lunedì 12 dicembre 2016

Nuestra Señora de Guadalupe

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Nuestra Señora de Guadalupe
Nuestra Señora de Guadalupe

RoseMesoamérica, el Nuevo Mundo, 1521: la capital del Imperio Azteca cae ante las fuerzas del español Cortéz. Menos de 20 años mas tarde 9 millones de los habitantes, que profesaron por siglos una religión politeísta que incluía sacrificios humanos, habían adoptado en masa el Cristianismo. Qué ocurrió en esos tiempos que produjo conversión tan increíble e historicamente sin precedentes?En 1531 una Señora del Cielo se apareció a un pobre indio en un cerro al noroeste de la actual ciudad de México; se identificó como la siempre-virgen María, Madre del verdadero Dios por quien se vive: del Creador de todas las cosas: Señor del cielo y de la tierra.
Le manifestó que era su deseo que una iglesia le fuera construída en ese lugar, y le encargó que vaya a transmitirle su deseo al Obispo local. Cuando el Obispo dudó sobre la autenticidad del mensaje y le pidió una prueba, Ella, la Madre de Dios, obedeció prontamente al pedido del obispo y envió a su humilde mensajero a la cima del cerro a recoger, en medio del invierno, un ramo de rosas de Castilla para el Obispo.
Luego de que las flores le fueran entregadas al Obispo, dejó una imagen de sí misma impresa milagrosamente en su tilma, un tejido de cactus de poca calidad que se debió haber deteriorado en 20 años pero que no muestra señales de corrupción 483 años después y aún desafía toda explicación científica sobre su origen.
Inclusive parece aún reflejar en sus ojos lo que tenía frente a ella en 1531!
Su mensaje universal de compasión y amor, y su promesa de ayuda y protección para toda la humanidad, se encuentra relatado en el "Nican Mopohua", documento escrito en el siglo 16 en el lenguaje nativo, Nahuatl.
Hay razones para creer que en el cerro Tepeyac María vino en su cuerpo glorificado, siendo sus manos físicas las que acomodaron las rosas en la tilma de Juan Diego, lo que hace a esta aparición muy especial.
Una increíble lista de milagros, curas e intervenciones se le atribuyen. Es estimado que cada año entre 18 y 20 millones visitan su Basílica, haciendo de su casa en la ciudad de Mexico el Santuario Mariano mas popular, al igual que el santuario cristiano mas visitado del mundo.
En total 25 Papas han honrado en alguna forma oficial a Nuestra Señora de Guadalupe. Su Santidad Juan Pablo II visitó su Basílica en cuatro oportunidades: en su primer viaje al extranjero como Papa en 1979 y nuevamente en 1990, 1999 y 2002.
La Fiesta de Nuestra Señora de Guadalupe es celebrada el 12 de Diciembre. En 1999, su santidad Juan Pablo II, en su homilía durante la Misa Solemne en la Basílica de Guadalupe durante su tercer visita al santuario, declaró la fecha del 12 de Diciembre con el rango litúrgico de Fiesta para todo el continente de las Américas.
Durante la misma visita el Papa Juan Pablo II confió la causa de la vida a su protección, y encomendó a su cuidado maternal las vidas inocentes de los niños, especialmente aquellos que se encuentran en peligro de no nacer.


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"No se turbe tu corazón; no temas esa enfermedad, ni otra alguna enfermedad o angustia. ¿No estoy yo aquí? ¿No soy tu Madre? ¿No estás bajo mi sombra? ¿No soy yo tu salud? ¿No estás por ventura en mi regazo? ¿Qué mas has menester? No te apene ni te inquiete otra cosa." 
(Palabras de Nuestra Señora a Juan Diego)


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Los misteriosos ojos de la Virgen
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LA VITA DELLA MARTIRE DI SIRACUSA


LA VITA DELLA MARTIRE DI SIRACUSA

La storia di Santa Lucia, ecco perché non si mangiano pane e pasta


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Santa Lucia nasce a Siracusa alla fine del III secolo in una famiglia nobile e molto ricca. Da piccola rimane orfana di padre e con la madre sono costrette a professare di nascosto la religione cristiana per sfuggire alle persecuzioni. Ancora ragazzina, Lucia era promessa sposa a un giovane pagano ma lei non aveva alcun interesse per il matrimonio: in lei era forte l’amore per Dio.

Sua mamma inizia a stare male e soffre di gravi emorragie. Lucia la convince a recarsi in pellegrinaggio a Catania presso la tomba di Sant’Agata, in occasione dell’anniversario del suo martirio per chiedere la grazia della guarigione. Dopo la messa, Lucia, mentre prega sul sepolcro, si addormenta e in sogno le appare Sant’Agata che le promette la guarigione della madre e le anticipa che diventerà santa.

Subito la madre ritornò a stare bene. Supportata da questo miracolo e dalle parole della Santa, Lucia tornata a Siracusa comunica alla madre che non vuole sposarsi e che la sua intenzione era quella di aiutare i poveri della città, donando loro tutto quello che possedeva. La notizia arriva alle orecchie del pretendente di Lucia che preso dall’ira, avendo scoperto la sua fede cristiana, la denuncia all’arconte di Siracusa (Pascasio) che subito la fa arrestare. In quel tempo, infatti, erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall’Imperatore Diocleziano.Lucia nasce a Siracusa alla fine del III secolo in una famiglia nobile e molto ricca. Da piccola rimane orfana di padre e con la madre sono costrette a professare di nascosto la religione cristiana per sfuggire alle persecuzioni. Ancora ragazzina, Lucia era promessa sposa a un giovane pagano ma lei non aveva alcun interesse per il matrimonio: in lei era forte l’amore per Dio.

Sua mamma inizia a stare male e soffre di gravi emorragie. Lucia la convince a recarsi in pellegrinaggio a Catania presso la tomba di Sant’Agata, in occasione dell’anniversario del suo martirio per chiedere la grazia della guarigione. Dopo la messa, Lucia, mentre prega sul sepolcro, si addormenta e in sogno le appare Sant’Agata che le promette la guarigione della madre e le anticipa che diventerà santa.

Durante il processo, Pascasio cerca di convincere Lucia a rinnegare la sua fede e a compiere sacrifici in onore degli dei romani, lei però non cede. Alterato dalle sue risposte, ordina che sia portata in un “luogo infame, dove sarai costretta al disonore” (postribolo), ma quando i soldati tentano di spostarla, Lucia miracolosamente diventa irremovibile.

Pascasio pensa che Lucia sia una strega per questo ordina che sia cosparsa di urina e di riprovare a muoverla usando dei buoi. Ma gli animali non riescono a spostarla. L’arconte, infuriato, ordina che venga bruciata. Cosparsa di pece e olio, il corpo di Lucia viene avvolto dalle fiamme, ma non brucia.

Alla fine Lucia fu decapitata con un colpo di spada. Si narra anche che le furono strappati gli occhi, per questo lei divenne protettrice della vista, anche se non ci sono fonti ufficiali su questo gesto terribile. L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia, da Lux, che vuol dire “luce”.

Il 13 dicembre del 304, Lucia muore da martire e il suo nome e quello di Siracusa diventano famosi in tutto il mondo.

Attestato dalla testimonianza scritta di un testimone oculare, come il miracolo della fine della carestia dell’anno 1646, domenica 13 maggio, una colomba fu vista volteggiare dentro la Cattedrale durante la Messa. Quando la colomba si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l’arrivo al porto di un bastimento carico di cereali. La popolazione tutta vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere che a lei erano state rivolte.

Dopo il miracolo, i palermitani decisero di bollire il grano e di condirlo con dell’olio di oliva. Fu così che nacque la cuccìa, il cui nome deriva da “coccio” cioè chicco. Anche se oggi la ricetta è del tutto rivisitata e resa molto più golosa.

La festività dovrebbe avere una finalità spirituale: in ricordo del miracolo la Chiesa propone il digiuno e l’astensione dal consumare, per questa giornata, pane e pasta. Un celebre motto palermitano recita: “Santa Lucia, vulissi pani, pani unn’ aiu e accussi mi staiu”. Ma il 13 dicembre, in un tripudio di arancinepanellegateaux e cuccìa, si preferisce consolare lo stomaco piuttosto che l’anima.


AMDG et BVM

GUADALUPE: UNA IMAGEN VIVA




GUADALUPE: UNA IMAGEN VIVA

Perché rimandare la riconciliazione a quando comincia a morire?

DISCORSO 393 di sant'Agostino



I PENITENTI.

La penitenza comporta cambiamento di vita. Il rimandarla lascia dubbia la sorte eterna.
1. Mi rivolgo a voi penitenti, e vi vorrei penitenti veramente penitenti, penitenti che prendono sul serio la penitenza, non se ne fanno gioco. Vi raccomando: mutate vita e riconciliatevi con Dio. Anche voi vi nutrite al pascolo, mentre siete ancora legati alla catena. E` la catena di cui parla il Vangelo: Tutto quello che legherete sulla terra sarà legato anche in cielo 1. Credete forse di poter scherzare con Dio quando sentite queste parole? Voi fate la penitenza, piegate le ginocchia, e ridete prendendovi gioco della pazienza di Dio. Se siete penitenti, dovete essere pentiti; non si può dire penitente uno che non si sia pentito. E se è pentito, non può più fare quello che riconosce male aver fatto. Quello che vi siete pentiti di aver fatto, non fatelo più; non siete penitenti se lo fate ancora. In verità, carissimi, avviene che gli uomini mandino a chiamare dalla chiesa o vi si facciano portare, quando si ammalano: e allora vengono battezzati e fatti rinascere, vivendo poi felici: in tal caso non v'è motivo di penitenza. 

Chi non ha ancora ricevuto il battesimo, non ha violato il sacramento. Quando invece uno ha violato e tradito il battesimo ricevuto, vivendo tra colpe e scelleratezze, e viene perciò respinto dalla mensa dell'altare perché non mangi e beva il proprio giudizio, costui deve mutar vita e correggersi, deve riconciliarsi mentre è ancora in vita e sano. Perché rimandare la riconciliazione a quando comincia a morire? Conosciamo il caso di molti che spirarono mentre ancora attendevano la riconciliazione. Inoltre esprimo davanti a Dio il mio timore, rivolgendomi al timore che avete in voi: solo chi non ha in sé il timor di Dio potrà non tener conto del mio timore, ma con suo danno. 

Prestate dunque ascolto. 

Consideriamo un uomo battezzato che conduca la sua vita se non senza peccato - perché non so chi possa essere senza peccato -, almeno senza colpe, e commetta solo quei peccati che vengono rimessi ogni giorno con la preghiera che facciamo: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori 2: io mi dichiaro certo che quando terminerà questa vita terrena, costui non finirà di vivere, ma passerà da questa vita all'altra vita, da una vita travagliata a una vita di pace, da questa infelice a quella beata. 
Costui sia che fosse accorso di sua volontà al battesimo, sia che fosse stato battezzato in pericolo di vita, quando esce da questa vita va dal suo Signore, va nella pace. 
Il battezzato invece che avrà trascurato o violato gli impegni di così grande sacramento, se avrà fatto penitenza con tutto il cuore, là, nel suo cuore, dove Dio vede, [sarà perdonato, come lo fu Davide].Dio vide dentro il cuore di Davide quando egli, rimproverato fortemente dal profeta, esclamò: Peccai, e subito dopo sentì dire: Il Signore ha cancellato il tuo peccato 3. Tanto potere ha quella sola breve parola di confessione; sono tre sillabe: Peccai; ma in queste tre sillabe salì in cielo la fiamma del sacrificio del cuore. 
Se uno fa la penitenza con sincerità, viene liberato dal vincolo che lo teneva legato separandolo dal corpo di Cristo, e se dopo la penitenza vive bene, come avrebbe dovuto vivere anche prima, costui, in qualsiasi momento morirà dopo la riconciliazione, andrà dal suo Signore, entrerà nel riposo: non sarà assegnato alle schiere del diavolo, ma sarà messo a parte del regno di Dio. 

C'è poi chi chiede la penitenza solo quando sia in pericolo di vita e se ne parte da qui dopo aver ricevuto la penitenza e la riconciliazione. A costui non rifiutiamo da parte nostra quello che domanda, ma non crediamo sia finito bene: non lo crediamo, non possiamo crederlo e non vogliamo ingannarvi. Nessuna preoccupazione danno la fine del fedele che ha vissuto bene né quella di chi ha ricevuto il battesimo all'ultimo e neppure quella di chi dopo la penitenza e la riconciliazione, fatte tempestivamente, sia vissuto bene; ma io non sono da parte mia tranquillo circa la fine di chi solo all'ultimo abbia fatto la penitenza e si sia riconciliato. Sono sicuro di quello di cui ho sicurezza, e su questo do sicurezza; ma di quello di cui non ho sicurezza, non sono sicuro e non sono in grado di dar sicurezza: mi devo limitare ad assegnare la penitenza -. 

Qualcuno potrebbe rivolgersi a me dicendomi: O buon sacerdote, tu dichiari di non sapere e di non poter dire con sicurezza se la persona a cui assegni la penitenza in punto di morte potrà presentarsi al Cristo, perché nella sua vita finché godette di salute non si pentì. E noi dunque ti chiediamo di grazia di insegnarci come dobbiamo vivere bene dopo la penitenza. Ecco come io vi rispondo: astenetevi dall'ubriachezza, dalla concupiscenza, dal rubare, dal parlar male, dal troppo riso, dalle parole oziose. Di tutte queste cose gli uomini sono tenuti a rendere conto nel giorno del giudizio. Ho elencato peccati leggeri, ma tutti sono gravi e rovinosi. 
Aggiungo che da questi vizi uno si deve guardare non solo dopo la penitenza ma anche prima, mentre è in buona salute, perché non sa se, quando sarà in fin di vita, sarà in grado di fare la penitenza e di confessare i suoi peccati a Dio e al sacerdote. Per questo vi ho ammoniti a viver bene prima della penitenza e ancor meglio dopo la penitenza -. 

Fate attenzione a quello che vi dico: devo spiegarmi meglio per timore di essere frainteso. Non intendo dire che costui che si pente in fin di vita sarà dannato. Ma non vi dico neanche che sarà salvo. Dico che non so. Non giudico, non prometto: soltanto non so. E se uno vuole essere liberato da questa incertezza, se vuole uscire dal dubbio, deve fare penitenza finché sta bene. Se uno avrà fatto così e correrà a riconciliarsi al sopraggiungere della fine, può essere sicuro, in quanto ha già fatto la penitenza quando poteva ancora peccare. 

Se invece uno è disposto a fare la penitenza quando ormai non può più peccare, sono i peccati in tal caso ad abbandonare lui, non lui ad abbandonare i peccati. Qualcuno mi può dire che forse Dio lo perdona e che io non posso sapere. E` proprio vero: io non so. In un caso so, nell'altro non so. Assegno appunto la penitenza perché non so; se sapessi che non serve, non la darei. Ma eviterei anche di ammonirvi e spaventarvi se sapessi che essa serve. L'alternativa è che uno riceva il perdono o non lo riceva; non so quale delle due possibilità stia per realizzarsi in quel caso. Quindi lasciate l'incerto e attenetevi al certo.

AMDG et BVM

domenica 11 dicembre 2016

Tre sono i grandi "cardini" del tempo, che scandiscono la storia della salvezza: all’inizio la creazione, al centro l’incarnazione-redenzione e al termine la "parusia", la venuta finale che comprende anche il giudizio universale.

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BENEDETTO XVI
ANGELUS
Piazza San Pietro
I Domenica di Avvento, 30 novembre 2008

Cari fratelli e sorelle !
Iniziamo oggi, con la prima Domenica di Avvento, un nuovo Anno liturgico. 
Questo fatto ci invita a riflettere sulla dimensione del tempo, che esercita sempre su di noi un grande fascino. 

Sull’esempio di quanto amava fare Gesù, desidererei tuttavia partire da una constatazione molto concreta: tutti diciamo che "ci manca il tempo", perché il ritmo della vita quotidiana è diventato per tutti frenetico. 

Anche a tale riguardo la Chiesa ha una "buona notizia" da portare: Dio ci dona il suo tempo. Noi abbiamo sempre poco tempo; specialmente per il Signore non sappiamo o, talvolta, non vogliamo trovarlo. 

Ebbene, Dio ha tempo per noi

Questa è la prima cosa che l’inizio di un anno liturgico ci fa riscoprire con meraviglia sempre nuova. 
Sì: Dio ci dona il suo tempo, perché è entrato nella storia con la sua parola e le sue opere di salvezza, per aprirla all’eterno, per farla diventare storia di alleanza. 

In questa prospettiva, il tempo è già in se stesso un segno fondamentale dell’amore di Dio: un dono che l’uomo, come ogni altra cosa, è in grado di valorizzare o, al contrario, di sciupare; di cogliere nel suo significato, o di trascurare con ottusa superficialità.

Tre poi sono i grandi "cardini" del tempo, che scandiscono la storia della salvezza: all’inizio la creazione, al centro l’incarnazione-redenzione e al termine la "parusia", la venuta finale che comprende anche il giudizio universale. 

Questi tre momenti però non sono da intendersi semplicemente in successione cronologica. 

Infatti, la creazione è sì all’origine di tutto, ma è anche continua e si attua lungo l’intero arco del divenire cosmico, fino alla fine dei tempi. 

Così pure l’incarnazione-redenzione, se è avvenuta in un determinato momento storico, il periodo del passaggio di Gesù sulla terra, tuttavia estende il suo raggio d’azione a tutto il tempo precedente e a tutto quello seguente. 

E a loro volta l’ultima venuta e il giudizio finale, che proprio nella Croce di Cristo hanno avuto un decisivo anticipo, esercitano il loro influsso sulla condotta degli uomini di ogni epoca.

Il tempo liturgico dell’Avvento celebra la venuta di Dio, nei suoi due momenti: dapprima ci invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; quindi, avvicinandosi il Natale, ci chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza. 
Ma il Signore viene continuamente nella nostra vita. 

Quanto mai opportuno è quindi l’appello di Gesù, che in questa prima Domenica ci viene riproposto con forza: "Vegliate!" (Mc 13,33.35.37). E’ rivolto ai discepoli, ma anche "a tutti", perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza. 
Questo comporta un giusto distacco dai beni terreni, un sincero pentimento dei propri errori, una carità operosa verso il prossimo e soprattutto un umile e fiducioso affidamento alle mani di Dio, nostro Padre tenero e misericordioso. 

Icona dell’Avvento è la Vergine Maria, la Madre di Gesù. InvochiamoLa perché aiuti anche noi a diventare un prolungamento di umanità per il Signore che viene.

Dopo l'Angelus
Il 30 novembre ricorre la festa dell’Apostolo sant’Andrea, fratello di Simon Pietro. Entrambi furono dapprima seguaci di Giovanni il Battista e, dopo il battesimo di Gesù nel Giordano, divennero suoi discepoli, riconoscendo in Lui il Messia. Sant’Andrea è patrono del Patriarcato di Costantinopoli, così che la Chiesa di Roma si sente legata a quella costantinopolitana da un vincolo di speciale fraternità. Perciò, secondo la tradizione, in questa felice circostanza una delegazione della Santa Sede, guidata dal Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, si è recata in visita al Patriarca Ecumenico Bartolomeo I. Di tutto cuore rivolgo il mio saluto e il mio augurio a lui e ai fedeli del Patriarcato, invocando su tutti l’abbondanza delle celesti benedizioni.
Vorrei invitarvi a unirvi nella preghiera per le numerose vittime sia dei brutali attacchi terroristici di Mumbai, in India, sia degli scontri scoppiati a Jos, in Nigeria, come pure per i feriti e quanti, in qualsiasi modo, sono stati colpiti. Diverse sono le cause e le circostanze di quei tragici avvenimenti, ma comuni devono essere l’orrore e la deplorazione per l’esplosione di tanta crudele e insensata violenza. Chiediamo al Signore di toccare il cuore di coloro che si illudono che questa sia la via per risolvere i problemi locali o internazionali e sentiamoci tutti spronati a dare esempio di mitezza e di amore per costruire una società degna di Dio e dell’uomo.

En ce premier dimanche de l’Avent, je suis heureux de vous saluer, chers pèlerins de langue française, particulièrement les membres, présents sur cette place, des Communautés Catholiques Africaines Francophones d’Italie. Voici revenu le temps du désir et de l’espérance où Dieu nous appelle à veiller et à prier ! Puissiez-vous savoir prendre du temps pour méditer la Parole de Dieu afin d’en vivre même dans les moments d’épreuves ! Notre prière rejoint, en ces jours, les victimes et les familles éprouvées par les attentats et les guerres. Avec ma Bénédiction Apostolique.

I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus prayer. I offer a special welcome to the participants in the Youth Meeting at the European University of Rome. Today, the First Sunday of Advent, the Church begins a new liturgical year. The Gospel invites to be prepared as faithful servants for the coming of Christ. May Advent be a time of preparation that leads us to a life centred on our Christian hope. May God bless you all!

Mit Freude grüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Jesus Christus kam in die Welt, um uns Menschen die Liebe Gottes sichtbar zu machen. Er wird wiederkommen, um sein Liebeswerk an uns und in Gemeinschaft mit uns zu vollenden. Die Adventszeit lädt uns ein, mit wachem Herzen das Kommen des Herrn zu erwarten. Wie es im heutigen Tagesgebet heißt, wollen wir auf dem Weg der Gerechtigkeit Christus entgegengehen und uns durch Taten der Liebe auf seine Ankunft vorbereiten. Der Heilige Geist helfe uns dabei und führe uns durch die heilige Zeit des Advents.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, en particular al grupo de profesores y alumnos del Colegio Claret, de Madrid. Deseo recordar el reciente Encuentro Latinoamericano de Pastoral Penitenciaria promovido por el Consejo Episcopal Latinoamericano, y aliento a quienes trabajan en favor de los hombres y mujeres que han perdido la libertad, pero no la dignidad. También en estos casos se han de respetar los derechos humanos fundamentales y buscar una recuperación y reeducación que permita una reinserción de los encarcelados en la sociedad. Expreso mi cercanía a ellos, los encomiendo en la oración y los bendigo, invitándolos a no sentirse solos y a mantener la esperanza en el Señor, que es perennemente fiel a sus promesas de salvación y viene a visitar su viña, que Él mismo ha plantado entre los hombres. Feliz domingo a todos.

Witam Polaków. Pozdrawiam szczególnie uczestników Rzymskiego Spotkania Młodych, którzy przybyli z różnych krajów świata, aby wspólnie szukać w nauczaniu Jana Pawła II inspiracji i perspektyw na dalsze owocne życie. Niech w tej pracy nad budowaniem godnej przyszłości wspiera was opieka Maryi. Wszystkim tu obecnym niech Bóg błogosławi.
[Do il benvenuto ai polacchi. Saluto in particolare i partecipanti all’Incontro Romano dei Giovani, che sono giunti qui da diversi Paesi per cercare insieme nell’insegnamento di Giovanni Paolo II le ispirazioni e le prospettive per una vita fruttuosa. In questo impegno per la costruzione di un futuro di felicità vi sostenga la protezione di Maria. Dio benedica tutti i presenti.]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Trieste, Medicina, Praia a Mare, Diamante, Pozzallo e Modica. A tutti auguro una buona domenica e un Avvento ricco di frutti spirituali.
           
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