martedì 13 settembre 2016

Libro dei segreti di Enoc


DAL LIBRO SEGRETO SUL RAPIMENTO DI 
ENOC IL GIUSTO 
*


(Nel Signore benedici, o maestro)

[1] uomo saggio, grande scriba 1 che il Signore ha accolto [2] per essere spettatore della vita 2 dell'alto [3] e del sapientissimo, grande, immutabile 3 e onnipotente regno di Dio 4, [4] del grandissimo, dai molti occhi e immobile trono del Signore, della luminosissima schiera dei servi che sta (davanti) al Signore 5 [5] e degli ordini potenti, nati dal fuoco, delle milizie celesti e d'un indicibile complesso di una grande moltitudine di elementi [6] e di una visione varia, e d'un canto ineffabile delle milizie dei Cherubini e per essere lo spettatore 6 di una luce senza misura.

I

[1] In quel tempo, disse Enoc, quando ebbi compiuto 365 anni 1, [2] nel primo mese, nel giorno solenne del primo mese, ero solo nella mia casa: [3] piangevo e mi affliggevo con i miei occhi. Mentre riposavo nel mio letto dormendo, [4] mi apparvero due uomini grandissimi come mai ne avevo visti sulla terra. [5] Il loro viso (era) come sole che luce, i loro occhi come lampade ardenti, dalle loro bocche usciva un fuoco, i loro vestiti una diffusione di piume 2, e le loro braccia come ali d'oro, al capezzale del mio letto 3. 

Mi chiamarono col mio nome. [6] Io mi levai dal mio sonno e gli uomini stavano presso di me realmente. [7] Io mi affrettai, mi alzai e mi inchinai loro 4; il mio viso si coprì di brina per il terrore. [8] Gli uomini mi dissero: "Coraggio, Enoc, non avere paura. Il Signore eterno ci ha mandati da te ed ecco, tu oggi sali con noi al cielo. [9] Dì ai tuoi figli e alle genti della tua casa tutto quello che faranno sulla terra e che nella tua casa nessuno ti cerchi, finché il Signore ti abbia fatto ritornare da loro" 5. 

[10] Obbedii loro e andai. Chiamai i miei figli Matusalemme e Rigim 6 e raccontai loro tutto ciò che i due uomini mi avevano detto.

II 

[1] "Ecco, o figli, non so dove vado n‚ che cosa mi succederà. [2] E ora, figli miei, non allontanatevi da Dio, camminate davanti al volto del Signore e conservate i suoi giudizi. Non diminuite il sacrificio, vostra salvezza 1 e il Signore non ridurrà il lavoro delle vostre mani. Non private il Signore di doni e il Signore non priverà (voi) delle sue acquisizioni 2 nei vostri granai. Benedite il Signore 3 coi primogeniti delle greggi e dei vostri buoi e sarete benedetti dal Signore nei secoli. Non allontanatevi dal Signore n‚ adorate déi vani che non hanno creato n‚ il cielo n‚ la terra 4. [3] Il Signore raffermi i vostri cuori nel timore di lui. [4] E ora, figli miei, nessuno mi cerchi finché il Signore mi farà ritornare da voi".

III * 

[1] Accadde che, mentre parlavo ai miei figli, i due uomini mi chiamarono e mi presero sulle loro ali. Mi portarono nel primo cielo e mi posero 1 là.

IV * 

 [1] Condussero davanti al mio volto i capi, signori degli ordini delle stelle, e (questi) mi mostrarono i loro movimenti e i loro spostamenti da un tempo a un altro. Mi mostrarono duecento angeli che dominano sulle stelle e sulle combinazioni celesti 1. [2] Là mi mostrarono un mare grandissimo, più (grande) del mare terrestre 2 e gli angeli volavano con le loro ali.

V * 

[1] Mi mostrarono i depositi delle nevi e dei ghiacci e gli angeli terribili che custodiscono i depositi. [2] Mi mostrarono là i depositi delle nubi, di dove esse salgono ed escono 1.

VI * 

[1] Mi mostrarono i depositi della rugiada, come olio d'oliva, e gli angeli che custodivano i loro depositi e il loro aspetto (era) come ogni fiore della terra.

VII * 

[1] Quegli uomini mi presero e mi posarono nel secondo cielo. Mi mostrarono 1 degli incatenati, sorvegliati, (colpiti) da un giudizio senza misura 2. [2] Là vidi degli angeli condannati che piangevano e dissi agli uomini che erano con me: "Perché questi sono tormentati 3?". [3] Gli uomini mi risposero: "Costoro sono apostati dal Signore, che non ascoltano la voce 4 del Signore, ma che si sono fatti consigliare dalla propria volontà" 5. [4] Mi afflissi molto su loro. Gli angeli mi si inchinarono e mi dissero: "O uomo di Dio, potessi tu pregare per noi il Signore". [5] Risposi loro e dissi: "Chi sono io, uomo mortale, per pregare per degli angeli e chi sa dove andrò o che cosa mi succederà 6 o chi pregherà per me?".

VIII 

[1] Gli uomini mi presero di là e mi innalzarono al terzo cielo e mi posero in mezzo al paradiso. Questo luogo 1 (é) d'una beltà d'aspetto che non si può sapere: [2] ogni albero (é) ben fiorito, ogni frutto maturo, ogni cibo é sempre in abbondanza, ogni soffio olezzante. Quattro fiumi scorrono con corso tranquillo accanto a ogni giardino che produce ogni specie buona per il nutrimento. [3] (C'é) l'albero della vita in questo luogo nel quale il Signore si riposa quando entra nel paradiso e quest'albero é indicibile per la bontà del profumo. 

[5] (C'é) un altro albero accanto, un ulivo che fa colare continuamente olio. [7] Ogni albero (é) di buon frutto, là non c'é albero senza frutti e tutto il luogo é benedetto. [8] Degli angeli custodiscono il paradiso, luminosissimi, con voce incessante, con un dolce canto servono Dio ogni giorno. Io dissi: "Com'é assai piacevole questo luogo!". E gli uomini mi risposero:

IX 

[1] "Questo luogo, Enoc, é preparato per i giusti che soffrono 1 avversità nella loro vita, affliggono 1 le loro anime, distolgono 1 i loro occhi dall'ingiustizia, fanno 1 un giudizio giusto, (cioé) danno 2 pane agli affamati, coprono 2 gli ignudi con una veste, rialzano 2 il caduto, aiutano 2 gli offesi 3, (per coloro) che camminano 4 davanti al volto del Signore e servono lui solo. Per loro é preparato questo luogo in eredità eterna".

X * 

[1] Quegli uomini mi alzarono di là e mi sollevarono nel settentrione del cielo 1 e là mi mostrarono un luogo assai terribile. [2] In quel luogo (c'é) ogni tormento e supplizio, tenebre e caligine e là non c'é luce, ma un fuoco oscuro che si riaccende continuamente e un fiume di fuoco che avanza contro tutto questo luogo, (c'é) freddo e gelo 2, [3] prigioni e angeli cattivi e crudeli che portano un'arma e tormentano senza pietà. [4] Dissi: "Com'é assai terribile questo luogo!". Gli uomini mi risposero: "Questo luogo, Enoc, é preparato per gli empii che compiono cose sacrileghe sulla terra, che praticano sortilegi e incantesimi e si gloriano delle loro opere 3, [5] che rubano segretamente le anime degli uomini 4, che legati al giogo lo sciolgono, che con l'ingiustizia si arricchiscono delle proprietà altrui, che hanno fatto morire di fame l'affamato pur potendo saziarlo, e, pur potendo vestirli, hanno spogliato quelli che erano nudi; [6] che non hanno riconosciuto il loro creatore, ma hanno adorato dei vani 5, costruendone le immagini e adorando l'opera 6 delle (loro) mani. A tutti questi é preparato questo luogo in possesso eterno".

XI * 

[1] Gli uomini mi sollevarono di là e mi alzarono nel quarto cielo e là mi mostrarono tutti i movimenti e gli spostamenti e tutti i raggi della luce del sole e della luna. [2] Misurai il loro moto e confrontai la loro luce. E vidi: il sole ha una luce sette volte maggiore della luna. La loro orbita e il carro sul quale viaggia ciascuno di essi (sono) come vento che va 1. Non hanno riposo, giorno e notte vanno e ritornano. [3] Quattro grandi stelle 2 pendono a destra del carro del sole, quattro a sinistra (e) vanno col sole eternamente. [4] Angeli vanno davanti al carro del sole,

XII * 

[1] spiriti volanti 1. [2] Dodici ali 2 ha ciascun angelo che tira il carro del sole, portando la rugiada e il calore quando il Signore comanda di scendere sulla terra [3] coi raggi del sole.

XIII * 

[1] Gli uomini mi portarono verso l'oriente del cielo e mi mostrarono le porte attraverso le quali il sole sorge secondo i tempi fissati e secondo i circuiti della luna 1 di tutto l'anno 2 e secondo la diminuzione e l'allungamento dei giorni e delle notti: [2] sei porte grandi, una (delle quali é) aperta, (a una distanza) di trenta stadii. Misurai con cura la loro grandezza e non potei comprendere la loro grandezza. [3] Attraverso (le porte) per le quali sorge, il sole va verso occidente. Attraverso la prima porta esce per 42 giorni, per la seconda per 35 giorni, per la terza per 35 giorni, per la quarta per 35 giorni, per la quinta per 35 giorni, per la sesta per 42 giorni. [4] E di nuovo, ritornando 3 per la sesta porta secondo il giro del tempo, sorge per la quinta porta per 35 giorni, per la quarta porta per 35 giorni, per la terza porta per 35 giorni, per la seconda per 35 giorni [5] e i giorni dell'anno terminano secondo il ritorno delle stagioni.

XIV 

[1] Gli uomini mi sollevarono all'occidente del cielo e là mi mostrarono sei porte grandi, aperte, in corrispondenza del cerchio di quelle orientali opposte, per le quali 1 tramonta il sole in corrispondenza del suo sorgere per le porte orientali e secondo il numero dei giorni. [2] Così tramonta attraverso le porte occidentali e quando esce dalle porte occidentali quattro angeli prendono la sua corona e la portano al Signore [3] e il sole volge il suo carro e va senza luce. E di nuovo là 2 gli mettono la corona. 

XV * 

[3] Questo é il calcolo che mi mostrarono del sole e delle porte per le quali entra ed esce. Il Signore, infatti, che ha fatto queste porte, fa del sole l'orologio dell'anno.

XVI * 

[1] Della luna mi mostrarono un altro calcolo. Gli uomini mi mostrarono tutti i suoi movimenti e tutte le sue orbite e mi indicarono le sue porte: mi mostrarono dodici porte verso oriente in circolo e dodici porte simili verso occidente in circolo per le quali la luna sorge ed esce secondo i tempi abituali: [2] attraverso la prima porta verso oriente per 31 1 giorni sicuramente 2 e per la seconda per 35 giorni sicuramente e per la terza per 31 giorni eccezionalmente 2-3 e per la quarta per 30 giorni sicuramente e per la quinta per 31 4 giorni straordinariamente 2 e per la sesta per 31 giorni sicuramente, per la settima 30 giorni sicuramente, per l'ottava per 31 giorni straordinariamente e per la nona per 31 giorni esattamente 2 e per la decima per 30 giorni sicuramente, per l'undicesima per 31 giorni eccezionalmente 5, per la dodicesima porta (sorge) per 22 6 giorni sicuramente. 

[3] E così anche per le porte occidentali secondo il circuito e secondo il numero delle porte orientali. [4] Così 7 entra anche per le porte occidentali e compie l'anno in 364 8 giorni. [6] Va nell'anno con quattro giorni 9 eccezionali. Per questo sono tolti fuori dal cielo e dall'anno e non vengono contati nel numero dei giorni perché eccedono 10 i tempi dell'anno, due nuove lune (nella direzione) della (luna) piena (e) due altre (nuove lune nella direzione) della sua diminuzione. [7] Quando ha terminato le porte d'occidente e ritorna, va in quelle d'oriente con la sua luce. Così va giorno e notte 11 in cerchio, la sua orbita é simile al cielo e il carro sul quale sale (é) un vento che va e trascinano il suo carro spiriti volanti; ciascun angelo (ha) sei ali. [8] Questo é il calcolo della luna.

XVII 

[1] In mezzo al cielo vidi una milizia armata che serviva Dio con timpani e con strumenti con una voce incessante 1 e mi dilettai ascoltando.

XVIII * 

[1] Gli uomini mi presero di là e mi innalzarono 1 al quinto cielo. Là vidi una numerosa milizia, gli Egrigori, il loro aspetto (era) come un aspetto umano, la loro grandezza maggiore (di quella) di giganti grandi [2] e i loro visi tristi e le loro bocche silenziose. Non c'era servizio che avesse luogo al quinto cielo. Dissi agli uomini che erano con me: "Perché questi sono tristissimi e i loro visi sono afflitti e le loro bocche silenziose e non c'é servizio in questo cielo?". [3] Gli uomini mi risposero: "Questi sono 2 gli Egrigori che da sè si sono separati, due prìncipi e duecento hanno camminato al loro sèguito [4] e sono discesi sulla terra e hanno infranto la promessa sul dorso del monte Hermon [5] per insozzarsi con le donne degli uomini [6] e dopo essersi insozzati il Signore li ha condannati. Questi piangono sui loro fratelli e sull'oltraggio (fatto) loro". 

[7] Io dissi agli Egrigori: "Io ho visto i vostri fratelli e ho conosciuto le loro azioni e so le loro preghiere e ho pregato per loro. Ecco, il Signore li ha condannati (a stare) sotto la terra finché finiranno i cieli e la terra 3; [8] perché aspettate i vostri fratelli e non siete a servire (davanti) al volto del Signore? Riprendete i servizi di prima, servite (davanti) al volto del Signore per timore di irritare il Signore Dio vostro 4 (così da) precipitarvi da questo luogo". [9] Ascoltarono il conforto del mio ammonimento e si disposero in quattro ordini nel cielo. Ed ecco, mentre io stavo (là) quattro trombe risuonarono insieme e gli Egrigori si misero a servire 5 come con una sola voce e la loro voce salì al volto del Signore.

XIX 

[1] Gli uomini mi sollevarono di là e mi fecero salire al sesto cielo. Là vidi sette angeli radunati 1, brillanti e gloriosi molto e i loro visi risplendevano come un raggio di sole; non c'é differenza di viso o di dimensione o di variazione 2 dei vestiti 3. [2] Questi regolano, insegnano il buon ordine del mondo, il corso delle stelle, del sole e della luna [3] agli angeli che li guidano e agli angeli dei cieli 4 e mettono armonia in tutta la vita celeste. Regolano anche i comandamenti e le istruzioni e la dolce voce dei canti e ogni lode di gloria. [4] (Ci sono) angeli che sono sopra le stagioni e gli anni, angeli che (sono) sui fiumi e sui mari, angeli che (sono) sui frutti e l'erba e tutto ciò che ferve (di vita) [5] e angeli di tutti i popoli. Essi regolano tutta la vita e (la) scrivono davanti al volto del Signore. [6] In mezzo a loro (ci sono) sette Fenici, sette Cherubini e sette (angeli) con sei ali che risuonano l'un l'altro con una sola voce e cantano l'un l'altro. Non é possibile raccontare il loro canto e il Signore gioisce di quelli che sono sotto i suoi piedi 5.

XX * 

[1] Gli uomini mi alzarono di là e mi sollevarono al settimo cielo. Là vidi una grande luce 1 e tutte le milizie di fuoco degli angeli incorporei e gli Ofanim che stavano brillanti ed ebbi paura e tremai 2. [2] Gli uomini mi misero 3 in mezzo a loro ed essi mi dissero: "Coraggio, Enoc, non temere". [3] Mi mostrarono da lontano il Signore seduto sul suo trono 4. 

Tutte le milizie celesti, radunate per gradi, avanzando, s'inchinavano al Signore 5 [4] e di nuovo si allontanavano e andavano al loro posto in gioia e in letizia in una luce senza misura 6. (C'erano) i Gloriosi che lo servivano,

XXI 

[1] non scostandosi di notte, n‚ allontanandosi di giorno, (ma) stando davanti al volto del Signore, facendo la sua volontà. Tutte le milizie dei Cherubini 1 (stavano) intorno al suo trono, senza scostarsi e (gli angeli) con sei ali coprivano il suo trono, cantando davanti al volto del Signore. 

[2] Mentre vedevo tutto questo 2, i due uomini si allontanarono da me e non li vidi più. Mi lasciarono 3 solo all'estremità del cielo ed ebbi paura e caddi sul mio volto 4. [3] Il Signore mi mandò uno dei suoi Gloriosi, Gabriele ed egli mi disse: "Coraggio, Enoc, non temere. Alzati e vieni con me e sta davanti al volto del Signore nei secoli". [4] Gli risposi e gli dissi: "Ahimé, signore, la mia anima si é ritirata da me per il timore 5. Chiamami gli uomini che mi hanno portato fino a questo luogo perché in loro avevo confidenza e con loro andrò davanti al volto del Signore". [5] Gabriele mi sollevò come una foglia sollevata dal vento e mi trascinò e mi pose davanti al volto del Signore 6.


XXII 

[1] Vidi il Signore, il suo volto potente e gloriosissimo e terribile 1. [2] Chi sono io per raccontare l'estensione dell'essenza del Signore e il suo volto potente e assai terribile e il suo coro dai molti occhi e dalle molte voci e il trono grandissimo, fatto senza mani, del Signore o coloro che stanno intorno a lui, la milizia dei Cherubini e dei Serafini o l'immutabile e indicibile [3] suo glorioso servizio che non tace? [4] Caddi 2 prono e adorai il Signore. [5] Il Signore mi chiamò con la sua bocca: "Coraggio, Enoc, non temere, alzati e sta davanti al mio volto nei secoli". [6] Michele, il grande arcangelo 3 del Signore mi rialzò e mi condusse davanti al volto del Signore. 

Il Signore mise alla prova i suoi servi e disse loro: "Enoc salga per stare davanti al mio volto nei secoli". [7] I Gloriosi s'inchinarono e dissero: "Salga!". [8] Il Signore disse a Michele: "Prendi Enoc e spoglialo delle vesti terrene 4 e ungilo di olio benedetto e rivestilo di vesti di gloria". [9] Michele mi spogliò delle mie vesti e mi unse di olio benedetto. L'aspetto 5 dell'olio era più (splendido) di una grande luce, il suo unguento (era) come una rugiada benefica, il suo profumo come di mirra e i suoi raggi come quelli del sole 6. [10] Guardai me stesso e fui come uno dei Gloriosi e non c'era differenza d'aspetto. 

Il Signore chiamò Vereveil 7 uno dei suoi arcangeli che era abile a scrivere 8 tutte le opere del Signore. [11] Il Signore disse a Vereveil: "Prendi dei libri 9 dai depositi e consegna un calamo a Enoc e dettagli i libri 10". Vereveil si affrettò e mi portò dei libri screziati di smirnio e mi consegnò un calamo 11 dalla sua mano.

XXIII * 

 [1] Mi diceva tutte le opere del cielo e della terra e del mare 1 e i movimenti e le vite di tutti gli elementi e il cambiamento 2 degli anni e i movimenti e le modificazioni dei giorni e i comandamenti e le istruzioni e la dolce voce dei canti e le salite delle nubi e le uscite dei venti 3 [2] e ogni lingua dei canti delle milizie armate. Tutto ciò che conviene imparare [3] Vereveil me l'espose in trenta giorni e in trenta notti e la sua bocca non tacque di parlare. Io non mi riposai 4 trenta giorni e trenta notti, scrivendo tutti i segni [4] e quando ebbi finito, Vereveil mi disse: "Siediti, scrivi tutto ciò che ti ho esposto". [6] Mi sedetti il doppio di trenta giorni e trenta notti 5 e scrissi (tutto) esattamente e composi 360 6 libri.

XXIV 

[1] Il Signore mi chiamò e mi mise alla sua sinistra più vicino di Gabriele 1 e io adorai il Signore. [2] Il Signore mi disse: "Tutto ciò che hai visto, o Enoc, (ciò) che sta (fermo) e che si muove e che é stato compiuto da me, io te lo spiegherò prima che tutto (ciò) fosse 2 all'inizio, tutto ciò che ho creato dal non essere all'essere e dall'invisibile al visibile. [3] Neppure ai miei angeli ho spiegato il mio segreto, n‚ ho raccontato loro la loro composizione 3 n‚ hanno conosciuto la mia creazione infinita e inconoscibile e io a te la spiego oggi. [4] Prima che fossero tutte le cose visibili, si aprì la luce e io in mezzo alla luce passavo come uno degli invisibili 4, come il sole (che) va dall'oriente all'occidente e dall'occidente all'oriente. [5] Il sole troverà 5 riposo, ma io non trovai riposo, perché tutte le cose erano senza formazione. Avendo meditato di porre un fondamento per fare una creazione visibile,

XXV 

[1] diedi ordine nelle profondità che una delle cose invisibili salisse 1 visibile. Uscì 2 Adoil, grandissimo assai e lo guardai ed eccolo che aveva nel ventre il grande secolo 3. [2] Io gli dissi: "Liberati, Adoil, e sia visibile ciò che nasce da te". Egli si liberò 4 [3] e da lui uscì il gran secolo, così portando 5 tutta la creazione che io volevo fare. Vidi che (era) bene [4] e posi per me un trono e mi sedetti su di esso. Alla luce dissi: "Tu sali più in alto 6 e solidificati, sii il fondamento delle cose dell'alto" [5] e al di sopra della luce non c'é nient'altro. Alzatomi dal mio trono guardai 7


XXVI 

[1] e chiamai una seconda volta nelle profondità e dissi: "Esca fuori, visibile 1, una cosa dura dalle cose invisibili". Uscì Aruchaz 2, duro, pesante 3 e molto nero. [2] Vidi che era adatto [3] e gli dissi: "Tu scendi in basso e solidificati e diventa la fondazione delle cose del basso". Scese e si solidificò e divenne il fondamento delle cose del basso. Non c'é sotto la tenebra nient'altro.

XXVII * 

[1] Avvolto l'etere di luce, [2] l'addensai [3] e l'estesi al di sopra della tenebra.

XXVIII * 

[2] Dalle acque consolidai grandi pietre, alle onde 1 dell'abisso ordinai di seccare sulla terra ferma [3] e chiamai abisso ciò che ricadde. [4] Raccolto il mare in un solo luogo, lo legai con un giogo. Diedi tra la terra e il mare un confine eterno: non sarà spezzato dalle acque. Fissai il firmamento e lo fondai al di sopra delle acque.

XXIX * 

[1] Per tutte le milizie celesti formai dalla grande luce il sole e lo posi nel cielo affinché risplenda sulla terra. [3] Dalle pietre feci scaturire un gran fuoco e dal fuoco creai tutte le milizie incorporee e tutte le milizie delle stelle e i Cherubini e i Serafini e gli Ofanim e tutto questo lo feci scaturire dal fuoco. 

 (Recensione A) 
[1] Il mio occhio: acqua e fuoco convivono nella folgore che si produsse dallo sguardo di Dio rivolto verso ciò che é duro. 
[4] Uno... degli arcangeli: é Satanaele. Cfr. XVIII, 4. Il suo primo peccato consistette nel volersi fare grande come Dio. 
[5] lo cacciai... nell'aria: cfr. XXXI, 4. Vedi inoltre Test. Ben., III, 4 e Ef., II, 2, VI, 12.

Il cap. XXIX in R suona: "[1] Per tutte le milizie celesti formai una natura di fuoco. Il mio occhio guardò verso la pietra dura e molto rude e dal lampo del mio occhio la folgore ricevette una natura acquosa e fuoco nell'acqua e acqua nel fuoco [2] n‚ questa spegne quello n‚ quello secca questa. Per questo la folgore é più penetrante e più brillante dello splendore del sole, e acqua molle é più dura della pietra rude. [3] Dalla pietra feci scaturire un gran fuoco e dal fuoco creai gli ordini delle milizie incorporee, una miriade di miriadi di angeli e le loro armi di fuoco e le loro vesti (come) una fiamma che brucia e ordinai che ciascuno stesse nel suo ordine. [4] Uno, dell'ordine degli arcangeli, defezionando con l'ordine che era sotto di lui, concepì il pensiero impossibile di porre il suo trono più in alto delle nubi (che sono) sopra alla terra, per essere uguale alla mia potenza. [5] Io lo ricacciai dall'alto con i suoi angeli ed egli volava [lett. "era volante"] eternamente nell'aria sopra l'abisso. [6] Creai così tutti i cieli e (questo) fu il terzo giorno". 

fine note.

XXX * 

[1] Alla terra ordinai di far crescere ogni albero e ogni monte e ogni erba che fa seme e ogni seme seminato 1. Prima di creare le anime viventi, avevo preparato loro il cibo. [7] Al mare comandai di far nascere i suoi pesci e ogni rettile che striscia sulla terra 2 e ogni uccello che vola. [8] Quando ebbi finito tutto, comandai alla mia Sapienza di creare l'uomo. 

note:

XXXIII * 

[3] Ora, Enoc, tutto ciò che ti ho spiegato 1 e tutto ciò che hai visto nei cieli e tutto ciò che hai visto sulla terra e tutto ciò che hai scritto nei libri, tutto questo ho escogitato di crearlo con la mia sapienza. L'ho creato dal fondamento in basso fino a quello in alto e fino alla loro fine. [4] Non c'é consigliere n‚ continuatore 2, (sono) io solo eterno, non creato con le mani; il mio pensiero immutabile é il mio consigliere 3, la mia parola é atto e i miei occhi contemplano tutto. Se guardo il tutto, allora é stabile 4, ma se volgo via il mio volto, allora tutto si distrugge. 

[5] Presta attenzione, Enoc, e conosci chi ti parla. Prendi i libri che hai scritto, [6] io ti do Semeil 5 e Rasuil 6 che ti hanno fatto salire da me e scendi sulla terra e spiega ai tuoi figli tutto ciò che ti ho detto e tutto ciò che hai visto dal cielo più basso fino al mio trono. [7] Tutte le milizie sono io che le ho create 7, non c'é chi si opponga a me o che non si sottometta e tutti si sottomettono alla mia autocrazia e servono il mio unico potere. [8] Consegna loro i libri scritti dalla tua mano ed essi li leggeranno e conosceranno il creatore di tutte le cose e comprenderanno essi pure che non c'é un altro all'infuori di me [9] e distribuiranno i libri scritti dalla tua mano ai figli e i figli ai figli e da parente a parente e da generazione a generazione. [10] Poiché io ti darò un intercessore, Enoc, il mio arcistratega Michele; perché lo scritto della tua mano e lo scritto della mano dei tuoi padri, Adamo e Seth 8 [11] non saranno distrutti 9 fino al secolo ultimo, perché io ho comandato ai miei angeli Arioch 10 e Marioch 11, [12] che ho posto sulla terra per custodirla e comandare alle cose temporali, di conservare lo scritto della mano dei tuoi padri affinché non perisca 12 nel diluvio futuro che io farò nella tua stirpe.


 XXXIV

[1] Io conosco la malvagità degli uomini (so) che non sopporteranno di prendere il giogo e che non seminano i semi che ho dato loro, ma che hanno rifiutato il mio giogo e che prenderanno un altro giogo e semineranno 1 semi vuoti e adoreranno 1 déi vani e rifiuteranno 1 la mia autocrazia e che tutta la terra sarà gravata di iniquità e di ingiustizie e [2] di adulterii e di idolatrie. [3] Allora porterò il diluvio sulla terra e la terra stessa sarà distrutta in un grande pantano.

XXXV 

[1] Lascerò un uomo giusto della tua tribù con tutta la sua casa, che agirà secondo la mia volontà e dal loro seme nascerà un'altra generazione in seguito, numerosa e molto insaziabile 1. [2] Allora nel corso di questa generazione appariranno 2 i libri scritti dalla mano tua e (da quella) dei tuoi padri, perché i guardiani della terra li mostreranno agli uomini di fede 3 [3] ed essi li spiegheranno a questa generazione ed essi 4 saranno glorificati in sèguito più che prima.

XXXVI 

[1] Ora, Enoc, ti do un termine di attesa, trenta giorni da passare nella tua casa per parlare ai tuoi figli da parte mia e ai tuoi familiari; e tutti quelli che conservano il loro cuore, leggano 1 e comprendano che non c'é un altro 2 all'infuori di me 3. [2] Tra trenta giorni manderò gli angeli da te ed essi ti prenderanno dalla terra e dai tuoi figli (per portarti) da me 4 e tutto ciò che é secondo la volontà del Signore 5-6.

XXXVII 

"[1] Il Signore chiamò uno dei suoi angeli capi, terribile e minaccioso e lo pose accanto a me. L'aspetto di quest'angelo (era) bianco come la neve, le sue mani (erano) ghiaccio, con l'aspetto di chi ha un gran freddo. Raffreddò il mio volto perché non sopportavo il terrore del Signore, come non é possibile sopportare il fuoco della fornace e il calore del sole e il gelo dell'aria. [2] Il Signore mi disse "Enoc, se il tuo volto non si raffredda qui, nessun uomo può guardare il tuo volto"".

XXXVIII 

"[1] Il Signore disse a quegli uomini che mi avevano fatto salire prima: "Enoc scenda sulla terra con voi e attendetelo fino al giorno fissato [2] Mi posero di notte sul mio letto. [3] Matusalemme aspettava la mia venuta, montando la guardia giorno e notte presso il mio letto e fu terrorizzato quando udì il mio arrivo. Gli dissi che si radunasse tutta la gente della mia casa. Io dissi loro"


XXXIX 

[1] E tutto ciò che é secondo la volontà del Signore 1. [2] Io infatti sono stato mandato dalla bocca del Signore da voi, per dirvi tutto ciò che é e tutto ciò che sarà 2 fino al giorno del giudizio. [3] Ed, ora, miei figli, non dalla mia bocca vi parlo oggi, ma dalla bocca del Signore che mi ha mandato da voi. Voi infatti udite le mie parole dalla mia bocca di uomo creato uguale a voi, ma io le ho udite dalla bocca di fuoco del Signore, poiché la bocca del Signore (é) una fornace di fuoco e le sue parole 3 una fiamma che esce. 

Voi, miei figli, vedete il mio volto di uomo creato simile a voi, io ho visto il volto del Signore come ferro arroventato dal fuoco che getta scintille. [4] Voi, infatti, guardate gli occhi di un uomo creato uguale a voi, io ho guardato gli occhi del Signore come raggi del sole che brilla, che atterriscono gli occhi dell'uomo. [5] Voi, figli, vedete la mia destra che vi fa segno, di uomo creato uguale a voi, io ho visto che mi faceva segno la destra del Signore, che riempie il cielo. [6] Voi vedete l'estensione del mio corpo simile al vostro, io ho visto l'estensione del Signore incommensurabile e incomparabile, che non ha fine. [7] Voi udite le parole della mia bocca, io ho udito le parole del Signore come un grande tuono in un'incessante agitazione di nubi. 

[8] Ora, miei figli, ascoltate 4 il discorso su un re 5 della terra. E' terribile e pericoloso stare davanti al volto di un re della terra, spaventoso e molto pericoloso, perché la volontà di un re é morte e la volontà di un re é vita. Stare davanti al volto del re dei re, chi ne sosterrà lo spavento infinito o (quello della) grande bruciatura? 6


XXXVII * 

[1] Ma il Signore chiamò dai suoi angeli capi uno terribile 1 (e) lo pose accanto a me e l'aspetto di quest'angelo (era) neve e le sue mani ghiaccio ed egli raffreddò il mio volto, poiché non sopportavo il terrore della bruciatura del fuoco [2] ed é così che il Signore mi parlò tutte le sue parole.


XL 

[1] Ora dunque, o miei figli, io conosco tutte le cose, alcune dalla bocca del Signore, le altre le hanno viste i miei occhi, dal principio alla fine e dalla fine al ritorno. [2] Io conosco tutto e ho scritto nei libri le estremità dei cieli e ciò che li riempie, io ho misurato i loro movimenti e io conosco le loro milizie, io ho compiuto (il conto) delle stelle, grande moltitudine senza numero 1. [3] Quale uomo concepirà i circuiti dei loro cambiamenti o i loro movimenti o i loro ritorni o le loro guide o coloro che sono guidati? Neppure gli angeli conoscono il loro numero, io ho scritto i loro nomi. 

[4] Ho misurato il cerchio del sole e ho contato i suoi raggi e le sue entrate 2 e le sue uscite e tutti i suoi movimenti (e) ho scritto i loro nomi. [5] Ho misurato il cerchio della luna 3 e i suoi movimenti per ogni giorno e la decrescenza della sua luce per ogni giorno e ora [...] e ho scritto i loro nomi 4. [8] Le abitazioni delle nubi e le loro bocche e le loro ali e le loro piogge e le loro gocce io le ho investigate [9] e ho scritto il rombo del tuono e la meraviglia del lampo. Mi hanno mostrato i loro guardiani, le loro salite 5 attraverso le quali salgono con misura: con una briglia si alzano e con una briglia si abbassano, affinché con greve violenza non lacerino le nubi 6 e facciano perire ciò che (c'é) sulla terra. [10] Io ho scritto i depositi delle nevi e i magazzini dei ghiacci e ogni spirito del freddo. Io ho osservato come a (certe) epoche i loro custodi riempiano le nubi e i depositi non si vuotino. [11] Io ho scritto le camere dei venti, io ho guardato e visto come i loro guardiani portano bilance e misure. Prima li mettono sulla bilancia, poi nella misura e con misura li lasciano andare su tutta la terra, affinché non scuotano la terra con un soffio violento. 

[12] Di là fui fatto scendere e giunsi nel luogo del giudizio e vidi l'inferno aperto [13] e vidi là un campo come una prigione, un giudizio senza misura. Scesi e scrissi tutti i giudizi dei giudicati e conobbi tutti i loro interrogatorii. 

XLI * 

[1] Sospirai e piansi sulla rovina degli empii [2] e dissi nel mio cuore: "Beato colui che non é nato o che nato non ha peccato davanti al volto del Signore, perché non venga in questo luogo, n‚ porti il giogo di questo luogo".

XLII 

[1] Vidi i custodi delle chiavi dell'inferno, che stavano presso porte grandissime, i loro volti (erano) come (quelli) di grandi vipere, i loro occhi come lampade spente e i loro denti denudati fino al loro petto. [2] Dissi loro in viso: "Volesse il cielo che non vi avessi visto, n‚ avessi contemplato le vostre azioni e che nessuno 1 della mia stirpe venisse da voi!". 

 [3] Di là salii nel paradiso dei giusti e là vidi un luogo benedetto e ogni creatura (é) benedetta, tutti vivono in gioia e in [5] letizia e in una luce senza misura e nella vita eterna. [6] Allora dissi, miei figli, e ora lo dico a voi: "Beato colui che teme il nome del Signore e che servirà per sempre davanti al suo volto e disporrà i doni, offerte di vita 2 e vivrà la vita 3 e morirà. [8] Beato colui che farà un giudizio giusto, (che) vestirà l'ignudo 4 con la (sua) veste e all'affamato darà pane. [9] Beato chi giudicherà con un giudizio giusto l'orfano e la vedova e aiuterà ogni vittima dell'ingiustizia. [10] Beato colui che si trarrà indietro dalla via del cambiamento 5 e che cammina per le vie diritte 6. [11] Beato chi semina i semi della giustizia, perché li mieterà al settuplo. [12] Beato colui nel quale é la verità e (che) dice la verità al prossimo. [13] Beato colui che ha sulle labbra la pietà e la dolcezza 7. [14] Beato colui che comprenderà le opere del Signore e lo glorificherà e a causa delle sue opere riconoscerà l'artefice" 8.

XLIII 

[1] Ecco, miei figli, io, sperimentando le cose dirette 1 sulla terra, le ho scritte. Io ho messo insieme tutto l'anno e dall'anno ho calcolato i mesi e dal mese ho contato i giorni e dal giorno ho contato le ore. Io ho misurato e notato le ore e distinto ogni seme sulla terra; e ogni misura 2 e ogni bilancia giusta le ho misurate ed esaminate 3 come mi ha ordinato il Signore e in queste cose ho trovato differenza. [2] Un anno é più stimabile di un (altro) anno e un giorno di un (altro) giorno e un'ora di un'(altra) ora. Così un uomo e più stimabile di un (altro) uomo, uno a causa di un grande patrimonio, l'altro a causa della saggezza del cuore 4, l'altro a causa dell'intelligenza e dell'abilità e del silenzio delle labbra. [3] Ma non c'é nessuno più grande di chi teme il Signore: coloro infatti che temono il Signore saranno gloriosi nei secoli.

XLIV * 

[1] Il Signore ha creato l'uomo con le sue mani e a somiglianza del suo volto, piccolo e grande il Signore l'ha fatto. [2] Chi oltraggia il volto dell'uomo, oltraggia il volto del Signore 1, chi ha ripugnanza del volto dell'uomo, ha ripugnanza del volto del Signore, chi disprezza il volto dell'uomo, disprezza il volto del Signore. [3] Collera e giudizio grande (per) chi sputa sul volto dell'uomo 2. [4] Beato chi dirigerà il suo cuore 3 verso ogni uomo, così da aiutare chi é giudicato e così da sostenere chi é spezzato e così da donare a chi ha bisogno, [5] perché nel giorno del grande giudizio ogni opera dell'uomo sarà rinnovata dallo scritto. Beato colui la cui misura sarà giusta e il peso giusto e le bilance giuste, perché nel giorno del grande giudizio ogni misura e ogni peso e ogni bilancia saranno esposti come sul mercato 4 e ciascuno riconoscerà la sua misura e secondo questa riceverà la mercede.

XLV * 

[1] Colui che affretterà 1 l'offerta davanti al volto del Signore, il Signore affretterà le sue acquisizioni 2. [2] (A) colui che moltiplicherà le lampade davanti al volto del Signore, il Signore moltiplicherà i suoi granai 5. [3] Forse che il Signore ha bisogno di pane o di candela o di montone o di bue? Ma con questo il Signore mette alla prova il cuore dell'uomo 4.

XLVI * 

[3] Perché allora il Signore manderà la sua grande luce e in essa avverrà il giudizio, e chi, là, sarà nascosto?

XLVII 

[1] E ora, miei figli, ponete la riflessione nei vostri cuori e prestate orecchio alle parole di vostro padre, a tutto ciò che vi annuncio da (parte della) bocca del Signore. [2] Prendete questi libri, libri scritti dalla mano di vostro padre e leggeteli: e 1 in essi conoscete le opere del Signore: [3] che non c'é (un altro) all'infuori del Signore solo, [4] il quale ha posto i fondamenti sull'incerto, ha teso i cieli sull'invisibile 2 [5] ha posto la terra sulle acque, fondandola sull'instabile 3, che ha fatto da solo la creazione innumerevole. Chi ha contato la polvere della terra o la sabbia del mare o le gocce delle nubi? 4 [6] Che ha congiunto la terra e il mare con legami indissolubili, che ha fatto scaturire dal fuoco la bellezza inconcepibile delle stelle 5 e ne ha ornato il cielo 6,

XLVIII 

[5] che dall'invisibile ha creato tutte le cose visibili, essendo egli stesso invisibile. [6] Distribuite questi libri ai vostri figli e i figli ai figli e a tutti i vostri parenti [7] e in tutte le vostre generazioni che hanno la saggezza di temere il Signore ed essi li accoglieranno e (ciò) sarà loro gradito più di ogni buon cibo 1 e li leggeranno e si attaccheranno ad essi, [8] mentre gli insipienti che non conoscono il Signore non li accoglieranno, ma li respingeranno, perché il loro giogo sarà loro pesante 2. [9] Beato chi porterà il loro giogo e lo stringerà, perché lo troverà nel giorno 3 del grande giudizio.

XLIX * 

[1] Poiché io vi giuro, o miei figli, [2] che prima ancora che l'uomo fosse, é stato preparato per lui un luogo di giudizio e che la bilancia e il peso secondo il quale l'uomo [3] sarà esaminato, sono stati là preparati in anticipo. 

L * 

[1] Io metterò per iscritto l'opera di ogni uomo e nessuno può sottrarvisi 1. [2] Ora, dunque, figli miei, trascorrete nella pazienza e nella dolcezza il numero dei vostri giorni, affinché ereditiate il secolo futuro 1bis senza fine. [3] Ogni colpo e ogni ferita e bruciatura e ogni parola cattiva [4] se vi vengono addosso 2 a causa del Signore, sopportateli, e pur potendo darli in restituzione 3, non restituiteli al prossimo 4, perché é il Signore che restituisce ed egli vi sarà di vendicatore nel giorno del grande giudizio 5. [5] Perdete l'oro e l'argento per il vostro fratello, per ricevere un tesoro pieno 6 nel giorno del giudizio 7. [6] All'orfano e alla vedova tendete le vostre mani e secondo le vostre forze aiutate il misero ed essi si troveranno come riparo al tempo della prova.

LI * 

[3] Ogni giogo triste e pesante, se viene su di voi a causa del Signore, sopportatelo 1 e così troverete la vostra mercede nel giorno del giudizio. [4] Al mattino e a mezzogiorno e alla sera del giorno é buona cosa andare nella casa del Signore a glorificare il creatore di tutte le cose 2. 

LII * 

[1] Beato chi apre il suo cuore alle lodi e loda il Signore 1. [2] Maledetto chi apre il suo cuore all'insulto e alle calunnie contro il prossimo 2. [3] Beato chi apre la sua bocca, benedicendo e glorificando il Signore. [4] Maledetto chi apre la sua bocca per la maledizione e la bestemmia al volto del Signore. [5] Beato chi glorifica tutte le opere del Signore. [6] Maledetto chi insulta la creazione del Signore. [7] Beato chi considera le fatiche delle sue mani per innalzarle. [8] Maledetto chi mira a cancellare le fatiche degli altri. [9] Beato chi conserva i fondamenti degli antichi padri, [10] maledetto chi distrugge le regole e i limiti dei suoi padri 3. [11] Benedetto chi pianta la pace 4, [12] maledetto chi abbatte coloro che sono in pace 5. [13] Benedetto chi dice: pace e che ha la pace 6. [14] Maledetto chi dice: pace e non c'é pace nel suo cuore. [15] Tutto questo si svelerà sulla bilancia e nei libri nel giorno del giudizio terribile.

LIII 

[1] Ora dunque, o miei figli, preservate i vostri cuori da ogni ingiustizia; sulla bilancia ereditate la luce nei secoli 1. Non direte, miei figli: "(Nostro) padre é con il Signore 2 e intercederà per noi per il (nostro) peccato" 3. [2] Vedete che tutte le opere di ogni uomo io le scrivo 4 [3] e nessuno può distruggere lo scritto della mia mano, perché il Signore vede tutto 5. [4] Ora dunque, miei figli, prestate orecchio a tutte le parole di vostro padre, a tutto quello che io vi dico 6

LIV * 

[1] affinché vi siano in eredità di riposo. E i libri che vi ho dato, non nascondeteli, (ma) spiegateli a tutti quelli che lo vogliono, per vedere se riconosceranno le opere del Signore.

LV 

[1] Poiché, ecco, figli miei, si avvicina il giorno del termine e il tempo fissato (mi) costringe 1 e gli angeli che vanno con me stanno davanti al mio volto 2 [2] e io domani salirò al cielo più alto, mia eredità eterna. [3] Per questo vi comando, miei figli, di fare ogni buona volontà (davanti) al volto del Signore.

LVI 

[1] Matusalemme rispose a suo padre Enoc: "Che cosa gradito ai tuoi occhi, padre, che prepariamo cibi davanti al tuo volto, affinché tu benedica le nostre case e i tuoi figli e tutta la gente della tua casa? Tu glorificherai il tuo popolo 1 e così poi partirai". [2] Enoc rispose a suo figlio e disse: "Ascolta, figlio, da quando il Signore mi ha unto dell'olio della sua gloria, non c'é stato cibo in me, n‚ il cibo m'é gradito, n‚ ho voglia di cibo terrestre 2.

LVII 

[1] Ma chiama i tuoi fratelli e tutta la gente della nostra casa e gli anziani del popolo, affinché io parli con loro e parta" 1. [2] Matusalemme si affrettò e chiamò i suoi fratelli Regim 2 e Ariim 3 e Achazuchan 4 e Charimion 5 e tutti gli anziani del popolo e li condusse davanti al volto di suo padre Enoc e si inchinarono a lui. Enoc li accolse e li benedisse e rispose loro dicendo:

LVIII 

[1] "Ascoltate, o figli. Ai giorni di vostro padre 1 Adamo, il Signore scese sulla terra a visitare essa e tutta la sua creazione che egli stesso aveva creato 2. [2] Il Signore chiamò tutti gli animali della terra e ogni rettile della terra e tutti gli uccelli alati e li condusse davanti al volto di vostro 3 padre Adamo, affinché desse nomi a tutti sulla terra 4. [3] Il Signore li lasciò accanto a lui e sottomise 5 a lui tutto come inferiore, al secondo posto, avendolo reso sordo 6 per tutta sottomissione e obbedienza all'uomo 7. Poiché egli ha fatto l'uomo signore di tutti i suoi possedimenti: [4] su di loro non vi sarà giudizio per ogni anima vivente, ma per l'uomo solo. [5] Per tutte le anime degli animali nel grande secolo c'é un solo posto e un solo recinto e un solo pascolo. [6] Poiché l'anima degli animali che il Signore ha creato, non sarà richiusa 8 fino al giudizio e tutte le anime accusano l'uomo. Chi pascola male l'anima degli animali commette iniquità verso la propria anima.

LIX * 

[2] Ma chi conduce un sacrificio di animali puri, é guarigione, egli guarisce la sua anima e chi porta un sacrificio di uccelli puri, é guarigione, guarisce la sua anima. [3] Tutto ciò che voi avete per cibo, legatelo per le quattro zampe, é guarigione, egli guarisce la sua anima. [4] Chi mette a morte ogni animale senza legarlo, é cattivo costume, commette iniquità verso la sua anima. [5] Chi fa del male a un animale in segreto, é cattivo costume, egli commette iniquità verso la sua anima.

LX * 

 [1] Chi fa del male a un'anima umana fa male alla sua anima e non c'é per lui guarigione 1 nei secoli. [2] Chi commette un'uccisione mette a morte la sua anima 2 e non c'é per lui guarigione nei secoli. [3] Chi spinge un uomo nella rete ci resta impigliato lui stesso: non c'é per lui guarigione nei secoli [4] e chi spinge un uomo in giudizio, il suo giudizio 3 non verrà meno nei secoli 4.

LXI 

[1] Ora dunque, o figli miei, astenete il vostro cuore da ogni ingiustizia che il Signore ha in orrore e più ancora da ogni anima vivente, quante ne ha create il Signore 1. [2] Ciò che un uomo domanda al Signore per la sua anima, così lo faccia per ogni anima viva. Perché nel grande secolo (1 bis) molti rifugi sono preparati per l'uomo, dimore molto buone, dimore cattive senza numero 2. [3] Beato chi va nelle case benedette, (poiché) nelle cattive non c'é soggiorno 3. [4] Un uomo, quando mette una parola nel (suo) cuore di portare un dono 4 davanti al volto del Signore e le sue mani non lo fanno, allora il Signore respinge il lavoro 5 delle sue mani ed egli non ottiene nulla 6. [5] Se le sue mani lo fanno 7 e il suo cuore mormora e non cessa la sofferenza del suo cuore, la sua mormorazione é senza frutto.

LXII * 

[1] Beato l'uomo che nella sua pazienza porta un dono davanti al volto del Signore, perché troverà ricompensa. [2] Un uomo quando con la sua bocca fissa un termine per portare un dono davanti al volto del Signore e lo fa, allora troverà ricompensa. Ma se adempie 1 la sua parola dopo aver passato il tempo fissato, il suo pentimento non é gradito [3] perché ogni ritardo fa scandalo.

LXIII * 

[1] Un uomo quando copre chi é nudo e dà pane all'affamato troverà ricompensa, [2] ma se il suo cuore mormora, allora egli fa una perdita e non ci sarà rimunerazione. [3] Quando il povero é sazio e il suo cuore é sprezzante, allora perde tutta la sua opera buona e non otterrà (nulla), [4] perché il Signore detesta ogni uomo sprezzante".

LXIV

[1] Accadde che quando Enoc ebbe parlato ai suoi figli e ai principi del popolo, tutto il suo popolo e tutti i suoi vicini 1 udirono che il Signore chiamava Enoc. Si consultarono tutti dicendo: "Andiamo e salutiamo Enoc". [2] Si radunarono fino a duemila 2 uomini e vennero fino al luogo Azuchan 3 dove c'erano Enoc e i suoi figli [3] e gli anziani del popolo 4. Salutarono Enoc, [4] dicendo: "Tu, benedetto (davanti) al Signore re eterno, benedici ora il tuo popolo e glorificaci (davanti) al volto del Signore 5, [5] perché il Signore ti ha scelto per porti (come) colui che toglie i nostri peccati" 6. [6] Enoc rispose al suo popolo, dicendo:

LXV * 

[1] "Ascoltate, miei figli: prima che tutte le cose fossero, prima che avesse luogo tutta la creazione, il Signore stabilì il secolo della creazione e dopo questo 1 fece tutta la sua creazione visibile e invisibile 2 [2] e dopo tutto ciò creò l'uomo secondo la sua immagine 3 e mise in lui gli occhi per vedere e le orecchie per udire e il cuore per pensare e la ragione per consigliare 4. [3] Allora il Signore liberò 5 il secolo a causa dell'uomo e lo divise in tempi 6 [4] e in ore, perché l'uomo mediti i cambiamenti dei tempi e la (loro) fine, l'inizio e la fine degli anni e dei mesi e dei giorni e delle ore e perché calcoli la morte della sua vita. 

[6] Quando avrà fine tutta la creazione che il Signore ha creato e ogni uomo andrà al grande giudizio del Signore, [7] allora i tempi periranno e non ci saranno più anni, n‚ mesi n‚ giorni e le ore non saranno più contate, [8] ma sorgerà un solo secolo. Tutti i giusti che sfuggiranno al grande giudizio del Signore si uniranno al grande secolo e il secolo insieme si unirà ai giusti e saranno eterni. [9] In essi non ci sarà più fatica n‚ dolore n‚ afflizione n‚ attesa di violenza n‚ pena n‚ notte n‚ tenebra, [10] ma avranno una grande luce per l'eternità e un muro indistruttibile e avranno un grande paradiso 7, riparo di un soggiorno eterno. [11] Beati i giusti che sfuggiranno al grande giudizio del Signore, perché i (loro) volti risplenderanno come il sole 8.

LXVI * 

[1] Or dunque, miei figli, preservate le vostre anime da ogni ingiustizia, da tutto ciò che il Signore ha odiato 1. [2] Camminate davanti al volto del Signore e servite lui solo e portate ogni offerta davanti al volto del Signore. [4] Poiché se levate lo sguardo al cielo, là c'é il Signore, poiché il Signore ha creato i cieli. Se posate lo sguardo sulla terra e sul mare e pensate alle cose sotterranee, anche là c'é il Signore, perché il Signore ha creato tutte le cose. [5] Nessuna azione sarà nascosta al volto del Signore. [6] Nella pazienza, nella dolcezza e nell'afflizione delle vostre tribolazioni, uscite da questo secolo di sofferenza". Dopo il riassunto della metafisica enochica quello della morale.

LXVII 

[1] Mentre Enoc conversava col suo popolo, il Signore mandò tenebre sulla terra e ci fu oscurità e l'oscurità coprì gli uomini che stavano con Enoc. [2] Gli angeli si affrettarono e gli angeli presero Enoc e lo innalzarono nel cielo più alto e il Signore l'accolse e lo pose davanti al suo volto nei secoli. L'oscurità si allontanò dalla terra e ci fu luce [3] e il popolo vide e comprese 1 in che modo Enoc era stato preso e glorificarono Dio e andarono nelle loro case.

LXVIII * 

[5] Matusalemme e i suoi fratelli, i figli di Enoc, si affrettarono e costruirono un altare nel luogo Azuchan di dove Enoc era stato preso [6] e presero montoni e buoi e li sacrificarono (davanti) al volto del Signore. [7] Chiamarono tutto il popolo che era venuto con loro alla letizia e il popolo portò doni ai figli di Enoc e fecero letizia e gioia per tre giorni.


LXIX

[1] Nel terzo giorno, al tempo della sera, gli anziani del popolo parlarono a Matusalemme, dicendo: "Vieni e sta' (davanti) al volto del Signore e (davanti) al volto del tuo popolo e di fronte all'altare del Signore e sarai glorificato nel tuo popolo". [2] Matusalemme rispose al suo popolo: "Oh, il Signore, Dio di mio padre Enoc, é lui stesso che si innalzerà 1 un sacerdote sul suo popolo". 

[3] Il popolo attese tutta quella notte 2 nel luogo Azuchan [4] e Matusalemme restò presso l'altare e pregò il Signore e disse: "Signore di tutto il secolo, che sei l'unico, che hai scelto nostro padre Enoc, tu, Signore rivela 3 un sacerdote per il tuo popolo e fa intendere ai cuori di temere la tua gloria e di fare tutto secondo la tua volontà". 

[5] Matusalemme si addormentò e il Signore gli apparve in una visione notturna e gli disse: "Ascolta, Matusalemme, io sono il Signore, Dio di tuo padre Enoc; ascolta la voce del tuo popolo e sta di fronte a loro e di fronte al mio altare e ti glorificherò di fronte a questo mio popolo per tutti i giorni della tua vita". 

[6] Matusalemme, levatosi dal suo sonno, benedisse colui 4 che gli era apparso. [7] Gli anziani del popolo si rivolsero il mattino a Matusalemme e il Signore Dio diresse il cuore di Matusalemme ad ascoltare la voce del popolo 5 ed egli disse loro: "Il Signore nostro Dio, ciò che é bene ai suoi occhi, lo faccia su questo suo popolo". [8] Sarsan 6, Charmis 7 e Zazas 8 e 9 gli anziani del popolo si affrettarono e avvolsero Matusalemme in una veste splendida e misero una corona brillante sul suo capo. 

[9] Il popolo si affrettò e il popolo condusse montoni e buoi e degli uccelli tutto ciò che é accuratamente scelto, a Matusalemme da sacrificare (davanti) al volto del Signore e di fronte al popolo 10. [10] Matusalemme salì al luogo di sacrificio del Signore, come la stella del mattino che si alza 11 e tutto il popolo andò al suo sèguito. [11] Matusalemme stette presso l'altare e tutto il popolo intorno all'altare. [12] Gli anziani del popolo, presi i montoni e i buoi, li legarono per le quattro zampe e li posero a capo dell'altare [13] e il popolo disse a Matusalemme: "Prendi il tuo coltello e sgozza questi (animali) accuratamente scelti (davanti) al volto del Signore". [14] Matusalemme tese le sue mani al cielo, invocò il Signore, dicendo: "Ahimé, o Signore! Chi sono io per stare a capo del tuo altare e alla testa di tutto il tuo popolo? [15] Ora, o Signore, Signore, getta lo sguardo sul tuo servo e sulla testa di tutto il tuo popolo e su tutto ciò che é stato accuratamente scelto 12 e dà la grazia al tuo servo di fronte a questo popolo perché comprenda che sei tu che hai stabilito un sacerdote per il tuo popolo". 

[16] Accadde che, mentre Matusalemme pregava, l'altare fu scosso e il coltello si sollevò dall'altare e il coltello balzò nelle mani di Matusalemme di fronte a tutto il popolo. Tutto il popolo si mise a tremare e glorificò il Signore. [17] Matusalemme fu onorato (davanti) al volto del Signore e di fronte a tutto il popolo da quel giorno. [18] Matusalemme prese e sgozzò tutto ciò che era venuto 13 dal popolo. Il popolo gioì e fu in letizia davanti al volto del Signore e al volto di Matusalemme in quel giorno [19] e poi se ne andarono nelle loro case.

LXX

[1] 1 Matusalemme da quel giorno stette a capo dell'altare e a capo di tutto il popolo. Nel 1480 2 visitò tutta la terra e ricercò tutti coloro che avevano creduto nel Signore e coloro che avevano cambiato 3 li corresse e li convertì 4 e non si trovò un uomo che si allontanasse dal volto del Signore 5 per tutti i giorni che visse Matusalemme. 

[2] Il Signore benedisse Matusalemme ed ebbe benevolenza 6 per i suoi sacrifici e per i suoi doni e per tutto il servizio che egli servì (davanti) al volto del Signore. [3] Dopo il termine dei giorni 7 di Matusalemme, il Signore gli apparve in una visione notturna e gli disse: "Ascolta, Matusalemme, io sono il Signore 8, Dio di tuo padre Enoc. Voglio che tu sappia che sono finiti i giorni della tua vita e si é avvicinato il giorno del tuo riposo. [4] Chiama Nir il secondo figlio 9 di tuo figlio Lamech e rivestilo delle tue vesti sacre e lo porrai presso il mio altare e gli dirai tutto ciò che gli avverrà nei suoi giorni. Perché si avvicinano i tempi della distruzione di tutta la terra e di ogni uomo e di tutto ciò che si muove sulla terra. [5] Poiché nei suoi giorni ci sarà un grande disordine sulla terra, perché l'uomo é diventato invidioso del suo prossimo e popolo si scaglierà contro popolo 10 e nazione solleverà guerra contro nazione, tutta la terra si riempirà di sangue e di malvagio disordine. 

[6] Per di più abbandoneranno il loro creatore e adoreranno 11 ciò che é fisso nel cielo e ciò che cammina sulla terra e le onde del mare e l'Avversario esulterà e gioirà delle loro (11 bis) opere per la mia afflizione. [7] Tutta la terra cambierà il suo ordine e ogni frutto e ogni erba cambieranno i loro tempi perché aspetteranno 12 il tempo della distruzione. E tutte le nazioni cambieranno sulla terra per la mia afflizione. [8] Allora io comanderò all'abisso: esso uscirà e si precipiterà sulla terra e i depositi delle acque celesti usciranno e si precipiteranno sulla terra in una grande materia secondo la prima materia [9] e tutta la costituzione della terra perirà e tutta la terra sarà scossa 13 e sarà privata della sua saldezza da quel giorno. [10] Allora io preserverò Noé, figlio primogenito di tuo figlio Lamech 14 e farò sorgere dal suo seme un altro mondo e il suo seme durerà nei secoli 15. 

[11] Matusalemme, levatosi dal suo sonno, si afflisse grandemente del sogno. Chiamò tutti gli anziani del popolo e raccontò tutto quanto gli aveva detto il Signore e la visione di ciò che gli era apparso dal Signore. [12] Il popolo s'afflisse della sua visione e gli rispose: "Il Signore ha il potere di fare secondo la sua volontà e ora fa tutto come il Signore ti ha detto". [13] Matusalemme chiamò Nir, il secondo figlio di Lamech e lo rivestì con le vesti del sacerdozio di fronte a tutto il popolo e lo pose a capo dell'altare e gli insegnò tutto quanto (doveva) fare tra il popolo. 

[14] Matusalemme disse al popolo: "Ecco Nir, egli sarà di fronte a voi, da questo giorno, la guida dei principi" 16. [15] Il popolo rispose a Matusalemme: "Lo sia per noi e sia la parola del Signore, come l'ha detta a te". [16] Mentre Matusalemme parlava al popolo, il suo animo si turbava e piegò le ginocchia e stese le sue mani al cielo e pregò il Signore e mentre egli pregava, il suo spirito uscì 17. [17] Nir e tutto il popolo si affrettarono e costruirono un sepolcro per Matusalemme e posero per lui l'incenso e la canna e molte cose sacre 18. [18] Nir e il popolo andarono, sollevarono il corpo di Matusalemme e lo posero nel sepolcro che gli avevano costruito e lo ricoprirono. [19] Il popolo disse: "Benedetto é stato Matusalemme (davanti) al volto del Signore e di fronte a tutto il popolo". Di là si riunirono e Nir disse al popolo: "Affrettatevi oggi, portate il montone e il toro e la tortora e la colomba, affinché sacrifichiamo (davanti) al volto del Signore e rallegratevi oggi e poi andate nelle vostre case". [20] Il popolo ascoltò Nir il sacerdote, si affrettarono e condussero (gli animali) e li legarono a capo dell'altare. [21] Nir prese il coltello del sacrificio e sacrificò (davanti) al volto del Signore. [22] Il popolo si affrettò e fece (ciò che doveva) e gioì; (davanti) al volto del Signore tutto il giorno glorificarono il Signore Dio salvatore di Nir e di fronte al popolo. Da quel giorno ci fu pace e ordine su tutta la terra nei giorni di Nir, per 202 anni 19. 

[23] Dopo questo il popolo si allontanò dal Signore e cominciarono a essere invidiosi l'uno dell'altro e popolo si sollevava contro popolo e nazione si levò in guerra contro nazione 20 [26] e ci fu grande turbolenza. Nir, il sacerdote, l'udì e si afflisse grandemente e disse nel suo cuore: "Il tempo é giunto, piaccia a Dio e la parola che il Signore ha detto a Matusalemme, padre di mio padre".



Melchisedec


LXXI

[1] Ecco, la moglie di Nir, Sofonim 1, essendo sterile non aveva generato (figli) a Nir. [2] Sofonim era al tempo della vecchiaia e nel giorno della morte e concepì nel suo grembo e Nir il sacerdote non aveva dormito con lei 2 dal giorno nel quale il Signore lo aveva posto di fronte al popolo. [3] Sofonim ebbe vergogna e si nascose tutti i giorni 3 e nessuno del popolo lo venne a sapere. 

[4] Era al giorno del parto 4 e Nir si ricordò di sua moglie e la chiamò da lui nella (sua) casa per conversare con lei. 

[5] Sofonim andò da suo marito ed ecco, era gravida al tempo del parto. [6] Vedendola, Nir si vergognò grandemente di lei e le disse: "Perché hai fatto questo, o donna, e mi hai svergognato di fronte a tutto il popolo? Ora vattene da me, va dove hai concepito la vergogna del tuo ventre, perché io non insudici le mie mani su di te e pecchi (davanti) al volto del Signore". [7] Sofonim rispose a suo marito, dicendo: "Ecco, o mio signore, il tempo della mia vecchiaia 5 e non c'é stato in me l'ardore della giovinezza 6 e non so come é stata concepita l'indecenza del mio grembo". 

[8] Nir non la credette e Nir le disse una seconda volta: "Vattene da me, perché non ti colpisca e pecchi (davanti) al volto del Signore". [9] Accadde che mentre Nir parlava a sua moglie, Sofonim cadde ai piedi di Nir e morì. [10] Nir si afflisse grandemente e disse nel suo cuore: "Le é forse successo per la mia parola?" 7. [11] E ora, misericordioso (é) il Signore eterno, perché la mia mano non é stata su di lei" 8. 

[12] Nir si affrettò e chiuse la porta della sua casa e andò da suo fratello Noé e gli raccontò tutto ciò che era successo a sua moglie. [13] Noé si affrettò verso la camera di suo fratello e l'aspetto della moglie di suo fratello (era) nella morte e il suo ventre (era) nel tempo del parto 9. [14] Noé disse a Nir: "Non essere afflitto, Nir, fratello mio, perché il Signore oggi ha coperto la nostra vergogna, perché nessuno del popolo lo sa e [15] ora affrettiamoci, seppelliamola 10 e il Signore coprirà la nostra onta". [16] Posero Sofonim su un letto, la rivestirono di vesti nere, chiusero la porta 11 e scavarono tombe in segreto. 

[17] Quando furono usciti verso la sua tomba, il fanciullo uscì dal cadavere di Sofonim ed era seduto sul letto. Noé e Nir entrarono per seppellire Sofonim e videro il fanciullo seduto presso il cadavere, che stava asciugando il suo vestito 12. [18] Noé e Nir si spaventarono molto: il fanciullo era infatti compiuto nel corpo 13, parlava con la sua bocca e benediceva il Signore.

[19] Noé e Nir lo guardarono molto, dicendo: "Questo (viene) dal Signore, fratello mio". Ed ecco il sigillo del sacerdozio (era) sul suo petto ed (era) glorioso d'aspetto.
[20] Noé disse a Nir: "Fratello, ecco che il Signore rinnova la dimora della santificazione dopo di noi".
[21] Nir e Noé si affrettarono e lavarono il fanciullo e lo rivestirono delle vesti del sacerdozio. Nir gli diede i pani benedetti 14 ed egli mangiò. E lo chiamarono col nome di Melchisedec.
[22] Noé e Nir presero il corpo di Sofonim, la svestirono delle vesti nere, lavarono il suo corpo e la vestirono di vesti luminose e scelte e le costruirono un'altra tomba.
[23] Noé, Nir e Melchisedec andarono e la seppellirono pubblicamente (e) onorevolmente. Noé disse a suo fratello: "Custodisci il fanciullo in segreto fino al tempo (favorevole), perché il popolo é diventato malvagio su tutta la terra 15 e, vedendolo, in qualche modo lo faranno morire". Noé andò al suo luogo.

[24] Ed ecco tutte le iniquità 16 su tutta la terra nei giorni di Nir.
[25] Nir si affliggeva assai più per il fanciullo, dicendo: "Che cosa farò di lui?". Tendendo le sue mani verso il cielo, Nir invocò il Signore, dicendo: "Ahimé, o Signore eterno, tutte le iniquità si sono moltiplicate sulla terra nei miei giorni e io comprendo che la nostra fine é vicina 17.
[26] Ora, Signore, che cos'é l'apparizione 18 di questo fanciullo e qual é il suo destino 19 e che cosa farò di lui, perché non sia coinvolto con noi in questa distruzione?".

[27] Il Signore udì Nir, gli apparve in una visione notturna e gli disse: "Ecco, Nir, una grande perdizione ha già avuto luogo sulla terra: non la soffrirò, n‚ la sopporterò più. Ecco, io penso di far cadere in breve giù sulla terra una grande distruzione 20;
[28] ma per il fanciullo non preoccuparti, Nir, poiché io tra poco manderò il mio arcangelo Michele 21 e prenderà il fanciullo e lo deporrà nel paradiso dell'Eden 22.
[29] Non perirà con quelli che devono perire e io l'ho mostrato e sarà il mio sacerdote dei sacerdoti nei secoli Melchisedec; io lo santificherò e lo trasformerò 23 in un grande popolo che mi santificherà".

[30] Nir, levatosi dal suo sonno, benedisse il Signore che gli era apparso, dicendo: "Benedetto il Signore Dio dei nostri padri, che non ha dato biasimo al mio sacerdozio nel sacerdozio dei miei padri, perché la tua parola ha creato un grande sacerdote nell'utero di Sofonim mia moglie.
[31] Poiché io non avevo discendenza e questo fanciullo sia al posto della mia discendenza ed egli diventerà mio figlio e tu lo conterai con i tuoi servi 24,
[32] con Sonfi e Onoch e Rusi e Milam e Seruch e Arusan, Nail ed Enoc e Matusalemme 25 e il tuo servo Nir
[33] 26 e Melchisedec sarà il capo dei sacerdoti in un'altra stirpe.
[37] So infatti che questa stirpe finirà nella confusione e che tutti periranno e Noé mio fratello sarà conservato in un'altra stirpe 27 per la procreazione e dalla sua stirpe sorgerà un popolo numeroso e Melchisedec diventerà il capo dei sacerdoti in un popolo di un regno che ti serve, o Signore.

LXXII *

[1] Accadde che quando il fanciullo ebbe terminato quaranta giorni nella dimora di Nir, il Signore disse all'arcangelo Michele 1: "Scendi sulla terra da Nir il sacerdote e prendi il fanciullo Melchisedec che é con lui e ponilo nel paradiso dell'Eden in custodia. Infatti già si é avvicinato il tempo e io lascerò andare tutte le acque sulla terra e perirà tutto ciò che c'é sulla terra
[2] e io lo rialzerò in un'altra stirpe e Melchisedec sarà il capo dei sacerdoti in quella stirpe.

[3] Michele si affrettò e volò giù di notte. Nir dormiva di notte sul suo letto e Michele, apparsogli gli disse: "Così parla il Signore a Nir: Consegnami il fanciullo che ti ho affidato".
[4] Nir non riconobbe colui che gli parlava e il suo cuore era turbato: "Il popolo, venuto a sapere del fanciullo, disse, lo prenderà e l'ucciderà? Poiché il cuore del popolo é diventato malvagio davanti al volto del Signore". Rispose a Michele e disse: "Io non ho (nessun) fanciullo e non riconosco chi parla con me".
[5] Michele gli rispose: "Non temere, Nir, io sono l'arcangelo Michele 2. Il Signore mi ha mandato ed ecco, io prenderò oggi il tuo fanciullo e andrò con lui e lo deporrò nel paradiso dell'Eden" 3.

[8] Nir si ricordò del suo primo sogno e credette e rispose a Michele: "Benedetto il Signore che ti ha mandato oggi da me e ora benedici il tuo servo Nir 4 e prendi il fanciullo e fa di lui tutto ciò che ti é stato detto".
[9] Gabriele prese il fanciullo Melchisedec quella notte sulle sue ali e lo depose nel paradiso dell'Eden.
[10] Nir si levò il mattino e andò in casa e non trovò il fanciullo 5. Nir ne ebbe gioia e afflizione 6 grandemente, perché aveva il fanciullo al posto di un figlio. 

LXXIII * 

Al nostro Dio gloria sempre e adesso e ognora e nei secoli dei secoli. Amen.

------------------------
 Approfondimenti:  ENOC  e  MELCHISEDEC


AMDG et BVM

La beata vergine Maria bambina

Natività di Maria 
manoscritto di Chartres 


[1, 1] La beata vergine e gloriosa sempre vergine Maria di stirpe regale e della famiglia di David, nacque a Nazaret e fu allevata a Gerusalemme nel tempio del Signore. Suo padre si chiamava Gioacchino e la madre Anna. La famiglia paterna era della Galilea e della città di Nazaret, la materna invece era di Betlemme. 

[2] La loro vita era semplice e retta davanti a Dio, irreprensibile e pia davanti agli uomini. Divisero in tre parti ogni loro proprietà: una parte la devolvevano al tempio e ai servitori del tempio; la seconda parte la davano ai pellegrini e ai poveri; la terza parte la riservavano al proprio uso e a quello della loro famiglia. 

[3] Costoro così cari a Dio e pii verso gli uomini, per circa vent'anni si mantennero in un matrimonio casto, senza procreazione di figli. Fecero però voto che, qualora Dio avesse loro concesso discendenza, l'avrebbero offerta al servizio del Signore: in occasione delle festività, solevano perciò frequentare il tempio del Signore ogni anno. 

[2, 1] Ed avvenne che, per la festa della dedicazione del tempio, Gioacchino salì a Gerusalemme con alcune persone della sua stessa tribù. In quel tempo il pontefice si chiamava Isascar. Vedendo che tra tutti i suoi concittadini c'era anche Gioacchino con la sua offerta, lo disprezzò e disdegnò i suoi doni, domandandogli come mai egli, infecondo, osava stare con persone feconde; e dicendogli che i suoi doni non potevano essere degni di Dio, dato che lo aveva giudicato indegno di avere prole e la Scrittura afferma che in Israele è maledetto chiunque non ha generato un maschio o una femmina. Lo assicurava dunque che prima doveva essere assolto da questa maledizione a proposito della mancanza di discendenza, e poi avrebbe potuto presentarsi davanti al Signore con le offerte. 

[2] Onde, pieno di grande vergogna, Gioacchino se ne andò nei suoi pascoli con i pastori che custodivano il bestiame: né volle più ritornare a casa per tema di essere oggetto di vergogna davanti a quelli della sua tribù che erano stati con lui e avevano udito quanto era stato detto dal sacerdote. 

[3, 1] Trovandosi là, un giorno che era solo, l'angelo del Signore gli si presentò con una grande luce. Mentre, a questa vista, si era spaventato, l'angelo del Signore gli si manifestò e fugò la sua paura, dicendo: "Non temere, Gioacchino, e non turbarti alla mia vista. Io infatti sono l'angelo del Signore, egli mi ha mandato da te per annunziarti che le tue preghiere sono state esaudite e le tue elemosine sono salite al suo cospetto. Ha ben visto la tua vergogna e ha udito come ingiustamente ti sia stato rinfacciato il disonore della sterilità. Dio è vindice del peccato, non della natura. Perciò quando chiude l'utero di qualche persona, è per aprirlo poi in una maniera più mirabile e si riconosca così che ciò che nasce non è effetto di libidine, ma di dono divino. 

[2] Sara, prima della vostra stirpe, non rimase forse infeconda fino all'ottantesimo anno? E poi nell'ultimo periodo della sua vecchiaia generò Isacco, al quale era stata riservata la benedizione per tutte le genti. Anche Rachele, così gradita a Dio e così amata dal santo Giacobbe, fu sterile per lungo tempo e poi generò Giuseppe, signore dell'Egitto: non solo, ma anche liberatore di molte genti dalla fame. Tra i capi, chi fu più forte di Sansone o più santo di Samuele? Eppure tutti e due ebbero madre sterile. Se dunque non sei persuaso dalle mie parole, credi davanti ai fatti che le concezioni protratte a lungo e i parti sterili sono sempre i più mirabili. 

[3] Or dunque, Anna, tua moglie, ti partorirà una figlia alla quale porrai il nome Maria: come avete fatto voto, dalla sua infanzia sarà consacrata al Signore e sarà riempita di Spirito santo fin dall'utero materno. Non mangerà né berrà alcunché di immondo, né passerà la sua vita nella piazza tra le folle popolari ma nel tempio del Signore, né di lei si potrà mai dire o sospettare qualcosa di sinistro. Col progredire dell'età, come essa nascerà miracolosamente da una sterile, così, in una maniera incomparabile, restando vergine genererà il figlio dell'Altissimo, che sarà chiamato Gesù e, secondo l'etimologia del nome, sarà il salvatore di tutte le genti. 

[4] Questo sarà il segno della verità di quanto ti annunzio: quando giungerai in Gerusalemme alla porta aurea, ti verrà incontro tua moglie Anna che, mentre ora è impensierita per il tuo procrastinato ritorno, allora ti si presenterà davanti allegra". Detto questo, l'angelo si allontanò da lui. 

[4, 1] Apparve poi a sua moglie Anna, dicendo: "Non temere, Anna, e non pensare che quanto vedi sia un fantasma. Io sono infatti quell'angelo che offrì al cospetto di Dio le vostre preghiere ed elemosine, ed ora sono stato inviato a voi per annunziarvi la prossima nascita di una figlia che, chiamata Maria, sarà benedetta al di sopra di tutte le donne. Piena della grazia del Signore fin dalla sua nascita, resterà nella casa paterna per i tre anni dello slattamento. Dopo, vivrà consacrata al servizio del Signore e non abbandonerà il tempio fino a quando avrà raggiunto l'età della discrezione, servendo Dio giorno e notte con digiuni e preghiere: si asterrà da ogni cosa immonda, non conoscerà mai uomo, unica e senza precedente esempio, senza macchia, senza corruzione, senza unione con uomo, lei, vergine, genererà un figlio, lei, ancella, genererà il Signore che con la sua grazia, il suo nome e la sua opera sarà il salvatore del mondo. 

[2] Alzati, dunque, sali a Gerusalemme e, giunta alla porta detta aurea perché è dorata, in segno della verità di quanto ho detto, tu troverai tuo marito che ti viene incontro e per la salute del quale sei in pensiero. Quando avverranno queste cose, sappi che si avvereranno senza dubbio alcuno le cose che ti ho annunziato". 

[5, 1] Dunque, conforme all'ordine dell'angelo, entrambi si mossero dal luogo in cui si trovavano e salirono a Gerusalemme: giunti al luogo designato dal vaticinio angelico, andarono incontro l'un l'altro. Lieti allora della reciproca visione e sicuri della promessa di prole, ringraziarono il Signore che dà sollievo agli umili. 

[2] Dopo aver adorato il Signore, se ne ritornarono a casa sicuri e allegri aspettando la realizzazione della promessa divina. E Anna concepì e generò una figlia, e  secondo l'ordine dell'angelo  i suoi genitori la chiamarono Maria. 

[6, 1] Trascorso il periodo di tre anni e finito il tempo dello svezzamento, condussero la vergine al tempio del Signore con delle oblazioni. In conformità dei quindici salmi graduali, il tempio aveva quindici gradini: essendo il tempio posto su una collina, l'altare degli olocausti, che era fuori, non si poteva raggiungere che salendo i gradini. 

[2] Su uno di questi i genitori posero la beata vergine Maria bambina. Mentre si svestivano degli abiti che avevano indossati e puliti, la vergine del Signore salì così bene i gradini senza una mano che la conducesse e alzasse che, almeno in questo, l'avresti creduta in età matura. Il Signore faceva già cose grandi durante l'infanzia della sua vergine, e il suo straordinario futuro aveva un indizio in questo miracolo. 

[3] Offerto dunque il sacrificio prescritto dalla legge e adempiuto il voto, lasciarono la vergine tra le mura del tempio con altre vergini affinché fosse formata, e se ne ritornarono a casa. 

[7, 1] La vergine poi col progredire dell'età progrediva anche nelle virtù e, come afferma il salmista, padre e madre l'avevano abbandonata: il Signore però, l'ha presa con sé. Ogni giorno, infatti, era visitata dagli angeli, ogni giorno godeva della visione divina che la custodiva lontano da ogni male e la faceva sovrabbondare di ogni bene. Giunse così fino all'età di quattordici anni senza che i cattivi potessero pensare di lei alcunché di reprensibile, non solo, ma tutti i buoni che conoscevano la sua vita e il suo comportamento la giudicavano degna di ammirazione. 

[2] Il pontefice, allora, soleva annunziare pubblicamente che le vergini, custodite ufficialmente nel tempio, una volta raggiunta questa età se ne ritornassero a casa affinché, secondo l'uso comune e la maturazione dell'età, si interessassero al matrimonio. A questo annunzio tutte le altre si prostrarono obbedienti, soltanto la vergine del Signore, Maria, rispose di non poter fare ciò, affermando che i suoi genitori l'avevano dedicata al servizio del Signore e che lei aveva fatto voto al Signore della sua verginità e non aveva intenzione di violarlo unendosi, nel solito modo, a un uomo. Il pontefice angustiato, perché non riteneva che si potesse infrangere il voto, dato che la Scrittura dice: fate voti e manteneteli, né giudicava opportuno introdurre un costume inconsueto tra il popolo, ordinò che alla prossima festività si presentassero tutti gli uomini di Gerusalemme e delle località vicine per consigliarlo e vedere insieme che cosa si doveva fare in una questione così dibattuta. 

 [3] Ciò fatto, il giudizio comune di tutti fu di interrogare il Signore in proposito. Mentre tutti pregavano, il pontefice entrò, come d'abitudine, a consultare il Signore. E subito, mentre tutti ascoltavano, si udì una voce venire dall'oracolo e dal luogo del propiziatorio: essa affermava che, secondo il vaticinio di Isaia, si doveva cercare una persona alla quale affidare e sposare la vergine. Come è ben noto, Isaia dice: "Un rampollo uscirà dal tronco di Iesse, un fiore spunterà dalle sue radici. Su di lui riposerà lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di pietà, e lo spirito del timore del Signore lo riempirà". 

[4] Dunque, in base a questa profezia, ordinò che, tutti quelli che erano del casato della famiglia di David e avevano l'età matrimoniale, ma non erano ancora coniugati, portassero le loro verghe all'altare. Quello la cui verga avrebbe germinato un fiore e sulla sua cima sarebbe disceso lo spirito del Signore sotto forma di colomba, sarebbe stato il prescelto a cui affidare la vergine e al quale doveva sposarsi. 

[8, 1] Tra gli altri, c'era anche Giuseppe della stirpe e della famiglia di David, uomo di età avanzata. Ma mentre tutti, secondo l'ordine ricevuto, portarono la loro verga, solo Giuseppe sottrasse la propria. Non essendo apparso nulla di conforme alla voce divina, il pontefice ritenne di dovere consultare nuovamente Dio, il quale rispose che proprio colui che era stato designato a dovere sposare la vergine, lui solo non aveva portato la sua verga. Così Giuseppe fu scoperto. Portò la sua verga, e sulla cima si posò una colomba discesa dal cielo. Fu allora a tutti evidente che a lui doveva essere sposata la vergine. [2] Si celebrarono dunque gli sponsali, secondo la consuetudine, ed egli si ritirò poi nella città di Betlemme per preparare la sua casa e procurare tutte le cose necessarie alle nozze. La vergine del Signore, Maria, accompagnata da altre sette vergini sue coetanee e compagne che le erano state date dal sacerdote, ritornò a casa dei suoi genitori, in Galilea. 

[9, 1] In questi giorni, e cioè nel primo tempo del suo arrivo in Galilea, fu mandato a lei da Dio l'angelo Gabriele per annunziarle il concepimento del Signore e esporle il modo e l'ordine in cui si doveva svolgere la concezione. Entrato da lei, riempì di gran luce la camera in cui si trovava, e la salutò molto amabilmente dicendo: "Salve, Maria, vergine grandissima del Signore, vergine piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu tra tutte le donne, benedetta tu tra tutti gli uomini che finora sono nati". 

[2] La vergine, che ben conosceva gli esseri angelici, era familiare al volto e alla luce celeste, non ebbe timore dell'apparizione angelica ne della grandezza dello splendore, si turbò soltanto alle sue parole. Prese quindi a riflettere che cosa volesse significare questo saluto così insolito, che cosa preannunciasse e quale scopo avesse. L'angelo, ispirato divinamente, intervenne rispondendo a questa riflessione: "Non temere, Maria Ä le disse Ä quasi che questo saluto celi qualcosa di contrario alla tua castità. Hai, infatti, trovato grazia presso il Signore, poiché scegliesti la castità. Quindi concepirai vergine, senza peccato, e partorirai un figlio. 

[3] Questi sarà grande poiché dominerà da mare a mare e dal fiume fino al termine della terra. Sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, poiché colui che nasce umile sulla terra, regna sublime in cielo. A lui il Signore Dio darà il trono di David, suo padre, e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà più fine. Egli, infatti, è il re dei re e il signore di coloro che dominano. Il suo regno durerà nei secoli dei secoli". 

[4] A queste parole dell'angelo, la vergine, non per incredulità, ma volendo conoscere il modo, disse: "Come può avvenire questo? Dato che, secondo il mio voto, io non conoscerò mai uomo, come posso generare senza l'ausilio del seme virile?". A questo, l'angelo rispose: "Non pensare, Maria, di concepire in modo umano. Concepirai restando vergine, senza unione maritale, vergine partorirai, vergine allatterai. Lo Spirito santo verrà, infatti, sopra di te, e la forza dell'Altissimo ti coprirà sotto la sua ombra contro tutti gli ardori della libidine: quindi quanto nascerà da te sarà l'unico santo, perché unico concepito senza peccato, e si chiamerà Figlio di Dio". Allora Maria stese le sue braccia, elevò gli occhi al cielo, e disse: "Ecco, l'ancella del Signore, non sono infatti degna di essere chiamata con il nome di signora, avvenga in me quanto hai detto". 

 [5] Lungo sarebbe, e per alcuni anche tedioso, se in questo opuscolo volessimo inserire quanto abbiamo letto che ha preceduto o seguito la natività del Signore. Omettiamo dunque quanto è scritto sufficientemente nel vangelo e passiamo a raccontare ciò che è stato narrato meno chiaramente. 

[10, 1] Giuseppe dunque, andando dalla Giudea alla Galilea, intendeva prendere in moglie la vergine con la quale si era fidanzato. Erano già passati tre mesi dal tempo in cui erano stati celebrati gli sponsali, e stava per compiersi anche il quarto mese. Intanto, a poco a poco era cresciuto l'utero della gestante e incominciò ad apparire come tale. Ciò non poteva restare occulto a Giuseppe. Egli, infatti, avvicinandola più liberamente, come si suole fare tra sposi, e intrattenendosi più familiarmente con lei, si accorse che era incinta. Incominciò allora a riscaldarsi l'animo e a agitarsi ignorando qual era la cosa essenziale da fare. Essendo giusto, non voleva esporla a pubblico discredito; né, essendo pio, voleva infamarla con il sospetto di fornicazione. Pensava dunque di sciogliere il matrimonio e ripudiarla in segreto. 

[2] Mentre rifletteva su queste cose, l'angelo del Signore gli apparve in sonno, dicendo: "Giuseppe, figlio di David, non temere! Cioè, non avere alcun sospetto di fornicazione a proposito della vergine, non pensare alcunché di sinistro, e non avere paura a prenderla in moglie. Ciò che in lei è nato e ora angustia il tuo cuore, non è opera d'uomo ma dello Spirito santo. Unica vergine tra tutte le vergini partorirà il Figlio di Dio al quale darai nome Gesù, cioè salvatore. Poiché egli salverà il suo popolo dai suoi peccati". 

[3] Secondo l'ordine dell'angelo, Giuseppe prese in moglie la vergine ma non la conobbe procurando solo di custodirla castamente. Approssimandosi ormai il nono mese, Giuseppe prese la moglie con tutte le cose, necessarie, e si diresse alla città di Betlemme, suo luogo d'origine. Mentre erano là, si compirono i giorni della sua maternità, e generò il suo figlio primogenito, come insegnano i santi evangelisti, il Signore nostro Gesù Cristo che con il Padre e lo Spirito santo vive e regna, Dio per tutti i secoli dei secoli

AVE MARIA!

lunedì 12 settembre 2016

Dignáre, Dómine, die isto * sine peccáto nos custodíre. Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri. Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, * quemádmodum sperávimus in te. In te, Dómine, sperávi: * non confúndar in ætérnum. // Degnati, o Signore, di preservarci * in questo giorno dal peccato. Abbi pietà di noi, o Signore, * abbi pietà di noi. Scenda sopra di noi la tua misericordia, * come abbiamo sperato in te. Ho sperato in te, o Signore: * non sarò confuso in eterno.

...et nomen Vírginis María
Lettura 3
Il santo nome della vergine Maria, che significa stella del mare, si adatta perfettamente alla vergine Madre. 


Essa infatti, molto giustamente, è paragonata ad una stella perché come la stella emette la sua luce senza alterarsi minimamente, così la Vergine ha dato alla luce un figlio senza pregiudizio della sua verginità. 

E come la luce emessa non toglie nulla allo splendore della stella, così il Figlio non toglie nulla all'integrità della Vergine. 

Lei è dunque quella nobile stella sorta da Giacobbe, posta necessariamente al di sopra di questo mare, grande e profondo splendente per i suoi meriti, luminosa per i suoi esempi. 

O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti sballottato tra burrasche e tempeste, anziché appoggiato sulla terra, non allontanare lo sguardo dalla luce di questa stella. 

Pensa a Maria, invoca Maria, in modo da sperimentare in te stesso quanto giustamente fu detto : « E il nome della vergine era Maria ». 

Questo dolcissimo nome da molto tempo era onorato con speciale devozione in alcune parti del mondo cristiano. 

Il sommo pontefice Innocenzo XI, dopo la grande vittoria riportata a Vienna, in Austria, sul crudelissimo sultano dei Turchi, che minacciava di soggiogare i popoli cristiani, a perenne ricordo di un così grande beneficio, stabilì che si celebrasse ogni anno, in tutta la Chiesa, la festa del santissimo nome di Maria.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
Orazione {dal Proprio dei Santi} 
V. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga fino a Te. 
Preghiamo
Concedi, Dio onnipotente, che i tuoi fedeli, i quali si rallegrano del nome e della protezione della santissima Vergine Maria, siano liberati, per la sua amorevole intercessione, da tutti i mali in terra, e meritino di giungere ai gaudi eterni nel cielo.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
Chi mangia di me, avrà ancor fame; 
chi beve di me, avrà ancor sete. 
Chi mi ascolta, non patirà vergogna; 
chi agisce con me, non peccherà; 
chi mi fa conoscere, avrà la vita eterna.
Eccli 24,30-31
Latine
Lectio 3
Venerábile Vírginis Maríæ nomen, quod interpretátum maris stella dícitur, Matri Vírgini valde conveniénter aptátur. 


Ipsa namque aptíssime síderi comparátur, quia, sicut sine sui corruptióne sidus suum emíttit rádium, sic absque sui læsióne Virgo parturívit Fílium. 

Nec síderi rádius suam mínuit claritátem, nec Vírgini Fílius suam integritátem. 

Ipsa est ígitur nóbilis illa stella ex Iacob orta, super hoc mare magnum et spatiósum necessário subleváta, micans méritis, illústrans exémplis. 

O quisquis te intélligis in huius sæculi proflúvio magis inter procéllas et tempestátes fluctuáre, quam per terram ambuláre, ne avértas óculos a fulgóre huius síderis. 

Maríam cógita, Maríam ínvoca, ut sic in temetípso experiáris, quam mérito dictum sit: Et nomen Vírginis María. 

- Quod quidem dulcíssimum nomen, iamprídem in quibúsdam christiáni orbis pártibus speciáli ritu cultum, Innocéntius undécimus Románus Póntifex, ob insígnem victóriam de immaníssimo Turcárum tyránno, cervícibus pópuli christiáni insultánte, Viénnæ in Austria partam, et in perénne tanti benefícii monuméntum, in Ecclésia universáli síngulis annis celebrári præcépit.

V. Tu autem, Dómine, miserére nobis.
R. Deo grátias.

Oratio  
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
Orémus
Concede, quaesumus, omnipotens Deus: ut fideles tui, qui sub sanctissimae Virginis Mariae Nomine et protectione laetantur; eius pia intercessione a cunctis malis liberentur in terris, et ad gaudia aeterna pervenire mereantur in caelis.

Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
R. Amen.

AVE MARIA PURISSIMA!

SANCTISSIMI NOMINIS MARIAE

Die 12 Septembris

SANCTISSIMI NOMINIS MARIAE

Duplex majus

Introitus Ps. 44, 13, 15 et 16
VULTUM tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: adducéntur Regi vírgines post eam: próximae ejus adducéntur tibi in laetítia et exsultatióne. Ps. ibid., 2 Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. V/. Glória Patri.


Oratio

CONCÉDE, quaésumus, omnípotens Deus: ut fidéles tui, qui sub sanctíssimae Vírginis Maríae Nómine et protectióne laetántur ; ejus pia intercessióne, a cunctis malis liberémur in terris, et ad gáudia aetérna perveníre mereántur in caelis. Per Dóminum.


Léctio libri Sapiéntiae

Eccli. 24, 23-31

EGO quasi vitis fructificávi suavitátem odóris: et flores mei, fructus honóris et honestátis. Ego mater pulchrae dilectiónis, et timóris, et agnitiónis, et sanctae spei. In me grátia omnis viae et veritátis: in me omnis spes vitae et virtútis. Transíte ad me, omnes qui concupíscitis me, et a generatiónibus meis implémini. Spíritus enim meus super mel dulcis, et heréditas mea super mel et favum. Memória mea in generatiónes saeculórum. Qui edunt me, adhuc esúrient: et qui bibunt me, adhuc sítient. Qui audit me, non confundétur: et qui operántur in me, non peccábunt. Qui elúcidant me, vitam aetérnam habébunt.

Graduale Benedícta et venerábilis es, Virgo María: quae sine tactu pudóris invénta es mater Salvatóris. V/. Virgo Dei Génitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo.
Allelúja , allelúja. V/. Post partum, Virgo, invioláta permansísti: Dei Génitrix, intercéde pro nobis. Allelúja.

+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam

Luc. 1, 26-38

IN illo témpore: Missus est Angelus Gábriel a Deo in civitátem Galilaéae, cui nomen Názareth, ad Vírginem desponsátam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Vírginis María. Et ingréssus Angelus ad eam, dixit: Ave, grátia plena: Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus. Quae cum audísset, turbáta est in sermóne ejus: et cogitábat qualis esset ista salutátio. Et ait Angelus ei: Ne tímeas, María, invenísti enim grátiam apud Deum: ecce concípies in útero, et páries fílium, et vocábis nomen ejus Jesum. Hic erit magnus, et Fílius Altíssimi vocábitur, et dabit illi Dóminus Deus sedem David patris ejus: et regnábit in domo Jacob in aetérnum, et regni ejus non erit finis. Dixit autem María ad Angelum: Quómodo fiet istud, quóniam virum non cognósco ? Et respóndens Angelus, dixit ei: Spíritus Sanctus supervéniet in te, et virtus Altíssimi obumbrábit tibi. Ideóque et quod nascétur ex te Sanctum, vocábitur Fílius Dei. Et ecce Elísabeth cognáta tua, et ipsa concépit fílium in senectúte sua: et hic mensis sextus est illi, quae vocátur stérilis: quia non erit impossíbile apud Deum omne verbum. Dixit autem María: Ecce ancílla Dómini, fiat mihi secúndum verbum tuum.

Credo.

Offertorium Luc. 1, 28 et 42 Ave, María, grátia plena: Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui.

Secreta

TUA, Dómine, propitiatióne, et beátae Maríae semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque praeséntem haec oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem. Per Dóminum.

Praefatio de beata Maria Virgine Et te in Festivitáte.

Communio Beáta víscera Maríae Vírginis, quae portavérunt aetérni Patris Fílium.

Postcommunio

SUMPTIS, Dómine, salútis nostrae subsídiis: da, quaésumus, beátae Maríae semper Vírginis patrocíniis nos ubíque prótegi ; in cujus veneratióne haec tuae obtúlimus majestáti. Per Dóminum.

AMDG et BVM