giovedì 22 settembre 2016

MARIA - AGRAPHA

Nel mare tempestoso della vita
navigate senza meta e senza guida...
se mirate solo alle cose vane.


VANGELO DI MARIA - AGRAPHA DI GESU'

(Pap. 8502 di Berlino e Pap. Rylands III, n. 463)


Pap. di Berlino *

(I parte)

   Ciò detto, il Beato li salutò tutti e disse: "La pace sia con voi! Abbiate la mia pace! State all'erta che nessuno vi inganni con le parole: "Vedete qui" o "vedete là". Il figlio dell'uomo è, infatti, dentro di voi. [5] Seguitelo! Chi lo cerca lo trova.
   Andate, dunque, e predicate il vangelo del regno. Non ho emanato alcun precetto all'infuori di quello che vi ho stabilito; né vi ho dato alcuna legge, come un legislatore, affinché non vi capiti di non essere capiti". Ciò detto se ne andò.
   Ma essi rimasero tristi e piangevano forte.     Dissero: "Come possiamo andare dai gentili e predicare loro il vangelo del regno del figlio dell'uomo? Là non è mai stato dispensato, dobbiamo dispensarlo (proprio) noi?".

   S'alzò allora Maria, li salutò tutti, e disse loro: "Non piangete, fratelli, non siate malinconici, e neppure indecisi. La sua grazia sarà con voi tutti e vi proteggerà. Lodiamo piuttosto la sua grandezza, avendoci egli preparati e mandati agli uomini".
   Così dicendo, Maria volse al bene la loro mente ed essi incominciarono ad esercitarsi sulle parole del Salvatore.


(II parte)

   La bramosia dice: "Non ti ho visto quando sei andata là, ora invece ti vedo mentre sali in alto. Come mai dunque tu mi mentisci dal momento che tu mi appartieni?". L'anima rispose: "Io ti ho visto, mentre tu non mi hai né visto né conosciuto. Tu mi hai servito come un abito, ma non mi hai riconosciuto". Ciò detto, lei se ne andò allegra e giubilante.
   Andò poi alla terza potenza che si chiama ignoranza. Questa domandò all'anima: "Dove vai? Sei stata presa nella malignità, ma sei stata presa (?)". "Perché mi giudichi, mentre io non ho giudicato? Io sono stata presa, sebbene io non abbia preso. Non sono stata riconosciuta, ma ho riconosciuto che il tutto è stato sciolto, sia (le cose e nature) terrestri sia le celesti".
   Dopo che l'anima ebbe lasciato dietro di sè la terza potenza, salì in alto e vide la quarta potenza. Essa aveva sette forme. La prima è l'oscurità, la seconda è la bramosia, la terza è l'ignoranza, la quarta è l'emozione della morte, la quinta è il regno della carne, la sesta è la prudenza stolta, la settima è la sapienza stizzosa. Queste sono le sette potenze dell'ira.
   Esse domandarono all'anima: "Da dove vieni, assassina degli uomini? Dove sei incamminata, superatrice dei luoghi?". L'anima rispose e disse: "Ciò che mi lega è stato ucciso, ciò che mi circonda è stato messo da parte, la mia bramosia è annientata e la mia ignoranza è morta. In un mondo sono stata sciolta (liberata) da un mondo, in un typos da un typos superiore, dalla catena dell'incapacità di conoscere ciò la cui esistenza è temporalmente (limitata) dal tempo nel quale io raggiungerò in silenzio la quiete fino al tempo del giusto momento dell'eone".
   Detto ciò, Maria tacque. Fin qui le aveva parlato il Salvatore.
   Ma Andrea replicò e disse ai fratelli: "Che cosa pensate di quanto lei ha detto? Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia detto questo. Queste dottrine, infatti, sono sicuramente delle opinioni diverse".
   Riguardo a queste stesse cose, anche Pietro replicò interrogandoli a proposito del Salvatore: "Ha forse egli parlato in segreto a una donna prima che a noi e non invece apertamente? Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l'ha anteposta a noi?".
   Maria allora pianse e disse a Pietro: "Pietro, fratello mio, che credi dunque? Credi tu ch'io l'abbia inventato in cuor mio o che io mentisca a proposito del Salvatore?".
   Levi replicò a Pietro dicendo: "Tu sei sempre irruente, Pietro! Ora io vedo che ti scagli contro la donna come fanno gli avversari. Se il Salvatore l'ha resa degna, chi sei tu che la respingi? Non v'è dubbio che il Salvatore la conosca bene, perciò amò lei più di noi. Dobbiamo piuttosto vergognarci, rivestirci dell'uomo perfetto, formarci come egli ci ha ordinato, e annunziare il vangelo senza emanare n‚ un ulteriore comandamento, n‚ un'ulteriore legge, all'infuori di quanto ci disse il Salvatore".
  Quando Levi ebbe detto ciò, essi cominciarono a partire per annunziare e predicare. Il vangelo secondo Maria.


Pap. Rylands

...il resto del cammino, del tempo, del giusto momento, dell'eone, del riposo in silenzio. Ciò detto, Maria tacque come se il Salvatore le avesse parlato fino qui.
   Andrea dice: "Fratelli, che ve ne pare delle cose dette? Io non credo che il Salvatore abbia detto queste cose. Pare, infatti, che non corrispondano al suo pensiero". Pietro dice: "Interrogato su queste cose, il Salvatore ne va a parlare di nascosto a una donna, e non in pubblico, affinché tutti ascoltiamo lei? Voleva forse indicarla come più degna di noi?... del Salvatore".
   Levi dice a Pietro: "Al tuo fianco c'è sempre la collera, Pietro! Ora ti vuoi mettere a discutere contrapponendoti a questa donna. Se il Salvatore l'ha reputata degna, tu chi sei per disprezzarla? Sicuramente, infatti, egli appena la vide l'amò, senza alcun dubbio. Dobbiamo piuttosto vergognarci, rivestirci dell'uomo perfetto e compiere ciò che egli ci ha ordinato. Annunziamo il vangelo senza limitare n‚ legiferare, come disse il Salvatore".
   Ciò detto, Levi se ne andò e incominciò ad annunziare il vangelo. Il vangelo secondo Maria.


A'GRAPHA DI GESU'

1. Atti degli apostoli, 1, 4-8

Allora durante un pasto in comune ingiunse loro di non abbandonare Gerusalemme, ma aspettarvi la promessa del Padre "della quale avete udito da me. Giovanni, infatti, battezzò con l'acqua ma, entro pochi giorni, voi sarete battezzati con lo Spirito santo".
 I convenuti dunque gli domandavano: "Signore, è in questo tempo che tu ripristini la regalità in Israele?". Egli rispose loro: "Non vi appartiene conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha stabilito di sua propria autorità. Voi riceverete una forza, quella dello Spirito santo che discenderà su di voi. Allora sarete miei testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, fino ai confini della terra".


2. Atti degli apostoli, 20, 35

Vi ho mostrato in ogni modo che è faticando in ogni maniera che bisogna venire in aiuto ai deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù; è lui, infatti, che ha detto: "C'è più felicità nel dare che nel ricevere".



3. 1 Corinzi, 11, 24-25

Questo è il mio corpo che è per voi. Fate questo in memoria di me. Similmente, dopo aver cenato, prese anche il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue. Tutte le volte che lo bevete, fate questo in memoria di me".



4. 1 Tessalonicesi, 4, 15

Questo vi dico sulla parola del Signore: noi, i vivi, che siamo rimasti per la venuta del Signore, non saremo avvantaggiati su quelli che si sono addormentati.


5. Apocalisse, 16, 15

Ecco, vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non dover andare nudo e mostrare le sue vergogne.



6. Dal codice di Beza Cantabrigense (D) in Matteo, 20, 28

Ma voi da piccoli cercate di farvi grandi, mentre da grandi vi rendete piccoli. Quando andate ad un banchetto al quale siete stati invitati, non occupate i primi posti affinché, qualora giunga uno più degno di voi, il capo del banchetto non ti abbia a dire: "Ritirati indietro, tu!". E tu resterai coperto di confusione. Ma se tu occuperai un posto inferiore, qualora giunga uno meno degno di te, il capo del banchetto ti dirà: "Va' innanzi!". E questo ti sarà utile.



7. Dal codice di Beza Cantabrigense (D) in Luca, 6, 4

Nel medesimo giorno, vedendo un tale che lavorava di sabato, gli disse: "O uomo, se tu sai ciò che fai, sei beato; ma se non lo sai, sei un maledetto e un trasgressore della legge".




8. Dal codice di Beza Cantabrigense (D) in Luca, 22, 27

Io, infatti, in mezzo a voi venni non come colui che siede a tavola, ma come colui che serve: e voi siete ingranditi nel mio servizio come colui che serve.



9. Dal codice di Freer (W) in Marco, 16, 14

Ed essi si giustificavano dicendo: "Questo secolo di iniquità e di incredulità è sotto (il dominio) di Satana che non permette che chi è sotto il giogo degli spiriti impuri afferri la verità e la potenza di Dio. Rivela dunque fin d'ora la tua giustizia". Questo è quanto essi dicevano a Cristo. E Cristo rispose loro: "Il termine degli anni del potere di Satana è giunto al compimento, e tuttavia altre terribili cose sono vicine. E per coloro che hanno peccato ch'io sono stato dato alla morte, affinché si convertano alla verità e non pecchino più, affinché ereditino la gloria spirituale e incorruttibile della giustizia che è nel cielo. Ma andate per il mondo...".




10. Didaché, 1, 6 (anteriore all'anno 1000 d.C.)

Anche a proposito di questo, è detto: "Sudi la tua elemosina tra le tue mani fino a che tu sappia a chi darla".



11. Didascalia, 2, 8 (primi decenni del III secolo)

La Scrittura dice: "Un uomo non tentato, è inetto".



12. Lettera di Barnaba, 7, 11 (verso l'anno 130)

Così dice: "Coloro che vogliono vedermi e conseguire il mio regno, è necessario che mi raggiungano tribolati e sofferenti".



13. Lettera di Barnaba, 21, 1

Il Signore dice: "Quando un legno si piega e si innalza, e quando da un legno stilla sangue...".




14. 1 Lett. di Clemente, 13, 2 (verso l'anno 96 d.C.)

Così, infatti, disse: "Compatite per essere compatiti; perdonate per essere perdonati; come fate, così sarà fatto a voi; come date, così vi sarà dato; come giudicate, così sarete giudicati; come siete benevoli, così si sarà benevoli verso di voi; nella stessa misura in cui misurate si misurerà per voi".



15. Ordinamento ecclesiastico apostolico, 26 (primi decenni del IV sec.)

Marta disse di avere visto Maria sorridere; Maria disse: "Non è ch'io abbia riso; è che egli mentre insegnava disse: "Il debole sarà salvato dal forte"".





16. Epitome Clementina, 1, c. 96 (verso il IV sec.)

Il Signore nostro Gesù Cristo disse: "E' necessario che vengano le cose buone; beato colui per mezzo del quale verranno".



17. Giustino (morto verso il 165), Adv. Tryph., 47

Giacché anche il Signore nostro Gesù Cristo disse: "Nello stato in cui vi sorprendo vi giudicherò".



18. Giustino, Dial., 35

Disse, infatti: "Nel mio nome, molti verranno vestiti, di fuori, con pelli di pecora, mentre, dentro, sono lupi rapaci; e ci saranno scismi e lotte di parte".



19. Ippolito (morto nel 235), Comment. in Dan., 4, 60

Mentre Gesù ragionava con i suoi discepoli sul futuro regno dei santi e considerava quanto sarà mirabile e glorioso, stupito di tale descrizione, Giuda domandò: "E chi potrà credere queste cose?". Ma il Signore rispose: "Queste cose le vedranno coloro che ne saranno divenuti degni".




20. Clemente Aless. (morto prima del 215), Strom., 1, 19, 94, 5 e 2, 15, 70, 5

Disse: "Hai visto tuo fratello? Hai visto il tuo Dio".





21. Clemente Aless., Strom., 1, 24, 158, 2

Chiedete cose grandi e vi saranno offerte anche le piccole.



22. Clemente Aless., Strom., 1, 28, 177, 2

Giustamente la Scrittura... ci esorta: "Diventate banchieri esperti che esaminano (tutto) e respingono (il male), ma tengono il bene".



23. Clemente Aless., Strom., 3, 15, 97, 4

Disse ancora il Signore: "Lo sposato non sarà espulso e colui che non è sposato non si sposi. Colui che ha deliberato di non sposarsi, resti celibe".


24. Clemente Aless., Strom., 5, 10, 63, 7

Il mio mistero è per me e per i figli di casa mia.




25 Clemente Aless., Strom., 6, 6, 44

E il Signore disse: "Voi che volete, uscite dalle catene!".




26. Clemente Aless., Excerpta, 2

Perciò, dice il Salvatore: "Salva te stesso e l'anima tua".




27 Clemente Aless., Paedag., 3, 12, 91, 3

E sull'amore, disse: "L'amore copre una moltitudine di peccati".




28. Origene (morto nel 253-254), In Ier., 14, 5

Sta scritto nel vangelo: "La sapienza manda i suoi figli".




29. Origene, In Math., 13, 2

Disse poi Gesù: "Mi feci debole per i deboli, fui bisognoso per i bisognosi, ed ebbi sete per gli assetati".



30. Didimo (morto verso il 398), In Psal., 88, 8

Perciò disse il Salvatore: "Chi è vicino a me, è vicino al fuoco. Chi è lontano da me, è lontano dal regno".



31. Epifanio (morto nel 403), Haeres., 66, 42

Perciò dice: "Ecco qui presente colui che parla nei profeti".




32. Macario Egiz. (morto verso il 390), Homil., 12, 17

Poi disse loro il Signore: "Perché stupirvi dei segni? A voi do una eredità che non ha il mondo intero".




33. Frammenti copti, 1, 6, 2 (vedi p. 479)

"Sono uscito dal cielo dei cieli per venire sulla terra; e per la terra fu duro portare la mia gloria".



34. Ireneo (morto intorno al 200), Adv. haer., 5, 33, 3 ss.

I presbiteri, che videro Giovanni discepolo del Signore, ricordano di aver udito da lui, come parlando di quei tempi, il Signore diceva: "Giorni verranno nei quali spunteranno viti con diecimila sarmenti, ogni sarmento diecimila tralci, ogni tralcio diecimila gettoni, ogni gettone diecimila grappoli, ogni grappolo diecimila acini ed ogni acino schiacciato darà venticinque metrete di vino. E quando un santo prenderà un acino, un altro gli dirà:
Io sono un acino migliore, prendi me e benedici il Signore per mezzo mio".
Così un chicco di frumento darà diecimila spighe ed ogni spiga avrà diecimila chicchi, ed ogni chicco darà cinque libbre doppie di farina bianca e pura. Così sarà, in proporzione, degli alberi da frutta, delle sementi e delle erbe. E tutti gli animali che ricevono il loro cibo dalla terra saranno pacifici, concordi tra loro ed in tutto soggetti agli uomini".
Questo è quanto testimonia per scritto, nel quarto dei suoi libri - egli ne scrisse cinque di libri, - il vegliardo Papia, discepolo di Giovanni e collega di Policarpo; ed aggiunge: "Queste cose sono credibili per i credenti". Si dice che Giuda, l'incredulo traditore, abbia esclamato: "Il Signore come può fare tali cose?" e che il Signore gli abbia risposto: "Lo vedranno quelli che ci andranno!".




35. Psalm-Book, II, 192-2-3

Egli diceva: "I vecchi canuti sono ammaestrati dai ragazzi. Quelli che hanno sei anni insegnano a coloro che ne hanno sessanta".




36. Psalm-Book, II, 187, 2-29

Maria, Maria riconoscimi! Non mi toccare! Lotta contro le lacrime dei tuoi occhi e riconosci ch'io sono il tuo maestro. Ma non toccarmi, poiché ancora non ho visto il volto del Padre mio. Il tuo Dio non è stato portato via, come pensi nella tua piccolezza. Il tuo Dio non è morto, anzi ha vinto la morte.
Io non sono il giardiniere! Io ho dato e ho ricevuto... non ti sono apparso fino a quando non vidi le tue lacrime e il tuo dolore... Getta via la tristezza e compi questo ministero: sii il mio messaggio per questi orfani smarriti! Gioisci, affrettati ad andare dagli undici.
Li troverai radunati sulla sponda del Giordano. Il traditore li ha indotti a fare nuovamente i pescatori come prima e a gettare quelle loro reti con le quali avevano conquistato alla vita degli uomini. Dì loro: "Su, andate, vi chiama vostro fratello Pietro!". Se essi disdegnano la mia fratellanza, dì loro: "E' il vostro maestro!". Se trascurano la mia qualità di maestro, dì loro: "E' il vostro Signore!".
Metti in opera tutta l'abilità e il tuo consiglio pur di ricondurre le pecore al pastore. Quando vedi che la loro saggezza si riprende, prendi con te Simon Pietro e digli: "Pensa a quanto io ti ho detto. Pensa a quanto è stato detto tra noi due sul monte degli Ulivi: "Ho qualcosa da dire, ma non ho nessuno a cui dirlo"".




37. Psalm-Book, II, 39, 19-22

E' Gesù che dà la penitenza a chi fa penitenza. Egli sta in mezzo a noi, ci fa dei cenni segreti e dice: "Fa' penitenza affinché io perdoni i tuoi peccati".



38. Psalm-Book, II, 39, 23-24

Fratelli, egli non è lontano da noi come egli ci ha detto nel suo messaggio: "Vi sono vicino come il vestito del vostro corpo".


39. PO XIII, 373, 41

Fu domandato a Gesù: "Dacci la conoscenza di una cosa che attiri su di noi l'amore di Dio". Rispose: "Odiate il mondo, Dio vi amerà".




40. PO XIII, 401, 71

Nel suo peregrinare, il Messia passò vicino a un uomo che dormiva avvolto nel suo mantello. Lo svegliò e gli disse: "O tu che dormi, alzati e ricordati di Dio!". Ma quello rispose: "Che vuoi da me? Io ho ormai lasciato questo mondo a coloro che sono di questo mondo". Allora Gesù gli disse: "Dormi, dunque, amico!".




41. PO XIII, 420-421, 97

I discepoli dissero a Gesù figlio di Maria: "O spirito di Dio! C'è qualcuno sulla terra simile a te?". Gesù rispose: "Sicuro! Colui il cui parlare è una invocazione a Dio, il cui silenzio è meditazione, le cui intuizioni sono torrenti di lacrime; costui è simile a me".



42. PO XIII, 361, 19

Fu domandato a Gesù: "Chi ti ha formato nei buoni costumi?". Rispose: "Nessuno mi ha formato. Ho visto che l'ignoranza dello stupido è cosa turpe, e l'ho evitata".



43. PO XIII, 363, 25

Fu domandato a Gesù: "Indicaci un'opera da compiere per entrare in Paradiso". Rispose: "Non parlate mai". I discepoli gli dissero: "Non è possibile fare questo!". Gesù rispose: "Allora dite soltanto cose buone".



44. PO XIII, 369, 36

Fu detto a Gesù: "E se ti comprassi una casa per riposarti?". Gesù rispose: "A noi bastano gli abiti usati di coloro che ci hanno preceduto".



45. PO II, 156

Si dice che Gesù (Dio lo benedica!) abbia detto ai suoi apostoli: "Non vi ho insegnato la vanagloria. Vi insegnai invece a lavorare. La sapienza, infatti, non è un parlare dotto, ma la sapienza è azione".



46. PO II, 169

Disse Gesù (Dio lo benedica!): "Io ho due amici. Chi li ama, ama me; chi li odia, odia me: la povertà e la limitazione della cupidigia".



47. PO II, 176

Disse il Messia (Dio lo benedica!): "O collegio degli apostoli: quante lampade spegne il vento! quanti servi di Dio corrompe la vanità".



48. PO XIII, 404, 75

Il Messia disse: "Il mondo è un ponte... Attraversatelo, dunque, ma non abitateci sopra". Gli fu detto: "O profeta di Dio, comandaci di costruire una casa dove possiamo adorare Dio!". Rispose: "Su, andate e costruite una casa sull'acqua". Gli dissero: "Come può reggersi un edificio sull'acqua?".
Rispose: "E come può reggersi l'adorazione di Dio fondata sull'amore del mondo?".



49. PO XIII, 394, 64

Disse Gesù (Dio lo benedica!): "Non conquisterete ciò che amate, se non tollerando ciò che detestate".


50. PO XIX, 554, 136

Beato colui la cui parola ricorda Dio, il cui silenzio è una meditazione religiosa, il cui sguardo è una devota tristezza.


51. PO XIX, 565, 150

Disse Gesù (Dio lo benedica!): "Quando una persona si perde, non stupisce come si perda. Ma quando una persona si salva, stupisce come si perda".




52. PO XIII, 374, 375, 44

(Disse Gesù, Dio lo benedica!): "Condimento del mio cibo è la fame; mio abito interiore è il timore di Dio; mia veste esterna è la lana; mantello invernale sono i luoghi esposti ai raggi del sole; mia lampada è la luna; mio giumento, i miei piedi; mio vitto è tutto ciò che produce spontaneamente la terra. A ogni tramonto del giorno, io non possiedo nulla, e a ogni alba che spunta non ho nulla. E tuttavia nessuno, sulla terra, è più ricco di me".



53. PO XIII, 380-381, 53

O stolti saggi! Digiunate, pregate, fate elemosina, ma praticate ciò che ordinate e insegnate agli altri. Quanto è disordinata la vostra vita... In verità vi dico: Non siate come un setaccio che lascia uscire la farina e trattiene la crusca.



54. PO I, 2

Disse Gesù (Dio lo benedica!): "Gli alberi sono molti! Ma non tutti sono fruttiferi. I frutti sono molti! Ma non tutti sono buoni. Le conoscenze sono molte. Ma non tutte sono utili".



55. PO I, 35

Disse Gesù (Dio lo benedica!): "Nel cuore del credente non possono convivere l'amore di questo mondo e quello della vita futura, come in uno stesso recipiente non possono stare l'acqua e il fuoco".



56. PO I, 48

Disse Gesù (Dio lo benedica!): "Chi ama il mondo è come una persona che beve acqua marina: più ne beve e più ha sete, fino ad ucciderlo".



57. PO II, 46 e 75

Disse Gesù (Dio lo benedica!): "Il mondo è un ponte: attraversalo... ma non abitarvi sopra".




58. Atti di Pietro, 10


Ho udito che egli ha detto pure: "Quelli che sono con me non mi hanno compreso...".


AMDG et BVM

Intervista ad Alberto Mondini



Intervista ad Alberto Mondini, autore di "Kankropoli" e "Il tradimento della medicina".

M.M. - Se lei dovesse presentarsi a chi non la conosce, come si definirebbe?

A.M. - Sostanzialmente, sono uno scrittore. Ho iniziato, molti anni fa, come naturopata, nel senso che mi interessavo di cure e rimedi naturali. 

M.M. - Lei è medico? 

A.M. - No. Non sono nemmeno laureato. Ho la maturità scientifica.

M.M. - Quindi la naturopatia non ricade fra le specializzazioni mediche?

A.M. - No, ufficialmente no. La posizione del naturopata infatti è molto controversa, nel senso che vive costantemente con questa spada di Damocle sulla testa: oggi può essere lasciato in pace, domani può essere denunciato con una scusa qualunque, dal primo imbecille che sostenga di essere stato truffato da lui. 

M.M. - Ma il naturopata può scrivere ricette mediche?

A.M. - No, assolutamente no. Il naturopata può al massimo dare “consigli sullo stile di vita“, basandosi su certe conoscenze che ha acquisito personalmente. Quindi, se proprio vogliamo cercare un’etichetta, diciamo che io potrei essere considerato un “divulgatore scientifico”.

M.M. - Come Piero Angela, praticamente!

A.M. - (Ride) Più o meno. In realtà, nel momento in cui ho iniziato a interessarmi seriamente della questione medica …

… ho dovuto abbandonare l’attività di naturopata, proprio perchè sarei diventato un bersaglio fin troppo facile per i miei nemici.

M.M. - A quanto mi risulta, però, di problemi ne ha avuto comunque. 

A.M. - I primi problemi sono iniziati nel 1992, quando ho aperto la ARPC. La sigla sta per Associazione per la Ricerca e la Prevenzione del Cancro. 

M.M. - Come le è nata questa idea?

A.M. - Succedeva che dal mondo della naturopatia mi arrivavano sempre più spesso messaggi che si potesse fare qualcosa di valido contro il cancro. In quel periodo ovviamente ero ancora molto ingenuo, e non mi rendevo conto della vastità degli interessi che sarei andato a toccare, per cui mi sembrò la cosa più ovvia del mondo fondare una associazione che raccogliesse fondi per finanziare la ricerca sulle cure naturali per il cancro. Naturalmente, mi trovai subito di fronte ad una sequela di problemi praticamente ininterrotta. Niente di clamoroso, devo dire, nel senso che non sono mai finito in galera nè niente di simile, ma era una lotta costante, quotidiana, e dal tipo di ostacoli che mi si presentavano capii molto presto che quello del cancro non è un problema scientifico, ma politico.

M.M. - Di che tipo di ostacoli parla, esattamente? 

A.M. - Sul sito esiste una pagina apposita, in cui riassumo i più importanti. Così chi vuole può toccare con mano fino a che punto possa arrivare la cialtroneria di una certa giustizia, quando vuole essere usata per scopi distorti. In ogni caso, si trattava di una serie di accuse, di calunnie, di querele assolutamente infondate, fatte sia tramite i media che direttamente da parte di autorità dello Stato. Il tutto era inteso a costruire di me una immagine di truffatore, al quale ovviamente “non si possono affidare dei fondi destinati alla ricerca sul cancro”. Ci ho messo svariati anni a uscire da quel pantano, e per quanto io oggi possa vantare un certificato penale assolutamente intonso, la campagna denigratoria fu sufficiente a rovinarmi la reputazione – e la vita, direi - per molti anni.

M.M. - Chissà perchè, la cosa non mi suona affatto strana.

A.M. - E’ la tecnica classica. Denigrazione, attacchi personali, insinuazioni, derisione, calunnie. Dài e dài, e per quanto tu ti difenda con tutte le forze, alla fine qualcosa resta comunque. E’ una tecnica che ha sempre funzionato, e continuerà a funzionare finchè la gente crederà a quello che legge sui giornali.

M.M. - A quel punto, cosa ha fatto? 

A.M. - A quel punto ho voluto vederci più chiaro. Non riuscivo ancora a capire fino in fondo le ragioni di una tale ferocia contro di me, ed ho iniziato ad approfondire meglio certe problematiche. Fu così che nacque “Kankropoli”. 

M.M. - Un libro che “fece il botto”, se non sbaglio. 

A.M. - No, purtroppo non fece nessun botto. Anzi, uscì da un piccolo editore, che ne stampò pochissime copie, e fu completamente ignorato dai media tradizionali. E rimasi insoddisfatto, perché non riuscivo a diffonderlo. Nel frattempo però nasceva Internet, ed io iniziavo a rendermi conto della portata di questo nuovo mezzo di comunicazione. Fu così che un giorno decisi di mettere "Kankropoli" online gratuitamente, con la piena libertà di riprodurlo e distribuirlo a piacimento. Fu allora che fece il botto.

M.M. - Infatti, ricordo che fu una delle prime cose che lessi, quando iniziavo ad interessarmi di medicina, e posso tranquillamente dire che mi abbia dato una sveglia di prim’ordine.

A.M. - Infatti, a quel punto cominciai a dare un certo fastidio, anche se per fortuna non ebbi più i problemi degli anni precedenti.

M.M. - La ARPC continua anche oggi a raccogliere fondi per la ricerca sul cancro?

A.M. - No, ho dovuto smettere. (Ride) Sarà per quello che mi lasciano stare.

M.M. - Quindi lei di cosa si occupa oggi, principalmente?

A.M. - Diciamo che mi occupo di diffondere un certo tipo di informazione che possa aiutare la gente che ne ha bisogno. Studio, approfondisco - per quel che sono le mie capacità - e diffondo. In particolare, promuovo quella che chiamano medicina ortomolecolare. In realtà iniziai a promuoverla 7 anni fa, quando in Italia nemmeno si sapeva cosa fosse.

M.M. - Le confesso che io non lo so nemmeno oggi.

A.M. - La medicina ortomolecolare si basa, sostanzialmente, sull’assunzione di grandi dosi di vitamine. Per capire di cosa si tratti bisognerebbe partire dagli ultimi studi di Linus Pauling…

M.M. - Il promotore della vitamina C…

A.M. - Esatto. Ma più che promuovere la vitamina in sè, è la quantità che conta. Gli umani infatti, a differenza delle altre specie animali, non sono in grado di produrre vitamina “C” , e quindi devono assumerla artificialmente. Se ne assumessero la stessa dose media che produce giornalmente un mammifero, che è di circa 10 grammi, l’uomo si risparmierebbe tutti i disturbi cardiocircolatori, ed almeno il 70% dei tumori. Io ho fatto una lotta decennale per diffondere anche in Italia queste informazioni, con conferenze, dibattiti, e pubblicazioni di ogni tipo. E quando finalmente si sono resi conto che, anche grazie ad Internet, la cosa non si poteva più tenere nascosta, l’allora Ministro della Sanità, Sirchia, decise di fare una legge ad hoc, nella quale si stabiliva un tetto massimo di dose vitaminica per gli integratori alimentari.

M.M. - Cioè?

A.M. - Cioè, in base a quella legge non si possono mettere sul mercato integratori alimentari che contengano una dose giornaliera di vitamina "C" superiore ai 180 milligrammi. 

M.M. - Facevano prima a scrivere “è proibito guarire”, e la finivano lì.

A.M. - Infatti. Ma la cosa più scandalosa è che questo concetto è stato poi ripreso ed esteso a tutto il Codex Alimentarius. Io conosco molto bene le limitazioni imposte dal Codex ai vari prodotti vitaminici, e devo dire che sono assolutamente criminali, visto che queste sostanze sono, nella stragrande maggioranza, del tutto innocue.

M.M. - Ma allora, con quale scusa vengono proibite?

A.M. - Non vengono proibite, ma limitate. Lo fanno con la scusa di proteggere le tasche del cittadino. In fondo, dicono, 180 milligrammi sono più che sufficienti, quindi perchè andare a pagare di più per qualcosa che non serve?

M.M. - Ma quanto riescono ad essere gentili, certe volte! Le case farmaceutiche, che hanno praticamente dettato ogni virgola del Codex, hanno pensato prima di tutto a proteggerci da loro stesse. 

A.M. - Ma non basta. Ormai in rete è partita una vera e propria guerra alla vitamina “C”, e si trovano quintali di pagine piene zeppe di calunnie contro il suo utilizzo. Pensi, hanno fatto addirittura una ricerca in cui “dimostrano” che chi prende la vitamina C sta peggio… Io invece faccio parte di un gruppo di persone che la assume regolarmente da anni, e posso testimoniare di guarigioni eccezionali, su tutti i fronti, dall’osteoporosi all’arteriosclerosi. La vitamina “C” è inoltre un anti-infettivo eccezionale: chi la prende in giuste dosi non ha più influenze, raffreddori, malattie infettive… Funziona anche come antidoto universale, ad esempio contro i pesticidi, oppure contro i morsi di serpente.

M.M. - Ora capisco la necessità di fare quelle leggi.

A.M. - Certo. Però, a furia di studiarci, siamo anche riusciti a trovare un sistema per aggirarle.

M.M. - E cioè?

A.M. - La Vitamina “C” si può anche acquistare come materia prima, e quindi può essere venduta a chili.

M.M. - A chili?

A.M. - Sì. Pensi al paradosso: io non posso venderle una pillola che ne contenga più di 180 milligrammi, ma posso venderle un intero sacco di vitamina “C”.

M.M. - Legalmente?

A.M. - Certo, legalmente. La vitamina “C” è un prodotto che viaggia con una scheda tecnica internazionale, su cui c’è scritto che è una sostanza assolutamente innocua, per cui non possono in alcun modo proibirne la vendita. Non hanno appigli, in quel senso. In realtà però a loro non interessa se una persona su diecimila si compra il sacco di vitamina C, a loro interessa la massa, che queste cose non le sa.

M.M. - Il suo ultimo libro parla anche di questo?

A.M. - Il mio ultimo libro, che si intitola “Il tradimento della medicina”, tocca diversi argomenti, e in particolare approfondisce gli aspetti storici che ci hanno portato alla situazione odierna, in cui la medicina ufficiale non solo non desidera in alcun modo trovare cure per i malati, ma fa di tutto per sopprimere qualunque nuova cura potenziale che compaia all’orizzonte, specialmente se di tipo naturale. 

M.M. - Anche questo è scaricabile liberamente?

A.M. - Sì. Lo trova sul nostro sito. Poi, se uno vuole, è sempre libero di fare un’offerta.

M.M. - Un’ultima domanda, se permette: perchè un signore “qualunque” come lei, che non è nemmeno medico, si sveglia un mattino e decide di dedicare il resto della sua vita a questo tipo di battaglia, che di certo non è destinata a regalarle gloria e celebrità?

A.M. - Mah, è una domanda che in realtà non mi sono mai posto. Diciamo, semplicemente, che non potrei non farlo. Una volta che si viene a conoscenza di certi meccanismi e di certe realtà, secondo me si ha il dovere di farlo sapere al massimo numero di persone possibile.

Intervista di Massimo Mazzucco per luogocomune.net

(L'intervista non è ancora stata revisionata, e potrà subire qualche modifica nel corso della giornata).


 KANKROPOLI – La mafia del cancro” on line.

Come vivere senza malattie e senza medicine, opuscolo a colori in pdf

http://www.aerrepici.org/K0.HTM

AMDG et BVM


martedì 20 settembre 2016

Opere compiute dal beato Filippo apostolo


Sulle opere compiute dal 
beato Filippo apostolo

[1] Filippo, conterraneo di Pietro e Andrea, proviene dal villaggio di Betsaida di Galilea; chiamato subito dopo Pietro, pervenne poi all'onore dell'apostolato. Per avere un compagno nella sua conversione condusse a Cristo un familiare, Natanaele, che Cristo disse subito di aver conosciuto sotto un fico prima che glielo presentasse Filippo. Meravigliato di ciò, Natanaele, il quale prima non aveva mai visto il Cristo, ben volentieri lo seguì, e rimase sempre in compagnia di Filippo. Questi, prima della passione, avendo udito durante la cena che nessuno poteva andare al Padre se non per mezzo di lui, cominciò a pregare il Maestro di manifestare il Padre a lui e ai discepoli; cosa che egli, in verità, aveva detto per amore della vita eterna. Ma Cristo riprese Filippo, giacché, pur essendo stato tanto tempo con lui, non lo conosceva ancora bene. La fede evangelica ci attesta che tutto ciò fu compiuto da Filippo prima della passione di Cristo.

[2] Dopo l'Ascensione del Salvatore, il beato Filippo per vent'anni predicò incessantemente il vangelo ai gentili, nella Scizia. Quivi arrestato dai gentili, fu condotto davanti alla statua di Marte e costretto a sacrificare; ma dal piedestallo della statua di Marte uscì un grande drago che colpì il figlio del sacerdote che provvedeva al fuoco del sacrificio; colpì anche due tribuni che erano a capo della provincia i cui ufficiali avevano custodito l'apostolo in carcere. Contaminati dall'alito del dragone si ammalarono tutti seriamente. Vedendo ciò l'apostolo disse: "Ascoltate il mio consiglio e riavrete la salute: e coloro che morirono risusciteranno tutti; lo stesso dragone che vi è stato velenoso sarà scacciato nel nome di Dio". Gli dissero i malati: "Che cosa dobbiamo fare?". L'apostolo rispose: "Buttate via questo Marte, fatelo a pezzi e al suo posto ponete la croce del Signore nostro Gesù Cristo e adoratela". Allora quelli che stavano male cominciarono a dire: "Ricuperiamo la salute, buttiamo via Marte". Fattosi silenzio l'apostolo disse: "Ti ordino, o dragone, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di uscire da questo luogo e di andare ad abitare in un luogo deserto, dove l'uomo non può entrare e dove non v'è per l'uomo alcuna utilità, così che andandovi non farai male ad alcuno". Quel pessimo dragone allora se ne uscì e andò via veloce, né più si fece vedere. Filippo poi risuscitò il figlio del pontefice che provvedeva al fuoco, i due tribuni, morti prima, e restituì la salute a tutti coloro che erano stati contaminati dall'alito del dragone. E così quanti perseguitavano l'apostolo Filippo fecero penitenza e credendolo un dio lo adoravano. 

[3] Egli poi li ammaestrò continuamente per un anno, sulla venuta del Signore per il mondo in pericolo; come era venuto al mondo da una vergine, come patì, fu sepolto, risuscitò il terzo giorno, e come abbia confermato le cose che aveva detto prima della passione, come ascese al cielo mentre gli apostoli lo contemplavano, come mandò lo Spirito santo che aveva promesso, il quale, venuto come fuoco, si posò sopra i dodici apostoli, e come abbia istillato le lingue di tutti e i modi di parlare nelle menti dei suoi apostoli. "Io stesso, membro di questo numero, sono stato mandato qui per farvi sapere che i vostri dèi sono vani e nemici a coloro che li venerano". Dopo queste parole l'apostolo ne disse altre simili: tutti credettero, spezzarono il simulacro di Marte e molte migliaia di persone furono battezzate. Lo stesso apostolo, dopo aver ordinato sacerdoti, diaconi e anche un vescovo, e costituite inoltre molte Chiese, a motivo di una divina rivelazione ritornò in Asia e si sistemò nella città di Gerapoli. Qui estinse la maligna eresia degli ebioniti, i quali insegnavano che il Figlio di Dio nato dalla Vergine non aveva assunto un vero corpo umano. 

[4] V'erano costà pure due figlie dell'apostolo, vergini santissime attraverso le quali Dio conquistò una moltitudine di vergini. Sette giorni prima della sua morte, Filippo chiamò a sè tutti i sacerdoti e i diaconi, nonché i vescovi delle città vicine e disse loro: "Il Signore mi concesse questi sette giorni di vita: perciò siate memori della dottrina del Signore nostro Gesù Cristo, e siate virilmente saldi di fronte alle insidie del nemico. Il Signore compia le sue promesse, e fortifichi la sua Chiesa". Predicando queste e altre simili cose l'apostolo del Signore, Filippo, se ne andò al Signore all'età di ottantasette anni; e in quella stessa città di Gerapoli fu sepolto il suo corpo santo. Nello stesso sepolcro, dopo parecchi anni, furono sepolte le due sante vergini, una a destra e l'altra a sinistra. Per intercessione dell'apostolo quivi vengono concessi benefici divini a tutti coloro che credono in Dio Padre invisibile, incomprensibile, immenso che nessun uomo vide né può vedere, e nel suo unigenito Signore nostro Gesù Cristo che fu crocifisso per i delitti del mondo, e infine nello Spirito santo paraclito, illuminatore delle nostre anime, ora e sempre, per gli infiniti secoli dei secoli. Così sia. 

AMDG et BVM