sabato 8 dicembre 2018

Maria è così intrecciata nel grande mistero della Chiesa che Lei e la Chiesa sono inseparabili come sono inseparabili Lei e Cristo.

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CAPPELLA PAPALE NEL 40° ANNIVERSARIO
DELLA CONCLUSIONE DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II
OMELIA DI 
SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Giovedì, 8 dicembre 2005

Cari Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Cari Fratelli e Sorelle,

Quarant'anni fa, l'8 dicembre 1965, sulla Piazza antistante questa Basilica di San Pietro, Papa Paolo VI concluse solennemente il Concilio Vaticano II. Era stato inaugurato, secondo la volontà di Giovanni XXIII, l'11 ottobre 1962, allora festa della Maternità di Maria, ed ebbe la sua conclusione nel giorno dell'Immacolata. 
Una cornice mariana circonda il Concilio. In realtà, è molto di più di una cornice: è un orientamento dell'intero suo cammino. Ci rimanda, come rimandava allora i Padri del Concilio, all'immagine della Vergine in ascolto, che vive nella Parola di Dio, che serba nel suo cuore le parole che le vengono da Dio e, congiungendole come in un mosaico, impara a comprenderle (cfr Lc 2,19.51); ci rimanda alla grande Credente che, piena di fiducia, si mette nelle mani di Dio, abbandonandosi alla Sua volontà; ci rimanda all'umile Madre che, quando la missione del Figlio lo esige, si fa da parte e, al contempo, alla donna coraggiosa che, mentre i discepoli si danno alla fuga, sta sotto la croce. Paolo VI, nel suo discorso in occasione della promulgazione della Costituzione conciliare sulla Chiesa, aveva qualificato Maria come "tutrix huius Concilii" – "protettrice di questo Concilio" (cfr Oecumenicum Concilium Vaticanum II, Constitutiones Decreta Declarationes, Città del Vaticano 1966, pag. 983) e, con un'allusione inconfondibile al racconto di Pentecoste tramandato da Luca (At 1,12-14), aveva detto che i Padri si erano riuniti nell'aula del Concilio "cum Maria, Matre Iesu" e, pure nel suo nome, ne sarebbero ora usciti (pag. 985).

Resta indelebile nella mia memoria il momento in cui, sentendo le sue parole: "Mariam Sanctissimam declaramus Matrem Ecclesiae" – "dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa", spontaneamente i Padri si alzarono di scatto dalle loro sedie e applaudirono in piedi, rendendo omaggio alla Madre di Dio, a nostra Madre, alla Madre della Chiesa. Di fatto, con questo titolo il Papa riassumeva la dottrina mariana del Concilio e dava la chiave per la sua comprensione. Maria non sta soltanto in un rapporto singolare con Cristo, il Figlio di Dio che, come uomo, ha voluto diventare figlio suo. Essendo totalmente unita a Cristo, ella appartiene anche totalmente a noi. Sì, possiamo dire che Maria ci è vicina come nessun altro essere umano, perché Cristo è uomo per gli uomini e tutto il suo essere è un "esserci per noi". Cristo, dicono i Padri, come Capo è inseparabile dal suo Corpo che è la Chiesa, formando insieme con essa, per così dire, un unico soggetto vivente. La Madre del Capo è anche la Madre di tutta la Chiesa; lei è, per così dire, totalmente espropriata da se stessa; si è data interamente a Cristo e con Lui viene data in dono a tutti noi. Infatti, più la persona umana si dona, più trova se stessa.

Il Concilio intendeva dirci questo: Maria è così intrecciata nel grande mistero della Chiesa che lei e la Chiesa sono inseparabili come sono inseparabili lei e Cristo. Maria rispecchia la Chiesa, la anticipa nella sua persona e, in tutte le turbolenze che affliggono la Chiesa sofferente e faticante, ne rimane sempre la stella della salvezza. È lei il suo vero centro di cui ci fidiamo, anche se tanto spesso la sua periferia ci pesa sull'anima. Papa Paolo VI, nel contesto della promulgazione della Costituzione sulla Chiesa, ha messo in luce tutto questo mediante un nuovo titolo radicato profondamente nella Tradizione, proprio nell'intento di illuminare la struttura interiore dell'insegnamento sulla Chiesa sviluppato nel Concilio. Il Vaticano II doveva esprimersi sulle componenti istituzionali della Chiesa: sui Vescovi e sul Pontefice, sui sacerdoti, i laici e i religiosi nella loro comunione e nelle loro relazioni; doveva descrivere la Chiesa in cammino, "che comprende nel suo seno peccatori, santa insieme e sempre bisognosa di purificazione…" (Lumen gentium, 8). 
   Ma questo aspetto "petrino" della Chiesa è incluso in quello "mariano". In Maria, l'Immacolata, incontriamo l'essenza della Chiesa in modo non deformato. Da lei dobbiamo imparare a diventare noi stessi "anime ecclesiali", così si esprimevano i Padri, per poter anche noi, secondo la parola di san Paolo, presentarci "immacolati" al cospetto del Signore, così come Egli ci ha voluto fin dal principio (Col 1,21; Ef 1,4).

Ma ora dobbiamo chiederci: Che cosa significa "Maria, l'Immacolata"? Questo titolo ha qualcosa da dirci? La liturgia di oggi ci chiarisce il contenuto di questa parola in due grandi immagini. C'è innanzitutto il racconto meraviglioso dell'annuncio a Maria, la Vergine di Nazaret, della venuta del Messia. Il saluto dell'Angelo è intessuto di fili dell'Antico Testamento, specialmente del profeta Sofonia. Esso fa vedere che Maria, l'umile donna di provincia che proviene da una stirpe sacerdotale e porta in sé il grande patrimonio sacerdotale d'Israele, è "il santo resto" d'Israele a cui i profeti, in tutti i periodi di travagli e di tenebre, hanno fatto riferimento. In lei è presente la vera Sion, quella pura, la vivente dimora di Dio. In lei dimora il Signore, in lei trova il luogo del Suo riposo. Lei è la vivente casa di Dio, il quale non abita in edifici di pietra, ma nel cuore dell'uomo vivo. Lei è il germoglio che, nella buia notte invernale della storia, spunta dal tronco abbattuto di Davide. In lei si compie la parola del Salmo: "La terra ha dato il suo frutto" (67,7). 
   Lei è il virgulto, dal quale deriva l'albero della redenzione e dei redenti. Dio non ha fallito, come poteva apparire già all'inizio della storia con Adamo ed Eva, o durante il periodo dell'esilio babilonese, e come nuovamente appariva al tempo di Maria quando Israele era diventato un popolo senza importanza in una regione occupata, con ben pochi segni riconoscibili della sua santità. Dio non ha fallito. Nell'umiltà della casa di Nazaret vive l'Israele santo, il resto puro. Dio ha salvato e salva il Suo popolo. Dal tronco abbattuto rifulge nuovamente la sua storia, diventando una nuova forza viva che orienta e pervade il mondo. Maria è l'Israele santo; ella dice "sì" al Signore, si mette pienamente a Sua disposizione e diventa così il tempio vivente di Dio.

La seconda immagine è molto più difficile ed oscura. Questa metafora tratta dal Libro della Genesi parla a noi da una grande distanza storica, e solo a fatica può essere chiarita; soltanto nel corso della storia è stato possibile sviluppare una comprensione più profonda di ciò che lì viene riferito. Viene predetto che durante tutta la storia continuerà la lotta tra l'uomo e il serpente, cioè tra l'uomo e le potenze del male e della morte. Viene però anche preannunciato che "la stirpe" della donna un giorno vincerà e schiaccerà la testa al serpente, alla morte; è preannunciato che la stirpe della donna – e in essa la donna e la madre stessa – vincerà e che così, mediante l'uomo, Dio vincerà. 
   Se insieme con la Chiesa credente ed orante ci mettiamo in ascolto davanti a questo testo, allora possiamo cominciare a capire che cosa sia il peccato originale, il peccato ereditario, e anche che cosa sia la tutela da questo peccato ereditario, che cosa sia la redenzione.
Qual è il quadro che in questa pagina ci vien posto davanti? L'uomo non si fida di Dio. Egli, tentato dalle parole del serpente, cova il sospetto che Dio, in fin dei conti, gli tolga qualcosa della sua vita, che Dio sia un concorrente che limita la nostra libertà e che noi saremo pienamente esseri umani soltanto quando l'avremo accantonato; insomma, che solo in questo modo possiamo realizzare in pienezza la nostra libertà. 
L'uomo vive nel sospetto che l'amore di Dio crei una dipendenza e che gli sia necessario sbarazzarsi di questa dipendenza per essere pienamente se stesso. 
L'uomo non vuole ricevere da Dio la sua esistenza e la pienezza della sua vita. Vuole attingere egli stesso dall'albero della conoscenza il potere di plasmare il mondo, di farsi dio elevandosi al livello di Lui, e di vincere con le proprie forze la morte e le tenebre. 
Non vuole contare sull'amore che non gli sembra affidabile; egli conta unicamente sulla conoscenza, in quanto essa gli conferisce il potere. Piuttosto che sull'amore punta sul potere col quale vuole prendere in mano in modo autonomo la propria vita. E nel fare questo, egli si fida della menzogna piuttosto che della verità e con ciò sprofonda con la sua vita nel vuoto, nella morte. 
Amore non è dipendenza, ma dono che ci fa vivere. La libertà di un essere umano è la libertà di un essere limitato ed è quindi limitata essa stessa. Possiamo possederla soltanto come libertà condivisa, nella comunione delle libertà: solo se viviamo nel modo giusto l'uno con l'altro e l'uno per l'altro, la libertà può svilupparsi. Noi viviamo nel modo giusto, se viviamo secondo la verità del nostro essere e cioè secondo la volontà di Dio. Perché la volontà di Dio non è per l'uomo una legge imposta dall'esterno che lo costringe, ma la misura intrinseca della sua natura, una misura che è iscritta in lui e lo rende immagine di Dio e così creatura libera. 
Se noi viviamo contro l'amore e contro la verità – contro Dio –, allora ci distruggiamo a vicenda e distruggiamo il mondo. Allora non troviamo la vita, ma facciamo l'interesse della morte. Tutto questo è raccontato con immagini immortali nella storia della caduta originale e della cacciata dell'uomo dal Paradiso terrestre.

Cari fratelli e sorelle! Se riflettiamo sinceramente su di noi e sulla nostra storia, dobbiamo dire che con questo racconto è descritta non solo la storia dell'inizio, ma la storia di tutti i tempi, e che tutti portiamo dentro di noi una goccia del veleno di quel modo di pensare illustrato nelle immagini del Libro della Genesi. Questa goccia di veleno la chiamiamo peccato originale. Proprio nella festa dell'Immacolata Concezione emerge in noi il sospetto che una persona che non pecchi affatto sia in fondo noiosa; che manchi qualcosa nella sua vita: la dimensione drammatica dell'essere autonomi; che faccia parte del vero essere uomini la libertà del dire di no, lo scendere giù nelle tenebre del peccato e del voler fare da sé; che solo allora si possa sfruttare fino in fondo tutta la vastità e la profondità del nostro essere uomini, dell'essere veramente noi stessi; che dobbiamo mettere a prova questa libertà anche contro Dio per diventare in realtà pienamente noi stessi. Con una parola, noi pensiamo che il male in fondo sia buono, che di esso, almeno un po', noi abbiamo bisogno per sperimentare la pienezza dell'essere. Pensiamo che Mefistofele – il tentatore – abbia ragione quando dice di essere la forza "che sempre vuole il male e sempre opera il bene" (J.W. v. Goethe, Faust I, 3). Pensiamo che patteggiare un po' col male, riservarsi un po' di libertà contro Dio, in fondo, sia bene, forse sia addirittura necessario.

Guardando però il mondo intorno a noi, possiamo vedere che non è così, che cioè il male avvelena sempre, non innalza l'uomo, ma lo abbassa e lo umilia, non lo rende più grande, più puro e più ricco, ma lo danneggia e lo fa diventare più piccolo. Questo dobbiamo piuttosto imparare nel giorno dell'Immacolata: l'uomo che si abbandona totalmente nelle mani di Dio non diventa un burattino di Dio, una noiosa persona consenziente; egli non perde la sua libertà. Solo l'uomo che si affida totalmente a Dio trova la vera libertà, la vastità grande e creativa della libertà del bene. L'uomo che si volge verso Dio non diventa più piccolo, ma più grande, perché grazie a Dio e insieme con Lui diventa grande, diventa divino, diventa veramente se stesso. L'uomo che si mette nelle mani di Dio non si allontana dagli altri, ritirandosi nella sua salvezza privata; al contrario, solo allora il suo cuore si desta veramente ed egli diventa una persona sensibile e perciò benevola ed aperta.

Più l'uomo è vicino a Dio, più vicino è agli uomini. Lo vediamo in Maria. Il fatto che ella sia totalmente presso Dio è la ragione per cui è anche così vicina agli uomini. Per questo può essere la Madre di ogni consolazione e di ogni aiuto, una Madre alla quale in qualsiasi necessità chiunque può osare rivolgersi nella propria debolezza e nel proprio peccato, perché ella ha comprensione per tutto ed è per tutti la forza aperta della bontà creativa. È in lei che Dio imprime la propria immagine, l'immagine di Colui che segue la pecorella smarrita fin nelle montagne e fin tra gli spini e i pruni dei peccati di questo mondo, lasciandosi ferire dalla corona di spine di questi peccati, per prendere la pecorella sulle sue spalle e portarla a casa. 
Come Madre che compatisce, Maria è la figura anticipata e il ritratto permanente del Figlio. E così vediamo che anche l'immagine dell'Addolorata, della Madre che condivide la sofferenza e l'amore, è una vera immagine dell'Immacolata. Il suo cuore, mediante l'essere e il sentire insieme con Dio, si è allargato. In lei la bontà di Dio si è avvicinata e si avvicina molto a noi. 
Così Maria sta davanti a noi come segno di consolazione, di incoraggiamento, di speranza. Ella si rivolge a noi dicendo: "Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! Abbi il coraggio di rischiare con la fede! Abbi il coraggio di rischiare con la bontà! Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro! Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!".

Vogliamo, in questo giorno di festa, ringraziare il Signore per il grande segno della Sua bontà che ci ha donato in Maria, Sua Madre e Madre della Chiesa. Vogliamo pregarlo di porre Maria sul nostro cammino come luce che ci aiuta a diventare anche noi luce e a portare questa luce nelle notti della storia. Amen.

© Copyright 2005 - Libreria Editrice Vaticana

AVE MARIA PURISSIMA!

venerdì 7 dicembre 2018

AI PICCOLI SARANNO SVELATI

Risultati immagini per Madonna piu venerata in Dongo

Dongo, 7 dicembre 1974. 
Primo sabato del mese.

Ai piccoli saranno svelati.

«Sei venuto, figlio, davanti alla mia Immagine, che tu fin da piccolo veneravi con un amore particolare e che era già segno della mia speciale predilezione verso di te.

Hai celebrato la Santa Messa per consolare il mio Cuore Immacolato e Addolorato e per tutti i Sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano.

Non temere: Io stessa da ogni parte del mondo sto radunando questi figli nella mia schiera: tutti mi stanno rispondendo.

Se talvolta trovi qualche ostacolo, delle difficoltà o delle incomprensioni, offri tutto al mio Cuore.
Ti ho già detto, e te lo ripeto, che nessuna esterna interferenza potrà nuocere a questa mia Opera. Essa è il segno che oggi Io do alla mia Chiesa.

Nel momento della sua più grande confusione, alla vigilia di grandi avvenimenti che turberanno
la fede di tanti miei figli, ecco il segno che Io vi do: Me stessa!

Io, Madre della Chiesa, che intervengo personalmente ed inizio la mia Opera di salvezza. La
inizio così: con semplicità, nel nascondimento, in modo tanto umile da non avvertirsi neppure dai più. Ma questo, figli, è sempre stato il modo di agire della vostra Mamma.

Per riconoscere perciò questa mia azione voi dovete avere occhi di bimbi, mente di bimbi, cuore di bimbi. 

Dovete tornare ad essere semplici, umili, raccolti, poveri, candidi: dovete veramente tornare ad essere quei piccoli ai quali solo saranno svelati i disegni di Dio, i misteri del Regno di Dio.

Così ad illuminarsi sarà il cielo interiore delle vostre anime, e i vostri cuori saranno veramente 
trasfigurati, perché in essi Io stessa stamperò la mia immagine.

I vostri cuori saranno il mio Regno, e per mezzo di voi, Sacerdoti del mio Movimento, darò alla
Chiesa di oggi un segno, che sarà sempre più chiaro e avvertito da tutti, della mia presenza, della mia assistenza e della mia azione che è destinata alla vittoria, al trionfo del mio Cuore Immacolato».



AVE MARIA PURISSIMA!

REGOLA DI SAN FRANCESCO



PRIMA REGOLA

[1] Questa è la prima Regola che il beato Francesco compose, e il signor papa Innocenzo gli confermò senza bolla.

PROLOGO

[2] Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo! Questa è la vita del Vangelo di Gesù Cristo, che frate Francesco chiese che dal signor papa Innocenzo gli fosse concessa e confermata. Ed egli la concesse e la confermò per lui e per i suoi frati presenti e futuri.
[3] Frate Francesco e chiunque sarà a capo di questa Religione, prometta obbedienza e reverenza al signor papa Innocenzo e ai suoi successori.
E tutti gli altri frati siano tenuti ad obbedire a frate Francesco e ai suoi successori.

CAPITOLO I

CHE I FRATI VIVANO IN OBBEDIENZA, IN CASTITA'
E SENZA NULLA Dl PROPRIO

[4] La regola e vita dei frati è questa, cioè vivere in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio, e seguire la dottrina e l'esempio del Signore nostro Gesù Cristo, il quale dice: 
"Se vuoi essere perfetto, va', vendi tutto quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e poi vieni e seguimi"
e: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua"
e ancora: "Se qualcuno vuole venire a me e non odia il padre, la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle e anche la sua vita stessa non può essere mio discepolo"
E: "Chiunque avrà lasciato il padre o la madre, i fratelli o le sorelle, la moglie o i figli, le case o i campi per amore mio, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna".

AMDG et DVM


giovedì 6 dicembre 2018

Novena dell'Immacolata *9

< Maria... Nostra Signora di Guadalupe
schiaccia la testa a satana e salva il tuo Popolo.
Maria... Nostra Signora di Guadalupe
raduna i tuoi figli sotto il tuo Manto di stelle >

(I)

Clamavi in toto corde meo ad te, Domina:
de necessitatibus meis clementer eripe me.

Vocem gemitus mei exaudi, Domina mea:
doce me, quid acceptum sit apud te omni tempore.

Longe a nescientibus te salus:
qui autem perstat in obsequio tuo, procul fiat a perditione.

Misericordia tua rigat universum:
Domina, in salutari tuo vivifica me.

Initium eloquiorum tuorum veritas in aeternum:
et legem tuam immaculatam non sum oblitus.

Gloria Patri, etc.

Antifona  della beata Vergine Maria 
Salve Regina, Madre di misericordia: 
Vita, dolcezza e speranza nostra, salve. 
A te ricorriamo, esuli figli di Eva, 
A te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. 

Orsú, dunque, avvocata nostra, 
Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. 
E mostraci, dopo questo esilio, 
il frutto benedetto del ventre tuo, Gesù. 
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.


V. Prega per noi, o Santa Madre di Dio. 
R. Affinché siam fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
Onnipotente sempiterno Iddio, che hai preparato con la cooperazione dello Spirito Santo, il corpo e l'anima della gloriosa Vergine Madre Maria, affinché meritasse di essere degna abitazione di tuo Figlio, fa sì che, mentre ci rallegriamo al ricordo di lei; per la sua pietosa intercessione, siamo liberati dai mali che ci sovrastano, e dalla morte eterna. Per lo stesso Cristo Signor nostro. Amen.
V. Il divin aiuto  sia sempre con noi.
R. Amen.

RICORDATI

Ricordati, o piissima Vergine Maria, 
che non si è mai inteso al mondo 
che qualcuno sia ricorso alla tua protezione,
 abbia implorato il tuo aiuto, 
chiesto il tuo patrocinio
 e sia stato da te abbandonato. 
Animato da tale confidenza, 
a te ricorro, o Madre, 
Vergine delle vergini, 
a te vengo, e, peccatore come sono,
 mi prostro ai tuoi piedi a domandare pietà. 
Non volere, o Madre del divin Verbo, 
disprezzare le mie preghiere,
 ma benigna ascoltale ed esaudiscile. Amen.

(San Bernardo di Chiaravalle)



AVE MARIA PURISSIMA!

EXORCISMUS


 EXORCISMUS
IN SATANAM  ET ANGELOS APOSTATICOS
Iussu Leonis Pp. XIII editus
ESORCISMO DI LEONE XIII
CONTRO SATANA E GLI ANGELI RIBELLI

Pubblicato negli AAS del 1890, p. 743: http://www.vatican.va/archive/ass/documents/ASS-23-1890-91-ocr.pdf 
e nel Rituale Romano de 1903, p. 227 : http://saintmichelarchange.free.fr/exoleon.htm


Il documento in formato pdf



L’Esorcismo contro Satana e gli angeli ribelli è stato composto da Papa Leone XIII (1810-1903), ed è stato incluso nel Rituale Romanum nel 1903, ultimo anno del suo pontificato. Egli compose questa preghiera il 13 ottobre 1884, dopo avere celebrato la Santa Messa nella Cappella vaticana. Al termine della celebrazione, il Papa rimase per circa dieci minuti ai piedi dell’altare, come in estasi. Ritiratosi nei suoi appartamenti, egli compose la preghiera a San Michele, ordinando che fosse recitata alla fine di ogni Messa bassa, e l’esorcismo che segue.

Questo esorcismo è riservato al vescovo e ai presbiteri da lui espressamente autorizzati e può essere recitato dai fedeli solo privatamente.
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha richiamato all’osservanza di questa norma nella lettera Inde ab aliquot annis, del 29 settembre 1985. In essa è precisato anche che questo richiamo «non deve affatto allontanare i fedeli dal pregare affinché, come ci ha insegnato Gesù, siano liberati dal male (cfr. Mt 6,13)».

L’esorcismo privato può essere recitato privatamente da tutti i fedeli con frutto, da soli o in comune, in chiesa o fuori; sempre se si sia in grazia di Dio e si sia confessati.
Non è permesso che i laici recitino l’esorcismo su persone supposte indemoniate, perché questa è esclusiva prerogativa del sacerdote debitamente autorizzato dal vescovo.

La recita dell’esorcismo, secondo le indicazioni sotto riportate, è consigliabile:
a) quando si sente che più intensa si fa l’azione del demonio in noi (tentazione di bestemmia, di impurità, di odio, di disperazione, ecc.);
b) nelle famiglie (discordie, epidemie, ecc.);
c) nella vita pubblica (immoralità, bestemmia, profanazione delle feste, scandali, ecc.);
d) nelle relazioni tra i popoli (guerre, ecc.);
e) nelle persecuzioni contro il clero e la Chiesa;
f) nelle malattie, nei temporali, nell’invasione di animali nocivi, ecc.


Si asperga con acqua benedetta il luogo in cui si recita l’esorcismo


Versione latina

Versione Italiana 

Al segno +, il laico fa il segno di croce senza parole

(per l’esorcismo privato non devono recitarsi le parole poste tra parentesi)


In nómine Patris et Fílii et Spíritus Sancti. Amen. 
Psalmus LXVII (LXVIII) (recitatur stantes)

Exsúrgat Deus et dissipéntur inimíci ejus:
et fúgiant qui odérunt eum a fácie ejus.
Sicut déficit fumus defíciant; sicut fluit cera a fácie ígnis,
sic péreant peccatóres a fácie Dei.

Psalmus XXXIV (XXXV) (recitatur stantes)

Júdica Dómine nocéntes me; expúgna impugnántes me.
Confundántur et revereántur quaeréntes ánimam meam.
Avertántur retrórsum et confundántur, cogitántes míhi mála.
Fíant támquam púlvis ante fáciem vénti: et Ángelus Dómini coárctans eos.
Fiat via illórum ténebrae, et lúbricum: et Ángelus Dómini pérsequens eos.
Quóniam grátis abscondérunt míhi intéritum láquei sui:
supervácue exprobravérunt ánimam meam.
Véniat illi láqueus quem ignórat; et cáptio quam abscóndit, aprehéndat eum:
et in láqueum cádat in ipsum.
Ánima áutem mea exsultábit in Dómino:
et delectábitur super salutári suo.
Glória Pátri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
Sícut érat in princípio et nunc et semper,
et in saécula saéculórum. Amen. 

Ad Sanctum Michaëlem Archangelum precatio  
Prínceps gloriosíssime cœléstis milítiæ, sancte Michaël Archángele, defénde nos in proélio et  colluctatióne, quae nobis est advérsus príncipes et postestátes, advérsus mundi rectóres tenebrárum hárum, contra spirituália nequítiæ, in cœléstibus. 
Veni in auxílium hóminum: quos Deus creávit inexterminábiles, et ad imáginem similitúdinis suæ fecit, et a tyránnide diáboli emit prétio magno. 

Præliáre hodie cum beatórum Angelórum exércitu proélia Dómini, sicut pugnásti ólim contra ducem supérbiæ lucíferum, et ángelos ejus apostáticos: et non valuérunt, neque locus invéntus est eórum ámplius in coélo. Sed projéctus est draco ille magnus, sérpens antíquus, qui vocatur diábolus et sátanas, qui sedúcit univérsum orbem; et projéctus est in terram, et ángeli ejus cum illo missi sunt.
En antiquus inimícus et homicída veheménter eréctus est. Transfigurátus in ángelum lucis, cum tota malignórum spirítuum catérva late circuit et invádit terram, ut in ea déleat nómen Dei et Christi ejus, animásque ad ætérna glóriæ corónam destinátas furétur, máctet ac pérdat in sempitérnum intéritum. 

Virus nequítiæ suæ, támquam flumen immundíssimum, draco maléficus transfúndit in hómines depravátos mente et corrúptos corde; spiritum mendácii, impietátis et blasphémiæ; halitúmque mortíferum luxúriæ, vitiórum ómnium et iniquitátum.
Ecclésiam, Agni immaculáti sponsam, favérrimi hostes replevérunt amaritudínibus, inebriárunt absínthio; ad ómnia desiderabília ejus ímpias misérunt manus. Ubi sedes beatíssimi Petri et Cáthedra veritátis ad lucem géntium constitúta est, ibi thrónum posuérunt abominatiónis et impietátis suæ; ut percússo Pastore, et grégem dispérdere váleant.

Adésto ítaque, Dux invictíssime, pópulo Dei contra irrumpéntes spirituáles nequítias, et fac victóriam. Te custódem et patrónum sancta venerátur Ecclésia; te gloriátur defensóre advérsus terréstrium et infernórum nefárias potestátes; tibi trádidit Dóminus ánimas redemptórum in supérna felicitáte locándas. 
Deprecáre Deum pacis, ut cónterat sátanam sub pédibus nostris, ne últra váleat captívos tenére hómines, et Ecclésiæ nocere. Offer nostras preces in conspéctu Altíssimi, ut cito antícipent nos misericórdiæ Dómini, et apprehéndas dracónem, serpéntem antíquum, qui est diábolus et sátanas, ac ligátum mittas in abyssum, ut non sedúcat ámplius gentes.
 
Hinc tuo confísi præsídio ac tutela, sacra sánctæ Mátris Ecclésiæ auctoritáte (si fuerit clericus: sacri ministérii nostri auctóritate), ad infestatiónes diabólicæ fráudis repelléndas in nómine Jesu Christi Dei et Dòmini nostri fidéntes et secúri agrédimur.

V - Ecce Crucem Dómini, fúgite, partes advérsæ;
R - Vicit Leo de tribu Juda, rádix David.
V - Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos.
R - Quemádmodum sperávimus in Te.
V – Dómine, exáudi oratiónem meam.
R -  Et clámor meus ad te venia.
(si fuerit clericus:
V. Dóminus vobíscum
R. Et cum spíritu tuo.)

Orémus

Deus, et páter Dómini nóstri Jesu Christi, invocámus nómen sánctum tuum, et cleméntiam tuam súpplices expóscimus: ut per intercessiónem immaculátae semper Vírginis Dei Genitrícis Maríae, beáti Michaélis Archángeli, beáti Jóseph ejúsdem beátae Vírginis Sponsi, beatórum Apostolórum Pétri et Páuli et ómnium Sanctórum, advérsus sátanam, omnésque álios immúndos spíritus, qui ad nocéndum humáno géneri animásque perdéndas pervagántur in múndo, nóbis auxílium praestáre dignéris. Per eúmdem Chrístum Dóminum nóstrum. Ámen. 
 
Exorcísmus 
Exorcizámos te, ómnis immúnde spíritus, ómnis satánica potéstas, ómnis incúrsio infernális adversárii, ómnis légio, ómnis congregátio et secta diabólica, in nómine et virtúte Dómini nostri Iesu  +  Christi, eradicáre et effugáre a Dei Ecclésia, ab animábus ad imáginem Dei cónditis ac pretióso divini Agni sánguine redémptis  +. 
Non ultra áudeas, sérpens callidíssime, decípere humánum genus, Dei Ecclésiam pérsequi, ac Dei eléctos excútere et cribráre sicut tríticum. 
+  Imperat tibi Deus Altíssimus +,  cui in magna tua supérbia te símilem habéri adhuc præsúmis; qui ómnes hómines vult salvos fieri, et ad agnitiónem veritátis venire. 
Imperat tibi Deus Pater  +
Imperat tibi Deus Fílius  +
Imperat tibi Deus Spíritus Sanctus  +
Imperat tibi majéstas Christi, ætérnum Dei Verbum caro factum +, qui pro salúte géneris nostri tua invídia pérditi, humiliávit semetípsum factus obédiens usque ad mortem; qui Ecclésiam suam ædificávit supra fírmam pétram et portas ínferi advérsus eam numquam esse prævalitúras edíxit, cum ea ipse permansúrus ómnibus diébus úsque ad comsummatiónem saéculi. 
Imperat tibi sacraméntum Crucis  +, omniúmque christiánæ fídei Mysteriórum virtus  +
Imperat tibi excélsa Dei Génitrix Virgo Maria  +, quæ superbíssimum caput tuum a primo instánti immaculátæ suæ Conceptiónis in sua humilitáte contrivit. 
Imperat tibi fides sanctórum Apostolórum Petri et Pauli ceterorúmque Apostolórum  +
Imperat tibi Mártyrum sanguis, ac pia Sanctórum et Sanctárum ómnium intercéssio  +

Ergo, draco maledícte et ómnis légio diabólica, adjurámus te per Deum + vivum, per Deum + verum, per Deum + sanctum, per Deum, qui sic diléxit mundum, ut Fílium suum unigénitum dáret, ut ómnis, qui credit in eum, non péreat, sed hábeat vitam ætérnam; cessa decípere humánas creatúras, eísque ætérnæ perditiónis venénum propináre: désine Ecclésiæ nocére et eius libertáti láqueos injícere. 

Vade, sátana, invéntor et magíster omnis falláciæ, hostis humánæ salútis. 
Da locum Christo, in quo nihil invenísti de opéribus tuis: da locum Ecclésiæ unæ, sanctæ, cathólicæ et Apostólicæ, quam Christus ipse acquisívit sánguine suo. Humiliáre sub poténti manu Dei; contremísce et éffuge, invocáto a nobis sancto et terríbili Nómine Iesu, quem ínferi trémunt, cui Virtútes cœlórum et Potestátes et Dominatiónes subiéctæ sunt; quem Chérubim et Séraphim indeféssis vócibus láudant, dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dóminus Deus Sabaoth. 

V - Dómine, exáudi oratiónem meam. 
R - Et clámor meus ad te véniat. 
(Si fuerit clericus
V. Dóminus vobíscum. 
R. Et cum spírito tuo.) 

Orémus 

Deus cœli, Deus terræ, Deus Angelórum, Deus Archangelórum, Deus Patriarchárum, Deus Prophetárum, Deus Apostolórum, Deus Mártyrum, Deus Confessórum, Deus Vírginum, Deus qui potestátem habes donáre vitam post mortem, réquiem post labórem: quia non est ális Deus praéter Te, nec esse postest nisi Tu, creátor ómnium visibílium et invisibílium, cuius regni non érit finis: humíliter maiestáti glóriæ tuæ supplicámus, ut ab ómni infernálium spirítuum potestáte, láqueo, deceptióne et nequítia nos poténter liberáre, et incólumes custodíre dignéris. Per Christum Dóminum nostrum. Amen. 

Ab insídiis diáboli, líbera nos, Dómine.
V - Ut Ecclésiam tuam secúra tibi fácias libertáte servire,
R - Te rogámus, áudi nos.
V - Ut inimícos sanctæ Ecclésiæ humiliáre dignéris,
R - Te rogámus, áudi nos.

Et aspergatur locus aqua benedicta +



 

Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo 
Salmo 67 (68). (Si recita in piedi)


Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano;
e fuggano davanti a Lui quelli che Lo odiano. 

Come si disperde il fumo, si disperdano:
come fonde la cera di fronte al fuoco,
così periscano gli empi davanti a Dio. 


Salmo 34 (35). (Si recita in piedi)

Giudica, o Signore, chi mi accusa, combatti chi mi combatte.
Siano confusi e coperti di ignominia quelli che attentano alla mia vita;
Retrocedano e siano umiliati quelli che tramano la mia sventura.
Siano come polvere al vento: quando l’Angelo del Signore li incalza;
Sia la loro strada buia e scivolosa: quando li insegue l’Angelo del Signore.
Poiché senza motivo mi hanno teso una rete per perdermi,
senza motivo hanno rimproverato la mia anima.
Li colga insospettati la bufera, li catturi la rete che hanno tesa.
Io invece esulterò nel Signore per la gioia della sua salvezza.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora, e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera a San Michele Arcangelo 
Gloriosissimo Principe delle celesti milizie, Arcangelo San Michele, diféndici nella battaglia e nel combattimento contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre e contro gli spiriti maligni delle zone celesti. 
Vieni in aiuto degli uomini, da Dio creati per l’immortalità e fatti a sua immagine e somiglianza e riscattati a caro prezzo dalla tirannia del diavolo. 

Combatti oggi, con l’esercito dei beati Angeli, la battaglia di Dio, come combattesti un tempo contro il caporione della superbia, Lucifero, e i suoi angeli apostati; che non prevalsero, né si trovò più posto per essi in cielo: e il grande drago, il serpente antico che è chiamato diavolo e Satana e seduce il mondo intero, fu precipitato nella terra, e con lui tutti i suoi angeli.
Ma questo antico nemico e omicida si è eretto veemente, e trasfigurato in angelo di luce, con tutta la moltitudine degli spiriti maligni, percorre e invade la terra al fine di cancellare il nome di Dio e del Suo Cristo e di ghermire, di perdere e di gettare nella perdizione eterna le anime destinate per la corona dell’eterna gloria. 

E questo drago malefico, negli uomini depravati nella mente e corrotti nel cuore, trasfonde come un fiume pestifero il veleno della sua nequizia: il suo spirito di menzogna, di empietà e di blasfemia, il suo alito mortifero di lussuria e di ogni vizio e iniquità.
E la Chiesa, Sposa dell’Agnello Immacolato, da molto astuti nemici è stata riempita di amarezza e abbeverata di fiele; essi hanno messo le loro empie mani su tutto ciò che c’è di più sacro; e lì dove fu istituita la Sede del beatissimo Pietro e la Cattedra della Verità, hanno posto il trono della loro abominazione ed empietà, così che colpito il pastore, il gregge possa essere disperso.

O invincibile condottiero, appalésati dunque al popolo di Dio, contro gli irrompenti spiriti di nequizia, e dai la vittoria. Tu, venerato custode e patrono della santa Chiesa, tu glorioso difensore contro le empie potestà terrene e infernali, a te il Signore ha affidato le anime dei redenti destinate alla suprema felicità. 
Prega, dunque, il Dio della Pace perché tenga schiacciato Satana sotto i nostri piedi e non possa continuare a tenere schiavi gli uomini e a danneggiare la Chiesa. 
Presenta al cospetto dell’Altissimo le nostre preghiere, perché discendano tosto su di noi le misericordie del Signore, e tu possa arrestare il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e incatenato possa ricacciarlo negli abissi, così che non possa più sedurre le anime. 

Così che, affidáti alla tua protezione e alla tua tutela, per la sacra autorità della Santa Madre Chiesa (se chierico: per l’autorità del nostro sacro ministero), fiduciosi e sicuri possiamo respingere le infestazioni dell’astuzia diabolica, in nome di Gesù Cristo, nostro Signore e Dio.

V - Ecco la Croce del Signore, fuggite potenze nemiche; 
R - Vinse il Leone della tribù di Giuda, il discendente di Davide. 
V - Che la tua misericordia, o Signore, sia su di noi. 
R - Perché abbiamo sperato in Te. 
V – Signore, esaudisci la mia preghiera.
R – E il mio grido giunga fino a Te.
(se chierico
V - Il Signore sia con voi;
R – E con il tuo spirito)

Preghiamo
Dio e Padre di Nostro Signore Gesù Cristo, invochiamo il tuo Santo Nome e supplici imploriamo la tua clemenza, affinché, per intercessione dell’Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, di San Michele Arcangelo, di San Giuseppe Sposo della beata vergine, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, Ti degni di concederci il tuo aiuto contro Satana e tutti gli altri spiriti impuri che percorrono il mondo per nuocere al genere umano e perdere le anime. Per lo stesso Cristo Nostro Signore. Amen.

Esorcismo

Esorcizziamo te e ogni spirito immondo, ogni potenza satanica, ogni infernale avversario, ogni  legione, ogni congregazione e setta diabolica, in nome e per il potere di Nostro Signore Gesú  + Cristo: sii sradicato e allontanato dalla Chiesa di Dio, dalle anime create a immagine di Dio e riscattate dal Sangue del divino Agnello.  + 
D’ora innanzi, perfido serpente, non ardire ingannare il genere umano, perseguitare la Chiesa di Dio e scuotere e crivellare come frumento gli eletti di Dio. 
+  Te lo comanda l’Altissimo Iddio +, al quale, nella tua grande superbia, presumi di essere simile, e il quale vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano a conoscenza della verità.
Te lo comanda Dio Padre  +
Te lo comanda Dio Figlio  +
Te lo comanda Dio Spirito Santo  +
Te lo comanda la maestà di Cristo, Verbo eterno di Dio fatto carne  +, che per la salvezza della nostra razza perduta dalla tua gelosia si è umiliato e fatto ubbidiente fino alla morte; che ha edificato la sua Chiesa sulla ferma pietra e ha assicurato che le porte  dell’inferno mai prevarranno contro di Essa, e rimarrà con essa tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli. 
Te lo comanda il segno sacro della Croce +  e il potere di tutti i misteri della nostra fede cristiana +
Te lo comanda l’eccelsa Vergine Maria Madre di Dio  +, che dal primo istante della sua Immacolata Concezione, per la sua umiltà, ha schiacciato la tua superbissima testa. 
Te lo comanda la fede dei santi Appostoli Pietro e Paolo e degli altri Apostoli +
Te lo comanda il Sangue dei Martiri e la pia intercessione di tutti i Santi e Sante  +

Dunque, dragone maledetto, e ogni la legione diabolica, noi scongiuriamo te per il Dio + Vivo, per il Dio + Vero, per il Dio +  Santo, per Iddio che tanto ha amato il mondo da sacrificare per esso il suo Unigenito Figlio, affinché, chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna: cessa d’ingannare le umane creature e di propinare loro il veleno dell’eterna perdizione; cessa di nuocere alla Chiesa e di porre ostacoli alla sua libertà. 

Vattene Satana, inventore e maestro di ogni inganno, nemico dell’umana salvezza. 
Cedi il posto a Cristo, sul quale nessun potere hanno avuto le tue opere; cedi il posto alla Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, che lo stesso Cristo acquistò col suo sangue. 
Umíliati sotto la potente mano di Dio, trema e fuggi alla nostra invocazione del santo e terribile Nome di Gesù che fa tremare l’inferno e a cui sono sottomesse le Virtù dei cieli, le Potenze e le Dominazioni, e che i Cherubini e i Serafini lodano incessantemente, dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio Sabaoth.
 
V - O Signore, ascolta la mia preghiera. 
R - E il mio grido giunga fino a Te.
(se chierico:
V – Il Signore sia con voi. 
R – E con il tuo spirito)

Preghiamo 
O Dio del cielo, Dio della terra, Dio degli Angeli, Dio degli Arcangeli, Dio dei Patriarchi, Dio dei Profeti, Dio degli Apostoli, Dio dei Martiri, Dio dei Confessori, Dio delle Vergini, Dio che hai il potere di donare la vita dopo la morte e il riposo dopo la fatica: che non vi è altro Dio fuori di Te, né può essercene altro che Tu, Creatore di tutte le cose visibili e invisibili e il cui regno non avrà fine; umilmente supplichiamo la tua gloriosa Maestà di volerci liberare da ogni tirannia, laccio, inganno e infestazione degli spiriti infernali, e di mantenercene sempre incolumi. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Líberaci, o Signore, dalle insidie del demonio.
V - Affinché la tua Chiesa sia libera nel tuo servizio,
R - ascoltaci, Te ne preghiamo, o Signore.
V - Affinché Ti degni di umiliare i nemici della santa Chiesa,
R - ascoltaci, Te ne preghiamo, o Signore.

Si asperga il luogo con acqua benedetta +

AVE MARIA PURISSIMA!