lunedì 9 febbraio 2015

Dominica in Sexagesima ~ II. classis Sancta Missa


Dominica in Sexagesima ~ II. classis

Sancta Missa

Ante Missam


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Incipit
Sacerdos paratus cum ingreditur ad Altare, facta illi debita reverentia, signat se signo crucis a fronte ad pectus, et clara voce dicit:
In nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti. Amen.
2
Inizio
Il Sacerdote pronto quando entra all'Altare, fatta ivi la debita reverenza, si segna con il segno di croce dalla fronte al petto, e dice ad alta voce:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
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Deinde, iunctis manibus ante pectus, incipit Antiphonam:
S. Introíbo ad altáre Dei.
M. Ad Deum, qui lætíficat iuventútem meam.
Postea alternatim cum Ministris dicit sequentem
Ps. 42, 1-5.
S. Iúdica me, Deus, et discérne causam meam de gente non sancta: ab hómine iníquo et dolóso érue me.
M. Quia tu es, Deus, fortitudo mea: quare me reppulísti, et quare tristis incédo, dum afflígit me inimícus?
S. Emítte lucem tuam et veritátem tuam: ipsa me deduxérunt, et adduxérunt in montem sanctum tuum et in tabernácula tua.
M. Et introíbo ad altáre Dei: ad Deum, qui lætíficat iuventútem meam.
S. Confitébor tibi in cíthara, Deus, Deus meus: quare tristis es, ánima mea, et quare contúrbas me?
M. Spera in Deo, quóniam adhuc confitébor illi: salutáre vultus mei, et Deus meus.
S. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
M. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper: et in saecula sæculórum. Amen.
Sacerdos repetit Antiphonam:
S. Introíbo ad altáre Dei.
M. Ad Deum, qui lætíficat iuventútem meam.
3
Quindi, con le mani giunte davanti al petto, comincia l'Antifona:
S. Mi accosterò all'altare di Dio.
M. A Dio che dà letizia alla mia giovinezza.
Alternandosi con il ministro e i fedeli, dice:
Ps. 42, 1-5.
S. Fammi giustizia, o Dio, e separa la mia causa da quella di una nazione non santa, e liberami dall'uomo iniquo e ingannatore.
M. Perché tu, o Dio, sei la mia forza; perché mi hai tu rigettato? e perché me ne vo contristato, mentre il nemico mi affligge?
S. Manda la tua luce e la tua verità: esse mi guidino e mi conducano al tuo santo monte e ai tuoi tabernacoli.
M. E mi accosterò all'altare di Dio; a Dio che dà letizia alla mia giovinezza.
S. Io ti loderò sulla cetra, o Dio, Dio mio. Perché, o anima mia, sei triste? e perché mi conturbi?
M. Spera in Dio, perché io lo loderò ancora: egli salute della mia faccia, e mio Dio.
S. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
M. Come era in principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
Il Sacerdote ripete l'Antifona:
S. Mi accosterò all'altare di Dio.
M. A Dio che dà letizia alla mia giovinezza.
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Signat se, dicens:
V. Adiutórium nostrum in nómine Dómini.
R. Qui fecit coelum et terram.
Deinde iunctis manibus profunde inclinatus facit Confessionem.
Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Ioánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sanctis, et vobis, fratres: quia peccávi nimis cogitatióne, verbo et opere: Percutit sibi pectus ter, dicens: mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Ioánnem Baptístam, sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et vos, fratres, orare pro me ad Dóminum, Deum nostrum.
M. Misereátur tui omnípotens Deus, et, dimíssis peccátis tuis, perdúcat te ad vitam ætérnam.
Sacerdos dicit:
S. Amen,
et erigit se. Deinde Ministri repetunt Confessionem: et ubi a Sacerdote dicebatur vobis, fratres, et vos, fratres, a Ministris dicitur tibi, pater, et te, pater.
M. Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Ioánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sanctis, et tibi, pater: quia peccávi nimis cogitatióne, verbo et opere: mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Ioánnem Baptístam, sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et te, pater, orare pro me ad Dóminum, Deum nostrum.
Postea Sacerdos, iunctis manibus, facit absolutionem, dicens:
S. Misereátur nostri vestri omnípotens Deus, et, dimíssis peccátis nostris vestris , perdúcat nos vos ad vitam ætérnam.
R. Amen.
Signat se signo crucis, dicens:
S. Indulgéntiam, absolutionem et remissiónem peccatórum nostrórum tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus.
R. Amen.
4
Il sacerdote si segna, e anche i fedeli
V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore
R. Che ha fatto il cielo e la terra.
Il sacerdote, congiunte le mani, si inchina profondamente e récita il Confíteor, invocando la testimonianza di tutta la Chiesa
Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre Vergine Maria, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a voi, o fratelli, di aver molto peccato, in pensieri, parole ed opere: Il sacerdote si batte il petto tre volte, dicendo: per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E perciò supplico la beata sempre Vergine Maria, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi, e voi, o fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.
M. Dio onnipotente, abbia pietà di te, e, perdonati i tuoi peccati, ti conduca alla vita eterna.
Il Sacerdote dice:
S. Amen,
e si alza. Quindi i Ministri ripetono la Confessione: e dove dal sacerdote veniva detto a voi, fratelli, e voi, fratelli, dai Ministri viene detto a te, padre, e te, padre.
M. Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre Vergine Maria, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, o padre, di aver molto peccato, in pensieri, parole ed opere: ci si batte il petto per tre volte per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E perciò supplico la beata sempre Vergine Maria, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi, e te, o padre, di pregare per me il Signore Dio nostro.
Poi il Sacerdote, a mani giunte, fa l'assoluzione, dicendo:
S. Dio onnipotente abbia pietà di noi voi e, rimessi i nostri vostri peccati, ci vi conduca alla vita eterna.
R. Amen.
Si segna col segno di croce, dicendo:
S. Il Signore onnipotente e misericordioso facciamo un segno di croce ci accordi il perdono, l'assoluzione e la remissione dei nostri peccati.
R. Amen.
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Et inclinatus prosequitur:
V. Deus, tu convérsus vivificábis nos.
R. Et plebs tua lætábitur in te.
V. Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.
R. Et salutáre tuum da nobis.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Et extendens ac iungens manus, clara voce dicit:
Orémus, ei ascendens ad Altare, dicit secreto:
Aufer a nobis, quaesumus, Dómine, iniquitátes nostras: ut ad Sancta sanctórum puris mereámur méntibus introíre. Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Deinde, manibus iunctis super Altare, inclinatus dicit:
Orámus te, Dómine, per mérita Sanctórum tuórum, Osculatur Altare in medio quorum relíquiæ hic sunt, et ómnium Sanctórum: ut indulgére dignéris ómnia peccáta mea. Amen.
5
E prosegue inclinato:
V. Volgendoti a noi, o Dio, ci farai vivere.
R. E il tuo popolo si rallegrerà in Te.
V. Mostraci, o Signore, la tua misericordia.
R. E da' a noi la tua salvezza.
V. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga fino a Te.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con lo spirito tuo.
Allargando e congiungendo mani, il sacerdote dice a voce alta
Preghiamo, Il sacerdote salendo all'Altare, a voce bassa, domanda ancora la purificazione dei peccati:
Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità: affinché con ànimo puro possiamo entrare nel Santo dei Santi. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Quindi, congiunte le mani sopra l'Altare, inchinato, dice:
Ti preghiamo, o Signore, per i mériti dei tuoi Santi bacia l'Altare nel mezzo dei quali son qui le relíquie, e di tutti i tuoi Santi: affinché ti degni di perdonare tutti i miei peccati. Amen.
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Introitus
Ps 43:23-26
Exsúrge, quare obdórmis, Dómine? exsúrge, et ne repéllas in finem: quare fáciem tuam avértis, oblivísceris tribulatiónem nostram? adhaesit in terra venter noster: exsúrge, Dómine, ádiuva nos, et líbera nos.
Ps 43:2
Deus, áuribus nostris audívimus: patres nostri annuntiavérunt nobis.
V. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
R. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen
Exsúrge, quare obdórmis, Dómine? exsúrge, et ne repéllas in finem: quare fáciem tuam avértis, oblivísceris tribulatiónem nostram? adhaesit in terra venter noster: exsúrge, Dómine, ádiuva nos, et líbera nos.
6
Introito
Ps 43:23-26
Risvégliati, perché dormi, o Signore? Déstati, e non rigettarci per sempre. Perché nascondi il tuo volto diméntico della nostra tribolazione? Giace a terra il nostro corpo: sorgi in nostro aiuto, o Signore, e líberaci.
Ps 43:2
O Dio, lo udimmo coi nostri orecchi: ce lo hanno raccontato i nostri padri.
V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo.
R. Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Risvégliati, perché dormi, o Signore? Déstati, e non rigettarci per sempre. Perché nascondi il tuo volto diméntico della nostra tribolazione? Giace a terra il nostro corpo: sorgi in nostro aiuto, o Signore, e líberaci.
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Kyrie
Qua finita, iunctis manibus, accedit ad medium altaris et, alternatim cum Ministris, dicit:
S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Christe, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.
7
Kyrie
Finita la quale si reca a mani giunte in mezzo all'Altare e, alternandosi con il ministro e i fedeli, dice:
S. Signore, abbi pietà
M. Signore, abbi pietà
S. Signore, abbi pietà
M. Cristo, abbi pietà.
S. Cristo, abbi pietà.
M. Cristo, abbi pietà.
S. Signore, abbi pietà
M. Signore, abbi pietà
S. Signore, abbi pietà
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Gloria
omit.
8
Gloria
omit.
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Oratio
Deinde osculatur Altare in medio, et versus ad populum dicit:
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spiritu tuo.
Postea dicit: Orémus, et Orationes, unam aut plures, ut ordo Officii postulat. Sequitur Epistola, Graduale, Tractus, vel Allelúia cum Versu, aut Sequentia, prout Tempus aut qualitas Missæ postulat.
Orémus.
Deus, qui cónspicis, quia ex nulla nostra actióne confídimus: concéde propítius; ut, contra advérsa ómnia, Doctóris géntium protectióne muniámur.
Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.
9
Colletta
Il sacerdote, baciato l'Altare in mezzo, si volge ai fedeli e dice
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Il sacerdote recita le orazioni, una o più come richiesto dall'Ordine dell'Ufficio:
Preghiamo.
O Dio, che vedi come noi non confidiamo in alcuna òpera nostra, concédici propizio d’esser difesi da ogni avversità, per intercessione del Dottore delle genti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
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Lectio
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
2 Cor 11:19-33; 12:1-9.
Fratres: Libénter suffértis insipiéntens: cum sitis ipsi sapiéntes. Sustinétis enim, si quis vos in servitútem rédigit, si quis dévorat, si quis áccipit, si quis extóllitur, si quis in fáciem vos cædit. Secúndum ignobilitátem dico, quasi nos infírmi fuérimus in hac parte. In quo quis audet, - in insipiéntia dico - áudeo et ego: Hebraei sunt, et ego: Israelítæ sunt, et ego: Semen Abrahæ sunt, et ego: Minístri Christi sunt, - ut minus sápiens dico - plus ego: in labóribus plúrimis, in carcéribus abundántius, in plagis supra modum, in mórtibus frequénter. A Iudaeis quínquies quadragénas, una minus, accépi. Ter virgis cæsus sum, semel lapidátus sum, ter naufrágium feci, nocte et die in profúndo maris fui: in itinéribus sæpe, perículis flúminum, perículis latrónum, perículis ex génere, perículis ex géntibus, perículis in civitáte, perículis in solitúdine, perículis in mari, perículis in falsis frátribus: in labóre et ærúmna, in vigíliis multis, in fame et siti, in ieiúniis multis, in frigóre et nuditáte: præter illa, quæ extrínsecus sunt, instántia mea cotidiána, sollicitúdo ómnium Ecclesiárum. Quis infirmátur, et ego non infírmor? quis scandalizátur, et ego non uror? Si gloriári opórtet: quæ infirmitátis meæ sunt, gloriábor. Deus et Pater Dómini nostri Iesu Christi, qui est benedíctus in saecula, scit quod non méntior. Damásci præpósitus gentis Arétæ regis, custodiébat civitátem Damascenórum, ut me comprehénderet: et per fenéstram in sporta dimíssus sum per murum, et sic effúgi manus eius. Si gloriári opórtet - non éxpedit quidem, - véniam autem ad visiónes et revelatiónes Dómini. Scio hóminem in Christo ante annos quatuórdecim, - sive in córpore néscio, sive extra corpus néscio, Deus scit - raptum huiúsmodi usque ad tértium coelum. Et scio huiúsmodi hóminem, - sive in córpore, sive extra corpus néscio, Deus scit:- quóniam raptus est in paradisum: et audivit arcána verba, quæ non licet homini loqui. Pro huiúsmodi gloriábor: pro me autem nihil gloriábor nisi in infirmitátibus meis. Nam, et si volúero gloriári, non ero insípiens: veritátem enim dicam: parco autem, ne quis me exístimet supra id, quod videt in me, aut áliquid audit ex me. Et ne magnitúdo revelatiónem extóllat me, datus est mihi stímulus carnis meæ ángelus sátanæ, qui me colaphízet. Propter quod ter Dóminum rogávi, ut discéderet a me: et dixit mihi: Súfficit tibi grátia mea: nam virtus in infirmitáte perfícitur. Libénter ígitur gloriábor in infirmitátibus meis, ut inhábitet in me virtus Christi.
R. Deo gratias.
10
Epistola
Lettura della Lettera del B. Paolo Ap. ai Corinti.
2 Cor 11:19-33; 12:1-9.
Fratelli: Tollerate volentieri gli stolti, essendo saggi. Infatti sopportate chi vi fa schiavi, chi vi divora, chi vi ruba, chi si insuperbisce, chi vi schiaffeggia. Dico ciò con rossore: noi siamo stati troppo deboli da questo lato. Ma di checché si voglia menar vanto parlo da insensato anch’io me ne vanterò: Sono Ebrei? Lo sono anch’io. Sono Israeliti? Anch’io. Sono figli di Abramo? Anch’io. Sono ministri di Cristo? Parlo da stolto Io lo sono più di essi. Più nei travagli, più nelle prigionie, oltre modo nelle battiture, frequentemente in pericolo di morte. Dai Giudei cinque volte ricevetti trentanove colpi. Tre volte fui battuto con le verghe, una volta lapidato, tre volte naufragai, una notte e un giorno stetti in alto mare, spesso in viaggi, tra i perícoli dei fiumi, perícoli degli assassini, perícoli dai miei nazionali, perícoli dai gentili, perícoli nelle città, perícoli nei deserti, perícoli nel mare, perícoli dai falsi fratelli: nel lavoro e nella fatica, nelle molte vigilie, nella fame e nella sete, nei molti digiuni, nel freddo e nella nudità. E, senza parlare di tante altre cose, le quotidiane cure che pesano sopra di me, la sollecitúdine di tutte le Chiese. Chi è infermo che non sia io infermo? Chi è scandalizzato che io non arda? Se fa mestieri di gloriarsi, mi glorierò di quelle cose che riguardano la mia debolezza. Iddio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che è benedetto nei secoli, sa che io non mentisco. In Damasco, colui che governava la nazione a nome del re Areta, aveva poste guardie intorno alla città di Damasco per catturarmi: e per una finestra fui calato in una sporta dalle mura, e così gli sfuggii di mano. Fa duopo gloriarsi? Veramente ciò non è utile; nondimeno verrò pure alle visioni e rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo, il quale quattordici anni fa non so se col corpo, oppure fuori dal corpo, Dio lo sa fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo se nel corpo o fuori del corpo, io non lo so, lo sa Dio fu rapito in Paradiso: e udì arcane parole, che non è lecito a uomo di proferire. Riguardo a quest’uomo mi glorierò: ma riguardo a me, di nulla mi glorierò, se non delle mie debolezze. Però, se volessi gloriarmi non sarei stolto, perché direi la verità: ma io me ne astengo, affinché nessuno mi stimi più di quello che vede in me o di quello che ode da me. E affinché la grandezza delle rivelazioni non mi levi in orgoglio, mi è stato dato lo stímolo nella mia carne, un angelo di sàtana che mi schiaffeggi. Al riguardo di che, tre volte pregai il Signore che da me fosse tolto: e mi disse: Basta a te la mia grazia: poiché la mia potenza arriva al suo fine per mezzo della debolezza. Volentieri adunque mi glorierò nelle mie debolezze, affinché àbiti in me la potenza di Cristo.
R. Grazie a Dio.
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Graduale
Ps 82:19; 82:14
Sciant gentes, quóniam nomen tibi Deus: tu solus Altíssimus super omnem terram,
V. Deus meus, pone illos ut rotam, et sicut stípulam ante fáciem venti.
Ps 59:4; 59:6
Commovísti, Dómine, terram, et conturbásti eam.
V. Sana contritiónes eius, quia mota est.
V. Ut fúgiant a fácie arcus: ut liberéntur elécti tui.
11
Gradual
Ps 82:19; 82:14
Riconòscano le genti, o Dio, che tu solo sei l’Altissimo, sovrano di tutta la terra.
V. Dio mio, ridúcili come grumolo rotante e paglia travolta dal vento.
Ps 59:4; 59:6
Hai scosso la terra, o Signore, l’hai sconquassata.
V. Risana le sue ferite, perché minaccia rovina.
V. Affinché sfuggano al tiro dell’arco e siano liberati i tuoi eletti.
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Evangelium
Si vero Sacerdos sine Diacono et Subdiacono celebrat, de-lato libro ad aliud cornu Altaris, inclinatus in medio, iunctis manibus dicit:
Munda cor meum, ac labia mea, omnípotens Deus, qui labia Isaíæ Prophétæ cálculo mundásti igníto: ita me tua grata miseratióne dignáre mundáre, ut sanctum Evangélium tuum digne váleam nuntiáre. Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Iube, Dómine, benedícere. Dóminus sit in corde meo et in lábiis meis: ut digne et competénter annúntiem Evangélium suum. Amen.
Deinde, conversus ad librum, iunctis manibus, dicit:
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Et pronuntians: Inítium, sive Sequéntia sancti Evangélii, signat librum, et se in fronte, ore et pectore, et legit Evangelium, ut dictum est. Quo finito, respondet Minister: Laus tibi, Christe, et Sacerdos osculatur Evangelium, dicens: per evangelica dicta, ut supra.
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
R. Gloria tibi, Domine!
Luc 8:4-15
In illo témpore: Cum turba plúrima convenírent, et de civitátibus properárent ad Iesum, dixit per similitúdinem: Exiit, qui séminat, semináre semen suum: et dum séminat, áliud cécidit secus viam, et conculcátum est, et vólucres coeli comedérunt illud. Et áliud cécidit supra petram: et natum áruit, quia non habébat humórem. Et áliud cécidit inter spinas, et simul exórtæ spinæ suffocavérunt illud. Et áliud cécidit in terram bonam: et ortum fecit fructum céntuplum. Hæc dicens, clamábat: Qui habet aures audiéndi, audiat. Interrogábant autem eum discípuli eius, quæ esset hæc parábola. Quibus ipse dixit: Vobis datum est nosse mystérium regni Dei, céteris autem in parábolis: ut vidéntes non videant, et audientes non intéllegant. Est autem hæc parábola: Semen est verbum Dei. Qui autem secus viam, hi sunt qui áudiunt: déinde venit diábolus, et tollit verbum de corde eórum, ne credéntes salvi fiant. Nam qui supra petram: qui cum audierint, cum gáudio suscipiunt verbum: et hi radíces non habent: qui ad tempus credunt, et in témpore tentatiónis recédunt. Quod autem in spinas cécidit: hi sunt, qui audiérunt, et a sollicitudínibus et divítiis et voluptátibus vitæ eúntes, suffocántur, et non réferunt fructum. Quod autem in bonam terram: hi sunt, qui in corde bono et óptimo audiéntes verbum rétinent, et fructum áfferunt in patiéntia.
R. Laus tibi, Christe!
S. Per Evangelica dicta, deleantur nostra delicta.
12
Vangelo
Il sacerdote, posto in mezzo all'Altare, aspetta che il ministro ponga il Messale dal lato del Vangelo, rimanendo lì, congiunge le mani sul petto, alza gli occhi a Dio e, riabbassandoli, profondamente inchinato, a voce bassa dice:
Mondami il cuore e le labbra, o Dio onnipotente, che mondasti con acceso carbone le labbra del profeta Isaia; con la tua benigna misericordia degnati di mondarmi in modo che io possa annunziare degnamente il tuo santo Vangelo. Per il Cristo nostro Signore. Amen.
Degnati, o Signore, di benedirmi. Il Signore mi sia nel cuore e sulle labbra: affinché in un modo degno e conveniente io annunzi il suo Vangelo. Amen.
Detto questo, il sacerdote va al Messale e, rimanendovi rivolto, dice a voce alta
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Quindi il sacerdote, col pollice della mano destra, traccia un segno di croce, prima sul Messale, all'inizio del Vangelo che si deve leggere, poi su sé stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto, dicendo:
Séguito del S. Vangelo secondo Luca.
R. Gloria a Te, o Signore!
Luc 8:4-15
In quel tempo: radunandosi grandissima turba di popolo, e accorrendo gente a Gesù da tutte le città. Egli disse questa parabola: Andò il seminatore a seminare la sua semenza: e nel seminarla parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli dell’aria la divorarono; parte cadde sopra le pietre, e, nata che fu, seccò, perché non aveva umore; parte cadde fra le spine, e le spine che nacquero insieme la soffocarono; parte cadde in terra buona, e, nata, fruttò cento per uno. Detto questo esclamò: Chi ha orecchie per intendere, intenda. E i suoi discepoli gli domandavano che significasse questa parabola. Egli disse: A voi è concesso di intendere il mistero del regno di Dio, ma a tutti gli altri solo per via di parabola: onde, pur vedendo non vedano, e udendo non intendano. La parabola dunque significa questo: La semenza è la parola di Dio. Ora, quelli che sono lungo la strada, sono coloro che ascoltano: e poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, perché non si salvino col credere. Quelli caduti sopra la pietra, sono quelli che udita la parola l’accolgono con allegrezza, ma questi non hanno radice: essi credono per un tempo, ma nell’ora della tentazione si tirano indietro. Semenza caduta tra le spine sono coloro che hanno ascoltato, ma a lungo andare restano soffocati dalle sollecitudini, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non portano il frutto a maturità. La semenza caduta in buona terra indica coloro che in un cuore buono e perfetto ritengono la parola ascoltata, e portano frutto mediante la pazienza.
R. Lode a Te, o Cristo.
S. Per questi evangelici detti siano perdonati i nostri peccati.
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Credo
Deinde ad medium Altaris extendens, elevans et iungens manus, dicit, si dicendum est, Credo in unum Deum, et prosequitur iunctis manibus. Cum dicit Deum, caput Cruci inclinat: quod similiter facit, cum dicit Iesum Christum, et simul adorátur. Ad illa autem verba Et incarnátus est, genuflectit usque dum dicatur Et homo factus est. In fine ad Et vitam ventúri saeculi, signat se signo crucis a fronte ad pectus.
Credo in Unum Deum, Patrem omnipoténtem, factórem coeli et terræ, visibílium ómnium et in visibílium.
Et in unum Dóminum Iesum Christum, Fílium Dei unigénitum. Et ex Patre natum ante ómnia saecula. Deum de Deo, lumen de lúmine, Deum verum de Deo vero. Génitum, non factum, consubstantiálem Patri: per quem ómnia facta sunt. Qui propter nos hómines et propter nostram salútem descéndit de coelis. Hic genuflectitur Et incarnátus est de Spíritu Sancto ex María Vírgine: Et homo factus est. Crucifíxus étiam pro nobis: sub Póntio Piláto passus, et sepúltus est. Et resurréxit tértia die, secúndum Scriptúras. Et ascéndit in coelum: sedet ad déxteram Patris. Et íterum ventúrus est cum glória iudicáre vivos et mórtuos: cuius regni non erit finis.
Et in Spíritum Sanctum, Dóminum et vivificántem: qui ex Patre Filióque procédit. Qui cum Patre et Fílio simul adorátur et conglorificátur: qui locútus est per Prophétas. Et unam sanctam cathólicam et apostolicam Ecclésiam. Confíteor unum baptísma in remissiónem peccatórum. Et exspécto resurrectiónem mortuórum. Et vitam ventúri saeculi. Amen.
13
v. Io Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Il sacerdote, in mezzo all'Altare, allarga, eleva e congiunge le mani, e dice il Credo.
Credo chiniamo la testa in un solo Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili.
E in un solo Signore, chiniamo la testa Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio. Nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre: per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo. ci inginocchiamo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria: e si è fatto uomo. ci rialziamo Fu crocifisso per noi: sotto Ponzio Pilato morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture. È salito al cielo: siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita: e procede dal Padre e dal Figlio. E con il Padre e il Figlio è chiniamo la testa adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei Profeti. Credo la Chiesa: una, santa, cattolica e apostolica. Confesso un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti. E la vita del mondo che verrà. facciamo il segno di croce . Amen.
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Offertorium
Deinde osculatur Altare, et versus ad populum, dicit:
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Postea dicit: Orémus, et Offertorium.
Orémus
Ps 16:5; 16:6-7
Pérfice gressus meos in sémitis tuis, ut non moveántur vestígia mea: inclína aurem tuam, et exáudi verba mea: mirífica misericórdias tuas, qui salvos facis sperántes in te, Dómine.
14
Offertorio
Il sacerdote, baciato l'Altare in mezzo e congiunte le mani sul petto, si volge verso i fedeli, e allargando e congiungendo le mani dice:
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Poi a mani giunte si volge all'Altare, allarga e congiunge le mani, china il capo alla Croce e dice Preghiamo e l'Antifona dell'Offertorio.
Preghiamo
Ps 16:5; 16:6-7
Rendi fermi i miei passi nei tuoi sentieri, affinché i miei piedi non vacillino. Inclina l’orecchio verso di me, e ascolta le mie parole. Fa risplendere la tua misericordia, tu che salvi chi spera in Te, o Signore.
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Quo dicto. si est Missa sollemnis, Diaconus porrigit Celebranti Patenam cum Hostia: si privata, Sacerdos ipse accipit Patenam cum Hostia, quam offerens, dicit:
Suscipe, sancte Pater, omnipotens ætérne Deus, hanc immaculátam hóstiam, quam ego indígnus fámulus tuus óffero tibi Deo meo vivo et vero, pro innumerabílibus peccátis, et offensiónibus, et neglegéntiis meis, et pro ómnibus circumstántibus, sed et pro ómnibus fidélibus christiánis vivis atque defúnctis: ut mihi, et illis profíciat ad salútem in vitam ætérnam. Amen.
15
Detta l'Antifona, il sacerdote prende la patena con l'ostia e tenendole alzate fino al petto con entrambe le mani, elevati gli occhi a Dio e subito riabbassandoli, dice:
Accetta, Padre santo, onnipotente eterno Iddio, questa ostia immacolata, che io, indegno servo tuo, offro a Te Dio mio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, offese e negligenze mie, e per tutti i circostanti, come pure per tutti i fedeli cristiani vivi e defunti, affinché a me ed a loro torni di salvezza per la vita eterna. Amen.
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Deinde faciens crucem cum eadem Patena, deponit Hostiam super Corporale. Diaconus ministrat vinum, Subdiaconus aquam in Calice: vel si privata est Missa, utrumque infundií Sacerdos, et aquam miscendam in Calice benedicit signo crucis, dicens:
Deus, qui humánæ substántiæ dignitátem mirabíliter condidísti, et mirabílius reformásti: da nobis per huius aquæ et vini mystérium, eius divinitátis esse consórtes, qui humanitátis nostræ fíeri dignátus est párticeps, Iesus Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus: per ómnia saecula sæculórum. Amen.
16
Fatto un segno di croce con la patena, il sacerdote depone l'ostia sul corporale. Il diacono - o il ministro - mesce il vino nel calice; il suddiacono - o il ministro - mesce l'acqua; quindi il sacerdote, li benedice con un segno di croce, e dice:
O Dio, che in modo meraviglioso creasti la nobile natura dell'uomo, e più meravigliosamente ancora l'hai riformata, concedici di diventare, mediante il mistero di quest'acqua e di questo vino, consorti della divinità di Colui che si degnò farsi partecipe della nostra umanità, Gesù Cristo tuo Figlio, Nostro Signore, che è Dio e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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Postea accipit Calicem, et offert dicens:
Offérimus tibi, Dómine, cálicem salutáris, tuam deprecántes cleméntiam: ut in conspéctu divínæ maiestátis tuæ, pro nostra et totíus mundi salute, cum odóre suavitátis ascéndat. Amen.
Deinde facit signum crucis cum Calice, et illum ponit super Corporale, et Palla cooperit: tum, iunctis manibus super Altare, aliquantulum inclinatus, dicit:
In spíritu humilitátis et in ánimo contríto suscipiámur a te, Dómine: et sic fiat sacrifícium nostrum in conspéctu tuo hódie, ut pláceat tibi, Dómine Deus.
Erectus expandit manus, easque in altum porrectas iungens, elevátis ad coelum oculis et statim demissis, dicit:
Veni, sanctificátor omnípotens ætérne Deus: Benedicit Oblata, prosequendo: et bene dic hoc sacrifícium, tuo sancto nómini præparátum.
17
Il sacerdote, stando in mezzo all'Altare, prende il calice, con la destra sul nodo sotto la coppa e con la sinistra alla base, lo tiene elevato, alza gli occhi a Dio, e lo offre dicendo:
Ti offriamo, o Signore, questo calice di salvezza, e scongiuriamo la tua clemenza, affinché esso salga come odore soave al cospetto della tua divina maestà, per la salvezza nostra e del mondo intero. Amen.
Quindi, fatto un segno di croce col calice, lo poggia sul corporale e lo copre con la palla; poi, congiunte le mani sopra l'Altare, un po' inchinato, dice sottovoce:
Con spirito di umiltà e con animo contrito, possiamo noi, o Signore, esserti accetti, e il nostro sacrificio si compia oggi alla tua presenza in modo da piacere a Te, o Signore Dio.
Il sacerdote si erge, eleva gli occhi al cielo, allarga le mani, le alza, le congiunge sul petto, e un po' curvato dice:
Vieni, Dio eterno, onnipotente, santificatore, benedice con la mano destra l'ostia e il calice insieme, mentre tiene la sinistra poggiata sull'Altare e benedici questo sacrificio preparato nel tuo santo nome.
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Sacerdos lavat manus, dicens:
Ps. 25, 6-12.
Lavábo inter innocéntes manus meas: et circúmdabo altáre tuum. Dómine: Ut áudiam vocem laudis, et enárrem univérsa mirabília tua. Dómine, diléxi decórem domus tuæ et locum habitatiónis glóriæ tuæ. Ne perdas cum ímpiis, Deus, ánimam meam, et cum viris sánguinum vitam meam: In quorum mánibus iniquitátes sunt: déxtera eórum repléta est munéribus. Ego autem in innocéntia mea ingréssus sum: rédime me et miserére mei. Pes meus stetit in dirécto: in ecclésiis benedícam te, Dómine.
V. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
R. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen
18
Intanto il sacerdote si lava le mani, dicendo:
Ps. 25, 6-12.
Laverò fra gli innocenti le mie mani: ed andrò attorno al tuo altare, o Signore: Per udire voci di lode, e per narrare tutte quante le tue meraviglie. O Signore, ho amato lo splendore della tua casa, e il luogo ove abita la tua gloria. Non perdere insieme con gli empi, o Dio, l'anima mia, né la mia vita con gli uomini sanguinari: Nelle cui mani stanno le iniquità: e la cui destra è piena di regali. . Io invece ho camminato nella mia innocenza: riscàttami e abbi pietà di me. Il mio piede è rimasto sul retto sentiero: ti benedirò nelle adunanze, o Signore.
V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo.
R. Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
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Deinde, aliquantulum inclinatus in medio Altaris, iunctis manibus super eo, dicit:
Súscipe, sancta Trinitas, hanc oblatiónem, quam tibi offérimus ob memóriam passiónis, resurrectiónis, et ascensiónis Iesu Christi, Dómini nostri: et in honórem beátæ Maríæ semper Vírginis, et beáti Ioannis Baptistæ, et sanctórum Apostolórum Petri et Pauli, et istórum et ómnium Sanctórum: ut illis profíciat ad honórem, nobis autem ad salútem: et illi pro nobis intercédere dignéntur in coelis, quorum memóriam ágimus in terris. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
19
Quindi, un po' inchinato in mezzo all'Altare, con le mani giunte poggiate su di esso, il sacerdote dice:
Accetta, o Santissima Trinità, questa offerta che ti facciamo in memoria della passione, risurrezione e ascensione di nostro Signore Gesù Cristo, e in onore della beata sempre Vergine Maria, di san Giovanni Battista, dei santi Apostoli Pietro e Paolo, di questi [martiri le cui reliquie sono nell'Altare], e di tutti i Santi, affinché ad essi sia d'onore e a noi di salvezza, e si degnino d'intercedere per noi in Cielo, mentre noi facciamo memoria di loro in terra. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.
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Postea osculatur Altare, et versus ad populum extendens, et iungens manus, voce paululum elevata, dicit:
S. Oráte, fratres: ut meum ac vestrum sacrifícium acceptábile fiat apud Deum Patrem omnipoténtem.
Minister, seu circumstantes respondent: alioquin ipsemet Sacerdos:
M. Suscípiat Dóminus sacrifícium de mánibus tuis vel meis ad laudem et glóriam nominis sui, ad utilitátem quoque nostram, totiúsque Ecclésiæ suæ sanctæ.
Sacerdos submissa voce dicit:
S. Amen.
Deinde, manibus extensis, absolute sine Orémus subiungit Orationes secretas.

Secreta
Oblátum tibi, Dómine, sacrifícium, vivíficet nos semper et múniat.
Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.
20
Il sacerdote bacia l'Altare, si volge verso i fedeli, allarga e congiunge le mani, e a voce alta dice:
S. Pregate, fratelli, e prosegue a voce bassa, volgendosi di nuovo all'Altare affinché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente.
Il ministro e i fedeli rispondono:
M. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua Santa Chiesa.
Il Sacerdote dice a voce bassa:
S. Amen.
Quindi, allargate le mani, senza dire Oremus, récita le orazioni segrete.

Secreta
Il sacrificio a Te offerto, o Signore, sempre ci vivifichi e custodisca.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
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Prefatio
Quibus finitis, cum pervenerit ad conclusionem, clara voce dicit: Per ómnia saecula sæculórum, cum Præfatione, ut in sequentibus. Præfationem incipit ambabus manibus positis hinc inde super Altare: quas aliquantulum elevat, cum dicit: Sursum corda. Iungit eas ante pectus, et caput inclinat, cum dicit: Grátias agamus Dómino, Deo nostro. Deinde disiungit manus, et disiunctas tenet usque ad finem Præfationis: qua finita, iterum iungit eas, et inclinatus dicit: Sanctus. Et cum dicit: Benedíctus, qui venit, signum crucis sibi producit a fronte ad pectus.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habémus ad Dóminum.
V. Grátias agámus Dómino, Deo nostro.
R. Dignum et iustum est.

de sanctissima Trinitate
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in unius singularitáte persónæ, sed in uníus Trinitáte substántiæ. Quod enim de tua glória, revelánte te, crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis sentímus. Ut in confessióne veræ sempiternǽque Deitátis, et in persónis propríetas, et in esséntia únitas, et in maiestáte adorétur æquálitas. Quam laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
21
Prefatio
Quindi, allargate le mani, senza dire Oremus, récita le orazioni segrete. Giunto alla conclusione, a voce alta dice: Per tutti i secoli dei secoli. Finiti i quali, il sacerdote, in mezzo all'Altare, con le mani allargate e poggiate su di esso, dice a voce alta tutto il Prefazio. Alza le mani allargate, all'altezza del petto, con le palme che si guardano, quando dice: In alto i cuori. Congiunge le mani sul petto, china il capo, quando dice: Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. Il sacerdote allarga le mani, con le palme che si guardano, e le tiene così fino alla fine del Prefazio. Quando dice Sanctus, congiunge le mani sul petto e prosegue a voce più bassa. Quando dice Benedictus qui venit, si rialza e si segna.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. In alto i cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
R. È cosa degna e giusta.

della SS. Trinità
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: che col Figlio tuo unigénito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Cosí che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo. Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la proprietà nelle persone e l’unità nell’essenza e l’uguaglianza nella maestà. La quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce:

Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli esérciti I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
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Canon
Te igitur, clementíssime Pater, per Iesum Christum, Fílium tuum, Dóminum nostrum, súpplices rogámus, ac pétimus, osculatur Altare et, iunctis manibus ante pectus, dicit: uti accepta habeas et benedícas, Signat ter super Hostiam et Calicem simul, dicens: hæc dona, hæc múnera, hæc sancta sacrifícia illibáta, Extensis manibus prosequitur: in primis, quæ tibi offérimus pro Ecclésia tua sancta cathólica: quam pacificáre, custodíre, adunáre et régere dignéris toto orbe terrárum: una cum fámulo tuo Papa nostro Francisco et Antístite nostro nomen Episcopi et ómnibus orthodóxis, atque cathólicæ et apostólicae fídei cultóribus.
22
Canone
Te dunque, o clementissimo Padre, per Gesù Cristo tuo Figlio nostro Signore, noi supplichiamo e preghiamo bacia l'Altare e, congiunte le mani davanti al petto, prosegue di aver grati e di benedire fa tre segni di croce sull'Ostia e sul Calice, dicendo questi doni, questi regali, questi santi ed illibati sacrifici allargate le mani, prosegue che noi ti offriamo, anzitutto per la tua santa Chiesa Cattolica, affinché ti degni pacificarla, custodirla, riunirla e governarla in tutto il mondo, insieme con il tuo servo e Papa nostro , e col nostro Vescovo , e con tutti i veri credenti e seguaci della cattolica ed apostolica fede.
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Commemoratio pro vivis
Meménto, Dómine, famulórum famularúmque tuarum N. et N. Iungit manus, orat aliquantulum pro quibus orare intendit: deinde manibus extensis prosequitur: et ómnium circumstántium, quorum tibi fides cógnita est et nota devótio, pro quibus tibi offérimus: vel qui tibi ófferunt hoc sacrifícium laudis, pro se suísque ómnibus: pro redemptióne animárum suárum, pro spe salútis et incolumitátis suæ: tibíque reddunt vota sua ætérno Deo, vivo et vero.
23
Meménto dei vivi díttici
Ricordati, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve N. e N. congiunge le mani e prega un po’ per coloro per i quali intende pregare; quindi stende le mani e prosegue e di tutti i circostanti, di cui conosci la fede e la devozione, pei quali ti offriamo o che ti offrono questo sacrificio di lode, per sé e per tutti i loro cari, a redenzione delle loro ànime, per la sperata salute e incolumità; e rendono i loro voti a Te, o eterno Iddio vivo e vero.
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Communicántes, et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genetrícis Dei et Dómini nostri Iesu Christi: sed et beati Ioseph, eiusdem Virginis Sponsi,
et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréæ, Iacóbi, Ioánnis, Thomæ, Iacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Ioánnis et Pauli, Cosmæ et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ muniámur auxílio. Iungit manus Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
24
Uniti in comunione e venerando anche la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Genitrice del nostro Dio e Signore Gesú Cristo e poi del beato Giuseppe Sposo della stessa Vergine,
e di quella dei tuoi beati Apostoli e Martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisógono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Congiunge le mani Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.
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Tenens manus expansas super Oblata, dicit:
Hanc igitur oblatiónem servitutis nostræ, sed et cunctae famíliæ tuæ,
quaesumus, Dómine, ut placátus accípias: diésque nostros in tua pace dispónas, atque ab ætérna damnatióne nos éripi, et in electórum tuórum iúbeas grege numerári. Iungit manus Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.
25
tiene le mani allargate sulle offerte
Ti preghiamo, dunque, o Signore, di accettare placato questa offerta di noi tuoi servi e di tutta la tua famiglia;
fa che i nostri giorni scorrano nella tua pace e che noi veniamo liberati dall’eterna dannazione e annoverati nel gregge dei tuoi eletti.
Congiunge le mani Per Cristo nostro Signore. Amen.
Quam oblatiónem tu, Deus, in ómnibus, quaesumus, Signat ter super Oblata, bene díctam, adscríp tam, ra tam, rationábilem, acceptabilémque fácere dignéris: Signat semel super Hostiam, ut nobis Cor pus, et semel super Calicem, et San guis fiat dilectíssimi Fílii tui, Iungit manus, Dómini nostri Iesu Christi. La quale offerta Tu, o Dio, dégnati, te ne supplichiamo, di rendere in tutto e per tutto fa tre segni di croce sopra le offerte bene detta, ascrit ta, ratifi cata, ragionevole e accettabile fa un segno di croce sull'ostia affinché diventi per noi il Cor po e uno sul calice e il San gue del tuo dilettissimo Figlio congiunge le mani nostro Signore Gesù Cristo.
Qui prídie quam paterétur, Accipit Hostiam, accépit panem in sanctas ac venerábiles manus suas, Elevat oculos ad coelum, elevátis óculis in coelum ad te Deum, Patrem suum omnipoténtem, Caput inclinat, tibi grátias agens, Signat super Hostiam, bene dixit, fregit, dedítque discípulis suis, dicens: Accípite, et manducáte ex hoc omnes. Il Quale nella vigilia della Passione prende l'ostia preso del pane nelle sue sante e venerabili mani alza gli occhi al cielo , alzati gli occhi al cielo, a Te Dio Padre suo onnipotente china il capo rendendoti grazie, fa un segno di croce sull'ostia lo bene disse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete e mangiatene tutti:
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Tenens ambabus manibus Hostiam inter indices et pollices, profert verba consecrationis secrete, distincte et attente super Hostiam, et simul super omnes, si plures sint consecrandæ.

HOC EST ENIM CORPUS MEUM.

Quibus verbis prolatis, statim Hostiam consecratam genuflexus adorat: surgit, ostendit populo, reponit super Corporale, et genuflexus iterum adorat: nec amplius pollices et indices disiungit, nisi quando Hostia tractanda est, usque ad ablutionem digitorum.
28
Tenendo con ambo le mani l’ostia tra gli indici e i pollici, dice sull’ostia le parole della consacrazione: distintamente e accuratamente; così come sulle altre ostie, se ve ne sono da consacrare.

QUESTO È IL MIO CORPO.

Dette queste parole, subito genuflette e adora l’Ostia consacrata: si rialza, La eleva per mostrarLa ai fedeli, La ripone sul corporale, e, genuflesso La adora ancora. Non disgiunge più gli indici dai pollici fino all’abluzione delle dita, tranne che non debba prendere l’Ostia.
Tunc, detecto Calice, dicit: v. Símili modo postquam coenátum est, Ambabus manibus accipit Calicem, accípiens et hunc præclárum Cálicem in sanctas ac venerábiles manus suas: item Caput inclinat, tibi grátias agens, Sinistra tenens Calicem, dextera signat super eum, bene dixit, dedítque discípulis suis, dicens: Accípite, et bíbite ex eo omnes.Quindi, preso il calice, dice: v. Nello stesso modo, dopo aver cenato con ambo le mani prende il calice , preso nelle sue sante e venerabili mani anche questo glorioso calice: di nuovo china il capo rendendoti grazie, tenendo con la sinistra il calice, vi traccia sopra un segno di croce lo bene disse, e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete e bevetene tutti:
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Profert verba consecrationis super Calicem, attente, continuate, et secrete, tenens illum parum elevatum.

HIC EST ENIM CALIX SANGUINIS MEI, NOVI ET AETERNI TESTAMENTI: MYSTERIUM FIDEI: QUI PRO VOBIS ET PRO MULTIS EFFUNDETUR IN REMISSIONEM PECCATORUM.


Quibus verbis prolatis, deponit Calicem super Corporale, et dicens secrete:
Hæc quotiescúmque fecéritis, in mei memóriam faciétis.
Genuflexus adorat: surgit, ostendit populo, deponit, cooperit, et genuflexus iterum adorat.
30
dice le parole della consacrazione sul calice: accuratamente e senza interruzione; tenendolo un po’ elevato

QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE, DELLA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA: MISTERO DI FEDE: IL QUALE PER VOI E PER MOLTI SARÀ SPARSO IN REMISSIONE DEI PECCATI.


dette queste parole, depone il Calice sul corporale, e dice:
Ogni qual volta farete questo, lo fate in memoria di me.
genuflesso adora il Calice: si rialza, Lo eleva per mostrarLo ai fedeli, Lo depone, Lo copre, e, genuflesso Lo adora ancora.
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Deinde disiunctis manibus dicit:
Unde et mémores, Dómine, nos servi tui, sed et plebs tua sancta, eiusdem Christi Fílii tui, Dómini nostri, tam beátæ passiónis, nec non et ab ínferis resurrectiónis, sed et in coelos gloriósæ ascensiónis: offérimus præcláræ maiestáti tuæ de tuis donis ac datis, Iungit manus, et signat ter super Hostiam, et Calicem simul, dicens: hóstiam puram, hóstiam sanctam, hóstiam immaculátam, Signat semel super Hostiam, dicens: Panem sanctum vitæ ætérnæ, et semel super Calicem, dicens: et Calicem salútis perpétuæ.
31
Quindi, allargate le mani, dice:
Onde anche noi tuoi servi, o Signore, come pure il tuo santo popolo, ricordando la beata Passione del medesimo Cristo tuo Figlio, nostro Signore, e certo anche la sua Risurrezione dagli inferi e la sua gloriosa Ascensione in cielo: offriamo all'eccelsa tua maestà, delle cose che ci hai donate e date congiunge le mani e fa tre segni di croce sull'Ostia e sul Calice, e dice l'Ostia pura, l'Ostia santa, l'Ostia immacolata, traccia un segno di croce sull'Ostia, e dice il Pane santo della vita eterna e un segno di croce sul Calice, dicendo e il Calice della perpetua salvezza.
Extensis manibus prosequitur: v. Supra quæ propítio ac seréno vultu respícere dignéris: et accépta habére, sicúti accépta habére dignátus es múnera púeri tui iusti Abel, et sacrifícium Patriárchæ nostri Abrahæ: et quod tibi óbtulit summus sacérdos tuus Melchísedech, sanctum sacrifícium, immaculátam hóstiam.allargate le mani, prosegue: v. Su questi doni, con propizio e sereno volto, dégnati di guardare e di gradirli, come ti degnasti gradire i doni del tuo giusto servo Abele e il sacrificio del nostro Patriarca Abramo e quello che ti offrì il tuo sommo sacerdote Melchisedech, santo sacrificio, immacolata ostia.
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Profunde inclinatus, iunctis manibus et super Altare positis, dicit:
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: iube hæc perférri per manus sancti Angeli tui in sublíme altáre tuum, in conspéctu divínæ maiestátis tuæ: ut, quotquot Osculatur Altare, ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Iungit manus, et signat semel super Hostiam, et semel super Calicem, Cor pus, et Sán guinem sumpsérimus, Seipsum signat, dicens: omni benedictióne coelésti et grátia repleámur. Iungit manus. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
33
molto inchinato, congiunge le mani, le poggia sull’Altare, e dice:
Supplici ti preghiamo, o Dio onnipotente: comanda che questi doni, per le mani dell'Angelo tuo santo, vengano portati sul tuo sublime altare, al cospetto della tua divina maestà, affinché quanti bacia l'Altare , partecipando a questo altare, riceveremo il sacrosanto congiunge le mani e traccia un segno di croce prima sull'Ostia e poi sul Calice Cor po e San gue del Figlio tuo, veniamo ricolmi si segna d'ogni celeste benedizione e grazia. congiunge le mani Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.
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Commemoratio pro defunctis
Meménto étiam, Dómine, famulórum famularúmque tuárum N. et N., qui nos præcessérunt cum signo fídei, et dórmiunt in somno pacis. Iungit manus, orat aliquántulum pro iis defunctis, pro quibus orare intendit, deinde extensis manibus prosequitur: Ipsis, Dómine, et ómnibus in Christo quiescéntibus locum refrigérii, lucis pacis ut indúlgeas, deprecámur. Iungit manus, et caput inclinat, dicens: Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
34
Memento dei morti díttici
Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve N. e N. che ci hanno preceduto col segno della fede e dormono il sonno di pace. Congiunge le mani, prega un po’ per i defunti per i quali intende pregare, quindi, allargate le mani, prosegue: Ad essi, o Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, noi ti supplichiamo di concedere, benigno, il luogo del refrigerio, della luce e della pace. congiunge le mani e china il capo Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.
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Manu dextera percutit sibi pectus, elata aliquantulum voce dicens:
Nobis quoque peccatóribus Extensis manibus ut prius, secrete prosequitur: fámulis tuis, de multitúdine miseratiónum tuárum sperántibus, partem áliquam et societátem donáre dignéris, cum tuis sanctis Apóstolis et Martýribus: cum Ioánne, Stéphano, Matthía, Bárnaba, Ignátio, Alexándro, Marcellíno, Petro, Felicitáte, Perpétua, Agatha, Lúcia, Agnéte, Cæcília, Anastásia, et ómnibus Sanctis tuis: intra quorum nos consórtium, non æstimátor mériti, sed véniæ, quaesumus, largítor admítte. Iungit manus. Per Christum, Dóminum nostrum.
35
con la destra si percuote il petto, ed elevata un poco la voce, dice:
E anche a noi peccatori allarga le mani e sottovoce prosegue: servi tuoi, che speriamo nella moltitudine delle tue misericordie, dégnati di dare qualche parte e società coi tuoi santi Apostoli e Martiri: con Giovanni, Stefano, Mattia, Bárnaba, Ignazio, Alessandro, Marcellino, Pietro, Felícita, Perpetua, Ágata, Lucia, Agnese, Cecilia, Anastasia, e con tutti i tuoi Santi; nel cui consorzio ti preghiamo di accoglierci, non guardando al merito, ma elargendoci la tua grazia. congiunge le mani . Per Cristo nostro Signore.
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Per quem hæc ómnia, Dómine, semper bona creas, Signat ter super Hostiam, et Calicem simul, dicens: sancti ficas, viví ficas, bene dícis et præstas nobis.
Discooperit Calicem, genuflectit, accipit Hostiam inter pollicem et indicem manus dexteræ: et tenens sinistra Calicem, cum Hostia signat ter a labio ad labium Calicis, dicens:
Per ip sum, et cum ip so, et in ip so, Cum ipsa Hostia signat bis inter se et Calicem, dicens: est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitáte Spíritus Sancti,
Elevans parum Calicem cum Hostia, dicit:
omnis honor, et glória.
ponit Hostiam, Calicem Palla cooperit, genuflectit, surgit, et dicit intellegibili voce vel cantat:
Per omnia saecula saecolorum.
R. Amen.
36
Per mezzo del quale, o Signore, Tu crei sempre tutti questi beni fa tre croci sull'Ostia e sul Calice insieme, dicendo: li santi fichi, vivi fichi, bene dici e li procuri a noi.
scopre il Calice, genuflette, prende l’Ostia tra l’indice e il pollice della mano destra e, tenendo il Calice con la sinistra, con l’Ostia fa tre segni di croce sui bordi del Calice, dicendo:
Per mezzo di Lui e con Lui e in Lui,
con la stessa Ostia fa due segni di croce tra sé stesso e il Calice viene a Te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo
eleva un po’ il Calice con l'Ostia
ogni onore e gloria.
ripone l’Ostia, copre il Calice con la palla, genuflette, si rialza, e a voce alta dice o canta:
Per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
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Preparatio Communionis
Orémus: Præcéptis salutáribus móniti, et divína institutione formati audemus dicere:
Pater noster, qui es in caelis, Sanctificetur nomen tuum. Adveniat regnum tuum. Fiat voluntas tua, sicut in coelo et in terra. Panem nostrum quotidianum da nobis hodie. Et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris. Et ne nos inducas in tentationem:
R. Sed libera nos a malo.
S. Amen.
37
Comunione
Preghiamo Esortati da salutari precetti e ammaestrati da un'istruzione divina, osiamo dire: allarga le mani
Padre nostro, che sei nei cieli Sia santificato il tuo nome Venga il tuo regno Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non c'indurre in tentazione.
R. Ma liberaci dal male.
S. sottovoce Amen.
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Deinde manu dextera accipit inter indicem et medium digitos Patenam, quam tenens super Altare erectam, dicit secrete:
Líbera nos, quaesumus, Dómine, ab ómnibus malis, prætéritis, præséntibus et futúris: et intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque Andréa, et ómnibus Sanctis, Signat se cum Patena a fronte ad pectus, da propítius pacem in diébus nostris: Patenam osculatur, ut, ope misericórdiæ tuæ adiúti, et a peccáto simus semper líberi et ab omni perturbatióne secúri.
Submittit Patenam Hostiæ, discooperit Calicem, genuflectit, surgit, accipit Hostiam, et eam super Calicem tenens utraque manu, frangit per medium, dicens:
Per eúndem Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum.
Et mediam partem, quam in dextera manu tenet, ponit super Patenam. Deinde ex parte, quæ in sinistra remanserat, frangit particulam, dicens:
Qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus.
Aliam mediam partem, quam in sinistra manu habet, adiungit mediæ super Patenam positæ, et particulam parvam dextera retinens super Calicem, quem sinistra per nodum infra cuppam tenet, dicit intellegibili voce vel cantat:
V. Per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.
Cum ipsa particula signat ter super Calicem, dicens:
Pax Domini sit semper vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.
38
Il sacerdote prende la patena fra l'indice e il medio della destra, la tiene diritta sull’Altare, e dice sottovoce:
Liberaci, te ne preghiamo, o Signore, da tutti i mali passati, presenti e futuri: e per intercessione della beata e gloriosa sempre Vergine Maria, Madre di Dio, e dei tuoi beati Apostoli Pietro e Paolo, e Andrea, e di tutti i Santi si fa il segno di croce con la patena concedi benigno la pace nei nostri giorni bacia la patena : affinché, sostenuti dalla tua misericordia, noi siamo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento.
sottopone la patena all’Ostia, scopre il Calice, genuflette, si alza, prende l’Ostia e, tenendola sul Calice con due mani, la spezza per metà, dicendo:
Per il medesimo Gesù Cristo nostro Signore, tuo Figlio
ripone sulla patena la metà dell’Ostia che ha nella destra, stacca una particella dall’altra metà che tiene con la sinistra, e dice:
Che è Dio e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo
unisce la metà che ha nella sinistra con quella che si trova sulla patena, tiene con la destra la particella, sopra il Calice, che tiene con la sinistra, per il nodo sotto la coppa, e dice a voce alta o canta:
V. Per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
Il sacerdote, con la particella dell’Ostia, fa tre segni di croce sul Calice, e augura la pace ai fedeli:
La pace del Signore sia sempre con voi.
R. E con il tuo spirito.
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Particulam ipsam immittit in Calicem, dicens secrete:
Haec commíxtio, et consecrátio Córporis et Sánguinis Dómini nostri Iesu Christi, fiat accipiéntibus nobis in vitam ætérnam. Amen.
Cooperit Calicem, genuflectit, surgit, et inclinatus Sacramento, iunctis manibus, et ter pectus percutiens, intellegibili voce dicit:
39
lascia cadere la particella dell’Ostia nel Calice, e dice sottovoce:
Questa mescolanza e consacrazione del Corpo e del Sangue di nostro Signore Gesú Cristo giovi per la vita eterna a noi che la riceviamo. Amen.
Il sacerdote copre il Calice, genuflette, si alza, e, inchinatosi al Sacramento, congiunge le mani e battendosi il petto per tre volte, dice a voce alta:
I fedeli accompagnano il sacerdote in questa triplice invocazione: recitando o cantando e battendosi tre volte il petto
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Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: dona nobis pacem.
40

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona noi la pace.
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Deinde, iunctis manibus super Altare, inclinatus dicit secrete sequentes Orationes:
Dómine Iesu Christe, qui dixísti Apóstolis tuis: Pacem relínquo vobis, pacem meam do vobis: ne respícias peccáta mea, sed fidem Ecclésiæ tuæ; eámque secúndum voluntátem tuam pacifícáre et coadunáre dignéris: Qui vivis et regnas Deus per ómnia saecula sæculórum. Amen.
41
Il sacerdote congiunge le mani sull’Altare e, inchinato, dice sottovoce le seguenti orazioni:
Signore Gesú Cristo, che dicesti ai tuoi Apostoli: Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non guardare ai miei peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e degnati di pacificarla e di riunirla secondo la tua volontà. Tu che sei Dio e vivi e regni per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dómine Iesu Christe, Fili Dei vivi, qui ex voluntáte Patris, cooperánte Spíritu Sancto, per mortem tuam mundum vivificásti: líbera me per hoc sacrosánctum Corpus et Sánguinem tuum ab ómnibus iniquitátibus meis, et univérsis malis: et fac me tuis semper inhærére mandátis, et a te numquam separári permíttas: Qui cum eódem Deo Patre et Spíritu Sancto vivis et regnas Deus in saecula sæculórum. Amen.Signore Gesú Cristo, Figlio del Dio vivente, Tu che per volontà del Padre, con la cooperazione dello Spirito Santo, con la tua morte hai restituito al mondo la vita, liberami, mediante questo sacrosanto Corpo e Sangue tuo, da tutte le mie iniquità, e da tutti i mali: e rendimi sempre fedele ai tuoi comandamenti, e non permettere che io mai mi separi da Te, che sei Dio e vivi e regni con lo stesso Dio Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Percéptio Córporis tui, Dómine Iesu Christe, quod ego indígnus súmere præsúmo, non mihi provéniat in iudícium et condemnatiónem: sed pro tua pietáte prosit mihi ad tutaméntum mentis et córporis, et ad medélam percipiéndam: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia saecula sæculórum. Amen.La comunione del tuo Corpo, Signore Gesú Cristo, ch'io indegno ardisco ricevere, non mi torni a delitto e condanna; ma per la tua bontà mi giovi a difesa dell'anima e del corpo e come spirituale medicina, Tu che sei Dio e vivi e regni con Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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Genuflectit, surgit, et dicit:
Panem coeléstem accipiam, et nomen Dómini invocábo.
Deinde parum inclinatus, accipit ambas partes Hostiæ inter pollicem et indicem sinistræ manus, et Patenam inter eundem indicem et medium supponit, et dextera tribus vicibus percutiens pectus, elata aliquantulum voce, ter dicit devote et humiliter:
V. Dómine, non sum dignus, Et secrete prosequitur: ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea
V. Dómine, non sum dignus, Et secrete prosequitur: ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
V. Dómine, non sum dignus, Et secrete prosequitur: ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
44
Il sacerdote genuflette, si alza, e dice:
Riceverò il pane del cielo e invocherò il nome del Signore
detto questo, con la mano destra prende dalla patena, con riverenza, le due parti dell’Ostia e le pone fra il pollice e l’indice della mano sinistra, e mette la patena fra lo stesso indice e il medio, tenendo la stessa mano sinistra tra il petto e il Calice, quindi, un po’ inchinato, si percuote tre volte il petto con la destra e per tre volte ripete a voce chiara:
V. Signore, non son degno e prosegue sottovoce che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita.
V. Signore, non son degno e prosegue sottovoce che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita.
V. Signore, non son degno e prosegue sottovoce che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita.
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Postea dextera se signans cum Hostia super Patenam, dicit:
Corpus Dómini nostri Iesu Christi custódiat ánimam meam in vitam ætérnam. Amen.
Et se inclinans, reverenter sumit ambas partes Hostiæ: quibus sumptis, deponit Patenam super Corporale, et erigens se iungit manus, et quiescit aliquantulum in meditatione Sanctissimi Sacramenti.
45
Poi, prende dalla mano sinistra, con l’indice e il pollice della mano destra, le parti dell’ Ostia e con esse si segna, sulla patena, e dice:
Il Corpo di nostro Signore Gesú Cristo custodisca l'anima mia per la vita eterna. Amen.
e, inchinatosi, con i gomiti poggiati sull’Altare, consuma con riverenza entrambe le parti dell’Ostia, quindi depone la patena sul corporale, si alza, congiunge gli indici e i pollici, e, congiunte le mani davanti al viso, si sofferma un po’ nella meditazione del SS. Sacramento.
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Deinde discooperit Calicem, genuflectit, colligit fragmenta, si quæ sint, extergit Patenam super Calicem, interim dicens:
Quid retríbuam Dómino pro ómnibus, quæ retríbuit mihi? Cálicem salutáris accípiam, et nomen Dómini invocábo. Laudans invocábo Dóminum, et ab inimícis meis salvus ero.
Accipit Calicem manu dextera, et eo se signans, dicit:
Sanguis Dómini nostri Iesu Christi custódiat ánimam meam in vitam ætérnam. Amen.
Et sinistra supponens Patenam Calici, reverenter sumit totum Sanguinem cum particula. Quo sumpto, si qui sunt communicandi, eos communicet, antequam se purificet
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Scoperto il Calice, genuflette, si rialza, prende la patena, esamina il corporale, e, se ve ne sono, raccoglie i frammenti con la patena, dicendo:
Che renderò io al Signore per tutte le cose che ha dato a me? Prenderò il Calice della salute e invocherò il nome del Signore. Lodandolo invocherò il Signore e sarò salvo dai miei nemici.
prende il Calice con la destra e si segna con esso, dicendo:
I fedeli si segnano insieme al sacerdote: è un sacramentale che concorre a cancellare i peccati veniali.
Il Sangue di nostro Signore Gesú Cristo custodisca l'anima mia per la vita eterna. Amen.
poi, sottoponendo con la sinistra la patena al Calice, prende con riverenza tutto il Sangue unitamente alla particella. Assunto il quale, se ci sono fedeli da comunicare, li comunichi prima di purificarsi.
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Communio


Anima Christi, sanctifica me. Corpus Christi, salva me. Sanguis Christi, inebria me. Aqua lateris Christi, lava me. Passio Christi, conforta me. O bone Iesu, exaudi me. Intra tua vulnera absconde me. Ne permittas me separari a te. Ab hoste maligno defende me. In hora mortis meae voca me. Et iube me venire ad te, Ut cum Sanctis tuis laudem te. In saecula saeculorum. Amen.
47
Communio


Anima di Cristo, santíficami. Corpo di Cristo, sàlvami. Sangue di Cristo, inébriami. Acqua del fianco di Cristo, làvami. Passione di Cristo, confòrtami. O buon Gesú, esaudíscimi. Nascòdimi fra le tue piaghe. Non perméttere che mi separi da Te. Diféndimi dal nemico maligno. Chiàmami nell’ora della mia morte. E comanda che io venga da Te. Affinché Ti lodi con i tuoi Santi. Nei secoli dei secoli. Amen
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Postea dicit:
Quod ore súmpsimus, Dómine, pura mente capiámus: et de munere temporáli fiat nobis remédium sempitérnum.
Interim porrigit Calicem ministro, qui infundit in eo parum vini, quo se purificat: deinde prosequitur:
Corpus tuum, Dómine, quod sumpsi, et Sanguis, quem potávi, adhaereat viscéribus meis: et præsta; ut in me non remáneat scélerum mácula, quem pura et sancta refecérunt sacraménta: Qui vivis et regnas in saecula sæculórum. Amen.
Abluit et extergit digitos, ac sumit ablutionem: extergit os et Calicem, quem, plicato Corporali, operit et collocat in Altari ut prius: deinde prosequitur Missam.
48
Poi dice:
Ciò che con la bocca abbiamo ricevuto, fa, o Signore, che l'accogliamo con anima pura, e da dono temporaneo ci diventi rimedio sempiterno.
intanto, porge il Calice al ministro, che vi versa un po’ di vino, perché si purifichi, e prosegue:
O Signore, il tuo Corpo che ho ricevuto e il tuo Sangue che ho bevuto, aderiscano all'intimo dell'ànima mia; e fa che non rimanga macchia alcuna di peccato in me, che questi puri e santi sacramenti hanno rinnovato, o Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
(Il sacerdote lava ed asciuga le dita, e beve l’abluzione; poi si asciuga la bocca, deterge il Calice, che copre col corporale ripiegato, e lo colloca in mezzo all’Altare. Il ministro porta il Messale dal lato dell’Epistola. Quindi il sacerdote, a mani giunte, legge l’antifona della Comunione.
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Communio
Ps 42:4
Introíbo ad altáre Dei, ad Deum, qui lætíficat iuventútem meam.
49
Communio
Ps 42:4
Mi accosterò all’altare di Dio, a Dio che allieta la mia giovinezza.
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Postcommunio
Osculatur Altare
S. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Orémus.
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas.
Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.
50
Postcommunio
Bacia l'Altare
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Preghiamo.
Ti supplichiamo, o Dio onnipotente, affinché quelli che nutri coi tuoi sacramenti, Ti servano degnamente con una condotta a Te gradita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
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Conclusio
Dicto, post ultimam Orationem,
S. Dóminus vobíscum.
M. Et cum spíritu tuo,
dicit pro Missæ qualitate, vel Ite, Missa est, vel Benedicámus Dómino. Deo grátias.
51
Conclusione
Detto ciò, dopo l'ultima Orazione,
S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
dice secondo il tipo di Messa, o Andate, la Messa è finita, o Benediciamo il Signore. Rendiamo grazie a Dio.
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V. Ite, Missa est.
R. Deo gratias.
52
V. Andate, la Messa è finita.
R. Rendiamo grazie a Dio.
Pláceat tibi, sancta Trínitas, obséquium servitútis meæ: et præsta; ut sacrifícium, quod óculis tuæ maiestátis indígnus óbtuli, tibi sit acceptábile, mihíque et ómnibus, pro quibus illud óbtuli, sit, te miseránte, propitiábile. Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.O santa Trinità, Ti piaccia l'omaggio della mia servitù, e concedi che questo sacrificio, offerto da me, indegno, agli occhi della tua Maestà, a Te sia accetto, ed a me e a quelli per i quali l'ho offerto, torni giovevole, per tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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Deinde osculatur Altare: et elevatis oculis, extendens, elevans et iungens manus, caputque Cruci inclínans, dicit:
Benedícat vos omnípotens Deus,
et versus ad populum, semel tantum benedícens, etiam in Missis sollemnibus; In Missa Pontificali ter benedicitur, ut in Pontificali habetur. Deinde prosequitur:
Pater, et Fílius, et Spíritus Sanctus.
R. Amen.
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Quindi, baciato l’Altare, alzati gli occhi al cielo, allarga ed eleva e congiunge le mani, china il capo alla Croce, e dice a voce alta:
Vi benedica Dio onnipotente
a mani giunte, con gli occhi bassi, si volge verso i fedeli e, con la mano sinistra sul petto, alza la destra con le dita unite e benedice i fedeli, dicendo:
Padre, Figlio e Spirito Santo.
R. Amen.
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Deinde Sacerdos in cornu Evangelii, iunctis manibus dicit:
Et signans signo crucis primum Altare vel librum, deinde se in fronte, ore et pectore, dicit:
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spiritu tuo.
Initium sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
R. Gloria tibi, Domine!
Ioann. 1, 1-14.
Iunctis manibus prosequitur:
In princípio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum. Hoc erat in princípio apud Deum. Omnia per ipsum facta sunt: et sine ipso factum est nihil, quod factum est: in ipso vita erat, et vita erat lux hóminum: et lux in ténebris lucet, et ténebræ eam non comprehendérunt.
Fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Ioánnes. Hic venit in testimónium, ut testimónium perhibéret de lúmine, ut omnes créderent per illum. Non erat ille lux, sed ut testimónium perhibéret de lúmine.
Erat lux vera, quæ illúminat omnem hóminem veniéntem in hunc mundum. In mundo erat, et mundus per ipsum factus est, et mundus eum non cognóvit. In própria venit, et sui eum non recepérunt. Quotquot autem recepérunt eum, dedit eis potestátem fílios Dei fíeri, his, qui credunt in nómine eius: qui non ex sanguínibus, neque ex voluntáte carnis, neque ex voluntáte viri, sed ex Deo nati sunt. Genuflectit dicens: Et Verbum caro factum est, Et surgens prosequitur: et habitávit in nobis: et vídimus glóriam eius, glóriam quasi Unigéniti a Patre, plenum grátiæ et veritatis.
R. Deo gratias.
Finito Evangelio sancti Ioannis, discedens ab Altari, pro gratiarum actione dicit Ant. Trium puerórum, cum reliquis, ut habetur in principio Missalis.
55
Quindi il Sacerdote nell'angolo del Vangelo
fa un segno di croce sull’Altare o sulla Cartagloria, poi tre segni di croce su sé stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto - lo stesso fanno i fedeli -, e dice:
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Inizio del santo Vangelo secondo Giovanni.
R. Gloria a Te, o Signore!
Joann. 1, 1-14.
e congiunte le mani, prosegue:
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla è stato fatto di tutto ciò che è stato creato. in Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. e la luce splende tra le tenebre, e le tenebre non la compresero. Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Questi venne in testimonio, per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era egli la luce, ma per rendere testimonianza alla luce. Era la luce vera, che illumina tutti gli uomini che vengono in questo mondo. Era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, ma il mondo non lo conobbe. Venne nella sua casa e i suoi non lo accolsero. Ma a quanti lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio, essi che credono nel suo nome: i quali non da sangue, né da voler di carne, né da voler di uomo, ma da Dio sono nati. ci inginocchiamo E il Verbo si fece carne ci alziamo e abitò fra noi; e abbiamo contemplato la sua gloria: gloria come dal Padre al suo Unigénito, pieno di grazia e di verità.
R. Grazie a Dio.
Finito il Vangelo di san Giovanni, scendendo dall'Altare, dice per ringraziamento l'Antifona dei Tre fanciulli con il resto, come scritto all'inizio del Messale.
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Oratio Leonis XIII

S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus.
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus.
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus.
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

O. Salve Regina, Mater misericordiae, vita, dulcedo, et spes nostra, salve. Ad te clamamus, exsules filii Evae. Ad te suspiramus gementes et fientes in hac lacrymarum valle. Eia ergo, Advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Et Iesum, benedictum fructum ventris tui, nobis, post hoc exilium, ostende. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.
S. Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix.
O. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

S. Orémus. Deus, refúgium nostrum et virtus, populum ad te clamantem propitius respice; et intercedente gloriosa, et immaculata Virgine Dei Genitrice Maria, cum beato Ioseph, eius Sponso, ac beatis Apostolis tuis Petro et Paulo, et omnibus Sanctis, quas pro conversione peccatorum, pro libertate et exaltatione sanctae Matris Ecclesiae, preces effundimus, misericors et benignus exaudi. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

O. Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae Caelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

S. Cor Iesu sacratissimum.
O. Miserere nobis.
S. Cor Iesu sacratissimum.
O. Miserere nobis.
S. Cor Iesu sacratissimum.
O. Miserere nobis.
56
Preghiera di Leone XIII

S. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesú.
O. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
S. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesú.
O. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
S. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesú.
O. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

O. Salve, Regina, Madre di misericordia. Vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù, dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, il frutto benedetto del ventre tuo: Gesú. O clemente, O pia, O dolce Vergine Maria!
S. Prega per noi, o santa Madre di Dio
O. Affinché diventiamo degni delle promesse del Cristo.

S. Preghiamo. O Dio, nostro rifugio e nostra forza, guarda propizio al popolo che Ti invoca: e, intercedendo l’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, insieme col beato Giuseppe, suo Sposo, e i beati suoi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi, esaudisci, misericordioso e benigno, le preghiere che Ti presentiamo per la conversione dei peccatori, per la libertà e l’esaltazione della santa Madre Chiesa. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

O. O San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, sii nostro presidio contro la malizia e le insidie del diavolo. Che Dio lo sòggioghi: chiediamo supplicando; e tu, principe della milizia celeste, caccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che a perdizione delle anime vanno errando per il mondo. Amen.

S. Cuore sacratissimo di Gesú
O. Abbi pietà di noi.
S. Cuore sacratissimo di Gesú
O. Abbi pietà di noi.
S. Cuore sacratissimo di Gesú
O. Abbi pietà di noi.
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domenica 8 febbraio 2015

IL SEGRETO DE LA SALETTE


Attualità del messaggio della Santa Vergine

IL SEGRETO DE LA SALETTE 
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Il 19 settembre 1846, a Melania Calvat e a Massimo Giraud apparve la Madre di Dio 
L'attualità del messaggio loro trasmesso lascia ancora stupiti. 







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Qui intendiamo parlare della apparizione della Madonna sulla montagna del La Salette, (paesino del Delfinato, poco distante da Corps, sulla strada tra Grenoble e Gap), perché il messaggio della Santa Vergine è insieme molto attuale e poco noto: la sua diffusione, infatti, fu ostacolata a causa del contenuto, in particolare di quella parte che oggi ci riguarda piú da vicino. 



Il 19 settembre 1846 Melania Calvat, assieme a Massimo Giraud, raccontarono di aver ricevuto un messaggio e un segreto durante una apparizione della Madonna.  
Dal 1860 Melania, poi entrata in religione con il nome di Maria della Croce - Vittima di Gesú, procedette a diverse redazioni del suo segreto, finché ne venne dichiarata autentica una, pubblicata nel 1879 con l'imprimatur del Vescovo di Lecce, mentre l'autorità ecclesiastica francese per qualche tempo non volle concedere il riconoscimento ecclesiastico. Il racconto della apparizione della Madonna a La Salette, (dove oggi sorge un grandioso santuario, meta di una importante processione il 19 settembre di ogni anno), si può considerare, per i nostri scopi, composto essenzialmente di due parti principali.  

Nella prima parte vengono descritti gli avvenimenti che interessarono buona parte dell'Europa di allora, e che si verificarono puntualmente: guerre civili in Francia, (la Comune di Parigi), in Portogallo, (lotte per l'istituzione della repubblica), in Italia, (guerre di Indipendenza); fine del potere temporale dei papi, (breccia di Porta Pia del 1870); carestie; lotte contro la religione, (legge sui frati del governo Cavour, politica ecclesiastica di Gambetta e Ferry in Francia); lassismo morale; decadimento ecclesiastico.  
La seconda parte, (che riportiamo nella sua completezza nelle pagine che seguono affinché ciascuno possa valutare e giudicare in coscienza), è la parte piú discussa del segreto, perché riferentesi alla venuta dell'anticristo ed alla diffusione dell'eresia all'interno stesso della Chiesa.  
Si dice chiaramente nella profezia che Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo.  
Sono parole estremamente gravi, che vanno collegate a quelle che seguono nel messaggio stesso, e cioè alla indefessa sicurezza della vittoria finale del bene sul male, all'invito alla perseveranza nella fede cattolica apostolica romana, all'assistenza continua per gli apostoli degli ultimi tempi



La parte di messaggio, che riportiamo, è una traduzione del testo approvato in lingua francese, come riportato nel libro Bénédictions et malédictions, prophéties de la révélation privée di JEAN VAQUIÉ, Dominique Martin Morin Editore, 1987, ISBN 2-85652-094-4, che, a sua volta, fa riferimento a M.CALVAT, L'apparition de la Très Sainte Vierge sur la montagne de La Salette, Imprimatur: Mgr. Zola, Lecce (Italie), 15 novembre 1879, Rome, 1922 (Societé St-Augustin).  
Il libro può essere richiesto a Diffusion de la pensée française, B.P. 1, F-86190 Chiré-en-Montreuil, Francia, e vale la pena di procurarselo per avere il messaggio completo e altre rivelazioni contenute nella corrispondenza della veggente, rivelazioni che qui non possiamo riprodurre. 





(omissis) 
…I governanti avranno tutti un medesimo progetto, che sarà di abolire e fare scomparire tutti i principi religiosi per sostituirli con il materialismo, l'ateismo, lo spiritismo, e ogni sorta di vizi.  
Nell'anno 1865 si vedrà l'abominio nei luoghi santi; nei conventi i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori.  

Coloro che sono a capo delle comunità religiose si guardino dalle persone che esse devono ricevere, perché il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone dedite al peccato, perché i disordini e l'amore dei piaceri carnali saranno diffusi su tutta la terra.  

La Francia, l'Italia, la Spagna e l'Inghilterra saranno in guerra: il sangue scorrerà per le strade; il francese combatterà contro il francese, l'italiano contro l'italiano, vi sarà poi una guerra generale che sarà spaventevole. Per qualche tempo Dio non si ricorderà piú della Francia né dell'Italia, perché il Vangelo di Gesú Cristo non è piú conosciuto.  
I malvagi userano tutta la loro astuzia; ci si ucciderà, ci si massacrerà reciprocamente perfino nelle case.  

Al primo colpo della Sua spada fulminante le montagne e la natura tutta tremeranno di spavento perché i disordini e i crimini degli uomini trafiggono la volta celeste.
  
Parigi sarà bruciata e Marsiglia inghiottita; molte grandi città saranno scosse e inghiottite da terremoti; si crederà che tutto è perduto; non si vedranno che omicidi; non si sentiranno che colpi d'arma e bestemmie.  

I giusti soffriranno molto, le loro preghiere, la loro penitenza e le loro lacrime saliranno fino al Cielo e tutto il popolo di Dio chiederà perdono e misericordia e chiederà il Mio aiuto e la Mia intercessione.  

Allora Gesú Cristo con un atto della Sua misericordia grande per i giusti comanderà ai Suoi angeli che tutti i Suoi nemici siano messi a morte.  
Improvvisamente i persecutori della Chiesa di Gesú Cristo e tutti gli uomini dediti al peccato moriranno e la terra diventerà come un deserto.  

Allora si farà la pace, la riconciliazione di Dio con gli uomini; Gesú Cristo sarà servito, adorato e glorificato; dappertutto fiorirà la carità.  
I nuovi re saranno il braccio destro della Santa Chiesa, che sarà forte, umile, pia, povera, zelante e imitatrice delle virtú di Gesú Cristo.  

Il Vangelo sarà predicato dappertutto e gli uomini faranno grandi progressi nella fede perché vi sarà unità tra gli operai di Gesú Cristo e perché gli uomini vivranno nel timor di Dio.  
Questa pace tra gli uomini non sarà lunga: venticinque anni di abbondanti raccolti faranno loro dimenticare che i peccati degli uomini sono causa di tutte le pene che arrivano sulla terra.  
Un precursore dell'anticristo, con le sue truppe di parecchie nazioni, combatterà contro il vero Cristo, il solo Salvatore del mondo, egli spargerà molto sangue e vorrà annientare il culto di Dio per farsi guardare come un Dio.  

La terra sarà colpita da ogni sorta di piaghe, (oltre la peste e la carestia che saranno dovunque), vi saranno delle guerre fino all'ultima guerra, che sarà allora fatta da dieci re dell'anticristo, i quali re avranno tutti lo stesso progetto e saranno i soli a governare il mondo.  
Prima che ciò succeda vi sarà una specie di falsa pace nel mondo; non si penserà che a divertirsi; i malvagi si abbandoneranno a ogni sorta di peccato; ma i figli della Santa Chiesa, i figli della fede, i miei veri imitatori crederanno nell'amore di Dio e nelle virtú che mi sono piú care.  

Felici le anime umili guidate dallo Spirito Santo! Io combatterò con esse fino a che esse saranno nella pienezza dell'età. La natura chiede vendetta per gli uomini ed essa freme di spavento nell'attesa di ciò che deve arrivare alla terra insudiciata dai crimini.  
Tremate terra e voi che fate professione di adorare Gesú Cristo e che dentro di voi adorate solo voi stessi; tremate perché Dio sta per consegnarvi al Suo nemico, perché i luoghi santi sono nella corruzione, molti conventi non sono piú le case di Dio, ma i pascoli di Asmodeo e dei suoi.  


Sarà durante questo tempo che nascerà l'anticristo da una religiosa ebrea, da una falsa vergine che sarà in comunicazione con il vecchio serpente, il padrone dell'impurità; suo padre sarà Vescovo, nascendo vomiterà delle bestemmie, egli avrà dei denti, in una parola sarà il diavolo incarnato; egli lancerà delle grida spaventose, farà dei prodigi, non si nutrirà che di impurità.  
Egli avrà dei fratelli che, sebbene non siano dei demoni incarnati come lui, saranno dei figli del male; a dodici anni essi si faranno notare per le prodi vittorie che otterranno; presto essi saranno ognuno alla testa degli eserciti assistiti dalle legioni dell'inferno.  

Le stagioni saranno cambiate, la terra non produrrà che frutti cattivi, gli astri perderanno i loro movimenti regolari, la luna non rifletterà che una debole luce rossastra; l'acqua e il fuoco daranno al globo terrestre dei movimenti convulsi e degli orribili terremoti che inghiottiranno delle montagne, delle città.  

Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo. I demoni dell'aria con l'anticristo faranno dei grandi prodigi sulla terra e nell'aria e gli uomini si pervertiranno sempre piú.  
Dio avrà cura dei suoi fedeli servitori e degli uomini di buona volontà; il Vangelo sarà predicato dappertutto, tutti i popoli e tutte le nazioni conosceranno la verità.
  
Io rivolgo un appello urgente alla terra; Io chiamo i veri imitatori di Cristo fatto uomo, il solo e vero Salvatore degli uomini; Io chiamo i miei figli , i miei veri devoti, quelli che si sono dati a Me perché io li conduca dal Mio divin Figlio, quelli che Io porto, per cosí dire, nelle mie braccia, quelli che sono vissuti del Mio Spirito; infine Io chiamo gli Apostoli degli ultimi tempi, i discepoli di Gesú Cristo che sono vissuti nel disprezzo del mondo e di loro stessi, nella povertà e nell'umiltà, nel disprezzo e nel silenzio, nella preghiera e nella mortificazione, nella castità e nell'unione con Dio, nella sofferenza e sconosciuti al mondo.  

È tempo che escano e vengano ad illuminare la terra.  
Andate e mostratevi come i miei cari figli; Io sono con voi e in voi purché la vostra fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di disgrazia.  
Che il vostro zelo vi renda come gli affamati per la gloria e l'onore di Gesú Cristo.  
Combattete, figli della luce, voi, piccolo numero che ci vedete, perché ecco il tempo dei tempi, la fine delle fini.  
La Chiesa sarà eclissata, il mondo sarà nella costernazione.  



Ma ecco Enoch ed Elia riempiti dello Spirito di Dio; essi predicheranno con la forza di Dio e gli uomini di buona volontà crederanno in Dio e molte anime saranno consolate; essi faranno grandi progressi per virtú dello Spirito Santo e condanneranno gli errori diabolici dell'anticristo.  

Sciagura agli abitanti della terra!  
Vi saranno guerre spaventose e carestie; pesti e malattie contagiose; pioverà una grandine spaventosa di animali; tuoni che scuoteranno le città; terremoti che inghiottiranno paesi; si udiranno delle voci nell'aria; gli uomini batteranno la testa contro i muri, essi chiameranno la morte, da un'altra parte la morte li supplizierà; il sangue scorrerà da ogni parte.  
Chi potrà vivere se Dio non diminuirà il tempo della prova ?  
Dal sangue, dalle lacrime e dalle preghiere dei giusti Dio si lascerà placare; Enoch ed Elia saranno messi a morte; Roma pagana sparirà; il fuoco del cielo cadrà e distruggerà tre città; tutto l'universo sarà colpito dal terrore e molti si lasceranno sedurre perché essi non hanno adorato il vero Cristo vivente tra loro.  

È tempo, il sole si oscura; la fede sola vivrà.  
Ecco il tempo, l'abisso si apre.  
Ecco il re delle tenebre.  
Ecco la bestia con i suoi sudditi, sedicente salvatore del mondo.  
Egli si alzerà con orgoglio nell'aria per andare fino al Cielo; egli sarà soffocato dal respiro di San Michele Arcangelo.  
Egli cadrà e la terra che da tre giorni sarà in continue evoluzioni, aprirà il suo seno pieno di fuoco; egli sarà sprofondato per sempre con tutti i suoi nei baratri eterni dell'inferno.  
Allora l'acqua e il fuoco purificheranno la terra e consumeranno tutte le opere dell'orgoglio degli uomini e tutto sarà rinnovato: Dio sarà servito e glorificato.


Beato chi onora il Tuo Nome, o Maria, 
* la tua grazia conforterà il suo spirito.

sabato 7 febbraio 2015

Sin desánimo


Sin desánimo

A pesar de todos los inconvenientes no abandones la calma y la decisión de recibir la paz... El silencio seguirá siendo tu gran maestro aunque parezca que te arrojan en el mayor de los ruidos y de las inquietudes... Aún vale ¡y cuánto! sentarte calladamente y meditar acerca de lo que siempre resuena en tu corazón. Te aseguro que brotan del suelo y del aire todos los auxilios, imaginables y no imaginables. Dios no te abandona nunca, aunque tengas la impresión de haber quedado "fuera de combate." Coraje y confianza. Es posible que surja lo "inaudito", lo "imposible"... Sin embargo todo eso no tiene peso ni densidad, salvo que la otorgues por vacilación o por miedo. Confianza, pues, y paz. Aprendamos del silencio que todo lo enseña y todo lo guarda maravillosamente. No nos quedemos a la vera del camino, inmovilizados. 
Sigamos, sigamos, que la misión es real y escondida y esta peregrinación una adorable aventura, a pesar de riesgos e incomprensiones. No hay vida sin riesgo. La lucha revela sentidos insospechados. Adelante, en el Nombre del Señor y en la Morada del Corazón de Cristo, que es nuestro. 
Alberto E. Justo