sabato 8 giugno 2013

Il senso della vita



Amata, questo accade perché essi si gettano sui beni terreni tanto sono avidi e attratti da questi e non pensano a curare l’anima che è immortale e trascina con sé il corpo. 

Sempre l’anima si unirà al suo corpo, sia che sia beata nel Cielo, sia che sia dannata nell’inferno. Durante la vita l’uomo deve capire e cogliere le Grazie salvifiche, guai se non lo fa, la sua rovina è certa. 

Come nelle cose della legge umana non si ammette ignoranza, così in quelle della Legge Divina non si ammette ignoranza. Le Mie Leggi Sante sono scritte in ogni cuore, sono scritte a lettere di fuoco, col Mio Dito Le ho scritte. Nessuno, amata, può addurre come scusa che non Le conosce. Nel momento del Giudizio, il metro sarà l’amore, il Giudizio si baserà sulla Legge dell’Amore. 
Pensa ai Miei Precetti: tutti parlano di amore, amore verso di Me, Dio Creatore, Salvatore, Spirito d’Amore, poi verso il prossimo, poi verso l’intera Creazione. Hai ben compreso, piccola Mia sposa, le Mie Parole? Il Mio Discorso?

Mi dici: “Sempre, con la Tua Grazia, ho compreso tutto; ho capito che l’uomo non può addurre scuse per non aver seguito il Tuoi Precetti, Li ha scritti nel cuore ed anche un uomo che è vissuto isolato da tutti Li deve conoscere, perché scritti nel suo profondo. 

Adorato Signore, mi coglie la grande tristezza se penso alla vita spensierata di molti in questa società, essi ignorano le Tue Leggi, i Tuoi Precetti, Li ignorano e non sono affatto giustificati, ma gravemente colpevoli. Penso che costoro sono in gran numero e se non si svegliano dal torpore di morte, non possono salvarsi. Adorato Signore, apri questi cuori chiusi, apri queste menti annebbiate, non posso pensare che tanti vadano verso la loro rovina giorno dopo giorno; se si sono addormentati svegliali, se sono nel torpore destali, Dio d’Amore”.

Amata sposa, sia gioioso il tuo cuore e non triste, ci saranno grandi segni ancora che aiuteranno gli uomini nel torpore a ridestarsi, ma non pensare solo a quelli sociali pensa anche a quelli individuali, ad ognuno sarà dato il segno secondo la necessità, sarà così incisivo e significativo che nessuno potrà dire di non aver capito nulla; ci saranno segni forti per tutti, nella prova, frutto del Mio Amore, ognuno dovrà capire e ravvedersi. Guai a chi non l’accetta e, dopo essersi ribellato, ancora si ribella, la sua rovina è certa. Sposa amata, ognuno sta facendo la sua scelta, quello che vuole ha.
Resta nel Mio Cuore e godi le Mie Delizie d’Amore. Ti amo.
                                                                           Vi amo. Gesù

Miserere nostri, Domine,
miserere nostri!

venerdì 7 giugno 2013

“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: MIEL Y CANELA: Medicina de Dios / Miele e cannella...

“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: 
Non dubitate: IL MIELE E' ... DIVINO

MIEL Y CANELA: Medicina de Dios / Miele e cannella...:

Nuestro Creador Todopoderoso bien conocia nuestra debilidad y nos dejò en este jardìn terrenal muchos remedios magnìficos. Aprovechémos...

FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ

Dolce Cuore del mio Gesù, 
fa' ch'io T'ami sempre più!

VENERDÌ
DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE
LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ

Oggi la Chiesa ci propone di onorare con un culto speciale il Cuore sacratissimo di Gesù di cui il sacramento ci ha già rivelato l'immensa tenerezza. E per stimolarci ad onorare quel Cuore divino con maggior rispetto e devozione, Pio XI ha elevato questa festa al rito di doppio di prima classe e messo la sua Ottava alla pari di quelle di Natale e dell'Ascensione [1]. Il culto del Sacro Cuore - scriveva egli ancora Cardinale - è la quintessenza stessa del cristianesimo, il compendio e il sommario di tutta la religione. Il cristianesimo, opera d'amore nel suo inizio, nei suoi progressi e nel suo compimento non potrebbe essere identificato assolutamente con nessuna altra devozione come con quella del Sacro Cuore [2].

Oggetto della devozione al Sacro Cuore.
L'oggetto della devozione al Sacro Cuore è lo stesso Cuore ardente d'amore per Dio e per gli uomini. Dall'Incarnazione infatti Nostro Signor Gesù Cristo è l'oggetto dell'adorazione e dell'amore di ogni creatura, non soltanto come Dio ma come Uomo-Dio. Essendo la divinità e l'umanità unite nell'unica persona del Verbo divino, Egli merita tanto come Uomo che come Dio tutti gli omaggi del nostro culto; e come in Dio tutte le perfezioni sono adorabili, così pure in Cristo tutto è adorabile: il suo corpo, il suo sangue, le sue piaghe, il suo cuore, e per questo la Chiesa ha voluto offrire alla nostra adorazione questi oggetti sacri.
Il cuore di carne dell'Uomo-Dio.
In questo giorno essa ci mostra soprattutto il Cuore del Salvatore e ci chiede di onorarlo sia che lo consideriamo in se stesso sia che lo consideriamo come il simbolo vivente della sua carità.
In se stesso, questo Cuore di Gesù, per quanto sia solo un poco di carne, è già degno del nostro culto. Nella vita naturale del corpo umano, non è forse il cuore l'organo più nobile e più necessario, quello che distribuisce a tutte le membra il sangue che vivifica, che nutre, che rigenera e purifica? Adorare il Cuore di Gesù significa adorare per così dire, nel suo principio, nel suo fulcro, la vita di sacrificio e d'immolazione del nostro Salvatore. Significa adorare il prezioso recettacolo in cui le ultime gocce del sangue divino hanno atteso, per effondersi, che venisse a colpirlo la lancia di Longino. Quel cuore squarciato rimane per sempre come la testimonianza d'una vita che si è data interamente per la salvezza del mondo.
Nell'ordine morale, il cuore di carne occupa un posto altrettanto importante. Da sempre esso è considerato come la sede della vita affettiva dell'uomo, perché è l'organo che ne risente nella maniera più sensibile tutte le fluttuazioni. Le sue pulsazioni battono al ritmo dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni, delle nostre passioni. Il linguaggio ha consacrato questo modo di vedere: è il cuore che ama, che compatisce, che soffre, si sacrifica e si dona. E come la bassezza di cuore genera tutti i vizi, così pure il cuore nobile ed elevato è la sorgente da cui s'irradiano insieme con l'amore tutte le virtù. Gesù, vero uomo, ha parlato così di se stesso. Ha offerto il suo cuore umano alla nostra contemplazione, mostrandolo circondato di fiamme ardenti e dicendo: "Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini", che lo ha portato verso tutte le sofferenze e le miserie dell'umanità, che ha avuto pietà dell'immensa moltitudine delle anime, e che Gli ha ispirato non solo di moltiplicare i miracoli, ma di istituire la Santissima Eucaristia, di fondare la Chiesa, di soffrire e di morire per riscattarci.
Se il cuore è per noi il centro in cui sono raccolte e il focolaio da cui s'irradiano le doti e le virtù, se sappiamo rendere omaggio al cuore delle persone particolarmente benefiche, quanto più non dobbiamo onorare il Cuore di Gesù come l'abisso, il santuario, il tabernacolo di tutte le virtù? Gli Inni dell'Ufficio e le Litanie le descrivono in numerose invocazioni che noi ripeteremo e mediteremo in questi giorni. E onde persuaderci ancor più dell'importanza e dell'utilità della devozione al Sacro Cuore, concludiamo ascoltando quanto scrive un certosino di Treviri morto nel 1461. Le sue parole saranno per noi un'indicazione di quello che dobbiamo fare per entrare nelle intenzioni della Chiesa che sono quelle stesse del suo celeste Sposo: "Se volete completamente e facilmente purificarvi dei vostri peccati, liberarvi delle vostre passioni e arricchirvi di tutti i beni… mettetevi alla scuola dell'eterna carità. Riponete, immergete spesso in ispirito... tutto il vostro cuore e la vostra mente nel Cuore dolcissimo di Nostro Signor Gesù Cristo in croce. Quel Cuore è pieno d'amore... Mediante lui noi abbiamo accesso al Padre nell'unità di spirito; egli abbraccia d'un immenso amore tutti gli eletti... In quel Cuore dolcissimo si trova ogni sorta di virtù, la fonte della vita, la consolazione perfetta, la vera luce che illumina ogni uomo, ma soprattutto chi ha fatto devotamente ricorso a Lui in ogni afflizione e necessità. Tutto il bene che si può desiderare lo si attinge abbondante in lui; ogni salvezza ed ogni grazia ci vengono da quel Cuore dolcissimo, e non da altrove. Esso è il focolare dell'amore divino che brucia sempre del fuoco dello Spirito Santo, che purifica, consuma e trasforma in sé tutti coloro che Gli sono uniti e che desiderano attaccarsi a Lui. Ora come ogni bene ci viene da questo Cuore dolcissimo di Gesù, così pure tutto dovete riferirvi... tutto restituirgli senza nulla attribuire a voi... In quello stesso Cuore confesserete i vostri peccati, domanderete perdono e grazia, loderete e ringrazierete... Per questo bacerete spesso con riconoscenza quel Cuore piissimo di Gesù inseparabilmente unito al Cuore divino, dove sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza di Dio, un'immagine, voglio dire, sia di quel Cuore, sia del Crocifisso. Aspirerete senza posa a contemplarlo faccia a faccia confidandogli le vostre pene; attirerete così nel vostro cuore il suo spirito e il suo amore, le sue grazie e le sue virtù; a Lui ricorrerete nei beni e nei mali, in Lui avrete fiducia, a Lui vi attaccherete, in Lui abiterete, affinché, in cambio, si degni di porre la sua dimora nel vostro cuore; e qui infine dormirete dolcemente e riposerete nella pace. Poiché anche se i cuori di tutti i mortali vi abbandonassero, quel Cuore fedelissimo non vi ingannerà e non vi abbandonerà mai. E non trascurerete di onorare devotamente e di invocare anche la gloriosa Madre di Dio e dolcissima Vergine Maria, perché si degni di impetrarvi dal Cuore dolcissimo del suo Figliolo tutto quanto vi sarà necessario. In cambio, voi offrirete tutto al Cuore di Gesù attraverso le sue mani benedette" [3].

MESSA
EPISTOLA (Ef 3,8-19). - Fratelli: A me, il minimo dei santi, è stata concessa questa grazia di evangelizzare tra i Gentili le incomprensibili ricchezze di Cristo, e di illuminare tutti riguardo all'attuazione del mistero ascoso da secoli in Dio, il quale ha creato ogni cosa, affinché dai principati e dalle potestà sia conosciuta per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha mandato ad effetto per mezzo di Cristo Gesù Signor nostro, in cui abbiamo la fiducia di poterci avvicinare con tutta confidenza a Dio per mezzo della fede in lui. Quindi vi chiedo di non perdervi d'animo a motivo delle tribolazioni ch'io soffro per voi e che sono la vostra gloria. A questo fine piego le mie ginocchia dinanzi al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, da cui ogni famiglia e nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere mediante lo Spirito di lui potentemente corroborati nell'uomo inferiore, in modo che Cristo abiti per la fede nei vostri cuori, e voi, radicati nella fede, fondati nella carità, possiate, con tutti i santi, comprendere quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, anzi possiate conoscere ciò che supera ogni scienza, la stessa carità di Cristo, in modo che siate ripieni di tutta la pienezza di Dio.

Il "Mistero di Cristo".
È giusto ricordare questa pagina luminosa in cui san Paolo ci svela in termini sublimi l'amore infinito di Dio per la sua creatura. Da tutta l'eternità è stato concepito da Dio un disegno che è come la ragione, la spiegazione, il motivo della creazione, e tale disegno consiste nel chiamare tutta l'umanità a partecipare alla vita di Cristo. Dio ha tanto amato gli uomini che ha dato loro il suo Figliolo unigenito affinché per lui e in lui diventino a loro volta suoi figli per l'eternità. Cristo con i suoi tesori di sapienza e di scienza; Cristo nel quale sono benedette tutte le genti, nel quale gli uomini sono salvati e fatti simili a lui nell'unità del suo corpo mistico; Cristo che abita in noi e ci fa vivere mediante la fede e l'amore, ecco dunque il mistero appena intravisto dai Patriarchi e dai Profeti e che il Nuovo Testamento ci rivela con incomparabile chiarezza. Ma il mistero di Cristo non si completa veramente che in noi e con la nostra cooperazione. Tutte le ricchezze messe così generosamente da Dio a nostra disposizione e di cui Cristo è la fonte, la Chiesa, i sacramenti, l'Eucaristia, non hanno altro fine che la santificazione di ciascuna delle nostre anime individualmente. Per questo l'Apostolo innalza a Dio una preghiera insistente, chiedendogli che le sue intenzioni di misericordia e d'amore non vengano meno davanti alla nostra ostinazione e alla nostra ribellione e che non sia reso vano in noi lo sforzo compiuto sul Calvario. Solenne si fa la sua supplica perché regni completamente in noi quella vita interiore che ci è stata data nel battesimo, l'uomo nuovo, il cristiano, il figlio di Dio, e questo attraverso la fine dell'uomo vecchio, mediante una costante adesione a Dio, una reale comunione di vita che sottometta a lui tutta la nostra attività. Allora la carità crescerà sovrana in noi, e il piano di Dio pienamente realizzato si compirà per noi fino alla beatitudine eterna.

VANGELO (Gv 19,31-37). - In quel tempo: I Giudei, affinché non restassero in croce i corpi nel sabato (che era Parasceve ed era solenne quel sabato) chiesero a Pilato che fossero ad essi rotte le gambe e fossero tolti via. Andaron quindi i soldati e ruppero le gambe al primo e all'altro che eran con lui crocifissi; ma quando furono a Gesù, come videro che era già morto, non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato; e subito ne uscì sangue ed acqua. E chi vide lo ha attestato; e la sua testimonianza è vera. Ed egli sa di dire il vero, affinché voi pure crediate. Certamente, questo è avvenuto, affinché s'adempisse la Scrittura: Non gli romperete alcun osso. E un'altra Scrittura dice pure: Volgeranno gli occhi a colui che han trafitto.
 
"Volgeranno gli occhi a colui che han trafitto"! Ascoltiamo questo testo misterioso con il commosso raccoglimento della nostra santa madre Chiesa. Osserviamo la via donde essa è uscita. È appunto dal Cuore dell'Uomo-Dio che è nata. Non poteva avere altra origine, poiché è l'opera per eccellenza del suo amore, ed è appunto per questa Sposa che egli ha fatto tutte le altre opere. Eva fu tratta dal fianco di Adamo in un modo figurativo; ma non ne doveva restare traccia, perché fosse chiaro che la donna era stata tratta dall'uomo solo per un sublime mistero, e non vi si vedesse per lei inferiorità di natura. Ma nel Signore era giusto che la gloriosa traccia di quella uscita rimanesse, perché è una realtà. Bisogna che la sua Sposa, fondandosi su tale origine, possa continuamente far ricorso al suo amore, e sia sempre aperto davanti a lei il cammino perché raggiunga con sicurezza e con prontezza il suo Cuore in ogni cosa.


[1] L'ottava del Sacro Cuore è stata recentemente soppressa. Vedi nota per la Festa del Corpus Domini, p. 53.
[2] Opere, II, p. 48.
[3] Cfr. Etudes, CXXVII, p. 605.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 413-417
Dolce Cuore di Maria 
siate Voi la salvezza dell'anima mia!

FESTA DEL CUORE IMMACOLATO



FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA 

La devozione al Cuore Immacolato.
La divozione al Cuore Immacolato di Maria è antica come il Cristianesimo. Lo Spirito Santo l'insegnò per mezzo di san Luca, l'evangelista dell'infanzia del Salvatore: "Maria conservava nel suo Cuore e meditava tutte queste cose". "E la Madre di Gesù conservava tutte queste cose nel suo Cuore" (Lc 2,19;51). La divozione, che porta i fedeli a rendere a Maria l'onore e l'amore che a Lei si devono, ha qui la sua origine. I più grandi Dottori della Chiesa cantarono le perfezioni del suo Cuore: sant'Ambrogio, sant'Agostino, san Giovanni Crisostomo, san Leone, san Bernardo, san Bonaventura, san Bernardino da Siena, le due grandi monache sante, Gertrude e Metilde... Nel secolo XVII, san Giovanni Eudes "padre, dottore e apostolo del culto al Sacro Cuore" (Bolla di Canonizzazione) si fece dottore e apostolo del culto al Cuore purissimo di Maria e dal dominio della pietà privata, lo introdusse nella Liturgia cattolica.

Oggetto della divozione.
Di questa divozione egli ci dice: "Nel Cuore santissimo della prediletta Madre di Dio, noi intendiamo e desideriamo soprattutto venerare e onorare la facoltà e capacità naturale e soprannaturale di amare che la Madre dell'amore tutta impegnò nell'amare Dio e il prossimo. Poiché sia che il cuore rappresenti il cuore materiale che portiamo in petto, organo e simbolo dell'amore, o piuttosto la memoria, la facoltà d'intendere con cui meditiamo, la volontà, che è radice del bene e del male, la finezza dell'anima per la quale si fa la contemplazione, in breve, tutto l'interno dell'uomo (noi non escludiamo alcuno di questi sensi) intendiamo e vogliamo soprattutto venerare e onorare prima di ogni cosa e sopra ogni cosa, tutto l'amore e tutta la carità della Madre del Salvatore verso di Dio e verso di noi" (Divozione al Sacro Cuore di Maria, Caen, 1650, p. 38 e Cuore ammirabile, l. i, c. 2).
La cosa più dolce per un figlio è onorare la madre e pensare all'amore di cui è stato oggetto. San Bernardo, parlando del Cuore di Gesù, ci dice: "Il suo Cuore è con me. Il Cristo è mio capo. Come potrebbe non essere mio tutto quello che appartiene alla mia testa? Gli occhi della mia testa sono miei e allo stesso modo questo cuore spirituale è veramente mio cuore. È veramente mio e io possiedo il mio cuore con Gesù" (Vigna mistica, c. 3). Possiamo dire allo stesso modo del Cuore di Maria. Una madre è tutta di suo figlio e gli appartiene con i suoi beni, il suo amore, la sua vita stessa. Un figlio può sempre contare sul cuore della madre.
Noi tutti siamo figli della Santa Vergine, che ci accolse con Gesù nel suo seno nel giorno dell'Incarnazione. Ci generò nel dolore sul Calvario e ci ama in proporzione di quanto a Lei siamo costati. Essa ha offerto al Padre, per noi, quanto aveva di più caro, Gesù, ha detto il suo fiat per l'immolazione, lo ha dato a noi e come l'avrebbe dato senza dare se stessa?

Confidenza nel Cuore Immacolato.
Maria ridice a noi le parole di Gesù: Venite a me voi tutti e vi consolerò... Ci sorride e ci chiama come a Lourdes e nessuno, per la sua indegnità, ha motivo di starne lontano. Il Cuore di Maria fu sede della Sapienza, dimora per nove mesi del Verbo fatto carne, formò il Cuore stesso di Gesù e gli insegnò la misericordia verso gli uomini, pulsò all'unisono col Cuore di Gesù e per quel cuore fu ornato dei più preziosi doni di grazia, Cuore materno per eccellenza, resta il rifugio dei poveri peccatori. Per questo fu fatto immacolato e ne sgorgò soltanto sangue purissimo, il sangue dato a Gesù, perché lo versasse per la nostra salvezza. È il Cuore depositario e custode delle grazie meritate dal Signore con la sua vita e con la sua morte e sappiamo che Dio non distribuì mai, né distribuirà grazie ad alcuno se non per le mani e il Cuore di Colei, che è tesoriera e dispensatrice di tutti i doni. È il Cuore, infine, che ci è stato dato con quello di Gesù, "non solo per modello, ma perché sia il nostro, perché, essendo membra di Gesù e figli di Maria, dobbiamo avere con il nostro Capo e con la nostra Madre un solo cuore e dobbiamo compiere tutte le nostre azioni con il Cuore di Gesù e di Maria" (San Giovanni Eudes, Cuore ammirabile, l. xi, c. 2).

Consacrazione al Cuore Immacolato.
Se la consacrazione individuale di un'anima a Maria le assicura le grazie più grandi, quali frutti non potremo attendere dalla consacrazione del genere umano fatta dal Sommo Pontefice? La Vergine stessa si degnò farci sapere che desiderava tale consacrazione e, rispondendo al desiderio della Madonna di Fatima, S. S. Pio XII, il giorno otto dicembre 1942, pieno di confidenza nell'intercessione della Regina della pace, solennemente consacrò il genere umano al Cuore Immacolato di Maria. Le nazioni cattoliche si sono unite al supremo Pastore.

MESSA
La festa del Cuore di Maria era stata concessa a parecchie diocesi e a quasi tutte le Congregazioni religiose, che la celebravano in date differenti. S. S. Pio XII l'estese a tutta la Chiesa e la fissò al giorno 22 Agosto.

VANGELO (Gv 19,25-27). - In quel tempo: Stavano vicino alla croce di Gesù la sua madre, la sorella della sua madre, Maria di Cleofa, e Maria Maddalena. Gesù dunque, vedendo la sua Madre e il discepolo ch'egli prediligeva, disse a sua madre: Donna, ecco il tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco la tua Madre. E da quel momento il discepolo la prese con sé.

La maternità di Maria data dall'Incarnazione, ma fu proclamata in modo solenne sul Calvario da Gesù morente. Dandoci sua madre, Gesù ci diede la prova più grande del suo amore e Maria, accettando di divenirlo, ci mostrò quanto il suo cuore possedesse di tenerezza e di misericordia. Maria non si sentì mai madre come in quel momento in cui vedeva il Figlio soffrire e morire in croce, intendeva che ci confidava e ci donava a Lei, e accettò di estendere l'affetto che nutrì in vita per Gesù, non solo su san Giovanni, ma su noi tutti, sui carnefici del suo Figlio, su tutti quelli, che erano stati causa della morte di Lui.
Quando il centurione venne ad aprire il cuore di Gesù già morto, la spada predetta dal vecchio Simeone penetrò nell'anima, nel Cuore di Maria e produsse una ferita che, come quella del Salvatore, resterà sempre aperta.

Preghiera al Cuore Immacolato di Maria.
"Quali cose grandi e ricche di gloria bisogna dire e pensare del tuo amabile Cuore, o Madre degna di ogni ammirazione! Lo Spirito Santo dice che tu sei un abisso di prodigi e noi diremo, senza ingannarci, che il tuo Cuore è un mondo di meraviglie. L'umiltà del tuo Cuore ti ha innalzata al più alto trono di gloria e di grandezza, che possa essere occupato da una creatura. L'umiltà, la purezza e l'amore del tuo Cuore ti resero degna di essere Madre di Dio e di possedere per conseguenza tutte le perfezioni, tutti i privilegi, tutte le grandezze, che sono dovute a tale dignità. Per questo io ammiro, saluto e onoro il tuo Cuore verginale come un mare di grazia, un miracolo d'amore, uno specchio di carità, un abisso di umiltà, come il trono della misericordia, il regno della divina volontà, il santuario dell'amore divino, come il primo oggetto dell'amore della Santissima Trinità" (San Giovanni Eudes, Cuore ammirabile, l. ix, c. 14).
"Apri, o Madre di misericordia, apri la porta del tuo Cuore benignissimo alle preghiere che noi facciamo sospirando e gemendo. Tu non rigetti il peccatore, non lo disprezzi, anche se è al colmo della corruzione e del delitto, purché sospiri a te, purché implori con cuore contrito e penitente la tua intercessione" (San Bernardo, Preghiera alla Vergine).
"Sia sempre benedetto, o Madre, il tuo nobilissimo Cuore, onorato di tutti i doni della divina Sapienza e infiammato dagli ardori della carità. Sia benedetto il Cuore nel quale meditasti e conservasti con tanta diligenza e fedeltà i sacri misteri della Redenzione, per rivelarceli nel momento opportuno. A te la lode, a te l'amore, o Cuore amantissimo, a te l'onore, a te la gloria da parte di tutte le creature, per tutti i secoli dei secoli. Così sia" (Nicola de Saussay, Antidotario dell'anima, Parigi, 1495).

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1008-1011 

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Salvezza dell'anima: “Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: "¿QUÉ COSA ES EL ALMA?"


“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: "¿QUÉ COSA ES EL ALMA?": # LE PREGUNTAN A JESÚS: ¿QUÉ COSA ES EL ALMA? ¿ES ACASO NUESTRA RAZÓN? ¿QUÉ COSA ES EL ALMA  QUE NOS DICEN QUE ES INCORPÓREA, ...