. In suffragio delle Anime purganti; 3. per soddisfare alla di­vina giustizia pei vostri peccati. In tal modo vi aprirà le porte del Cielo.

15. Dopo aver suffragato le Anime, incari­catele affinchè preghino pel Papa, per la Chiesa, per gl'infedeli e per tutti i poveri peccatori.

16. Abbiate voi stesso, ed infondetelo negli altri, specialmente nei giovanetti, un grande orrore al peccato veniale, in cui sì spesso si cade, perchè non lo si odia come il peccato mortale.

17. Il demonio istiga i mondani a sempre aumentare gli studii di cose curiose ed inutili, affinchè i poveri giovanetti non abbiano nè tempo ne mente di pensare all'unico necessario.

18. Se impareremo a farci sante, avremo acquistato ricchezze che nemmeno la morte potrà strapparci di mano, ma che dopo di essa, ci saranno rese a mille doppi.

19. Una vita in catene, in un carcere oscuro flagellati, e a pane ed acqua, è un paradiso a confronto del Purgatorio.

20. La pena della lontananza da Dio è quella che più aggrava il castigo delle Anime penanti. Perchè subito dopo che vien separata dal cor­po, l'anima anela con ansietà, impossibile a descriversi, alla unione con Dio, da cui viene respinta.

21. La cara Madonna e gli Angeli vengono a confortare le Anime del Purgatorio, ma nien­te le soddisfa del tutto, finchè sono separate da Dio.

22. Fissiamo quante volte al giorno vogliamo suffragare le Anime, e in quanti modi ogni set­timana e ogni mese; e Dio ce lo rimeriterà a cento doppi.

23. Siamo industriosi, come sono i poveri nel riunir limosine, nell'acquistare Indulgenze per le Anime purganti, sopratutto accostan­doci ai santi Sacramenti.

24. È stato calcolato che in tutto il mondo muojono ogni giorno quasi cento mila persone: quante di esse andranno in Purgatorio? Pregate ogni giorno per gli agonizzanti che in quel giorno debbono morire.

25. Chi gode immeritatamente riputazione di santo, si troverà burlato, se va in Purga­torio, perchè non si pregherà per lui creden­dolo in Paradiso.

26. Nella vita umana, se si fugge un inco­modo s'incappa in un altro; ma, se si soffre qualche cosa per le Anime, non accade mai senza un guadagno.

27. Non cessiamo mai dal purificarci, perchè la morte è forse alla porta, e tanti muojono all'improvviso; guai a coloro, che come già le vergini stolte, non sono preparate per l'arrivo dello Sposo.

28. Nella sacra Scrittura è detto, che la ca­rità cuopre tutta la moltitudine dei peccati. Usiamola dunque abbondantemente per com­passione di noi stessi, del nostro prossimo bi­sognoso, e delle Anime purganti, a cui sempre dovremo applicare il frutto delle nostre opere.

29. San Paolo dice: = Sia che mangiate, sia che beviate, o facciate altra cosa, tutto fate a gloria di Dio; e noi aggiungiamo: ricor­dandoci pure delle Anime purganti.

30. Per ultimo vi raccomando ciò che dice pure san Paolo, che noi siamo tutti un corpo in Gesù Cristo; quindi, se un membro patisce, patiscono tutti i membri; e se un membro gode, godono tutti i membri. Soffriamo dunque qual­che cosa per i fedeli della Chiesa purgante, e per i fedeli della militante, e godiamo coi mem­bri della Chiesa trionfante, a cui ci condurranno i meriti di nostro Signore Gesù Cristo. Così sia.

AMDG et DVM

martedì 11 giugno 2019

Gesù e Giovanni si fissano un momento.

XLV. Predicazione di Giovanni Battista e Battesimo di Gesù. 
La manifestazione divina. 

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   (...) Lo stesso 3 febbraio 1944, a sera

 1 Vedo una pianura spopolata di paesi e di vegetazione. Non ci sono campi coltivati, e ben poche e rare sono le piante riunite qua e là a ciuffi, come vegetali famiglie, dove il suolo è nelle profondità meno arso che non sia in genere. Faccia conto che questo terreno arsiccio e incolto sia alla mia destra, avendo io il nord alle spalle, e si prolunghi verso quello che è a sud rispetto a me.

   A sinistra invece vedo un fiume di sponde molto basse, che scorre lentamente esso pure da nord a sud. Dal moto lentissimo dell'acqua comprendo che non vi devono essere dislivelli nel suo letto e che questo fiume scorre in una pianura talmente piatta da costituire una depressione. Vi è un moto appena sufficiente a ciò l'acqua non stagni in palude. (L'acqua è poco fonda, tanto che si vede il fondale. Giudico non più di un metro, al massimo un metro e mezzo. Largo come è l'Arno verso S. Miniato-Empoli: direi un venti metri. Ma io non ho occhio esatto nel calcolare). Pure è d'un azzurro lievemente verde verso le sponde, dove per l'umidore del suolo è una fascia di verde folta e rallegrante l'occhio, che rimane stanco dallo squallore pietroso e arenoso di quanto gli si stende avanti.

   Quella voce intima, che le ho spiegato di udire e che mi indica ciò che devo notare e sapere, mi avverte che io vedo la valle del Giordano. La chiamo valle, perché si dice così per indicare, il posto dove scorre un fiume, ma qui è improprio il chiamarla così, perché una valle presuppone dei monti, ed io qui di monti non ne vedo vicini. Ma insomma sono presso il Giordano, e lo spazio desolato che osservo alla mia destra è il deserto di Giuda. Se dire deserto per dire luogo dove non sono case e lavori dell'uomo è giusto, non lo è secondo il concetto che noi abbiamo del deserto. Qui non le arene ondulate del deserto come lo concepiamo noi, ma solo terra nuda, sparsa di pietre e detriti, come sono i terreni alluvionali dopo una piena. In lontananza, delle colline. 

   Pure, presso il Giordano, vi è una grande pace, un che di speciale, di superiore al comune, come è quello che si nota sulle sponde del Trasimeno. È un luogo che pare ricordarsi di voli d'angeli e di voci celesti. Non so dire bene ciò che provo. Ma mi sento in un posto che parla allo spirito.


 2 Mentre osservo queste cose, vedo che la scena si popola di gente lungo la riva destra (rispetto a me) del Giordano. Vi sono molti uomini vestiti in maniere diverse. Alcuni paiono popolani, altri dei ricchi, non mancano alcuni che paiono farisei per la veste ornata di frange e galloni.
   In mezzo ad essi, in piedi su un masso, un uomo che, per quanto è la prima volta che lo vedo, riconosco subito per il Battista. Parla alla folla, e le assicuro che non è una predica dolce. Gesù ha chiamato Giacomo e Giovanni «i figli del tuono» (Marco 3, 17; Vol 5 Cap 330; Vol 9 Cap 575). Ma allora come chiamare questo veemente oratore? Giovanni Battista merita il nome di fulmine, valanga, terremoto, tanto è impetuoso e severo nel suo parlare e nel suo gestire.
   Parla annunciando il Messia ed esortando a preparare i cuori alla sua venuta estirpando da essi gli ingombri e raddrizzando i pensieri. Ma è un parlare vorticoso e rude. Il Precursore non ha la mano leggera di Gesù sulle piaghe dei cuori. È un medico che denuda e fruga e taglia senza pietà.


 3 Mentre lo ascolto - e non ripeto le parole perché sono quelle riportate dagli evangelisti (Matteo 3, 1-12; Marco 1, 1-8; Luca 3, 3-18; Giovanni 1, 19-34), ma amplificate in irruenza - vedo avanzarsi lungo una stradicciuola, che è ai bordi della linea erbosa e ombrosa che costeggia il Giordano, il mio Gesù. Questa rustica via, più sentiero che via, sembra disegnato dalle carovane e dalle persone che per anni e secoli l'hanno percorso per giungere ad un punto dove, essendo il fondale del fiume più alto, è facile il guado. Il sentiero continua dall'altro lato del fiume e si perde fra il verde dell'altra sponda.
   Gesù è solo. Cammina lentamente, venendo avanti, alle spalle di Giovanni. Si avvicina senza rumore e ascolta intanto la voce tuonante del Penitente del deserto, come se anche Gesù fosse uno dei tanti che venivano a Giovanni per farsi battezzare e per prepararsi ad esser mondi per la venuta del Messia. Nulla distingue Gesù dagli altri. Sembra un popolano nella veste, un signore nel tratto e nella bellezza, ma nessun segno divino lo distingue dalla folla.
   Però si direbbe che Giovanni senta una emanazione di spiritualità speciale. Si volge e individua subito la fonte di quell'emanazione. Scende con impeto dal masso che gli faceva da pulpito e va sveltamente verso Gesù, che si è fermato qualche metro lontano dal gruppo appoggiandosi al fusto di un albero.


 4 Gesù e Giovanni si fissano un momento. Gesù col suo sguardo azzurro tanto dolce. Giovanni col suo occhio severo, nerissimo, pieno di lampi. I due, visti vicino, sono l'antitesi l'uno dell'altro. Alti tutti e due - è l'unica somiglianza - sono diversissimi per tutto il resto. Gesù biondo e dai lunghi capelli ravviati, dal volto d'un bianco avoriato, dagli occhi azzurri, dall'abito semplice ma maestoso. Giovanni irsuto, nero di capelli che ricadono lisci sulle spalle, lisci e disuguali in lunghezza, nero nella barba rada che gli copre quasi tutto il volto non impedendo col suo velo di permettere di notare le guance scavate dal digiuno, nero negli occhi febbrili, scuro nella pelle abbronzata dal sole e dalle intemperie e per la folta peluria che lo copre, seminudo nella sua veste di pelo di cammello, tenuta alla vita da una cinghia di pelle e che gli copre il torso scendendo appena sotto i fianchi magri e lasciando scoperte le coste a destra, le coste sulle quali è, unico strato di tessuti, la pelle conciata dall'aria. Sembrano un selvaggio e un angelo visti vicini.

   Giovanni, dopo averlo scrutato col suo occhio penetrante, esclama: «Ecco l'Agnello di Dio. Come è che a me viene il mio Signore?».
   Gesù risponde placido: «Per compiere il rito di penitenza».
   «Mai, mio Signore. Io sono che devo venire a Te per essere santificato, e Tu vieni a me?».
   E Gesù, mettendogli una mano sul capo, perché Giovanni s'era curvato davanti a Gesù, risponde: «Lascia che si faccia come voglio, perché si compia ogni giustizia e il tuo rito divenga inizio ad un più alto mistero e sia annunciato agli uomini che la Vittima è nel mondo».


 5 Giovanni lo guarda con occhio che una lacrima fa dolce e lo precede verso la riva, dove Gesù si leva il manto e la tunica, rimanendo con una specie di corti calzoncini, per poi scendere nell'acqua dove è già Giovanni, che lo battezza versandogli sul capo l'acqua del fiume, presa con una specie di tazza, che il Battista tiene sospesa alla cintola e che mi pare una conchiglia o una mezza zucca essiccata e svuotata.
  Gesù è proprio l'Agnello. Agnello nel candore della carne, nella modestia del tratto, nella mitezza dello sguardo.
   Mentre Gesù risale la riva e, dopo essersi vestito, si raccoglie in preghiera, Giovanni lo addita alle turbe, testimoniando d'averlo conosciuto per il segno che lo Spirito di Dio gli aveva indicato quale indicazione infallibile del Redentore. 
   Ma io sono polarizzata nel guardare Gesù che prega, e non mi resta presente che questa figura di luce contro il verde della sponda.

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   4 febbraio 1944 

    6 Dice Gesù:

   «Giovanni non aveva bisogno del segno per se stesso. Il suo spirito, presantificato sin dal ventre di sua madre, era possessore di quella vista di intelligenza soprannaturale che sarebbe stata di tutti gli uomini senza la colpa di Adamo.

   Se l'uomo fosse rimasto in grazia, in innocenza, in fedeltà col suo Creatore, avrebbe visto Dio attraverso le apparenze esterne. Nella Genesi è detto che il Signore Iddio parlava familiarmente con l'uomo innocente e che l'uomo non tramortiva a quella voce, non si ingannava nel discernerla. Così era la sorte dell'uomo: vedere e capire Iddio proprio come un figlio fa col genitore. Poi è venuta la colpa, e l'uomo non ha più osato guardare Dio, non ha più saputo vedere e comprendere Iddio. E sempre meno lo sa.

   Ma Giovanni, il mio cugino Giovanni, era stato mondato dalla colpa quando la Piena di Grazia s'era curvata amorosa ad abbracciare la già sterile ed allora feconda Elisabetta. Il fanciullino nel suo seno era balzato di giubilo, sentendo cadere la scaglia della colpa dalla sua anima come crosta che cade da una piaga che guarisce. Lo Spirito Santo, che aveva fatto di Maria la Madre del Salvatore, iniziò la sua opera di salvazione, attraverso Maria, vivo Ciborio della Salvezza incarnata, su questo nascituro, destinato ad esser a Me unito non tanto per il sangue quanto per la missione, che fece di noi come le labbra che formano la parola. Giovanni le labbra, Io la Parola. Egli il Precursore nell'Evangelo e nella sorte di martirio. Io, Colui che perfeziona della mia divina perfezione l'Evangelo iniziato da Giovanni ed il martirio per la difesa della Legge di Dio.

   Giovanni non aveva bisogno di nessun segno. Ma alla ottusità degli altri il segno era necessario. Su cosa avrebbe fondato Giovanni la sua asserzione, se non su una prova innegabile che gli occhi dei tardi e le orecchie dei pesanti avessero percepita?

 7 Io pure non avevo bisogno di battesimo. Ma la sapienza del Signore aveva giudicato esser quello l'attimo e il modo dell'incontro. E, traendo Giovanni dal suo speco nel deserto e Me dalla mia casa, ci unì in quell'ora per aprire su Me i Cieli e farne scendere Se stesso, Colomba divina, su Colui che avrebbe battezzato gli uomini con tal Colomba, e farne scendere l'annuncio, ancor più potente di quello angelico perché del Padre mio: "Ecco il mio Figlio diletto col quale mi sono compiaciuto". Perché gli uomini non avessero scuse o dubbi nel seguirmi e nel non seguirmi.

 8 Le manifestazioni del Cristo sono state molte. La prima, dopo la Nascita, fu quella dei Magi, la seconda nel Tempio, la terza sulle rive del Giordano. Poi vennero le infinite altre che ti farò conoscere, poiché i miei miracoli sono manifestazioni della mia natura divina, sino alle ultime della Risurrezione e Ascensione al Cielo. 
   La mia patria fu piena delle mie manifestazioni. Come seme gettato ai quattro punti cardinali, esse avvennero in ogni strato e luogo della vita: ai pastori, ai potenti, ai dotti, agli increduli, ai peccatori, ai sacerdoti, ai dominatori, ai bambini, ai soldati, agli ebrei, ai gentili.

   Anche ora esse si ripetono. Ma, come allora, il mondo non le accoglie. Anzi non accoglie le attuali e dimentica le passate. Ebbene, Io non desisto. Io mi ripeto per salvarvi, per portarvi alla fede in Me.

 9 Sai, Maria, quello che fai? Quello che faccio, anzi, nel mostrarti il Vangelo? Un tentativo più forte di portare gli uomini a Me. Tu lo hai desiderato con preghiere ardenti. Non mi limito più alla parola. Li stanca e li stacca. È una colpa, ma è così. Ricorro alla visione, e del mio Vangelo, e la spiego per renderla più chiara e attraente.
   A te do il conforto del vedere. A tutti do il modo di desiderare di conoscermi. E, se ancora non servirà e come crudeli bambini getteranno il dono senza capirne il valore, a te resterà il mio dono e ad essi il mio sdegno. Potrò una volta ancora fare l'antico rimprovero: (Vol 4 Cap 266) "Abbiamo sonato e non avete ballato; abbiamo intonato lamenti e non avete pianto ".
   Ma non importa. Lasciamo che essi, gli inconvertibili, accumulino sul loro capo i carboni ardenti, e volgiamoci alle pecorelle che cercano di conoscere il Pastore. Io son Quello, e tu sei la verga che le conduci a Me».



 10 Come vede, mi sono affrettata a mettere quei particolari che, per la loro piccolezza, mi erano sfuggiti e che lei ha desiderato di avere.




AMDG et DVM