martedì 22 agosto 2017

Pippo Franco

L'incredibile storia di Pippo Franco
Pippo e lo Spirito e Natuzza e San Francesco

IL ROSARIO DEL PADRE: Padre, abisso d'Amore, - abbi pietà di noi

IL ROSARIO DEL PADRE


IL ROSARIO DEL PADRE
Questo rosario è un segno dei tempi, di questi tempi che stanno vedendo il ritorno di Gesù sulla terra, «con grande potenza» (Mt. 24,30). La «potenza» è per eccellenza l'attributo dei Padre («Credo in Dio Padre onnipotente»): è il Padre che viene in Gesù, e noi dobbiamo sollecitarlo affinché acceleri i tempi della nuova creazione tanto attesa (Rm 8, 19). 

Il rosario dei Padre, in cinque tappe, ci aiuta a riflettere sulla sua misericordia che «e più potente del male, più potente del peccato e della morte» (Dives in Misericordia, VIII, 15). 

Ci ricorda come l'uomo possa e debba divenire strumento del trionfo d'Amore del Padre, dicendo a Lui il suo «si» in pienezza e inserendosi così nel circolo d'Amore trinitario che lo rende «gloria vivente di Dio». 

Ci insegna a vivere il mistero della sofferenza che è dono grande, perché ci dà la possibilità di testimoniare il nostro Amore al Padre e di permetterGli di testimoniarsi, scendendo fino a noi. 

* * * 

Il Padre promette che per ogni Padre Nostro che verrà recitato, decine di anime si salveranno dalla dannazione eterna e decine di anime verranno liberate dalle pene del Purgatorio. 

Il Padre concederà grazie particolarissime alle famiglie nelle quali tale Rosario verrà recitato e le grazie le tramanderà di generazione in generazione. 

A tutti coloro che lo reciteranno con fede e amore farà grandi miracoli, tali e talmente grandi quali non se ne sono mai visti nella storia della Chiesa. 

PREGHIERA AL PADRE:

«Padre, la terra ha bisogno di Te;
 l'uomo, ogni uomo ha bisogno di Te; 
l'aria pesante e inquinata ha bisogno di Te; 
Ti preghiamo Padre, 
torna a camminare per le strade del mondo, 
torna a vivere in mezzo ai tuoi figli, 
torna a governare le nazioni, 
torna a portare la Pace e con essa la giustizia, 
torna a far brillare il fuoco dell'amore perché, 
redenti dal dolore, possiamo divenire nuove creature». 

«O Dio vieni a salvarmi» 
«Signore vieni presto in mio aiuto» 

«Gloria al Padre ... » 

«Padre mio, Padre buono, a Te mi offro a Te mi dono» 

«Angelo di Dio ... ». 


PRIMO MISTERO:

Si contempla il trionfo del Padre nel giardino dell’Eden quando, 
dopo il peccato di Adamo ed Eva, promette la venuta del Salvatore.
«Il Signore Dio disse al serpente: “poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche, sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”». (Gen. 3,14-15)
Un' «Ave Maria», 10 «Padre Nostro», «Gloria»

«Padre mio, Padre buono, a te mi offro, a te mi dono.»

«Angelo di Dio, che sei il mio custode, 
illumina, custodisci, reggi e governa me 
che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. »


SECONDO MISTERO:

Si contempla il trionfo del Padre 
al momento del “Fiat” di Maria durante l’Annunciazione.
«L’Angelo disse a Maria: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. 
 Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto"». (Lc 1, 30 ss,)
Un' «Ave Maria», 10 «Padre Nostro», «Gloria»

«Padre mio, Padre buono, a te mi offro, a te mi dono.»

«Angelo di Dio, che sei il mio custode, 
illumina, custodisci, reggi e governa me 
che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. »


TERZO MISTERO:

Si contempla il trionfo del Padre nell’orto del Gethsemani 
quando dona tutta la sua potenza al Figlio.
«Gesù pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. (Lc 22,42-44).
«Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina». (Mt. 26,45-46). «Gesù si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?" Gli risposero: "Gesù il Nazareno". Disse loro Gesù: "IO SONO!" Appena disse "IO SONO!" indietreggiarono e caddero a terra». (Gv 18, 4-6). 
Un' «Ave Maria», 10 «Padre Nostro», «Gloria»

«Padre mio, Padre buono, a te mi offro, a te mi dono.»

«Angelo di Dio, che sei il mio custode, 
illumina, custodisci, reggi e governa me 
che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. »


QUARTO MISTERO:

Si contempla il trionfo del Padre 
al momento di ogni giudizio particolare.
«Quando era allora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Disse poi ai servi: “presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi e facciamo festa questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». (Lc 15,20. 22-24) 
Un' «Ave Maria», 10 «Padre Nostro», «Gloria»

«Padre mio, Padre buono, a te mi offro, a te mi dono.»

«Angelo di Dio, che sei il mio custode, 
illumina, custodisci, reggi e governa me 
che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. »


QUINTO MISTERO:

Si contempla il trionfo del Padre 
al momento del giudizio universale.
«Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate"». (Ap. 21, 1-4).
Un' «Ave Maria», 10 «Padre Nostro», «Gloria»

«Padre mio, Padre buono, a te mi offro, a te mi dono.»

«Angelo di Dio, che sei il mio custode, 
illumina, custodisci, reggi e governa me 
che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. »

«Salve Regina» 


LITANIE DEL PADRE
              
  
Padre d'infinita maestà, - abbi pietà di noi
Padre d'infinita potenza, - abbi pietà di noi
Padre, d'infinita bontà, - abbi pietà di noi
Padre, d'infinita tenerezza, - abbi pietà di noi
Padre, abisso d'Amore, - abbi pietà di noi
Padre, potenza di grazia, - abbi pietà di noi
Padre, splendore di resurrezione, - abbi pietà di noi
Padre, Luce di pace, - abbi pietà di noi
Padre, gioia di salvezza, - abbi pietà di noi
Padre, sempre più Padre, - abbi pietà di noi
Padre, d'infinita misericordia, - abbi pietà di noi
Padre, d'infinito splendore, - abbi pietà di noi
Padre, salvezza dei disperati, - abbi pietà di noi
Padre, speranza di chi prega, - abbi pietà di noi
Padre, tenero dinanzi ad ogni dolore - abbi pietà di noi

Padre, per i figli più deboli - noi ti imploriamo
Padre, per i figli più disperati  - noi ti imploriamo
Padre, per i figli meno amati  - noi ti imploriamo
Padre, per i figli che non ti hanno conosciuto -noi ti imploriamo
Padre, per i figli più desolati - noi ti imploriamo
Padre, per i figli più abbandonati - noi ti imploriamo
Padre, per i figli che lottano perché venga il tuo regno noi ti imploriamo

Pater, Ave, Gloria per il Papa

PREGHIAMO 
Padre, per i figli, per ogni figlio, per tutti i figli, noi ti imploriamo: dona pace e salvezza in nome del Sangue del tuo Figlio Gesù ed in nome del Cuore sofferto della Mamma Maria. Amen

Padre mio, io mi abbandono a te
fa di me ciò che ti piace;
qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto, 

purchè la tua volontà si compia in me 
ed in tutte le tue creature;
non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani, 

te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore, perché ti amo.

Ed è per me una esigenza d’amore
il donarmi, il rimettermi nelle tue mani,
senza misura, con una confidenza infinita, 

perché tu sei il Padre mio.

Con approvazione ecclesiastica 23/11/88
+ Giuseppe Casale
Arcivescovo di Foggia

AMDG et BVM

Interessante squarcio storico , di M. Blondet



Cosa saltò in mente a San Gerolamo? 


San Girolamo
Perché il letterato dalmata Sofronius Eusebius Hieronymus, da noi conosciuto come “San Gerolamo” (347-420) dottore della Chiesa, ritenne necessario tradurre di nuovo l’Antico Testamento dall’ebraico? Perché non gli bastava la Bibbia greca dei Settanta?
Per provare a rispondere, sarà bene vedere Gerolamo come figura di “intellettuale”. Con tutti i segni caratteristici dell’intellettuale di ogni tempo: irrequietezza, tendenza a gettarsi in polemiche furenti, ideologicamente militante ed estremista; penna affilata usata come una sciabola; il piacere di farsi dei nemici. Inquieto e insoddisfatto, non però senza un occhio alla carriera: ci fu un momento in cui, chiamato a Roma a fare il segretario di Papa Damaso, stava quasi per esser fatto pontefice, rovinando poi tutto con il suo caratteraccio.
Ma per un intellettuale, “far carriera” significa anzitutto una cosa: il successo editoriale, la fama. In una parola, scrivere un best-seller.
Anche se il successo non gli mancò, fu sempre secondo a quello che aveva riscosso Sant’Atanasio di Alessandria (295-373) con la Vita di Antonio, il copto Antonio del Deserto, il padre di tutti gli eremiti: la sua vita da digiunatore e quasi-fakiro orientale, le sue lotte contro le tentazioni e ed allucinazioni carnali del demonio suscitarono in Roma, tra la classe altolocata, una passione travolgente per la conquista del regno dei cieli ad imitazione del semplice, eroico contadino copto.
Specie fra l’elemento femminile della classi alte. Il best seller di Atanasio non solo portò di moda l’ascetismo, ma contribuì all’esplodere di un fenomeno sociale rilevante – che siamo obbligati a chiamare il primo movimento femminista della storia. Il fenomeno fu agevolato dal diritto romano: per il quale la vedova tornava ad essere padrona del suo patrimonio (la dote) e di quello del caro defunto, dunque conseguiva la completa autonomia economica – purché non si risposasse. Cosa di meglio, in una Roma ormai cristiana, per le ricche vedove fare voto di castità? Lo fece santa Marcella, proprietaria di una magione sull’Aventino, rimasta vedova solo dopo 7 mesi di matrimonio; lo fece santa Melania, con seconda casa nel Monte degli Ulivi, rimasta vedova a 22 anni. Santa Paola, di cui Gerolamo fu segretario, aveva trentun anni quando perse il marito.
Son vedovanze precoci su cui non è lecito gettare sospetti, perché tutte erano sante: santa Rufina e santa Furia, santa Principia e santa Pretestata, tutte con grandi beni che usavano chi per mantenere giovani intellettuali cristiani, chi per leggere in gruppo Origene e Atanasio, chi per visitare gli stiliti e gli anacoreti in Egitto…
L’Egitto, bisogna dire, era da sempre la meta della ricca gioventù romana prima di assumere il cursus honorum: era il gran tour che si concedevano anche le ricche fanciulle diventate autonome. Un pellegrinaggio di istruzione con numerosa servitù al seguito, a vedere il Bue Api che ancora si venerava, le statue di dei che per certi meccanismi, se gettavi una moneta in una fessura, alzavano il braccio a benedire… un parco tematico (ci tratteniamo dal dire: una Disneyworld) a cui s’era aggiunta la più recente e severa meraviglia: la devozione cristiana estrema. Il santo appollaiato sulla colonna, quello che per voto non si tagliava capelli né unghie, lo smagrito eremita che intrecciava cestini ed emanava profonde risposte piene di sapienza, la vita anacoretica così ben narrata nel best seller di Atanasio.
Gerolamo, rodendosi per quel successo, aveva annunciato a tutti i romani-bene nel 373 che anche lui si ritirava nel deserto; e lo fece. Asceta per due anni. Fu, per sua ammissione, un’esperienza orribile. Mentre disciplinava la carne coi digiuni, la sferza e le spine, non riusciva a “dimenticare le danze delle giovani romane”. Ma c’era un motivo per superare quelle sofferenze.
Come nota un suo biografo, il domenicano tedesco Hans Conrad Zender, in realtà “gli intellettuali cercano la solitudine per poter finalmente scrivere indisturbati quel che avrebbero voluto scrivere già da tempo”. È il caso di Gerolamo. Dal deserto di Calcide emerse con un suo libro-inchiesta sul movimento degli eremiti egiziani. Titolo:Vita Sancti Pauli primi eremitae. Aveva fatto quel che oggi si dice uno scoop: aveva scoperto, lui solo, che il primo eremita era stato non Antonio, ma un più antico “Paolo di Tebe”. Era lui che Antonio, ancora inesperto e giovane, era andato ad incontrare per apprendere la via. Paolo era vecchissimo; Antonio gli rese omaggio. Stettero insieme per molti giorni, Paolo insegnando e Antonio ascoltando. Un corvo portava loro un pane ogni giorno.
Questo Paolo proto-eremita è ritenuto, ahimé, un’invenzione di Gerolamo. Che importa? Egli si rituffò a Roma e si gettò con delizia nella battaglia della fede del momento: la lotta per la verginità e la castità. È la forma che aveva preso il movimento proto-femminista cristiano già prima che lui sparisse nel deserto. Non che avessero torto, le pie vedove: gran parte del clero romano conviveva con una vergine che si dedicava a curarlo per obbligo di carità. Era il fenomeno delle agapete. Originariamente sarà anche stato autentico (1), e la castità sarà stata rispettata da entrambi. Ovviamente era diventato presto uno scandalo di lussuria. “Una nuova specie di puttaneggio”, come scrisse furioso san Girolamo ad Eustochio, che era una delle figlie della sua datrice di lavoro, santa Paola.
Santa Paola era una miliardaria d’alto rango senatorio (discendeva dagli Scipioni:gens Cornelia). Adottò come segretario personale, factotum, consigliere spirituale ed intellettuale san Girolamo. Soprattutto, i due si impegnarono nella famosa lotta per la castità, il celibato dei preti e la verginità delle fanciulle, contro i prelati mondani, gaudenti e profumati del loro tempo, che Gerolamo faceva bersaglio dei suoi sarcasmi più che urticanti, per iscritto in splendida prosa ciceroniana…
Sono rimaste anche le centinaia di lettere che Girolamo scrisse alle due figlie dell’imperiosa signora Paola, Blesilla ed Eustochio: tutte istruzioni su come mantenere la castità e la verginità.
Un’altra protagonista di questa santa battaglia, la bella vedova Marcella, aveva dato vita ad una comunità di vergini nella sua gran villa di campagna presso Roma: dove si rinunciava per sempre alla cucina di Apicio, grassa carnea e piena di salse, e ci si nutriva dei prodotti dell’orto, del pane fatto in casa e del latte delle pecore locali, onde non essere annebbiate quando si doveva meditare e leggere.
Una comunità vegana, con alimentazione biologica a chilometro zero per scopi spirituali.
Girolamo divenne un apostolo (militante, secondo il suo solito) del vegetarianesimo, utilissimo ausilio alla castità – insieme ai digiuni. Tanto che quando la discepola Blesilla, figlia di santa Paola, morì ventenne, i numerosissimi nemici che Girolamo s’era fatto nel clero ebbero buon gioco di accusarlo: è stato lui, il guruvegano, ad averla fatta morire a forza di digiuni e di dieta a lattughe.
La realtà era che il movimento capeggiato dalle ricche vedove auto-realizzate era ormai identificato dalla classe dirigente come un pericolo sociale, e san Gerolamo come un sovversivo di sinistra soggiogatore delle vedove. E precisamente per questo: le fanciulle di grandi famiglie non aspettavano nemmeno più di diventare vedove. Si dichiaravano in anticipo votate alla verginità, negandosi al matrimonio – e si tenevano il patrimonio del papà defunto, senza rimetterlo in circolazione nella classe alta, né fare figli a beneficio della medesima classe, da inserire nei ranghi politici. Così, appena morto papa Damaso che lo proteggeva, Gerolamo fu praticamente espulso da Roma. O se ne andò lui, inseguito dalla accusa di aver fatto morire Blesilla come il capo di una setta fanatica.
Era lo sconfitto movimento della verginità e del veganismo, quello che con Gerolamo, e i pochi preti e monaci rimasti al suo fianco, si imbarcò tristemente da Ostia nell’agosto 385 per la Terrasanta. Poco dopo lo raggiunse santa Paola con Eustochio ed alcune delle ascete d’alto rango; continuarono la battaglia da Betlemme, dove Gerolamo fondò (coi soldi di Paola) un monastero maschile dove andò a vivere, ed uno femminile dove visse Paola, ormai non più tanto ricca, anzi povera: aveva profuso tutto nella lotta.
Ormai, in questo esilio, Gerolamo si dedicò completamente alla Bibbia. Sappiamo che già prima anche santa Paola aveva studiato seriamente l’ebraico, e intuiamo il motivo: dalla scelta della nutrizione biologico-integrale alla preferenza per il “testo integrale” non contaminato dalla civiltà ellenica, c’è una relazione che non sfuggirà.
Pane genuino, Torah genuina. Verdure a chilometro zero, testo sacro a chilometro zero: niente più greco, ma aramaico. Lì a Betlemme c’erano ebrei (più o meno convertiti) a cui chiedere lumi quando nascevano dubbi linguistici; ebrei integrali, biologici a chilometro zero. Nelle cui mani si misero.
Il resto – la lotta di Gerolamo ciceroniano nato con il testo semitico – ve la racconto nella prossima puntata. Sempre che v’interessi.
Note
  1. I favorevoli alle “sorelle amate” (questo il significato di ‘agapete’) pretendevano che l’usanza avesse un fondamento dottrinale. Precisamente nella 1ma Corinzi (9, 4-5) dove San Paolo dice: “«Non abbiamo forse noi il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?”
AMDG et BVM

Proteggi la tua salute

Aglio

farmaco naturale dalle mille virtù   

Le varie ricerche effettuate, nel corso degli anni, sulle capacità dell’aglio di proteggere la salute, hanno indicato come questo economico alimento possa essere una valida alternativa a diversi tipi di farmaci.

Aglio
L’aglio è conosciuto per essere uno degli antibiotici naturali più potenti in natura. L’elenco delle malattie che può trattare è veramente lungo e comprende: candida, klebsiella, afte, infezioni virali, streptococco. E questa è solo una piccola parte delle problematiche in cui questo alimento può essere di grande utilità.
Il database biomedico conosciuto come “MEDLINE”, fornito dalla National Library of Medicine, contiene 4245 abstract di studi sull’aglio. Una lettura superficiale di questo insieme di ricerche ci suggerisce che l’aglio ha un ruolo significativo nel prevenire o curare oltre 150 condizioni di salute, che vanno dal cancro al diabete, dalle infezioni alla formazione di placche nelle arterie.
Secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le popolazioni dei paesi più poveri muoiono per cause direttamente collegate alle malattie infettive trasmissibili, che per inciso non sono causate da una mancanza di vaccini, piuttosto, principalmente da condizioni di malnutrizione e mancanza di servizi igienico-sanitari. Il maggior uso e disponibilità di aglio potrebbero fornire un’alternativa perfetta all’acquisto di farmaci carissimi, la cui distribuzione è fortemente collegata a decisioni politiche ed economiche. L’aglio potrebbe essere un’alternativa economica, sana, disponibile a tutti.
Per quanto riguarda la ricerca, la letteratura scientifica ha confermato come l’aglio possieda delle forti proprietà anti-infettive, in particolare contro:
  1. Staphylococcus aureus meticillino resistente
  2. Afte
  3. Pseudomonas Aeruginosa
  4. Ctomegalovirus
  5. Micotossine associate all’aflotossicosi
  6. Helicobacter pylori
  7. Candida
  8. Klebseilla
  9. HIV-1
  10. Infezione da vibrione
  11. Mycobacterium tuberculosis, resistente a più farmaci
  12. Infezioni da Clostridium
  13. Infezioni virali: Herpes Simplex 1 e 2, Parainfluenza tipo di virus, stomatite vescicolare e rinovirus umano di tipo 2.
  14. Streptococco di gruppo B
L’aglio potrebbe essere considerato come un rimedio polifunzionale. Una cosa che l’industria farmaceutica non può ricreare. È impossibile, infatti, racchiudere in un unico prodotto di sintesi tutte queste proprietà, senza incorrere in un eccesso di effetti collaterali.
Tra gli effetti cardio-protettivi dell’aglio troviamo:
  • la sua capacità a ritardare la progressione di placche arteriose
  • la funzione protettiva contro la coagulazione
  • modula positivamente lipidi nel sangue
  • è un vasodilatatore
  • riduce la pressione arteriosa
  • è un antiossidante
  • riduce l’infiammazione vascolare
L’aglio, come abbiamo accennato all’inizio, ha dimostrato anche di avere la capacità di uccidere alcuni tipi di tumore, tra cui:
  • Leucemia linfoblastica acuta
  • Leucemia mieloide acuta
  • Carcinoma basocellulare
  • Cancro al seno
  • Cancro del collo dell’utero
  • Cancro del colon
  • Cancro Endometriale
  • Cancro gastrico
  • Leucemia: leucemia linfocitica cronica (CLL)
  • Cancro al fegato
  • Linfoma
  • Melanoma
  • Oteosarcoma
  • Cancro del pancreas
  • Tumore ai polmoni
L’aglio, come tanti altri alimenti complessi, contiene una vasta gamma di fitocomponenti che articolano almeno 150 risposte fisiologiche distinte nel corpo dei mammiferi. Non sottovalutiamo quindi il potere dell’aglio nella cura e prevenzione delle malattie. Usatene a volontà!