martedì 5 dicembre 2017

"È invece ragionevole credere e affermare che

1 FEBBRAIO 2011MISTERO
di Cristoforo Barbato - www.secretum-omega.comhttp://www.aprilia2.com
LA CHIESA SI PREPARA AD UN CONTATTO ALIENO ?
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"È invece ragionevole credere e affermare che gli alieni esistono - racconta nell'intervista Balducci - le loro esistenze non possono essere negate più a lungo, perché ci sono troppe evidenze dell'esistenza degli extraterrestri e dei dischi volanti... Fatti come l'esistenza dei dischi volanti indicano che gli alieni si sono evoluti più rapidamente degli esseri umani. Ma anche se si scoprisse che gli extraterrestri sono in qualche modo superiori agli umani, questo non metterebbe in dubbio gli insegnamenti del Cristianesimo. Questo significa che ogni cosa nell'Universo, compresi gli extraterrestri, sono conciliabili con Dio."
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L'anno successivo monsignor Balducci in occasione del 2° Convegno Ufologico città di Ancona "Civiltà Aliene tra dubbio e ragione", svoltosi il 17 Aprile 1999, rilasciò un'intervista ad Adriano Forgione ed in seguito pubblicata sul bimestrale UFO Network (n3/4 Lug-Ago 1999 "Esistono altri esseri intelligenti"). Ecco alcuni passaggi salienti della conversazione:
"In diverse occasioni - osserva Forgione - ha dichiarato che gli ET potrebbero essere spiritualmente più evoluti di noi."
"Devo premettere che è da escludersi che gli angeli si servano di astronavi. Quali esseri puramente spirituali, essi sono dove vogliono essere e, nei rari casi in cui si manifestassero, non avrebbero alcuna difficoltà ad assumere forme visibili. Pertanto, quando si parla di extraterrestri, si deve pensare o ad esseri come noi oppure, preferibilmente, ad altri tipi di viventi, che ad una parte spirituale associano sempre una parte materiale, un corpo, sebbene in un rapporto diverso rispetto a noi umani terrestri."
"La scienza oggi accetta l'esistenza di forme di vita nel Cosmo, nonostante non voglia prendere in considerazione il fatto che tali intelligenze possano trovarsi già nel nostro ambito planetario, almeno in forma manifesta. La Teologia come affronta il problema?"
"A favore dell'abitabilità di altri mondi non esistono solo le opinioni di scienziati laici, ma anche di teologi e di persone morte in concetto di santità come Padre Pio. Nel libro del sacerdote Nello Castello, "Così parlò Padre Pio", del 1974, è scritto che il beato, alla domanda di un suo confratello "padre, ho pensato che la Terra è un niente di fronte agli astri e tutti agli altri pianeti" rispose "Sì e noi se usciamo dalla Terra siamo nulla. Il Signore non ha certo ristretto la sua gloria a questo piccolo pianeta. In altri pianeti ci saranno degli esseri che non avranno peccato". Posso menzionare anche il Cardinale Niccolò Cusano (1401-1464) che scrisse "non c'è stella dalla quale siamo autorizzati ad escludere l'esistenza di esseri sia pure diversi da noi". Il gesuita e astronomo, Padre Angelo Secchi (1818-1866) scriveva "È assurdo considerare i mondi che ci circondano come deserti inabitati". E potrei continuare a lungo. Certo, non si ha ancora una conferma scientifica su questo particolare punto. Tuttavia nell'ambito teologico e scritturale si possono fare alcune considerazioni. Non essendoci limiti alla potenza di Dio, che esistano pianeti abitati non è solo possibile, ma anche verosimile. Esiste infatti eccessiva diversità tra gli angeli, esseri puramente spirituali, e noi, formati di spirito e materia e la cui anima è vincolata nell'agire dalle capacità del corpo stesso. E questo si spiega con l'assioma che "la natura non fa salti". Per cui è verosimile che la distanza tra noi e gli angeli venga ridotta dalla presenza di esseri che, avendo comunque un corpo, magari più perfetto, posseggano un'anima che venga meno condizionata nel suo agire evolutivo. Probabilmente questo non solo è possibile e verosimile ma, a mio parere, anche desiderabile. In un futuro nemmeno tanto remoto, infatti, tali esseri potrebbero esserci di aiuto, specie nel nostro cammino spirituale."
"Alcuni studiosi credono che questo sia già avvenuto in passato."
"Interessante punto di discussione. È arguibile che questi esseri, già da tempo, potrebbero esserci di protezione e di aiuto. Qualcuno ha anche avanzato l'ipotesi che alcuni disastri siano stati evitati grazie a loro. Qualora esistessero realmente esseri intelligenti di altri pianeti si troverebbe la soluzione di come conciliare la loro esistenza con la redenzione del Cristo. Se Cristo è centro e capo della intera creazione, non esistono mondi che non facciano riferimento a Cristo, essendo tutti sotto l'influsso del Verbo divino e della sua gloria. E nessuna gloria è possibile senza l'esistenza di esseri intelligenti che possano comprenderla. In ogni caso è assurdo pensare che l'unica forma di intelligenza sia la nostra. Che esistano forze intellettuali diverse da quella umana, costruite su un tipo differente di struttura, non solo è possibile, ma estremamente probabile."
"Quali possono essere le possibili implicazioni del fenomeno sulla civiltà attuale o nel prossimo futuro, ammettendo un'interazione tra l'uomo ed intelligenze extraterrestri?"
"È una domanda che mi induce a pensare che sarebbe meglio sapere come sono fatti questi esseri. Mi sono già spinto in questo campo e ho motivato la mia opinione con un "verosimilmente". Quello che lei vorrebbe sapere dipende dal fatto se sono inferiori o superiori a noi. Se sono come noi, non ci sarebbero grandi implicazioni, in quanto potrebbero avere una civiltà allo stesso grado della nostra. Diverso il caso in cui si tratti di esseri superiori. Allora potrebbero mutare molti presupposti."
Nello stesso mese di aprile un altro prelato, proprio sul tema della vita extraterrestre, si espresse in termini quasi simili a quelli usati da monsignor Balducci.
Il 23 aprile a Parma si svolse un convegno ufologico del Centro Studi Galileo a cui partecipò monsignor James Schianchi, Canonico della Cattedrale di Parma e docente di teologia morale, e nel corso del quale affermò che:
"...Non c'è contrasto tra la dottrina cristiana e l'eventuale esistenza di intelligenze extraterrestri. Non possiamo certo precludere alla grandezza di Dio la possibilità di avere creato altri mondi e creature. Un atteggiamento di chiusura nei confronti di questa ipotesi sarebbe per lo meno provinciale: se pensiamo alle scritture, ma anche all'archeologia babilonese, abbiamo numerosi segni della possibile esistenza di intelligenze intermedie tra Dio e gli uomini. Nella Lettera ai Filippesi, S.Paolo parla di Gesù come signore di tutte le potenze del cielo e della terra. Signore, non redentore. È quindi ipotizzabile che creature di Dio diverse dall'uomo non si siano macchiate del peccato di Adamo ed Eva."
Singolare ma decisamente interessante il riferimento fatto da Schianchi all'archeologia babilonese quale fonte di indizi della possibile esistenza di intelligenze extraterrestri (N.d.R. A tale proposito rimando il lettore alla visione della precedente Terza Parte).
Tra l'altro proprio Schianchi insieme a Balducci, stando a quanto riportato da Alfredo Lissoni nel volume "Gli enigmi del Vaticano" (pubblicato nel 2004 dal gruppo Editoriale Olimpia), sono stati i protagonisti di un interessante confronto pubblico sul tema UFO ed Extraterrestri avvenuto nel 2002 e trasmesso addirittura dal canale satellitare del Vaticano SAT 2000 (N.d.R. L'emittente, nata nel 1998, è il network radio televisivo via satellite dei cattolici italiani nel mondo di proprietà della Conferenza Episcopale Italiana).
L'incontro avvenuto nel cinema parrocchiale President di Piacenza e a cui presenziò lo stesso Lissoni venne riportato sulle pagine del quotidiano piacentino "Libertà" del 4 aprile in un articolo redatto dalla giornalista Ilaria Molinari.
"Ci troviamo di fronte - scrive la giornalista - a un numero di testimonianze sempre crescente. E le persone che ne fanno esperienza sono sempre più colte, qualificate e inizialmente incredule. Tra queste migliaia di testimonianze è ragionevole pensare che qualcosa di vero ci sia. La Bibbia non esclude la possibilità di altri pianeti con esseri intelligenti e volitivi con anima e corpo, dice Monsignor Corrado Balducci, uno dei massimi esperti di demonologia e membro della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli del Vaticano. Di spessore il talk show di attualità cristiana de La terra di mezzo, al President la scorsa sera, andato in onda su Sat 2000. "Una posizione di scetticismo integrale - dichiara Balducci - è fuori luogo. Anche la religione cristiana si basa su una testimonianza. L'esistenza di altri esseri viventi è possibile anche dal punto di vista teologico: 'bonum est diffusium suis' è un concetto largamente ripetuto nella Bibbia, il fine della creazione è la gloria divina. E creature, anche aliene, dotate di intelligenza e volontà, possono contribuire alla sua maggior diffusione. Difficile pensare che nella creazione dell'intelligenza e della volontà Dio si sia limitato alla terra. L'abitabilità di altri pianeti può essere anche desiderabile. In un futuro remoto potrebbero anche esserci d'aiuto nel nostro cammino spirituale". E conclude con un salmo della Bibbia pluricitato nelle scritture: "Del Signore è la terra e quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti". Presente anche Don James Schianchi, docente di teologia all'Università cattolica, che ribadisce: "Nessuna contraddizione tra teologia e presenze extraterrestri". "Ma - si chiede - c'erano altri viventi oltre a noi che avevano bisogno di redenzione?" "A ciò non esiste alcuna obiezione sostanziale - risponde. E Monsignor Balducci conclude la serata citando alcune parole di Padre Pio: "Vorresti che non ci fossero altre creature che amano il Signore? Il Signore non avrà certo ristretto la sua gloria a questo pianeta"."
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AMDG  et BVM

CORALE FERENTINATE, con Henry Du Mont

Deuxiemme Messe ( H. Du Mont ) 

per Tromba e Coro a 4 Voci miste.

Kyrie - Gloria - Sanctus - Agnus Dei

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CORALE FERENTINATE - Deuxiemme Messe ( H. Du Mont ) per Tromba e Coro a 4 Voci miste.


    Pubblicato il 02 feb 2015


La messa è eseguita nelle parti Kyrie - Gloria - Sanctus - Agnus Dei e nell'armonizzazione di H. Metayer. Alla Tromba Massimo Padovano. L'esecuzione nell'Abazia di Casamari ( FR ) celebrante mons. Angelo Cella.La Corale Ferentinate è diretta da Don Radaele Di Torrice - All' Organo il maestro Alberto Pro. Categoria Persone e blog Licenza Licenza YouTube standard

AMDG et BVM

Avvistamento di massa a Firenze...

Oggi cercavo in internet notizie su neve a Firenze in estate nell'anno 1954, ed ecco mi si offre un video interessantissimo che vi imposto. Avevo allora 14 anni ...

Tutto avvenne il mercoledì 27.X.1954
a Firenze

quasi idem:
https://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/ufo-blocca-partita-di-calcio-era-fiorentina-pistoiese-del-1954-foto-video-1742431/

Oggetti volanti velocissimi, brillavano come diamanti:
http://www.crprato.it/sito/index.php?option=com_content&view=article&id=1:anno-1954&catid=34:avvistamenti&Itemid=68&jjj=1512483706636

AMDG et BVM

I MIEI SEGNI


<<Figli miei prediletti, quanto vi amo!
A voi, cui tanto ho dato, domando di amarmi di più
>>
NOVENA 
DELL'IMMACOLATA
5.XII.2017 (VII)

Zompitta (Udine), 24 gennaio 1984. 
Festa di San Francesco di Sales.
I miei segni


«Figli prediletti, accolgo questo Rosario, che insieme recitate con tanto amore e con tanto fervore.


Come Mamma voglio dirvi che sono qui assieme a voi, rappresentata dalla statua che avete qui.

Ogni mia statua è segno di una mia presenza e vi ricorda la vostra Mamma Celeste ; perciò deve essere onorata e collocata nei luoghi di maggior venerazione.

Come guardate con amore una fotografia di una persona cara, perché vi trasmette ricordo e figura, così dovete guardare con amore ogni immagine della vostra Mamma Celeste, perché vi trasmette il suo ricordo, anzi diventa segno particolare della sua presenza fra voi.

Quanto Io sono addolorata dal fatto, oggi così frequente, di essere estromessa dalle chiese! 

Talvolta vengo posta al di fuori, in un corridoio, come un gingillo qualsiasi; talvolta sono messa in fondo alla chiesa, sicché nessuno dei miei figli mi può venerare.

Segno di quanto gradisco la giusta venerazione data alle mie immagini, è anche ciò che opero, attraverso questa piccola statua. È un triplice segno che vi dono. Quello dei miei occhi che improvvisamente si ravvivano, quello del colore del mio viso che trascolora, e quello del mio Cuore che emana profumo, or lieve or più forte.

-Col segno che vi dono con gli occhi, voglio indicarvi che la vostra Mamma Celeste, mai come in questi tempi, vi guarda con i suoi occhi misericordiosi. Ella non è lontana da voi: vi conosce in tutte le difficoltà in cui vi trovate, nei momenti difficili che vivete, con tutte le sofferenze
che vi attendono, con la grande croce che dovete portare.

E con questi occhi guardo tutti: ai lontani, agli atei, ai drogati, ai miei poveri figli peccatori, per conoscerli così come sono, per aiutarli, per guidarli sulla strada del bene, del ritorno a Dio, della conversione, della preghiera, del digiuno e della penitenza.

In maniera particolare guardo a voi, miei prediletti, oggetto della mia compiacenza materna; soprattutto guardo a voi prediletti del mio Movimento Sacerdotale, che formate per Me l'oggetto del mio compiacimento.

Vi guardo e vi illumino della mia stessa bellezza. In voi rifletto il mio candore di Cielo. Dovete essere gigli per la vostra purezza, rose per il vostro profumo, ciclamini per la vostra piccolezza; componete così questa bella corona di amore, che fa fiorire la corona spinosa del mio dolore.

-Col segno che vi dono con il colore del viso, voglio indicarvi che sono Mamma per tutti, e oggi partecipo a tutte le vostre necessità e godo delle vostre gioie, ma soffro pure delle vostre numerose sofferenze.

Quando una mamma è contenta e trasalisce di gioia, voi vedete il suo viso diventar rosso; quando è preoccupata per la sorte dei figli, la vedete tutta sbiancare nel suo volto. Se questo avviene di una mamma terrena, avviene anche per Me, e il segno che vi do, così umano e materno, è per dirvi che da Mamma partecipo veramente ai momenti di tutta la vostra
esistenza.

Quando soffrite, Io soffro; quando gioite, Io gioisco; quando siete buoni, Io trasalisco di gioia; quando mi amate, arrossisco tutta per la gioia che mi date.

-Col segno che vi dono con il profumo, che emano forte e meno forte, voglio indicarvi che Io sono sempre fra voi, ma specialmente quando ne avete più bisogno.

Se non sentite il profumo o lo avvertite in maniera molto lieve non è perché Io non vi ami o perché siete cattivi. La mamma ama di predilezione misericordiosa anche quelli che hanno maggiore bisogno di lei.

Capite allora perché la mia materna compassione va verso i peccatori: tutti, ma specialmente i più lontani, i più bisognosi della divina Misericordia. Apparsa a Fatima, vi ho insegnato a pregare Gesù così: "Porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua
misericordia".

Io amo tutti, a cominciare dai più lontani, da questi miei figli peccatori, di cui sono il sicuro e materno rifugio. 

Guardate i miei occhi misericordiosi, che versano lacrime di dolore e di compassione. In tante parti Io do questo segno, facendo scendere dai miei occhi lacrime copiose, persino di sangue.

Per dare il segno della mia presenza e accordare alla vostra vita un sostegno sicuro e, nelle tribolazioni che vivete, invitarvi alla gioia e alla fiducia, in tante parti del mondo, Io ancora dono i miei materni messaggi, che vi partecipano la certezza che vi seguo e sono con voi, che vivo con voi, vi preparo ogni cosa, vi conduco per mano, sulla strada difficile di questo tempo di purificazione.

Segno profumato della mia materna presenza, sono le apparizioni, che Io ancora compio in molte regioni della terra. Sì, in questi tempi appaio in Europa, in Asia, in Africa, in America e nella lontana Oceania. Tutto il mondo è avvolto nel mio manto.

Nella lotta ormai conclusiva fra Me e il mio Avversario, la mia presenza straordinaria vi dice che già è incominciata la mia vittoria.
Figli miei prediletti, quanto vi amo! A voi, cui tanto ho dato, domando di amarmi di più (...)».


“Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria,
tua Sposa amatissima”


COME LE CONCHIGLIE MARINE custodiamo le nostre perle




E Sant'Antonio disse:
<<Noi, fratelli, cerchiamo di essere solleciti e non pigri; cerchiamo di conservare e non di rompere l’unità dello spirito. 

Custodiamo l’unità dello spirito, o carissimi, con grande sollecitudine, come le conchiglie marine custodisco­no con grande cura le loro perle.

Si legge nella Storia Naturale che nelle conchiglie marine si producono delle pietre preziose, cioè le perle

le conchiglie, ad un dato tempo dell’anno, sono bramose di rugiada come marito, e sotto tale stimolo si aprono, e quando più copiosa scende la pioggia lunare (rugiada), come boccheggiando assorbono il fluido sospirato: così concepi­scono e vengono ingravidate. 

Se il fluido assorbito è puro, i piccoli grani che si formano sono candidi; se il fluido è torbido, i grani sono opachi o anche striati di colore rossiccio. Così le conchiglie figliano più di cielo che di mare

Inoltre, 
quando assorbono il seme dell’aria del mattino, la perla è più limpida; 
quando lo assorbono alla sera la perla risulta piuttosto offuscata; 
e quanto più ne avranno assorbito, tanto più grandi saranno le perle prodotte.
Se brilla improvvisa una luce, si rinchiudono come spaventate. Nelle conchiglie c’è una certa sensibilità: esse temono che i loro parti si macchino; e quando il giorno si accende di raggi più ardenti, perché le perle non si offuschino per causa del calore del sole, si immergono in profondità e si riparano dal caldo tra i gorghi.

Nell’acqua la perla si rammollisce, nel vino si rasso­da; mai se ne trovano due insieme, distinte, e quindi una grossa perla, formata da due che si sono fuse insieme, si chiama “unione” (solitario). Le conchiglie temono gli agguati dei pescatori: è per questo che si nascondono tra gli scogli. 
Nuotano in gruppo e le loro schiere hanno sempre una guida sicura.
Vediamo quale sia il significato morale di tutto questo. 
Le conchiglie, il cui nome viene da “concavità”, raffi­gurano i penitenti, gli umili, i poveri di spirito, i quali si tengono nella concavità, cioè nell’umiltà del cuore. 

Anch’essi anelano alla rugiada come a marito, e infatti dicono: “L’anima mia ha sete di Dio, fonte viva” (Sal 41,3)
La rugiada della grazia celeste, come uno sposo, impregna l’anima con il fermo proposito di rettamen­te operare. 
Per il desiderio di questa rugiada essi si aprono, e infatti dice Giobbe: “La mia radice è aperta, protesa verso le acque, e la rugiada si fermerà sulle mie messi” (Gb 29,19).
[....]
“E quando più copiosa scende la pioggia lunare”, ecc. 
Nella pioggia lunare sono simboleggiate tre cose: la prosperità, l’avversità e l’infusione della grazia. 

Nello splendore della luna è raffigurata la prosperità

nella notte l’avversità

nella pioggia l’infu­sione della grazia, che i giusti bramano con ardore e assorbono quasi aprendo la bocca del cuore, sia nello splendore della prosperità come nella notte dell’avversità, in modo che né la prosperità li insuperbisce, né l’avversità li deprime. Isaia infatti dice: “L’ani­ma mia ha sospirato a te nella notte, e al mattino mi volgerò a te con il mio spirito e il mio cuore” (Is 26,9).
“E se il fluido assorbito è puro”, ecc.
 Considera che l’infusione della grazia ha due effetti: o illumina, o turba. 
Illumina la mente alla contemplazione, e allora le perle diventano candide, sono cioè puri i pensieri e gli affetti. Dice il Signore per bocca di Osea: “Sarò come rugiada, e Israele germoglierà come giglio” (Os 14,6). Quando la rugiada della contemplazione delizia la mente, Israele, ossia l’anima umile fa germogliare, quale giglio, pensieri di purezza. 
Analogamente, la grazia turba susci­tando il dolore dei peccati, e allora nelle perle subentra il colore pallido o rossiccio: pallido a motivo della mortificazione del corpo, rossiccio per la contrizione del cuo­re. 
Si legge nel Cantico dei Cantici: Annunciate al mio diletto che io languisco di amore (cf. Ct 5,8). Fu detto anche: Impallidi­sca ogni innamorato (Ovidio). E il salmo: “L’estremità del dorso della colomba è del pallore dell’oro” (Sal 67,14).
“Così i parti delle conchiglie sono più di cielo che di mare”. 
Chi è impregnato di mare, cioè dell’amaro del mondo, partorisce vipere
chi invece è impregnato di cielo, partorisce perle

Dei primi è detto: “Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira che ci sovrasta?” (Lc 3,7)

Dei secondi: “Le viti in fiore hanno sprigionato il loro profumo” (Ct 2,13). E ancora: “I tuoi effluvi sono un paradiso” (Ct 4,13).
“Quando le conchiglie assorbono il seme dell’aria del mattino la perla è più limpida, quando invece lo assorbono la sera, la perla risulta piuttosto offuscata”, ecc. Questo lo dice anche il salmo: “Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia” (Sal 29,6)

Osserva che triplice è la sera e triplice il mattino: in ognuno di questi momenti c’è il pianto e la gioia.
La prima sera fu la colpa di Adamo, nella quale ci fu il pianto quando, cacciato dal paradiso terrestre, si sentì dire: “Mangerai il pane nel sudore della tua fronte”(Gn 3,19)
Il primo mattino fu la natività di Cristo, nella quale ci fu la gioia. Infatti l’angelo disse: “Io vi annunzio una grande gioia...” (Lc 2,10).
La seconda sera fu la morte di Cristo, nella quale ci fu il pianto. Dice Luca: “Figlie di Gerusalemme, non piangete sopra di me ma sopra voi stesse” (Lc 23,28)
Il secondo mattino fu la sua risurrezione, nella quale ci fu la gioia. “Vedendo il Signore, gli apostoli furono pieni di gioia” (Gv 20,20).
La terza sera è la morte di ogni uomo, nella quale c’è il pianto. Dice la Genesi: “Sara morì nella città di Arbee (Ebron): arrivò Abramo per piangere e a fare il lamento su di lei” (Gn 23,2)
Il terzo mattino sarà per i santi nella risurre­zione finale, nella quale splenderà sul loro capo – come dice Isaia – la perenne letizia (cf. Is 35,10).
“Se brilla improvvisa una luce, si rinchiudono come spaventate”. La tentazione del diavolo è come un sinistro bagliore, di cui i giusti hanno una grande paura; e quando l’avvertono, subito si ritirano e chiudono le porte dei sensi. Dice Giovanni: “Essendo venuta la sera di quel giorno..., mentre tutte le porte erano chiuse”(Gv 20,19).

[Vedi anche il commento su questo vangelo nel sermone dell’Ottava di Pasqua.]
“Nelle conchiglie c’è una certa sensibilità: esse temono che i loro parti si macchino”, ecc. La sensibilità consiste in uno stimolo della mente che attraverso il corpo viene trasmesso all’anima. 

I giusti temono che i loro parti, cioè le loro opere, si macchino, e perciò, quando divampa il calore della prosperità terrena, ed essi stessi ne sono oggetto, subito scendono in profondità: meditano cioè sulla loro fragilità, sulla loro iniquità e miseria, si nascondo­no nei singhiozzi e nelle lacrime, perché, se facessero altrimenti, le loro perle si offuscherebbero e si macchierebbero per il calore del sole, vale a dire con la fiamma dell’onore e della grandezza terrena.
“Nell’acqua la perla si rammollisce”. 
Nell’acqua del piacere la mente del giusto si rammollisce; invece nel vino, cioè nell’austerità, si rassoda; infatti davanti a un volto austero e severo si corregge l’animo del malvagio. Leggiamo nell’Ecclesiastico: “Hai delle figlie?”. Ti sono cioè affidate delle anime? “Custodisci il loro corpo, e non mostrare loro un volto troppo indulgente” (Eccli 7,26).

In una conchiglia non si trovano mai due perle insieme, perché nella mente del giusto non c’è il sì e il no allo stesso tempo (cf. 2Cor 1,17­19), non ci sono due parti, non c’è discordanza, ma “unità”; il giusto cerca sempre di conservare l’unità dello spirito nel vincolo della pace (cf. Ef 4,3).
“Le conchiglie temono gli agguati dei pescatori”, e anche i giusti temono gli agguati delle suggestioni del diavolo, il quale in questo grande mare del mondo getta il suo amo, e quindi essi si nascondono tra gli scogli. 

Lo scoglio è una roccia che affiora sul mare; si chiama scoglio da scandagliare, e simboleggia l’umiltà della mente, nella quale chi si nasconde non ha più ragione di temere gli agguati degli spiriti maligni.

“Le conchiglie nuotano in gruppo”, e in questo è indicata egregiamente l’unione degli spiriti. 
“Le loro schiere hanno sempre una guida sicura”, e in ciò è simboleggiata l’obbedienza. Il prelato è la guida che si deve seguire, alla quale tutti siamo tenuti a obbedire di buon animo, per mantenere l’unione degli spiriti con il vincolo della pace.
Si degni di concederci tutto questo il Signore Gesù Cristo, al quale è onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.>>
AMDG et BVM