I centocinquanta Ave, che sono omologhi ai centocinquanta Salmi, tali che il S. Rosario è detto anche Salterio Angelico o Salterio della Beata Vergine Maria, esprimono la ripetizione continua del nome di Maria e del nome di Gesú, a conferma di una pratica antichissima nella Chiesa che con forme diverse realizza l’invocazione continua del Nome divino. In occasione della vittoria di Lepanto contro i Turchi (7 ottobre 1571), S. Pio V intese rendere grazie alla Santa Vergine istituendo la festa della Beata Vergine Maria della Vittoria, e patrocinando la recita del S. Rosario, da tempo importante pratica di venerazione e di culto popolare. Con Gregorio XIII, nel 1573, la festa prese il nome della Beata Vergine Maria del Santo Rosario e venne celebrata alla prima domenica di ottobre, poiché la vittoria era stata conseguita di domenica, mentre l’intera Cristianità era intenta a recitare con fervore il S. Rosario per la buona riuscita della battaglia. Nel 1913, san Pio X la ricondusse alla data storica del 7 ottobre. Codificata e predicata da san Domenico fin dal 1214, su suggerimento di Maria SS., la recita del S. Rosario si trova ripetutamente richiamata nelle diverse e piú recenti apparizioni della S. Vergine. Tra le tante, ricordiamo le promesse fatte da Maria SS. a san Domenico e al beato Alano della Rupe: «Il Rosario sarà un’arma potentissima contro l’inferno, distruggerà i vizi, dissiperà ilNonché le raccomandazioni che la S. Vergine ha ripetuto ultimamente a Fàtima: «Sono la Madonna del Rosario.Con questa promessa la Beata Vergine Maria ha anche inteso ricordare di soffermarsi in silenzio a meditare su ogni Mistero (tenendole cosí compagnia) per almeno un minuto, rammentando che la recita del S. Rosario va fatta senza alcuna fretta.La recita quotidiana del S. Rosario comporta la meditazione dell’Incarnazione, della Passione e Morte, della Resurrezione e dell’Ascensione di nostro Signore Gesú Cristo; nonché della discesa dello Spirito Santo, dell'Assunzione in Cielo e dell'Incoronazione di Maria Santissima. Il S. Rosario si compone, per ogni Mistero, della recita di un Pater, dieci Ave e un Gloria; ogni diecina è seguita dalle Giaculatorie. Alla fine si recitano le Litanie Lauretane della Beata Vergine Maria, accompagnate dai Versetti, dagli Oremus e dalle Antifone finali della Beata Vergine. L’uso della lingua volgare non toglie nulla al valore della recita, ma l’uso della lingua latina stabilisce la continuità e l’unione spirituale con tutte le generazioni che lo hanno recitato nel corso dei secoli: cosí da rendere tangibile il criterio ortodosso di rivolgersi a Dio “ad una voce”. Il S. Rosario si recita con la meditazione di quindici Misteri, distribuiti in tre “corone” di cinque Misteri ciascuna. La recita di ogni “corona” si accompagna con lo scorrimento dei “grani” della corona benedetta, che serve a computare le preci (54 grani) e i Misteri (5 grani). Si dà inizio alla recita del S. Rosario con le invocazioni a Dio, perché ci dia il suo aiuto. In corrispondenza della S. Croce della corona benedetta si recita il Credo, perché la Fede è la base indispensabile per ogni preghiera che rivolgiamo a Dio. Si scorrono poi i cinque grani dopo la S. Croce recitando un Pater, in onore di Dio Onnipotente, tre Ave, in memoria della SS. Trinità che si è manifestata alla Beata Vergine Maria nell’Annunciazione, e un altro Pater per dare inizio alla prima corona del S. Rosario. Con una mano si scorrono i 54 grani della corona benedetta per recitare le prime cinque diecine che si concludono tutte con un Gloria. Con l’altra mano si computano i cinque Misteri usando i 5 grani iniziali. Le tre “corone” che compongono il S. Rosario possono essere recitate anche separatamente nel corso della giornata. È invalso l’uso minimale di recitare una sola “corona” al giorno, meditando solo cinque Misteri. In questo caso essi vengono distribuiti per ogni giorno della settimana a partire dal lunedí: Misteri Gaudiosi (lunedí e giovedí), Misteri Dolorosi (martedí e venerdí), Misteri Gloriosi (mercoledí e sabato); la Domenica, giorno del Signore, si meditano sempre i Misteri Gloriosi. Si può recitare la “corona” meditando specialmente i Misteri Gaudiosi nelle Domeniche d’Avvento e nelle Ottave di Natale e dell’Epifania, nonché nelle feste dell'Annunciazione, della Visitazione e della Purificazione della B. V. Maria; i Misteri Dolorosi in tutte le Domeniche di Quaresima e nei giorni della Settimana di Passione e della Settimana Santa; e i Misteri Gloriosi nelle Ottave di Pasqua, dell’Ascensione e di Pentecoste, nonché nella festa dell’Assunzione. La recita del S. Rosario può farsi individualmente o in comune, ricordando che trattandosi del Salterio della Beata Vergine Maria il modo migliore per recitarlo è salmodiarlo, e il modo migliore per salmodiare è quello dei due cori che si alternano, richiamandosi così alla promessa di Nostro Signore: Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt 19, 20). Al tempo stesso è cosa degna e meritoria recitare il S. Rosario in ginocchio, con la corona benedetta in mano, perché con esso ci si rivolge supplici alla Misericordia di Dio in nome di Nostro Signore Gesú Cristo ( Gv 15, 16) per intercessione della Beata Vergine Maria Madre di Dio. Alla fine del S. Rosario, prima della recita delle Litanie, possono recitarsi uno o piú Pater, Ave e Gloria, con delle specifiche intenzioni. La recita di un Pater, Ave e Gloria “secondo le intenzioni del Sommo Pontefice” permette di acquistare le indulgenze previste. Tra le indulgenze concesse nel corso dei secoli dai diversi Papi, ricordiamo: - indulgenza di cento giorni per ogni Pater e per ogni Ave; - indulgenza di dieci anni e di altrettante quarantene per ogni recita giornaliera; - indulgenza plenaria per ogni recita al cospetto del SS. Sacramento; - indulgenze parziali e plenarie per la recita nei diversi giorni dell'anno, specialmente nelle feste del Signore e in quelle della B. V. Maria, massimamente se la recita si compie in una cappella dedicata alla S. Vergine. Per l’acquisto delle indulgenze plenarie è necessario confessarsi, comunicarsi e pregare “secondo le intenzioni del Sommo Pontefice”. Anche nel caso della semplice “recita” è raccomandabile cantare almeno il Gloria e le Antifone della Beata Vergine. Chi ritenesse di poter usare la salmodia al posto della recita può richiedere alla nostra segreteria copia della partitura da usare. La recita “minimale” del S. Rosario (mancanza del Credo, del Pater e degli Ave all’inizio, recita della sola Antifona della Salve Regina) o le variazioni che sono state introdotte con l’uso piú recente (come la recita di una sola “corona”), non implicano violazione di alcun precetto della Chiesa, quindi non comportano alcuna colpa, neanche veniale. Indicazioni generali Nel Credo: chinare il capo al: «…Deum Patrem»; «…Iesum Christum,…»; «qui conceptus est de Spíritu Sancto, natus ex Maria Vírgine» Nell’Ave: chinare il capo alla menzione del nome di Gesú: «…Iesus» Nel Gloria: chinare il capo recitando o cantando il primo versetto (in cui si menziona il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) Nelle Giaculatorie: chinare il capo al: «…SS. Nome di Gesú» Nelle Litanie: chinare il capo al: «…eléison»; «miserére nobis»; «parce nobis».
All'inizio Invocazioni a Dio
In corrispondenza della Croce Professione di Fede
Misteri gaudiosi (In féria secunda et féria quinta - lunedí - giovedí)
Misteri dolorosi (In féria tértia et féria sexta- martedí e venerdí)
Misteri gloriosi (In Domínica et féria quarta et sábato - domenica, mercoledí e sabato)
Il versetto, l'oremus e l'antifona cambiano a seconda del tempo dell'anno liturgico NELLE FESTE DELLA BEATA VERGINE MARIA
AL VENERDI CHE PRECEDE LA 1° DOMENICA D'AVVENTO
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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
giovedì 20 settembre 2012
«Il Rosario sarà un’arma potentissima contro l’inferno, distruggerà i vizi, dissiperà il peccato, abbatterà le eresie e salverà le anime purganti. «Esso farà rifiorire le virtú e le opere sante, otterrà ai fedeli copiose misericordie da Dio e tirerà i cuori degli uomini dall’amor vano del mondo all’amor di Dio, e li solleverà al desiderio delle cose eterne. «Chiunque reciterà devotamente il S. Rosario con la considerazione dei Misteri non verrà abbandonato dal Signore: non perirà di morte improvvisa, quando si trova in disgrazia di Dio; ma si convertirà se peccatore, e si conserverà in grazia se giusto, e sarà fatto degno della vita eterna. «Voglio che coloro i quali reciteranno il mio Rosario abbiano in vita il lume e la pienezza delle grazie, e in morte siano ammessi a partecipare ai meriti dei Beati nel Paradiso. «I veri figliuoli del mio Rosario godranno una gran gloria in cielo, e tutti coloro che lo propagano saranno da me soccorsi in ogni loro necessità. «Chi recita il mio rosario ha un gran segnale di predestinazione e tutto quello che chiederà per esso lo otterrà».
mercoledì 19 settembre 2012
Nostra Signora de La Salette: …I governanti avranno tutti un medesimo progetto, che sarà di abolire e fare scomparire tutti i principi religiosi per sostituirli con il materialismo, l'ateismo, lo spiritismo, e ogni sorta di vizi.
La Salette -
Storia dell'Apparizione della Madonna
IL SEGRETO DE LA SALETTE (5/95) Il 19 settembre 1846, a Melania Calvat e a Massimo Giraud apparve la Madre di Dio L'attualità del messaggio loro trasmesso lascia ancora stupiti. Da qualche tempo si sente parlare di statuette della Madonna lacrimanti sangue: l'opinione pubblica, cattolica e non, ne è rimasta turbata o stupefatta. Indipendentemente da quelle che possono essere le convinzioni personali su queste manifestazioni, esse inducono a riflettere sul significato che sempre nella storia della cristianità siffatte realtà hanno rivestito. Lasciando alle legittime autorità ecclesiastiche il giudizio definitivo sui recenti avvenimenti, osserviamo che, già nel secolo scorso, la Santa Vergine, in apparizioni riconosciute autentiche dalla Chiesa, ha affidato a veggenti messaggi e profezie poi puntualmente verificatesi. Qui intendiamo parlare della apparizione della Madonna sulla montagna del La Salette, (paesino del Delfinato, poco distante da Corps, sulla strada tra Grenoble e Gap), perché il messaggio della Santa Vergine è insieme molto attuale e poco noto: la sua diffusione, infatti, fu ostacolata a causa del contenuto, in particolare di quella parte che oggi ci riguarda piú da vicino. Il 19 settembre 1846 Melania Calvat, assieme a Massimo Giraud, raccontarono di aver ricevuto un messaggio e un segreto durante una apparizione della Madonna. Dal 1860 Melania, poi entrata in religione con il nome di Maria della Croce - Vittima di Gesú, procedette a diverse redazioni del suo segreto, finché ne venne dichiarata autentica una, pubblicata nel 1879 con l'imprimatur del Vescovo di Lecce, mentre l'autorità ecclesiastica francese per qualche tempo non volle concedere il riconoscimento ecclesiastico. Il racconto della apparizione della Madonna a La Salette, (dove oggi sorge un grandioso santuario, meta di una importante processione il 19 settembre di ogni anno), si può considerare, per i nostri scopi, composto essenzialmente di due parti principali. Nella prima parte vengono descritti gli avvenimenti che interessarono buona parte dell'Europa di allora, e che si verificarono puntualmente: guerre civili in Francia, (la Comune di Parigi), in Portogallo, (lotte per l'istituzione della repubblica), in Italia, (guerre di Indipendenza); fine del potere temporale dei papi, (breccia di Porta Pia del 1870); carestie; lotte contro la religione, (legge sui frati del governo Cavour, politica ecclesiastica di Gambetta e Ferry in Francia); lassismo morale; decadimento ecclesiastico. La seconda parte, (che riportiamo nella sua completezza nelle pagine che seguono affinché ciascuno possa valutare e giudicare in coscienza), è la parte piú discussa del segreto, perché riferentesi alla venuta dell'anticristo ed alla diffusione dell'eresia all'interno stesso della Chiesa. Si dice chiaramente nella profezia che Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo. Sono parole estremamente gravi, che vanno collegate a quelle che seguono nel messaggio stesso, e cioè alla indefessa sicurezza della vittoria finale del bene sul male, all'invito alla perseveranza nella fede cattolica apostolica romana, all'assistenza continua per gli apostoli degli ultimi tempi. La parte di messaggio, che riportiamo, è una traduzione del testo approvato in lingua francese, come riportato nel libro Bénédictions et malédictions, prophéties de la révélation privée di JEAN VAQUIÉ, Dominique Martin Morin Editore, 1987, ISBN 2-85652-094-4, che, a sua volta, fa riferimento a M.CALVAT, L'apparition de la Très Sainte Vierge sur la montagne de La Salette, Imprimatur: Mgr. Zola, Lecce (Italie), 15 novembre 1879, Rome, 1922 (Societé St-Augustin). Il libro può essere richiesto a Diffusion de la pensée française, B.P. 1, F-86190 Chiré-en-Montreuil, Francia, e vale la pena di procurarselo per avere il messaggio completo e altre rivelazioni contenute nella corrispondenza della veggente, rivelazioni che qui non possiamo riprodurre. …I governanti avranno tutti un medesimo progetto, che sarà di abolire e fare scomparire tutti i principi religiosi per sostituirli con il materialismo, l'ateismo, lo spiritismo, e ogni sorta di vizi. Nell'anno 1865 si vedrà l'abominio nei luoghi santi; nei conventi i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori. Coloro che sono a capo delle comunità religiose si guardino dalle persone che esse devono ricevere, perché il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone dedite al peccato, perché i disordini e l'amore dei piaceri carnali saranno diffusi su tutta la terra. La Francia, l'Italia, la Spagna e l'Inghilterra saranno in guerra: il sangue scorrerà per le strade; il francese combatterà contro il francese, l'italiano contro l'italiano, vi sarà poi una guerra generale che sarà spaventevole. Per qualche tempo Dio non si ricorderà piú della Francia né dell'Italia, perché il Vangelo di Gesú Cristo non è piú conosciuto. I malvagi userano tutta la loro astuzia; ci si ucciderà, ci si massacrerà reciprocamente perfino nelle case. Al primo colpo della Sua spada fulminante le montagne e la natura tutta tremeranno di spavento perché i disordini e i crimini degli uomini trafiggono la volta celeste. Parigi sarà bruciata e Marsiglia inghiottita; molte grandi città saranno scosse e inghiottite da terremoti; si crederà che tutto è perduto; non si vedranno che omicidi; non si sentiranno che colpi d'arma e bestemmie. I giusti soffriranno molto, le loro preghiere, la loro penitenza e le loro lacrime saliranno fino al Cielo e tutto il popolo di Dio chiederà perdono e misericordia e chiederà il Mio aiuto e la Mia intercessione. Allora Gesú Cristo con un atto della Sua misericordia grande per i giusti comanderà ai Suoi angeli che tutti i Suoi nemici siano messi a morte. Improvvisamente i persecutori della Chiesa di Gesú Cristo e tutti gli uomini dediti al peccato moriranno e la terra diventerà come un deserto. Allora si farà la pace, la riconciliazione di Dio con gli uomini; Gesú Cristo sarà servito, adorato e glorificato; dappertutto fiorirà la carità. I nuovi re saranno il braccio destro della Santa Chiesa, che sarà forte, umile, pia, povera, zelante e imitatrice delle virtú di Gesú Cristo. Il Vangelo sarà predicato dappertutto e gli uomini faranno grandi progressi nella fede perché vi sarà unità tra gli operai di Gesú Cristo e perché gli uomini vivranno nel timor di Dio. Questa pace tra gli uomini non sarà lunga: venticinque anni di abbondanti raccolti faranno loro dimenticare che i peccati degli uomini sono causa di tutte le pene che arrivano sulla terra. Un precursore dell'anticristo, con le sue truppe di parecchie nazioni, combatterà contro il vero Cristo, il solo Salvatore del mondo, egli spargerà molto sangue e vorrà annientare il culto di Dio per farsi guardare come un Dio. La terra sarà colpita da ogni sorta di piaghe, (oltre la peste e la carestia che saranno dovunque), vi saranno delle guerre fino all'ultima guerra, che sarà allora fatta da dieci re dell'anticristo, i quali re avranno tutti lo stesso progetto e saranno i soli a governare il mondo. Prima che ciò succeda vi sarà una specie di falsa pace nel mondo; non si penserà che a divertirsi; i malvagi si abbandoneranno a ogni sorta di peccato; ma i figli della Santa Chiesa, i figli della fede, i miei veri imitatori crederanno nell'amore di Dio e nelle virtú che mi sono piú care. Felici le anime umili guidate dallo Spirito Santo! Io combatterò con esse fino a che esse saranno nella pienezza dell'età. La natura chiede vendetta per gli uomini ed essa freme di spavento nell'attesa di ciò che deve arrivare alla terra insudiciata dai crimini. Tremate terra e voi che fate professione di adorare Gesú Cristo e che dentro di voi adorate solo voi stessi; tremate perché Dio sta per consegnarvi al Suo nemico, perché i luoghi santi sono nella corruzione, molti conventi non sono piú le case di Dio, ma i pascoli di Asmodeo e dei suoi. Sarà durante questo tempo che nascerà l'anticristo da una religiosa ebrea, da una falsa vergine che sarà in comunicazione con il vecchio serpente, il padrone dell'impurità; suo padre sarà Vescovo, nascendo vomiterà delle bestemmie, egli avrà dei denti, in una parola sarà il diavolo incarnato; egli lancerà delle grida spaventose, farà dei prodigi, non si nutrirà che di impurità. Egli avrà dei fratelli che, sebbene non siano dei demoni incarnati come lui, saranno dei figli del male; a dodici anni essi si faranno notare per le prodi vittorie che otterranno; presto essi saranno ognuno alla testa degli eserciti assistiti dalle legioni dell'inferno. Le stagioni saranno cambiate, la terra non produrrà che frutti cattivi, gli astri perderanno i loro movimenti regolari, la luna non rifletterà che una debole luce rossastra; l'acqua e il fuoco daranno al globo terrestre dei movimenti convulsi e degli orribili terremoti che inghiottiranno delle montagne, delle città. Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo. I demoni dell'aria con l'anticristo faranno dei grandi prodigi sulla terra e nell'aria e gli uomini si pervertiranno sempre piú. Dio avrà cura dei suoi fedeli servitori e degli uomini di buona volontà; il Vangelo sarà predicato dappertutto, tutti i popoli e tutte le nazioni conosceranno la verità. Io rivolgo un appello urgente alla terra; Io chiamo i veri imitatori di Cristo fatto uomo, il solo e vero Salvatore degli uomini; Io chiamo i miei figli , i miei veri devoti, quelli che si sono dati a Me perché io li conduca dal Mio divin Figlio, quelli che Io porto, per cosí dire, nelle mie braccia, quelli che sono vissuti del Mio Spirito; infine Io chiamo gli Apostoli degli ultimi tempi, i discepoli di Gesú Cristo che sono vissuti nel disprezzo del mondo e di loro stessi, nella povertà e nell'umiltà, nel disprezzo e nel silenzio, nella preghiera e nella mortificazione, nella castità e nell'unione con Dio, nella sofferenza e sconosciuti al mondo. È tempo che escano e vengano ad illuminare la terra. Andate e mostratevi come i miei cari figli; Io sono con voi e in voi purché la vostra fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di disgrazia. Che il vostro zelo vi renda come gli affamati per la gloria e l'onore di Gesú Cristo. Combattete, figli della luce, voi, piccolo numero che ci vedete, perché ecco il tempo dei tempi, la fine delle fini. La Chiesa sarà eclissata, il mondo sarà nella costernazione. Ma ecco Enoch ed Elia riempiti dello Spirito di Dio; essi predicheranno con la forza di Dio e gli uomini di buona volontà crederanno in Dio e molte anime saranno consolate; essi faranno grandi progressi per virtú dello Spirito Santo e condanneranno gli errori diabolici dell'anticristo. Sciagura agli abitanti della terra! Vi saranno guerre spaventose e carestie; pesti e malattie contagiose; pioverà una grandine spaventosa di animali; tuoni che scuoteranno le città; terremoti che inghiottiranno paesi; si udiranno delle voci nell'aria; gli uomini batteranno la testa contro i muri, essi chiameranno la morte, da un'altra parte la morte li supplizierà; il sangue scorrerà da ogni parte. Chi potrà vivere se Dio non diminuirà il tempo della prova ? Dal sangue, dalle lacrime e dalle preghiere dei giusti Dio si lascerà placare; Enoch ed Elia saranno messi a morte; Roma pagana sparirà; il fuoco del cielo cadrà e distruggerà tre città; tutto l'universo sarà colpito dal terrore e molti si lasceranno sedurre perché essi non hanno adorato il vero Cristo vivente tra loro. È tempo, il sole si oscura; la fede sola vivrà. Ecco il tempo, l'abisso si apre. Ecco il re delle tenebre. Ecco la bestia con i suoi sudditi, sedicente salvatore del mondo. Egli si alzerà con orgoglio nell'aria per andare fino al Cielo; egli sarà soffocato dal respiro di San Michele Arcangelo. Egli cadrà e la terra che da tre giorni sarà in continue evoluzioni, aprirà il suo seno pieno di fuoco; egli sarà sprofondato per sempre con tutti i suoi nei baratri eterni dell'inferno. Allora l'acqua e il fuoco purificheranno la terra e consumeranno tutte le opere dell'orgoglio degli uomini e tutto sarà rinnovato: Dio sarà servito e glorificato. Non intendiamo fornire interpretazioni di un testo legato ad espressioni profetiche ed apocalittiche, pienamente intelleggibile solo al momento della sua realizzazione, e nemmeno intendiamo infoltire la schiera dei millenaristi che, soprattutto in àmbito protestante, indicano scadenze precise per la parusia, ma neppure possiamo non interrogarci sul significato di questo messaggio, forse oggi troppo trascurato dalla Chiesa ufficiale, che collima con l'Apocalisse, dove si parla di martiri che rimarranno fedeli alla parola di Dio e che non avevano adorata la bestia e del príncipe delle tenebre che dovrà essere sciolto per un breve tempo, (Apocalisse, XX, 1-10). Come sostiene uno dei piú famosi studiosi del settore, il gesuita Ugo Vanni, il riflettere sui messaggi escatologici ci «mette in guardia sia dal disimpegno di un pessimismo inerte, sia dall'illusione di un paradiso in terra […] richiede che ci assumiamo la responsabilità di una fede robusta, la quale, (consapevole come è di collaborare con un Cristo sempre presente e attivo ma trascendente), si sforza di dare il meglio, ma senza pretendere di controllare il risultato». (UGO VANNI, La struttura letteraria dell'Apocalisse, Morcelliana, Brescia, 1980 ). Ammonisce l'esortazione evangelica: Ideo et vos estote parati, quia qua nescitis ora Filius hominis venturus est , (Quindi anche voi siate preparati, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora piú impensata), (Matteo, XXIV, 44).
Luc de Pollien
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Difendici, o Madre, con la tua protezione:
e solleva e conforta la nostra
anima.
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I santi Martiri Gennaro, Vescovo della città di Benevento, Festo suo Diacono, e Desiderio Lettore; Sosio, Diacono della Chiesa di Miseno; Procolo, Diacono di Pozzuoli; Eutichio ed Acuzio.
A Pozzuoli, nella Campania, i santi Martiri Gennaro, Vescovo della città di Benevento, Festo suo Diacono, e Desiderio Lettore; Sosio, Diacono della Chiesa di Miseno; Procolo, Diacono di Pozzuoli; Eutichio ed Acuzio.
Tutti questi, dopo le catene ed il carcere, furono decapitati sotto il Principe Diocleziano.
Il corpo di san Gennaro fu portato a Napoli ed onorevolmente sepolto nella chiesa; dove pure si conserva ancora in una ampolla di vetro il sangue del beatissimo Martire, che, posto in presenza della testa di lui, si vede liquefarsi e bollire, come se fosse sparso di fresco.
AVE MARIA PURISSIMA!
Il Giorno grande ed unico dell’Umanità è vicino, ho compreso, Amore Infinito, perché Ti sei degnato di dare alla mia mente la Tua Luce ed al mio cuore il Tuo Palpito, ma come far capire al mondo che bisogna decidersi subito e non indugiare in follie e vaneggiamenti di ogni genere?
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi
tempi
07.01.04
Eletti,
amici cari, godete le Delizie del Mio Cuore Che ama immensamente, lasciatevi
andare fiduciosi nell’Oceano Infinito della Mia Tenerezza. TestimoniateMi,
amati, non stancatevi di portare per le strade la testimonianza, ognuno di voi è
una luce che illumina il buio, tante luci insieme rendono meno buia la notte del
mondo; ardete molto, fedeli amici, perché possano capire, quelli che hanno
scelto le tenebre, che voi Mi appartenete e che amate del Mio Amore. Cooperate
alla salvezza delle anime, cooperate al Mio Progetto di salvezza
universale.
Sposa
amata, per te, ogni giorno, sono le Mie Delizie, per te la Mia Tenerezza di
Sposo, per te i Doni d’Amore, il Mio Cuore Che tanto ama vuole dare Felicità e
Pace alla Sua sposa, porta ai miseri i Miei grandi Doni, perché escano dal loro
triste stato di miseria. Cammina per le strade del mondo portando la Mia Luce,
la notte sarà meno cupa e molte anime smarrite, in questo poco tempo che resta,
ritroveranno la strada di salvezza. Sposa cara, non stancarti di testimoniarMi,
non stancarti di farlo ogni giorno perché il tempo è già scaduto e la Mia
Giustizia Perfetta ormai è affiancata alla Mia Misericordia, non è più un passo
indietro, ma cammina insieme.
Mi
dici: “Amore Infinito, Delizia del mio cuore, voglio fare ciò che Tu desideri, è
grande gioia per me fare la Tua Volontà, adoro la Tua Volontà, sei l’Amore
Infinito e ciò che vuoi sgorga sempre da un Cuore Che ama, ama teneramente. Il
mio più vivo desiderio è fare ciò che chiedi per la salvezza delle anime, il Tuo
Dolore per la grande perdita di esse è anche il mio dolore, ho visto il Tuo
Volto triste e pensieroso, so quello che significa, capisco che è molto penosa
la Tua Passione; ogni giorno chiami, chiami con Amore le Tue creature, quelle
fatte a Tua Immagine e Somiglianza, per la Felicità con Te le chiami, ma
all’Incontro molte sono impreparate, vengono sorprese senza la veste per entrare
nel Regno della Gioia, con le lampade spente. Quanto Dolore è per Te, Amore
Infinito, la perdita delle anime! Amore, desidero cooperare a pieno con Te,
conta su di me in ogni momento, per darTi solo una briciola di gioia, farei
qualunque sacrificio, aiutami solo a comprendere bene ciò che devo fare, con
somma gioia lo farò.”
Amata
Mia sposa, questo è un tempo grande e significativo, occorre che tutto si compia
in fretta perché desidero vedere la terra fiorita come un mandorlo a primavera,
voglio che ovunque ci sia bellezza, armonia e fragranza, deve finire il duro
inverno, cessare il dolore delle Mie creature, occorre una lunga pausa prima
della conclusione definitiva della storia. Amata sposa, ogni anima che si perde
è per Me un terribile Dolore, per la vita l’ho creata, per la felicità l’ho
voluta, vorrei che ogni uomo lo capisse. Pensa, sposa amata, al tempo che è
trascorso, quello delle quattordici generazioni, non ti è difficile capire che è
giunto per voi la pienezza dei tempi e che siete alla grande svolta, come nel
passato avvenne. [cfr Matteo 1, 17].
Mi
dici: “Adorato, ho riflettuto ed ho capito, i segni confermano il mio pensiero,
la Tua Presenza Viva e Palpitante mi dice che il Giorno grande ed unico
dell’Umanità è vicino, ho compreso, Amore Infinito, perché Ti sei degnato di
dare alla mia mente la Tua Luce ed al mio cuore il Tuo Palpito, ma come far
capire al mondo che bisogna decidersi subito e non indugiare in follie e
vaneggiamenti di ogni genere? Mi hai concesso Doni meravigliosi, Ti benedico e
Ti ringrazio, ma l’anima mia geme nel vedere tanta superficialità nel mondo
presente, ognuno procede come ebbro che non sa pensare né fare scelte giuste,
passano i giorni, scorre il tempo prezioso, Dono del Tuo Amore e non mutano i
cuori, chi ha folleggiato continua a farlo, non cambia.”
Sposa
amata, così è perché questa generazione presente è la più testarda di ogni
tempo, batte in testardaggine quella del diluvio e di Sodoma e Gomorra, concedo
momenti favorevoli, ma non vengono colti, concedo grandi possibilità di salvezza
come mai nel passato, ma chi le comprende?
Si vive senza pensare, si procede senza riflettere, si avanza verso l’abisso ridendo e scherzando.
Si vive senza pensare, si procede senza riflettere, si avanza verso l’abisso ridendo e scherzando.
Amata,
chi dovrebbe parlare tace e chi dovrebbe tacere parla per confondere ed
ingannare, il Mio Dolore è grande, consola il Mio Cuore trafitto con
l’adorazione continua. Pochi Mi sono restati
fedeli,
chi ha più il coraggio di testimoniarMi davanti agli increduli del tempo? Chi si
nasconde, chi finge di non capire. Chi ha parlato con chiarezza nell’episodio
della rimozione del Crocifisso? Pochi, si è alzata la voce del Mio Strumento
d’Amore prezioso, il Mio Vicario in terra, pochi altri, tutto il resto è stato
silenzio! Vedi, amata sposa, come è esiguo il numero dei Miei veri amici?
Mi
dici: “Perdona, Amore, l’insipienza generale, certo i segni incisivi che
continueranno ad esserci, sveglieranno molti dormienti ed i cuori saranno tutti
per Te, Amore, ogni cuore come un fiore aprirà la sua corolla ai dolci Raggi del
Tuo Amore, il torpore continua perché l’attaccamento ai beni della terra è
ancora grande, il Tuo nemico, non ha perso tempo e non lo perde, neppure un
attimo, come leone ruggente cerca chi assalire e sbranare, ma lo stordimento
generale è ancora molto, abbi pietà di questa generazione così smarrita, usa la
Tua Tenerezza e salva il mondo, scuoti la terra perché si sveglino prima i
potenti poi tutti gli altri, sul loro esempio.”
Amata
sposa, vieni nel Mio Cuore Ardentissimo, vieni a prendere Gioia ed ascolta
serena le Mie Parole: Mi dici che i segni non vengono colti, così è infatti, Mi
chiedi altri più incisivi ancora perché nessuno resti nel torpore, ma si
affretti e si salvi. Amata Mia, ci saranno presto altri segni così forti che
nessuno resterà più nel torpore, tremeranno le viscere della terra per scuotere
e far risvegliare. Ciascuno però capisca prima dei grandi segni conclusivi, non
attenda quelli nessuno, colga invece questi momenti favorevoli per cambiare e
convertirsi, per cambiare e decidersi per il Mio Amore, quando tutte le porte
saranno chiuse, nessuno più avrà accesso e grande sarà la disperazione di coloro
che si sono lasciati fuggire le occasioni favorevoli.
Amata
sposa, resta nel Mio Cuore per prendere forza, godi le Mie Delizie, porta al
mondo il Mio grande Messaggio d’Amore. Ti amo.
Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi
tempi
07.01.04
La
Mamma parla agli eletti
Figli cari e tanto amati, sono con voi anche in questo
giorno del nuovo anno iniziato, benedite Gesù per questo tempo che vi dona,
capitene l’importanza ed il significato. Nessuno viva come se nulla accadesse,
come se nulla fosse accaduto, cogliete i segni dei tempi assai importanti e
significativi. Più si avvicina la fine più cresca il fervore, amati, siate
sempre più ricchi di zelo e fervorosi. Amati, quando si avvicina l’incontro con
un amico caro e molto importante, allora si ha cura di fare il meglio, guardare
ai particolari, prepararsi con gioia a fare una bella figura, ad offrire
un’ottima accoglienza. Figli cari, so che tutti fate così, ornate bene la casa
se lo dovete accogliere poi, voi stessi. In questo tempo significativo,
l’Incontro non è con un amico qualunque, ma con Quello più grande, più
splendido, più caro. Vengo, come vedete, a voi ogni giorno, desidero siate ben
preparati ed abbiate in Dono tanta gioia e pace. L’anno entrato sarà molto
significativo per voi e per il mondo intero, vedrete segni grandi e ci saranno
anche cose sorprendenti, il Piano Divino si va attuando, vedrete la
concatenazione di molti fatti e capirete alla Luce Divina i nuovi passi da fare.
Piccoli cari, la Madre del Cielo è con voi e vi tiene per mano se volete
porgerla, nei momenti di turbamento stringetevi a Me e non tremate di paura come
pulcini che hanno smarrito la madre e pigolano disperatamente. Amati figli, non
sentitevi mai soli, sono vicina a voi, sentiteMi vicino a voi e consolate il
vostro cuore. Dai fatti che sono accaduti, da quelli che accadono capite che il
momento grande ed unico è vicino, in ogni luogo dove vi trovate, testimoniate
Gesù con gioia, con amore, troverete molte tenebre nel mondo, non sgomentatevi,
siate Luce per quelli che gemono nel buio, gioite, amati, con quelli che
gioiscono, soffrite assieme a quelli che sono nel dolore, sforzatevi di
alleviare le pene sia quelle del corpo che dello spirito.
Amati, Gesù vi
concederà le forze che servono sia per aiutare il vostro corpo sia per dare
sollievo agli altri. Nessuno di voi dica: “Che posso fare per il mio prossimo?”
Non dite così, amati figli, pensate che Dio vi manda nel mondo come Suoi
strumenti d’Amore, di Pace e di Gioia. Se questo è il vostro compito, avrete
quello che serve per assolverlo: il cuore sarà colmo dell’Amore Divino, avrete
tanta Pace e tanta Gioia quanto serve per voi e per offrirne agli altri, prima
ai più vicini, poi al mondo intero. Mentre pregate ardentemente e profondamente
Dio opera in voi, fluisce nel vostro piccolo essere la Sua Infinita Ricchezza
Che voi potete porgere poi ai fratelli bisognosi.
Mi dice la piccola Mia: “Madre Santissima, vogliamo offrire
al mondo il più possibile perché c’è tanta necessità, c’è tanto bisogno, l’ansia
cresce, ansia di popoli in cammino che temono per il prossimo futuro, paura
diffusa ovunque di attentati, di pericoli di ogni genere, il nemico di Dio ha
diffuso tanta inquietudine nei cuori, l’uomo non procede sereno, ma è sempre
guardingo vedendo pericoli dovunque. Madre cara, fa sentire a tutti la Tua
Presenza Viva e Palpitante, porgi la Tua Mano ad ogni creatura umana affinché
senta il Fuoco del Tuo Amore e ritrovi Pace e Gioia.”
Amata figlia, Pace e Gioia avrà chi vuole questi Doni ed
opera per averLi. Pensa ad un alunno, certo che egli desidera la promozione e
magari con voti alti, ma a che serve il suo desiderio se non fa di tutto per
ottenere il premio desiderato? Occorre impegnarsi, occorre impegnarsi a fondo,
faticare ogni giorno sui libri e seguire le lezioni attentamente. Amati Miei
figli, vi dico quindi di impegnarvi tutti tutti, nessuno resti in ozio, fate
proprio come coloro che vedono appressarsi un esame di grande importanza e
studiano, ripetono, non perdono invano neppure un istante; amati, l’esame che si
avvicina è il più importante della vostra vita, il più grande, il più
significativo, nessuno lo sottovaluti, ma si prepari per tempo. Il Mio Amore vi
accompagna e vi guida.
Ora, insieme, lodiamo Dio Altissimo, ringraziamoLo per i
grandi Doni fatti, per Quelli che fa, per Quelli che farà. Restiamo in
adorazione. Vi amo.
Ti amo, angelo
Mio.
Maria Santissima
IMMACOLATA MIA
E MIO TUTTO!
martedì 18 settembre 2012
¿VEIS A ESTE NIÑO? ESTÁ EN LA VERDAD MÁS QUE VOSOTROS. HA COMPRENDIDO EN MEDIO DE SU SENCILLEZ INFANTIL, QUE EL LLEGAR A SER GRANDE RADICA EN EL AMOR Y EN LA OBEDIENCIA REALIZADA POR AMOR PARA ENTRAR EN MI REINO.
XXV DOMINGO
TIEMPO ORDINARIO, AÑO B
"¡SIMÓN, SIMÓN HABRÁ MUCHOS QUE DUDARÁN DE MÍ!
¡AUN ENTRE LOS QUE CREEN QUE SU FE ES SEGURA, QUE
JAMÁS CAERÁ! NO JUZGUES A TUS HERMANOS, SIMÓN.
JÚZGATE PRIMERO A TI MISMO."
Judas con una sonrisa irónica dice al humillado Pedro, que ha bajado la cabeza: "Este es para ti. Como eres el más viejo, quieres hacerla siempre de maestro. Nadie ha dicho que se juzgue a alguien por la edad. Entre nosotros hay quien es superior a ti en saber y en influencias sociales."
Se enciende una discusión acerca de los propios méritos. Alguien se gloria de ser de los primeros discípulos, quien dice que por seguir a Jesús dejó un puesto de importancia, y quien sostiene que nadie como él tiene derechos iguales porque nadie como é se ha convertido tanto, pasando de publicano a discípulo. La discusión se alarga, y si no temiera ofender a los apóstoles, diría que se ha convertido en una verdadera riña.
Jesús sigue en su meditación, y parece no oír nada. Llegan a las primeras casas del poblado de Cafarnaum. Jesús continúa y los demás no quitan el dedo de la discusión.
BRINCANDO TRAS DE JESÚS.
"¿Lo sabe tu mamá?" Jesús sonríe.
"Lo sabe."
"¿De veras?" Le mira con una mirada penetrante y risueña.
"¡Sí, Jesús! ¡De veras!"
"Entonces, ven."
El niño salta de alegría. Toma la mano izquierda de Jesús que se la da. ¡Con qué cariño el niño pone su manita morena en la mano larga del Señor! ¡Quisiera tener igual dicha!
"Dime alguna hermosa parábola" dice el niño que no deja de saltar de gusto, y lo mira con una carita llena de regocijo.
También Jesús lo mira con una sonrisa alegre que le abre los labios, sombreados por los bigotes y por la barba rubio-rosa, que al contacto del sol parece como si fuera de oro. Los ojos de zafiro oscuro ríen de alegría, mientras mira el niño.
"¿Para qué quieres la parábola? No es un juego."
"Es más hermosa que un juego. Cuando me voy a dormir pienso en ella y la sueño y al día siguiente la recuerdo, y me la repito para ser bueno. Me sirve para hacerme bueno."
"¿La recuerdas?"
"Sí. ¿Quieres que te diga todas las que me has dicho?"
"Eres bueno, Benjamín, más que los hombres que olvidan. Como premio te diré una parábola.
Benjamín deja de saltar. Camina serio, como si fuera un adulto. No pierde ni una palabra, ni la inflexión de tono de Jesús, a quien mira atentamente, sin preocuparse por dónde camina.
Y CORDEROS QUE OTROS TENÍAN ABANDONADOS
Quería llevarlos a su reino, porque el pastor era rey también como fueron tantos reyes en Israel. En su reino las ovejas y los corderos encontrarían buenos pastizales, agua fresca, pura, caminos seguros, defensa contra ladrones y lobos feroces. El pastor reunió sus ovejas y corderos y les dijo: "He venido a salvaros, a llevaros donde no sufriréis más, donde no conocería asechanzas y dolor. Amadme, seguidme porque os amor mucho, y porque fuerais mías me he sacrificado. Si me amareis, mi sacrificio no me dolerá. Seguidme. Vamos.". El pastor delante, las ovejas detrás, tomaron el camino hacia el reino de la alegría.
A cada paso el pastor se volvía para ver si lo seguían, para exhortar a las cansadas, para dar fuerzas a las desanimadas, para socorrer a las enfermas, para acariciar a los corderos. ¡Cuánto las amaba! Les daba su pan, su sal, y era el primero en probar todo para saber si era buena y lo bendecía para hacerlo santo.
¿Pero vas a creerlo, Benjamín? Las ovejas después de algún tiempo se empezaron a cansarse. Primero una, luego dos, después diez, ciento, se quedaron atrás masticando la hierba hasta llenarse y no poder caminar. Se quedaron cansadas tiradas en el polvo, en el fango. Otras se asomaron a precipicios pese a que el pastor les decía: "¡No lo hagáis!" Algunas, como él se ponía ante ellas donde el peligro era mayor, llegaron a embestirlo y quisieron arrojarlo abajo. De este modo muchas terminaron sus vidas en los precipicios y murieron miserablemente. Otras se pelearon entre sí con toda su furia y se mataron.
Solo un cordero no se separó jamás. Corría balando y decía en sus balidos al buen pastor: "Te amo". Corría detrás de él, y cundo llegaron a las puertas del reino no iban más que dos: el pastor y el corderito fiel. Entonces el pastor no dijo: "entra", sino "ven" y lo tomó entre sus brazos, lo estrechó contra su pecho, lo presentó ante sus súbditos, diciéndoles: "Este me ha amado. Quiero que esté conmigo para siempre. Amadlo porque es el predilecto de mi corazón".
La parábola ha terminado, Benjamín. ¿Me puedes decir quién era el buen pastor?"
"Tú, Jesús."
"¿Y quién el corderito?"
"Yo"
"Yo me iré y tú olvidarás."
"No, Jesús. No te olvidaré, porque te amo."
"El amor se te acabará cuando ya no me veas más."
"Siempre."
"¿Cómo lo harás?""Me repetiré que me has prometido amarme, obedecerme y me acordaré de ti."
"¿Y me darás tu reino?"
"Sí eres bueno, sí."
"Seré bueno."
"¿Cómo lo lograrás? La vida es larga."
"Pero también tus palabras son muy buenas. Si me las repito y hago lo que me mandan, me conservaré bueno por toda la vida. Y lo haré porque te amo. Cuando se quiere bien, no cuesta ser bueno. A mí no me cuesta obedecer a mamá porque la quiero mucho. No me costará serte obediente, porque te amo mucho."
EN LA FRENTE AL NIÑO.
ESTÁ EN LA VERDAD MÁS QUE VOSOTROS.
HA COMPRENDIDO EN MEDIO DE SU SENCILLEZ INFANTIL,
QUE EL LLEGAR A SER GRANDE RADICA EN EL AMOR
Y EN LA OBEDIENCIA REALIZADA POR AMOR
PARA ENTRAR EN MI REINO.
Jesús ha hablado teniendo contra sus rodillas, de pie, a Benjamín, sobre cuyos hombros ha puesto sus manos. El rostro de Jesús es majestuoso. Serio, pero no airado. Cual un maestro. El último rayo del sol le acaricia su rubia cabellera.
La visión termina, dejándome llena de dulzura en medio de mis dolores.
Así pues, los discípulos no entraron en la casa, y es natural, debido a su número y por respeto. Nunca lo hacen si no son invitados en masa o en particular por el Maestro. He notado siempre un grande respeto, recato, no obstante la afabilidad de Jesús y su trato continuo. Aun Isaac, a quien podría llamar el primero entre los discípulos, no se permite jamás la libertad de ir donde Jesús con una sonrisa por lo menos, no le diga que se acerque.
DEL LAGO A COMPRAR PESCADO PARA LA CENA,
PAN Y TODO LO NECESARIO.
Santiago dice: "¡Cuánto pescado, Maestro! Mi padre dice que seas bendito por haber venido. Mira, esto es para nosotros" y enseña un cesto de pescados, que parecen de plata.
CON LOS DISCÍPULOS."
Así hacen. El lago ha ennegrecido con la oscuridad. Está esperando a que salga la luna, que se alza ahora tarde. Se le oye rebotar contra las piedras de la orilla. Sólo las bellísimas estrellas del Oriente juguetean en las aguas tranquilas. Se sientan alrededor de una barca que han puesto bocabajo, y sobre la que se ha sentado Jesús. Apenas si logran iluminar las caras los pequeños faroles de las barcas que han puesto en el centro. Una lámpara puesta a los pies de Jesús ilumina completamente su rostro. Así todos pueden verlo.
Y QUIERO ADOCTRINAROS PARA QUE OS FORMÉIS MEJOR.
EL DESEO SIEMPRE HUMANO DE OÍR QUE LE RESPONDA:
"TÚ ERES EL PRIMERO EN EL REINO DE LOS CIELOS"
ALGÚN COMPAÑERO, O MEJOR, EL MAESTRO QUE SABÉIS
QUE CONOCE LA VERDAD Y EL PORVENIR.
EN VERDAD OS DIGO QUE LA ORACIÓN CONFIADA
PUEDE CAMBIAR EL CASTIGO EN BENDICIÓN.
EL REINO DE LOS CIELOS?
No quiero hablar sobre el término "entre nosotros", quiero que lo voy a decir sea para todos, los que viven, y vivirán después de vosotros. Así pues, el mayor en el reino de los cielos es el más pequeño entre los hombres, esto es, al que los hombres consideran como "el más pequeño". El sencillo, el humilde, el que tiene confianza, el que no sabe. Por esto, el niño, que sabe tener un alma infantil. No es la ciencia, ni el poder, ni las riquezas, ni la actividad, aun cuando fuere buena, lo que hará "al mayor" en el reino bienaventurado, sino el ser como los niños, amables, humildes, sencillos, confiados.
Observad cómo me aman. ¡Imitadlos! Cómo creen en Mí. ¡Imitadlos! Cómo se acuerdan de lo que digo. ¡Imitadlos! Cómo hacen lo que enseño, cómo no se ensoberbecen de lo que hacen. ¡Imitadlos, pues! En verdad os digo que si no cambiáis de modo de pensar, de obrar o de amar, y no lo hacéis como los niños, no entraréis en el reino de los cielos.Saben lo esencial de mi doctrina, cosa que también sabéis, pero con la diferencia que practican lo que enseño.Por cada acción buena que realizáis, pregonáis: "La he hecho yo". El niño dice. "Jesús, me acordé hoy de Ti, y por tu causa he obedecido, amado, no he peleado... y estoy contento por que Tú, lo sé, sabes cuándo soy bueno y te pones contento por ello." Ved a los niños cuando comenten alguna faltilla. Con qué humildad la confiesan: "Hoy he sido malo. Me desagrada porque te he causado dolor". No buscan excusas. Saben que lo sé. Creen. Les da pesar que me hayan adolorido.
ENTRAR EN MI REINO
PERO ¡AY DE QUIEN DESFLORE SU CANDOR INOCENTE!
DEJADLOS QUE SEAN ÁNGELES, LO MÁS QUE PODÁIS.
CON SU MODO ESCANDALOSO DE OBRAR!
A SU CUERPO Y VIDA, PORQUE AMBAS COSAS
VIENEN DE DIOS, Y SÓLO EL TIENE EL DERECHO
DE TOMAR UNA PARTE O TODO.
Acordaos de todo esto. No despreciéis a los pequeñuelos, ni los escandalicéis u os burléis de ellos. Valen más que vosotros. Sus ángeles ven siempre a Dios que les dice la verdad que deben manifestar a los pequeños y a los que tuvieren un corazón semejante.
A LOS OTROS, SIN DISPUTAS, SIN ORGULLO
¿QUÉ QUERÉIS DE ÉL?"
Juan se pone rojo y Bartolomé, Tomás e Iscariote bajan sus cabezas viéndose descubiertos.
"¿Y bien?" pregunta con imperio Jesús.
"Maestro, mis compañeros quieren que te diga una cosa."
"Dila."
Y ESTE TAL ARROJABA A LOS DEMONIOS EN TU NOMBRE,
A NOSOTROS NO NOS PARECIÓ BIEN Y SE LO PROHIBIMOS
Y NO ESTÁ ESCRITO QUE SÓLO LOS QUE TOMAN
EL CAMINO DIRECTO, LLEGUEN AL CIELO.
EN TODOS LOS LUGARES, EN TODOS LOS TIEMPOS,
DE MILES DE MODOS DIVERSOS, HABRÁ HOMBRES
QUE VENDRÁN A MÍ, TAL VEZ HASTA POR UN CAMINO
QUE AL PRINCIPIO FUE MALO.
MAS DIOS VERÁ SU RECTA INTENCIÓN,
Y LOS TRAERÁ AL BUENO.
"¿Faltamos en algo, Señor?" pregunta entristecido Juan.
"No. Obrasteis ignorantemente, sin malicia, por esto no hay culpa alguna. Pero lo sería en lo sucesivo, porque ahora lo sabéis. Vámonos a nuestras casas. La paz sea con vosotros."
VI. 243-254
A. M. D. G.
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