martedì 23 aprile 2013

"Si non vis obrui procellis. Respice stellam, voca Mariam: In periculis, in angustiis, in rebus dubiis Mariam cogita, Mariam invoca: Non recedat ab ore, non recedat a corde: Ipsam sequens non devias: Ipsam rogans non desperas: Ipsa tenente non corruis: Ipsa protegente non metuis: Ipsa duce non fatigaris: Ipsa propitia pervenis: Sic fac et vives."




Dice S. Bernardo: (Hom. 2, sup. Missus):26 Uomo, chiunque tu sia, già intendi che in questa vita piuttosto vai ondeggiando fra i pericoli e le procelle, che camminando sulla terra; se non vuoi restar sommerso, non volgere gli occhi da questa stella Maria: O quisquis te intelligis in huius saeculi profluvio magis inter procellas et tempestates fluctuare, quam per terram ambulare, ne avertas oculos a fulgore huius sideris, si non vis obrui procellis. Respice stellam, voca Mariam: Rimira la stella, chiama Maria. In periculis, in angustiis, in rebus dubiis Mariam cogita, Mariam invoca: Ne' pericoli di peccare, nelle molestie delle tentazioni, ne' dubbi di ciò che dei risolvere, pensa che Maria ti può aiutare, e tu chiamala subito che ti soccorra. Non recedat ab ore, non recedat a corde: Il suo potente nome non parta dal tuo cuore colla confidenza, e non mai dalla tua bocca con invocarla. Ipsam sequens non devias: Se siegui Maria, non errerai la via della salute. Ipsam rogans non desperas: Sempreché a lei ti raccomanderai, non sconfiderai. Ipsa tenente non corruis: Se ella ti tiene, non caderai. Ipsa protegente non metuis: Se ella ti protegge, non puoi temere di perderti. Ipsa duce non fatigaris: Se ella ti guida, senza fatica ti salverai. Ipsa propitia pervenis: In somma se Maria prende a difenderti, certamente giungerai al regno de' beati. Sic fac et vives. 

Esempio.


È celebre la storia di S. Maria Egiziaca che si legge nel libro I delle Vite de' Padri. 

Ella di dodici anni se ne fuggì dalla casa dei parenti e se ne andò in Alessandria, dove menando infame vita divenne lo scandalo di quella città. Dopo sedici anni di peccati, andò vagando in Gerusalemme, dove facendosi allora la festa della S. Croce, si mosse anch'essa ad entrar nella chiesa più per curiosità che per divozione. 

Ma quando fu all'entrare della porta, si sentì invisibilmente respingere indietro. Tentò la seconda volta, ed anche fu respinta: così la terza e la quarta. Allora la misera postasi ad un cantone dell'atrio, fu illuminata a conoscere che Dio per la sua mala vita la ributtava anche dalla chiesa.

Alzò gli occhi per sua sorte, e vide un'immagine di Maria, che stava nell'atrio dipinta. Onde a lei si volse piangendo e le disse: “O Madre di Dio, abbi pietà di questa povera peccatrice. Vedo per li miei peccati non merito che voi mi guardate; ma voi siete il rifugio de' peccatori, per amore di Gesù vostro Figlio aiutatemi, fatemi entrare nella chiesa, ch'io voglio mutar vita e andare a far penitenza dove voi mi mostrate.” Ecco allora intese una voce interna, come l'avesse risposto la B. Vergine: “Or via, giacché a me sei ricorsa e vuoi mutar vita, entra nella chiesa, che non sarà più chiusa per te la porta.” Entra la peccatrice, adora la Croce e
piange. 

Ritorna all'immagine: “Signora, dice, eccomi pronta: dove volete ch'io mi ritiri a far penitenza?” “Va, risponde la Vergine, e passa il Giordano, e troverai il luogo del tuo riposo.” Si confessa, si comunica, passa il fiume, arriva al deserto, e qui intende ch'era il luogo della penitenza. 

Or ne' primi diciassette anni che la santa stette nel deserto, quali assalti non le diedero i demoni per farla di nuovo cadere? Allora ella che faceva? Non faceva altro che raccomandarsi a Maria, e Maria le impetrò forza a resistere per tutti quei 17 anni, dopo i quali cessarono le battaglie. 
Finalmente dopo 57 anni in quel deserto, trovandosi in età di 87 anni, per divina provvidenza fu ritrovata dall'abbate S. Zosimo; a lui raccontò tutta la sua vita, e lo pregò a tornare ivi l'anno seguente ed a portarle la santa comunione. Tornò il santo abbate e la comunicò. Indi la santa replicò la preghiera che di nuovo la venisse a trovare. Tornò di nuovo S. Zosimo e la trovò morta, col corpo che stava circondato di luce, e vide al capo queste parole scritte: Seppellisci in questo luogo il corpo di me misera peccatrice, e prega Dio per me. 

La seppellì, essendo venuto un lione a scavare la terra; e ritornato al monastero raccontò le maraviglie delle divine misericordie usate con questa felice penitente.27 



Preghiera. 

"O Madre di pietà, Vergine sacrosanta, ecco a' piedi vostri il traditore, che pagando d'ingratitudini le grazie da Dio ricevute per vostro mezzo, ha tradito voi e Dio. Ma, Signora, la miseria mia sappiate che non mi toglie, anzi mi accresce la confidenza in voi; perché la mia miseria vedo che fa crescere in voi la compassione verso di me. Fate conoscere, o Maria, che a me siete la stessa che siete a tutti coloro che v'invocano, piena di liberalità e di misericordia. Mi basta solo che mi guardiate e mi compatiate. Se il vostro cuore mi compatisce, non potrà lasciar di proteggermi. E se voi mi proteggete, di che poss'io temere? No, non temo di niente; non de' peccati miei, perché voi potete rimediare al danno fatto; non de' demoni, perché voi siete potente più dell'inferno; non del vostro Figlio giustamente con me sdegnato, perch'egli ad una vostra parola si placherà. Temo solo ch'io per mia colpa lasci di raccomandarmi a voi nelle mie tentazioni, e così mi perda. Ma questo è quello che oggi vi prometto: voglio sempre a voi ricorrere; aiutatemi voi ad eseguirlo. Mirate la bella occasione che avete di contentare il vostro desiderio, di sollevare un miserabile quale son io. O Madre di Dio, io ho una gran confidenza in voi. Da voi aspetto la grazia di piangere come dovrei i miei peccati; e da voi spero la fortezza per più non cadervi. Se io sono infermo, voi potete sanarmi, o medica celeste. Se le mie colpe mi han fatto debole, forte mi renderà il vostro aiuto. O Maria, io tutto spero da voi, perché voi tutto potete appresso Dio. Amen."


GESU' MARIA AMORE
VENITE INSIEME NEL MIO CUORE!

Summum studium nostrum sit in vita Iesu meditari.




De imitatione Christi et contemptu mundi 
omniumque 
eius vanitatum.


1. Qui sequitur me non ambulat in tenebris, dicit Dominus. Haec
sunt verba Christi, quibus admonemur quatenus vitam eius et mores
imitemur, si volumus veraciter illuminari et ab omni caecitate cordis
liberari. Summum igitur studium nostrum sit in vita Iesu meditari.

2. Doctrina eius omnes doctrinas sanctorum praecellit, et qui spi-
ritum haberet absconditum ibi manna inveniret. Sed contingit quod
multi ex frequenti auditu evangelii parvum desiderium sentiunt, quia
spiritum Christi non habent. Qui autem vult plene et sapide verba
Christi intelligere oportet ut totam vitam suam illi studeat confor-
mare.

3. Quid prodest tibi alta de Trinitate disputare, si careas humili-
tate, unde displiceas Trinitati? Vere alta verba non faciunt sanctum
et iustum, sed virtuosa vita efficit Deo carum. Opto magis sentire
compunctionem, quam scire eius definitionem. Si scires totam Bi-
bliam et omnium philosophorum dicta, quid totum prodest sine ca-
ritate et gratia? Vanitas vanitatum et omnia vanitas, praeter amare
Deum et illi soli servire. Ista est summa sapientia, per contemptum
mundi tendere ad regna coelestia.

4. Vanitas igitur est divitias perituras quaerere et in illis sperare.
Vanitas quoque est honores ambire et in altum se extollere. Vani-
tas est carnis desideria sequi et illud desiderare unde postmodum
graviter oportet puniri. Vanitas est longam vitam optare et de bona
vita modicum curare. Vanitas est praesentem vitam solum attendere
et quae futura sunt non praevidere. Vanitas est diligere quod cum
omni celeritate transit et illuc non festinare ubi sempiternum manet
gaudium.

5. Stude ergo cor tuum ab amore visibilium abstrahere et ad in-
visibilia te transferre. Nam sequentes suam sensualitatem maculant
conscientiam et perdunt Dei gratiam.

DA NOBIS, DOMINE,
VITIORUM NOSTRORUM FLAMMAS EXTINGUERE!

lunedì 22 aprile 2013

Idee chiare


 

<<La bestia nera, simile a una pantera, indica la Massoneria: la bestia con due corna, simile ad un agnello, indica la Massoneria infiltrata all’interno della Chiesa, cioè la Massoneria ecclesiastica, che si è diffusa soprattutto fra i Membri della Gerarchia.









Questa infiltrazione massonica, all’interno della Chiesa, vi è già stata da Me predetta in Fatima, quando vi ho annunciato che Satana si sarebbe introdotto fino al vertice della Chiesa.







Se compito della massoneria è di condurre le anime alla perdizione, portandole al culto di false divinità, lo scopo della massoneria ecclesiastica è invece quello di distruggere Cristo e la sua Chiesa, costruendo un nuovo idolo, cioè un falso Cristo ed una falsa Chiesa.>>

MSM 13, giugno, 1989.


COR MARIAE IMMACULATUM

INTERCEDE PRO NOBIS!

Il lupo disperderà le pecore, e coloro che dovranno parlare resteranno in silenzio!



«Lo spirito cattolico diminuirà rapidamente; la preziosa luce della fede si spegnerà progressivamente fino a quando si giungerà ad una pressoché totale corruzione dei costumi. In questi tempi sciagurati ci sarà una lussuria ostentata che terrà le persone nel peccato e conquisterà innumerevoli anime frivole che si perderanno (…). Nel supremo momento del bisogno della Chiesa, coloro che dovranno parlare resteranno in silenzio! (…). Alla fine del XIX secolo e per gran parte del XX, si diffonderanno varie eresie, e, sotto il loro potere, la luce preziosa della fede si spegnerà nelle anime (…)» (Nostra Signora del Buon Successo, 21.01.1610)


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http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/marini-cerimoniere-gay-24232/
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/04/bergoglio-il-matrimonio-omosessuale-e.html
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/04/piero-marini-apre-alle-coppie-gay-e.html

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/04/quale-comunione-senza-una-fede-comune.html
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-partito-omosessualista-clericale-6319.htm
AVE MARIS STELLA

sabato 20 aprile 2013

Perseverare fermamente nella vera devozione all'Immacolata. Costi quel che costi. AVE MARIA!




Il seguente esempio mostra quanto sia grande la pietà del cuore di Maria, e la ruina che si tira sopra chi si chiude questo canale con abbandonare la divozione a questa regina del cielo. 

Esempio. 
Si narra dal Tritemio, Canisio ed altri, che in Magdeburg città della Sassonia vi fu un certo chiamato Udone, il quale da giovane fu di così scarso intendimento, ch'era la derisione di tutti gli altri suoi condiscepoli. Egli perciò un giorno, stando più afflitto di questa sua incapacità, andò a raccomandarsi alla Vergine SS. avanti di una sua immagine. 

Maria l'apparve in sogno e gli disse: Udone, ti voglio consolare, e non solo ti voglio ottenere da Dio un'abilità che basti a liberarti dagli scherni, ma di più un talento tale che ti renda ammirabile: e in oltre ti prometto che dopo la morte del vescovo tu sarai eletto in suo luogo. Così gli disse Maria e così tutto si avverò. Si avanzò presto nelle scienze ed ottenne il vescovato di quella città. Ma Udone ne fu così ingrato a Dio e alla sua benefattrice, che lasciata ogni divozione divenne lo scandalo di tutti. Mentre una notte egli stava in letto con sacrilega compagnia, intese una voce che gli disse: Udo, cessa de ludo: lusisti satis, Udo: Udone, cessa dal giuoco dell'offesa di Dio: basta quanto hai giocato. 

La prima volta egli si adirò a queste parole, pensando che fosse alcun uomo che gliene dicesse per correggerlo. Ma sentendosele replicare la seconda e la terza notte, entrò in qualche timore che quella fosse voce del cielo. Con tutto ciò non pertanto seguitò la mala vita. Ma dopo tre mesi che Dio gli diede di tempo per ravvedersi, ecco il castigo. 

Stavasene una notte nella chiesa di S. Maurizio un divoto canonico chiamato Federigo pregando Dio che volesse rimediare allo scandalo che dava il prelato, quand'ecco aprirsi da un gran vento la porta della chiesa. Entrarono poi due giovani con torce accese in mano, e si posero da' lati dell'altar maggiore. Indi seguirono altri due che stesero avanti all'altare un tappeto, con porvi sopra due sedie d'oro. 

Venne appresso un altro giovane in abito di soldato colla spada in mano, il quale fermatosi in mezzo alla chiesa gridò: O voi santi del cielo, che in questa chiesa avete le vostre sacre reliquie, venite ad assistere alla gran giustizia che farà il sovrano giudice. A questa voce comparvero molti santi ed anche i dodici Apostoli, come assessori di questo giudizio: ed in fine entrò Gesù Cristo che si andò a sedere in una di quelle due sedie. Comparve poi Maria corteggiata da molte sante vergini, che fu posta a sedere dal Figlio in quell'altra sedia. Allora ordinò il giudice che si conducesse ivi il reo e questo fu il misero Udone. Parlò S. Maurizio e dimandò giustizia per la di lui vita infame da parte di quel popolo scandalizzato. Tutti alzarono la voce: Signore, merita la morte. Via su muoia, disse l'eterno Giudice. Ma prima di eseguire la sentenza - vedasi quanto è grande la pietà di Maria - ella la pietosa Madre, per non assistere a quell'atto tremendo di giustizia, si partì dalla chiesa, ed indi il celeste ministro ch'entrò fra' primi colla spada, si avvicinò ad Udone e gli spiccò ad un colpo il capo dal busto; e sparì la visione.

Era il luogo rimasto all'oscuro. Il canonico tutto tremante va ad accendere il lume ad una lampada che ardeva sotto la chiesa, ritorna e vede il corpo di Udone col capo tronco e 'l pavimento tutto insanguinato. Fatto dì e concorsovi nella chiesa il popolo, il canonico narrò tutta la visione e 'l fatto di quella orribil tragedia. 
E nello stesso giorno comparve il povero Udone dannato nell'inferno ad un suo cappellano, che niente sapeva del fatto avvenuto nella chiesa. Fu pertanto il cadavere di Udone gettato in una palude e 'l sangue suo restò a perpetua memoria in quel pavimento che si tiene sempre coperto con un tappeto. E d'indi in poi si prese costume di scoprirlo al tempo che prende possesso il nuovo vescovo, acciocché alla vista di tal castigo egli
pensi a ben ordinare la sua vita, e a non essere ingrato alle grazie del Signore e della sua Madre santissima.

54 Preghiera

O santa e celeste Bambina, voi che siete la madre destinata del mio Redentore e la gran mediatrice de' miseri peccatori, abbiate pietà di me. Ecco a' piedi vostri un altro ingrato che a voi ricorre e vi domanda pietà. È vero che per le mie ingratitudini a Dio ed a voi meriterei da Dio e da voi essere abbandonato; ma io sento dire e così tengo - sapendo quanto è grande la vostra misericordia - che voi non ricusate d'aiutare chi con confidenza a voi si raccomanda. Dunque, o creatura la più eccelsa del mondo, giacché sopra di voi non v'è che Dio, e innanzi a voi sono piccioli i più grandi del cielo, o Santa de' santi, o Maria abisso di grazia e piena di grazia, soccorrete un miserabile che l'ha perduta per sua colpa. 
Io so che voi siete così cara a Dio, ch'egli niente vi nega. So ancora che voi godete d'impiegare la vostra grandezza a sollevare i miseri peccatori. Deh su fate vedere quanto sia grande la grazia che possedete appresso Dio, con impetrarmi una luce ed una fiamma divina sì potente, che mi muti da peccatore in santo, e che staccandomi da ogni affetto di terra, tutto m'accenda del divino amore. Fatelo, Signora, che voi lo potete fare. Fatelo per amore di quel Dio che vi ha fatto sì grande, sì potente e pietosa. Così spero. Amen.