lunedì 10 dicembre 2012

La Corredentrice



  • (Maria) Arcobaleno di pace, la Corredentrice è fra le nubi, sopra le nubi, dolce astro che splende al cospetto di Dio per ricordargli che Egli ha promesso misericordia agli uomini ed ha dato il Figlio suo perché gli uomini abbiano perdono. Vi è non come dolcezza pensata, ma come realtà vera, completa, con la sua anima senza macchia e la sua carne senza corruzione. Né si accontenta di esservi adorante e beata. Ma attiva si mostra e chiama, richiama l’umanità alla Salvezza. L’arcobaleno dopo il diluvio fu visto dai soli giusti rimasti vivi sulla Terra, ma nell’ora presente, invece, l’arcobaleno, il segno di pace, Maria, in un sovrabbondare di misericordia sarà visto da molti che giusti non sono. La sua voce, il suo profumo, i suoi prodigi, saranno noti a giusti e a peccatori e beati quelli, fra questi ultimi, che come per l’Arcobaleno di Dio l’ira di Dio non si scatena, così per esso alla giustizia, alla fede nel Gesù in cui è salvezza, si volgeranno. Rm.14.2.48
Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis

Il gran giardino





Le parabole di Gesù
(058)
Parabola del giardino (Quaderni '43 -5/7/43)

La mia Chiesa è simile ad un grande giardino che circonda il palazzo di un grande re. Il re per motivi suoi, non esce dal palazzo e perciò dopo avere seminato i fiori e le piante più belle, ha delegato un giardiniere a tutelare la sua Chiesa. Il giardiniere, a sua volta, ha molti aiutanti che lo coadiuvano.
Nel giardino vi sono fiori e piante di tutte le specie. Dal re furono sparpagliate sulle aiuole, per renderle fertili, tutte le sostanze fertilizzanti e una volta fiorivano solo fiori e piante utili e belle. Nel centro del giardino è una fontana dalle sette bocche che manda i suoi canali per ogni dove e alimenta e ristora piante e fiori.

Ma il Maligno, nell'assenza del re, è entrato ed ha sparso a sua volta semi nocivi. Di modo che ora il giardino presenta un aspetto disordinato, per non dire desolante. Erbacce malsane, spinose, venefiche, si sono distese dove prima erano bordure, aiuole, cespugli bellissimi e li hanno soffocati e resi grami perchè hanno succhiato gli umori della terra e impedito al sole di scendere sulle pianticelle.

Il giardiniere e i suoi aiutanti si affannano a rimondare, ad estirpare, a raddrizzare pianticelle piegate sotto il peso di altre malsane. Ma se lavorano di quà, il Maligno lavora di là e così il giardino presenta sempre il suo aspetto desolato. Serpi, rospi, lumache approfittano del disordine per annidarsi. per rodere, per sbavare. Qua e là qualche pianta robusta resiste a tutto e fiorisce alta nel cielo, qualche aiuola anche, specie se di gigli e rose. Ma le belle bordure delle margheritine e delle violette sono quasi completamente cancellate.

Quando il re verrà, non conoscerà più il suo bel giardino divenuto selvaggio e con ira strapperà le erbacce, schiaccerà gli animali lubrici, coglierà i fiori rimasti e li porterà nel suo palazzo, cancellando per sempre il giardino.

Spiegazione delle parabole di Gesù
(058)
Parabola del giardino (Quaderni '43 -5/7/43)

Il re è Gesù Cristo. Il giardino è la sua Chiesa militante. Il giardiniere è il mio Pietro e i suoi aiutanti sono i sacerdoti. I fiori e le piante, i consacrati fedeli, i sacramenti. I semi nocivi sono i vizi, le passioni, i peccati seminati da Satana in odio a Me.

Il disordine è dato dal fatto che le piante buone non hanno reagito e si sono lasciate soffocare da quelle malvagie che annullano il beneficio del mio Sangue, dei miei Sacramenti, del Sole della Grazia.



Il Sommo Giardiniere e i suoi pochi, veri aiutanti, non riescono a mettere ordine per la mala volontà delle piante buone, per la loro pigrizia spirituale e per la mala volontà e pigrizia di molti falsi giardinieri che non si affaticano nel santo lavoro di coltivare, aiutare, raddrizzare le anime.
I serpi, i rospi e le lumache sono le tentazioni. Se tutti i giardinieri fossero solerti e se tutte le piante fossero vigilanti, essi verrebbero schiacciati. Invece le anime non chiamano in soccorso la Chiesa quando comprendono che la tentazione è più forte di loro e gli ecclesiastici non accorrono, non tutti, quando una delle povere anime, che Io ha pagate col mio Dolore e affrancate in anticipo col mio Sangue, chiede soccorso.



Le piante buone che resistono sono i veri sacerdoti : dal mio Vicario, Giardiniere Sommo e sommo albero che alza fino al cielo la sua cima intrepida e retta, ai semplici sacerdoti che sono rimasti sale della terra.


Le aiuole, specie di rose e gigli, sono le anime verginali e le anime amanti. Ma le bordure delle margheritine: l’innocenza; e quelle delle violette: la penitenza, mostrano un aspetto desolante. L’innocenza nasce e fiorisce, ma presto non è più, perché la malizia, la lussuria, il vizio, l’imprudenza, la distruggono. La penitenza è letteralmente prosciugata dalla gramigna della tiepidezza. Solo qualche esemplare resiste. Ed è quell’esemplare che profuma, con odore di purificazione, un largo raggio di giardino dai miasmi del Male.


Quando Io verrò, nell’ora mia terribile, strapperò, calpesterò, distruggerò erbe maledette e parassiti maledetti, cancellerò il giardino dell’universo, portando con Me, nell’interno della mia reggia, le piante benedette, i benedetti fiori che hanno saputo resistere e fiorire per la mia gioia.

E guai a coloro che saranno divelti da Me e lanciati nel regno di Mammona, il malvagio seminatore che hanno preferito al seminatore divino; e guai a coloro che hanno preferito ascoltare la voce delle serpi e dei rospi e il bacio delle lumache alla voce dei miei angeli e al bacio della mia grazia. Meglio per loro sarebbe stato se mai non fossero nati!

Ma gioia, gioia eterna a coloro che mi sono rimasti servi buoni, fedeli, casti, innamorati. E gioia, ancora più grande, a quelli che hanno voluto essere doppiamente miei seguaci prendendo le vie del Calvario per loro via, per compiere nel loro corpo quanto manca ancora all’eterna passione del Cristo. I loro corpi glorificati splenderanno come soli nella vita eterna perché si saranno nutriti del mio duplice pane: Eucaristia e Dolore, e avranno aumentato del loro sangue il gran lavacro iniziato da Gesù, il capo, e proseguito da essi, le membra, per mondare i fratelli e dare gloria a Dio.

Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis



Jardín


5 de julio

Dice Jesús:

«Mi Iglesia es similar a un gran jardín que circunda el palacio de un gran rey.

El rey, por motivos suyos, no sale del palacio y por ello, tras haber sembrado las flores y las plantas más hermosas, ha delegado a un jardinero para tutelar su Iglesia. El jardinero, a su vez, tiene muchos ayudantes que le auxilian.

En el jardín hay flores y plantas de todas las especies. 
El rey desparramó sobre los plantíos, para hacerlos fértiles, todas las sustancias fertilizantes, y antaño florecían sólo flores y plantas útiles y bellas. 
En el centro del jardín hay una fuente con siete caños que lanza sus canales por doquier y alimenta y restaura plantas y flores.

Pero el Maligno, en la ausencia del rey, ha entrado y a su vez ha esparcido semillas nocivas. 
De modo que ahora el jardín presenta un aspecto desordenado, para no decir desolador. Malas hierbas, es­pinosas, venenosas, se han extendido donde antes había márgenes, parterres, matorrales bellísimos, y los han sofocado o convertido en gramilla porque han absorbido la linfa de la tierra e impedido al sol descender sobre las plantitas.

El jardinero y sus ayudantes se afanan en limpiar, extirpar, y en­derezar las plantitas plegadas bajo el peso de las otras malas. Pero si trabajan acá, el Maligno trabaja allá, y así el jardín continúa pre­sentando su aspecto desolado. Serpientes, sapos, babosas aprove­chan el desorden para anidarse, para roer, para babear. Acá y allá alguna planta robusta lo resiste todo y florece alta hacia el cielo; algún parterre también, especialmente si es de lirios y rosas. Pero los hermosos rebordes de margaritas pequeñitas y de violetas están casi completamente cancelados.

Cuando el rey venga, no reconocerá ya su hermoso jardín que se ha hecho salvaje y con ira arrancará las yerbas, aplastará los ani­males escurridizos, cogerá las flores que queden y se las llevará a su palacio, eliminando el jardín para siempre.

     Ahora, atenta a la explicación.

El rey es Jesucristo. El jardín es su Iglesia militante. El jardine­ro es mi Pedro, y sus ayudantes son los sacerdotes. Los flores y las plantas, los consagrados fieles, los bautizados. Las sustancias fertilizantes, las virtudes y sobre todo mi Sangre, esparcida totalmente para fecundar el mundo y hacer fértil la tierra para la simiente de vida eterna. La fuente son los siete sacramentos. Las semillas noci­vas son los vicios, las pasiones, los pecados sembrados por Satanás en su odio hacia Mí.

El desorden está producido por el hecho de que las plantas bue­nas no han reaccionado y se han dejado sofocar por las malas que anulan el beneficio de mi Sangre, de mis Sacramentos, del Sol de la gracia.

El Sumo Jardinero y sus pocos, verdaderos ayudantes, no logran poner orden por la mala voluntad de las plantas buenas, por su pe­reza espiritual, y por la mala voluntad y pereza de muchos falsos jardineros que no se afanan en el santo trabajo de cultivar, ayudar, enderezar las almas.

Las serpientes, los sapos y las babosas son las tentaciones. 
Si todos los jardineros fueran diligentes y si todas las plantas estuvie­ran vigilantes, estos serían aplastados. 
En cambio las almas no piden ayuda a la iglesia cuando comprenden que la tentación es más fuerte que ellas, y los eclesiásticos no acuden, no todos, cuando una de las pobres almas, que Yo he pagado con mi Dolor y rescatado por anticipado con mi Sangre, pide auxilio.


Las plantas buenas que resisten son los verdaderos sacerdotes: desde mi Vicario, Jardinero Sumo y sumo árbol que alza hasta el cielo su copa intrépida y recta, hasta los sacerdotes sencillos que han permanecido sal de la tierra.

Los plantíos, especialmente de rosas y lirios, son las almas vir­ginales y las almas amantes. Pero los rebordes de pequeñas marga­ritas: la inocencia, y de violetas: la penitencia, muestran un aspecto desolador. La inocencia nace y florece, pero enseguida desaparece, porque la malicia, la lujuria, el vicio, la imprudencia, la destruyen. 
La penitencia es secada literalmente por la gramilla de la tibieza. Sólo resiste algún ejemplar. Y es ese ejemplar el que perfuma, con olor de purificación, un amplio radio del jardín de las miasmas del Mal.


Cuando Yo venga, en mi hora terrible, arrancaré, pisaré, destrui­ré las hierbas malditas y los parásitos malditos, eliminaré el jardín del universo, llevando conmigo, al interior de mi palacio, las plantas benditas, las benditas flores que han sabido resistir y florecer para mi alegría.

¡Ay de aquellos que sean desarraigados de Mí y lanzados al reino de Mamona, que han preferido el malvado sembrador al Sembrador divino; y ay de aquellos que han preferido escuchar la voz de las serpientes y de los sapos y el beso de las babosas a la voz de mis án­geles y el beso de mi gracia. Mejor hubiera sido para ellos no haber nacido nunca!

Pero alegría, alegría eterna para quienes me han permanecido siervos buenos, fieles, castos, enamorados. Y alegría, aún mayor, para quienes han querido ser doblemente mis seguidores tomando como propio camino las vías del Calvario, para cumplir en su cuerpo lo que falta aún a la eterna pasión de Cristo. Sus cuerpos glorifica­dos resplandecerán como soles en la vida eterna porque se habrán nutrido con mi doble pan: Eucaristía y Dolor, y habrán aumentado con su sangre el gran lavado iniciado por Jesucristo, la cabeza, y se­guido por ellos, los miembros, para limpiar a los hermanos y dar gloria a Dios».


***

Digo más tarde a Jesús: "No comprendo este pasaje del Evange­lio (cap. 2, v. 23-25, S. Juan), y Él me explica así:
«El hombre es el eterno salvaje y el eterno niño. Para ser atraído y seducido, especialmente en lo bueno -porque su naturaleza vicia­da le lleva fácilmente a aceptar el mal y difícilmente a aceptar el bien- necesita una farándula de prodigios. El prodigio le sacude y le exalta. Es un empujón que le impulsa al borde del Bien.
Al borde, he dicho. Yo sabía que los que creían por mis milagros estaban en los bordes. Estar allí no quiere decir estar en mi Camino. Quiere decir ser espectadores curiosos o interesados, preparados para alejarse cuando cesa la utilidad y se perfila un peligro, y a con­vertirse en acusadores y enemigos como antes se habían mostrado admiradores y amigos. El hombre es ambiguo, hasta que no es com­pletamente de Dios.
Yo veo en el fondo de los corazones. Por eso no me he fiado de los admiradores de una hora, de los creyentes del instante. Éstos no habrían sido los verdaderos confesores, mis testigos. Ni Yo necesita­ba testigos. Mis obras daban testimonio por Mí y testimoniaba el Padre, Aquel que eternamente es Perfección y Verdad.
He aquí el por qué Juan dice: que no necesitaba que otros dieran testimonio de Mí. Otros que no fueran el Padre y Yo mismo.
En el hombre no arraiga la verdad, por eso su testimonio no es veraz y duradero. Muchos fueron los que creyeron, pocos los que perseveraron, poquísimos los que testimoniaron durante toda su vida, y con la muerte, que Yo soy el Mesías, Hijo verdadero de Dios verdadero.
¡Beatísimos para siempre éstos!».

***

Dice Jesús:
"Mi Iglesia es semejante a un extenso jardín que rodea el palacio de un gran rey.
El rey, por motivos personales, no sale del palacio y,
por eso, después de haber sembrado las flores y plantas
más bellas, delegó en un jardinero la tutela de su Iglesia.
El rey, por motivos personales, no sale del palacio y, por eso, después de haber sembrado las flores y plantas más bellas, delegó en un jardinero la tutela de su Iglesia. El jardinero, a su vez, tiene muchos ayudantes que cooperan con él.
En el centro del jardín hay una fuente de siete caños
que manda sus canales en todas las direcciones con los
que alimenta y refresca plantas y flores.
Hay en el jardín flores y plantas de todas las especies. Para fertilizarlas, esparció el rey toda clase de sustancias fertilizantes y así, de consuno, florecían únicamente flores y plantas útiles y bellas. En el centro del jardín hay una fuente de siete caños que manda sus canales en todas las direcciones con los que alimenta y refresca plantas y flores.
Mas el Maligno, en ausencia del rey entró y esparció,
a su vez, semillas nocivas; de modo que el jardín presenta
ahora un aspecto desordenado, por no decir desolado
Mas el Maligno, en ausencia del rey entró y esparció, a su vez, semillas nocivas; de modo que el jardín presenta ahora un aspecto desordenado, por no decir desolado. Malezas malsanas, espinosas, venenosas se han extendido por donde antes había orlas, arriates, plantas bellísimas, sofocándolas o empobreciéndolas al absorber la humedad de la tierra e impidiendo al sol llegar hasta las plantas diminutas.
El jardinero y sus ayudantes se afanan en escamondar, extirpar y enderezar las pequeñas plantas dobladas al peso de otras malsanas. Mas si ellos trabajan por un lado, el Maligno lo hace por otro y así el jardín presenta siempre un aspecto de desolación. Serpientes, sapos, limazas se aprovechan del desorden para anidar, roer y babosear. Aquí y allá alguna planta robusta resiste a todo y florece irguiéndose hacia el cielo; incluso algún que otro bancal, en especial si es de lirios y rosas. Mas las orlas preciosas de las margaritas y de las violetas se encuentran casi del todo destruidas.
Cuando venga el rey, ya no conocerá su hermoso jardín
convertido en una selva y arrancará con ira
las malezas, ...
Cuando venga el rey, ya no conocerá su hermoso jardín convertido en una selva y arrancará con ira las malezas, destruirá los animales inmundos, recogerá las flores que hayan quedado y las llevará a su palacio, terminando para siempre con su jardín.

Atiende ahora a la explicación
El rey es Jesucristo. El jardín su Iglesia militante. El
jardinero es mi Padre y los sacerdotes sus ayudantes
El rey es Jesucristo. El jardín su Iglesia militante. El jardinero es mi Padre y los sacerdotes sus ayudantes. Las flores y las plantas son los fieles consagrados y los bautizados. Las sustancias fertilizantes las virtudes y, sobre todo, mi Sangre, derramada toda ella para fecundar el mundo y fertilizar la tierra con la semilla de vida eterna. La fuente la constituyen los siete sacramentos. Las semillas nocivas son los vicios, las pasiones y los pecados sembrados por Satanás en odio a Mí.
El desorden se ha producido por no haber reaccionado
las plantas buenas
El desorden se ha producido por no haber reaccionado las plantas buenas y haberse dejado sofocar por aquellas otras perniciosas que hacen inútil el beneficio de mi Sangre, de mis Sacramentos y del Sol de la gracia.
El Supremo Jardinero y sus pocos verdaderos ayudantes
no se atreven a poner orden
El Supremo Jardinero y sus pocos verdaderos ayudantes no se atreven a poner orden por la mala voluntad de las plantas buenas, por El desorden se ha producido por no haber reaccionado las plantas buenas su pereza espiritual y por la mala voluntad y pereza de muchos falsos jardineros que no se afanan en la labor santa de cultivar, asistir y enderezar las almas.
Las serpientes, los sapos y las limazas son las tentaciones.
Si todos los jardineros fuesen diligentes y todas las
plantas vigilantes, desparecerían todos
Las serpientes, los sapos y las limazas son las tentaciones. Si todos los jardineros fuesen diligentes y todas las plantas vigilantes, desparecerían todos. Por el contrario, las almas no llaman en su auxilio a la Iglesia cuando comprenden que la tentación es más fuerte que ellas y los eclesiásticos no acuden, no todos, cuando una de esas pobres almas que Yo pagué con mi Dolor y redimí anticipadamente con mi Sangre, pide socorro.
Las plantas buenas que resisten son los verdaderos
sacerdotes
Las plantas buenas que resisten son los verdaderos sacerdotes: desde mi Vicario, Supremo Jardinero y árbol el más alto que eleva al cielo su copa intrépida y erguida, hasta los simples sacerdotes que vienen a ser la sal de la tierra.
Los bancales, en especial los de las rosas y lirios, son
las almas virginales y las almas amantes...
Los bancales, en especial los de las rosas y lirios, son las almas virginales y las almas amantes. Ahora bien, las orlas de las margaritas: la inocencia, y las de las violetas: la penitencia, presentan un aspecto desolador. La inocencia nace y florece, pero en seguida desaparece porque la malicia, la lujuria, el vicio, la imprudencia la destruyen. La penitencia se encuentra literalmente agostada por la grama de la tibieza. Sólo resiste algún que otro ejemplar que perfuma con aroma purificador un extenso radio del jardín contrarrestando los miasmas del Mal.
Cuando Yo venga en mi hora terrible, arrancaré,
estrujaré, destruiré las hierbas y parásitos malditos
Cuando Yo venga en mi hora terrible, arrancaré, estrujaré, destruiré las hierbas y parásitos malditos; haré desaparecer el jardín del universo llevando conmigo al interior de mi palacio las plantas y las flores benditas que supieron resistir y florecer para mi gozo.
Y ¡ay de aquellos que han de ser apartados de Mí y lanzados
al reino de Mammón, el sembrador malvado, que lo
prefirieron al Sembrador divino!
Y ¡ay de aquellos que han de ser apartados de Mí y lanzados al reino de Mammón, el sembrador malvado, que lo prefirieron al Sembrador divino! ¡Ay de aquellos que prefirieron escuchar la voz de las serpientes y de los sapos y el beso de las limazas a la voz de mis ángeles y al beso de mi gracia! ¡Fuera mejor para ellos que nunca hubiesen nacido!
Por el contrario, gozo, gozo eterno para aquellos que
me hayan permanecido siervos buenos, fieles, castos
y enamorados.
Por el contrario, gozo, gozo eterno para aquellos que me hayan permanecido siervos buenos, fieles, castos y enamorados. Y gozo todavía mayor para los que quisieron ser doblemente seguidores míos marchando por las sendas del Calvario durante su vida a fin de completar en su cuerpo cuanto aún falta a la pasión eterna de Cristo. Y sus cuerpos glorificados resplandecerán como soles en la vida eterna porque se habrán nutrido de mi doble pan: la Eucaristía y el Dolor y habrán acrecido con su sangre la gran ablución iniciada por Jesús, la cabeza, y continuada por ellos, los miembros, a fin de purificar a los hermanos y dar gloria a Dios."

Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis

AKITA!




Messaggio del 13 ottobre 1973 
(terza e ultima apparizione)

"Mia cara figlia, ascolta bene ciò che ho da dirti. Ne informerai il tuo superiore".

Dopo un attimo di silenzio la Madonna continua dicendo:

"Come ti ho detto, se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno se stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del Diluvio, tale come non se ne è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare né preti né fedeli. I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti. Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio. Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti.

L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro.

Con coraggio, parla al tuo superiore. Egli saprà come incoraggiare ognuna di voi a pregare e a realizzare il vostro compito di riparazione. E’ il vescovo Ito, che dirige la vostra comunità".

E dopo aver sorriso aggiunge:
"Hai ancora qualcosa da chiedere? Oggi sarà l’ultima volta che io ti parlerò in viva voce. Da questo momento in poi obbedirai a colui che ti è stato inviato e al tuo superiore.
Prega molto le preghiere del Rosario. Solo io posso ancora salvarvi dalle calamità che si approssimano. Coloro che avranno fiducia in me saranno salvati".
*

Le informazioni sulle apparizioni di Akita sono tratte dalle seguenti fonti:
"The Thunder Of Justice" di Ted and Maureen Flynn, MaxKol Communications, Inc.;"The Woman and the Dragon - Apparitions of Mary" di David M. Lindsey, Pelican Publishing Company;
"La Dame de tous les Peuples" di Raoul Auclair in Le Royaume, n° 55;
"Apparitions of Our Lady", "The Community of the Lady of All Peoples", "Apparitions of Jesus and Mary", " Miracle of the Rosary Mission" e "Medjugorje Miracles and Wonders".



Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis

Francesco: Padre dei poveri e povero lui stesso




CAPITOLO XXVIII
SPIRITO Dl CARITÀ
E AFFETTUOSA COMPASSIONE VERSO I POVERI.
EPISODIO DELLA PECORA E DEGLI AGNELLINI


453 76. Padre dei poveri e povero lui stesso, Francesco, facendosi povero con i poveri
non poteva sopportare senza dolore di vedere qualcuno più povero di lui, non per
orgoglio, ma per intima compassione, e sebbene non vestisse che una sola tonaca misera e
rozza, spesso bramava spartirla con qualche bisognoso. Ma poiché era un povero
ricchissimo, spinto dalla sua struggente compassione, per poter aiutare i poveri, quando il
tempo era gelido, ricorreva ai ricchi chiedendo a prestito un mantello o altri indumenti. Se
questi glieli davano con maggior entusiasmo di quello con cui egli li domandava,
dichiarava: «Accetto di riceverli, ma a condizione che non vi aspettiate mai più di riaverli
». E col cuore esultante ne rivestiva il primo indigente che gli capitasse di incontrare.



454 Qualunque parola offensiva pronunciata contro i poveri lo feriva al cuore, e non

poteva soffrire che qualcuno insultasse o maledicesse qualunque creatura di Dio. Un
giorno udì un frate fare una insinuazione ad un poveretto che supplicava l'elemosina:
«Non vorrei che tu fossi ricco e ti fingessi bisognoso!». Come l'udì il padre dei poveri, san
Francesco, rimproverò molto duramente il frate che aveva pronunciato quelle parole, e gli
ordinò di spogliarsi davanti al mendicante e di chiedergli perdono, baciandogli i piedi. Era
solito dire: «Chi tratta male un povero fa ingiuria a Cristo, di cui quello porta la nobile
divisa, e che per noi si fece povero in questo mondo»(2Cor 8,9). Spesso perciò, incontrando
qualche povero con carichi di legna o altri pesi, prendeva sulle sue spalle quei pesi,
sebbene fosse assai debole.


455 77. La sua carità si estendeva con cuore di fratello non solo agli uomini provati dal
bisogno, ma anche agli animali senza favella, ai rettili, agli uccelli, a tutte le creature
sensibili e insensibili. Aveva però una tenerezza particolare per gli agnelli, perché nella
Scrittura Gesù Cristo è paragonato, spesso e a ragione, per la sua umiltà al mansueto
agnello. Per lo stesso motivo il suo amore e la sua simpatia si volgevano in modo
particolare a tutte quelle cose che potevano meglio raffigurare o riflettere l'immagine del
Figlio di Dio.


456 Attraversando una volta la Marca d'Ancona, dopo aver predicato nella stessa città, e
dirigendosi verso Osimo, in compagnia di frate Paolo, che aveva eletto ministro di tutti i
frati di quella provincia, incontrò nella campagna un pastore, che pascolava il suo gregge
di montoni e di capre. In mezzo al branco c'era una sola pecorella, che tutta quieta e umile
brucava l'erba. Appena la vide, Francesco si fermò, e quasi avesse avuto una stretta al
cuore, pieno di compassione disse al fratello: «Vedi quella pecorella sola e mite tra i
caproni? Il Signore nostro Gesù Cristo, circondato e braccato dai farisei e dai sinedriti,
doveva proprio apparire come quell'umile creatura. Per questo ti prego, figlio mio, per
amore di Lui, sii anche tu pieno di compassione, compriamola e portiamola via da queste
capre e da questi caproni ».


78. Frate Paolo si sentì trascinato dalla commovente pietà del beato padre; ma non

possedendo altro che le due ruvide tonache di cui erano vestiti, non sapevano come
effettuare l'acquisto; ed ecco sopraggiungere un mercante e offrir loro il prezzo necessario.
Ed essi, ringraziandone Dio, proseguirono il viaggio verso Osimo prendendo con sé la
pecorina. Arrivati a Osimo si recarono dal vescovo della città, che li accolse con grande
riverenza. Non seppe però celare la sua sorpresa nel vedersi davanti quella pecorina che
Francesco si tirava dietro con tanto affetto. Appena tuttavia il servo del Signore gli ebbe
raccontato una lunga parabola circa la pecora, tutto compunto il vescovo davanti alla
purezza e semplicità di cuore del servo di Dio, ne ringraziò il Signore. Il giorno dopo,
ripreso il cammino, Francesco pensava alla maniera migliore di sistemare la pecorella, e
per suggerimento del fratello che l'accompagnava, l'affidò alle claustrali di San Severino,
che accettarono il dono della pecorina con grande gioia come un dono del cielo, ne ebbero
amorosa cura per lungo tempo, e poi con la sua lana tesserono una tonaca che mandarono
a Francesco mentre teneva un capitolo alla Porziuncola. Il Santo l'accolse con devozione e
festosamente si stringeva la tonaca al cuore e la baciava, invitando tutti ad allietarsi con
lui.

457 79. Un altro giorno, pellegrinando per la stessa Marca, con il medesimo frate Paolo,
che era ben felice d'accompagnarlo, si imbatterono in un uomo che portava al mercato due
agnelli da vendere, legati, belanti e penzolanti dalle spalle. All'udire quei belati, il servo di
Dio, vivamente commosso, si accostò, accarezzandoli, come suol fare una madre con i
figlioletti che piangono, con tanta compassione e disse al padrone: «Perché tormenti i miei
fratelli agnelli, tenendoli così legati e penzolanti?». Rispose: «Li porto al mercato e li
vendo: ho bisogno di denaro». E Francesco: «Che ne avverrà?». E quello: «I compratori li
uccideranno e li mangeranno». Nell'udire questo il Santo esclamò: «Non sia mai! Prendi
come compenso il mio mantello e dammi gli agnelli ».
Quell'uomo fu ben felice di un simile baratto, perché il mantello, che Francesco aveva
ricevuto a prestito da un uomo proprio quel giorno per ripararsi dal freddo, valeva molto
di più delle due bestiole. Ma ricevuti gli agnellini, il Santo di nuovo si rese conto del
problema imbarazzante: «Come provvedervi? » e, per consiglio di frate Paolo, li restituì al
padrone, raccomandandogli di non venderli, di non recar loro danno alcuno, ma di
mantenerli e custodirli con cura.


LAUDETUR  JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!