sabato 16 febbraio 2019

Teresa Neumann --- Prepariamoci alla Festa dell'ANNUNCIAZIONE e Rituffiamoci nel Natale e nell'Epifania


L 'ANNUNCIAZIONE

Teresa Neumann vede una giovane donna, quasi ancora una ragazzina, in una piccola casa,
immersa nella preghiera. All'improvviso davanti a lei c'è un uomo luminoso, non è entrato,
semplicemente è lì. Steiner, che era presente alla visione, chiese a questo punto alla Resl:
«Aveva grandi ali?». E lei: «Che cosa ti viene in mente, gli uomini luminosi non hanno bisogno
di ali». L'uomo luminoso si inchina davanti alla fanciulla spaventata e parla: «Schelam lich,
Mirjam, gaseta...», poi alcune altre parole. Steiner chiede: «Lentamente, che cosa viene dopo
gaseta?». Teresa riflette, poi dice: «Avresti dovuto scrivere più in fretta, ora non lo so più». Si
tratta dell'annuncio dell'angelo Gabriele: «Ti saluto Maria, piena di grazia». Maria, sempre
spaventata, però con l'espressione più fiduciosa, guarda la figura luminosa. L'angelo dice altre
cose solenni. Lei chiede qualcosa e l'angelo le risponde. 

Quando l'angelo finisce di parlare, la
fanciulla china la testa e dice un paio di parole. In quello stesso momento Teresa Neumann vede
una gran luce provenire dall'alto ed entrare nella fanciulla, mentre l'angelo si inchina di nuovo
e scompare. Questa fu la descrizione di Teresa nello stato di quiete che seguiva
immediatamente le visioni. Quando fu tornata allo stato normale, Steiner le chiese di cercare di
completare la descrizione con qualche altro particolare, per esempio relativo alla casa. Nello
stato normale Teresa conservava infatti qualche impressione di ciò che aveva visto. La
descrizione della casa di Maria è la seguente: La casetta si trova a ridosso di una collina, davanti
c'è una fonte. Il muro posteriore della casa è costituito da una roccia, ha il tetto piatto sul quale
si può camminare. Al muro anteriore si arrampica una vite. Attraverso una porta, chiusa
soltanto da una tenda, si entra in una piccola stanza. Lì pregava Maria e in seguito la sacra
famiglia. C'è un'unica finestra, piuttosto alta, che non ha vetri come le nostre, ma è aperta e ha
inferriate fatte di legno. Da questa stanza una porta a destra conduce in un altro ambiente, dove
Maria lavora; lì mangiano anche. C'è un focolare aperto, con un camino in alto per il fumo. Qui
Maria, e in seguito il piccolo Salvatore, dorme su una stuoia, che di giorno sta arrotolata in un
angolo. Si dorme avvolti in coperte. Qui si trovano anche sedili allungati, con un appoggio
obliquo di lato, per sostenere la parte superiore del corpo durante il pasto. Da questa stanza
un'altra porta immette in un terzo locale: la stanza dove San Giuseppe lavora e dorme. Una 

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porta conduce da questa stanza all'esterno, accanto a questa porta c'è una scala per salire sul
tetto. Proprio di fronte c'è una piccola stalla per l'asino che la sacra famiglia possiede.

LE VISIONI DI NATALE

Riporto queste visioni un po' abbreviate; esse si riferiscono a vari giorni.

22 dicembre: partenza da Nazaret per Betlemme Giuseppe rientra e annuncia a Maria che
per ordine dell'imperatore Augusto era stato disposto un censimento di tutta la popolazione
dell'impero romano; dato che bisognava farsi censire nella città natale, bisognava partire subito
per Betlemme. Maria attendeva per i prossimi giorni il parto, per cui quest'ordine per lei era
duro da accettare. Tuttavia disse che non restava altro da fare che obbedire. Giuseppe temeva
che il viaggio fosse troppo pesante per Maria e propose di viaggiare da solo. Maria però gli
rispose che Dio avrebbe aiutato e che era bene obbedire alle autorità. Così si prepararono per
il viaggio. Come animale da trasporto e insieme come cavalcatura presero un'asina, per poterne
usare il latte. Fu caricata la tenda grigia e sopra di questa una coperta grigia di lana. Il resto del
bagaglio fu appeso ai fianchi dell'asina, a sinistra un pacco contenente una coperta di lana per
Giuseppe, dentro la quale erano custoditi pane, frutta e un vestito caldo per lui. A destra c'erano
due pacchi: quello davanti, più piccolo, consisteva di una semplice coperta di lana che poteva
all'occorrenza essere tagliata per farne dei pannolini; dentro a questa coperta c'erano le
camicine e i pannolini per il bambino che doveva nascere. L'altro pacco conteneva un abito
caldo per Maria e altro cibo.

A questo pacco erano fissati orizzontalmente i tre pali della tenda. La partenza avvenne verso
le sei del mattino. Maria si sedette sull'asina, con i piedi verso sinistra, Giuseppe camminava
davanti a sinistra accanto all' animale che era legato a briglie di pelle. Nella mano sinistra
Giuseppe aveva un bastone da viaggio, nella destra le briglie. Indossava una veste di colore
giallo scuro e un mantello marrone. Maria indossava un caldo mantello grigio scuro, veste
marrone rossiccio e scialle giallo di lana sotto al mantello. Il tempo era piuttosto freddo e
piovoso, le strade sdrucciolevoli e fangose. Il viaggio in quella prima giornata fu buono, però
non riuscirono a trovare una locanda per pernottare; così la sera montarono la tenda all'aperto
in una zona deserta presso alcuni alberi e dormirono sulle coperte che avevano portato con sé.
L'asina fu legata a un albero.

23 dicembre: sulla via per Betlemme Al mattino dopo Maria e Giuseppe si misero in viaggio
alle 5 e mezzo circa. Procedettero senza fermarsi fino a mezzogiorno, e per risparmiare l'asina
Maria ogni tanto faceva dei tratti a piedi. Verso mezzogiorno Maria si sentì stanca e vedendo in
lontananza una casa ringraziarono Dio e vi si diressero. Qui viveva una coppia di sposi piuttosto
anziani, con un ragazzo e una ragazza. Giuseppe entrò nella casetta e chiese aiuto per le cose
indispensabili. L'uomo uscì, andò incontro a Maria e la pregò di entrare. Prima non si erano mai
conosciuti. Vedendo Maria in avanzato stato di gravidanza e molto pallida - in genere però il
suo aspetto era forte e sano - i due sposi offrirono a, lei e Giuseppe il loro pranzo caldo. Il
Salvatore in seguito li ricompensò.

I due vecchi morirono essendo ancora pagani, però molto buoni. I due ragazzi divennero
cristiani. Prima sentirono le prediche di Giovanni Battista e il fratello si fece battezzare da lui.
Poi seguì il Salvatore e fu tra i primi settantadue discepoli; la sorella si occupò della casa e
appunto mentre stava togliendo dall'abitazione tutto ciò che era pagano e in particolare voleva
levare dal tetto l'immagine di un idolo, arrivarono i suoi parenti e la fecero precipitare dal tetto
facendola morire. La seconda notte Giuseppe e Maria la passarono in una piccola locanda dove
dovettero pagare per l'alloggio. Dormirono molto bene e presero forza per la successiva
giornata di viaggio.

24 dicembre: ricerca di un ricovero. Alle sei Maria e Giuseppe si misero di nuovo in viaggio.
Dopo mezzogiorno l'asina camminava con molta fatica e in una piccola località ottennero 

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gratuitamente del cibo per lei. Il tempo era piovoso e freddo. Verso sera erano alle porte di
Betlemme: Maria scese dall'asina davanti alla porta settentrionale e poi entrò seguendo
Giuseppe. Betlemme contava allora circa mille e cento abitanti. Le case, come a Gerusalemme,
avevano il tetto piatto. Avevano finestre quadrate, piccole, o anche rotonde, senza vetri, con
inferriate di legno e tende. Per la strada erano già accesi dei fuochi. Le strade erano lastricate
con grandi pietre e quindi scivolose. Giuseppe entrò in una casa a destra della strada, mentre
Maria teneva stretta l'asina. Ben presto Giuseppe uscì, e con espressione triste comunicò a
Maria che qui non potevano pernottare. Proseguirono e Giuseppe chiese alloggio in una locanda
poco oltre, una casa grande e lunga. Gli fu detto che non c'era più posto. Turbato, tornò da Maria
che cercò di consolarlo. Cercarono poi, senza successo, in altre case, in particolare in una casa a
sinistra della strada, quella dove Giuseppe era nato e dove doveva farsi censire. C'era molta
gente, per cui Giuseppe pensò di rimandare la cosa al giorno dopo. Maria però lo sollecitò a
provvedere subito, perché sentiva che la sua ora era vicina.

Attesero quindi che ci fosse meno gente e si fecero censire. Nel frattempo si era fatta notte
piena. Infine Giuseppe chiese a un altro uomo dove potesse alloggiare con Maria. L'uomo era
gentile; disse loro che in città non c'era più posto, e suggerì loro di andare al settore meridionale
e di uscire dalla città seguendo la strada per un breve tratto: li avrebbero trovato, a destra, una
stalla dov'egli consentiva loro di alloggiare: infatti era comproprietario di quella stalla. I suoi
pastori erano tra quelli che in seguito adorarono Gesù. Maria e Giuseppe seguirono
l'indicazione; per raggiungere la stalla Giuseppe accese la lampada che aveva portato con sé;
poi seguirono a piedi la strada per circa duecento metri e a destra trovarono la stalla che distava
circa cinquanta metri dalla strada.

Alle otto circa Giuseppe, Maria e l'asina entravano nella stalla. La stalla era lunga circa sette
metri e larga quattro. Era costruita sul dorsale orientale di una collina, accanto a una caverna
che si apriva nella roccia. Il tetto era fatto di legno vecchio e spesso, come anche le pareti laterali
e quella anteriore della stalla. Alla parete di destra c'era una piccola finestra. Giuseppe legò
l'asina a un palo, e più tardi a un altro palo accanto al bambino, perché lo scaldasse. Appese la
lampada al soffitto al centro della stalla. Poi preparò il giaciglio per Maria e per sé. Per Maria
stese su della paglia il telo della tenda e la coperta grigia di lana, per sé usò una coperta di lana
e paglia. Maria doveva dormire a destra della stalla, lui a sinistra. Il cielo era coperto di nubi.
24-25 dicembre: notte santa La visione della notte di Natale avveniva sempre per Teresa in
tempi reali, cioè verso la mezzanotte del 24 dicembre. Ad essa assistettero più volte padre
Naber, il dottor Gerlich, il professor Wutz, Steiner e altri amici di Teresa. Durante questa visione
il suo viso era raggiante di gioia. Teresa non vedeva la nascita vera e propria di Gesù. In base
alle annotazioni del pastore Naber, basate sulle descrizioni di Teresa nello stato di quiete, i fatti
venivano da lei visti in questo modo (riportiamo letteralmente le note del sacerdote): «Verso le
undici di sera Maria entra in estasi. Si solleva in ginocchio e incrocia le braccia sul petto. Il
bambino divino lascia verso mezzanotte il grembo materno, che si richiude subito intatto e
incontaminato; non ci sono dolori né prima né dopo. Giuseppe aveva riempito una mangiatoia
di paglia: sotto paglia di frumento e sopra morbidi giunchi. La mangiatoia era lunga circa un
metro, non tutte le mangiatoie erano uguali. In questa mangiatoia Maria pose il bambino, dopo
averlo asciugato, avvolto in pannolini, coperto di una camicina a maniche lunghe e di una
copertina di lana. Poi pregarono, Giuseppe a destra e Maria a sinistra del bambino, Giuseppe a
mani giunte, Maria a braccia incrociate sul petto. Alla nascita di Gesù il cielo divenne chiaro e
pieno di stelle». Teresa aggiunse che il bambino aveva gli occhi azzurro-scuri e i capelli chiari.

L'ANNUNCIO AI PASTORI

La visione dell'annuncio ai pastori della nascita di Cristo iniziava una mezz'ora circa dopo
mezzanotte. Teresa Neumann si vedeva trasportata davanti a una capanna che distava circa
mezz'ora dalla stalla, in direzione sud, su una collina a cinquanta metri dalla strada. Tutta la 

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zona era collinosa. La capanna era alta meno di due metri, coperta di giunchi, appoggiata e
inserita in una roccia. Era grande circa la metà della stalla di Betlemme. In questa capanna otto
pastori avevano il loro riparo notturno; dormivano su giunchi e si coprivano con coperte e pelli
di pecora. C'erano anche tredici pecore grandi e piccole, bianche e marroni, e due cani, uno
grande nero e uno piccolo marrone, col pelo lungo e le orecchie pendenti. Questi stavano dentro
la capanna; fuori c'erano circa cinquecento pecore. All'improvviso si fece chiaro, e tutti nella
capanna si spaventarono.

Con circospezione i pastori spiarono fuori della capanna per vedere quale potesse essere la
causa della luminosità. E che cosa videro? A una distanza di circa tre metri, a un'altezza di circa
tre metri, davanti al lato occidentale della capanna, su una nube lucente stava un angelo, una
figura di giovinetto fatto di luce, con la veste bianca splendente dalle maniche lunghe e la
cintura. Era quello che aveva detto a Maria «Schelam lich Mirjam». I suoi capelli lunghi avevano
la discriminatura al centro. La mano sinistra era posata sul petto, la destra era alzata. Non aveva
ali. Tutto il paesaggio circostante era illuminato dalla luce che emanava dall'angelo. L'angelo
parlò ai pastori in maniera da tranquillizzarli, con voce chiara, amichevole e solenne; parlò loro
nella loro lingua.

Due volte indicò con la mano destra verso sinistra. Quando finì di parlare, intorno a lui
apparvero molti altri angeli (angeli normali, circa seicento), anch'essi luminosi e su nubi lucenti.
Quando ebbero innalzato un meraviglioso canto con i pastori che ascoltavano con grande
attenzione, la schiera celeste scomparve. I pastori ora discussero fra loro per circa un quarto
d'ora; poi si mossero in direzione di Betlemme. Le tredici pecore e i due cani che erano nella
capanna andarono con loro. La stalla in cui era nato il Redentore apparteneva al padrone di
questi pastori. In questa stalla i pastori speravano di trovare il bambino neonato. La loro
speranza crebbe quando dalla strada videro la luce uscire dalla finestra della stalla. Giunti alla
stalla, i pastori adorarono il bambino. Regalarono alla sacra famiglia una pecora e un agnello.
In seguito Giuseppe li vendette per comprare col ricavato le cose più necessarie al bambino.

I RE MAGI

In base alle visioni di Teresa Neumann, i nomi di questi tre re, Gaspare, Melchiorre e
Baldassarre, tramandati dalla tradizione ecclesiastica, sono più o meno esatti. Essi erano
autentici principi regnanti, molto ricchi, non autoritari e prepotenti, ma cordiali con la gente.
Baldassarre veniva dalla Nubia, un paese ricco d'oro. Aveva poco più di 40 anni e viaggiava con
settanta servitori, venti soldati, otto saggi (ognuno dei quali aveva due servitori e una moglie).
Baldassarre aveva circa venti sapienti presso di sé. Melchiorre veniva dall'Arabia, un paese
ricco di messi e di spezie. Aveva circa 55 anni e aveva portato con sé circa quaranta servitori,
cinquanta soldati, cinque sapienti ognuno dei quali aveva due servitori e due mogli. Gaspare
veniva dalla Media, un paese ricco di incenso, frutta e resine. Aveva circa 45 anni ed era
accompagnato da circa venti servitori, quaranta soldati e quattro saggi ognuno con due
servitori. In questi tre paesi veniva praticata con grande attenzione l'arte di scrutare le stelle,
in particolare nella Media. Erano state costruite torri alte di legno, appunto per osservare le
stelle. I principi tenevano ad avere presso di sé dei sapienti esperti nell'osservazione delle
stelle, i magi. I giudei che vivevano nei loro paesi avevano portato la conoscenza del vero Dio e
del Salvatore promesso, in particolare anche la profezia di Balaam: «Sorgerà una stella da
Giacobbe» (Nm 24,17). In Nubia la stella era stata vista già tre settimane prima della nascita del
Salvatore da due magi, che erano poi andati dal re e gli avevano raccontato di aver visto in cielo
una stella speciale: essa era di grandezza straordinaria ed emanava una luce particolarmente
forte; aveva inoltre una coda speciale, lunga e piegata verso la fine. Il re aveva quindi riunito i
sapienti del suo regno, i quali non avevano saputo come spiegarsi il fatto, per cui il re aveva
inviato messaggeri al suo amico, il re Melchiorre d'Arabia, nella fiducia che lui ne sapesse di più.
In Arabia e in Media la stella era visibile come in Nubia, però in quei giorni nessun astronomo 

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era salito sulla torre. Soltanto in Arabia uno era stato lassù, aveva visto la strana stella e aveva
detto che era necessario studiarla a fondo. Però i magi non erano tutti presenti, così la cosa era
stata tralasciata; anche il re non se ne era occupato oltre. Ora però salì lui stesso sulla torre e
poi inviò messaggeri in Media per sapere se anche lì fosse stata vista quella stella così
particolare. In Media il re era salito personalmente sulla torre nei giorni della nascita del
Salvatore e aveva scoperto la stella; aveva allora chiamato a consiglio i suoi sapienti, che però
non avevano saputo dirgli nulla di preciso. Quando però tornarono i messaggeri dall'Arabia e
riferirono ciò che avevano saputo, il re capì e ordinò di predisporre subito il viaggio per l'Arabia
per discutere la cosa. Mentre i messaggeri arabi erano in viaggio per la Media, il re di Nubia
cavalcò verso l'Arabia e proseguì poi col re di questo paese per la Media, dove giunsero mentre
il re del paese stava facendo i preparativi per il viaggio in Arabia. Partirono quindi tutti e tre
dalla Media seguendo la stella, che spesso non era visibile per giorni e settimane (a causa delle
nubi) e quindi il viaggio fu ritardato. I re erano monoteisti, conoscevano la profezia di Balaam e
credevano di avere ora davanti a sé la stella che egli aveva preannunciato.

La visione dell'arrivo dei re magi avvenne il 6 gennaio 1929: verso mezzogiorno. Teresa vide
i tre saggi principi, con un seguito di circa trecento persone (sapienti, servitori, soldati e anche
donne) arrivare a Gerusalemme. Erano un negro dalla Nubia, uno di pelle scura dall'Arabia, un
giallo dalla Media. Una cometa li guidava. Dopo una prima indagine presso Erode al quale
chiesero dove fosse il re neonato, i re si mossero verso una Betlemme in direzione nord.
Soltanto dopo una seconda indagine si mossero verso la Betlemme giusta. La stella però li
condusse ben oltre Betlemme, verso una stalla in muratura dove la sacra famiglia, che stava
allora fuggendo verso l'Egitto, viveva già da qualche tempo. Da principio i re sono delusi dalla
semplicità e povertà che trovano e credono di essersi sbagliati. Tuttavia bussano alla porta.
Giuseppe apre con circospezione. Soltanto il re di Arabia sa parlare una lingua che Giuseppe
può capire. Egli si presenta e chiede di parlare con la madre. Poi vede Gesù bambino, che ha ora
quasi due anni, con uno «sguardo divino»: e subito i re riconoscono in quel bimbo la meta delle
loro ricerche, si gettano al suolo e con la fronte a terra adorano il piccolo. Teresa Neumann sente
le catene che portano al collo tintinnare toccando la terra... Poi i re presentano i loro doni.
Pregano la madre di conceder loro di tenere fra le braccia il bambino, e vengono accontentati.

Teresa li invidia molto, perché possono tenere fra le braccia il bambino. Viene però
ricompensata perché quando il bambino ha preso congedo dai re guarda lei con affetto, corre
verso di lei con le manine tese e lei può tenerlo fra le braccia. Lo sente caldo e grassottello, ed è
felicissima. Teresa visse questa esperienza per la prima volta nel 1931, e poi da allora tutti gli
anni il 6 gennaio.


AVE MARIA PURISSIMA!

venerdì 15 febbraio 2019

LA MIA ORA E' GIUNTA! Bisogna che io sia conosciuto, amato ed onorato dagli uomini, perchè dopo averli creati Io possa essere loro Padre, poi il loro Salvatore ed infine l'oggetto delle loro eterne delizie.


Il Messaggio del Padre
1° fascicolo
1° Luglio 1932
Festa del prezioso Sangue
di Nostro Signore Gesù Cristo

Ecco finalmente il giorno per sempre benedetto della promessa del Padre celeste!

Oggi terminano i lunghi giorni della preparazione e mi sento vicina, vicinissima alla venuta del
Padre mio e del Padre di tutti gli uomini.

Alcuni minuti di preghiera e, poi, delle gioie tutte spirituali! Sono stata preda da una sete di vederLo
e di sentirLo!

Il mio cuore bruciante d'amore si apriva con una confidenza talmente grande da farmi constatare
che allora non ero stata così fiduciosa con nessuno.

Il pensiero del Padre mio mi gettava come in una follia di allegrezza.

Finalmente dei canti cominciano a farsi udire. Degli angeli vengono e mi annunciano questo felice
arrivo! I loro canti erano così belli che mi sono proposta di scriverli appena possibile.

Questa armonia cessò un istante ed ecco il corteo degli eletti, dei cherubini e dei serafini, con Dio
nostro Creatore e Padre nostro.

Prostrata, la faccia a terra, inabissata nel mio nulla, ho recitato il Magnificat. Subito dopo il Padre
mi dice di sedermi con Lui per scrivere ciò che ha deciso di dire agli uomini.

Tutta la Sua corte, che L'aveva accompagnato, è scomparsa. Solo il Padre è rimasto con me e prima
di sedersi mi dice:

"Te l'ho già detto e te lo dico ancora: non posso più donare un'altra volta il mio Figlio diletto, per
provare il mio amore per gli uomini! Ora è per amarli e perchè essi conoscano questo amore che Io
vengo tra loro, prendendo la loro somiglianza, e la loro povertà.

Guarda, Io depongo la mia corona e tutta la mia gloria, per prendere l'atteggiamento di un uomo
comune!"

Dopo aver preso l'atteggiamento di un uomo comune deponendo la Sua corona e la Sua gloria ai
Suoi piedi, prese il globo del mondo sul Suo cuore, sostenendolo con la mano sinistra, poi si sedette
accanto a me. Sul Suo arrivo, sull'atteggiamento che si degnò di assumere e sul Suo Amore non
posso dire che qualche parola! Nella mia ignoranza non ho parole per esprimere ciò che Egli mi
fece capire.

"Pace e salvezza - disse - a questa casa e al mondo intero! Che la mia Potenza, il mio Amore e il
mio Spirito Santo tocchino i cuori degli uomini, affinchè tutta l'intera umanità si volga verso la
salvezza e venga verso suo Padre, che la cerca per amarla e salvarla!

Che il mio vicario Pio XI capisca che questi sono giorni di salvezza e di benedizione. Che non si
lasci sfuggire l'occasione di richiamare l'attenzione dei figli sul Padre che viene a far loro del bene
in questa vita e a preparare la loro felicità eterna. 


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Ho scelto questo giorno per iniziare la mia Opera tra gli uomini, perchè è la festa del Sangue
prezioso del mio Figlio Gesù. Ho intenzione di intengere in questo Sangue l'Opera che sto
iniziando, perchè essa porti grandi frutti nell'umanità intera.

Ecco il vero scopo della mia venuta:

1. Vengo per bandire il timore eccessivo che le mie creature hanno di me e per far loro capire che la
mia gioia consiste nell'essere conosciuto ed amato dai miei figli, cioè da tutta l'umanità presente e
futura.

2. Vengo a portare la speranza agli uomini e alle nazioni. Quanti l'hanno già perduta da molto
tempo! Questa speranza li farà vivere nella pace e nella sicurezza lavorando per la loro salvezza.

3. Vengo per farMi conoscere così come sono. Perchè la fiducia degli uomini aumenti
contemporaneamente al loro amore per Me, loro Padre, che non ho che una sola preoccupazione:
quella di vegliare su tutti gli uomini e di amarli come miei figli.

Il pittore si diletta nel contemplare il quadro da lui dipinto; così io Mi compiaccio, Mi rallegro nel
venire tra gli uomini, capolavoro della mia creazione!

Il tempo urge, correi che l'uomo sapesse al più presto che lo amo e che provo la più grande felicità
nello stare con lui e parlare con lui, come un padre con i suoi figli.

Sono l'Eterno, e quando vivevo solo, avevo già pensato di usare tutta la mia potenza per creare degli
esseri a mia immagine. Ma occorreva prima la creazione materiale perchè questi esseri potessero
trovare il loro sostentamento: allora fu la creazione del mondo. Lo riempivo di tutto quello che
sapevo doveva essere necessario agli uomini: l'aria, il sole e la pioggia e tante altre cose che sapevo
necessarie alla loro vita.

Infine, fu creato l'uomo! Mi sono compiaciuto della mia Opera. L'uomo commette il peccato, ma è
proprio allora che si manifesta la mia infinita bontà. per vivere tra gli uomini che avevo creato,
scelsi nell'Antico testamento dei profeti ai quali comunicai i miei desideri, le mie pene e le mie
gioie, perchè le trasmettessero a tutti.

Più cresceva il male, più la mia bontà Mi sollecitava a comunicarMi a delle anime giuste perchè
trasmettessero i miei ordini a coloro che causavano il disordine. Così talvolta dovetti usare delle
severità per riprenderli, non per castigarli - perchè ciò non avrebbe fatto che male - ma per
distoglierli dal vizio e indirizzarli verso il loro Padre e il loro Creatore che avevano dimenticato e
disconosciuto nella loro ingratitudine. Più tardi il male sommerse talmente il cuore degli uomini che
fui costretto a mandare delle sciagure sul mondo perchè l'uomo fosse purificato mediante la
sofferenza, la distruzione dei suoi beni o perfino la perdita della vita: fu il diluvio, la distruzione di
Sodoma e Gomorra, le guerre dell'uomo contro l'uomo, ecc., ecc.

 Ho sempre voluto restare in questo mondo tra gli uomini. Così, durante il diluvio, ero vicino a Noè,
il solo giusto d'allora. Anche nelle altre calamità, trovai sempre un giusto presso il quale dimorare e,
attraverso lui, dimorai in mezzo agli uomini di quel tempo e fu sempre così.

Il mondo è stato spesso purificato dalla sua corruzione grazie alla Mia infinita bontà verso
l'umanità. Allora continuavo a scegliere alcune anime nelle quali Mi compiacevo per poter,
mediante loro, rallegrarMi con le mie creature, gli uomini. 

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Avevo promesso al mondo il Messia. Che cosa non ho fatto per preparare la sua venuta,
mostrandoMi nelle figure che Lo rappresentavano persino mille e mille anni prima della Sua
venuta!

Perchè chi è questo Messia? Donde viene? Che farà sulla terra? Chi viene a rappresentare?

Il Messia è Dio.

- Chi è Dio?

Dio è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

- Da dove viene o meglio chi Gli ha ordinato di venire tra gli uomini?

Sono Io suo Padre, Dio.

- Chi rappresenterà sulla terra?

Suo Padre: Dio.

- Che farà sulla terra?

Farà conoscere e amare il Padre: Dio.

Non ha detto:

"Non sapete che è necessario che Mi occupi delle cose del Padre mio?" - "Nesciebatis quia in his
quae Patris mei sunt oportet Me esse?" (Lc 2,49)

"Non sono venuto che per fare la volontà del Padre mio"

"Tutto ciò che domanderete al Padre mio nel Mio Nome ve lo concederà."

"Lo pregherete così: Padre nostro che sei nei cieli ....", e altrove, poichè è venuto per glorificare il
Padre e farLo conoscere agli uomini, dice:

"Chi vede Me, vede il Padre mio."

"Io sono nel Padre e il Padre è in Me."

"Nessuno viene al Padre se non per Me." - "Nemo venit ad Patrem nisi per Me" (Gv 14,6)

"Chiunque è con Me è anche col Padre mio", ecc. ecc.

Vedete, o uomini, che da tutta l'eternità non ho che un desiderio, quello di farMi conoscere dagli
uomini e di farMi amare, desiderando stare incessantemente presso di loro.

Volete una prova autentica di questo desiderio che ho or ora espresso?

Perchè ho ordinato a Mosè di costruire il tabernacolo e l'arca dell'alleanza se non perchè avevo il
desiderio ardente di venire ad abitare, come un Padre, un fratello, un amico confidente, con le mie
creature, gli uomini? Malgrado ciò Mi hanno dimenticato, offeso con delle colpe senza numero. E
perchè si ricordassero, nonostante tutto, di Dio loro Padre e dell'unico desiderio che Egli ha di
salvarli, ho dato i miei comandamenti a Mosè, perchè essendo tenuti ad osservarli, potessero
ricordarsi del Padre infinitamente buono, tutto intento alla loro salvezza presente ed eterna.

Tutto ciò cadde ancora nell'oblio e gli uomini sono affondati nell'errore e nel timore, ritenendo
faticoso osservare i comandamenti come li avevo trasmessi a Mosè. Si sono fatte altre leggi
conformi ai loro vizi, per osservarle più facilmente. Poco a poco, nel timore esagerato che avevano
di Me, Mi hanno sempre più dimenticato e colmato d'oltraggi. 


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Eppure il mio Amore per questi uomini, figli miei, non si è affatto fermato. Quando ebbi ben
constatato che nè i patriarchi, nè i profeti avevano potuto farMi conoscere e amare dagli uomini, ho
deciso di venire lo stesso.

Ma come fare per trovarMi in mezzo agli uomini? Non vi era altro mezzo che andare Io stesso,
nella seconda persona della Mia divinità.

Gli uomini Mi conosceranno? Mi ascolteranno?

Per Me, niente era nascosto del futuro; a queste due domande rispondevo io stesso:
"Ignoreranno la mia presenza, pur essendo vicino a Me. In Mio Figlio Mi maltratteranno,
nonostante tutto il bene che darà loro. Nel Figlio mio Mi calunnieranno, Mi crocifiggeranno per
farMi morire"

Mi fermerò per questo? No, il mio Amore è troppo grande per i miei figli, gli uomini, è troppo
grande.

Non Mi sono fermato là: potete ben riconoscere che vi ho amati, per cosi' dire, più ancora del mio
Figlio diletto, o per dire ancora meglio, più di Me stesso.

Ciò che vi dico è talmente vero che se fosse bastata una delle mie creature per espiare i peccati degli
altri uomini, mediante una vita e una morte simile a quella del Figlio mio, avrei esitato. Perchè?
Perchè avrei tradito il mio Amore facendo soffrire un'altra creatura che amo, anzichè soffrire Io
stesso, nel Figlio mio. Non avrei voluto mai far soffrire i miei figli.

Ecco dunque in breve il racconto del mio Amore fino alla mia venuta, mediante il Figlio mio, in
mezzo agli uomini.

La maggior parte degli uomini conosce tutti questi avvenimenti, ma ne ignora l'essenziale: che è
stato cioè l'Amore a condurre tutto!

Sì, è l'Amore, ecco ciò che voglio farvi notare.

Ora questo Amore è dimenticato. Voglio ricordarvelo perchè impariate a conoscerMi, così come
sono. Perchè non siate come degli schiavi, timorosi verso un Padre che via ama fino a questo punto.
Vedete, in questo racconto noi non siamo che al primo giorno del primo secolo e vorrei condurlo
fino ai giorni nostri: al XX secolo.

Oh, come il mio Amore di Padre è stato dimenticato dagli uomini! Eppure vi amo teneramente! In
mio figlio, cioè nella persona del Figlio fatto Uomo, che cosa non ho fatto ancora! La divinità in
questa umanità si è velata, piccola, povera, umiliata. Io conducevo con mio Figlio Gesù una vita di
sacrificio, di lavoro. Ricevevo le sue preghiere perchè l'uomo avesse un cammino tracciato, per
camminare sempre nella giustizia, al fine di giungere al sicuro fino a Me!

Certo, so ben capire la debolezza dei miei figli! Perciò ho chiesto a mio Figlio di donar loro dei
mezzi per rialzarsi dalle loro cadute. Questi mezzi li aiuteranno a purificarsi dal loro peccato,
affinchè siano ancora i figli del mio Amore.

Sono principalmente i sette Sacramenti e, soprattutto, il grande messo per salvarvi, nonostante le
vostre cadute, è il Crocifisso, è il Sangue del Figlio mio che ad ogni istante si riversa su di voi, 


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purchè voi lo vogliate, sia con il Sacramento della Penitenza, sia anche con il Santo Sacrificio della
Messa.

Miei cari figli, gia da venti secoli vi colmo di questi beni con delle grazie speciali e il risultato è
molto misero!

Quante mie creature, divenute figlie del mio Amore per mezzo di mio Figlio, si sono gettate molto
rapidamente nell'abisso eterno! In verità, non hanno conosciuto la mia infinità Bontà. Io vi amo così
tanto!

Almeno voi, che sapete che vengo Io stesso per parlarvi, per farvi conoscere il mio Amore, per pietà
di voi stessi, non gettatevi nel precipizio. Sono vostro Padre!

Sarebbe possibile che, dopo avermi chiamato vostro Padre e avermi testimoniato il vostro amore,
trovaste in Me un cuore talmente duro e talmente insensibile da lasciarvi perire? No, no, non
credetelo! Io sono il migliore dei padri! Conosco la debolezza delle mie creature! Venite, venite a
Me con confidenza e amore! Ed Io vi perdonerò in seguito al vostro pentimento. Anche se i vostri
peccati fossero ripugnanti come il fango, la vostra fiducia ed il vostro amore Me li faranno
dimenticare, così che non sarete giudicati! Io sono giusto, è vero, ma l'Amore paga tutto!

Ascoltate, figli miei, facciamo una supposizione e avrete la sicurezza del mio Amore. Per Me, i
vostri peccati sono come il ferro, i vostri atti d'amore come l'oro. Anche se mi consegnaste mille
chili di ferro, non sarebbe tanto quanto sei mi donaste dieci chili d'oro! Ciò significa che con un po'
d'amore si riscattano immense iniquità.

Ecco dunque una larvatissima immagine del mio giudizio sui miei figli, gli uomini, tutti senza
eccezione. Bisogna arrivare dunque fino a Me. Sono così vicino a voi! Bisogna dunque amarMi
onorarMi affinchè non siate giudicati o tutt'al più giudicati con Amore infinitamente
misericordioso!

Non dubitate! Se il mio Cuore non fosse così, avrei già sterminato il mondo ogni volta che ha
commesso il peccato! Mentre, voi ne siete testimoni, ad ogni istante si manifesta la mia protezione
mediante grazie e benefici. Da ciò potete concludere che c'è un Padre al di sopra di tutti i padri, che
vi ama e non cesserà mai di amarvi, purchè lo vogliate-

Io vengo tra voi per due vie: la Croce e l'Eucarestia!

La CROCE è la mia via per scendere tra i miei figli, perchè è per mezzo suo che vi ho fatto
redimere da mio Figlio. E, per voi, la Croce è la via per salire a mio figlio e da mio Figlio fino a
Me. Senza di essa non potreste mai venire, perchè l'uomo, con il peccato, ha attirato su di sè il
castigo della separazione da Dio.

Nell'EUCARESTIA io dimoro tra voi come un padre nella sua famiglia. Ho voluto che mio Figlio
istituisse l'Eucarestia per fare di ogni tabernacolo il serbatoio delle mie Grazie, delle mie Ricchezze
e del mio Amore, per darle agli uomini, miei figli.

E' sempre per queste due strade che faccio scendere incessantemente sia la mia Potenza che la mia
Infinita Misericordia. 


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 ... Ora che vi ho mostrato che mio Figlio Gesù Mi rappresenta tra gli uomini e che mediante Lui Io
dimoro costantemente tra loro, voglio mostrarvi anche che vengo tra voi per mezzo del MIO
SPIRITO SANTO.

L'opera di questa terza persona della mia Divinità si compie senza rumore e spesso l'uomo non se ne
accorge. Ma è un mezzo molto idoneo per dimorare non solo nel tabernacolo, ma anche nell'anima
di tutti quelli che sono in stato di grazia, per stabilirvi il mio trono, e dimorarvi sempre come il vero
Padre che ama, protegge e sostiene il figlio suo. Nessuno può comprendere la gioia che provo
quando sono da solo a solo con un'anima. Nessuno ha ancora capito i desideri infiniti del mio Cuore
di Dio Padre, di essere conosciuto, amato ed onorato da tutti gli uomini, giusti e peccatori.
Pertanto sono questi tre omaggi che desidero ricevere dall'uomo perchè Io sia sempre
misericordioso e buono, anche verso i più grandi peccatori.

 Che cosa non ho fatto al mio popolo, da Adamo fino a Giuseppe, padre adottivo di Gesù, e da
Giuseppe fino a questo giorno, perchè l'uomo possa renderMi il culto speciale che Mi è dovuto
come Padre, Creatore e Salvatore! Tuttavia questo culto speciale, che ho tanto desiderato e che
desidero, non Mi è stato ancora dato!

Nell'Esodo leggete che bisogna onorare Dio di un culto speciale. Soprattutto i salmi di David
racchiudono questo insegnamento. Nei comandamenti che ho dato Io stesso a Mosè, ho messo in
primo luogo "Adorerai ed amerai perfettamente un solo Dio".

Ebbene, amare e onorare qualcuno, sono due cose che vano insieme. Siccome vi ho colmati di tanti
benefici, devo dunque essere onorato da voi in modo tutto particolare!

Dandovi la vita, ho voluto crearvi a mia somiglianza! Il vostro cuore è dunque sensibile come il
mio, il mio come il vostro!

Che non fareste se uno dei vostri vicini vi avesse reso un piccolo favore per farvi piacere? L'uomo
più insensibile conserverebbe per questa persona una riconoscenza indimenticabile. Qualsiasi uomo
cercherebbe anche ciò che gli farebbe maggior piacere per ricompensarlo del servizio reso. Ebbene,
Io sarò molto più riconoscente verso voi, assicurandovi la vita eterna, se voi Mi farete il piccolo
favore di onorarMi come vi chiedo.

Riconosco che Mi onorate in mio Figlio e che ci sono quelli che sanno far salire tutto da mio Figlio
a Me, ma è un numero ben piccolo! Non crediate tuttavia che, onorando mio Figlio, non onorate
Me! Certo che sì, Mi onorate poichè Io dimoro nel Figlio mio! Dunque tutto ciò che è gloria per
Lui, lo è anche per Me!

Ma io vorrei vedere l'uomo onorare il Padre suo ed il suo Creatore con un culto speciale. Più
onorerete Me, più onorerete mio Figlio, poichè, secondo la mia volontà, Egli si è fatto il VERBO
INCARNATO ed è venuto tra voi per farvi conoscere Colui che Lo ha mandato.

Se Mi conoscerete, Mi amerete e amerete mio Figlio diletto più di quanto non lo facciate adesso.

Vedete quanto mie creature, divenute miei figli mediante il mistero della Redenzione, non sono nei
pascoli che ho stabilito mediante mio Figlio per tutti gli uomini. Vedete quanti altri, e voi lo sapete,
ignorano ancora questi pascoli, e quante creature uscite dalle mie mani, di cui Io so l'esistenza
mentre voi l'ignorate, non conoscono nemmeno la mano che le ha create! 


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Oh come vorrei far conoscere che Padre onnipotente sono per voi e come lo sarei anche per loro
mediante i miei benefici! Vorrei far loro trascorrere una vita più dolce per mezzo della mia legge.
Vorrei che andaste a loro nel mio Nome e che parlaste loro di Me. Sì, dite loro che hanno un padre
che, dopo averli creati, vuole dare loro i tesori che possiede. Soprattutto dite loro che li penso, li
amo e voglio dare loro la felicità eterna.

Ah! Ve lo prometto: gli uomini si convertiranno più in fretta.

Credete che se aveste cominciato fin dalla Chiesa primitiva ad onorarMi ed a farMi onorare con un
culto speciale, dopo venti secoli sarebbero rimasti pochi uomini viventi nell'idolatria, nel
paganesimo e in tante false e cattive sette, nelle quali l'uomo corre ad occhi chiusi a gettarsi negli
abissi del fuoco eterno! E vedete quanto lavoro resta da fare!



LA MIA ORA E' GIUNTA! 
Bisogna che io sia conosciuto, amato ed onorato dagli uomini, perchè
dopo averli creati Io possa essere loro Padre, poi il loro Salvatore ed infine l'oggetto delle loro
eterne delizie.

Fin qui, vi ho parlato di cose che sapevate già, ho voluto ricordarvele perchè siate sempre più
convinti che sono un Padre buonissimo e non terribile, come voi credete, e ancora che sono il Padre
di tutti gli uomini ora viventi e di quelli che creerò fino alla fine del mondo.

Sappiate anche che voglio essere conosciuto, amato e soprattutto onorato. Che tutti riconoscano le
mie bontà infinite verso tutti e soprattutto verso i peccatori, i malati, i moribondi e tutti coloro che
soffrono. Che sappiano che non ho che un solo desiderio: amarli tutti, donare loro le mie grazie,
perdonare quando si pentono e soprattutto non giudicarli secondo la mia giustizia, ma secondo la
mia misericordia, perchè tutti siano salvi e annoverati nel numero dei miei eletti.

Per concludere questo piccolo esposto, vi faccio una promessa, il cui effetto sarà eterno, eccola:
Chiamatemi col nome di Padre, con confidenza ed amore, e riceverete tutto da questo Padre, con
Amore e Misericordia.
Che il figlio mio, tuo padre spirituale, sappia occuparsi della mia Gloria e mettere frase su frase ciò
che ti ho fatto scrivere ed anche quello che ti farò ancora scrivere, perchè gli uomini trovino facile e
piacevole da leggere l'esposto di ciò che voglio che sappiano, senza nulla aggiungere.

Un po' per giorno ti parlerò dei miei desideri sugli uomini, delle mie gioie, delle mie pene e,
soprattutto, mostrerò agli uomini le mie infinite bontà e la tenerezza del mio amore
compassionevole.

Vorrei anche che le tue Superiore ti permettessero di impiegare i tuoi momenti di libertà per
intrattenerti con Me e che tu possa una mezz'ora al giorno consolarMi e amarMi, e ottenere così che
i cuori degli uomini, miei figli, siano ben disposti a lavorare per estendere questo culto, di cui vi ho
or ora rivelato la forma, perchè arriviate ad una grande confidenza verso questo Padre che vuole
essere amato dai suoi figli.

Perchè quest'opera che vorrei fare tra gli uomini possa estendersi in seno a tutte le nazioni il più
rapidamente possibile, senza che quelli che saranno incaricati di diffonderla commettano la minima
imprudenza, ti domando di passare le tue giornate in un grande raccoglimento. Sarai felice di 



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parlare poco con le creature e nel segreto del tuo cuore, anche quando tu sarai in mezzo a loro,
parlerai con Me e ascolterai Me.

Ecco d'altra parte ciò che voglio che tu faccia: quando talvolta ti parlerò per te, scriverai le mie
confidenze in un piccolo diario speciale. Ma qui intendo parlare agli uomini: Io vivo con gli uomini
in un'intimità più grande che una madre con i suoi figli. Fin dalla creazione dell'uomo, non ho mai
smesso un solo istante di vivere accanto a lui; come Creatore e Padre dell'uomo sento il bisogno di
amarlo. Non è che abbia bisogno di lui, ma il mio Amore di Padre e di Creatore Mi fa sentire questo
bisogno di amare l'uomo. Vivo dunque vicino all'uomo, lo seguo dovunque, lo aiuto in tutto,
supplisco a tutto.

Vedo i suoi bisogni, le sue fatiche, tutti i suoi desideri e la mia felicità più grande è di soccorrerlo e
di salvarlo.

Gli uomini credono che Io sia un Dio terribile e che precipiti tutta l'umanità nell'inferno. Che
sorpresa alla fine dei tempi quando vedranno tante anime che credevano perse, godere l'eterna
felicità in mezzo agli eletti! Vorrei che tutte le Mie creature avessero la convinzione che c'è un
padre che veglia su di loro e che vorrebbe far loro pregustare, anche quaggiù, la felicità eterna.
Una madre non dimentica mai la piccola creatura che ha messo al mondo. Non è ancora più bello da
parte mia, che mi ricordi di tutte le creature che ho messo al mondo?

Ora, se la madre ama questo esserino che Io le ho donato, Io lo amo più di lei perchè Io l'ho creato.
Quand'anche talvolta succeda che una madre ami meno il suo bambino a causa di un difetto che
potrebbe esistere in lui, Io, al contrario, lo amerò ancora di più. Lei potrebbe giungere a
dimenticarlo o a non pensarlo che raramente, soprattutto quando la sua età lo avrà sottratto alla sua
vigilanza, Io non lo dimenticherò mai. Io lo amo sempre, e anche se non si ricorda più di Me suo
Padre e suo Creatore, Io mi ricordo di lui e lo amo ancora.

Vi ho detto prima che vorrei darvi, anche quaggiù, la felicità eterna, ma voi non avete ancora capito
questa parola della quale ecco il significato: Se Mi amate e se Mi chiamate con confidenza con
questo dolce nome di Padre, voi cominciate a conoscere, fin da quaggiù, l'amore e la fiducia che
faranno la vostra felicità nell'eternità e che canterete in cielo in compagnia degli eletti. Non è questa
una anticipazione della felicità del cielo che durerà eternamente?

Desidero dunque che l'uomo si ricordi spesso che Io sono là dove lui è. Che non potrebbe vivere se
Io non fossi con lui, vivente come lui. Nonostante la sua incredulità, Io non cesso mai di essere
accanto a lui.

Ah! come desidero vedere realizzarsi il progetto che voglio comunicarvi e che è questo: fino ad
oggi, l'uomo non ha affatto pensato di fare a Dio, suo Padre, questo piacere che sto per dire:
Vorrei vedere stabilirsi una grande confidenza tra l'uomo e il Padre suo dei cieli, un vero spirito di
familiarità e di delicatezza nello stesso tempo, per non abusare della mia grande bontà.

Conosco i vostri bisogni, i vostri desideri e tutto ciò che è in voi. Ma quanto sarei felice e
riconoscente, se vi vedessi venire a Me e confidarMi i vostri bisogni, come un figlio totalmente
fiducioso fa con suo padre. Come potrei rifiutarvi qualunque cosa, di minima o di grande 



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importanza, se Me la chiedeste? Anche se non Mi vedete, non Mi sentite vicinissimo a voi negli
avvenimenti che accadono in voi e attorno a voi?

Come sarà meritorio per voi, un giorno, aver creduto in Me senza averMi visto!

Anche ora che sono qui, in persona in mezzo a voi tutti, che vi parlo, ripetendovi incessantemente,
sotto tutte le forme, che vi amo e che voglio essere conosciuto, amato ed onorato con culto speciale,
Voi non mi vedete, eccesso una sola persona, colei alla quale detto questo Messaggio! Una sola in
tutta l'umanità! Tuttavia ecco che vi parlo e in colei che Io vedo e alla quale parlo, Io vi vedo tutti e
parlo a tutti e a ciascuno, e vi amo come se Mi vedeste!

Desidero dunque che gli uomini possano conoscerMi e sentire che sono vicino a ciascuno di loro.
Ricordatevi, o uomini, che vorrei essere la speranza dell'umanità. Non lo sono già? Se non fossi la
speranza dell'uomo, l'uomo sarebbe perduto. Ma è necessario che Io sia conosciuto come tale,
perchè la Pace, la Confidenza e l'Amore entrino nel cuore degli uomini e giungano a metterli in
relazione con il Padre loro del cielo e della terra.

Non crediate che Io sia quel terribile vecchio che gli uomini rappresentano nelle loro immagini e nei
loro libri! No, no, Io non sono nè più giovane, nè più vecchio di mio Figlio e del mio Santo Spirito.
Perciò vorrei che tutti, dal bambino al vecchio, Mi chiamassero col nome familiare di Padre e di
amico, poichè sono sempre con voi, Mi faccio simile a voi, per farvi simili a Me. Quanto grande
sarebbe la Mia gioia nel vedere i genitori insegnare ai loro bambini a chiamarMi spesso col nome di
Padre come realmente sono! Quanto desidererei veder infondere in queste giovani anime una
fiducia, un amore tutto filiale verso di me! Io ho fatto tutto per voi; non farete questo per Me?

Vorrei stabilirmi in ogni famiglia come nel Mio dominio, affinchè tutti possano dire con totale
sicurezza "Abbiamo un Padre che è infinitamente buono, immensamente ricco e largamente
misericordioso. Pensa a noi ed è vicino a noi, ci guarda, ci sostiene Lui stesso, ci darà tutto ciò che
ci manca se glieLo domandiamo. Tutte le sue ricchezze sono nostre, noi avremo tutto ciò che ci
occorre". Io sono là proprio perchè Mi domandiate ciò di cui avete bisogno: "Chiedete ed otterrete".
nella mia paterna bontà vi darò tutto, purchè tutti sappiano considerarMi come un vero Padre
vivente in mezzo ai miei, come Io veramente faccio.

Desidero ancora che ogni famiglia esponga alla vista di tutti l'immagine che più tardi farò conoscere
alla mia "figlioletta". Desidero che ogni famiglia possa mettersi così sotto la mia protezione tutta
speciale, per poterMi onorare più facilmente.

Là, ogni giorno, la famiglia Mi farà partecipe dei suoi bisogni, dei suoi lavori, delle sue pene, delle
sue sofferenze, dei suoi desideri, e anche delle sue gioie, perchè un padre deve conoscere tutto ciò
che riguarda i suoi figli. Io lo so, certamente, poichè sono là, ma amo tanto la semplicità. So
piegarMi alla vostra condizione. Mi faccio piccolo con i piccoli, Mi faccio adulto con gli uomini
adulti, con i vecchi Mi faccio simile a loro perchè tutti comprendano ciò che voglio loro dire per la
loro santificazione e per la mia gloria.

La prova di ciò che vi sto dicendo non l'avete in mio Figlio che si è fatto piccolo e debole come voi?
Non l'avete ancora adesso, vedendoMi qui a parlarvi? E perchè possiate capire ciò che voglio dirvi
non ho scelto, per parlarvi, una povera creatura come voi? Ed ora non Mi faccio simile a Voi? 



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Vedete, ho messo la mia corona ai miei piedi, il mondo sul mio cuore. Ho lasciato la mia gloria nel
cielo e sono venuto qui, facendoMi tutto a tutti, povero con i poveri e ricco con i ricchi. Voglio
proteggere la gioventù, come un tenero Padre.

C'è tanto male nel mondo! Queste povere anime inesperte si lasciano sedurre dagli allettamenti del
vizio che, a poco a poco, le conduce alla rovina totale. O voi, che specialmente avete bisogno di
qualcuno che vi custodisca nella vita per poter evitare il male, venite a Me! Sono il Padre che vi
ama più di quanto nessun'altra creatura vi amerà mai! Rifugiatevi vicino a Me, confidateMi i vostri
pensieri e i vostri desideri. io vi amerò teneramente. Vi darò le grazie per il presente e benedirò il
vostro avvenire. Siate certi che non vi dimentico, dopo quindici o venticinque o trenta anni che vi
ho creati. venite! Vedo che avete grande bisogno di un Padre dolce e infinitamente buono come Me.

Senza dilungarmi in tante altre cose che sarebbe opportuno dire qui ma che potrò dire più tardi,
voglio ora parlare in modo tutto particolare alle anime di quelli che mi sono scelto, preti e religiosi:
a voi, figli cari del mio amore. Ho dei grandi disegni su di voi!



AL PAPA

Prima che a tutti gli altri mi rivolgo a te, figlio mio diletto, a te mio Vicario, per mettere fra le tue
mani questa Opera che dovrebbe essere la prima di tutte e che, per il timore che il demonio ha
ispirato all'uomo, si compirà solo in questo tempo.

Ah! vorrei che tu capissi l'estensione di quest'opera, la sua grandezza, la sua larghezza, la sua
profondità, la sua altezza. Vorrei che tu comprendessi i desideri immensi che ho sull'umanità
presente e futura!

Se tu sapessi quanto desidero essere conosciuto, amato ed onorato dagli uomini con un culto
speciale! Questo desiderio l'ho in Me da tutta l'eternità e dalla creazione del primo uomo. Questo
desiderio l'ho espresso parecchie volte agli uomini soprattutto nell'Antico Testamento. Ma l'uomo
non l'ha mai compreso. Ora questo desiderio Mi fa dimenticare tutto il passato, purchè esso si
realizzi al presente, nelle mie creature del mondo intero.

Mi abbasso fino alla più povera delle mie creature per poter nella sua ignoranza parlarle e mediante
lei poter parlare agli uomini, senza che lei si accorga della grandezza dell'Opera che vorrei fare tra
loro!

Non posso parlare di teologia con lei, sarei sicuro di fallire, non capirebbe. Permetto che sia così per
poter realizzare la mia Opera mediante la semplicità e l'innocenza. Ma tocca a te ora mettere
quest'Opera allo studio e portarla prestissimo ad esecuzione.

Per essere conosciuto, amato ed onorato con culto speciale non chiedo niente di straordinario.
Desidero soltanto questo:

1. che un giorno, o almeno una domenica, sia consacrato ad onorarMi in modo del tutto
particolare sotto il nome di Padre dell'umanità tutta intera. Vorrei per questa festa una messa ed un
ufficio proprio. Non è difficile trovare i testi nella Sacra Scrittura. Se preferite renderMi questo 



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culto speciale una domenica, Io scelgo la prima domenica di agosto, se prendete un giorno della
settimana, preferisco che sia sempre il 7 di questo stesso mese.

2. Che tutto il clero si impegni a sviluppare questo culto e soprattutto che Mi faccia conoscere
agli uomini come sono e come sarò sempre presso di loro, cioè il Padre più tenero e più amabile di
tutti i padri.

3. Desidero che il clero Mi faccia entrare in tutte le famiglie, negli ospedali, anche nei
laboratori ed officine, nelle caserme, nelle sale ove i ministri delle nazioni prendono decisioni,
infine ovunque si trovino le Mie creature, anche se ce ne fosse soltanto una! Che il segno tangibile
della mia invisibile presenza sia una immagine che mostri che Io sono realmente là, presente. Così
tutti gli uomini faranno tutte le loro azioni sotto lo sguardo del loro Padre e Io stesso avrò sotto i
miei occhi la creatura che ho adottata dopo averla creata, così tutti i miei figli saranno come sotto lo
sguardo del loro tenero padre.
Indubbiamente anche adesso sono dovunque, ma vorrei essere rappresentato in una maniera
sensibile!

4. Che durante l'anno il clero e i fedeli adottino alcuni esercizi di pietà in mio onore, senza
nuocere alle loro abituali occupazioni. Che senza timore i miei sacerdoti vadano ovunque, in tutte le
nazioni, a portare agli uomini la fiamma del mio Paterno Amore. Allora le Anime saranno
illuminate, conquistate, non solo tra gli infedeli, ma in tutte le sette che non sono della vera Chiesa.
Sì, che anche questi uomini, che sono figli miei, vedano brillare questa fiamma davanti a loro, che
conoscano la verità, che l'abbraccino e pratichino tutte le virtù cristiane.

5. Vorrei essere onorato in modo tutto particolare nei seminari, nei noviziati, nelle scuole e nei
pensionati. Che tutti, dal più piccolo al più grande, possano conoscerMi ed amarMi come loro
Padre, loro Creatore e loro Salvatore.

6. Che i sacerdoti si impegnino a cercare nelle Sacre Scritture ciò che ho detto in altri tempi e
che è rimasto finora ignorato, relativamente al culto che desidero ricevere dagli uomini. Che
lavorino anche per far giungere i miei desideri e la mia volontà a tutti i fedeli e a tutti gli uomini,
specificando ciò che dirò per tutti gli uomini in generale e - in particolare - per i sacerdoti, religiosi
e religiose. Quelle sono le anime che scelgo per renderMi grandi omaggi, più che gli uomini del
mondo.

Certo occorrerà del tempo per arrivare ad una completa realizzazione di questi desideri che ho
concepito sull'umanità e che ti ho fatto conoscere! Ma un giorno con le preghiere ed i sacrifici delle
anime generose che si immoleranno per questa opera del mio Amore, sì un giorno sarò soddisfatto.
Ti benedirò, Figlio mio diletto, e ti darò il centuplo di tutto ciò che farai per la mia Gloria.


AL VESCOVO

Voglio dire una parola anche a te, figlio mio Alessandro, perchè i miei desideri siano realizzati nel
mondo. 


20
E' necessario che con il Padre spirituale della "pianticella" del mio Figlio Gesù, siate i promotori di
quest'opera, cioè di questo culto speciale che attendo dagli uomini. A voi, figli miei, affido
quest'Opera e il suo futuro così importante.

Parlate, insistete, fate conoscere ciò che dirò perchè Io sia conosciuto, amato ed onorato da tutte le
mie creature e avrete fatto ciò che Mi attendo da voi, cioè la mia volontà, e avrete realizzato i
desideri che da tanto tempo ho custodito nel silenzio.

Di tutto ciò che voi farete per la mia Gloria, Io farò il doppio per la vostra salvezza e la vostra
santificazione. Infine sarà nel cielo e solo nel cielo, che vedrete la grande ricompensa che sarò a voi
in modo tutto particolare, e a tutti quelli che lavoreranno per questo scopo.

Ho creato l'uomo per Me ed è ben giusto che io sia TUTTO per l'uomo. L'uomo non gusterà gioie
vere al di fuori del Padre suo e del suo Creatore, perchè il suo cuore non è fatto altro che per Me.
Dal canto mio, il mio amore per le mie creature è così grande che Io non provo nessuna gioia pari a
quella di essere tra gli uomini.

La mia gloria in cielo è infinitamente grande, ma la mia gloria è ancora più grande quanto Mi trovo
tra i Miei figli: gli uomini di tutto il mondo. il vostro cielo, mie creature, è in Paradiso con i miei
eletti, perchè lassù, nel cielo, che Mi contemplerete in una visione perenne e che godrete di una
gloria eterna. Il mio cielo è sulla terra, con voi tutti, o uomini! Sì, è sulla terra e nelle vostre anime
che cerco la mia felicità e la mia gioia. Potete darMi questa gioia ed è per voi anche un dovere verso
il vostro Creatore e Padre che da voi lo desidera e lo attende.

La mia gioia di essere tra voi non è meno grande di quella che provavo quando ero con mio Figlio
Gesù durante la Sua vita mortale, mio Figlio, ero Io che Lo inviavo. Era concepito dal mio Spirito
Santo, che sono ancora Io, in una parola ero sempre IO.

A voi, creature mie, amandovi come mio Figlio che sono Io, dico come a Lui: siete i miei figli
diletti nei quali pongo le mie compiacenze; è per questo che Io godo in vostra compagnia e desidero
restare con voi. La mia presenza tra voi è come il sole sul mondo terrestre. Se siete ben disposti a
riceverMi, verrò vicinissimo a voi, entrerò in voi, vi illuminerò, vi riscalderò del mio Amore
infinito.

Quanto a voi, anime in stato di peccato, o che ignorate la verità religiosa, non potrò entrare in voi,
ma sarò comunque vicino a voi, poichè non smetto mai di chiamarvi, di invitarvi a desiderare di
ricevere i beni che vi porto perchè vediate la Luce e guariate dal peccato.

A volte vi guardo con compassione per l'infelice stato nel quale vi trovate. A volte vi guardo con
amore per disporvi a cedere ai fascini della grazia. Passo talvolta dei giorni, degli anni anche, vicino
ad alcune anime, per poter assicurare loro la felicità eterna. Ignorano che Io sono là che le aspetto,
che le chiamo ad ogni istante del giorno. Tuttavia non Mi stanco affatto e provo lo stesso la mia
gioia nel restare accanto a voi, sempre con la speranza che un giorno ritornerete al Padre vostro e
Mi farete almeno qualche atto d'amore prima di morire.

Ecco, per esempio, un'anima che sta morendo all'improvviso: quest'anima è stata sempre per Me
come il figliol prodigo (nota di Madre Eugenia: "Annoto questo esempio che ho visto compiersi tale
e quale il Padre nostro ce lo descrive") . 


21

Io la colmavo di beni, le se ne andava sperperando tutti questi beni, questi doni gratuiti del Padre
suo amabilissimo, e per di più Mi offedeva gravemente. L'attendevo, la seguivo dappertutto; le davo
nuovi favori come la salute ed i beni che facevo fruttare dai suoi lavori così bene che aveva del
superfluo. Talvolta la mia provvidenza gliene procurava ancora di nuovi. Era dunque
nell'abbondanza, ma non guardava che al triste barlume dei suoi vizi e tutta la sua vita fu un tessuto
di errori per il peccato mortale abituale. Ma il mio Amore non si è mai stancato. La seguivo
egualmente, l'amavo e soprattutto, malgrado i rifiuti che Mi opponeva, ero contento di vivere
pazientemente vicino a lei, nella speranza che forse un giorno avrebbe ascoltato il mio Amore e
sarebbe tornata a Me, Suo Padre e Salvatore.

infine si avvicina il suo ultimo giorno: le mando una malattia perchè possa raccogliersi e ritornare a
Me suo Padre. Ma il tempo passa, ed ecco il mio povero figlio di 74 anni alla sua ultima ora. Sono
ancora là, come sempre: gli parlo con più bontà che mai. Insisto, chiamo i miei eletti, che preghino
per lui affinchè domandi il perdono che Io gli offro .... A questo punto, prima di rendere l'ultimo
respiro, apre gli occhi, riconosce i suoi errori e quanto si sia allontanato dal vero cammino che
conduce fino a Me. Rientra in se stesso, poi con flebile voce, che nessuno di quanti gli sono intorno
ascolta, Mi dice: "Dio mio, ora vedo come il vostro Amore per me è stato grande ed io Vi ho offeso
continuamente con una sì cattiva vita. Non ho mai pensato a Voi, mio Padre e mio Salvatore. Ora
vedete tutto e per tutto questo male che vedete in me e che io riconosco nella mia confusione, Vi
chiedo perdono e Vi amo, Padre mio e Salvatore mio!"

Egli morì nello stesso istante ed eccolo davanti a Me. Io lo giudico con l'Amore di un Padre, come
mi ha chiamato, ed è salvo. Resterà qualche tempo nel luogo di espiazione, poi sarà felice per
l'eternità. Ed Io, dopo esserMi compiaciuto durante la sua vita nella speranza di salvarlo con il suo
pentimento, godo ancor più con la mia Corte celeste d'aver realizzato il Mio desidero e d'essere suo
Padre per tutta l'eternità.

 Quanto alle anime che vivono nella giustizia e nella grazia santificante, provo la mia felicità nello
stabilirMi in loro. Mi dono a loro. Trasmetto loro l'uso della MIA POTENZA e con il MIO
AMORE trovano un'anticipazione del Paradiso in ME, loro Padre e loro Salvatore!

Altre informazioni:
https://www.piccolifiglidellaluce.it/pfdl/pdf/IL%20PADRE%20PARLA%20AI%20SUOI%20FIGLI.pdf

AMDG et DVM