sabato 11 maggio 2013

Ficai em paz.


3.815- Mensagem de Nossa Senhora, transmitida em 07/05/2013Versão para impressão

Queridos filhos, tribulação e morte marcarão o futuro da Igreja, mas a vitória virá para os homens e mulheres de fé que sobreviverão a grande e maior perseguição. Sofro por aquilo que vem para vós. Deus permitirá tudo isso para que a Igreja volte a ser como antes. Quando tudo parecer perdido um homem de fé surgirá. Seu carisma e santidade atrairão os afastados. Será este o tempo do triunfo definitivo do Meu Imaculado Coração. Coragem. Não vos afasteis da oração. Eu caminharei convosco. Aconteça o que acontecer não vos afasteis da verdade. Esta é a mensagem que hoje vos transmito em nome da Santíssima Trindade. Obrigada por Me terdes permitido reunir-vos aqui por mais uma vez. Eu vos abençôo, em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo. Amém. Ficai em paz. 

AVE AVE AVE MARIA!

venerdì 10 maggio 2013

"Padre, quasi sempre..."



Mi è tornato in mente, in questi giorni, un simpatico aneddoto raccontatomi da Don Cuomo. Non so se possa essere di una qualche utilità per i lettori del blog, ma certamente  è estremamente istruttivo ed arguto.

Un giorno, si presentò a Don Cuomo una coppia di sposi; la donna era una fervente cattolica, assidua ai Santi Sacramenti e fedelissima alla Santa Messa domenicale, il marito invece no... Egli però chiese al Padre una Benedizione particolare. Siccome Don Cuomo amava insistere molto sul fatto che la Benedizione ricevuta senza la Grazia di Dio è quasi come un francobollo messo sulla lettera senza la colla (cioè, non fa presa), domandò all'uomo: "Ma voi, caro,  andate a Messa ogni domenica e feste comandate?". Quegli rispose: "Padre, quasi sempre...". Replicò Don Cuomo: "E allora: premetto che vostra moglie è una santa donna, ma fate caso che io le chiedessi : 'Signora, lei è fedele a suo marito?' e  mi rispondesse così: 'Padre, quasi sempre', ditemi sinceramente: voi  ne sareste contento?".

Ognuno immagini la risposta. E' sempre più necessario oggi dar forza alla voce della coscienza perché non rimanga soffocata dall'apostasia generale che s'è diffusa. Voce della coscienza (retta) altro  non è che la Voce di Dio!

AVE
MARIA


Io verrò, per tutti, un giorno. L’ultimo. Ma solo coloro la cui anima sarà stata purificata in vita dall’amore, potranno sostenere, senza precipitare nell’abisso, il mio Volto, il mio Sguardo, la mia Voce il cui tuono farà sconvolgere i firmamenti e tremare gli abissi. 24.6.43



  • Dai Quaderni 
  • La prima volta, mio Padre, per purificare la terra mandò un lavacro d’acque, la seconda mandò un lavacro di sangue, e di che Sangue! Né il primo né il secondo lavacro sono valsi a fare degli uomini dei figli di Dio. Ora il Padre è stanco e a far perire la razza umana lascia che si scatenino i castighi dell’inferno, perché  gli uomini hanno preferito l’inferno al Cielo e il loro dominatore: Lucifero, li tortura per spingerli a bestemmiarci per farne dei suoi completi figli. 23.4.43
  • Vorreste che Io venissi e mi mostrassi per terrorizzare e incenerire i colpevoli. O miseri! Non sapete quello che chiedete!  Purtroppo verrò. Dico: “Purtroppo”, perché la mia sarà venuta di Giudizio e Giudizio tremendo. Avessi a venire per salvarvi non direi così e non cercherei di allontanare i tempi della mia venuta, ma anzi mi precipiterei con ansia per salvarvi ancora. Ma il mio secondo avvento sarà avvento di giudizio severo, inesorabile, generale, e per la maggior parte di voi sarà giudizio di condanna. (….)

    E quest’ora, per voi, è vaglio di salvezza. Cadranno in potere del Principe dei demoni coloro che già hanno in loro la zizzania del demonio, mentre coloro che hanno in cuore il grano di frumento germinante l’eterno Pane, germoglieranno in Me in vita eterna. 5.6.43
  • “Satana ha chiesto di vagliarvi”, e dal vaglio, risulta che la corruzione è come nei tempi del diluvio, aggravata dal fatto che voi avete avuto il Cristo e la sua Chiesa, mentre ai tempi di Noè ciò non era.
     
    L’ho già detto e lo ripeto: “Questa è lotta fra Cielo e inferno”. Voi non siete che un bugiardo paravento. Dietro le vostre schiere battagliano angeli e demoni. Dietro i vostri pretesti è la ragione vera: la lotta di Satana contro Cristo.

    Questa è una delle prime selezioni dell’umanità, che si avvicina alla sua ora ultima, per separare la messe degli eletti dalla messe dei reprobi. Ma purtroppo la messe degli eletti è piccola rispetto l’altra.

    Quando Cristo verrà per vincere l’eterno antagonista nel suo profeta troverà pochi segnati, nello spirito, dalla Croce. 
    19.6.43
  • Io verrò, per tutti, un giorno. L’ultimo. Ma solo coloro la cui anima sarà stata purificata in vita dall’amore, potranno sostenere, senza precipitare nell’abisso, il mio Volto, il mio Sguardo, la mia Voce il cui tuono farà sconvolgere i firmamenti e tremare gli abissi. 24.6.43
  • Quando il tempo verrà, molte stelle saranno travolte dalle spire di Lucifero che per vincere ha bisogno di diminuire le luci delle anime. (….) Comprendi chi sono le stelle di cui parlo? Sono quelli che Io ho definito sale della terra e luce del mondo: i miei ministri. Studio dell’acuta malizia di Satana è di spegnere, travolgendoli, questi luminari che sono luci riflettenti la mia Luce alle turbe. Se con tanta luce che ancora la Chiesa sacerdotale emana, le  anime stanno sempre più sprofondando nelle tenebre, è intuitivo quale tenebra schiaccerà le turbe quando molte stelle si spegneranno nel mio cielo. (…)
  • Non morrà la Chiesa perché Io sarò con essa. Ma conoscerà ore di tenebre e orrore simili a quelle della mia Passione, moltiplicate nel tempo perché così deve essere.
    Deve essere che la Chiesa soffra quanto sofferse il suo Creatore, avanti di morire per risuscitare in forma eterna. Deve essere che la Chiesa soffra molto più a lungo perché la Chiesa non è, nei suoi membri, perfetta come il suo Creatore, e se Io soffersi delle ore, essa deve soffrire delle settimane e settimane di ore.
    Come sorse perseguitata e alimentata da potere soprannaturale nei primi tempi e nei migliori suoi figli, così ugualmente sarà di lei quando verranno i tempi ultimi in cui esisterà , sussisterà, resisterà alla marea satanica e alle battaglie dell’Anticristo coi suoi figli migliori. Selezione dolorosa ma giusta.
    E’ logico che in un mondo in cui tante luci spirituali saranno morte, si instauri, palesemente, il regno breve ma tremendo dell’Anticristo, generato da Satana, così come il Cristo fu generato dal Padre. Cristo figlio del Padre, generato dall’Amore con la Purezza. Anticristo figlio di Satana, generato dall’Odio con l’Impurità triplice.
    Come ulive fra le mole del frantoio, i figli del Cristo saranno perseguitati, spremuti, stritolati dalla Bestia vorace. Ma non inghiottiti, poiché il Sangue non permetterà che siano corrotti nello spirito. 
    Come i primi, gli ultimi saranno falciati come manipoli di spighe nella persecuzione estrema e la terra berrà il loro sangue. Ma beati in eterno per la loro perseveranza coloro che muoiono fedeli al Signore. 23.7.43
AVE AVE AVE MARIA!

L’esposizione mediatica. Nel corso dei secoli, a un cattolico bastava sapere che a Roma vi era un uomo che era Vicario di Cristo in terra e che questo uomo, la cui successione era assicurata, custodiva il deposito della fede che professava, ereditata dai suoi predecessori.


L’esposizione mediatica del... 

vescovo di Roma


Nel corso dei secoli, a un cattolico bastava sapere che a Roma vi era un uomo che era Vicario di Cristo in terra e che questo uomo, la cui successione era assicurata, custodiva il deposito della fede che professava, ereditata dai suoi predecessori. Nel corso dei secoli, un cattolico viveva la propria fede nella preghiera, nella frequentazione dei sacramenti e nella celebrazione comunitaria e gli unici insegnamenti che riceveva erano quelli che il parroco del suo villaggio elargiva dal pulpito e che gli trasmettevano i suoi antenati, al caldo del focolare. Così è stato dalla fondazione della Chiesa fino a pochi secoli fa e quella è stata l’età d’oro della Cristianità.
Prima di arrivare a questa fase mediatica della Storia ci fu una fase intermedia, nella quale la diffusione della stampa permise a un cattolico curioso di conoscere le decisioni dei Papi sulle questioni di fede e morale mediante le loro encicliche ed, eventualmente, anche le difficoltà che il papato attraversava nel contesto politico internazionale. Allora un cattolico conosceva l’immagine del Papa grazie alle immaginette e, se era un lettore avido di periodici e riviste, poteva farsi un’idea sommaria delle linee guida del suo pontificato. Una stragrande maggioranza dei cattolici, però, seguiva ignorando simili particolari, ma vivendo la propria fede in modo tradizionale: in comunione con i suoi compaesani e attendendo gli insegnamenti del parroco del proprio villaggio, sia che questi fosse un santo sia che fosse un uomo di morale rilassata, perfino dissoluta; il cattolico comune riteneva tale questione piuttosto frivola, poiché gli bastava sapere che, santo o libertino, questo parroco mentre officiava la Messa era un “altro Cristo”. Era un’epoca nella quale le istituzioni stavano al di sopra delle persone che le incarnavano.

Poi però è arrivata la fase mediatica della Storia e si è squilibrato tutto. Il Papa, all’improvviso, è diventato una figura onnipresente e il cattolico comune ha iniziato a conoscere intimità singolari su di lui: ha cominciato a sapere se il Papa soffrisse di gotta o di calvizie, se gli piacessero il calcio o gli scacchi, se fosse austero o sontuoso nel vestire, se indossasse scarpe di marocchino o di cordovano, se gli piacesse provare il cappello da mariachi o il tricorno che gli regalavano i fedeli che riceveva in udienza, o se declinava un così discutibile onore. Gli è stato detto che, conoscendo queste stravaganti intimità, il cattolico avrebbe potuto amare in maniera più completa il Papa, che in questo modo il Pontefice sarebbe potuto diventare più «umano», più «vicino» e «accessibile». Affermazione totalmente grottesca, poiché il Papa non ha altra missione sulla terra che essere Vicario di Cristo in terra e per avvicinarsi a Lui, per renderlo più «umano», «vicino» e «accessibile», Cristo stesso ci ha già lasciato la ricetta: «Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato», eccetera. Non è conoscendo intimità singolari del Papa che il cattolico si avvicina a Cristo, ma soffrendo con i “più piccoli” si imita Cristo. Bisogna chiedersi se, al contrario, questa onnipresenza mediatica del Papa non contribuisca alla disgregazione o al raffreddamento della fede del cattolico.

Bisogna chiedersi se l’inseguimento mediatico del Papa, non tanto nelle sue decisioni su questioni che riguardano la fede e la morale, quanto nelle più disparate stupidaggini quotidiane, non generi una sorta di “papolatria”, del tutto estranea alla tradizione cattolica e molto più circoscrivibile al fenomeno fan provocato da cantanti, calciatori o attori. Bisogna chiedersi anche se questa esposizione mediatica tanto abusiva del Papa non generi una distorsione nella trasmissione della fede. Poiché se Cristo avesse desiderato che la fede venisse trasmessa “in grande” avrebbe inventato tutto d’un fiato il megafono, la radiofonia, le antenne ripetitrici, la linea ADSL, la TDT e le reti sociali di Internet; e avendo potuto farlo, ha preferito che la fede si trasmettesse nel calore del rapporto umano, mediante piccole comunità che si sono ampliate attraverso la testimonianza personale e l’intrasferibile cuore a cuore dei suoi discepoli. (Juan Manuel de Prada‏, www.finanzas.com)
  • Cardinale Vingt-Trois Passaggio ad un “cristianesimo di scelta”
    Riportiamo un articolo di Jean Madiran, noto scrittore e giornalista francese, uscito sul quotidiano “Présent” il 19 aprile 2013 (traduzione della redazione di CR).  La grande foto del Cardinale Vingt-Trois campeggia in copertina a quasi tutta pagina. È pur vero … Continua a leggere

AVE MARIA!

Os três pastorinhos, depois das Aparições. Deus nos concede as graças por meio do Coração Imaculado de Maria. O longo e sofrido itinerário de Lúcia. A comunhão reparadora dos cinco primeiros sábados. A consagração da Rússia ao Imaculado Coração de Maria.



Os pastorinhos


 Os três pastorinhos, depois das Aparições


Profundamente transformados pelas aparições e mensagens celestiais, os três pastorinhos passaram a exprimir no Nossa Senhora e Fatimarosto a profundidade e gravidade das revelações a eles confiadas. As fotos de então nos mostram suas fisionomias sérias e sofridas, demonstração da vida de intensa oração e contínuos sacrifícios pela conversão dos pecadores e desagravo ao Imaculado Coração de Maria.
Lúcia, na segunda aparição, havia pedido à Virgem de Fátima que os levasse para o Céu… “Sim, à Jacinta e ao Francisco levo-os em breve. Mas tu ficas cá mais algum tempo para Me fazer conhecer e amar. (…)”, foi a resposta de nossa Senhora.
Jacinta e Francisco esperaram, assim, o cumprimento da promessa de que a Virgem Maria os levaria em breve para o Céu. Durante o pouco tempo que passaram na Terra, foram ainda agraciados por algumas visões particulares.


Os últimos dias de Jacinta e Francisco
Pouco mais de um ano, após as aparições na Cova da Iria, Francisco e Jacinta adoeceram gravemente, atacados de bronco-pneumonia. Continuavam com os sacrifícios e penitências, fervorosamente. E percebiam que aquela doença devia conduzi-los ao Céu.
Foi, então, que lhes apareceu a Virgem e lhes declarou que, em breve, viria buscar pastorinhos_aFrancisco. E que não demoraria muito em vir buscar também Jacinta.

Relatando a Lúcia, Jacinta contava:
“Nossa Senhora veio-nos ver, e disse que vem buscar o Francisco muito breve para o Céu. E a mim perguntou-me se queria ainda converter mais pecadores. Disse-lhe que sim. Disse-me que ia para um Hospital, que lá sofreria muito. Que sofresse pela conversão dos pecadores, em reparação dos pecados contra o Imaculado Coração de Maria, e por amor de Jesus. Perguntei se tu ias comigo. Disse que não. Isso é o que me custa mais. Disse que ia minha mãe levar-me, e, depois, fico lá sozinha!
Se tu fosses comigo! O que mais me custa é ir sem ti! Se calhar, o hospital é uma casa muito escura, onde não se vê nada, e eu estou ali a sofrer sozinha! Mas, não importa: sofro tudo por amor de Nosso Senhor, para reparar o Imaculado Coração de Maria, pela conversão dos pecadores e pelo Santo padre”.


Deus nos concede as graças por meio do Coração Imaculado de Maria

Jacinta se consumia e se sublimava no ardoroso desejo de reparar os Sagrados Corações de Jesus e de Maria. Antes de partir para o Hospital, ainda dirigiu a Lúcia outras edificantes palavras:

“Já me falta pouco para ir para o Céu. Tu ficas cá para dizeres que Deus quer estabelecer no mundo a devoção ao Imaculado Coração de Maria. Quando for para dizeres isso, não te escondas, dize a toda a gente que Deus nos concede as graças por meio do Coração Imaculado de Maria, que lhas peçam a Ela, que o Coração de Jesus quer que, a seu lado, se venere o Coração Imaculado de Maria. Que peçam a paz ao Imaculado Coração de Maria, que Deus lha entregou a Ela. Se eu pudesse meter no coração de toda a gente o lume que tenho cá dentro no peito a queimar-me e a fazer-me gostar tanto do Coração de Jesus e do Coração de Maria!


Noutra ocasião, Jacinta disse:
“Olha, sabes? Nosso Senhor está triste porque Nossa Senhora disse-nos para não o ofenderem mais, que já estava pastorinhosmuito ofendido e ninguém fez caso; continuam a fazer os mesmos pecados!”
Em julho de 1919, Jacinta é levada para o Hospital de Vila Nova de Ourém. O agravamento da doença a retém aí por 2 meses. Em seguida, é transportada para Lisboa, para ser submetida a arriscada e dolorida cirurgia. Permanece algum tempo num orfanato e, depois, é levada para o Hospital Dona Estefânia.
A Madre Maria da Purificação Godinho, diretora do orfanato, impressionada pela sabedoria e virtude da menina registrou suas últimas palavras. Jacinta fala sobre o pecado, sobre os sacerdotes e os governantes e sobre as virtudes cristãs, surpreendendo pelas análises acertadas e profeticamente tão reais para nossos dias.
Nossa Senhora veio buscar Jacinta no dia 20 de fevereiro de 1920. Francisco partira para o Céu no dia 04 de abril de 1919.
Jacinta foi sepultada três dias depois no cemitério de Vila Nova de Ourém. Em setembro de 1935, seus restos mortais foram depositados num sepulcro novo, de pedra branca, em Fátima, com o singelo epitáfio: “Aqui repousam os restos mortais de Francisco e Jacinta, a quem Nossa Senhora apareceu”. Em 1951, os veneráveis restos mortais de Jacinta foram para a Basílica de Fátima, onde atualmente repousam. Em 1952, para lá também foram os despojos de Francisco.


O longo e sofrido itinerário de Lúcia

A única sobrevivente dos 3 pastorinhos percorreu longo e sofrido caminho até se tornar Carmelita Descalça, no Carmelo de São José, em Coimbra. Passou, antes, pela Casa das Irmãs Dorotéias, em Pontevedra, na Espanha.
A Irmã Lúcia de Jesus e do Coração Imaculado permaneceu durante 58 anos no Carmelo, vindo a falecer em 13 de fevereiro de 2005, aos 97 anos de idade. Foi trasladada do Carmelo Santa Tereza, em Coimbra, onde ficou sepultada um ano, para a Basílica de Fátima, em 19 de fevereiro de 2006. Seus restos mortais repousam ao lado de Jacinta. Seus dois primos, Jacinta e Francisco, foram beatificados em 13 de maio de 2000. A lápide da Irmã Lúcia contém a frase, abaixo de seu nome: “A quem Nossa Senhora apareceu”.


A comunhão reparadora dos cinco primeiros sábados

No dia 10 dezembro de 1925, a Santíssima Virgem apareceu à Irmã Lúcia, tendo a Seu lado numa nuvem luminosa, um Menino. Ela mostrou a Lúcia um Coração que tinha numa das mãos, cercado de espinhos. E o Menino lhe disse:
“Tem pena do Coração de tua Santíssima Mãe, que está coberto de esppastorinhos de Fatimainhos que os homens ingratos a todos os momentos Lhe cravam, sem haver quem faça um ato de reparação para os tirar”.
Em seguida, a Santíssima Virgem falou: 
“Olha, minha filha, o meu Coração cercado de espinhos que os homens ingratos a todos os momentos cravam com blasfêmias e ingratidões. Tu, ao menos, vê de Me consolar, e dize que todos aqueles que durante cinco meses, no primeiro sábado, se confessarem, recebendo a Sagrada Comunhão, rezarem um Terço e Me fizerem quinze minutos de companhia meditando nos quinze mistérios do Rosário com o fim de Me desagravar, Eu prometo assisti-los na hora da morte com todas as graças necessárias para a salvação dessas almas”.

Em 15 de fevereiro de 1926, novamente, o Menino Jesus apareceu à Irmã Lúcia e lhe perguntou se já havia difundido a devoção à sua Santíssima Mãe. A Irmã Lúcia respondeu que sua Madre Superiora estava disposta a propagá-la, mas que o confessor desta afirmara que ela sozinha, nada podia. E Jesus afirmou: “É verdade que a tua Superiora, só, nada pode; mas, com a minha graça, pode tudo”. A Irmã Lúcia apresentou a dificuldade que algumas almas tinham para se confessarem no sábado, e pediu para ser válida a confissão de oito dias. Jesus respondeu: “Sim, pode ser de muitos mais [dias] ainda, contanto que, quando Me receberem, estejam em graça e tenham a intenção de desagravar o Imaculado Coração de Maria”. E se a pessoas se esquecerem de formar essa intenção, perguntou a Irmã Lúcia. “Podem formá-la na outra confissão seguinte, aproveitando a primeira ocasião que tiverem de se confessar”.

Quatro anos depois, na madrugada de 29 para 30 de maio de 1930, Nosso Senhor revelou interiormente à Irmã Lúcia outro pormenor a respeito das comunhões reparadoras dos cinco primeiros sábados. A Irmã Lúcia perguntou se NS FATIMA_6quem não pudesse cumprir com todas as condições no sábado, poderia satisfazer com os domingos. Jesus respondeu: “Será igualmente aceita a prática desta devoção no domingo seguinte ao primeiro sábado, quando os meus Sacerdotes, por justos motivos, assim o concederem às almas”.

A consagração da Rússia ao Imaculado Coração de Maria
Para o pedido de Nossa Senhora, na sua terceira aparição, houve também um complemento. Em 13 de junho de 1929, a Irmã Lúcia teve uma visão da Santíssima Trindade e do Imaculado Coração de Maria. Nossa Senhora dirigiu as seguintes palavras à Irmã Lúcia:
“É chegado o momento em que Deus pede para o Santo Padre fazer, em união com todos os Bispos do mundo, a consagração da Rússia ao meu Imaculado Coração, prometendo salvá-la por este meio. São tantas as almas que a Justiça de Deus condena por pecados contra Mim cometidos, que venho pedir reparação: sacrifica-te por esta intenção e ora”.

Diversas consagrações da Rússia e do mundo ao Imaculado Coração de Maria, foram feitas ao longo dos pontificados que se sucederam a partir de 1929. Nenhuma delas, porém, chegou a atender plenamente os requisitos manifestados por Nossa Senhora à Irmã Lúcia. Esta, entretanto, desde meados de 1989 vem reconhecendo a validade da Consagração feita pelo Papa João Paulo II em 25 de março de 1984. Reconhecimento este que a própria vidente apresenta como expressão de uma opinião particular, e não de uma revelação sobrenatural.




AVE MARIA!