mercoledì 23 maggio 2018

Maria! VERO ALBERO DI VITA

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  • Maria è la santa necessità, Gesù è il Compimento. Ella prepara. Egli completa. Ella mantiene la fame e la sete e l’aumenta, per  portarvi, con la dolcezza dei suoi santi sapori, al sempre più vivo e rinnovato desiderio di vivere di Cristo.
    E’ l’Eva vera. La radice e l’Albero dei Viventi: Il Padre l’ha creata, l’Amore l’ha fecondata, e dal suo midollo è venuta la linfa di Grazia che v'ha dato il Frutto che è la Grazia stessa. (…)
    Vero Albero di Vita, Ella tende i suoi rami, carichi del Frutto del suo Seno, perché voi ne mangiate. Ora chi mai non va all’albero per cogliere i frutti? E non vi torna quando i frutti sono soavi? Nessuno, a meno che non sia stolto. Così voi pure andateci, o spiriti cristiani, e mangiate e bevete di Maria per giungere al santo appetito di Gesù che, a voi comunicandosi, vi dia la Vita Eterna. 
    Az 264 - 8.9.46

Dono della mia Misericordia



Il dono della Mia Misericordia.

Il Mio Cuore Immacolato accetta tutto e aspetta. Il primo segno che date, è la vostra stima per il Rosario. Da essa deriva la fede nel­la potenza del Rosario, e poi viene l'amore nel recitarlo. Il Mio Cuore è sempre contento quando vede nei vostri cuori la stima, la fede, la speranza, l'amore.

Il Rosario è il Mio bene. Perciò è odiato da quel­li che Mi odiano. Poveretti! Ogni volta che sono discesa sulla terra per il mio amore e la mia pietà per voi, Io vi ho ricordato il Rosario. È il dono della Mia Misericordia. Abbiate fiducia! È arrivato il tempo che il mio Rosario diventi la vostra arma. È nel Rosario che dovete cercarmi e trovarmi. Io sono vicina a voi! Mio figlio ha detto: "I vostri cuori non si turbino! Non abbiate paura!"



martedì 22 maggio 2018

AVE MARIA!

Maria Santissima Nostra Signora 
di Guadalupe, La Perfetta
9-12 dic. 1531 - Città del Messico

Tu non ucciderai !

Tu non ucciderai !

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23 Febbraio 2005

GESÙ:            “Perché ci sia Pace nel vostro Mondo, il peccato deve scomparire. Ognuno di voi deve ammettere che ha peccato, deve confessare le sue colpe e deve correggersene e pentirsene. Fare il proprio mea culpa non è facile per alcuni. Ma se voi non avete più intenzione di ripetere la stessa colpa, Dio, che vi conosce, vi aiuterà.

Figlia Mia, riconoscere i propri peccati in Confessione, ricevere l’Assoluzione, questo Perdono concesso da un buon sacerdote in Nome del Signore, tutto questo vi aiuterà. E ogni Cristiano deve confessarsi prima di ricevere la Santa Eucaristia. Ma il Perdono totale non può venire che da Dio e all’Ora del faccia a Faccia davanti al vostro Dio d’Amore e di Misericordia infinita

Figlia Mia, dovete sapere tutti che peccare, significa “andare alla deriva” dal Mio Cammino di Verità. Peccare, a volte, è anche trascinare alla deriva degli innocenti che vi seguono sulla stessa china: credendo alla autorità del peccatore, essi commetteranno la stessa colpa. Come fare per sciogliere tutta questa catena ? È necessario che il primo anello difettoso confessi in pubblico la propria colpa. La sua Fedeltà a Dio lo obbliga a farlo.

A volte, Io vi chiedo di riconoscere pubblicamente il vostro peccato quando c’è una conseguenza mondiale. Questo peccato comincia a contaminare un’assemblea, poi un popolo, e infinetoccherà nazioni intere.


Oggi, Satana si serve di questi anelli incoscienti. Non dimenticate che il peccato è satanico e l’incoraggiamento al male viene dal Principe delle Tenebre. Oggi, trabocca di malvagità su tutta l’Umanità; il suo spirito malefico penetra profondamente in tutti gli spiriti, degli uomini, delle donne e dei figli non abitati dal Mio Spirito Santo.


      “Vieni,o Spirito Creatore                                           Difendici dal nemico,
      visita le nostre menti,                                                  reca in dono la Pace,
       riempi della Tua Grazia                                             la tua guida invincibile
       i cuori che hai creato.                                                ci preservi dal male.

      Luce d’eterna sapienza,                                              Vieni, Spirito di Santità.
      svelaci il grande mistero                                             Vieni a liberarci dalle colpe
      di Dio Padre e del Figlio                                             che ci condannano,
      uniti in un solo Amore,                                                perché sono contro la Legge di Dio.”

Quando Mosè discese dal Sinai, tenendo tra le mani le Tavole della Legge, vide con sgomento che il Popolo, che Dio gli aveva affidato, contemplava e adorava un idolo costruito con le loro mani: era il Vitello d’oro. A causa dei 40 giorni e 40 notti di attesa, gli spiriti si erano ottenebrati fino a rinnegare Dio, fino a sostituirLo con un idolo. Nella sua collera, Mosè spezzò le Tavole della Legge ai piedi della Montagna, gettò nel fuoco il Vitello d’oro, lo ridusse in polvere e fece punire i principali responsabili con il massimo rigore. Poi ritornò sulla Montagna, supplicò Dio di perdonare il Suo Popolo colpevole di un così grande peccato.

Il Signore vi acconsentì. Riscrisse le Tavole della Legge in testimonianza del Patto concluso col Suo Popolo.Ma Dio ordinò a Mosé di non concludere nessuna alleanza con gli abitanti della Terra Promessa che adoravano tutti numerose divinità. “Voi non dovete adorare altri dèi”, disse il Signore, “perché Io sono un Dio geloso”.
           
Nel primo dei Dieci Comandamenti, vi viene bene ricordato: ”Tu amerai Dio con tutta la tua forza, con tutto il tuo cuore”. Dio disse a Mosè:

“Non avrai altro Dio davanti a Me.Osserva il giorno del Sabato per santificarlo per Yahvè, tuo Dio. Onora tuo padre e tua madre. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non farai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la donna del tuo prossimo. Non desidererai nulla di ciò che è del tuo prossimo.”

Per il primo comandamento, molte raccomandazioni vengono fatte per onorare perfettamente Dio. Affermare che Dio è Vivente è una delle prime condizioni della Fede al Vero Dio.

Nel Messaggio del 2 Febbraio, Io ti ho annunciato che voi avete una nuova Shoah, un nuovo sterminio davanti ai vostri occhi e non la vedete, non la calcolate, ma essa esiste. Tocca tutti i Miei figli e ricopre tutta la distesa della Terra. il Cielo in lacrime vi chiede di lottare affinché sparisca per sempre, per i secoli dei secoli. Amen.

Io, il Dio Unico e Vero, ho voluto che tu venissi a conoscenza, attraverso un Mio figlio della Terra[1], scelto come te per informare i vostri fratelli, del grande disastro che è all’origine dei grandi mali che  subisce il vostro Mondo.L’informazione deve andare verso tutti i punti cardinali per coprire il vostro Mondo, come una grande Croce distesa su. questo Mondo che non smette di bestemmiare davanti a tutte le Mie Sante Leggi.

Tu non ucciderai: la Terra intera è arrossata del sangue degli innocenti e la Parola di Dio continua ad essere offesa.Tradire il Signore nella Sua Santa Legge non può essere perdonato.

Mosè fu considerato come il Mio più grande Legislatore. Egli diede agli Ebrei la loro Patria, la loro Religione e le loro Leggi, la Thora.

JNSR:  Quando Etienne mi telefonò,era per farmi conoscere un articolo sul giornale “L’Uomo Nuovo”.Non era una sorpresa ma una conferma. “La Shoah esiste veramente”, e si diffonde sempre di più nel nostro tempo. È l’aborto, reso libero da un ministro della sanità. Questa donna politica francese liberalizzò l’accesso alla contraccezione(1974) e fece votare la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza (1975). È l’anello che contaminò tutta la catena difettosa.

IL PADRE ETERNO:   E Dio dice:”Uno solo che Mi onora, come fece Mosè, salva il suo popolo.Uno solo che Mi tradisce, condanna il suo popolo. Per questo Io ti ho detto:” A che possono servire le stele murali dove sono scritti i nomi di quei martiri ebrei della Shoah; cinque milioni di Ebrei sterminati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, quando proprio un membro di quello sterminio, al quale Io ho lasciato la vita perché testimoniasse quell’annientamento, ha invece tradito la Parola del Dio Vivente: Tu non ucciderai !


I bambini, ben vivi fin dal loro concepimento, sono condannati a morire a causa di una legge umana votata a grande maggioranza. Come la condanna a morte di un toro nell’arena, il bambino non può reagire, il crimine è perfetto, essendo permesso da una legge, satanica.Questa abiezione,  per alcuni che non vi vedono alcun male, disonora tutto un Paese.

Attualmente, il Male è mondiale, è il Massacro degli Innocenti che supera  in numero, nel Mondo, più di cento volte i cinque milioni di vittime della Shoah.

La Vita è un Dono di Dio. L’uomo è il Capolavoro di Dio. Di fronte a questo disastro, che è un rivolta contro la Santa Volontà di Dio, non siate dunque sorpresi della rivolta degli elementi (naturali) che, a loro modo, onorano Dio.

Benedite e rispettate
la Santa Parola di Dio.

1 Questo giovane, che si chiama Etienne, abita nell’Est della Francia.

AMDG et DVM

lunedì 21 maggio 2018

Il riposo domenicale e Francesco Faà di Bruno

Beato Francesco Faà di Bruno
La Croce quotidiano 27 marzo 2018
 Di questo “santo sociale” (e militare), uno dei sacerdoti più geniali e poliedrici dell’Ottocento, ricorre il 27 marzo la memoria liturgica. Ricordiamone insieme alle virtù di Fede, Speranza e carità anche la testimonianza in quanto primo difensore nell’Italia contemporanea di uno dei diritti fondamentali dei lavoratori. Assieme a San Giovanni Bosco…
di Giuseppe Brienza
Recentemente il Segretario Nazionale del Popolo della Famiglia, spiegando le ragioni di uno dei cardini del nostro programma politico quale la riconquista del diritto al riposo domenicale, ha ricordato come il primo difensore nell’Italia contemporanea di questa fondamentale conquista sociale è stato un santo, l’ex ufficiale dell’Esercito savoiardo Francesco Faà di Bruno (1825-1888).
«L’abolizione del riposo domenicale non avvenne con provvedimenti normativi – ha scritto l’avv. Amato – ma col semplice ricatto del licenziamento. I “padroni delle ferriere” non lasciavano molte alternative ai salariati che non accettavano di lavorare sette giorni su sette. Pochi sanno, però, che la lotta per il riposo domenicale non appartiene alla tradizione marxista della lotta di classe. È un po’ più vecchia della Prima Internazionale socialista (1864).
In Italia fu, infatti, l’Opera per il riposo festivo, la prima organizzazione fondata a Torino nel 1850, di cui fu vicepresidente, peraltro, tale San Giovanni Bosco. L’iniziativa fu promossa dal Beato Francesco Faà di Bruno, che rivestì all’interno dell’Opera il ruolo di segretario esecutivo, e fu subito affiancata da numerose altre organizzazioni sorelle di matrice cattolica, tutte rivolte a questa nobile – e purtroppo dimenticata – battaglia in favore non solo dei cristiani, ma di tutti coloro che venivano considerati i “nuovi schiavi”» (Gianfranco Amato, La Domenica, un tesoro da proteggere, in “La Croce quotidiano”, 21 marzo 2017, pp. 1 e 4).

Sul fronte delle operazioni belliche del 1849, pur giovanissimo (aveva allora solo 24 anni), mostrava di avere un costante pensiero per il bene dei suoi cari e del prossimo. Scriveva per esempio alla sorella: «Non dimenticare di pensare, dinnanzi a Dio, a tanti ufficiali, a tanti soldati che temo, in un momento così fatale, non mirino a purgarsi, ed a confortarsi, sempre per quella negligenza delle cose divine, della quale, vestitisi in pace, non possono spogliarsi più nemmeno in guerra. Raccomanda sì pietoso ufficio anche alle persone devote di tua conoscenza, poiché ti assicuro che anche in questo tu arrechi un bene – che non si può maggiore- alla patria, essendo i militi in grazia quelli che sono poi più valorosi in guerra».
La figura di padre Faà di Bruno, in effetti, è davvero straordinaria e poliedrica. Oltre che ex militare impegnato in prima linea nella Prima Guerra d’Indipendenza (1848-49), fu anche scienziato, matematico, musicista e, infine, sacerdote, rivestendo un ruolo ecclesiale di tutto rilievo nella storia della spiritualità cattolica del suo secolo. Realizzò tra l’altro il Santuario torinese dedicato a Nostra Signora del Suffragio e fondò a Torino, nel 1881, una nuova famiglia religiosa femminile dedicata alla venerazione mariana, le Suore “Minime di N.S. del Suffragio”. A queste religiose usava ripetere che la sola e unica cosa che conta davvero nella vita cristiana era farsi santi, tutto il resto valeva nulla.
I tanti caduti, sui campi di battaglia di quella sanguinosa epoca, avevano indotto il suo spirito sensibile a promuovere la lodevole iniziativa di promuovere preghiere in suffragio delle anime dei defunti. Si dedicò, perciò, alla erezione del suddetto Santuario e alla creazione di quell’omonimo Istituto Religioso che sostenesse tale meritoria opera.
Le Suore “Minime” proseguono ancora oggi l’impegno di pregare per tutti i defunti, vero atto di amore e di attenzione un po’ dimenticato ma indispensabile per il bene dell’anima di tutti coloro che, in Cielo, necessitano ancora del nostro suffragio. Ma Faà di Bruno promosse anche, nello stesso tempo, numerose iniziative sociali, in favore dei poveri, delle ragazze madri, dei giovani e, come visto, dei lavoratori e delle loro famiglie.
L’intuizione del beato piemontese sulla difesa del riposo domenicale conserva tuttora il suo valore e la sua attualità. Il legittimo impegno nel lavoro e nelle variegate attività sociali non possono infatti cancellare in noi il pensiero delle responsabilità familiari e nei confronti della nostra anima e vita spirituale. Di tutto ciò possiamo più agevolmente prenderci cura preservando almeno un giorno della settimana dalla routine quotidiana.
Il Beato Faà di Bruno non esitava a definire «barbari» tutti i datori di lavoro privati e anche pubblici che costringevano i dipendenti a lavorare dodici ore al giorno tutti i giorni dell’anno. Il grande scrittore cattolico Vittorio Messori ha ricordato che la sua fu una battaglia non solo “religiosa”, per permettere la frequenza alle funzioni della domenica, ma anche sociale. E fu tra le più preziose e solitarie lotte, visto che, allora come oggi, il sindacalismo “laico”, per la domenica, non si attivò più di tanto. Historia Magistra Vitae…
Il beato Faà di Bruno ha compendiato tutta la sua filosofia di vita in un motto che ha lasciato alle sue suore: “pregare, agire, soffrire per dare gloria a Dio”. Poter educare persone capaci di educarne altre è stato uno degli scopi della sua attività caritativa e sociale.
La situazione della scuola nei suoi anni, così come quella che siamo chiamati a “gestire” noi, era profondamente in pericolo. Gli influssi dell’Illuminismo avevano infatti portato a Torino prima di altrove, e fin dalla metà del secolo XVIII, la tendenza a regolamentare il mondo dell’istruzione pubblica in contrapposizione alla Chiesa ed alle necessità spirituali dell’educazione, statalizzando l’intero sistema e sottraendolo agli ordini religiosi.
I ministri borghesi e massoni della dinastia Savoia, fra le altre cose, avevano istituito all’uopo il “Magistrato della Riforma”, alto funzionario statale con il compito “politico-ideologico” di controllare l’istruzione con un atteggiamento poliziesco. Nascono le Regie Scuole di ordine superiore – Latinità, Filosofia, Teologia e Chirurgia – nei capoluoghi di provincia, e scuole di lettere latine nei grandi comuni. Le scuole elementari sono costituite da tre classi – quarta, quinta e sesta – precedute da una classe preparatoria, suddivisa in due corsi, e seguite da una settima classe. Solo i giovani di «basso ceto» sociale potevano frequentare le scuole popolari tenute dai parroci.
Il Regolamento del 5 gennaio 1802 estese inoltre, per agevolare l’idolatria dei “prinicipi del 1789”, lo studio obbligatorio della lingua francese a tutti gli ordini di scuola. Sul modello napoleonico sono poi introdotti i Licei triennali e le scuole speciali – università e accademie – a carico economico dello Stato.
Con la Restaurazione, il governo sabaudo di Vittorio Emanuele I restituì la scuola alla gestione degli ordini religiosi, primi fra tutti i Gesuiti, con la quasi totale esclusione del controllo statale, ma buona parte dei “mali semi” del laicismo erano stati piantati in quella che diventerà la classe dirigente del futuro “Regno d’Italia”.
Non molto anni dopo si mise nuovamente mano alle “riforme” nel campo dell’istruzione pubblica con la legge 3725/1859, promossa dall’onorevole Gabrio Casati, entrata in vigore nel 1860. La nuova legge sancì il riconoscimento del diritto-dovere dello Stato d’intervenire in materia scolastica, sostituendo e mettendo sotto tutela la Chiesa cattolica. Il ministro Casati rivoluzionò anche la formazione elementare, affidandola ai Comuni e definendo un livello inferiore di due anni obbligatorio per tutti i bambini e un ciclo superiore di altri due anni, facoltativo e da attuarsi solo nei Comuni con più di quattromila abitanti.
Nel 1860 Francesco Faà di Bruno aveva trentacinque anni, aveva già completato i suoi studi all’università francese della Sorbona ed aveva intrapreso varie attività sociali. Il desiderio di reagire alla corruzione imperante della cultura e dell’istruzione pubblica lo indusse istituire un Liceo ed a fondare un giornale cattolico, guidato da una figura “divisiva” di sacerdote-giornalista, q un Liceo quale fu Don Giacomo Margotti. Sia la prima che la seconda opera riscuotono un grande successo e, per esempio, iniziarono ad iscrivere i loro figli al Liceo voluto da Beato note famiglie torinesi, sia della nobiltà sia dell’alta borghesia, come quelle del deputato Crotti e dei conti di Costigliole, oltre al conte Carassi.
Con il proposito di formare buoni insegnanti perché i bambini siano istruiti in modo corretto e secondo i principi cristiani, Faà di Bruno nel 1869 chiese inoltre ed ottenne l’autorizzazione ad aprire una scuola per maestre intitolata a Santa Teresa. Accanto a queste istituisce la “Classe delle educande”, che deve fornire un’istruzione di base per le giovani che a loro volta avrebbero dovuto educare ragazze, provenienti dalle campagne, ai lavori domestici. Anche in questo l’insegnamento e l’azione del Beato dovrebbero guidarci ancora oggi, e l’attenzione del Popolo della Famiglia per il “lavoro familiare” delle madri-spose, con la proposta del reddito di maternità, sta a testimoniarlo.
Di recente la Bontà Divina ha forse voluto riproporre all’attenzione della comunità cattolica la vita e l’esemplarità del santo piemontese. Durante la notte di Natale del 2016, infatti, l’organo della chiesa di Nostra Signora del Suffragio in via San Donato a Torino prese a suonare da solo. «Qualcuno può averlo interpretato come segno divino», ha riportato Bernardo Basilici Menini su “La Stampa.it” del 4 marzo scorso.
Non sappiamo se questo straordinario evento è stato effetto del malfunzionamento che di lì a poco avrebbe silenziato per l’ennesima volta questo pezzo unico di 130 anni voluto da Francesco Faà di Bruno. Può servire comunque come una di quelle “sveglie divine” che, talvolta, la Provvidenza utilizza nei periodi di “tiepidezza spirituale” (e sociale) dei cristiani…

AMDG et DVM