mercoledì 17 ottobre 2018

Verso la Pasqua: "le persone contraddistinte dalla croce di Cristo, avanzano lietamente nelle tenebre"



Cercare le cose di Lassù

Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Esultiamo insieme”.
Lo cantiamo con un salmo di Israele che esprimeva l’intima attesa del Risorto, e diviene così il canto pasquale dei cristiani. Cantiamo l’Alleluia, in cui una parola della lingua ebraica è divenuta espressione oltre il tempo della gioia dei redenti.

Ma possiamo davvero gioire? O la gioia non è quasi cinismo, scherno, in un mondo così pieno di sofferenza? Siamo redenti? Il mondo è redento?

I colpi con cui è stato assassinato l’arcivescovo di San Salvador durante la celebrazione eucaristica sono solo un lampo abbagliante che illumina lo scatenarsi della violenza, la barbarizzazione dell’uomo,diffusi in tutto il mondo

Interi popoli si vanno lentamente estinguendo…e nessuno vuol prenderne atto. E avviene dovunque che gli uomini debbano soffrire per la loro fede, per le loro convinzioni e che i loro diritti siano calpestati. Dimitrij Dudko, un prete russo, partendo dall’esperienza della prigionia, aveva rivolto un messaggio a tutti i cristiani dicendo di parlare dal Golgota e al tempo stesso dal luogo in cui il Signore risorto è apparso attraverso le porte chiuse. Egli considera Mosca il Golgota su cui il Signore è crocifisso, ma anche il luogo in cui, nonostante o proprio per via delle porte chiuse che vorrebbero impedirgli l’accesso, il Risorto è presente e si manifesta.

Chi osserva questo mondo può chiedersi se abbiamo davvero tempo di pensare a Dio e alle cose divine, o se non dovremmo piuttosto impiegare tutte le forze per migliorare la vita sulla terra. Una tale considerazione ha ispirato a Bertold Brecht questa
poesia: “Non fatevi ingannare..morirete come tutti gli animali, e dopo non c’è più nulla”. 

Egli vedeva la fede nell’aldilà, la risurrezione, come un’illusione che impedisce all’uomo di impadronirsi in pieno di questo mondo, di questa vita. Ma chi nell’uomo contrappone la somiglianza a Dio alla sua animalità, tende facilmente a considerarlo anche solo come un animale. E se noi, come dice un altro poeta moderno, moriamo come cani, ben presto vivremo anche come cani, e ci tratteremo come cani, o meglio, come non si dovrebbe trattare neppure un cane. 

Più profonda è la concezione del filosofo ebreo Theodor Adorno il quale, partendo dall’appassionato desiderio messianico del suo popolo, ha continuato a chiedersi e a cercare come si possa creare un mondo giusto, come realizzare la giustizia in questo mondo.
Ed è giunto a questa convinzione: perché ci sia davvero giustizia nel mondo, dovrebbe esservi giustizia per tutti e per sempre; cioè giustizia anche per i morti. Dovrebbe esistere una giustizia che ripara anche alla sofferenza irrimediabilmente passata. Perché ciò sia possibile, dovrebbe esistere la risurrezione dei morti.

Su questo sfondo penso si possa percepire in modo nuovo il messaggio pasquale. Cristo è risorto! Si, esiste giustizia per il mondo! Esiste la giustizia totale per tutti, in grado di revocare anche ciò che è irrevocabilmente passato, perché Dio esiste e ne ha il potere. Dio non può patire ma compatire, ha detto una volta san Bernardo di Chiaravalle. Può compatire perché può amare. Questo potere della compassione, derivante dal potere dell’amore, è il potere che può revocare l’irrevocabile e rendere giustizia.

Cristo è risorto..questo significa che esiste la forza che è in grado di realizzare la giustizia e la realizza. Perciò il messaggio della risurrezione non è solo un inno a Dio, ma un inno alla potenza del suo amore e quindi un inno agli uomini, alla terra e alla materia. Il tutto viene redento. 

Dio non lascia che neppure una parte della sua creazione scompaia nel silenzio di ciò che è passato. Egli ha creato tutto perché esista, come dice il Libro della Sapienza. Ha creato tutto perché sia una cosa sola e faccia parte di lui, perché sia davvero: Dio tutto in tutto. 

Ma si pone allora la domanda: come possiamo aderire a questo messaggio di risurrezione? Come può avvenire tra di noi e divenire realtà? La Pasqua è appunto la luce che filtra dalla porta aperta che conduce fuori dall’ingiustizia del mondo, ed è al tempo stesso l’esortazione a seguire questo raggio di luce, a mostrarlo agli altri, sapendo che non è una fantasticheria ma la vera luce, la vera via d’uscita.

Come possiamo andarci? A ciò risponde la lettura della domenica di Pasqua, in cui Paolo scrive ai Colossesi:
“ Cristo è risorto, perciò cercate le cose di lassù, dove egli è!” Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,1–2).
Chi ascolta con orecchie moderne questa indicazione di san Paolo nel messaggio pasquale, nella realtà pasquale, sarà probabilmente tentato di dire:
rifugiamoci dunque nel cielo, fuggiamo il mondo. Ma questo sarebbe un grave malinteso. Per la vita umana vale infatti questa legge fondamentale: solo chi si perde trova se stesso. Chi vuole conservare se stesso, chi non si supera non potrà trovare se stesso. Chi desidera solo possedersi e non si dona, non potrà riceversi.

Questa legge fondamentale dell’umanità deriva dalla legge fondamentale dell’Amore trinitario, dell’essenza dell’essere di Dio stesso, il quale nel donarsi come amore è la vera realtà e il vero potere, e vale per l’intero ambito del nostro rapporto con la realtà.
Chi vuole solo la materia, la disonora, le toglie grandezza e dignità. Più che il materialista è il cristiano a dare dignità alla materia, perché rivela che anche in essa Dio è tutto in tutto. Chi cerca solo il corpo, lo svilisce. Chi vuole solo le cose di questo mondo, distrugge in questo modo la terra. Noi serviamo la terra superandola. La salviamo non lasciandola sola e non restando soli. Come la terra ha fisicamente bisogno del sole per rimanere un astro di vita, come ha bisogno della coesione con il tutto per percorrere la sua orbita, anche il cosmo spirituale della terra dell’uomo ha bisogno della luce dall’alto, della forza che tiene uniti, che sola lo libera. Non dobbiamo rinchiudere la terra per salvarla, non dobbiamo sprofondare in essa. Dobbiamo invece spalancarne le porte, affinché le vere energie di cui vive e che ci sono necessarie possano essere presenti in essa.

Cercate le cose di lassù! Questo è il mandato per la terra: 
vivere verso l’alto, vivere elevatamente, rivolti a ciò che è alto e grande, e contrastare la gravità del basso, della rovina. Cioè significa seguire il Risorto, servire la giustizia, la salvezza di questo mondo.

Il primo messaggio del Risorto, che egli fa trasmettere agli apostoli dagli angeli e dalle donne, è questo: seguitemi, io vi precedo! La fede nella risurrezione è cammino. La fede nella risurrezione non può che esprimersi nel seguire Cristo, nella sequela di Cristo. Dove egli è andato, in quale modo e dove dobbiamo seguirlo, Giovanni lo esprime molto chiaramente nel suo Vangelo pasquale: “ Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Gv 20,17). Dice alla Maddalena che non può trattenerlo in quel momento, ma solo quando sarà asceso in cielo. Non possiamo trattenerlo in modo da riportarlo in questo mondo, ma possiamo trattenerlo seguendolo,ascendendo insieme a lui.

Perciò la tradizione cristiana non parla semplicemente della sequela di Gesù, ma intenzionalmente della sequela di Cristo. Non seguiamo il morto, ma il vivo. Non cerchiamo di imitare una vita passata o di trasformarla in un programma con ogni genere di compromessi e interpretazioni. Non possiamo escludere dalla sequela l’essenziale, cioè la croce, la risurrezione, la figliolanza di Dio, l’essere con il Padre. E’ proprio questo l’importante.

Sequela significa che adesso possiamo andare là dove – sempre secondo Giovanni – inizialmente Pietro e i giudei non potevano andare, ma dove ora noi possiamo andare perché ci ha preceduto e da quando egli ci ha preceduto.

Sequela significa accettare l’intero cammino, penetrare in ciò che sta in alto, in ciò che è nascosto ma è l’essenziale: nella verità, nell’amore, nella figliolanza di Dio. Una tale sequela tuttavia è possibile solo attraverso la croce, in quel perdersi che dischiude i tesori di Dio e della terra, che fa sgorgare le fonti vive del profondo e introduce in questo mondo la forza della vera vita. E’ penetrare in ciò che è nascosto per trovare, nella vera perdita di se stessi, la propria umanità. E significa al tempo stesso trovare quella provvista di gioia di cui il mondo ha urgente bisogno. Non è solo nostro diritto, ma nostro dovere gioire, perché il Signore ci ha donato la gioia e perché il mondo l’attende.
Voglio citare a proposito un piccolo esempio. 


La dottoressa britannica Sheila Cassidy, entrata nel 1978 nell’ordine di san Benedetto, fu torturata e imprigionata in Cile nel 1975 perché aveva prestato cure mediche a un rivoluzionario. Poco dopo la tortura fu trasferita in un’altra cella, nella quale trovò una vecchia Bibbia. L’aprì e lo sguardo le cadde su un’illustrazione raffigurante un uomo completamente annientato da tuoni, fulmini e grandine che si abbattevano su di lui. Si identificò immediatamente con quell’uomo, si riconobbe in lui. Poi guardò meglio e scoprì nella parte superiore dell’illustrazione una mano potente, la mano di Dio, e accanto a essa una citazione della Lettera ai Romani, con la professione di fede nella risurrezione: “Nulla potrà mai separarci dall’amore di Cristo” (Rm 8,39). Se dapprima aveva vissuto l’esperienza raffigurata nella parte inferiore dell’illustrazione, poiché si era abbattuto su di lei l’orrore che l’aveva prostrata indifesa come un verme, sperimentò in seguito sempre più la seconda metà dell’illustrazione, la mano potente, da cui “nulla ci potrà separare”:

E se all’inizio pregava ancora: Signore, liberami!, lo scuotere dentro di sé le sbarre della prigione si trasformò sempre di più nella calma realmente libera che prega insieme a Gesù Cristo: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. E sentì così nascere nel suo cuore un sentimento di grande libertà e di bontà nei confronti di coloro che erano schiavi dell’odio. Ora poteva amarli perché riconosceva che il loro odio costituiva la loro pena e la loro prigionia.


In seguito, in cella con delle donne marxiste proponeva loro momenti di preghiera e funzioni religiose, e anch’esse, superato l’odio, scoprirono la grande libertà che ne derivava. Essa dice: “Sapevamo che la libertà di cui godevamo dietro alle spesse mura del carcere non era illusione ma una verità assolutamente reale”. Dopo otto settimane fu rilasciata, ma conservò da allora la capacità di trovare ogni giorno Cristo nelle persone, nelle cose; potè sperimentare la frase di Chesterton, secondo cui “le persone contraddistinte dalla croce di Cristo, avanzano lietamente nelle tenebre”.

Trovare la vita nascosta, cioè far sgorgare le fonti della forza per questo mondo; collegarlo alla Potenza che può salvarlo e può dargli le energie che cerca invano in se stesso! Questo significa far emergere la fonte della gioia che salva, trasforma e ha il potere di revocare l’irrevocabile. 
Le cose di lassù, cercatele! Non è un protendersi nel vuoto, ma percorrere il grande cammino pasquale verso ciò che è veramente reale.

Mi hanno colpito anche le parole di una missionaria indiana . Essa afferma che non siamo ancora riusciti a mostrare veramente Cristo al suo popolo perché la maggior parte dei missionari, dediti all’attività esteriore, non hanno ancora imparato a pregare secondo i criteri indiani. Incapaci, e quindi impediti nel raggiungere nell’intimo il punto dell’unione spirituale tra Dio e l’uomo, non hanno potuto mostrare al mondo indiano il mistero dell’incarnazione e portarlo alla libertà.
In ciò sta la chiamata più profonda della Pasqua:
siamo esortati a muoverci verso l’interno e verso l’alto, verso la vera realtà nascosta, da scoprire come realtà. Possiamo credere al risorto solo dopo averlo incontrato. E possiamo incontrarlo solo se l’abbiamo seguito
. Solo se l’abbiamo seguito e incontrato possiamo rendergli testimonianza e portare la sua luce in questo mondo.

Uno dei salmi di Israele, che la Chiesa interpreta come salmo della passione di Gesù Cristo, e che ha pregato per molto tempo all’inizio di ogni messa,
dice: Rendimi giustizia, o Dio!”. E’ il grido di passione di un intero mondo. Fai giustizia, o Dio!.
Egli ha detto di si. Cristo è risorto! L’irrevocabile è revocabile. La forza della trasformazione è presente. Orientiamo a essa la nostra vita! Cerchiamo le cose di lassù!

-------------da Joseph Ratzinger-Benedetto XVI "Cercate le cose di lassù- Riflessioni per tutto l'anno", Edizioni Paoline, 2005.

Grazie alla sorella Gemma per il bellissimo testo dell'allora cardinale Ratzinger, pubblicato nella raccolta "Cercate le cose di lassù- Riflessioni per tutto l'anno".
Prepariamoci ogni giorno alla Santa Pasqua con questo brano.


AVE MARIA!

Mater Dei et Mater Ecclesiae

LUNEDÌ 11 OTTOBRE 2010

Il Papa: Apparentemente in nome di Dio viene fatta violenza, ma non è Dio: sono false divinità, che devono essere smascherate, che non sono Dio. E poi la droga, questo potere che, come una bestia vorace, stende le sue mani su tutte le parti della terra e distrugge: è una divinità, ma una divinità falsa, che deve cadere

SINODO DEI VESCOVI PER IL MEDIO ORIENTE (10-24 OTTOBRE 2010): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DEL SINODO DEI VESCOVI PER IL MEDIO ORIENTE (10-24 OTTOBRE 2010)



RIFLESSIONE DEL SANTO PADRE NEL CORSO DELLA PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER IL MEDIO ORIENTE DEL SINODO DEI VESCOVI, 11.10.2010 

Pubblichiamo di seguito il testo della meditazione che il Santo Padre Benedetto XVI ha tenuto questa mattina, alle ore 9, nell’Aula del Sinodo, nel corso della prima Congregazione Generale dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, dopo la lectio brevis dell’Ora Terza:

PAROLE DEL SANTO PADRE 

Cari fratelli e sorelle,

l'11 ottobre 1962, trentotto anni fa, Papa Giovanni XXIII inaugurava il Concilio Vaticano II. Si celebrava allora l'11 ottobre la festa della Maternità divina di Maria, e, con questo gesto, con questa data, Papa Giovanni voleva affidare tutto il Concilio alle mani materne, al cuore materno della Madonna. Anche noi cominciamo l'11 ottobre, anche noi vogliamo affidare questo Sinodo, con tutti i problemi, con tutte le sfide, con tutte le speranze, al cuore materno della Madonna, della Madre di Dio.

Pio XI, nel 1931, aveva introdotto questa festa, millecinquecento anni dopo il Concilio di Efeso, il quale aveva legittimato, per Maria, il titolo Theotókos, Dei Genitrix. In questa grande parola Dei Genitrix, Theotókos, il Concilio di Efeso aveva riassunto tutta la dottrina di Cristo, di Maria, tutta la dottrina della redenzione. E così vale la pena riflettere un po', un momento, su ciò di cui parla il Concilio di Efeso, ciò di cui parla questo giorno.

In realtà, Theotókos è un titolo audace. Una donna è Madre di Dio. Si potrebbe dire: come è possibile? Dio è eterno, è il Creatore. Noi siamo creature, siamo nel tempo: come potrebbe una persona umana essere Madre di Dio, dell'Eterno, dato che noi siamo tutti nel tempo, siamo tutti creature? Perciò si capisce che c'era forte opposizione, in parte, contro questa parola. I nestoriani dicevano: si può parlare di Christotókos, sì, ma di Theotókos no: Theós, Dio, è oltre, sopra gli avvenimenti della storia

Ma il Concilio ha deciso questo, e proprio così ha messo in luce l'avventura di Dio, la grandezza di quanto ha fatto per noi. Dio non è rimasto in sé: è uscito da sé, si è unito talmente, così radicalmente con quest'uomo, Gesù, che quest'uomo Gesù è Dio, e se parliamo di Lui, possiamo sempre anche parlare di Dio. Non è nato solo un uomo che aveva a che fare con Dio, ma in Lui è nato Dio sulla terra. Dio è uscito da sé. Ma possiamo anche dire il contrario: Dio ci ha attirato in se stesso, così che non siamo più fuori di Dio, ma siamo nell'intimo, nell'intimità di Dio stesso.

La filosofia aristotelica, lo sappiamo bene, ci dice che tra Dio e l'uomo esiste solo una relazione non reciproca. L'uomo si riferisce a Dio, ma Dio, l'Eterno, è in sé, non cambia: non può avere oggi questa e domani un'altra relazione. Sta in sé, non ha relazione ad extra. È una parola molto logica, ma è una parola che ci fa disperare: quindi Dio stesso non ha relazione con me. Con l'incarnazione, con l’avvenimento della Theotókos, questo è cambiato radicalmente, perché Dio ci ha attirato in se stesso e Dio in se stesso è relazione e ci fa partecipare nella sua relazione interiore. Così siamo nel suo essere Padre, Figlio e Spirito Santo, siamo nell'interno del suo essere in relazione, siamo in relazione con Lui e Lui realmente ha creato relazione con noi. In quel momento Dio voleva essere nato da una donna ed essere sempre se stesso: questo è il grande avvenimento. E così possiamo capire la profondità dell’atto di Papa Giovanni, che affidò l’Assise conciliare, sinodale, al mistero centrale, alla Madre di Dio che è attirata dal Signore in Lui stesso, e così noi tutti con Lei.

Il Concilio ha cominciato con l'icona della Theotókos. Alla fine Papa Paolo VI riconosce alla stessa Madonna il titolo Mater Ecclesiae. E queste due icone, che iniziano e concludono il Concilio, sono intrinsecamente collegate, sono, alla fine, un’icona sola. Perché Cristo non è nato come un individuo tra altri. 

È nato per crearsi un corpo: è nato — come dice Giovanni al capitolo 12 del suo Vangelo — per attirare tutti a sé e in sé. È nato — come dicono le Lettere ai Colossesi e agli Efesini — per ricapitolare tutto il mondo, è nato come primogenito di molti fratelli, è nato per riunire il cosmo in sé, cosicché Lui è il Capo di un grande Corpo. Dove nasce Cristo, inizia il movimento della ricapitolazione, inizia il momento della chiamata, della costruzione del suo Corpo, della santa Chiesa. La Madre di Theós, la Madre di Dio, è Madre della Chiesa, perché Madre di Colui che è venuto per riunirci tutti nel suo Corpo risorto.

San Luca ci fa capire questo nel parallelismo tra il primo capitolo del suo Vangelo e il primo capitolo degli Atti degli Apostoli, che ripetono su due livelli lo stesso mistero. Nel primo capitolo del Vangelo lo Spirito Santo viene su Maria e così partorisce e ci dona il Figlio di Dio. Nel primo capitolo degli Atti degli Apostoli Maria è al centro dei discepoli di Gesù che pregano tutti insieme, implorando la nube dello Spirito Santo. E così dalla Chiesa credente, con Maria nel centro, nasce la Chiesa, il Corpo di Cristo. Questa duplice nascita è l’unica nascita del Christus totus, del Cristo che abbraccia il mondo e noi tutti.

Nascita a Betlemme, nascita nel Cenacolo. Nascita di Gesù Bambino, nascita del Corpo di Cristo, della Chiesa. Sono due avvenimenti o un unico avvenimento. Ma tra i due stanno realmente la Croce e la Risurrezione. E solo tramite la Croce avviene il cammino verso la totalità del Cristo, verso il suo Corpo risorto, verso l'universalizzazione del suo essere nell'unità della Chiesa. E così, tenendo presente che solo dal grano caduto in terra nasce poi il grande raccolto, dal Signore trafitto sulla Croce viene l'universalità dei suoi discepoli riuniti in questo suo Corpo, morto e risorto.

Tenendo conto di questo nesso tra Theotókos e Mater Ecclesiae, il nostro sguardo va verso l'ultimo libro della Sacra Scrittura, l'Apocalisse, dove, nel capitolo 12, appare proprio questa sintesi. La donna vestita di sole, con dodici stelle sul capo e la luna sotto i piedi, partorisce. E partorisce con un grido di dolore, partorisce con grande dolore. Qui il mistero mariano è il mistero di Betlemme allargato al mistero cosmico. Cristo nasce sempre di nuovo in tutte le generazioni e così assume, raccoglie l'umanità in se stesso. E questa nascita cosmica si realizza nel grido della Croce, nel dolore della Passione. E a questo grido della Croce appartiene il sangue dei martiri.

Così, in questo momento, possiamo gettare uno sguardo sul secondo Salmo di questa Ora Media, il Salmo 81, dove si vede una parte di questo processo. Dio sta tra gli dei – ancora sono considerati in Israele come dei. In questo Salmo, in un concentramento grande, in una visione profetica, si vede il depotenziamento degli dei. Quelli che apparivano dei non sono dei e perdono il carattere divino, cadono a terra. Dii estis et moriemini sicut homines (cfr al 81, 6-7): il depotenziamento, la caduta delle divinità.

Questo processo che si realizza nel lungo cammino della fede di Israele, e che qui è riassunto in un'unica visione, è un processo vero della storia della religione: la caduta degli dei. E così la trasformazione del mondo, la conoscenza del vero Dio, il depotenziamento delle forze che dominano la terra, è un processo di dolore. Nella storia di Israele vediamo come questo liberarsi dal politeismo, questo riconoscimento — «solo Lui è Dio» — si realizza in tanti dolori, cominciando dal cammino di Abramo, l'esilio, i Maccabei, fino a Cristo. E nella storia continua questo processo del depotenziamento, del quale parla l'Apocalisse al capitolo 12; parla della caduta degli angeli, che non sono angeli, non sono divinità sulla terra. E si realizza realmente, proprio nel tempo della Chiesa nascente, dove vediamo come col sangue dei martiri vengono depotenziate le divinità, cominciando dall'imperatore divino, da tutte queste divinità. È il sangue dei martiri, il dolore, il grido della Madre Chiesa che le fa cadere e trasforma così il mondo.

Questa caduta non è solo la conoscenza che esse non sono Dio; è il processo di trasformazione del mondo, che costa il sangue, costa la sofferenza dei testimoni di Cristo. E, se guardiamo bene, vediamo che questo processo non è mai finito. Si realizza nei diversi periodi della storia in modi sempre nuovi; anche oggi, in questo momento, in cui Cristo, l'unico Figlio di Dio, deve nascere per il mondo con la caduta degli dei, con il dolore, il martirio dei testimoni. Pensiamo alle grandi potenze della storia di oggi, pensiamo ai capitali anonimi che schiavizzano l'uomo, che non sono più cosa dell’uomo, ma sono un potere anonimo al quale servono gli uomini, dal quale sono tormentati gli uomini e perfino trucidati. Sono un potere distruttivo, che minaccia il mondo. E poi il potere delle ideologie terroristiche. 

Apparentemente in nome di Dio viene fatta violenza, ma non è Dio: sono false divinità, che devono essere smascherate, che non sono Dio. E poi la droga, questo potere che, come una bestia vorace, stende le sue mani su tutte le parti della terra e distrugge: è una divinità, ma una divinità falsa, che deve cadere. O anche il modo di vivere propagato dall'opinione pubblica: oggi si fa così, il matrimonio non conta più, la castità non è più una virtù, e così via.

Queste ideologie che dominano, così che si impongono con forza, sono divinità. E nel dolore dei santi, nel dolore dei credenti, della Madre Chiesa della quale noi siamo parte, devono cadere queste divinità, deve realizzarsi quanto dicono le Lettere ai Colossesi e agli Efesini: le dominazioni, i poteri cadono e diventano sudditi dell'unico Signore Gesù Cristo. Di questa lotta nella quale noi stiamo, di questo depotenziamento di dio, di questa caduta dei falsi dei, che cadono perché non sono divinità, ma poteri che distruggono il mondo, parla l'Apocalisse al capitolo 12, anche con un'immagine misteriosa, per la quale, mi pare, ci sono tuttavia diverse belle interpretazioni. Viene detto che il dragone mette un grande fiume di acqua contro la donna in fuga per travolgerla. E sembra inevitabile che la donna venga annegata in questo fiume. Ma la buona terra assorbe questo fiume ed esso non può nuocere. Io penso che il fiume sia facilmente interpretabile: sono queste correnti che dominano tutti e che vogliono far scomparire la fede della Chiesa, la quale non sembra più avere posto davanti alla forza di queste correnti che si impongono come l'unica razionalità, come l'unico modo di vivere. E la terra che assorbe queste correnti è la fede dei semplici, che non si lascia travolgere da questi fiumi e salva la Madre e salva il Figlio. Perciò il Salmo dice – il primo salmo dell’Ora Media – la fede dei semplici è la vera saggezza (cfr Sal 118,130). Questa saggezza vera della fede semplice, che non si lascia divorare dalle acque, è la forza della Chiesa. E siamo ritornati al mistero mariano.

E c'è anche un'ultima parola nel Salmo 81, "movebuntur omnia fundamenta terrae" (Sal 81,5), vacillano le fondamenta della terra. Lo vediamo oggi, con i problemi climatici, come sono minacciate le fondamenta della terra, ma sono minacciate dal nostro comportamento. Vacillano le fondamenta esteriori perché vacillano le fondamenta interiori, le fondamenta morali e religiose, la fede dalla quale segue il retto modo di vivere. E sappiamo che la fede è il fondamento, e, in definitiva, le fondamenta della terra non possono vacillare se rimane ferma la fede, la vera saggezza.

E poi il Salmo dice: "Alzati, Signore, e giudica la terra" (Sal 81,8). Così diciamo anche noi al Signore: "Alzati in questo momento, prendi la terra tra le tue mani, proteggi la tua Chiesa, proteggi l'umanità, proteggi la terra". 
E affidiamoci di nuovo alla Madre di Dio, a Maria, e preghiamo: "Tu, la grande credente, tu che hai aperto la terra al cielo, aiutaci, apri anche oggi le porte, perché sia vincitrice la verità, la volontà di Dio, che è il vero bene, la vera salvezza del mondo". Amen

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana
AMDG et DVM

Per meglio comprendere la complessa personalità del nostro Papa Benedetto XVI

DISCORSI, TESTI, INTERVISTE E OMELIE DEL TEOLOGO E DEL CARDINALE JOSEPH RATZINGER


I testi che seguono non fanno parte del Magistero di Papa Benedetto XVI perchè pronunciati prima dell'elezione del cardinale Ratzinger al soglio pontificio, tuttavia ritengo che siano indispensabili per comprendere meglio la complessa personalità del nostro Papa.

ELENCO DEI LIBRI DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI, RACCOLTE DI PENSIERI E COMMENTI AI TESTI 

I LIBRI DI E SU BENEDETTO XVI: GLI SPECIALI

PRIMO VOLUME DELL’OPERA OMNIA DI JOSEPH RATZINGER - BENEDETTO XVI IN EDIZIONE TEDESCA 

Joseph Ratzinger: "Prefazione al volume iniziale dei miei scritti"

SECONDO VOLUME DELL’OPERA OMNIA DI JOSEPH RATZINGER - BENEDETTO XVI IN EDIZIONE TEDESCA 

Presentato il secondo volume delle «Gesammelte Schriften» di Joseph Ratzinger: la prefazione di Benedetto XVI (Pubblicata per la prima volta la tesi integrale sul concetto di Rivelazione e sulla teologia della storia in Bonaventura).

Card. Ratzinger: "Chi si aspettava che il Cristianesimo si sarebbe trasformato in un movimento di massa ha capito di essersi sbagliato: non sono i movimenti di massa e racchiudere in sé promesse per il futuro. Il futuro nasce quando delle persone si incontrano su convinzioni comuni, capaci di dar forma all'esistenza" (2004) 

Card. Ratzinger: "Scrutando i segni dei tempi abbiamo visto che il nostro primo dovere in questo momento storico è annunciare il Vangelo di Cristo, poiché il Vangelo è vera fonte di libertà e di umanità" (Da "Elogio della coscienza. La verità interroga il cuore")

Card. Ratzinger (1977): La comunione con il Papa è la comunione con il tutto, senza la quale non vi è comunione con Cristo (Da "Il Dio vicino")

Card. Ratzinger sul Sacramento della Confessione: "Occorre che il prete accetti di mettersi in secondo piano, lasciando spazio al Cristo che solo può rimettere il peccato" (Rapporto sulla fede, 1985)

Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio: le prefazioni al libro-intervista del card. Joseph Ratzinger e di Peter Seewald 

J. Ratzinger: "Ebrei e cristiani devono accogliersi reciprocamente in una più profonda riconciliazione, senza nulla togliere alla loro fede e, tanto meno, senza rinnegarla, ma anzi a partire dal fondo di questa stessa fede. Nella loro reciproca riconciliazione essi dovrebbero divenire per il mondo una forza di pace"(Gerusalemme, 1994)

Prof. Joseph Ratzinger: Non fa parte della rivelazione cristiana solo la parola di Dio, ma anche il silenzio di Dio (Da Introduzione al Cristianesimo)

Lettera-prefazione del Papa al libro di Marcello Pera: La fede non si può mettere tra parentesi. Urge il dialogo interculturale

La Chiesa in Germania: coscienza del divino e liturgia, teologia ed ecumene. Intervista al card. Ratzinger (2003)

Prof. Joseph Ratzinger: "La chiesa non è per lo più là dove si organizza, si riforma, si dirige, bensì è presente in coloro che credono con semplicità, ricevendo in essa il dono della fede che diviene per loro fonte di vita" (Da "Introduzione al Cristianesimo, 1968) 

Card. Ratzinger: "Le Conferenze Episcopali non hanno una base teologica...hanno solo una fuzione pratica, concreta" (Rapporto sulla fede)

Joseph Ratzinger: Eucaristia, comunione, solidarietà. Cristo presente e operante nel sacramento (da "In cammino verso Gesù Cristo")

Il Papa, il rabbino Jacob Neusner, il dialogo schietto in un clima di grande amore (da "Gesù di Nazaret" di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI)

Joseph Ratzinger: "L’eredità di Abramo dono di Natale". Il rapporto fra Cristiani ed Ebrei (2000)

Peter Seewald racconta il suo primo incontro con il Card. Joseph Ratzinger (da "Il sale della terra") 

Joseph Ratzinger: "Non bisogna tener conto dei criteri quantitativi di successo" (da "Il sale della terra")

Il testo integrale della conferenza «Chiesa ed economia. Responsabilità per il futuro dell’economia mondiale» di Joseph Ratzinger (1985)

Intervista a tutto campo di Marco Politi al card. Ratzinger su decadenza dell'Europa, laicità, Crocifisso, etica e diritto (Repubblica 2004) 

"L'anno liturgico nelle omelie di Benedetto XVI. Servitore di una liturgia cosmica". La prefazione di Sandro Magister (Osservatore Romano)

IL TESTO INTEGRALE DI "RAPPORTO SULLA FEDE". VITTORIO MESSORI INTERVISTA IL CARDINALE JOSEPH RATZINGER

Benedetto XVI e la «spettacolarizzazione dell'Eucaristia»: riflessioni del cardinale Ratzinger (1997)

Joseph Ratzinger: "Ma il cristiano non spera solo in un «mondo migliore»" (da Escatologia-Morte e vita eterna)

Un saggio del Card. J. Ratzinger: "L'interpretazione biblica in conflitto. Problemi del fondamento ed orientamento dell'esegesi contemporanea" (1991)

Discorso del cardinale Joseph Ratzinger per il 60° anniversario dello sbarco alleato in Normandia (4 giugno 2004)

Card. Ratzinger ai catechisti: "Annunciare Dio è introdurre nella relazione con Dio: insegnare a pregare. La preghiera è fede in atto" (Giubileo 2000)

Joseph Ratzinger: "Il tempo libero. Incontrare Dio nelle vacanze" (da "Imparare ad amare") 

Joseph Ratzinger ci spiega che cos'è la Trinità (da Introduzione al Cristianesimo)

Card. Ratzinger: "Festa della gratitudine per il trionfo di Cristo sulla morte. Questo è il Corpus Domini"

A 40 anni dalla pubblicazione, un convegno a Roma celebra “Introduzione al Cristianesimo” del giovane teologo Joseph Ratzinger: lo speciale 

Card. Ratzinger: "Il Cristianesimo è fuoco, non una faccenda noiosa, un pio profluvio di parole grazie al quale possiamo attaccarci a qualsiasi treno, pur di esserci" (Omelia di Pentecoste, Monaco di Baviera, 14 maggio 1978)

Il teologo Ratzinger: "La fede cristiana non dice “Io credo qualcosa”, bensì “Io credo in te”. Essa è l’incontro con l’uomo-Gesù" (Da "Introduzione al Cristianesimo")

Ratzinger professore: il nuovo libro di Gianni Valente 

Card. Ratzinger: "L’Ascensione è segno della benedizione. Le mani di Cristo sono diventate il tetto che ci copre" (Da "Immagini di speranza")

Meditazioni e preghiere per il Venerdì ed il Sabato Santo: un testo di Joseph Ratzinger

Per il Cristianesimo antico la croce è soprattutto segno della speranza: uno scritto di Joseph Ratzinger sulla Pasqua 

Card. Ratzinger: "Cristo è risorto! L’irrevocabile è revocabile. La forza della trasformazione è presente. Orientiamo a essa la nostra vita!" (da "Cercate le cose di lassù")

"Un Cristianesimo che va d'accordo con tutto e che è compatibile con tutto è superfluo". Intervista al cardinale Joseph Ratzinger (2002)

"Il vero miracolo? La fede che c'è nel mondo"...Giuseppe De Carli intervista Joseph Ratzinger (2004)

Europa. I suoi fondamenti spirituali ieri, oggi e domani. Lectio magistralis del cardinale Ratzinger, Senato Italiano, 13 maggio 2004 

Card. Ratzinger (2001): "Per me bontà implica anche la capacità di dire “no”, perché una bontà che lascia correre tutto non fa bene all'altro" (Radio Vaticana)

Card. Ratzinger: Il catechista è "portavoce di Cristo" (1997)

Joseph Ratzinger presenta se stesso: discorso di Presentazione alla Pontificia Accademia delle Scienze 

Card. Ratzinger alla Sorbona (1999): "La fede cristiana non si basa sulla poesia o sulla politica ma sulla conoscenza"

Joseph Ratzinger: "Il Carnevale. Dio non è il nemico della nostra libertà, ma il suo fondamento"

L’incontro del caos e della luce: la festa della Candelora (un testo di Joseph Ratzinger)

Joseph Ratzinger legge san Bonaventura. Pubblicata nuovamente la tesi di dottorato del Santo Padre 

Joseph Ratzinger: "Paolo riteneva che un un apostolo non dovesse preoccuparsi di avere l’opinione pubblica dalla sua parte. No, egli voleva scuotere le coscienze!"

In anteprima l'edizione aggiornata del libro su san Bonaventura di Joseph Ratzinger: lo speciale dell'Osservatore Romano

IL TESTO AUTENTICO DEL DISCORSO DEL CARDINALE RATZINGER SU GALILEO GALILEI (Roma, UNIVERSITA' LA SAPIENZA, 15 febbraio 1990)

Card. Ratzinger: "Escludere la religione dalla sfera pubblica è mutilare l'essere umano" (Profetica intervista del 2001 a "Le Figaro") 

"Universale, non intollerante. La fede secondo Joseph Ratzinger-Benedetto XVI" (da «Perché siamo ancora nella Chiesa», Rizzoli)

"L' inferno è solitudine: ecco l' abisso dell'uomo" di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (da «Perché siamo ancora nella Chiesa», Rizzoli)

Card. Ratzinger: "Il Battesimo è l'arcobaleno di Dio sulla nostra vita, la promessa del suo grande sì, la porta della speranza...("Sul Natale") (Omelia, 7 gennaio 1990)

Card. Ratzinger: "Lo sguardo dei Magi arrivava lontano: erano persone che andavano alla ricerca di Dio e quindi di se stesse..." (Sul Natale)

J. Ratzinger ricorda gli anni del Concilio: la riforma liturgica e la discussione sulle "fonti della rivelazione": Scrittura e Tradizione (La mia vita)

Card. Ratzinger (1978): "Se non riconosciamo che Dio si è fatto uomo non possiamo veramente festeggiare e custodire nel nostro cuore il Natale" (Omelia del cardinale Ratzinger nella cattedrale di Monaco, 25 dicembre 1978)

Joseph Ratzinger: "Il bue e l'asino del presepe" (dal testo "Immagini di speranza") 

Prefazione del metropolita Kirill (Patriarcato di Mosca) a "Introduzione al Cristianesimo" del Prof. Joseph Ratzinger

Card. Ratzinger: La nostra generazione è convinta di essere molto “sveglia”. E ciò nonostante dobbiamo dire che essa, in un senso più profondo, dorme!

Amore, Avvento e Speranza in un testo dell'allora cardinale Ratzinger (da "Cercate le cose di lassù")

Intervista di Antonio Socci al cardinale Ratzinger nella trasmissione Excalibur (20 NOVEMBRE 2003!) 

30Giorni: 30 domande al cardinale Joseph Ratzinger (marzo 1999)

Il teologo Ratzinger: il credente come l'incredulo condividono dubbio e fede. Nessuno può sfuggire completamente al dubbio, ma nemmeno alla fede!

Card. Ratzinger: uno Stato ha le proprie radici culturali e religiose che rimangono per esso in un certo modo costitutive (scambio di lettere con il giurista Ernst Wolfgang Bockenforde)

Relativismo, etica, dialogo interreligioso, interpretazione del Concilio in un saggio "profetico" del cardinale Ratzinger (2000)

Dal libro-intervista "Rapporto sulla fede": "Un teologo che non ami l'arte, la poesia, la musica, la natura, può essere pericoloso 

I Movimenti ecclesiali, speranza per la Chiesa e per gli uomini

Cardinale Ratzinger: il Papa non impone dall'esterno ma sviluppa la memoria cristiana e la difende 

Il Papa ed il cardinale Newman 

Dal libro intervista “Dio e il mondo”, tre domande a Joseph Ratzinger 

Dall'autobiografia di Joseph Ratzinger: il divieto del Messale antico 

Dal libro intervista "Il sale della terra": il prete non e' un presentatore

Cardinale Ratzinger: i detentori del potere d'opinione misero il mio "Rapporto sulla fede" all'indice 

La Chiesa di Cristo "sussiste" nella Chiesa Cattolica: il commento dell'allora cardinale Ratzinger (con accenni anche alla liturgia) 

MESSAGGIO DEL CARDINALE JOSEPH RATZINGER PER IL MEETING 2002 

Cardinale Ratzinger: il vero significato della partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia

Card. Ratzinger: "Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice" (Omelia della Santa Messa esequiale per il defunto Pontefice, Giovanni Paolo II, 8 aprile 2005)

L’Europa nella crisi delle culture: l'ultima conferenza del cardinale Joseph Ratzinger (Subiaco, 1° aprile 2005)

VIA CRUCIS AL COLOSSEO: MEDITAZIONI E PREGHIERE DEL CARDINALE JOSEPH RATZINGER (Venerdì Santo, 25 marzo 2005)

Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro...(Omelia della Santa Messa "pro eligendo Romano Pontifice", 18 aprile 2005)

OMELIA FUNEBRE PER DON LUIGI GIUSSANI, "FERITO" DAL DESIDERIO DELLA BELLEZZA... (Duomo di Milano, 24 febbraio 2005)
AMDG et DVM

Il vostro lavoro: semplicemente seminare...

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GESÙ, il Mietitore

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venerdì, 17 ottobre 2008


JNSR:  Tu sai bene, Signore, che io andrò fino in fondo a ciò che Tu mi chiedi. Ma è questo che Tu desideri veramente? Che si dovrà fare di più?

GESÙ:   Io sono il Mietitore. Ascolta il tuo cuore. Nulla è conquistato in anticipo. Bisogna perseverare. Il tunnel ha molte uscite, ma solo DIO conosce la vera uscita (La Mia Porta).


Io ho sempre detto, a quelli che Mi servono in Verità, che il vostro lavoro era semplicemente di seminare. In seguito, lo Spirito di Verità alimenta la crescita di tutto quel grano che si sveglierà e germoglierà fino alla mietitura,  quando Io vengo a raccogliere.

Questa Mietitura può essere buona soltanto se i seminatori si sono impegnati già a scegliere il buon grano e a seminare largamente dappertutto in questo campo, che appartiene a DIO.
Io ho detto: nella Terra intera.
Il risultato: Solo DIO lo conosce.  Ma sappi che solo DIO può dirvi di fermarvi.

Io non ti dico che tu semini invano, perché Colui che ti parla, ti chiede di continuare. Il grano che Io metto nella tua bisaccia, è di buonissima qualità. E non è al 10, o al 20, o al 50 per cento che darà frutto, ma al 100 per cento, se tu semini abbondantemente. Tutto germoglierà in profondità!

Va! Io aspetto la Mia Mietitura.
Il vostro DIO di Speranza,

GESÙ Cristo

martedì 16 ottobre 2018

Sono le Banche

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Chi ha  conquistato  la maggioranza dei figli  di DIO ?

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Giovedì 16 ottobre 2008

Il Signore ha parlato:  Io voglio che Mi si adori!, dice il DIO, Unico e VERO della Terra e del Cielo. Io voglio che Mi adorino in Spirito e in Verità, perché è solamente in Spirito e in Verità, che voi potete raggiungere DIO Padre e adorarLo.

JNSR:  E oggi è ugualmente in Spirito che noi possiamo raggiungere il FIGLIO come pure il SANTO SPIRITO. Le Tre Persone della Santissima Trinità, che noi adoriamo, in UN solo DIO, sono ancora nell’invisibile, dove si recita l’ultimo atto della Nostra Storia dell’Umanità in scala Planetaria.

Quaggiù, noi non possiamo vedere il combattimento che si svolge attualmente nei Cieli dì DIO, o piuttosto tra Cielo e TerraTutto è per noi ancora invisibile. Ma noi vediamo un’altra scena, la stessa che si svolge sotto i nostri occhi  visibilmente.

Nella libertà che DIO ci dona, agisce anche quel personaggio oscuro che è lo spirito del Male o Satana. È il perfido accolito che ha operato, sulla Terra, a suo favore, è ugualmente uno spirito che porta il NOME dell’Anticristo. Anticristo è in verità «lo spirito del denaro» che ha conquistato il Mondo.

Se DIO ci permette di scoprirlo, è perché questo spirito del Male, DIO viene ad annientarlo, in quanto la Sua Ora sta per suonare. Presto morirà l'accolito di Satana,

Tutto avviene spiritualmente in Cielo come sulla Terra. Ma DIO vuole che noi assistiamo tutti alla sua disfatta, perché conoscendolo, egli diventa un Nemico visibile dalle molteplici sfaccettature. Egli possiede tutti i troni possibili su questa Terra, poiché il suo TRONO Centrale esiste e i TRONI (succursali) pullulano sulla Terra. Sono le Banche, alimentate dal frutto satanico dell'Unione del MALE (Satana) con lo Spirito del Potere e del denaro, il Nemico di DIO (Anticristo) che hanno fatto di Tutta la Terra la prostituta di Babilonia di cui parla San Giovanni.

Ma la Terra intera è sotto il dominio dello Spirito del Denaro. Essa è diventata la grande prostituta, la Babilonia che cercherà di sopravvivere, ma finalmente soccomberà.

Tutte le Nazioni e i re della Terra hanno fornicato con lei; e i trafficanti della Terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato.(Apocalisse 18, 3).  Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al Cielo e DIO si è ricordato della  sua iniquità(Apocalisse 18, 5).

Ecco perché, in un sol giorno, si abbatteranno su di lei le piaghe: peste, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco, poiché è potente il Signore DIO che l’ha condannata. (Apocalisse 18, 8).

Il Signore ha già condannato la Terra alla sua distruzione per darci una Terra Nuova con Cieli Nuovi.

DIO sacrificherà infine questa Terra con TUTTI  i suoi peccati, ma prima noi subiremo, come è già stato annunciato, le piaghe, le ultime piaghe che DIO  manda a questa Terra che ha scelto il denaro con tutto il suo potere. E tutto quel denaro ha suscitato tutti i vizi possibili; con il denaro e per  il denaro, le false glorie si sono alternate così come le guerre, le uccisioni, gli abusi in tutte le società e il trionfo della ricchezza sui poveri.

La stoltezza umana che si traduce nel desiderio di possesso a spese dello strangolamento dei più deboli, ha fatto ribellare la pazienza di DIO che ha gridato
«BASTA!»
E questa Voce forte risuona nella notte dell’infamia mondiale, dove tutti i popoli si sono messi ad adorare il denaro fino a dimenticare DIO e i poveri figli di DIO, che non hanno più nemmeno una radice da mangiare nella loro Terra, diventata tristemente sconosciuta, perché è stata ugualmente divorata dal denaro.

Quel denaro ha fatto dei miracoli più grandi di quelli di DIO, tanto che, per uguagliare e superare DIO Stesso, ha messo in moto tutto il suo potere.

Quel denaro ha perfino conquistato la Vita artificiale, fino a fare nascere la Vita con una molecola. La biologia si è evoluta, ma sempre in senso opposto quando si tratta di lottare contro DIO; ed è qui che si realizza il  «miracolo» della procreazione assistita: il «miracolo» della nascita del bambino senza padre, né madre... !

Che  «miracoli» ha saputo fare questo denaro che, con il soffio di DIO scomparirà! Quante torri e castelli di città spariranno, perché tutto è stato creato grazie al miracolo del denaro, e grazie a quelli che si sono arricchiti con esso, dimenticando i più poveri.

Ed ecco che DIO ci dice:

« Io sto per creare una Terra Nuova con dei Cieli Nuovi. Amen. »
Vieni, Signore Gesù. Amen.