mercoledì 13 maggio 2015

Preghiera a Maria Bambina

Preghiera a Maria Bambina


<< O graziosa Bambina
nella felice tua nascita hai rallegrato il Cielo, 
consolato il mondo, atterrito l'inferno; 

hai recato sollievo ai caduti, conforto ai mesti, 
salute ai malati, la gioia a tutti, 

Ti supplichiamo: 

rinasci spiritualmente in noi, 
rinnova il nostro spirito a servirti; 
riaccendi il nostro cuore ad amarTi, 
fà fiorire in noi quelle virtù 
con le quali possiamo sempre più piacerTi. 

"Così potremo ricevere lo Spirito Santo 
che scende su di noi 
e divenire in questo modo testimoni di Cristo 
fino agli estremi confini della terra, 
come coloro che uscirono dal Cenacolo di Gerusalemme 
nel giorno di Pentecoste". 

O grande piccina Maria, sii per noi "Madre", 
conforto negli affanni, speranza nei pericoli, 
difesa nelle tentazioni, 
salvezza nella morte. Amen! >>

San Giovanni Paolo II


Festa della Madonna di Fatima, Mater Misericordiae


Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua Misericordia.

martedì 12 maggio 2015

Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio

Santi Nereo, Achilleo e Pancrazio

Santi Nereo, Achilleo e Pancrazio

Nome: Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio
Titolo: Martiri
Ricorrenza: 12 maggio



Sono tre martiri gloriosi, molto venerati dal popolo cristiano.

Da un frammento dell'epigrafe composta dal Papa S. Damaso e posta sulla tomba dei martiri si sa che i primi due erano pretoriani di Nerone ed eseguivano le uccisioni che il tiranno loro imponeva. Dice l'epigrafe: « Nereo ed Achilleo martiri si erano ascritti alla milizia ed esercitavano l'ufficio crudele di attendere gli ordini del tiranno, pronti ad eseguirli, perché il terrore ve li costringeva. Miracolo della fede! Essi depongono all'istante il furore, si convertono, abbandonano il campo dello scellerato loro duce, gettano via gli scudi e le corazze, i dardi insanguinati e confessano la fede di Cristo, si rallegrano di testimoniare il trionfo... Apprendete quanto possa la gloria di Cristo! ».

I loro atti ci dicono che furono convertiti da S. Pietro: difatti i pretoriani ebbero più volte relazioni con gli Apostoli. Probabilmente il martire Nereo è quello stesso che S. Paolo nella lettera ai Romani (c. XXI, 15) dice di salutare.

Appena convertiti, dal servizio dall'imperatore passarono a quello di Flavia Domitilla, nobile vergine romana, nipote del console Flavio Clemente, anch'egli martire per la fede e parente dell'imperatore Domiziano. E con essa i due dopo le faccende domestiche s'intrattenevano nella preghiera e in discorsi spirituali.

Scoperti cristiani, furono mandati in esilio con la nobile loro padrona nell'isola di Ponza, ove continuarono la pratica della penitenza e della preghiera. Si fabbricarono tre cellette in attesa del martirio che presentivano non lontano.

Salito al trono Traiano, questi richiamò a Roma molti cristiani esiliati da Domiziano, tra cui S. Domitilla e Nereo ed Achilleo suoi domestici, per costringerli a sacrificare agli dei. Ma la matrona romana e i due servi ricusarono. Perciò furono condannati e subirono il martirio a Terracina. I loro corpi furono trasportati nel cimitero della via Ardeatina a mezzo miglio da Roma nei possedimenti di Flavia Domitilla.

S. Pancrazio, altro glorioso martire che la Chiesa oggi festeggia, nacque nella Frigia da nobili genitori. Quando la famiglia venne a Roma, egli contava quattordici anni e ben presto fu istruito e battezzato nella nostra fede.

Scoperto quale cristiano, subì con entusiasmo il martirio sotto Domiziano. Il suo corpo venne seppellito dalla matrona romana Ottavilla in un suo campo sulla via Aurelia dove sorge la chiesa intitolata al suo nome.

Il culto di S. Pancrazio si estese molto anche fuori di Roma e in suo onore sorsero nella città eterna due monasteri. Nel Medio Evo vigeva l'uso di pronunziare i giuramenti solenni sulla tomba di questo Santo perché la sua innocenza, consacrata dal martirio, ne garantisse la veracità.

PRATICA. Dice S. Gregorio Magno in un panegirico: «Questi santi... hanno disprezzato il mondo perchè aspiravano a beni migliori ed eterni». Imitiamoli se vogliamo giungere alla 

PREGHIERA. La confessione dei tuoi santi martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio, deh! Signore, ti riesca gradita e ci renda degni del tuo servizio.

domenica 10 maggio 2015

L’orazione illumina l’intelletto con la chiarezza della luce di Dio e scalda il cuore al calore dell’amore celeste


NECESSITA’ DELL’ORAZIONE
  1. Poiché l’orazione illumina l’intelletto con la chiarezza della luce di Dio e scalda il cuore al calore dell’amore celeste, nulla l’eguaglia nel purificare l’intelletto dall’ignoranza e il cuore dagli affetti disordinati; è un’acqua di benedizione che fa rinverdire e rifiorire le piante dei nostri buoni desideri, monda le anime dalle imperfezioni e attenua nei cuori l’ardore delle passioni.
  2. Ma più di ogni altra, ti consiglio l’orazione mentale, che impegna il cuore a meditare sulla vita e la passione di Nostro Signore: se Lo contempli spesso nella meditazione, il cuore e l’anima ti si riempiranno di Lui; se consideri il suo modo di agire, prenderai le sue azioni a modello delle tue. E’ Lui la luce del mondo: è dunque in Lui, da Lui e per mezzo di Lui che possiamo essere illuminati e trovare la chiarezza; è l’albero del desiderio all’ombra del quale dobbiamo rinfrescarci; è la fontana viva in Giacobbe che lava tutte le nostre iniquità
    I bambini, a forza di ascoltare le mamme e balbettare dietro loro, imparano la loro lingua; avverrà lo stesso per noi se ci terremo vicino al Salvatore con la meditazione: osservando le sue parole, le sue azioni e i suoi affetti, impareremo, con il suo aiuto, a parlare, agire e volere come Lui.
    Fermiamoci qui, o Filotea, e credimi: non possiamo raggiungere il Padre che passando per questa porta; come il vetro di uno specchio non potrebbe chiudere la nostra visuale se dietro non fosse ricoperto di stagno o di piombo, allo stesso modo, la divinità non potrebbe essere da noi contemplata in questo mondo, se non si fosse unita alla sacra umanità del Salvatore, la cui vita e morte costituisce il soggetto più adatto, piacevole, dolce e utile che ci sia dato per la meditazione ordinaria. Non per nulla il Salvatore si chiama il pane disceso dal cielo; come il pane può essere mangiato con ogni sorta di vivande, così il Salvatore può essere meditato, considerato e cercato in tutte le nostre orazioni e azioni.
    Molti autori hanno utilmente suddiviso la Vita e la Morte di Nostro Signore in molti punti per favorirne la meditazione.
  3. Ogni giorno consacra all’orazione un’ora prima del pranzo, perché lo spirito sarà più libero e più fresco per il riposo della notte. Mai più di un’ora, se non per espresso consiglio del tuo padre spirituale.
  4. Se ti è possibile, compi questo esercizio in chiesa; vi troverai comodità e discreta tranquillità, perché quivi né il padre, né la madre, né la moglie, né il marito, né qualunque altro può impedirti di rimanere in pace per un’ora, mentre a casa, con tutti gli impegni, sarebbe problematico trovare modo di essere lasciati in pace per un’ora.
  5. Inizia ogni orazione, sia mentale che vocale, mettendoti alla presenza di Dio; mantienti fedele a questo principio senza eccezioni, e, in breve, ti accorgerai del profitto che te ne viene.
  6. Se mi ascolti, dirai il Padre nostro, l’Ave Maria e il credo in latino; ma imparerai nella tua lingua il significato delle parole che dici, affinché pur dicendole nel linguaggio comune della Chiesa, tu sia in grado di assaporare il senso meraviglioso e delizioso di queste preghiere che devono essere dette concentrando profondamente la mente sul loro significato, provocando reazione nei tuoi affetti; non andare in fretta per dirne molte, ma studiati piuttosto di dire quelle che dici con il cuore. Un solo Padre nostro, detto con sentimento, vale più di molti recitati in fretta e di corsa.
  7. Dire il Rosario è un modo molto utile di pregare, purché tu sappia dirlo: per questo devi avere qualche libretto che te lo insegni. E’ cosa buona dire anche le Litanie del Signore, della Madonna, dei Santi e tutte le altre preghiere che puoi trovare nei Manuali approvati e nel libro delle Ore; ma a un patto: se hai il dono dell’orazione mentale, conservale il primo posto; e ricordati che, se dopo quella, o a causa degli affari o per altri motivi, non puoi fare preghiere vocali, non devi preoccupartene. Accontentati di dire, prima e dopo la meditazione, il Padre nostro, l’Ave Maria e il Credo.
  8. Se mentre sei impegnata nell’orazione vocale, senti il cuore attirato all’orazione interiore o mentale, non resistere, lascia dolcemente scivolare il tuo spirito e non darti pensiero perché non hai finito le orazioni vocali che ti eri proposta; l’orazione mentale compiuta al loro posto è più gradita a Dio e più utile alla tua anima. Faccio eccezione per l’Ufficio divino, se sei tenuta a dirlo; in tal caso si tratta di un dovere da compiere.
  9. Se ti dovesse capitare di trascorrere tutta la mattinata senza fare orazione mentale a causa degli affari o di qualche altro motivo (però fa il possibile perché questo non capiti mai), rimedia al pomeriggio, possibilmente lontano dai pasti, perché se dovessi fare orazione in piena digestione, finiresti per assopirti e oltretutto recheresti anche danno alla salute.
    Che se poi non riesci a fare orazione nemmeno nel corso di tutta la giornata, rimedia al vuoto moltiplicando le orazioni giaculatorie, leggendo qualche passo di un libro di devozione, facendo qualche penitenza che elimini il difetto e prendi una ferma risoluzione di rimetterti in carreggiata il giorno dopo.